Single knowledge project
Mosaics
Technical realization
prof.ssa
Grazia D’Auria
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Single knowledge project
Mosaics: research and history
Collaboratori
FAI Fondo Ambiente Italiano
Coordinatrice
Prof.ssa Grazia D’Auria
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Grazia D’Auria
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Fonti per foto e articoli:
www.musivumopus.com/index.htm
http://www.bardomuseum.tn/
http://foto.inabruzzo.it/
http://catalepton.altervista.org/
http://it.wikipedia.org/wiki/
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Mosaici – Tecniche di Realizzo - Introduzione
L'approfondimento storico è lo strumento fondamentale di conoscenza; lente di lettura delle varie opere e
delle diverse tecniche. Attraverso la ricerca non si arricchisce solo la conoscenza ma si affina la sensibilità
e il gusto.
Abbiamo cosi imparato ad apprezzare come solo certe particolari pietre erano adatte a realizzare
particolari toni e ombreggiature; come era importante l'angolo di posa di una tessera, la sua superficie
scabra o il taglio netto dei suoi contorni, o la sua capacità di riflettere un raggio di luce.
La Storia ci insegna anche il luogo della decorazione nello, spazio architettonico, ci mostra come nulla è
superfluo, ci guida nelle scelte delle tematiche, ci rammenta le diverse caratteristiche che assumono le
opere a secondo della tecnica esecutiva.
Proprio in riferimento alle tecniche è importante comprendere i criteri cui risponde la realizzazione dei
mosaici industriali oggi; essi, in qualunque modo prodotti sono legati a procedimenti e tecniche che
potremmo definire "semi industriali".
E' industriale la produzione delle tessere, tagliate a macchina nelle dimensioni occorrenti da lastre di
marmo o di pietra o ricavate da piastre di pasta vitrea, ma è artigianale la loro posa, quando le si incolla al
rovescio su disegni predisposti su carta. Artigianale è l'importantissimo "taglio" della tessera perché si
adatti alla traccia del disegno laddove non è adattabile la forma quadrata preconfezionata. Con gesto
sapiente che si tramanda da tempo il maestro effettua il taglio posando la tessera su di un "tagliolo" (una
sorta di piccola scure infissa in un ceppo di legno con la lama verso l'alto) e colpendola con fare deciso
mediante un martello a doppio taglio (martellina). E' l'unicità del fare manuale che conferisce alla
decorazione il sapore dell'originalità, è capace di riproporre per intero certe suggestioni trasmesse dagli
antichi mosaici. Cosi la tecnica di posa e i diversi connotati espressivi che ne derivano sono stati, alla fine
del nostro excursus storico, gli strumenti di riorganizzazione della "produzione industriale".
Traendo spunto dalle tecniche conosciute e distinte dai romani, con riferimenti a volte immediati e a volte
interpretati, segue una breve elencazione delle principali tecniche e stili.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus lapilli
Il mosaico in ghiaino
E' la tecnica più antica impiegata per creare i mosaici, forse perché la più immediata, ottenuta dalla
sistemazione in un letto di calce di sassolini di diverso colore. Presente nei primi mosaici greci ebbe larga
diffusione fino alla comparsa della tessera regolare e quadrata.
Tale tecnica si può definire primordiale ed immediata, perché consente di impiegare per il mosaico materiali
esistenti in natura (ghiaia, ciottolini, pietruzze) senza provvedere, dunque, alla predisposizione delle
tessere.
La rotondità dei sassolini conferisce comunque un aspetto originale alla figura, esaltando la funzione
dell'interstizio e la plasticità della materia.
Vedi: OPUS LAPILLI Particolare del mosaico "Caccia al leone“ realizzato con ciottoli e contorni con lamine
di piombo. Pella, Macedonia - 375-300 a.C.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus lapilli
OPUS LAPILLI - Particolare del mosaico "Caccia al leone"
realizzato con ciottoli e contorni con lamine di piombo
Pella, Macedonia - 375-300 a.C.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Vermiculatum
La maestria
La tecnica è applicata al mosaico più complesso, prevedendo l'impiego di tessere minuscole e tagliate con
grande precisione, capaci di seguire i contorni di figure elaborate, di rappresentare le ombreggiature, i
panneggi e le espressioni dei volti delle figure.
Essa è riferibile soprattutto agli "emblemata" e ai mosaici parietali; per il mondo romano rappresentò il
massimo della capacità espressiva in un'opera musiva. Si può considerare l'opus vermiculatum come un
opus musivum più complesso e dettagliato, dove il virtuosismo e l'abilità del maestro sono caratteristiche
esecutive indispensabili.
Sotto questo nome vanno annoverati i mosaici di produzione più propriamente "artistica", di alti valori
espressivi e di particolare virtù esecutiva. In opus vermiculatum sono tutti i pannelli figurati; le decorazioni
vegetali e floreali di grande complessità.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Vermiculatum
OPUS VERMICULATUM - Mascherone
Pavimento del peristilio del palazzo imperiale di Costantinopoli – VII sec.
(copia realizzata nel nostro laboratorio)
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Tessellatum
Mosaico ad assetto regolare
Gli Antichi distinguevano il mosaico realizzato con tessellae (pietrucce regolari di forma quadrata) per lo più
destinati ai pavimenti, dai mosaici eseguiti per le decorazioni centrali (emblemata), in genere più complesse,
e per le pareti, eseguiti con tessere più piccole e di forme diverse, adattate alla sinuosità dei contorni, idonee
per le ombreggiature. Tessellata o lithostrata erano dunque i pavimenti, eseguiti da maestranze (i tessellari)
certamente meno abili dei "musivari".
L'opus tessellatum appare come un reticolo geometrico, compatto e regolare, derivante dalla forma precisa e
costante della tessera stessa.
Nella produzione di mosaico sono raggruppati in questa sezione i prodotti eseguiti con tecnica per lo più
industriale, ottenuti con la semplice sistemazione in un reticolo regolare di tessere di formato omogeneo.
Si ottengono cosi fogli di tessere di colori omogenei, montati su di un supporto di carta traforata, adatti per
rivestire e pavimentare ampie superfici o per eseguire il "fondo" su cui far emergere una parte decorata, un
emblema, un fregio.
Con la tecnica della sistemazione nel reticolo geometrico di tessere regolari è possibile ottenere decorazioni,
fregi e greche, adatti allo schema rigidamente cartesiano, mediante il semplice contrasto di colore di diverse
pietre o marmi. Questi decori, che definiremo... "elementari" sono stati quindi inclusi egualmente nella
sezione "opus tessellatum".
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Tessellatum
OPUS TESSELLATUM - OPUS LITHOSTROTON
Casa dei misteri, Pompei
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Signinum
Mosaico tracciato
La tecnica era impiegata alle origini della decorazione pavimentale ad ornare i "letti" di cocciopesto
(particolare conglomerato di cui erano specialiste le maestranze dell'antica città laziale di Segni). La
decorazione si otteneva sistemando in sequenza nel cocciopesto tesserine di marmo o ciottolini solo lungo i
contorni o la traccia di un disegno.
Le tessere erano assai distanziate fra loro ed erano disposte secondo "grafismi", semplici tracce
geometriche.
L'evoluzione di questa tecnica, che tendeva a definire solo il contorno di una raffigurazione, portò
probabilmente alla individuazione dei decori per "sagome" o "silhouette" e quindi al mosaico italico in bianco
e nero. L'esaltazione della grafica, della forza di un semplice segno era dunque assai nota al mondo
romano.
Questa tecnica viene proposta in vari esempi nelle collezioni di produzione industriale e probabilmente
necessita di ulteriori approfondimenti, vista la sua forza espressiva.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Signinum
OPUS SIGNINUM
Morgantina – Sicilia
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Sectile
Intarsio marmoreo
Assai impiegata per i pavimenti, questa tecnica non è propriamente catalogabile fra le tecniche musive in
quanto impiega marmi e pietre tagliati ad incastro (sectilis), secondo disegni geometrici (rombi, quadrati,
triangoli, losanghe) e di dimensioni ben più ampie delle tessere. Il taglio è effettuato secondo una sagoma
precisa, che consente incastri predeterminati o del disegno.
Spesso nei disegni di pavimenti questa tecnica è stata impiegata frammista a brani di mosaici e
l'abbinamento produce esiti interessanti ed armonici.
L'opus sectile può dunque dirsi a metà fra il mosaico e l'intarsio. Essa fu impiegata con grande maestria nei
meravigliosi pavimenti di S. Marco a Venezia e in molte altre chiese del Medioevo.
I prodotti industriali raggruppati in questa sezione sono frutto di una rivisitazione di molti esempi pavimentali
eseguiti con tale tecnica, adattati alle problematiche produttive industriali.
I risultati sono comunque altamente suggestivi e stimolanti anche per nuove forme di impiego, come ad
esempio le ipotesi di larghe pregiate tessiture continue, inframmezzate da pannelli decorativi e contornate
da fregi.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Sectile
OPUS SECTILE - Intarsio in marmi policromi
Particolare della pavimentazione
Santa Maria in Cosmedin – Roma XII sec
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Scutulatum
Pavimento tipo veneziano
Rappresenta la tecnica di posa dei mosaici di "fondo" nella quale tessere di eguale colore e dimensione
erano inframmezzate a tessere diverse per colore e dimensione. Di solito queste tessere erano di forma
vagamente romboidale da cui il nome (scutula = losanga).
Anche in questo caso, come nell'opus incertum, l'effetto particolare è leggibile solo in grandi superfici che
venivano come "punteggiate" dalle scutule.
La tecnica non fu largamente impiegata se non per pavimenti di non alto valore artistico.
A questa tecnica ci si ispira per nuove sperimentazioni e ricerche. Ragguagliando la tessitura omogenea ad
un mastice o collante di fondo, l'effetto "punteggiato" è stato ricercato sistemando casualmente e con ampi
interstizi tessere disomogenee ed irregolari (come le scutule). Queste tessere vengono posate in opera e
stuccate con malta speciale; levigando in opera il tutto si ottiene l'effetto.
E' d'altro canto evidente come l'opus scutulatum rappresenti solo la fonte di ispirazione di tale tecnica che
ha invece forti affinità col più noto pavimento alla "veneziana". Rispetto ad esso si ottiene il vantaggio di non
dover ricorrere a maestranze altamente specializzate per la posa.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Scutulatum
OPUS SCUTULATUM
Casa dei Grifi – Roma ca. 90 a.c.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Musivum
Il mosaico artistico
Opus musivum è la tecnica decorativa impiegata per le volte e le pareti, per decorazioni e figure più
complesse ed impegnative che quelle pavimentali.
Il maestro che la impiegava (musivarius) era corrisposto, presso gli antichi Romani, con paga più alta
rispetto a quelli che eseguivano i pavimenti (tessellari).
Quasi tutte le opere citate nei brevi tratti storici precedenti erano realizzate in opus musivum; esse
comunicano tutta la loro espressività proprio mediante la tecnica esecutiva, che era raffinata, capace di
valorizzare le figure stesse, disponendo le tessere secondo andamenti studiati ed inclinazioni atte anche
alla rifrazione della luce, variando le loro dimensioni a secondo dei tratti e delle superfici da campire.
Vedi: OPUS MUSIVUM La Battaglia di Isso (particolare) Casa del Fauno Pompei II sec. a.C.
Il musivarius deve avere grande capacità nella scelta dei materiali e dei colori, possedere l'abilità nel taglio
delle tessere con colpo deciso (mediante martellina e tagliolo, come si diceva innanzi), ma soprattutto deve
possedere maestria nella posa e capacità figurativa, insomma, Ia dote dell'artista (egli è pictor musivarius)
Questa sezione della produzione musiva, dunque, ispirandosi alla tecnica dell'opus musivum, comprende i
fregi e i decori più svariati, eseguiti interamente a mano, secondo disegni tramandati dalla Storia.
Svariate sono le possibilità di impiego di queste forme di decoro, dall'innesto in fondi di tessellatum
all'incastonatura in superfici di marmo, legno, cotto ecc. L'uso del mosaico artistico negli spazi architettonici
sarà suggerito dalla Storia e dalla sensibilità del progettista, che potrà così riproporre attraverso le
decorazioni il sapore di antiche suggestioni.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Musivum
OPUS MUSIVUM
La Battaglia di Isso (particolare)
Casa del Fauno Pompei II sec. a.C.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Reticulatum
Mosaico a tessitura regolare inclinata
La tecnica non è altro che un tesselatum inclinato a 45°. Anch'essa fu adoperata per grandi superfici
omogenee di pavimentazioni o di parti di fondo ad altri decori; trae chiaramente spunto da una tessitura
largamente usata dagli antichi romani nelle "opus" murarie, costituita da conci di pietra (per lo più tufo) di
forma piramidale a base quadrata, col vertice infisso nel corpo della muratura e la base, a formare il
parametro, con i Iati inclinati a 45°.
L'inclinazione della tessitura nei campi rivestiti a mosaico era scelta dal maestro per conseguire particolari
effetti, specie a determinare il contrasto con altre zone.
La sezione denominata con questo nome raggruppa alcuni esempi elementari "di fondi".
La tecnica della inclinazione a 45° sui fogli di carta traforata ha rivelato comunque una grandissima utilità,
come variante del tessellatum, in quanto consente l'incastro dei margini dei fogli con una resa migliore a
posa ultimata, dove non sarà più possibile distinguere i fogli originali della composizione
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Reticulatum
OPUS RETICULATUM
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Lapidem
Mosaico a tessere erose
Più conosciuta come "opus saxeum" è la tecnica adoperata per paramenti murari a ciottoli.
L'aspetto della superficie di queste murature è assai vicino a quello del "pietrame a secco", dove gli interstizi
fra i sassi restano quasi privi di malta, assai profondi e scavati.
Pur non essendo riferibile direttamente a tecniche musive, è stata tratta ispirazione da questo tipo
costruttivo (fra l'altro di non largo impiego e non sempre catalogato sotto questo nome) per catalogare tutti i
mosaici in cui le tessere siano state trattate con un particolare procedimento di "erosione".
L'erosione dei margini della tessera, infatti, le conferisce la rotondità e il volume del ciottolo, del sasso. La
tecnica produttiva, con una lavorazione particolare, a volte anche lunga, finisce per sostituire la naturale
azione del vento e dell'acqua.
A questo trattamento possono essere sottoposti sia i mosaici su fogli per tessiture omogenee (a tessere
regolari) che fregi e decori musivi, cosi come anche gli intarsi marmorei (opus sectile).
L'effetto finale è quello di una superficie invecchiata dal tempo e capace cosi di stimolare emozioni
particolari ed antiche suggestioni.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Lapidem
OPUS LAPIDEUM
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Incertum
Mosaico ad assetto inregolare
Le tessere, in questa antica tecnica, sono tagliate e disposte in modo casuale; l'alternarsi di forme irregolari,
di colori e riflessi differenti e non omogenei, suggeriscono l'impiego di questo tipo di posa per "sfondi"
particolari. Non molto impiegato, ''l'opus incertum" può considerarsi un'alternativa dell'opus tessellatum,
idoneo a ricoprire grandi superfici di pavimento o come sfondo per l'inserimento di altre figure eseguite in
opus musivum.
Questa denominazione è riferita ad un tipo particolare di tessitura nella quale sono impiegate tessere di
diversa dimensione.
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Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Incertum
OPUS INCERTUM
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