LA PROSPETTIVA : un percorso nella storia...
La Prospettiva , oltre che essere uno strumento per rappresentare
lo spazio, illustra il modo in cui questo spazio è concepito.
Si propone un percorso storico e con esso l’idea del mondo che
appartiene a varie epoche.
Lo spazio nel mondo antico.
L’ antichità non concepisce lo spazio come entità continua che contiene gli
oggetti. Nell’arte romana si trovano pitture parietali di derivazione
ellenistica
Oplonti – Villa A
Le rette di profondità sono convergenti, ma non
siamo ancora alla prospettiva centrale.
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La prospettiva antica è stata definita “perspectiva naturalis”. Si basava
sull’ Ottica di Euclide.
Nell’”Ottica”, uno dei primi
trattati sulla prospettiva, Euclide
pone alla base della teoria non la
grandezza ma l’angolo sotto cui
tale grandezza è vista.
La rottura definitiva con la tradizione prospettica spaziale si ebbe intorno al
270 d.C..A differenza dello spazio ellenistico, che costituiva un vuoto, quello
bizantino, ridotto a superficie, avvolge le figure in un fluido omogeneo, privo
di dimensioni.
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Cristo in maestà, 1123,
affresco staccato,
Barcellona Museo de
Arte de Cataluña
S.Apollinare in Classe,
Ravenna
Il luminoso mosaico offre una
vasta rappresentazione, in chiave
simbolica, dell’episodio evangelico
della Trasfigurazione. E’ evidente il
processo di astrazione .
Nell’arte romanica, si realizza il
distacco dall’antichità classica.
La pittura romanica sembra
rinunziare a qualsiasi allusione
spaziale.
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Nell’arte gotica la preoccupazione
dominante dei pittori resta sempre
quella di abolire il piano del quadro.
Coloro che hanno creato la
concezione moderna, figurativa, dello
spazio sono i due grandi maestri,
che nel loro stile attuarono
la sintesi del Gotico e del Bizantino :
Duccio e Giotto.
L’elemento prospettico in
Giotto è intuitivo e si esprime
mediante dispositivi ambientali come
cibori, ogive con volte a crociera che
completano lo spazio.
Giotto, dalle Storie di San Francesco, Basilica
Superiore di Assisi
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Gli artisti successivi adoperano in parte
l’asse di fuga oppure schematizzano il
procedimento di Giotto. Ambrogio Lorenzetti
disponeva le fughe del pavimento in modo
che convergessero in un sol punto, a
differenza delle ortogonali del soffitto che
tendevano ad altro punto, ma
nell’Annunciazione, le trasversali del
pavimento sono tracciate in modo
approssimativo.
Ambrogio Lorenzetti
Annunciazione, 1344
http://www.italica.rai.it/index.php?categoria=arte
&scheda=storia_arte_ambrogiolorenzetti_galleria
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La scatola spaziale gotica riduceva a due soltanto i punti di fuga, uno
per il pavimento e l’altro per il soffitto. La conquista del punto di vista
unitario, valido per tutta la composizione del dipinto , avvenne per vie
diverse, nel nord Europa e in Italia.
Pare che nel 1420 sia stata inventata a Firenze la “costruzione legittima” della
Prospettiva, forse ad opera di Brunelleschi, secondo il metodo illustrato più
tardi da Piero della Francesca.
Il primo affresco che presenta una concezione
unitaria dello spazio risale appunto a tale data
ed è la Trinità di Masaccio costruita con
Procedimento matematico.
In questo affresco, il pittore costruì
l’impianto prospettico in base alle indicazioni
dategli da Brunelleschi
Ricostruzione grafica della tavoletta prospettica
brunelleschiana con il Battistero di San Giovanni.
Ipotesi di Luigi Vagnetti
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Il punto di fuga centrale si trova
all’altezza della base del dipinto.
Il principio di proporzione e
misura prende nel Rinascimento
quel posto che aveva occupato
nel Medioevo la luce, come
simbolo e manifestazione della
mente divina.
Sorgeva allora il problema se la prospettiva doveva essere rapportata alla
posizione dell’osservatore o se tocchi a questi assumere una posizione ideale
rispetto alla struttura del dipinto. Nel Quattrocento questa alternativa si
ripercuote nella organizzazione pittorica dei soffitti : da una parte vi è
l’illusionismo del Mantegna che nega, entro certi limiti, mediante squarci
l’architettura reale del soffitto ; dall’altra vi è l’obiettivismo, che ne mette in
evidenza l’architettura, ripartendo la superficie.
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Sorgeva, allora, il problema se
la prospettiva doveva essere
rapportata
alla
posizione
dell’osservatore o se tocchi a
questi assumere una posizione
ideale rispetto alla struttura del
dipinto. Nel Quattrocento questa
alternativa si ripercuote nella
organizzazione pittorica delle
coperture : da una parte vi è
l’illusionismo del Mantegna che
nega, entro certi limiti, mediante
squarci l’architettura reale del
soffitto
;
dall’altra
vi
è
l’obiettivismo, che ne mette in
evidenza
l’architettura,
ripartendo la superficie.
A.Mantegna – Particolare della volta
della Camera degli Sposi (MantovaPalazzo Ducale), 1465-74.
Nella concezione della “camera picta”
tutte le scene sono viste da un
personaggio ideale posto al centro
della stanza.
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Nella pittura parietale
l’illusionismo continua
l’architettura dell’ambiente
di cui decora le pareti, in
funzione della distanza
dell’osservatore.
Famoso è l’esempio del
Cenacolo di Leonardo, nel
refettorio del Convento di
S.Maria delle Grazie a
Leonardo da Vinci, Ultima Cena o Cenacolo, 1494-98
Milano.
Qui Leonardo ha situato il punto di vista all’altezza di 4,50 m dal pavimento ed alla
distanza di 4,40 m dalla parete dipinta. I punti di distanza sono situati ai margini
dell’affresco. Riguardo alla posizione dell’osservatore, Leonardo diceva che “ il punto
dev’essere all’altezza dell’occhio di un uomo comune”, senza specificare il suo
rapporto col quadro.
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Leon Battista Alberti, architetto e umanista ( 1404-1472) è il primo a
codificare le regole prospettiche. Nel trattato “De Pictura” (1435-1436),
stampato nel 1511) definisce le regole della "costruzione legittima" (cioè
della proiezione centrale con punto di distanza).
Partendo dai concetti brunelleschiani, con un metodo prospettico detto
“Costruzione abbreviata”, risolve alcuni problemi pratici, semplificandone
il procedimento.Con la prospettiva non vediamo più le cose in sé,
vediamo tutto per rapporti proporzionali; la realtà non si presenta più
come un inventario di cose ma come un sistema di relazioni metriche
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Il codice contiene i principi del
disegno prospettico elaborati da
Alberti a Firenze nel 1435. La
figura illustra il "modo optimo"
messo a punto dall’autore per
disegnare correttamente in
prospettiva attraverso
l’intersezione della piramide
visiva.
Leon Battista Alberti
“De pictura e Elementa Picture” 1518
Manoscritto cartaceo; Lucca, Biblioteca
Governativa
http://www.istitutomaserati.it/prospettiva/Storia/Alberti.ht
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Estrema attenzione
all'organizzazione prospettica e
ritmica dello spazio e
semplificazione geometrica dei
volumi sono presenti nelle opere
di Piero della Francesca, artista
e trattatista tra i maggiori
esponenti del periodo
rinascimentale. I passaggi
intermedi tra una tonalità di
colore ed un'altra evitano i
bruschi contrasti e la luce non è
fisica ma intellettuale.
Piero della Francesca, Sacra Conversazione, 1472
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Nel Seicento, la pittura barocca non
tese più a rappresentare lo spazio
universale, matematico ed organizzato,
ma si presentò come una parte casuale
di esso, suggerendo spesso effetti
illusionistici. La pittura di “quadratura”
o “quadraturismo” occupò le superfici
di grandi dimensioni, come pareti,
soffitti, volte o cupole, con elementi
architettonici dipinti che simulano
l’effetto di una prospettiva
architettonica reale.
Pietro da Cortona. Trionfo della Divina Provvidenza,
1633-39, Roma, Pal.Barberini
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Pur seguendo le regole della prospettiva
centrale rinascimentale, i quadraturisti
optano per punti di fuga multipli. Che
accompagnano la visione degli
osservatori in movimento dentro lo
spazio dipinto.
Nell’opera, la complessa allegoria è
inserita in un’ampia e ricca cornice
dorata e impreziosita da stucchi, che
inquadra uno scorcio di cielo
contrassegnato da effetti dinamici e
luminosi
Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Trionfo del nome di
Gesù, 1676-79, Roma, Chiesa del Gesù
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Nel Vedutismo del Settecento, si
registra l’intento di dilatare il
raggio della visione e costruire
prospetticamente lo spazio, anche
con l’ausilio della camera ottica.
Francesco Guardi, Il molo con la Libreria e la
Chiesa della Salute, 1770-80, Venezia
E’ l’antenata della macchina
fotografica : catturata da un
obiettivo, l’immagine è proiettata
su uno specchio obliquo che la
convoglia, a sua volta, su un
vetro smerigliato.
Sovrapponendovi un foglio, la si
può ricalcare fedelmente.
Camera ottica di Johan Zahn (1685)
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Nel Neoclassicismo, c’è la piena adesione
ai canoni accademici nell’impostazione
spaziale
Jacques-Louis David, Il Giuramento degli
Orazi, 1784-85
L’impostazione della scena è
razionalmente organizzata su una
precisa scansione geometrica e
ribadita dalla scatola spaziale, che
ricorda gli studi prospettici del
Quattrocento.
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Con L’Impressionismo, nella
seconda metà dell’Ottocento, si
afferma la bidimensionalità
dell’immagine pittorica, laddove
si voglia rendere con
immediatezza la percezione
visiva, non mediata
dall’intelletto, e successivamente
la rappresentazione dello spazio
entra a far parte del mondo
interiore dell’artista.
Immagini da L’Arte tra noi , ed.scol. B. Mondadori
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