Discutiamo insieme: “Difendiamo gli animali: -sono anche loro esseri viventi e vanno rispettati -non devono essere maltrattati -non devono essere abbandonati -non sono cavie per esperimenti Spiega, dai la tua opinione e racconta la tua esperienza Ciao, io sono Valentina e vi voglio raccontare alcune cose sugli animali. Io, una volta, ho visto un signore che ha abbandonato un cane, per me gli animali vanno rispettati perché sono esseri viventi come noi, è come se venisse un gigante che ci prende e ci abbandona. Gli animali, poi, non vanno maltrattati perché ti possono anche difendere, perché nella notte possono fare la guardia, perché fanno compagnia alle persone sole e anziane. Gli animali non devono essere usati come cavie per esperimenti perché soffrono e poi possono morire. Io ho avuto tanti animali: un uccellino, una tartaruga e un coniglietto. Ora ho 2 gatti, uno di 5 anni che si chiama Teo ed uno di 7 mesi che si chiama Spolverino. È bello avere animali a casa, perché ci puoi giocare. Sono Claudio e dico che … gli animali sono esseri viventi e vanno rispettati. Gli animali, a volte, vengono maltrattati dai padroni più violenti. Io conosco una signora che ha un cane e lo fa sempre giocare. Addirittura gli ha fatto una stanza con due letti solo per lui. Penso che gli animali non devono essere maltrattati, anche se la circo li maltrattano per far divertire le persone. Secondo me gli animali non devono essere usati come cavie per esperimenti per provare le medicine e altri farmaci. Ho visto in televisione un film dove sperimentavano sugli animali medicine che non erano ancora state sperimentare e quindi, non erano sicure. Alcuni animali per questo sono morti perché sono stati usati come cavie. Nel mondo vengono abbandonati soprattutto i cani, ma anche altri animali. Quando una persona entra in un canile, tutti i cani cominciano ad abbaiare perché sono stati abbandonati e vorrebbero riavere un padrone. Ciao, mi chiamo Matteo e voglio esprimere le mie idee su queste situazioni, in particolare sugli animali che vengono trattati male. D’estate, molte persone, prima di partire per le vacanze, abbandonano gli animali, soprattutto quelli più piccoli; questi cuccioli, se sopravvivono, vengono portati in un canile. Qui, i bambini possono adottarli e portarli nelle loro case. Secondo me, gli animali non devono essere abbandonati per le strade perché altrimenti possono morire. Lo stesso vale anche se vengono usate come cavie per esperimenti. Io penso che chi uccide gli animali è come se uccidesse un piccolo bambino. Sono Davide, per me gli animali non vanno maltrattati perché sono degli esseri viventi come noi, infatti, se noi fossimo al loro posto ci sentiremmo come se nessuno ci filasse,cioè come se nessuno si occupasse di noi. Io vorrei tanto adottare un cucciolo di cane, ma mamma non vuole. A me, gli animali piacciono. Quando vado a casa da mia zia che ha una casa grande e con il giardino, gioco sempre con la sua gatta Molly. E poi quando gli uomini vanno a caccia di foche, di uccelli, di elefanti, … lo fanno solo perché dalle foche ricavano il grasso e la pelle, dagli elefanti ricavano le zanne d’avorio, da altri animali la pelliccia, mentre gli uccelli li cacciano solo per divertimento. Anche gli scienziati fanno degli esperimenti sui topolini, sulle scimmie, … forse è giusto, forse no. Mi chiedo se si può fare senza fargli del male e senza ucciderli. Sono Matteo, io la penso così. Noi gli animali li dobbiamo difendere e rispettare perché sono esseri viventi; non li dobbiamo maltrattare come fanno alcune persone che ad esempio li frustano per farli correre di più alle gare e, soprattutto non devono essere abbandonati. Io in montagna ho visto una persona che ha abbandonato un cane sulla strada. Sugli animali non si fanno esperimenti come fanno certe persone che iniettano con una siringa sostanze sulla pancia: serve per vedere che effetto fa quel liquido. A causa di questo gli animali muoiono. Io ho avuto un cane e un coniglio. È stata una bella esperienza perché giocavo con loro, mi ci divertivo molto poi, però, il coniglio mi è morto e il cane l’ho dato a mio cugino. Mi è dispiaciuto perché a me gli animali piacciono molto e gli voglio bene. Nel mondo ci sono tantissimi animali. Molti di questi animali vengono trattati bene, invece alcuni vengono trattati male. Alcuni animali vengono cacciati dai bracconieri perché hanno delle belle pellicce o anche perché sono buoni da mangiare. Tutti gli animali devono essere rispettati e non devono essere abbandonati come spesso succede. Di questo hanno parlato anche in televisione un po’ di tempo fa, e quei discorsi mi hanno aiutato a capire che gli animali non vanno abbandonati. Un’altra cosa che non si dovrebbe fare con gli animali è usarli per fare esperimenti che possono essere rischiosi per la loro vita. Molte volte queste regole non vengono rispettate e, le persone che non le rispettano, secondo me, dovrebbero essere punite. Se gli animali non vengono maltrattati e vengono trattati male, diventano affettuosi perché ricambiano l’affetto che viene dato a loro. Invece quando vengono disturbati o stuzzicati possono mordere o graffiare e questo, succede spesso. Difendere gli animali, secondo me, significa farli divertire e giocare con loro e non disturbarli o stuzzicarli perché può essere pericoloso. Molti animali belli come il Panda, rischiano l’estinzione e noi dobbiamo aiutarli, convincendo i cacciatori a non ucciderli. Aiutiamo gli animali, anche loro sono esseri viventi e vanno aiutati in ogni modo possibile. Gli animali per me devono essere difesi perché sono anche loro esseri viventi come noi. Non è giusto che vengono maltrattati, perché certe volte credono che non sono esseri viventi. Gli animali devono essere rispettati come gli uomini, ma certi uomini non li rispettano. Per esempio io ho visto tante persone che non li rispettano, gli danno le botte, avrei voluto andare lì e menarli, ma non potevo farlo e, allora ho preso un sasso e glielo ho tirato e, così l’animale è riuscito a scappare. Noi dobbiamo rispettare gli animali e difenderli, soprattutto se sono delle specie in estinzione. Gli animali non devono essere abbandonati, devono essere curati perché altrimenti rischiano di morire, di soffrire. Con gli animali non si devono fare degli esperimenti perché alcuni per questo motivo sono morti. Ricordiamoci sempre che gli animali sono esseri viventi e NON VANNO MALTRATTATI! Sono Ludovico, secondo me, gli animali sono degli esseri viventi e sopportano molte cose, per questo ognuno deve imparare a difendere gli animali perché non valgono né più né meno di noi e devono vivere in libertà come noi. Gli animali non devono essere maltrattati perché in fondo loro non ci danno nessun fastidio, se li lasciamo in libertà non ci chiedono niente. Se una persona ha un animale non lo deve mai abbandonare perché da soli, potrebbero trovarsi in grandi difficoltà. Molte persona quando hanno un animale che gli causa dei problemi lo abbandonano e, secondo me non è giusto. Così come non è giusto la vita brutta e insensata che gli animali fanno nei circhi e quella a cui sono costretti gli animali usati per gli esperimenti. Tutte queste cose dovrebbero essere cambiate, ma l’uomo pur di stare meglio lui fa dei torti agli animali. Quando i ero piccolo, avevo una papera, cercavo di farla stare il meglio possibile, perché visto che l’avevo comprata, avevo anche una piccola responsabilità di farla stare bene. Ma un po’ si vedeva che stava male, perché dentro casa non era il suo ambiente. Anche per questo è giusto lasciare in libertà gli animali. Sono Marco, questo è quello che io penso. Gli animali devono essere rispettati perché anche loro sono esseri viventi. Loro non devono essere maltrattati, perché soffrono e, anche perché sono esseri viventi come noi. Per esempio quando in televisione fanno vedere gli animali che vengono abbandonati, io un po’ mi arrabbio perché non è giusto che vengano lasciati in mezzo alla strada. Un’altra cosa che non mi sta bene è quando alcuni scienziati prendono gli animaletti e ci fanno degli esperimenti; iniettano con una puntura una medicina al di la se l’animale è malato o no. Una volta mentre mi trovavo da mia nonna in campagna e giocavo tranquillo nel giardino vicino casa, sento uno sparo. Sono corso al cancello per vedere che cosa era successo, poi siamo andati da nonna che stava nel pollaio a dar da mangiare alle galline. Lei ci ha detto che erano i cacciatori. Per me gli animali sono belli e noi dobbiamo cercare di non fargli del male. Sono Davide, per me gli animali non devono essere abbandonati, ma devono essere curati dall’uomo. Gli animali non devono essere maltrattati, sono esseri viventi come noi. Per esempio io ho un gatto e ho capito tante cose. Qualsiasi animale: cane, gatto, ecc… non devono abbandonati per le strade, perché poi vengono venduti. essere Gli animali non sono cavie per esperimenti, anche se sono animali devono essere rispettati e curati. Su di loro non devono essere fatti esperimenti perché altrimenti loro muoiono. Sono Cristian, questo è quello che io penso. Gli animali sono belli, generosi e tranquilli. Gli animali non devono essere abbandonati perché sono esseri viventi e vanno rispettati come noi. Noi facciamo una vita, loro ne fanno un’altra, ma sono viventi come noi. Io ho visto e sentito in televisione che certa gente va in vacanza e siccome dove vanno non accettano gli animali, allora li abbandonano. Gli animali sono belli perché se ci giochi, diventano coccolosi e generosi, alcune persone dicono che gli animali sono come “figli”. Mia madre mi ha detto che una sua amica ha un cane, quando abbaia lei lo mena, gli dà i calci e lui si mette subito a cuccia perché ha paura. Per me non è giusto, vorrei chiedere a questa signora se dà i calci anche ai figli quando piangono per qualche cosa. Il mio pensiero è che gli animali vanno rispettati perché, anche loro sono degli esseri viventi come noi. Gli animali sono belli e sono amici dell’uomo e, soprattutto dei bambini. Gli animali vanno rispettati e non vanno maltrattati. Certe volte le persone usano gli animali per fare esperimenti brutti che potrebbero anche ucciderli. Ho visto in televisione che un uomo aveva ucciso due cani senza motivo e altri due che invece si erano salvati. Sono stati fortunati. Secondo me, gli animali non devono essere maltrattai come fanno alcuni che li picchiano con molta forza; rispettarli e trattarli bene, sarebbe una cosa molto bella per loro. Molte persone con gli animali ci fanno esperimenti, altri li abbandonano, altri li maltrattano, … insomma li fanno soffrire e forse anche morire. Ogni giorno nei telegiornali si vedono degli animali che vengono abbandonati dentro ai secchioni della spazzatura, vengono legati a un palo e, poi, il padrone con li viene a riprendere più. Chissà quanta tristezza provano questi animali quando vengono abbandonati; la tristezza deve essere immensa. Anche loro sono esseri viventi e vanno trattati bene. Ci sono alcune persone che maltrattano gli animali o li usano per fare degli esperimenti. Alcune persone invece li uccidono per ricavare loro delle pellicce. Secondo me si può vivere anche senza pellicce, abbiamo già abbastanza cose per vivere! Gli scienziati fanno degli esperimenti sugli animali per trovare nuove cure anche gli gli uomini e, per questo tutto il mondo li ringrazia, ma forse bisogna ringraziare gli animali e non gli scienziati, perché sono gli animali che muoiono per noi. Gli animali sono molto per noi, se loro non ci fossero, le cure delle malattie, le pellicce, la carne da mangiare, … non ci darebbero e, noi saremmo finiti. Evviva gli animali. Un racconto … Inventa un raccontino che ha come protagonista un animale che riesce a salvarsi da… - Cibernik, il chimico che vuole produrre un antipidocchi - Trattamal, un bambino che con la sua fionda colpisce gli animali - Sofia, una cagnetta che torna a casa dopo essere stata abbandonata Il chimico Cibernik vuole sperimentare uno spray antipidocchi e per farlo gli servono gli animali. Un giorno del mese di Aprile decide di andare in un bosco a vedere se riesce a prendere un animale per un esperimento. Mentre cammina nei viottoli e nei sentieri silenziosi e ombrosi, vede un piccolo scoiattolo sul ramo di un albero. Lo scoiattolino sta riposando su un ramo in alto, lì dove la chioma è più folta. Cibernik tira fuori dal suo taschino una polpetta di noci e nocciole al cui interno aveva messo del sonnifero, sale piano piano e la lascia sul ramo. L’animaletto, sentendo l’odore della polpetta e dei frutti di cui è ghiotto, si sveglia e la rosicchia. Al suo risveglio si trova rinchiuso in una gabbia dentro un grande laboratorio. Si gira e si rigira, ma è intrappolato e, vede gli occhi di Cibernik che lo fissano attentamente. L’animaletto si sente intrappolato, cerca di scappare ma non ci riesce. Cibernik intanto è andato a prendere lo spray antipidocchi che aveva preparato. Prende il liquido, lo versa dentro un contenitore con lo spruzzo e … mentre lo scienziato apre la gabbietta per spruzzarlo, lo scoiattolo gli morde la mano, lo spruzzatore cade a terra, la porticina resta aperta e l’animaletto riesce a scappare. Tornato nel bosco, dalla sua famiglia può nuovamente vivere felice e contento. Era una giornata bella e luminosa e Cibernik il chimico pazzo che vive in una piccola casetta lontano dalla città, va per la strada. In mano ha un sacco di tela scura. Lì dentro mette tutti gli animali che trova abbandonati e soli. Quando il sacco è pieno, torna nella sua casa oscura e sporca. Lì nel sotterraneo c’è una stanzetta buia piena di macchine e marchingegni strani: alambicchi, fornelletti, tubi, siringhe, … apre il sacco e sistema tutti gli animali trovati in piccole gabbie. Lavora con i suoi strumenti, macina semi, cuoce olii profumati, mescola polveri e creme, … e così passa tutta la notte. Il giorno successivo cominciò a sperimentare il suo spray antipidocchi. Apre la prima gabbietta e spruzza, passa ad un’altra e, anche lì una nuvola invade il povero animaletto che si trova imprigionato. Solo la gatta Stella e il cucciolo Angelo, un piccolo cagnetto, riescono a sfuggire. Cibernik usa tutti i suoi trucchi per non farli uscire dal laboratorio. Stella e Angelo lo graffiano, abbaiano, miagolano, lo attaccano e sembrano dire: “Te la faremo pagare!” Mentre Angelo morde la mano che tiene lo spruzzatore, Stella va ad aprire le altre gabbie e libera gli altri animali che, riescono a scappare e tornano a vivere felici e contenti. C’era una volta un bambino che stava giocando con un gatto e uno scoiattolo, per sbaglio quel bambino pestò una zampetta ai suoi due compagni di gioco. Il gatto e lo scoiattolo lo graffiarono. Quel bambino li mandò via e decise che, da grande, sarebbe diventato uno scienziato e avrebbe sperimentato sugli animali delle medicine per non farli essere feroci. Quando fu grande staccò un pelo del gatto e uno dello scoiattolo, prese una bottiglietta, la riempì d’acqua , ci mise i due peli e una polvere azzurrina. Dopo alcuni giorni aggiunse l’inchiostro di una penna blu e mise la bottiglietta a cuocere. Mentre stava cuocendo prese una candela, la accese e travasò la cera sciolta nella bottiglia. Lasciò bollire questo composto per una settimana, alla fine prese il liquido azzurro che era rimasto e lo mise nello spruzzatore. Uscì di casa e cominciò a spruzzare tutti gli animali che incontrava. I padroni dei cani e dei gatti vedendo quello che stava facendo lo denunciarono alla polizia che lo arrestò e, così gli animali poterono tornare a vivere tranquilli. Anche il gatto e lo scoiattolo di Cibernik, da quel giorno vissero più felici perché non temevano più il loro padrone. Il chimico Cibernik vive nel suo laboratorio a 32 metri sotto terra, si è costruito là un laboratorio segreto. In questo laboratorio pieno chi meccanismi, pentoloni e bottigliette di vetro, sta sperimentando uno spray antipidocchi da vendere a tutto il mondo per diventare ricco e famoso. La pubblicità di questo spray sarà: “No ai pidocchi! Sì allo spray” Prima di venderlo però deve sperimentarlo su alcuni animali, sa questo è illegale e, per questo lo fa di nascosto, in segreto. Inizia a cercare per tutta la città piccoli animali abbandonati, chiede a persone che conosce se vogliono lasciare per qualche ora con lui i loro cuccioli, … insomma trova molte occasioni per poter sperimentare la sua invenzione. Un giorno però, uno degli animaletti che era riuscito a catturare è più furbo di altri, capisce che in quel luogo buio dove era stato portato c’era qualcosa che non andava e così inizia a correre in tutte le direzioni, a saltare sui tavoloni, a rovesciare a terra tutto quello che trova, anche lo spruzzatore che si rompe in mille pezzi e il liquido non può più essere utilizzato. Così facendo trova una via d’uscita: il condotto dell’aria. Per quella volta l’esperimento non è riuscito e Cibernik non può vendere il suo prodotto. C’era una volta, uno scienziato di nome Cibernik che voleva sperimentare uno spray antipidocchi, ma no aveva a disposizione nessun animale. Sapeva che in città c’erano due cani randagi che tutti chiamavano Cip e Khop, ma non sapeva dove si nascondevano. Decise di andarli a cercare. Portò con sé delle polpette di carne condite con del sonnifero. Girò per tutta la città, attraversò tutte le strade, i vicoli, passò sotto ai ponti e vicino alla ferrovia, giunse quasi vicino al fiume, ma dei due cani nessuna traccia. Sconsolato si fermò, si sedette e stanco per la lunga camminata si addormentò. Le polpette caddero a terra. Passarono di lì i due cani, sentirono l’odore della carne e mangiarono le polpette. Anche loro si addormentarono. Verso sera Cibernik si risvegliò e, non credette ai suoi occhi quando vide, vicino a lui, addormentati proprio i due cani che tanto aveva cercato. Li mise nel grande sacco che aveva con sé e, contento, tornò nel suo laboratorio. Cominciò a preparare tutto l’occorrente per fare l’esperimento, il tempo passava e i cani, cominciarono a risvegliarsi. Sentendosi prigionieri cominciarono a correre e a far cadere tutti gli oggetti di Cibernik. Lui allora prese il suo spruzzatore e cominciò a spruzzare. I cagnolini correvano e lui spruzzava, correvano di qua e di là fino a che riuscirono a scappare, mentre Cibernik si ritrovò tutta la stanza invasa dalla spray. C’era una volta uno scienziato un po’ pazzerello di nome Cibernik. Questo chimico, nel suo laboratorio, faceva tanti esperimenti che voleva provare sugli animali, per vedere che effetto facevano. Questa volta aveva deciso di sperimentare uno spray antipidocchi. Ma per farlo gli serviva un animale, lo doveva catturare e, aveva pensato a tutto. Tutto andò per il meglio, il suo piano aveva funzionato ed era riuscito a catturare un bellissimo cane dalla pelliccia bianca come la neve. Cibernik voleva diventare ricco e famoso per i suoi esperimenti, ma ancora non era né ricco, né famoso. Questa volta era sicuro che tutto sarebbe andato al meglio e che lo spray antipidocchi gli avrebbe dato la celebrità. Il cane che aveva catturato si chiamava Spike, era un cane intelligente e sembrava quasi avesse capito che stava succedendo qualcosa di poco piacevole, l’espressione del suo muso era preoccupata e seria. Cibernik invece era allegro perché finalmente poteva realizzare il suo sogno. Impaziente come era, iniziò subito l’esperimento, prese il suo spray e si avvicinò a Spike. Fece finta di coccolarlo, lo abbracciò, lo stava per prendere in braccio quando Spike con un balzò schizzò via e, Cibernik che era già pronto per spruzzare si spruzzò lo spray in faccia. Spike scappò. Cibernik si ammalò, quando guarì capì che non doveva sperimentare più sugli animali perché poteva mettere a rischio la loro vita, così come era successo a lui. Trattamal era un piccolo bambino di sette anni che con la sua fionda colpisce gli animali dei suoi amici e quelli che passano per la strada: randagi e abbandonati. Lui desiderava un animale non per coccolarlo ma per colpirlo con la fionda e maltrattarlo. Il giorno del suo ottavo compleanno ricevette in regalo dai suoi genitori Sofia, una cagnetta grigia dal musetto dolce. Trattamal come la vide la prese a calci, la fece allontanare da lui e corse a prendere la sua arma: la fionda. Sofia capì che in quella casa non poteva vivere e dopo alcuni giorni scappò. La piccola cagnetta incontrò tanti animali anche più grandi di lei che, per mangiare dovevano cercare dentro i cassonetti gli avanzi dei pranzi e delle cene. Si sentiva sola e per questo decise di tornare nella casa del suo pestifero padroncino. Trattamal, quando la vide tornare la prese subito a calci, ma Sofia questa volta reagì, gli saltò addosso e lo morse. Trattamal cominciò a piangere e ad urlare arrivarono i suoi genitori che vedendo quello che era accaduto dissero: “Forse hai capito, se non vuoi essere trattato male dalla tua cucciola, non la devi trattare male neanche tu”. Da quel giorno il bambino non usò più la sua fionda e giocò sempre con la sua cagnetta. Tanto tempo fa c’era un bambino molto cattivo, talmente cattivo che gli altri bambini, solo se lo vedevano scappavano. Lui era Trattamal, il bambino più cattivo del paese. Lui girava tra il bosco del paese sempre con la fionda in una tasca e i sassi nell’altra perché aveva il vizio di colpire tutti gli animali che vedeva. Si alzava la mattina presto, usciva di casa per andare nel bosco a ferire gli animali. I suoi genitori erano disperati. Trattamal non andava mai a scuola e, quando riuscivano ad accompagnarlo si faceva mettere in punizione per andare via. Insomma, era un monello che si divertiva ad andare in giro per il bosco a lanciare sassi sugli animali. Ma un giorno Trattamal era già uscito dal bosco, stava tornando verso casa, era quasi sera e, sul viottolo vide un muro di animali che gli sbarravano la strada. Cercò di urlare ma la voce non gli usciva. Provò a prendere la fionda e i sassi, ma le sue braccia sembrano non muoversi, … era terrorizzato e immobilizzato dalla paura. Poi però riuscì ad urlare. L’urlo rimbalzò per tutto il paese e gli animali scapparono via. Trattamal il giorno dopo non andò nel bosco, la paura gli era servita da lezione. Andò a scuola, studiò e divenuto grande divenne un animalista che difendeva i diritti di tutti gli animali contro le violenze e gli abbandoni. Trattamal era un bambino un po’ cattivo, aveva una fionda e con questa colpiva tutti gli animali che incontrava. Lui desiderava possedere un cane, ma poi lo maltrattava. A lui piaceva picchiare gli animali soprattutto con la fionda perché si divertiva. Un giorno conosce una cagnetta di nome Sofia che era sempre triste e solitaria. La colpisce, lei scappa e si nasconde. Il giorno successivo la rivede, lui la colpisce una, due, tre … cinque volte, la cagnetta non scappa, uno dei sassi l’ha colpita alla testa, vicino l’occhio e esce molto sangue. Trattamal non ride, si avvicina alla cagnetta, usa il suo fazzoletto bagnato per pulire il sangue, ma non ci riesce e allora decide di portarla dal veterinario. Prende in braccio la cagnetta e lascia per terra la fionda e i sassi. La cagnetta è salva. Trattamal porta Sofia a casa sua, la abbraccia, la coccola e capisce che non deve più far male agli animali. Trattamal è un bambino che con la sua fionda colpisce tutti gli animali. Ogni giorno con la fionda nascosta sotto il maglione Trattamal va in garage e prende ghiande e sassi. Si reca nel bosco e colpisce gli animali, a volte però, sbaglia la mira. Un giorno gli animali vollero ribellarsi, alcuni di loro si misero dietro ad un grande cespuglio e appena videro arrivare Trattamal uscirono fuori tutti insieme. Per lo spavento il bambino cadde a terra. Per quel giorno gli animaletti si salvarono, Trattamal tornò a casa piangendo per il dolore e per la puntura delle spine su cui era caduto, ma capì che non era giusto quello che faceva e così non andò più nel bosco e iniziò a rispettare gli animali. Trattamal è un piccolo bambino che con la sua fionda colpisce soprattutto gli elefanti. Lui vuole colpire gli animali per bellezza, perché gli piace che loro soffrano. Una giorno Trattamal andò nella foresta, si incamminò, dopo un po’ vide un elefante e lo colpì. L’elefante cadde a terra svenuto. Il giorno dopo il bambino si svegliò presto e tornò nella foresta. Per primo vide l’elefante che aveva colpito il giorno prima, l’elefante lo riconobbe e lo rincorse infuriato. Trattamal scappò impaurito. Da quel giorno il bambino nonmaltrattò più gli animali e non mise più piede nella foresta. Trattamal era un bambino che con la sua fionda colpiva tutti gli animali che passavano sotto casa sua. Viveva in una casa vicino ad un boschetto, era un posto tranquillo, ma non per ipoveri animali che l’abitavano. Un giorno due piccoli scoiattoli erano scesi dall’albero dove avevano la loro tana e furono colpiti da una valanga di sassi. Passò un cane, anche lui venne colpito da sassi, poi un gatto e anche un topo, tutti ebbero lo stesso trattamento. Gli animali allora, stufi di questi maltrattamenti che ogni giorno dovevano subire si riunirono per decidere come difendersi e soprattutto come vendicarsi di quel bambino che ogni giorno gli faceva del male. Insieme decisero di organizzare un piano: mentre il bambino dormiva, uno di loro doveva andargli a prendere la fionda e così quando si svegliava non l’aveva più e poi avrebbero loro tirato i sassi al bambino per fargli capire cosa si prova, il dolore e la sofferenza. Così fecero. Lo scoiattolino agile e snello riuscì a prendere la fionda, il topo la teneva, il gatto allungava l’elastico con il sasso e, quando Trattamal entrò nel bosco … tirarono. Trattamal sentì molto dolore, capì e non lo fece più. Aveva imparato la lezione. Un giorno Trattamal ha incontrato un piccolo leone, è deciso di portarselo a casa per frustarlo, ma lui non sapeva che cosa faceva. Il leone era disperato, era piccolo e voleva tornare dalla mamma, aveva fame perché Trattamal pensava che gli animali non avessero bisogno né di cibo né di acqua. Erano passati un po’ di giorni da quando il leone era stato preso e portato a casa, e da quel giorno non aveva ricevuto più cibo, solo frustate. Trattamal stava mangiando una bistecca e fu allora che, il leone gli saltò addosso e gli rubò la carne. Il bambino allora tutto arrabbiato andò nella sua camera e tirò fuori la fionda e cominciò a colpire il leone che però, nel frattempo, approfittando del fatto che era stata lasciata aperta una porta, riuscì a fuggire. Solo alcuni sassi riuscirono a raggiungerlo, ma oramai era in salvo e, correndo nel bosco ritrovò anche la sua vera mamma che, per la gioia gli leccò le ferite. Trattamal è un bambino molto cattivo che colpisce tutti gli animali, è cicciotto, porta sempre vestiti scozzesi, ha gli occhi celesti, indossa sempre un paio di scarpe da ginnastica rosse e arancioni e ha i capelli pettinati a onda, Trattamal un giorno decise di andare nella foresta a fare un safari lunghissimo. Mentre andava e si incamminava nella foresta preparava la sua arma segreta: la fionda e i sassi. Vide una scimmietta, prese la mira, tirò e la colpì. Dobby la scimmietta si ferì, tornò alla sua tana dove il padre le chiese cosa aveva fatto. La scimmietta rispose che un bambino l’aveva colpita con un sasso. Il giorno dopo la scimmietta e il padre andarono lì dove era Trattamal e cominciarono a lanciare sassi contro il bambino. Trattamal sentì il dolore, soffrì e capì che era meglio lasciar stare gli animali. Ancora adesso il giovane non fa più del male a nessun animale. Una notte di pioggia e di vento vidi una piccola cagnolina abbandonata proprio vicino ad un secchio della spazzatura. Mi avvicinai alla cagnolina e vidi che era tutta bagnata dalla pioggia. La presi subito in braccio e la portai al sicuro a casa mia. Le misi addosso una coperta di lana e aspettai che si addormentasse. Avevo sonno, mi misi accanto a lei e mi addormentai. La mattina dopo mi svegliai e accanto a me c’era solo la coperta di lana. La cercai dappertutto, girai per tutte le stanze, guardai sotto il letto e sotto i mobili, sul divano e sotto i cuscini, di lei non c’era traccia. Poi vidi la finestra della cucina aperta, mamma che stava annaffiando i fiori l’aveva lasciata così spalancata che sicuramente lei era uscita e da lì andata via, … ma dove? Dopo qualche giorno la vidi, era in braccio ad una signora. Andai vicino chiesi alla signora dove l’aveva trovata e lei mi raccontò che era la sua, che un giorno si era persa ma che poi era ritornata a casa. Chiesi come si chiamava, mi disse: Sofia, si chiama Sofia. Io ringrazia la signora e salutai Sofia. Sofia è una cagnolina lasciata sull’autostrada. “Una macchina rallenta, si ferma, lascia sull’asfalto un piccolo fagotto color champagne, poi riparte a tutta velocità.” Questa è la pubblicità che spesso si vede in televisione all’avvicinarsi dell’estate, questo è quello che io ho visto quel giorno, mentre con mamma e papà stavamo andando al paese a trovare i nonni. La macchina era ripartita, la cagnetta prova a seguirla ma non ci riesce perché la macchina va troppo veloce. Si ferma, prova ad abbaiare, ma nessuno la poteva ascoltare. Solo io. Ero lì vicino. Giocavo nel giardino della mia villetta poco distante dal raccordo. Chiamai mamma e, insieme cercammo di chiamarla, farla venire verso di noi, per accoglierla e consolarla. Non sapevamo il suo nome, la chiamammo Sofia. Rimase con noi, giocava, si divertiva, ma era sempre triste. Quando andavamo al centro lei si guardava sempre intorno come se cercasse qualcosa, annusava alla ricerca di un odore conosciuto. Poi un giorno passando davanti ad una gelateria cominciò ad abbaiare, a scodinzolare dalla gioia, corse verso u n bambino. Lui si girò, la riconobbe e lei gli saltò tra le braccia facendogli cadere il gelato. Il bambino mi guardò, poi guardò i suoi genitori. Anche lui era contento e così decise di non lasciarla più. Io ero rimasta sola, salutai Sofia mentre una lacrima mi scendeva sulla guancia. Era una bellissima giornata e in televisione ho visto lo spot sull’abbandono degli animali. “Molte persone prima di partire per le vacanze abbandonano gli animali”, questo era quello che una voce diceva mentre le immagini facevano vedere un cagnolino che veniva fatto scendere da una macchina che poi riparte a tutta velocità. … mi ricordo quella volta che vidi Sofia, una cagnolina molto carina e simpatica. Sofia camminava triste tra la strada e il marciapiede, le macchine quando passavano la bagnavano tutta con l’acqua delle pozzanghere. Ma lei non protestava, era molto forte e continuava a camminare, non si arrendeva. Ogni tanto si fermava, pareva che si guardasse intorno per vedere dove era arrivata. Forse era alla ricerca di qualcosa. La notte la trascorreva vicino ai cassonetti, lì si sentiva riparata, protetta e poi poteva anche trovare qualcosa da mangiare. La mattina ricominciava a camminare, alla ricerca di … Girò per giorni e giorni, tutti ormai si erano accorti di questa cagnolina, tutti si chiedevano: “Di chi sarà?”. Un giorno la vidi davanti al cancello della scuola, seduta sulla zampe di dietro, il musetto dritto che sembrava guardare in faccia tutti i bambini che uscivano. Poi abbaiò, sembrava chiamare qualcuno. Un bambino le si avvicinò, la accarezzò e la prese in braccio. Corse dalla mamma e disse: “Mamma, Sofia è tornata!”… Ma non sempre le storie di cani abbandonati sono come quelle di Sofia. Molti animali muoiono sulle strade. Era abbandonata in mezzo ad una strada … Una cagnetta corre, cammina, si ferma a riposarsi, poi ricomincia a correre, vuole tornare a casa. Ogni tanto si ferma ad annusare, cerca di ricordare il profumo dei suoi padroni. Poi finalmente si ferma sotto una finestra e comincia ad abbaiare. Dalla finestra del terzo piano un signore si affaccia, ma richiude la finestra. Lei abbaia ancora, una bambina scende, l’accarezza, la coccola. La cagnetta sembra felice, scodinzola, si rotola … Una voce richiama la bambina che, si allontana dalla cagnetta. L’animaletto torna triste, la segue, ma la porta della palazzina si chiude e lei resta ancora fuori. Rimase lì tutta la notte in attesa. La mattina presto una signora scende, la guarda dai vetri del portone, anche la cagnetta la guarda, poi si vede il portone che si apre, e una voce che dice: … “ e va bene, torna a casa!”