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Premessa
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La lavorazione del legno ha origini antichissime. In Valle d'Aosta così come in
Alto Adige, ma come anche in altre località soprattutto montane, la lavorazione
del legno è sempre stata un'attività artigianale fra le più importanti. In
particolare, questa forma di artigianato è una vera e propria arte decorativa
che si esprime attraverso una serie praticamente infinita di motivi. L'uso della
punta del coltello deriva proprio dall'origine pastorale di quest'arte che era
praticata da pastori e contadini con l'unico mezzo semplice, economico e
praticamente in possesso di tutti: il proprio coltello. A questa si affianca in
modo più evoluto la scultura, sia essa a bassorilievo che a tutto tondo. In
particolare, diciamo che l'intaglio a punta di coltello può essere visto come un
entry point della scultura in quanto è più abbordabile, anche perché si basa
sostanzialmente su decori piani. Non per questo comunque dobbiamo
considerarlo come una forma artistica minore, infatti, con la pratica e
l'esperienza si ottengono lavori decisamente pregevoli. L'intaglio
sostanzialmente posa le sue fondamenta su una forma molto semplice che è il
triangolo. L'utilizzo di questa semplice forma può dare vita a figure più
complesse e notevoli. L'introduzione con l'esperienza di nuove figure basate
sempre sulla forma del triangolo, ma con lati arrotondati, può dare vita a
disegni sempre più complessi ed armoniosi. Oggi per praticare questa forma
d'arte non si ricorre più al semplice coltello da pastore, ma sono in commercio
coltelli specifici, di varie forme e dimensioni, che agevolano il compito
dell'intagliatore
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Impugnatura
Affilatura
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I coltelli da intaglio esistono di varie marche e forme. Personalmente uso quelli
della ditta N.Codega di Premana (LC) (www.codega.it) ma anche i coltelli di
Stubai (Austria). Le foto si riferiscono a quelli di Codega.
La tabella che segue riporta la numerazione dei coltelli Codega per tipo di lama. Il
consiglio è di procurarsi almeno il numero ‘5’, il ‘7’ ed il ‘b’. Ovviamente il meglio
è possedere la serie completa.
Impugnatura
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Il coltello si impugna prevalentemente tra il pollice e l'indice (fig.1), anche se
qualcuno preferisce utilizzare il pugno chiuso (fig.2).
Personalmente uso l’impugnatura di fig.1 anche perché il pollice viene usato come
punto d’appoggio e mi da maggiore precisione.
Fig.1
Fig.2
Affilatura
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La parte terminale dei ferri da taglio ha uno smusso che viene chiamato bisello,
che penetra nel legno separandone le fibre. Il filo può essere a tagliente
interno, esterno o a due taglienti, e l’angolo di sfoglia, che determina la
lunghezza del bisello, può andare da 20° a 30°. E’ evidente che tanto più
l’angolo di sfoglia è acuto, quanto più la lama taglia e penetra facilmente, ma
il suo filo è fragile, mentre in caso contrario ha più resistenza al taglio ma
una durata superiore.
I Parametri che condizionano l’angolo di taglio sono:
1.
Il materiale che stiamo lavorando, più acuto per legni teneri e più aperto per
legni duri.
2.
La qualità e la durezza della lama che stiamo usando
3.
Il tipo di pressione a cui sottoponiamo l’attrezzo, più acuto per strumenti
come i coltelli da intaglio, più largo per le sgorbie usate a mazzuolo.
4.
La forza con cui siamo soliti lavorare.
Si può paragonare la lunghezza del bisello alla mina di una matita che ognuno
sceglie in base alla maggiore o minore leggerezza del tratto, della carta e
così via.
Affilatura
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Affilatura con mola ad acqua
Le affilatrici più comuni sono quelle con
mola verticale, raffreddate ad acqua.
L’affilatura viene eseguita posando lo
smusso sulla pietra ed esercitando una
pressione costante. I coltelli si
muovono lateralmente nei due sensi,
per correggere le leggere imperfezioni
della superficie della pietra.
Le affilatrici di questo tipo hanno di solito
da un lato la pietra con una velocità di
rotazione ridotta, dall’altro un
supporto a velocità normale, su cui
possiamo inserire dei dischi di tela che
possiamo usare, leggermente
impregnati di pasta abrasiva, per
togliere la sbavatura lasciata dalla
mola e lucidare l’acciaio ……
Affilatura
Strumenti
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…… Gli utensili vanno posati sulla tela con la stessa angolazione con cui sono stati
posati sulla pietra, su entrambi i lati, e girati più volte finchè la sbavatura sia
stata completamente eliminata e il filo diventi così fine che, se passiamo
delicatamente il pollice sul ferro, si senta mordere il rilievo dell’impronta
digitale. E’ questa, per certi versi la parte più pericolosa dell’affilatura, occorre
tenere sempre ben presente il senso di rotazione della tela, perché se
posiamo il ferro correttamente non corriamo alcun rischio, ma se lo
posizioniamo nel senso inverso rispetto a quello della rotazione, la tela
potrebbe pizzicare l’utensile e lanciarcelo addosso.
Pietre ad acqua e ad olio
Le pietre per affilare limano il metallo della lama dando al tagliente la forma voluta
ed il filo. Possono essere a taglio grosso, medio o fine. Quest’ultime
consentono una migliore affilatura. Possono essere di forme diverse ed essere
ad acqua o a olio. Le pietre ad acqua (la più fine è quella dell’Arkansas) si
bagnano con acqua o petrolio. Le pietre ad olio, di qualità pari a quelle ad
acqua ma di durata superiore, non devono mai essere usate asciutte, perché
si otturano i pori, e vanno lubrificate con olio da macchina raffinato o
paraffina. Per finire l’affilatura si passa l’utensile su una striscia di cuoio,
detta coramella, trattata con il rosso da gioiellieri o polvere di crocus e sego,
che può essere incollata sul legno.
Affilatura
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Errori di affilatura
Gli errori più frequenti sono determinati o dall’uso improprio delle pietre o da incertezze ed
oscillazioni dovute a paura di sbagliare. Tra i più comuni difetti possiamo citare: la forma
del bisello concava o convessa, la smussatura non lineare ed uniforme (taglio a
diamante) ed infine l’affilatura che non raggiunge il limite estremo del tagliente e quindi
non modifica la situazione precedente.
Per essere certi di non cadere in
quest’ultimo errore accertiamoci
che il ferro presenti nella parte
terminale una peluria, o sbavatura,
indizio che ci dimostra che
l’operazione è stata ultimata
Affilatura
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Verifica dell’affilatura
Si può verificare l’affilatura di un attrezzo lavorando a mano in varie situazioni di
vena. L’utensile ben affilato penetra con facilità nel legno senza sbrecciare o
rompere le fibre ma lasciando un taglio lucido e brillante.
Al contrario una lama ha bisogno di essere affilata quando il taglio è opaco,
ruvido, con striature e righe.
Manuali
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Per chi si avvicina all'intaglio in completa autonomia,
consiglio l'acquisto di uno dei seguenti libri:
Manuale di INTAGLIO SU LEGNO a punta di coltello
Scuola Valdostana - Quinto Carmonini e Giovanni
Verducci - Priuli e Verlucca Editori (fig.1).
Manuale di INTAGLIO DECORATIVO - Giuseppe Binel e
Maria Luisa Pierobon - Priuli e Verlucca Editori (fig.2).
Fig.1
Fig.2
Alcune delle immagini e parte dei testi utilizzati in questo corso sono prese da
questi manuali, ai quali rimando tutti gli interessati per una migliore e più
dettagliata spiegazione. Si possono acquistare tramite internet all'indirizzo
http://www.priulieverlucca.it/Statici/HomePage/DefaultSWF.asp
Legno
Tiglio – E’ un albero di essenza tenera, della famiglia delle
latifoglie. Il legno è di color bianco sfumato di rosa, tenero, a
fibra omogenea e sottile. E’ il legno che utilizziamo per il
corso di intaglio.
Cirmolo (Pino Cembro) – E’ un albero di essenza tenera,
che appartiene alla famiglia delle resinose. Ha il legno molto
compatto, senza venature. E' usato soprattutto per lavori di
tornio e di intaglio.Ottimo per essere intagliato, ha la
particolarità di poter essere lavorato anche sui nodi, che
reggono benissimo l’intaglio.
Cedro –Appartiene alla famiglia delle resinose. Ha tronco
molto alto. Il legno è rossiccio, facilmente fendibile. Presenta
caratteristiche simili a quelle del cirmolo
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Legno
Ciliegio – E’ un legno di essenza forte, famiglia delle
latifoglie. Il legno è arancione o rosso bruno con venature,
molto duro e compatto, con fibre regolari. Tende però a
deformarsi e a fendersi. Stupendo per l’intaglio.
Noce – E’ un legno di essenza forte, semiduro, della famiglia
delle latifoglie. Il colore è marrone. Può essere chiaro se
l'albero è giovane, scuro se è vecchio. Ha delle belle venature
più scure. Il legno ha fibra compatta, è duro, elastico,
pesante. Resiste poco agli insetti e agli agenti atmosferici. E'
adatto a essere intagliato.
Acero – L'acero è un legno di essenza forte, famiglia delle
latifoglie. Il legno è di colore chiaro, giallo rosato, con
venature. E' duro, a fibra molto compatta. La superficie è
lucida e setosa. Intagliarlo è una sfida che però lascia sempre
una buona soddisfazione a che riesce nell’impresa.
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Prerequisiti
Taglio
Lezione 1
Lezione 2
Lezione 3
Lezione 4
Lezione 5
Lezione 6
Conclusione
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Prerequisiti
Menu Lezioni
Cosa serve – Innanzi tutto, il coltello da intaglio (il numero 5 di Codega va
benissimo per iniziare). Poi occorre una matita di legno numero HB, un compasso
con la mina HB, due squadre ed una gomma da matita morbida.
Infine, occorrono tre blocchetti di legno di tiglio 12 cm x 10 cm, con uno
spessore di almeno 2 cm. I blocchetti verranno utilizzati su entrambi i lati per cui
al di sotto dei 2 cm si rischia di passare da parte a parte.
Taglio
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Come si eseguono i tagli – I tagli nel legno vanno eseguiti tenendo il coltello
inclinato di 45 gradi. La punta penetra nel legno e il coltello viene tirato verso di
se tenendolo fermo a 45° e facendo attenzione a non cambiare la linea di taglio.
Evitate torsioni alla lama che essendo in acciaio tende a spezzarsi, soprattutto la
punta che è ovviamente la parte fondamentale del coltello.
Taglio
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Ordine dei tagli – I tagli hanno un ordine ben preciso dettato da poche semplici regole che
vanno però applicate con precisione.
1 – Il primo taglio va fatto il più trasversale possibile al senso della vena.
2 – l’ultimo taglio è quello nel senso della vena.
3 – Se tagliamo qualcosa di fianco ad un intaglio già fatto, il primo taglio è quello adiacente al
buco, anche se nel verso della vena, poi tornano le regole precedenti.
Di seguito un esempio basato sulla prima lezione.
Supponendo di partire da A i tagli sono 1° 2° 3°,
poi ci si sposta in B ed eseguiamo 4° 5° 6°. In
questo caso la diagonale (4°) viene prima di 5°
perché a fianco c’è già un triangolo intagliato.
Se decidiamo poi di andare verso destra C i tagli
sono 7° 8° 9°. Anche in questo caso il taglio nel
senso della vena che dovrebbe essere l’ultimo, è il
primo in quanto di fianco ha un triangolo già
intagliato.
Importante – Tagliare seguendo un ordine
continuo e non saltando di qua e di la. Questo
evita di trovarsi ad esempio triangoli
completamente intagliati tutto intorno.
Lezione 1
Taglio
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Preso un blocchetto di legno, si disegna al suo interno un rettangolo di 10x8 cm ad un
centimetro quindi dal bordo. All'interno di questo, ad un altro centimetro di distanza, si
disegna un secondo rettangolo di 8x6 cm. Ora si divide la cornice così ottenuta in quadrati del
lato di 1cm e successivamente ogni quadrato viene diviso in due da una diagonale (fig.1). Si
formano così una serie di triangoli (due per ogni quadratino). Questi sono appunto le parti
che dovranno essere tagliate, utilizzando il coltello con una inclinazione di 45°, otterremo così
un taglio a forma di piramide rovesciata (fig.2 e 3). Ricordatevi però quando tagliate che il
primo taglio va fatto trasversalmente alla vena del legno e per ultimo quello nel verso della
vena. Quando poi andremo a tagliare vicino ad un taglio già fatto, il primo taglio dovrà essere
quello che confina con il buco (anche se nel senso della vena) e poi via via gli altri secondo i
criteri di cui al paragrafo “Taglio”.
Fig.3
Fig.2
Fig.1
Lezione 2
Taglio
Menu Lezioni
Giriamo ora il nostro blocchetto e sul retro ridisegnamo la stessa cornice che
avevamo fatto prima, ma questa volta dividiamo i quadrati in quattro parti con
entrambe le diagonali (fig.1). Ora in nostri triangoli sono 4 per ogni quadrato e
sono quindi più piccoli (fig.2 e 3). Le differenze fra la lezione 1 e la 2 sono che i
triangoli sono più piccoli e che almeno un triangolo per quadratino, quando lo
andiamo ad intagliare, ha due buchi a fianco e quindi le regole del taglio vanno
sommate (buco + trasversalità vena).
Fig.3
Fig.2
Fig.1
Lezione 3
Taglio
Menu Lezioni
Prendiamo un nuovo blocchetto e ridisegnamo tutto come la lezione 2, solo che
ora affronteremo un taglio a quadrato, ossia asportiamo l'intero quadratino
(quindi quattro tagli) (fig.1). Le regole da rispettare sono sempre le stesse ma
prima di fare i tagli a 45°, tagliamo perpendicolarmente (90°) le diagonali del
quadrato (fig.2).
Fig.2
Fig.1
Lezione 4
Taglio
Menu Lezioni
Giriamo di nuovo il blocchetto e passiamo a qualcosa di più complesso, i tagli rotondi. Per
fare questo disegnamo le "palmette". Tracciamo il solito rettangolo di 10x8 cm e dividiamolo
in due perpendicolarmente. Poi sui lati più lunghi facciamo delle tacche (9) ad 1 cm una
dall'altra. Con il compasso con apertura dallo spigolo inferiore sinistro fino al centro,
tracciamo un arco che arriverà dal centro al terzo cm sul lato. Puntando sul cm successivo
possiamo fare tutti gli archi come da fig.1. I due più bassi si possono fare o a mano o con un
curvilinee. Per la parte destra l'operazione è la stessa. infine tracciamo due linee dal centro
superiore con ampiezza di 45° fino a toccare l'arco più alto. Passiamo quindi a tagliare
ricordandoci, così come per la lezione 3 di tagliare perpendicolarmente nel centro ogni foglia
di palmetta (fig.2 e 3). Come potete notare (fig.2), anche se sono curvi, sempre di triangoli si
tratta. Per i quattro triangoli superiori si opera come nella lezione 1.
Fig.2
Fig.1
Fig.3
Lezione 5
Taglio
Menu Lezioni
Prendiamo a questo punto il nostro 3° ed ultimo blocchetto di tiglio e passiamo al nostro
primo "rosone“. Si tratta di un rosone a ruota (fig.1). Troviamo il centro del blocchetto (è
sufficiente disegnare le due diagonali) e puntando il compasso con apertura di 4 cm,
disegnamo un cerchio.
Tracciare le linee AC e DB perpendicolari tra loro passanti per il centro. Ricercare con un
compasso i punti E corrispontenti a metà degli archi AB, BC, CD, DA ottenendo così 8 archi
minori. Fissare ulteriormente la metà degli otto archi costruiti indicandola con F. Con
apertura del compasso AO, facendo perno sui punti F ed E, tracciare le linne curve dalla
circonferenza al centro O. Alleggeriamo poi la parte esterna, troviamo i punti H con apertura
del compasso a piacere e uniamo i punti H con i vari punti indicati dall'intersecarsi delle curve
con il cerchio. Tagliamo ora i vari triangoli tenendo presente che quelli interni sono come le
palmette della lezione 4 e che quelli esterni sono i soliti triangoli della lezione 1 (fig.2 e 3)
Fig.2
Fig.1
Fig.3
Lezione 6
Taglio
Menu Lezioni
Giriamo di nuovo il blocchetto e passiamo all'ultimo esercizio. Partire sempre come per la
lezione 5 disegnando un cerchio. Ora, con la stessa apertura puntiamo in un punto qualsiasi
del cerchio e disegnamo un arco interno al cerchio. Puntiamo poi nei punti individuati
dall'intersecazione dell'arco con il cerchio e ripetiamo l'operazione (tot. 6 volte). Abbiamo ora
ottenuto un cerchio con sei petali (fig.1). Ora per disegnare i petali esterni, disegnamo degli
archi esterni al cerchio da ognuno dei sei punti di prima e troviamo i sei punti esterni dove
questi si intersecano. Puntando in quei punti poi tracciamo degli archi all'interno del cerchio e
otteniamo altri sei petali (fig.2).
Fig.1
Fig.2
Lezione 6
Taglio
Menu Lezioni
A questo punto il disegno è completo (fig.1). Passiamo ora a tagliare tenendo presente
questa volta che i petali non sono più triangoli ma hanno solo due lati, per cui comunque,
come per le palmette, andremo prima a tagliare perpendicolarmente la retta che unisce i due
vertici del petalo e poi 45° i lati dl petalo. Per i triangoli interni invece si procede ancora una
volta come da esercizio nr.1, attenzione solo al fatto che qui tutti i lati sono curvi (fig.2 e 3).
Attenzione, per tagliare i rosoni, ma in generale è buona norma per qualsiasi figura
complessa, partire sempre dal centro e spostarsi verso l'esterno. In questo modo
riusciamo ad avere del margine per correggere eventuali tagli che hanno sbordato
dal disegno
Fig.2
Fig.1
Fig.3
Conclusione
Menu Lezioni
Quello che vi è stato proposto in queste pagine è un sunto di quanto viene
effettivamente proposto ai principianti in un corso di intaglio. Chiaramente tutto
questo va integrato con esercizi successivi che mettono in pratica quanto appreso
su figure più complesse e di maggior impatto artistico. Inoltre questo che vi è
stato proposto non si pone come un vero è proprio corso ma piuttosto come un
tentativo di dare un'idea di ciò che un aspirante intagliatore deve affrontare. A tal
fine ricordo che è sempre meglio affidarsi ad una scuola di intaglio o ad un
maestro di intaglio. Questo perchè la tecnica oltre che spiegata o letta deve
essere supportata da esempi e da correzioni. E poi ci sono tutti gli aspetti legati ai
tipi di legno utilizzati e alla trattazione dei pezzi ultimati che trovano riscontri
effettivi solo all'atto pratico.
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Presentazione di PowerPoint