EDITH STEIN SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE VERGINE E MARTIRE ebrea di nascita-convertita al cattolicesimo-filosofa-carmelitana-martire Compatrona d'Europa (1891-1942) A V A N Z A M E N T O M A N U A L E 1891. EDITH nasce a Breslavia, allora in Germania, undicesima e ultima figlia di una coppia di sposi ebrei. Breslavia (attualmente è la città polacca di Wroclav) A due anni rimane orfana di padre . La numerosa famiglia viene guidata con saggezza e forza dalla madre, donna profondamente religiosa e tenacemente attaccata alla propria tradizione ebraica. Verso i quindici anni abbandona la fede in cui è stata educata … Tutta la sua adolescenza si protende nel culto verso la verità come sviluppo della conoscenza, e verso la difesa della dignità della donna. 1910: è l’unica donna che si iscrive alla Facoltà di Filosofia della sua città. Si trasferisce all’Università di Gottinga, dove fa il primo incontro determinante della sua vita, quello con il filosofo Edmund Husserl, fondatore della fenomenologia. Fenomenologia: Husserl educa i propri discepoli ad aderire alle cose, ai fenomeni così come si presentano. Husserl ha una grande stima di Edith e la sceglie come sua assistente all’università di Friburgo. 1917: Edith si occupa di decifrare e sistemare l’enorme produzione di manoscritti e appunti del maestro, molto esigente. Alcuni fenomeni particolari, da cui viene interiormente toccata, cominciano a farle scoprire il fenomeno religioso: l’incontro con la personalità affascinante di Max Scheler, geniale ma disordinato neoconvertito; poi due anni di esperienza al fronte come crocerossina durante la prima guerra mondiale, che la mette a contatto col mistero della sofferenza . . . . . . e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio. “… Al vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena.” L’amico A. Reinach, braccio destro di Husserl, da poco battezzato nella chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917. Edith è convinta di trovare la giovane vedova nel lutto e nella disperazione. Trova invece un’atmosfera di indicibile pace e vede l’amica con il volto segnato dal dolore, ma come trasfigurato. (Successivamente la vedova Reinach diverrà cattolica). “… Fu quello il mio primo incontro con la Croce, con quella forza divina che la Croce dà a coloro che la portano . . “ “ E’ per questo che, nel prendere l’abito di Carmelitana, ho voluto aggiungere al mio nome quello della Croce “ Una sera del 1921 Edith è ospite in casa di amici e sceglie a caso un libro dalla loro biblioteca: Vita di Santa Teresa d’Avila scritta da lei stessa “Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare a me stessa: questa è la verità!” Aveva trascorso nella lettura l’intera notte. Al mattino andò a comprare un catechismo e un messalino: li studiò a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla prima Santa Messa della sua vita. “Niente mi rimase oscuro, compresi anche la più piccola cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con molto stupore … -Da quanto tempo segue l’insegnamento della fede cattolica? Chi la istruisce? Per tutta risposta riuscii a balbettare: - La prego, reverendo Padre, mi interroghi –” Dopo un esame approfondito il prete riconobbe che non c’era nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita. Il battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922: in quell’occasione Edith aggiunse al proprio nome quello di “Teresa”. Dal 1928 al 1931 numerosi congressi e conferenze a Colonia, Friburgo, Basilea, Vienna. Salisburgo, Praga e Parigi. 1932: Libera docente a Münster 1933: Il nazismo avanza. Hitler impone l’allontanamento degli ebrei da ogni pubblico impiego. 25 Febbraio 1933: Edith Teresa tiene la sua ultima lezione. Le viene concesso di entrare al Carmelo di Colonia, dove prende il nome di Teresa Benedetta della Croce. In clausura vive umilmente, come tutte le altre suore che nulla sanno della sua fama né delle sue capacità. I superiori tuttavia le chiedono di continuare la sua attività scientifica: rielabora così la sua opera filosofica principale: Essere finito ed Essere eterno. I superiori chiedono a Edith di scrivere un libro sul pensiero e l’esperienza di S. Giovanni della Croce di cui si celebra il centenario della nascita. Obbedisce con gioia e intitola il saggio: Scientia Crucis 1938: viene trasferita al Carmelo di Echt, in Olanda. 1939: scoppia la seconda guerra mondiale 1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei. In una lettera che viene letta in tutte le chiese il 26 luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente le deportazioni di tutti gli ebrei. Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori nemici e quindi a deportarli al più presto”… Nello stesso giorno la Gestapo si presenta al monastero di Echt per prelevare la “monaca ebrea”. Sul suo tavolo la Scientia Crucis è quasi finita. Le ultime parole di Edith che le consorelle odono sono rivolte alla sorella Rosa, con lei al monastero: Vieni, andiamo per il nostro popolo Aveva scritto, nel 1939: “Sotto la croce avevo capito il destino che per il popolo di Dio cominciava ad annunciarsi in quel tempo … Certo, oggi so meglio che cosa voglia dire essere sposata con il Signore nel segno della croce. Capirlo veramente non lo si potrà mai: è un mistero “. Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento descrive l’immagine di una donna che “si distingueva per il comportamento pieno di pace e l’atteggiamento calmo”. Suor Teresa Benedetta si occupò dei bimbi piccoli, li lavò, li pettinò, procurò loro il nutrimento e le cure indispensabili Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz. In quegli anni di orrore, un popolo cristiano smarriva – in buona maggioranza – la sua fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel sangue ariano …. Nella sua stessa persona Edith espresse questo vero dramma teologico: uccisa come ebrea … perché non aveva “sangue nordico”, da ex-cristiani che si dedicavano a inventare un nuovo paganesimo, … … uccisa perché cristiana, per vendetta contro i vescovi che quel paganesimo avevano voluto condannare. In un biglietto indirizzato alla Priora, chiedeva di rinunciare ai tentativi di liberarla: “…. Io non farei più niente in questa faccenda. Sono contenta di tutto. Una Scientia Crucis la si può acquistare solo se la croce la si sente pesare in tutta la sua gravezza. Di questo sono stata convinta fin dal primo momento e ho detto di cuore: Ave Crux, spes unica (Salve o Croce, unica speranza)”. Gerusalemme, Cappella del Romitaggio dei Francescani al Getsemani: a sinistra S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, ebrea di nascita, poi carmelitana ) e a destra B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, palestinese di nascita, poi carmelitana) … si prega – per loro intercessione – per la pace in Terra Santa … Testi tratti da: Antonio M. Sicari - Riflessi di Dio I Santi del Carmelo - Edizioni OCD – p. 287 Elaborazione : Laura Baravelli