Le donne della Costituente
Introduzione
Il decreto n.74 del marzo 1946 riconobbe
alle donne sia il diritto di voto sia quello
all’eleggibilità. Frutto di un’intesa tra
De Gasperi e Togliatti, quel decreto
colse di sorpresa anche alcune militanti
del comitato pro-voto.
2 giugno 1946:
Una giornata al femminile
Data epocale per ricordare quanto il ruolo delle
donne sia stato significativo e fondamentale fin
dai primi giorni di vita della Repubblica: in quel
giorno, infatti, acquisirono il diritto 14 milioni di
elettrici per un totale del 53% e andarono a votare
in massa (l’89% delle aventi diritto). Nonostante i
tanti dubbi, le preoccupazioni riguardo la nostra
presunta impreparazione, noi Donne, fiere di
esserlo, siamo state ancora una volta capaci di
entrare in un mondo che non ci apparteneva e
fare la differenza.
La ricostruzione sarà caratterizzata da
un’esplosione di vitalità creativa:
al grido di “Abbasso la miseria” tutti
cercarono di migliorare la propria
condizione. Nello stesso 1945 Anna
Magnani interpreterà magistralmente
le due facce del dopoguerra: la Pina,
di un’intensa umanità dolente, che
corre incontro alla morte, e la
spensierata Gioconda che, arricchitasi
col mercato nero, raggiunge i vertici
della scala sociale sposando un conte.
E proprio attraverso il
cinema emerse l’immagine
di questa Italia che tentava
di uscire dalla povertà e
dalla miseria e nella quale le
donne erano le nuove
protagoniste.
Un'Italia disperata, distrutta
dalla guerra ma capace di
trovare i motivi, le ragioni e
l’entusiasmo per ricominciare.
IL CORAGGIO? LA CORSA DI ANNA
Una corsa straziante - quasi a sospingerla fosse una
misteriosa sovrumana energia- , ma al tempo stesso
di una bellezza straordinaria, vera e passionale, con
il braccio teso e la mano spalancata ad afferrare la
mano del suo uomo, condannato a morte insieme ad
altri infelici trascinati via da un camion.
“Roma città aperta“(1945) di Roberto Rossellini
IL CORAGGIO.
Il coraggio è proprio di colui che
si asciuga le lacrime e va avanti;
e di colui che va avanti, piangendo.
Il coraggio è la forza di chi poi sorride.
L’uomo è coraggioso quando, in un mare di
sofferenze, combatte fino in fondo, con sovrumano
amore, sacrifica la propria vita per l’ ”altro”; mettendo
da parte l’egoismo di vivere con le mani in mano.
È quando si trova la forza
di bussare alla porta
della vita e di sfidarla che
l’uomo diventa
coraggioso.
Quando sfida ideologie,
ingiustizie e viltà umane;
quando guarda in faccia
la realtà, quando placa il
suo orgoglio e alza gli
occhi al cielo
chiedendosi: “Perché?”.
Quando è in cerca di
risposte.
Si tratta del coraggio di
accettare la sfida dell’esistenza,
ma soprattutto di mirare alla
vittoria, e, in caso di sconfitta,
di chiedere la rivincita.
“Durante il fascismo
alla donna era stata
riconosciuta una
dignità pubblica
solo in quanto
moglie o madre”
(C.Dau Novelli)
Sebbene venisse
riconosciuto alle
donne il diritto di
cittadinanza, il
fascismo non le portò
mai all'emancipazione,
all'autonomia, ma
soltanto a nuovi doveri
nei confronti della
famiglia e dello Stato
e all'obbedienza …
… nonostante le donne
avessero già in tempo di
guerra sostituito gli
uomini in molti campi,
e dato il proprio
contributo
sociale e civile.
“La Resistenza e la
Liberazione spazzarono via
tutte le ridicole limitazioni
che impedivano alle donne
di lavorare,
riconoscendone
l’insostituibile contributo
alla ricostruzione del
Paese.”
La Resistenza …
In risposta alla concezione limitante dell’ideale
fascista, molte donne si batterono a fianco dei
loro uomini con il desiderio di contribuire al bene
del Paese e di veder riconosciuti i loro diritti
nella società.
(Donne militanti)
(Partigiane emiliane, inverno 1944-45)
25 Aprile 1945 :
la Liberazione
Benché gli
anni di guerra
avessero
seminato
povertà,
distruzione e
miseria …
Le donne, più di tutti,
furono le protagoniste
della rinascita dell’Italia
sfinita dalla guerra, perché
“non si attardarono più di
tanto nello scontro
ideologico che divideva il
Paese, e lavorarono
intensamente alla sua
ricostruzione morale”.
Con l’obiettivo di risollevare il
Paese e di stabilirne il nuovo
assetto statale, si delineò la scelta
politica tra
Monarchia o Repubblica …
La propaganda elettorale …
Immagini: manifesti conservati dall´Istituto
Gramsci (Emilia-Romagna)
(Tessera elettorale)
immagine conservata dall´Istituto
Gramsci (Emilia-Romagna)
Lunghe file di
donne, desiderose
di esercitare per la
prima volta il
diritto di voto …
Una campagna elettorale
intensa e partecipata, ma
soprattutto condotta con
i bambini in braccio …
Il diritto di voto era una
responsabilità di cui tutte
le donne sentivano
“il valore, il peso, la luce”.
Comprese del loro dovere di cittadine complete
e fiere del loro diritto, esse
“dovevano, e ancor più volevano votare”
Potremmo imparare molto dall’entusiasmo di quelle donne,
potremmo dare un volto nuovo al nostro paese e al mondo
globalizzato, di nuovo stravolto dall’infamia di chi si
nasconde dietro l’indifferenza, le nuove schiavitù e le
ingiustizie, di chi si aggrappa vilmente alle ideologie vecchie
e nuove e di chi non sa che per vivere umanamente
basterebbe ascoltare la loro voce.
“MADRE, ORA TU
PUOI VOTARE “
immagine conservata
dall´Istituto Gramsci
(Emilia-Romagna)
perché qualcuno, una
sconosciuta, il 2 giugno
del 1946, uscì presto,
dalla sua casa popolare,
indossando il vestito
migliore, un bimbo nel
grembo e due per mano.
Uscì per andare a votare.”
2 Giugno 1946
Risultati elettorali delle elezioni politiche …
-DC (Democrazia Cristiana): 37,18 %
-PSI (Partito Socialista Italiano): 20,72 %
-PCI (Partito Comunista Italiano): 18,97 %
(Da “Il Giornale dell’Emilia” del 25 Giugno 1946)
Le 21
“Madri della Costituzione”
Le donne che
contribuirono alla
stesura dell’attuale
Costituzione …
Maria Federici

(L’Aquila, 1899 –1984) Eletta nella lista della
Democrazia Cristiana nel Collegio Unico
Nazionale – “Commissione dei 75”

Laureata in lettere e insegnante, Maria sposò nel
1926 Mario Federici; negli anni del fascismo, Maria
si trasferì con il marito all’estero, dove continuò ad
insegnare presso gli Istituti italiani di cultura, prima
a Sofia, poi in Egitto ed infine a Parigi.
Fu una cattolica impegnata, profondamente
credente nei valori di libertà e di democrazia.
 Significativa la sua esperienza all’estero, dove
maturò la consapevolezza del valore della giustizia
sociale e del ruolo essenziale della donna, non solo
nella famiglia, ma anche in politica e nella società.

Al rientro in Italia, nel 1939, Maria Federici
mise pienamente a frutto tali convinzioni con
un intenso impegno sociale nella Resistenza,
organizzando un centro d’assistenza per
profughi e reduci.
Fu un esempio davvero ante litteram
d’emancipazione femminile: fu tra i fondatori
delle ACLI e del CIF (Centro Italiano
Femminile), ma soprattutto fu una delle figure
di spicco della nuova Repubblica democratica.
Contribuì a scrivere le regole fondamentali
della nostra Costituzione.
Fece parte della Commissione dei 75, dove
si distinse subito per l’affermazione forte e
chiara, riguardo al potere giudiziario, che
l’unico elemento discriminatorio per l’accesso
delle donne in magistratura dovesse essere il
merito e non le attitudini o le capacità.
 Lavorò nella Terza Sottocommissione,
relativa ai diritti e doveri economico-sociali.
 In questo contesto, presentò una relazione
sulle garanzie economico- sociali per l’esistenza
della famiglia, in cui sostenne che lo Stato
doveva intervenire per la “tutela fisica ed
economica delle lavoratrici madri”, poi L.26
agosto 1950 n.860.



Sul diritto di proprietà, sostenne la necessità di una
riforma agraria che promuovesse l’elevazione
morale e materiale dei ceti contadini.
Durante la discussione sul Titolo III, che si
occupava dei rapporti economici, fu del parere che le
condizioni di lavoro dovessero permettere alla
donna lo svolgimento della sua funzione familiare e
della maternità.
In merito al dibattito sui rapporti politici
(Titolo IV), sostenne la necessità di eliminare
ogni ostacolo che tendesse a relegare la
donna entro settori limitati e che le
impedisse di accedere agli uffici pubblici e
alle cariche elettive, e affermò con forza il
diritto della donna ad accedere alla
magistratura.
 Operò attivamente accanto a De Gasperi
nella Ricostruzione.

Maria Federici
Nilde Iotti
(Reggio Emilia, 1920-Poli, 1999) PCI
 Dopo essersi allontanata dalla fede cattolica,
partecipò col P.C.I. alla Resistenza e poi
divenne responsabile dei Gruppi di Difesa
delle Donne, uno di quei movimenti che
scossero le fondamenta del regime.
 Nel ’46 fu eletta nell’Assemblea Costituente
(che essa stessa definì “la più grande scuola
politica a cui abbia mai avuto occasione di
partecipare, anche nel prosieguo della mia
vita politica”) e nella Commissione dei 75.

Era ferma e decisa, aveva dei valori e dei
principi irremovibili e aveva anche una
facoltà che a pochi è stata donata: la
capacità di ascoltare. Nonostante la sua
autorevolezza, nonostante la sua tenacia,
Nilde non si costruì mai un muro
ideologico di posizioni precostituite.
 Raggiunse un livello politico mai
raggiunto prima da una donna. Fu eletta
nel ’48 alla Camera dei Deputati, di cui fu
presidente ininterrottamente dal 1979 al
1992 e sedette tra i banchi di Montecitorio
fino al 1999.


Era conosciuta da tutti e la sua vita politica
si intreccia con quella privata: dal momento
in cui ebbe una lunga relazione
sentimentale con il segretario del PCI
Palmiro Togliatti (il quale era già sposato
e che aveva conosciuto in un ascensore di
Montecitorio) e che terminò con la morte
del leader comunista, nel 1964.

Morì il 4 dicembre 1999 nella clinica Villa
Luana di Roma per un arresto cardiaco,
dopo aver lasciato all’Italia il suo prezioso
contributo politico e sociale.
L’Onorevole Nilde Iotti
alla Camera dei Deputati
Angelina Merlin
 (Pozzonovo[Padova], 1887-Padova, 1979),
(Eletta nella lista del Partito Socialista di unità
proletaria nel collegio unico nazionale) “Commissione dei 75”
Membro dell’Assemblea Costituente e prima
italiana ad essere eletta al Senato. Il suo nome è
legato alla legge n.75, entrata in vigore il 20
settembre 1958 -conosciuta come “Legge Merlin”con cui venne abolita la prostituzione legalizzata in
Italia e chiuse le “case di tolleranza”.
Maestra elementare, si laureò successivamente
in letteratura francese. Fu uno spirito
indipendente, brillante e determinato.
Si iscrisse al Partito Socialista Italiano, e
iniziò a collaborare al periodico “La Difesa
delle Lavoratrici”, di cui sarà direttore.
Collaborò anche con Giacomo Matteotti.
La
Merlin già si interessava delle tristi
condizioni di vita delle donne della sua terra
(Chioggia, Polesine), che si prostituivano per
fame o per concedersi qualche piccolo lusso,
ai benestanti del luogo; sentiva fortemente il
dovere di difendere moralmente e socialmente
le donne e combatteva l’ipocrisia della morale
corrente, in particolare degli uomini che
frequentavano le “case chiuse”.
 La Merlin venne arrestata cinque volte in meno di
due anni. Nel 1926 venne inoltre licenziata per non
aver prestato il richiesto giuramento di fedeltà al regime,
obbligatorio per gli impiegati pubblici, e iscritta
nell’elenco dei sovversivi, affisso nelle strade di
Padova.
 Dopo un periodo a Milano, dove collaborò con
Filippo Turati, venne arrestata e confinata in
Sardegna per cinque anni, in una zona molto povera
e arretrata della Barbagia. Lì insegnò a leggere e a
scrivere a molte donne.
 Quale membro della “Commissione dei 75”, nella III
Sottocommissione, sottolineò che lo Stato aveva il
dovere di garantire a tutti i cittadini il minimo
necessario all’esistenza; di assicurare a ogni
individuo la possibilità di crearsi una famiglia; di
tutelare la donna lavoratrice.
Angelina Merlin
Tra i suoi interventi a favore della condizione
femminile e in difesa dei più deboli:
l’abolizione dell’infamante dicitura“figlio di N.N.”
(apposta ai trovatelli); l’equiparazione dei figli
naturali a quelli legittimi in materia fiscale; la legge sulle
adozioni che superava la disparità tra figlio adottivo
e figlio proprio, e la soppressione della “clausola di
nubilato” nel contratto di lavoro, che comportava il
licenziamento delle lavoratrici in caso di matrimonio.
 A lei si devono le parole dell’Articolo 3 della
Costituzione: “Tutti i cittadini sono uguali davanti
alla legge, senza distinzioni di sesso”, con le quali si
ponevano le basi per il riconoscimento della piena
parità di diritti tra uomo e donna, obiettivo
principale della sua attività politica.

Prima pagina del
verbale della
prima seduta
della
Commissione
per la
Costituzione
(20 luglio 1946)
Teresa Noce
(Torino, 1900 - Bologna, 1980)
Eletta nelle liste del PCI, nel XVI collegio “Commissione dei 75”




Di famiglia operaia, sin da bambina cominciò
a lavorare in fabbrica, e giovanissima
prese parte alle lotte proletarie torinesi
contro la guerra.
Nel 1919 si iscrisse al partito socialista; ma quando,
nel 1921, il circolo socialista da lei fondato aderì alla
Federazione giovanile comunista d’Italia, lei stessa
ne divenne segretaria: da qui comincia la sua
intensa attività svolta all’interno del partito
comunista.
La sua attività politica, si incrociò con quella del
giovane Luigi Longo, allora studioso di ingegneria
ma già con funzioni di rilevanza politica all’interno
del partito comunista torinese, che in seguito
sarebbe divenuto suo marito.
Nel
1923 Teresa assunse la direzione della
Federazione e del giornale “La voce della
gioventù”, iniziando così la sua carriera
giornalistica.
Nel 1946, all’età di 46 anni, Teresa noce fu
eletta all’Assemblea Costituente nel XIV
collegio elettorale (Parma-Piacenza-Reggio
Emilia) con 47.219 voti di preferenza. Fu una
delle cinque donne scelte per far parte della
“Commissione dei 75” che redasse la Carta
Costituzionale, consapevole di avere
l’occasione irripetibile di cambiare la
condizione femminile dal punto di vista
giuridico e di rinnovare il Paese.


Come componente della Terza Sottocommissione,
sostenne che lo Stato aveva l’obbligo di intervenire
per garantire a tutti i bambini, senza alcuna
distinzione tra legittimi e illegittimi, la salute e lo
sviluppo fisico, morale ed intellettuale e a tutte le
madri, la possibilità di procreare in condizioni
economiche, igieniche e sanitarie compatibili con
la dignità umana e civile.
Nello stesso contesto, presentò, assieme agli On.
Federici e Merlin, una relazione riguardante le “
Garanzie economico sociali per l’esistenza della
famiglia” nella quale sottolineò che la Costituzione
democratica della Repubblica Italiana non poteva
limitarsi ad affermare dei diritti ma doveva
indicare anche come intendeva garantire il
godimento di questi diritti a tutti i cittadini
Italiani.

Venne rieletta nella seconda legislatura
repubblicana del 1953 e prese parte alla XI
Commissione Lavoro, Emigrazione,
Cooperazione, Previdenza e Assistenza sociale,
Assistenza post-bellica, Igiene e Sanità pubblica.

Delusa dal comportamento dei vertici del
suo partito, si allontanò dalla vita politica
attiva, ma continuò comunque a
“combattere”, fu consigliere del CNEL
(Consiglio Nazionale dell’Economia e del
Lavoro), e partecipò alla commissione
Lavoro e Previdenza sociale.
Teresa Noce
Teresa Mattei
(Genova, 1921).
(Eletta nella lista del PCI nel XV collegio)
 E’ colei che l’8 marzo 1945 inventa il
simbolo della Mimosa per la ricorrenza
della festa della Donna, credendo che
questo fiore così comune eppure così
unico, sia il solo adatto a rispecchiare la
bellezza e la delicatezza femminile.
 E’ la più giovane parlamentare (25 anni)
nel 1946.
 L’ambiente familiare è molto importante e
influisce notevolmente sulla formazione
politica di Teresa, indirizzandola verso una
vita dedicata all’impegno politico e sociale,
ispirata al padre ed al fratello Gianfranco
Mattei, suicidatosi per salvare i compagni ,
dopo essere stato imprigionato a via Tasso.

Teresa Mattei
Sin da giovanissima Teresa Mattei
dimostrò di avere una forte autonomia di
giudizio e fede nelle proprie idee e
convinzioni politiche unite a una forza e
una determinazione non comuni.
 Si ribellò immediatamente alle leggi
razziali, entrate in vigore nel 1938; la
ragazza, studentessa al liceo Michelangelo
di Firenze, dicendo ad alta voce: “chiedo di
uscire perché queste cose vergognose non le
voglio sentire” si alzò dal suo banco e
indignata abbandonò la lezione di un
professore sostenitore delle ideologie
razziste; fu per questo radiata dalla scuola
e dovette presentarsi da privatista per
conseguire il diploma.

La
straordinaria esperienza umana e civile di
Teresa Mattei fu segnata dall’incontro con Bruno
Sanguinetti uno degli organizzatori della lotta
antifascista a Firenze e a Roma, che poi avrebbe
sposato nella clandestinità della lotta partigiana.
Fu
chiamata a Roma per lavorare presso il PCI,
occupandosi in particolare dell’UDI, unione donne
italiane.
La
Mattei sostenne con forza il diritto delle donne
a poter ricoprire ogni grado della magistratura :
“E’compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli
d’ordine economico e sociale che limitano di fatto la
libertà e l’eguaglianza degli individui e
impediscono il completo sviluppo della persona
umana”.



L’Onorevole espresse la necessità che lo Stato
tutelasse il lavoro minorile e riconoscesse i diritti
delle donne lavoratrici. Sempre nello stesso anno
fondò con l’Onorevole M. Federici l’Ente per la
tutela morale del Fanciullo.
Nel 1987, continuando la sua lotta per i diritti dei
minori, fondò a Ponsacco, la LEGA PER IL
DIRITTO DEI BAMBINI alla COMUNICAZIONE
e fu anche, insieme al figlio Rocco, la fondatrice di
RADIO BAMBINA, associazione che si batte per i
diritti dell’infanzia, in difesa dei bambini troppo
spesso ostaggio della televisione e dei falsi valori.
Oggi la signora Mattei ha 88 anni vive in un
paesino vicino Pisa, è una delle poche dell’
Assemblea Costituente ad essere ancora viva, e
continua ancora oggi la sua lotta per i bambini.
Altre costituenti …
All'inizio dei lavori dell'Assemblea Costituente
venne istituita una Commissione per provvedere alla
stesura della nuova Carta costituzionale da
sottoporre poi all'esame dell'Assemblea.
Pellizza da Volpedo, “Il quarto stato”(1901),
Questa commissione, conosciuta come la "Commissione dei
75" dal numero dei suoi componenti (presenti in quantità
proporzionale ai rispettivi partiti) fu a sua volta suddivisa in
varie Sottocommissioni, ognuna delle quali incaricata di
approfondire un campo specifico della nuova Carta.
I lavori di questi organi vennero poi presentati alla totalità
dell'Assemblea e messi ai voti per stabilire ciascun articolo
della nuova Costituzione Italiana.
Il Capo provvisorio dello Stato promulga la Costituzione
il 27 dicembre 1947.
Come risponderemmo se qualcuno
ci domandasse cosa significhi
essere eroi?
Dalle imprese
narrate nei poemi
epici in cui è la
forza d’animo,
insieme alla vigoria
fisica, che
caratterizza l’uomo
valoroso …
… alla concezione socratico- platonica,
per la quale il nuovo eroe è colui che sa
vincere i nemici interiori.
Il Cristianesimo
sostituisce i
simboli pagani
con nuove
rappresentazioni
della vita e del
destino.
Su queste qualità,
eredità della
tradizione classica,
ha trionfato in
seguito l’eroe antico
più perfetto: Cristo.
Il paradosso cristiano si contrappone
radicalmente alla saggezza greca.
Dalla rivoluzione cristiana è nato l’uomo
moderno, separato dalle umanità anteriori da
un abisso.
Dal martire cristiano si è arrivati alla sua
secolarizzazione: dalla idealizzazione romantica
del gesto esemplare all’audacia e allo spirito di
sacrificio del rivoluzionario classico.
Benché queste visioni presentino molte
differenze tra loro, tutte individuano le
qualità comuni a tutti gli eroi: il
coraggio, la forza, la perseveranza, la
determinazione, la risolutezza, la
coerenza coi propri ideali, la speranza...
… requisiti che non
mancarono a quelle donne
che si impegnarono
generosamente e insieme
nella ricostruzione.
Donne coraggiose possiamo definire queste
donne che rivendicano la tanto agognata
parità di diritti; donne che si sono incontrate
e unite, nonostante le diverse ideologie, e
hanno contribuito a porre le basi della
nuova società civile, combattendo insieme
per una causa comune.
Donne che, non perdendo il contatto con la realtà, e
consapevoli dei bisogni concreti e immediati del popolo
italiano, hanno portato nella vita quotidiana, ordinaria,
qualcosa di straordinario; donne che non hanno rinunciato né
accantonato il ruolo di madri o di mogli, ma che hanno
dimostrato come fosse possibile conciliare l’impegno politico
e sociale con i loro doveri familiari; donne che spesso sono
state perseguitate, scoraggiate, ostacolate, derise,
imprigionate, ma che non si sono arrese, hanno portato fino in
fondo le loro idee e hanno segnato l’inizio dell’emancipazione
femminile in Italia.
Il desiderio di libertà e le ragioni di tale desiderio.
Il coraggio.
Un punto di svolta, decisivo e
cruciale, dopo quegli anni tremendi
e oscuri della II Guerra Mondiale e
dopo la lotta di Liberazione, si ebbe
quando donne e uomini di buona
volontà si prefissero la costruzione
di nuove forme di comunità entro cui
la vita materiale e morale potesse
essere sostenuta, così che sia la
civiltà sia la vita morale e
intellettuale avessero la possibilità
di sopravvivere.
Quelle donne e quegli uomini avevano
un desiderio di libertà tanto vivo, un
desiderio inedito, personale e già
pubblico -politico, e ragioni tanto forti di
tale desiderio da intraprendere, con
coraggio, tutti insieme, collaborando e
cooperando, la costruzione di una nuova
società, più giusta e in cui essere
protagonisti e partecipi, cittadini sovrani.
Tuttavia, sapevano per esperienza che
una società libera, giusta, plurale, equa e
solidale, non sarebbe stata la conseguenza
di esortazioni morali, battaglie
ideologiche o contrapposizioni di parte,
ma di una convergenza di fondo su concrete
iniziative storiche e politiche che,
confrontandosi con la concretezza di bisogni
urgenti, vi rispondessero adeguatamente.
Era una pretesa esigente, dai vasti orizzonti e interessi,
con un obiettivo alto: la ricostruzione materiale e
morale, il rinnovamento e la rinascita di un popolo.
La onorarono con intelligenza, generosità e passione (e la
loro testimonianza resta, è ancora attuale), nella
consapevolezza che – come qualcuno sosterrà
qualche decennio più tardi a proposito
dell’educazione- :
“uscire da soli dai problemi è l’avarizia,
uscirne insieme è la politica”.
Non sono queste eroine?
Noi crediamo di sì, e il
valore, la forza e il fascino
trascinante di queste
donne, “le madri della
Costituzione” e Eleanor
Roosevelt, ha acceso il
nostro desiderio di
conoscerle più da vicino.
Questo progetto “Donne coraggiose” (a.s. 2008-2009/2009-2010)
a cura della Prof.ssa
Agnese Pica
è stato realizzato dalle alunne :
Ammendola Gloria
Braghiroli Agnese
Candelori Ludovica
D’Antonio Arianna
Fiaschetti Silvia
Forte Agnese
Minioni Giusy
Monacelli Marta
Prearo Natasha
“Un grazie a tutte quelle donne
sconosciute che, il 2 giugno
1946, uscirono presto di casa
per andare a votare”.
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Le donne della Costituente