Presenta
I primi studi al
Collegio Romano
olendo considerare la nascita dell’astrofisica a partire dalle possibilità di indagine offerte dal cannocchiale, si può
asserire che la prima imponente opera di fisica solare venne eseguita a Roma, al Collegio Romano.
Collegio Romano nel ‘600
Il
gesuita
Cristoforo
Scheiner (1573 – 1650)
infatti, tre anni prima del
processo che vide la
condanna
di
Galileo,
pubblicava “Rosa Ursina
sive Sol Bracciani 1630”
nel quale dava una
descrizione estremamente
dettagliata del disco solare e
della
collocazione delle
macchie lungo le fasce
equatoriali.
Cristoforo Scheiner (1573 – 1650)
el “Rosa Ursina sive Sol “ asseriva :
• che il Sole ruotava attorno al proprio
asse in 27 giorni
• che i percorsi apparenti delle macchie
attraverso il disco erano differenti nei
diversi periodi dell’anno
• che l’asse di rotazione non è ortogonale
al piano dell’orbita terrestre.
Scheiner, osservazione solare per proiezione
Differenziò poi la zona centrale delle macchie dalla zona al contorno, che egli chiamò rispettivamente
umbra e penumbra, termini ancora oggi in uso. Notò che le macchie in prossimità del lembo del disco solare
si andavano assottigliando, come era da attendersi su un corpo sferico, e che si generavano formazioni di
strisce brillanti che egli denominò faculae. Confrontò le sue teorie con quelle di altri, in specie con il
pensiero di Galileo; calcolò l’inclinazione dell’asse di rotazione solare rispetto al piano dell’eclittica 7° 15’.
cheiner realizzò anche il primo telescopio astronomico “con lenti entrambe convesse”, previsto da Keplero nella
Dioptrice del 1611, che permetteva di ottenere l’immagine del Sole per proiezione.
Pochi anni dopo il confratello Atanasio Kircher (1602 – 1680) formulava interessanti ipotesi sulla costituzione del
Sole. Lo descriveva come una massa fusa incandescente, che lanciava fiamme, e vi delineava le eruzioni, nonostante
l’impossibilità di osservarle. Cercò di stabilire la diversità di costituzione nelle varie regioni solari intuendo una
struttura inviluppo dell’astro.
Nel Settecento il grande scienziato dalmata Ruggero Boscovich
(1711 – 1787) stabiliva in “De maculis solaribus Romae”, 1736
un metodo per la determinazione degli elementi di rotazione del
Sole sul proprio asse e un metodo grafico relativo al passaggio di
Mercurio sul disco solare, “De Mercurii novissimo infra solem
transitu Romae”, 1737.
Elitropio di Grienberger primo telescopio con montatura equatoriale
per inseguire il moto del Sole ed usato da Scheiner
Gli studi astronomici nel frattempo si erano estesi anche al di
fuori del Collegio Romano ed il passaggio di Mercurio sul Sole
del 1753 fu osservato da vari personaggi. Dai padri minimi
Francesco Jacquier (1711 – 1788) e Tommaso Le Seur (1703 –
1770) nella villa Quarantotto vicina all’antico Castro Pretorio;
nel Collegio Inglese l’osservò Cristoforo Maire (1697 – 1767)
della compagnia di Gesù e nel Convento della Minerva ne fece
l’osservazione il domenicano Giovanni Battista Audiffredi
(1714 – 1794).
Giovanni Battista Audiffredi (1714 – 1794)
udiffredi raggiunse particolare notorietà per
il lavoro relativo al passaggio di Venere sul
disco solare del 6 giugno 1761, Transibus
Veneris ante Solem.
Egli si servì di un cannocchiale di 19 palmi di
Eustachio Divini che doveva poggiarsi
all’estremità contenente l’obiettivo su un
sostegno fisso, mentre dalla parte dell’oculare
era sorretto dallo stesso Audiffredi.
Giovanni Battista Auffredi
Con questi studi effettuò misure della parallasse solare pubblicati nel “De Solis
Parallaxi
De Solis Parallaxi 1766
ornando agli studiosi del collegio Romano, lo stesso fenomeno venne
osservato da Giuseppe Maria Asclepi (1706 – 1776) nel tentativo di
stabilire le distanze del Sole e dei pianeti, nonostante la modestia degli
strumenti di cui poteva disporre. Nell’opuscolo De Veneris per Solem
transitu anno 1761, di Asclepi si ha per la prima citazione dell’utilizzo
di un telescopio riflettore da parte degli astronomi romani.
Transito di Venere del 1761
L’importante fenomeno venne studiato al Collegio Romano anche da Andrea
Spagno, professore di matematica, che osservo` con un telescopio di Huygens di
20 palmi e da altri confratelli, ciascuno munito di un proprio telescopio con
lenti affumicate. I risultati delle osservazioni furono descritte da Asclepi in
De Menstrua Solis parallaxi senis observata Habita in Collegio Romano,
Romae 1764
Angelo Secchi (1818 – 1878)
adre Angelo Secchi fu uno dei maggiori astrofisici
dell’Ottocento. Eseguì infatti le prime analisi delle
radiazioni del disco solare rilevate con la pila termoelettrica
dando una delle prime prove della presenza di una atmosfera
avvolgente l’astro; analizzò la temperatura delle macchie e
notò per primo il fenomeno della penombra dove si evolve
una struttura fibrosa a raggiera.
Studiò tra i primi la struttura granulosa della fotosfera che
paragonò ad una pentola di riso in ebollizione. Oggi questa
struttura viene definita proprio a grani di riso. Altro
notevole risultato ottenne nell’applicazione della fotografia
durante la totalità dell’eclissi solare del 18 luglio 1860. Le
fotografie dimostrarono che le protuberanze e la corona
erano fenomeni reali. Il suo libro Le Soleil, Paris 1870 venne
tradotto in varie lingue costituendo una tappa
fondamentale nello studio del Sole.
Padre Angelo Secchi 1818 - 1878
Lorenzo Respighi (1824 – 1889)
espighi
applicò
lo
spettroscopio
allo
studio delle protuberanze solari seguendo e
perfezionando il metodo di Janssen e Lockyer
per osservare tali fenomeni al bordo del disco
del Sole.
Esaminando lo spettro delle macchie si
accorse dell’allargamento e dello
sdoppiamento delle righe di assorbimento,
Lorenzo Respighi
fenomeno che venne spiegato trenta anni dopo
da Ellery Hale come conseguenza dell’effetto Zeeman generato dal forte
campo magnetico.
A partire dal 1871 venne effettuto il rilievo giornaliero dei diametri del
Sole onde verificare la variabilità o meno dell’astro.
Telescopio equatoriale Merz
Fra Ottocento e Novecento
ietro Tacchini a partire dal 1868 iniziò a Palermo lo studio
spettroscopico giornaliero delle protuberanze solari e nel 1871 diede vita
insieme a Secchi alla Società degli Spettroscopisti. Prese parte ad una
serie di spedizioni per osservare i passaggi di Venere del 1874 e del 1882 e
varie eclissi totali di Sole.
Nel 1879, assunta la direzione
dell’Osservatorio del Collegio Romano, proseguì gli studi di fisica solare e
in particolare le osservazioni spettroscopiche delle protuberanze.
Pietro Tacchini
Giuseppe Armellini
Nel corso del Novecento proseguirono le determinazioni per lo studio della
variazione del diametro solare che terminò nel 1937, anno in cui si ebbe la
fusione dei due osservatori romani in un unico osservatorio su Monte Mario.
Il direttore Giuseppe Armellini (1887 – 1958) volle proseguire la tradizione
romana con la costruzione di una della maggiori torri solari che venne
completata nel 1952 ma, per i soliti problemi finanziari che hanno da sempre
travagliato la ricerca italiana, soltanto nel 1960, sotto la direzione di
Massimo Cimino (1908 – 1991) si poté iniziare il programma delle
misurazioni dei campi magnetici solari.
Presentazione a cura di:
Corrado Perna
Marco Faccini
Testi :
Giuseppe Monaco
Fonti bibliografiche:
• La corrispondenza degli astronomi, VOL. I, II, III
di Giuseppe Monaco - Edizioni Osservatorio Astronomico di Roma
• “L’Astronomia a Roma, dalle origini al ‘900”
di Giuseppe Monaco - Edizioni Osservatorio Astronomico di Roma
•Biblioteca Storica dell’Osservatorio Astronomico di Roma
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Storia dell`Astronomia Solare a Roma - INAF