PROGETTO DI
VALORIZZAZIONE
DELL’ALPE DEVERO
STUDIO DI FATTIBILITA’
DELL’EX HOTEL
CERVANDONE
Michela Zucca – Cristina Paglino
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Lo studio nasce da un’analisi approfondita delle
caratteristiche del luogo rapportata ad esperienze
condotte in altre valli alpine in materia di:




salvaguardia dell’identità in chiave di
economia sostenibile
partecipazione
turismo “dolce”
regolamentazione del traffico
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I PUNTI FORTI



Il turista viene considerato un residente part-time, che assieme agli abitanti
può fruire di una serie di servizi culturali e di formazione partecipata che il
Cervandone può ospitare.
L’organizzazione di attività di aggregazione che contribuiscano a frenare la
frammentazione sociale e l’indebolirsi della coscienza identitaria, per
promuovere uno sviluppo economico che freni la fuga delle risorse umane.
Il Cervandone come struttura di riferimento con un impiego del fabbricato
in funzione dello sviluppo non solo della piana del Devero, ma dell’intero
comune di Baceno e di tutta la valle.
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LE RICHIESTE DELL’UNIONE EUROPEA

Efficienza economica

Equità sociale

Integrità ambientale

Identità culturale
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CRITICITA’

difficoltà a conciliare eventuali impegni di lavoro o di formazione con la cura
degli anziani e dei bambini, che ricade sulle donne, quindi necessità di servizi che
non solo non ci sono, ma stanno chiudendo, rendendo la vita delle donne sempre
più faticosa e piena;

non disponibilità a sottoporsi a programmi di formazione di lunga durata;

aspettative assistenzialistiche da parte dell’ente pubblico;

un generale senso di inadeguatezza;

povertà culturale;

assenza di cultura imprenditoriale e, specialmente, autoimprenditoriale;


grosse aspettative nei confronti degli esperti “venuti da fuori”, che dovrebbero, in
qualche modo, fornire delle soluzioni “a basso costo” (sociale, economico,
culturale);
nessuna cultura dell’ospitalità;

mancanza assoluta di consapevolezza del fatto che ogni sviluppo ha un costo e,
soprattutto, indisponibilità a pagare, a rischiare, a mettersi in gioco in prima
persona per avviare questo sviluppo;

presenza di conflitti di lunga data, interni alla comunità, che rendono impossibile
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l’adozione di un programma comune e condiviso.
L’ALPE DEVERO E’ STATA INSERITA
FRA LE TOP 10 IN ITALIA
Ma il premio del Touring Club non
è minimamente sfruttato per la
promozione, né è conosciuto dalla
maggior parte degli operatori
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IL CAMBIAMENTO DEL CLIMA
La neve in inverno diminuisce, le giornate di cielo
coperto e di pioggia in estate aumentano:
calano le possibilità di praticare attività all’esterno.
Ma il turista non è più un individuo che sta nella
struttura solo per dormire e per mangiare.
In Devero non esistono alberghi che possano
supportare un’attività aggregativa continuata e
strutturata.
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UN POSTO IN CUI IL TEMPO SEMBRA ESSERSI FERMATO...


Il patrimonio edilizio presente al Devero generalmente è di
notevole valore. Il colpo d’occhio racchiude una zona in cui
“ogni cosa è al suo posto”, le costruzioni all’esterno sono
rimaste “come una volta”. Il fatto che sia proibita la
circolazione veicolare aumenta ed espande questa
sensazione, valorizza notevolmente il paesaggio ed il posto,
rendendolo unico e peculiare.
L’edilizia alberghiera in molti casi è antica, storica, tipica, e
si presterebbe alla trasformazione in “ambienti di
atmosfera”. La volontà di guadagnare il massimo possibile
con il minimo sforzo, però, lo impedisce perché parte degli
albergatori stipano gli ospiti nelle camere, che spesso sono
arredate con mobili inadatti talvolta anche riciclati, che
danno un’impressione di poca cura.
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LE PRESENZE

Nel corso del 2007 sono state circa 25.000 le
automobili contate nelle aree di parcheggio e circa
80.000 i visitatori, giunti in auto, con mezzi pubblici
e a piedi; di questi solo poche migliaia si sono
fermate a dormire, visto che le presenze nell’intero
comune di Baceno sono 7080, con 2855 arrivi.

Si creano così fenomeni di sovraffollamento durante i
fine-settimana di luglio e agosto, con intasamento
della strada di accesso e parcheggio indiscriminato
con punte di 1000 auto in sosta.
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IL TURISTA TIPICO

Viene dalla classe medio alta, è libero professionista o
commerciante, piccolo industriale. Si dice che una
volta “venivano i signori”, in realtà è avvenuto
proprio il contrario: adesso si è persa la clientela di
livello medio basso e familiare.

Per la maggior parte, si muove dal bacino
metropolitano milanese e varesotto; ma anche dalla
Liguria, Emilia. Importante il buon collegamento
ferroviario e autostradale da Milano
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GLI ALBERGATORI

sono mediamente giovani, non hanno una
formazione specifica ma hanno alle spalle lunghi
anni di esperienza anche familiare. Alcuni di loro
hanno investito molto nell’attività e nella
ristrutturazione dell’albergo; molti hanno i figli
che stanno affrontando un percorso formativo di
tipo turistico, anche in scuole di alto livello
all’estero, e sperano che in un futuro prendano in
mano l’attività: si tratta di un fattore positivo che
fa presagire buone possibilità di sviluppo
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IL DEVERO PUO’ FUNZIONARE

Gran parte degli albergatori dichiarano di avere la struttura
completamente piena anche per più di 100 giornate all’anno,
allo stato attuale delle cose (cioè senza nessun intervento di
miglioramento mirato), il che significa che il luogo malgrado
tutto è ben frequentato e conserva ampi margini di sviluppo.

Chi offre un tipo di ospitalità più attuale (appartamentini
attrezzati come mini residence, di qualità alta a prezzi
ragionevoli) ha la struttura quasi sempre piena, anche nei mesi
considerati di bassa stagione.

Viene ribadita l’importanza di “fare comunità”. Molti dei
turisti conoscono gli abitanti, vengono qui per la sicurezza di
trovare sempre la stessa gente con cui poter stare assieme. Il
posto suscita emozioni, senso di affezione e quindi volontà di
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tornare. Il caso di Crampiolo è esemplare.
LA PEDONALIZZAZIONE COME
PRIMO VALORE AGGIUNTO

Caratteristica peculiare e imprescindibile del Devero, punto di forza e di valore
unanimemente riconosciuto, elemento di identità fondante è l’assenza di macchine
dalla piana, che deve assolutamente essere ribadita e sostenuta con ogni mezzo,
perché permette e permetterà ancora di più in futuro, di elevare qualità e richieste,
quindi introiti per le strutture turistiche della piana e dell’intera valle.

in montagna, in Svizzera, le località pedonalizzate, dal punto di vista turistico,
crescevano di più e più in fretta della altre. Per questo motivo è stata costituita una
rete fra paesi senza automobili.

La richiesta dei turisti individuava nell’assenza di rumore e smog la caratteristica
principale che aveva fatto scegliere il soggiorno al Devero

Zermatt dimostra che i turisti che non vogliono le macchine non sono solo i
“naturalisti”, ma anche persone che conducono un’intensa vita mondana e sociale: in
una zona pedonalizzata anzi, l’organizzazione di iniziative di qualità è molto più
apprezzata, perché la permanenza degli ospiti è per forza di cose stanziale, più
incline a frequentare le offerte della programmazione culturale della comunità
locale, perché andare a “passare la serata” altrove diventa decisamente più difficile.

Esiste una rete europea delle località alpine pedonalizzate a cui il Devero potrebbe
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collegarsi (progetto Interreg Spazio Alpjno Perle delle Alpi).
IL PROBLEMA DELLE RISORSE UMANE



La disponibilità di risorse umane qualificate, che accettino di lavorare di
buon grado in un contesto particolare come il Devero, è considerato uno
degli ostacoli maggiori per lo sviluppo della zona.
Il brain drain affligge l’intera regione da decenni. Il problema del personale
è grave: non si può offrire un contratto full time; la località viene percepita
come “fuori dal mondo” e gli stipendi offerti sono bassi, i ruoli
dequalificati, i turni pesanti: 1000 euro al mese in media con vitto e
alloggio senza giorno di riposo, senza possibilità di svago in loco e solo per
brevi periodi.
Collaboratori qualificati devono essere assunti in regola, pagati bene e
stabilizzati, altrimenti vanno dove il mercato offre loro la possibilità di
metter su famiglia o di fare carriera.
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LA NECESSITA’ DI FORMAZIONE PARTECIPATA E CONTINUA
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
E’ cruciale saper costruire un programma di formazione partecipata
che affronti il problema su vari livelli:
l’intera popolazione del territorio coinvolto, quindi Baceno, la valle e i comuni
contigui;
gli operatori del Devero e chi lavora nelle strutture ricettive;
il gruppo che porterà avanti il progetto di valorizzazione;
gli amministratori locali.
E’ necessario anche rendersi conto che la formazione deve assumere i
connotati della formazione continua, per l’intero arco della vita, in
maniera che sia gli operatori che la popolazione possano recepire la
domanda e modificare la richiesta a secondo del cambiamento delle
esigenze della clientela e dell’ambiente.
La formazione e la valorizzazione devono trasformarsi in
investimento strutturale, permanente, che accompagna il processo di
sviluppo, in modo da coinvolgere l’intera valle e da costruire
possibilità di lavoro di alto livello che trattengano le risorse umane in
valle e riescano ad attrarre professionalità di alto livello ed
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investimenti esterni.
IL TURISMO CAMBIA…..

diminuiscono i figli (in numero assolto) nelle famiglie italiane che possono
permettersi di partire;

diminuisce il numero delle famiglie con figli (in numero assoluto);

aumentano i costi della famiglia con figli, quindi diminuiscono le
possibilità di andare in vacanza;



la vacanza “irrinunciabile” per una famiglia italiana è quella al mare: quella
in montagna avviene in seconda battuta se rimangono risorse a
disposizione. Risorse che sono sempre più scarse;
la concorrenza fra località di montagna aumenta, e non è possibile scendere
di prezzo oltre certi limiti;
visto che la vacanza è legata alle attività all’esterno e allo sport, in caso di
maltempo vengono disdette le prenotazioni e in molti casi si preferisce
perdere la caparra piuttosto che affrontare le spese del viaggio (che, con il
rialzo dei prezzi dei carburanti, sono diventati ingenti).
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IL CERVANDONE COME PUNTO FOCALE DI
UNA NUOVA CONCEZIONE DI TURISMO

In questi ultimi anni, da una parte le necessità di una
società sempre più complessa, in cui i bisogni di
formazione, informazione ed elaborazione condivisa
(vedi i processi di brain storming aziendali)
aumentano con la globalizzazione del mercato del
lavoro, e, dall’altra, le esigenze di organizzare periodi
di condivisione, scambio, discussione autogestiti da
parte di associazioni e gruppi, hanno fatto crescere in
maniera evidente la richiesta di una nuova forma di
turismo: quello chiamato “convegnistico e
congressuale”.
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LE RICHIESTE DI UN CENTRO CONVEGNI

3 sale attrezzate: 2 grandi e 1 più piccola; 1 da almeno 200 posti, le altre da 50/70


Spazio di aggregazione: sala grande, con spazio per 50/60 persone, più un’altra sala
dai 50 ai 70 m2; eventualmente sottotetto come sala grande per spazio relax

Palestra per attività leggera (eventualmente sottotetto)

Sala computer per consultazione mail e lavoro

Biblioteca aperta agli ospiti (eventualmente inseribile in sottotetto)

Uffici e alloggio personale stabile

Attività culturale aperta al territorio

Apertura verso il Nord (Svizzera, Germania) e alla clientela abituata ad usare il treno

Trasporto pubblico comodo da Domodossola

ù



Pensione completa: 50/70 euro in doppia con bagno, per almeno 25/30 persone dai 2
ai 6 pernottamenti
Attività culturale continua, “caratterizzazione” del posto, in maniera che sia
individuabile dalla clientela
Attività promozionale continua, orientata verso alcune “parole chiave” compatibili
con l’uso (per esempio, i valori della montagna)
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IL VALORE AGGIUNTO TURISTICO


L’attività di un centro di formazione si concentra fuori dal
periodi di ferie e durante la settimana: in questo modo, il
Devero potrebbe diventare un luogo frequentato lungo l’intero
corso dell’anno.
Le camere che si potranno costruire all’interno dell’ex hotel
Cervandone sono un numero limitato (è necessario privilegiare
le strutture di formazione se si vuole coprire una fetta
consistente del mercato); si prevede che gli altri alberghi
potranno alloggiare gran parte degli ospiti che parteciperanno
alle iniziative. In questo modo, anche la loro attività verrà
allargata nel tempo e destagionalizzata.
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IL VALORE AGGIUNTO PER LA COMUNITA’

Quando un luogo ricomincia ad essere frequentato per la
maggior parte dell’anno; quando esiste un centro di
aggregazione e di scambio, in cui poter organizzare
iniziative e poter frequentare persone che arrivano per
svolgere un’attività culturale e formativa, quindi già inclini
alla comunicazione; quando esiste un luogo fisico
accogliente deputato a questo tipo di funzione, sempre
aperto, che consenta la crescita umana della popolazione,
può avvenire quel rafforzamento dell’identità che è
presupposto imprescindibile allo sviluppo. E alla
trasformazione di una località da sede di lavoro e di
sfruttamento delle risorse, a luogo di vita per i suoi abitanti,
per la popolazione della valle ed, eventualmente, anche per
gli altri che verranno in seguito.
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- Michela Zucca