La Valnerina è la zona dell’Umbria posta a cavallo, grosso modo, del corso del
fiume Nera.
Anche se un po’ staccati dal fiume, di solito vi si fanno rientrare anche i comuni di
Norcia e Cascia; in questa presentazione verrà trattata anche la città di Spoleto, che
pur non trovandosi propriamente nella valle del Nera, si trova comunque nelle sue
vicinanze.
Proprio Spoleto è stata la capitale di uno dei ducati in cui i Longobardi avevano
diviso i loro domini in Italia. Ma per meglio capire tale dominazione, partiamo
dalla situazione politica italiana precedente al loro arrivo.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), quello d’Oriente era
ancora in vita, e tale rimarrà fino al 1453, anno dell’occupazione della capitale
Costantinopoli (l’antica Bisanzio) da parte dei Turchi.
Nel 527 d.C. sul trono dell’Impero Romano d’Oriente salì Giustiniano, il quale
passerà alla storia soprattutto per aver dato l’incarico a una commissione di giuristi
di ordinare l’immenso patrimonio delle leggi romane in una raccolta organica, che
fu chiamata Corpus iuris civilis. Costui, dopo una guerra durata diciotto anni (dal 535
al 553) riconquistò l’Occidente, tra cui l’Italia, la quale in quel periodo era in mano
ai Goti. Pertanto l’Italia passò sotto il dominio bizantino (l’Impero d’Oriente è
anche detto “bizantino” dall’antico nome della sua capitale). Quale sede del
governo bizantino in Italia fu scelta Ravenna.
Quindici anni dopo, nel 568, una popolazione germanica, i Longobardi, invasero l’Italia sotto la
guida del re Alboino e ne sottomisero, con ferocia, una buona parte. Pertanto l’Italia fu
politicamente divisa in due parti:
• la Longobardia, con capitale Pavia, che era in mano ai Longobardi e all’inizio comprendeva,
all’incirca, tutta l’Italia settentrionale (ad eccezione della Liguria, che verrà annessa in un secondo
momento), l’Emilia, la Toscana, il sud delle Marche, l’est dell’Umbria, gli Abruzzi e la Basilicata;
• la Romània, con capitale Ravenna, che rimaneva sotto il dominio bizantino e che includeva il
resto dell’Italia, isole comprese.
I Longobardi divisero il territorio da loro occupato in ducati, uno dei quali, come detto, era quello
di Spoleto.
Nel 728 il re longobardo Liutprando avanzò verso Roma con l’intenzione di occuparla. Allora
papa Gregorio II andò subito incontro al re e lo indusse non solo a desistere dall’intenzione di
occupare Roma, ma anche a far consegnare alla Chiesa il castello di Sutri (nell’attuale provincia di
Viterbo). Tale donazione segnò l’origine dello Stato Pontificio e, con essa, l’inizio ufficiale del
potere temporale dei Papi.
Più tardi la Chiesa, forse per giustificare tale potere, fece segretamente redigere un documento,
passato alla storia come la “donazione di Costantino”, del quale si dichiarava, falsamente, che
fosse autore l’imperatore romano. In questo documento, che per tutto il Medioevo si credette
autentico (lo stesso Dante lo considerò tale), era scritto che nel 313 d.C. l’imperatore Costantino
fece una donazione di alcuni territori a papa Silvestro, dando così inizio al potere temporale della
Chiesa, che in realtà avrebbe avuto legittimamente inizio, come abbiamo detto, con la donazione
del castello di Sutri oltre quattro secoli dopo.
ACCENDI LE CASSE
Duomo di
Spoleto
È in stile romanico e fu consacrato da
papa Innocenzo III nel 1198.
Tra il 1491 e il 1504 fu aggiunto l’elegante
portico in stile rinascimentale.
Sulla facciata, che presenta ben otto rosoni, c’è un mosaico in stile bizantineggiante, realizzato
da Solsterno nel 1207. Raffigura Cristo tra la Vergine e san Giovanni Battista.
Spoleto - Ponte delle Torri (XIV secolo)
In realtà è un acquedotto. È alto 76 metri e lungo 230.
È percorribile a piedi dai visitatori.
Abbazia di san Pietro in Valle - Fu fatta costruire nell’VIII
secolo dal duca di Spoleto Faroaldo II, che si era fatto monaco.
Abbazia di sant’Eutizio
La chiesa, in stile romanico, che si
trova tra le mura dell’Abbazia fu
edificata tra l’XI e il XIV secolo.
Il rosone della chiesa reca i simboli
dei quattro Evangelisti
Norcia (m 604 s.l.m.) - Piazza san Benedetto
San Benedetto, patrono d’Europa e padre del monachesimo in Occidente, nacque in questa
cittadina umbra nel 480 d.C.
Da sinistra: Palazzo Comunale, Basilica di san Benedetto, Statua del Santo.
Ma Norcia non è solo la località natale di san Benedetto: la
cittadina vanta l’avere diffuso in tutta Italia l’arte di lavorare la
carne di maiale. Infatti sin dal XIII secolo l’esperto addetto alla
preparazione delle carni suine per la conservazione si chiama
“norcino”. Il prosciutto di Norcia è tutelato con il marchio Igp.
La cittadina umbra si fregia del marchio Igp anche per altri suoi
prodotti: la lenticchia di Castelluccio di Norcia (una sua frazione)
e il tartufo nero pregiato di Norcia. Occorre comunque
aggiungere che un po’ tutta l’Umbria, grazie a condizioni
ambientali particolarmente favorevoli, è ricca di tartufi.
A Norcia sono ottimi anche i formaggi (sia di pecora sia di
mucca), il farro, la cicerchia (un legume), ecc.
Il centro di Norcia è pieno di negozi che vendono i suoi prelibati
prodotti gastronomici e non solo.
Cascia - Santuario di santa Rita
È stato consacrato nel 1947
Folle di pellegrini visitano il convento adiacente al santuario di santa Rita.
In questo convento si trova, tra l’altro, la cella in cui visse la Santa.
Santa Rita nacque nel 1381 a Roccaporena, una frazione di Cascia. Quando i suoi genitori si sposarono erano
avanti con gli anni, e Rita nacque solo dopo dodici anni di matrimonio, quando ormai disperavano di avere
figli. Si racconta che la devota madre ebbe la visione di un angelo che le annunciava che avrebbe partorito una
figlia, cui avrebbe dovuto dare il nome di Rita.
Un giorno la piccola Rita fu circondata, senza essere punta, da uno sciame di api. Alcuni di essi si introdussero
nella bocca della bambina e vi depositarono del miele. Nel frattempo un contadino che si era ferito a una
mano con la falce, passando attraverso quel luogo per andarsi a far medicare, vide la bambina in un nugolo di
api, e cercò di cacciarli agitando le braccia; prodigiosamente, vide che la ferita della sua mano si era
completamente rimarginata. L’uomo gridò al miracolo e con lui tutti gli abitanti di Roccaporena che ne
vennero a conoscenza.
All’età di sedici anni Rita fu costretta dai propri genitori a sposare, per interesse, un giovane ufficiale del posto,
il quale aveva un carattere violento. Dal matrimonio nacquero due gemelli.
Una sera, mentre tornava a casa, il marito fu ucciso per motivi politici in un’imboscata.
Quando i suoi figli crebbero, Rita nascose loro la morte violenta del padre, in quanto temeva che essi
avrebbero voluto vendicarla, esponendosi così al pericolo di rovinarsi spiritualmente. La Santa quindi pregò
Cristo di non permettere che le anime dei suoi figli andassero in perdizione, preferendo piuttosto che
morissero. Un anno dopo i due gemelli si ammalarono e morirono.
Senza ormai marito né figli, Rita decise di farsi suora e di entrare nel monastero delle Suore Agostiniane a
Cascia.
Dopo quarant’anni di convento, un giorno, ormai moribonda, ricevette la visita di una sua parente, la quale,
prima di andarsene, le domandò se desiderasse qualcosa della sua casa a Roccaporena; Rita rispose che le
sarebbe piaciuto avere una rosa dell’orto, ma la parente le obiettò che era pieno inverno e non c’erano le rose;
ma lei insistette. Giunta a Roccaporena, la parente andò nell’orticello e in mezzo ad un rosaio vide una bella
rosa sbocciata; sbalordita, la colse e la portò a Rita a Cascia. Grazie a questo miracolo, Rita è conosciuta come
la Santa della “Spina” e della “Rosa”.
Morì a Cascia il 22 maggio 1457.
Roccaporena (fraz. di Cascia) m 707 s.l.m.
È qui che santa Rita nacque
Roccaporena - Altro Santuario di santa Rita
Le foto inserite in questa presentazione sono state scattate nel mese di maggio 2008.
Il sottofondo musicale, che per ridurre la dimensione del file è stato ridotto nella lunghezza e nella
qualità, è tratto dalla romanza per violino e orchestra n. 2 in fa maggiore op. 50 di Beethoven.
Scarica

Presentazione di PowerPoint