Avanza con un clic - Dono della Sapienza, dell'Intelletto, della Scienza, del Consiglio, del Sentire di Essere, della Pietà, saper confidare in Dio Volume due di tre (Seguito del volume uno) INTRODUZIONE Ebrei e cristiani, pur considerando sacri gli stessi libri (rispettivamente Tanakh e l'Antico Testamento), nel corso della storia si sono allontanati reciprocamente nella lettura che ne hanno fatto. Gli studiosi cristiani rileggono nella maniera seguente la festa di Pentecoste dell'Antico Testamento: All'interno del gruppo dei discepoli di Gesù Cristo, seguendo quanto narrato in Atti 2,1-11 la Pentecoste ha perso il significato ebraico per designare invece la discesa dello Spirito Santo, che viene come la nuova legge donata da Dio ai suoi fedeli, e come la nascita della Chiesa cominciando dalla comunità di Gerusalemme, o "comunità gerosolimitana" (At 2,42-48). La ricorrenza di tale evento è diventata un appuntamento fisso del calendario liturgico, è detta anche Festa dello Spirito Santo e conclude le festività del Tempo pasquale. Che Pentecoste sia nata nel periodo apostolico è dichiarato nel settimo frammento attribuito a Sant'Ireneo. In Tertulliano (De bapt. xix) la festa appare già ben definita. Il pellegrino gallico ci dà un resoconto dettagliato del modo solenne in cui veniva osservata a Gerusalemme (Peregrin. Silviæ, ed. Geyer, iv). Le Costituzioni Apostoliche (V, xx, 17) dicono che Pentecoste dura una settimana, ma in Occidente l'ottava si cominciò a celebrare in periodo più tardivo. In Berno di Reichenau (+ 1048) appare che era discusso ai suoi tempi se Pentecoste dovesse avere o no un'ottava. In passato i catecumeni che non potevano essere battezzati a Pasqua venivano battezzati durante la vigilia di Pentecoste, e per questo le cerimonie del sabato vigilia di Pentecoste erano simili a quelli del Sabato santo. La festa della Pentecoste - Domenica di Pentecoste, incluso il Lunedì di Pentecoste, quale giornata festiva a tutti gli effetti civili - è festeggiata con particolare rilevanza nell'Europa occidentale: Germania, Austria, Spagna, Svizzera, Belgio, Francia, Olanda e Lussemburgo. In tutto l'Alto Adige, compreso il capoluogo Bolzano, anche il Lunedì di Pentecoste è ufficialmente giorno festivo. Nel Regno Unito è chiamata Whitsun, contrazione di "White Sunday" (domenica in bianco), a causa delle vesti bianche indossate da coloro che venivano battezzati durante la vigilia. In passato durante l'intera settimana i tribunali non si riunivano e il lavoro servile era vietato. Il concilio di Costanza (1415) limitò tale proibizione ai primi tre giorni della settimana. Il riposo sabbatico del martedì fu abolito nel 1771, e in molte zone di missione anche quello del lunedì, fino ad essere abrogato per l'intera Chiesa da papa Pio X nel 1911. Prima della riforma liturgica il grado liturgico del lunedì e del martedì della settimana di Pentecoste era doppio di prima classe. LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO (Atti degli Apostoli cap. 2) Gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, e come da tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio. “Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua. Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: ‘Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?…”. (Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.) La Via Regale … nei mesi che seguirono gli avvenimenti di Magdala, il Maestro, come molte persone del suo seguito, fu ancora più volte sollecitato da Barabba e dai suoi, sebbene ad ogni incontro ricevessero sempre lo stesso rifiuto categorico. Eravamo da due anni a Cafarnao, quando il Maestro ci disse che si sarebbe assentato più a lungo del solito: “Ho bisogno di un po’ di tempo per paragonare il cammino percorso a quello che ancora mi resta, disse. Un padre non fa di suo figlio una macchina per compiere i suoi disegni e così, offrendomi un corpo d’uomo, il mio Padre celeste mi offrì anche una libertà d’uomo: è un segno d’amore che dovete capire. Le due mani dell’uomo e le scelte di cui dispone per costruire la sua vita sulla terra, sono le premesse della sua futura grandezza più di quanto pensiate. Spogliate queste idee dalle parole che le ricoprono; io vi mostro una via d’Uomo … ma pensando al futuro temo questo: ciò che non è compreso suscita il terrore, il fanatismo o la devozione che inaridisce. Così vi dico, non fate di me un dio. L’aria era ancora fresca e camminavamo di buon passo, facendo domande al Maestro di quanto in quanto: l’isolamento delle settimane precedenti sembrava averlo rafforzato sulle sue posizioni, ed era più fermo che mai sull’impossibilità di stabilire quello che chiamava “il suo vero regno” tra gli uomini della Terra, almeno così come essa si presentava ai suoi occhi. Decise di spiegarsi meglio, cosa che in seguito ci avrebbe aiutato molto. “Queste montagne, queste piante, i vostri corpi, tutto ciò che vive o sembra dormire su questo mondo e sulla moltitudine degli altri, può essere paragonato alla corda di un arco che un dito cosciente viene periodicamente a tendere. Avete notato che quando una corda è pizzicata e poi lasciata andare, vibra così rapidamente da diventare invisibile per un attimo ai vostri occhi; i nostri corpi funzionano allo stesso modo, vibrando in permanenza a contatto di forze che i nostri sensi non possono cogliere; però vibrano così lentamente che non possiamo rendercene conto. È questo che li rende densi e palpabili. Immaginate ora di agire su di essi come sull’arco, con l’energia più potente che esista, quella dell’amore: le loro vibrazioni li sottrarranno agli sguardi dell’uomo ordinario. Così avviene nel mio regno e per i suoi abitanti: gli atomi di cui sono composti si spostano a tale velocità che i nostri occhi non possono scorgerli, né le nostre mani afferrarli. Sappiate dunque che ciò che chiamiamo “reale” riveste molteplici volti che sfidano la ragione e la logica confezionate da certi uomini … Posso dirvi oggi, Fratelli, che non è il mio Regno che devo stabilire su questa Terra, ma è questa Terra che devo portare verso il mio Regno: attiverò la vita del vostro mondo suscitando vibrazioni sottili nei vostri cuori, e forse non mi sono mai espresso in modo tanto concreto; non c’è nessuna teoria poetica in quello che dico, ma piuttosto l’espressione di una geometria del cuore e dell’anima … Gli universi e il firmamento che vedete ogni sera si evolvono secondo queste stesse regole, immersi in un oceano di vita in cui un dito invisibile, quello del Senza Nome, lì porta a vibrare periodicamente secondo ritmi sempre crescenti, la moltitudine dei corpi celesti progredisce così, trasmutata ciclicamente, proiettata da una realtà ad un’altra e fuggendo inevitabilmente i limiti imposti dalla densità. L’Eterno, Fratelli miei, è un musicista che suona note sempre più alte il cui tono, nato dal suo soffio, sale di un grado ogni duemila anni; alla fine del sesto di questi toni, i mondi varcano una tappa vibratoria. Vi dico che sono l’artefice principale del sesto tono, il fermento che deve far vibrare in modo diverso la porta dei cuori alla fine dei due millenni avvenire. Bisogna che la roccia si faccia pietra preziosa, che l’erba sia albero, che l’animale si svegli all’umanità, che l’uomo si spogli per far apparire l’iniziato, simili ai Fratelli delle stelle … Bisogna che nell’angelo fiorisca l’arcangelo, che dal pianeta nasca un sole e che il sole si magnifichi in un Fuoco cosmico centrale. Questo si compirà dapprima con un’eterizzazione della materia e delle coscienze di questo universo, a seguito di una purificazione esterna ed interiore di ogni forma di esistenza. È tutta questione di livello di coscienza: il resto è solo applicazione di questo principio, Fratelli miei. Queste parole ci diedero il capogiro; non eravamo più abituati ad un linguaggio tanto tecnico da parte del Maestro, e tuttavia sentivamo l’urgenza di quelle conoscenze precise che venivano a consolidare la nostra comprensione delle armoniche universali. “Non spiegate queste parole al popolo, disse il Maestro, come se avesse letto la nostra inquietudine, non girate mai più di una pagina per volta, quando parlate della rivelazione. C’è un momento opportuno per ogni cosa, un libro per ognuno: sappiate parlare di raccolto a chi lavora la vigna e i campi, e di pesca a chi ha la barca e l’acqua come unico suo mondo. Non basta sapere, bisogna anche saper tacere, non per dissimulare, ma per mirare all’essenziale evitando certi orizzonti che potrebbero ancora far paura. Tutto quello che vi chiedo, sta in tre parole: amore, progresso, discernimento … Stendetevi a terra, è bene che possiate contemplare la danza dei mondi, saprete che cosa è il dito celeste che fa fremere e vibrare la corda degli universi … Non temete nulla, queste esperienze vi faranno piangere di gioia più che di paura. Separerò la vostra coscienza dalla carne e fluttuerete senza un apparente punto di contatto e mi seguirete. Il Maestro ci chiese di fare silenzio e di restare assolutamente immobili, per un lungo momento restammo semplicemente distesi ad occhi chiusi, cullati dal canto degli uccelli. “Aprite la vostra aura” … Queste poche parole ci scivolarono dentro impercettibilmente, come sussurrate ad ogni cellula. Mi sembrò che qualcuno mi toccasse la bocca dello stomaco e sentii che uscivo lentamente dal corpo: fu come sgusciare in un cono traslucido ed essere aspirata a partire dalla testa. Tutto era accaduto con tale nettezza, con la precisa sensazione di respirare … potevo vedere il mio corpo là sotto, dormire irrigidito, con il sorriso sulle labbra; mi resi conto intanto che anche agli altri era capitata la stessa cosa, e i loro involucri erano abbandonati sull’erba. Una ventina di corpi luminosi cercavano di stabilizzarsi nell’aria, intorno ad una luce prodigiosa che era il Maestro … La sua volontà ci aveva fatto uscire dai corpi, e la natura aveva assunto mille riflessi cangianti, come se si fosse ingegnata ad usare nuovi colori iridescenti: l’erba, i fiori, le valli, erano come un gigantesco arcobaleno fremente di vita. Eccola, la vera vita del nostro pianeta, quella che gli uomini si rifiutano di vedere! Potevamo leggerci nel pensiero e parlare da cuore a cuore, scambiandoci impressioni sottili, trasmettendoci immagini al di là delle parole; era senza dubbio un approccio del grande amore, una fusione con le forze vitali che alimentano il cosmo. Comprendemmo allora che l’anima non conosce barriere e che la vita è un’unica forza che soltanto la mente si accanisce a differenziare in continuo condividere che l’ego ignora. Le forme umane fiammeggianti si riunirono tutt’intorno all’iniziatore vestito di luce: “Venite, disse il Maestro, proiettatevi con me al di la delle montagne, al di la delle nubi … Ci sorrise, e fu come essere trasportati da un raggio di sole in un interminabile ascensione; i nostri corpi distesi e i monti di Galilea con i grappoli di alberi in fiore fuggivano via sotto di noi, e mi parve che intorno ai corpi astrali si fossero formati dei bozzoli di luce bianca. Infine formavamo solo più una sfera lattescente intorno al Maestro, immersi nel firmamento nero come l’inchiostro e tuttavia impregnato di una luce segreta. Da un lato c’era un ammasso apparentemente gassoso, punteggiato di macchie blu, gialle e rosse, simile ad una nube gigantesca cosi tesa da essere lacerata in più punti, e squarciata da piccoli lampi di luce folgorante … La nostra galassia e i suoi soli … “Ecco tutti i vostri mondi, disse piano la voce del Maestro dentro di noi. Ecco un corpo in cui nascono, vivono e muoiono i soli, le lune, e Terre simili alla vostra, interi sistemi planetari che si intersecano girando attorno ad una grande forza sottile, il Fuoco di tutti i soli trascesi, quelli di mio Padre! Nell’immensità cosmica vi sono infiniti corpi come questo, il Senza Nome ha assegnato ad ognuno di essi dei cicli armoniosi, che a loro volta ne comportano altri, e così via, all’infinito. I corpi si intrecciano tra loro come i cicli, e questa è la verità che vi insegno: imparate e riflettete. Colui che conosce i cicli del suo organismo, conoscerà quelli dei corpi dell’oceano cosmico, perché i principi che si moltiplicano all’infinito sono sempre gli stessi, pur con varianti che la mente umana non può concepire, malgrado esse non siano mai causali o arbitrarie. Ecco l’insieme dei mondi fisici sui quali nascete secondo il vostro karma e le vostre necessità di evoluzione … Il dito del Senza Nome si dirige lentamente verso di essi, e vi penetrerà sotto forma di una fantastica nube di energia. Ancora non ve ne accorgete, ma toccherà i vostri pianeti e le vostre stelle fra duemila anni: li farà vibrare su un tono più alto, provocandone l’eterizzazione … Capite dunque quant’è importante preparare le creature a sostenere questo cambiamento necessario per progredire verso la felicità. Non dimenticatevene mai, Fratelli miei, non dimenticatevi di vedere in grande, perché tutto è grande. Il piccolo ha un significato solo nella prigione delle coscienze ridotte; che il vostro amore sia dunque grande, perché è l’unica inestinguibile forza che avvolge ogni cosa. Dovete capire che questi mondi che brillano davanti a voi, e di cui riuscite a vedere solo la corteccia più ordinaria, sono gli organi del corpo di mio Padre … L’Uomo perfetto non è altro che mio Padre, e voi né siete i figli perché siete le particelle del suo corpo. Vi chiama a se affinché la vostra coscienza divenga immensamente più grande e diventiate altri uomini perfetti, creatori di universi … Io sono suo figlio perché ne sono il cuore, il sole, il luogo del suo corpo che vi indica il cammino! Prendete fin d’ora coscienza di ogni cellula del vostro corpo, identificatevi con essa e fate in modo che riescano tutte ad identificarsi in voi. In verità non v’è alcuna differenza tra esse e voi: con questa conoscenza, ma soprattutto con l’amore, fate fin d’ora brillare in tutta la loro luminosità i sette soli fondamentali del vostro corpo, affinché divengano i sette sigilli e le sette Chiese della vostra alleanza con lui. Questa è la via regale della Trasmutazione! Volume due di tre