Realizzato da: PATRIZIA MORONI
Relatori: Funzioni strumentali DSA, Patrizia Moroni , Maria Fallato, Francesca
Forconi, Sandra Piccioli
Istituto Comprensivo Statale Greve in Chianti - Anno scolastico 2014-2015
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Normativa di riferimento sui DSA
Testo della Legge 170/2010
Decreto Attuativo della Legge 170
Linee guida per il diritto allo studio degli studenti con DSA
Consensus Conference DSA
Normativa di riferimento sui BES
Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012
Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali
e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica
Circolare ministeriale 6 marzo 2013
Indicazioni Operative inerenti la Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012.
La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA).Con questo termine ci si riferisce ai soli
disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a:
DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA,
DISPRASSIA E DISCALCULIA.
Già nella scuola dell'infanzia bambini che presentano
uno sviluppo linguistico (sia in produzione e/o comprensione) atipico, come parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero consultare il pediatra che nel
bilancio di salute annuale deve monitorare le situazioni a rischio valutando anche l'anamnesi familiare
(presenza di disturbo specifico del linguaggio,
dislessia) ed inviando il bambino alle strutture
competenti.
DSL (disturbo specifico del linguaggio) E DSA
(disturbo specifico dell’apprendimento)
Gli studi hanno evidenziato come esista una stretta
correlazione tra i DSL (Disturbi Specifici del
Linguaggio) che si manifestano in età prescolare e i
DSA che emergono in età scolare, pertanto qualunque
disturbo del linguaggio non deve essere mai sminuito, il
genitore, prima dell'insegnante stesso, deve prestare
attenzione all'evoluzione linguistica del proprio
bambino portandolo il più precocemente possibile a un
controllo specialistico. A volte c'è la tendenza da parte
dei pediatri, dei famigliari o degli insegnanti di
"sminuire" alcune difficoltà tendendo ad attribuirle a
una caratteristica di crescita specifica del bambino.
MA COME SI PRESENTANO I BAMBINI DSL?
I bimbi con un DSL non manifestano solo difficoltà nella
pronuncia o nell'articolazione di certi suoni ma anche:
-confusione tra suoni simili;
- incapacità nel discriminare i suoni iniziali, centrali e
finali delle parole: anche se gli abbiamo ripetuto 1000
volte che MELA inizia con M , quando gli chiediamo con
che lettera inizia MELA non sanno rispondere o
rispondono una lettera diversa;
- incapacità a segmentare la parola in sillabe e ricostruirla,
cosa che invece sa fare un bimbo senza DSL;
- difficoltà a strutturare ed organizzare una frase (capita
quando il bambino vuole raccontarci cosa ha fatto dai
nonni e inizia a prendere il discorso alla lontana, facendo
giri strani tanto che ascoltandolo ci chiediamo: "ma dove
vuole arrivare"? );
- fatica ad usare termini nuovi perché non riesce a
imprimerli nella memoria e non riesce a ripescarli quando
gli servono per un discorso. Ciò è legato al punto
precedente: il bambino è prolisso nel suo racconto perché
fatica a tirare fuori dalla memoria a lungo termine i
termini corretti per strutturare in modo coerente la frase
che ha in testa.
COSA DEVO FARE COME INSEGNANTE?
Come insegnante devo condurre osservazioni attraverso il gioco.
Oltre che al linguaggio devo prestare attenzione a:
- difficoltà motorie: sono goffi nel vestirsi e svestirsi, non sanno
legarsi le scarpe
- difficoltà visuo/spaziali: i bimbi DSL hanno un uso confuso e
disordinato dello spazio;non sanno riconoscere una parte visiva,non
sanno pescare l'unità grafica nella memoria trasferendola nel foglio;
non ricordano la struttura delle lettere o dei segni pertanto
necessitano del supporto di materiale strutturato.
- l'attenzione è labile e non viene mantenuta nemmeno per breve
tempo
- difficoltà nel ricordare e riprodurre filastrocche o semplici poesie
COSA POSSO FARE DIDATTICAMENTE?
sono consigliati molti giochi linguistici per osservare
la capacità metafonologica (capacità di manipolare la
parola) prima e per allenarla poi:
- è arrivato un bastimento carico di...
-dimmi una parola lunga e una corta
-giochi con le carte figurate raffiguranti molto oggetti
che il bambino deve pescare e nominare
- creare un ambiente stimolante che ricordi al
bambino le parole
Dove possibile è preferibile costruire il materiale con
il bambino.
I bambini con Disturbo dell’Apprendimento sono,
solitamente, bambini sani (dal punto di vista fisico,
psicologico e sociale), ma con evidenti problemi di
apprendimento che interferiscono, in modo
significativo, con i risultati scolastici o con le attività
della vita quotidiana che richiedono capacità di
lettura, di calcolo o di scrittura.
I Disturbi dell’Apprendimento hanno una
prevalenza intorno al 10% della popolazione
scolastica. Quando l’area problematica riguarda la
lettura, possiamo parlare di:
Disturbo della Lettura, o Dislessia.
Il problema di lettura può riguardare la
velocità (lettura molto lenta e stentata), la
correttezza (lettura caratterizzata da frequenti
errori), la comprensione (gravi difficoltà a
capire il significato del testo letto), o una
combinazione qualsiasi di questi tre elementi.
Il 60-80% dei soggetti a cui viene
diagnosticato il disturbo sono maschi anche se
le procedure di segnalazione possono risultare
fuorvianti rispetto a tale identificazione perché
i maschi presentano più spesso comportamenti
dirompenti associati.
Disturbo della Lettura, da solo o in
associazione con il Disturbo del Calcolo o il
Disturbo dell’Espressione Scritta o della
coordinazione e del movimento è
responsabile di circa 4 casi su 5 di Disturbo
dell’Apprendimento. Con la diagnosi e
l’intervento precoce, la prognosi è buona, in
una percentuale significativa di casi.
Dis-comprensione
La lettura è un’abilità complessa che coinvolge vari
aspetti. Lo scopo della lettura non è solo quello di
decifrare le parole scritte su un foglio, ma è quello di
comprendere il significato del testo. Comprendere vuol
dire cogliere il significato di ciò che si sta leggendo e
partendo da questa premessa cerchiamo di spiegare in
cosa consiste il disturbo specifico di comprensione del
testo scritto.
Che cos’è il disturbo specifico di comprensione del
testo ?
Rientra nei disturbi specifici dell’apprendimento e può
insorgere durante la fanciullezza e la prima adolescenza.
Il disturbo di comprensione si caratterizza per la
difficoltà a comprendere in modo adeguato il significato
del testo. Bisogna fare attenzione nel distinguere la difficoltà di comprensione dal disturbo di comprensione.
Nella difficoltà di comprensione il problema che il
bambino incontra può essere attribuito a fattori come
l’istruzione, l’ambiente familiare o socioculturale,
mentre questi fattori non sono alla base del disturbo di
comprensione.
Le caratteristiche che un soggetto con tale disturbo
incontra durante la lettura sono:
1) Una prestazione al di sotto della norma in prove
specifiche che valutano la comprensione del testo;
2) Un livello intellettivo nella norma e comunque
consistentemente più elevato rispetto agli esiti nella
prova di comprensione;
3) Nessuna situazione di svantaggio socioculturale o di
carenza di istruzione che possa spiegare per se stessa la
difficoltà;
4) Nessun ritardo mentale o deficit di tipo sensoriale
(visivo o uditivo), cui possa essere attribuibile il deficit
di comprensione.
Disturbo di comprensione del testo e successo
scolastico
La comprensione del testo svolge un ruolo rilevante
nell’apprendimento scolastico. Un bambino con
difficoltà di comprensione del testo non dovrà
rinunciare al suo percorso di studi, ma il suo cammino
procederà in modo più lento e difficoltoso, avrà risultati
più scadenti e questo suo problema influenzerà le
successive scelte scolastiche. Anche a livello emotivomotivazionale la difficoltà di comprensione del testo
avrà delle ripercussioni, poiché le frustrazioni vissute in
ambito scolastico alimenteranno in lui la convinzione di
“non essere in grado di…” o di essere incapace.
Valutazione e Trattamento
Per valutare la capacità di comprensione possono essere
utilizzate le “Prove di comprensione MT” distinte a
seconda della fascia scolastica di appartenenza. Al
bambino, a seconda dell’età, viene presentato un brano
che si differenzia per contenuto, complessità sintattica,
lessicale e per le caratteristiche grafiche del testo. Il brano
è seguito da una serie di domande a scelta multipla.
Viene chiesto al bambino di leggere il brano e di
rispondere in seguito alle domande sempre avendo a
disposizione il testo in modo che la valutazione riguardi
solo la capacità di comprensione del testo e non altre
abilità.
Come aiutare i bambini con disturbo di
comprensione?
Per quanto riguarda i trattamenti utili per migliorare il
disturbo di comprensione, essi possono interessare due
diversi aspetti:
1) Si può lavorare sulle abilità che riguardano il processo di
comprensione come: fare collegamenti logici fra alcune parti
del testo o sottolineare le parti più importanti del testo,
quindi porre più attenzione agli aspetti cognitivi che tale
difficoltà comporta.
2) Si può cercare di intervenire sulle abilità metacognitive
del lettore, potenziando le conoscenze o istruendolo sulle
strategie utili per la comprensione.
(Dal libro “I disturbi dello sviluppo” (a cura di S. Vicari e M. Cristina Caselli ed. il Mulino 2002)
una sintesi del capitolo di Carretti B., Cornoldi C., De Beni R.)
Il disturbo dell’espressione scritta: disgrafia e
disortografia evolutiva.
La disgrafia
La disgrafia, ossia la cosiddetta "brutta scrittura"
o "scrittura illeggibile" è un fenomeno in continuo
aumento nelle scuole italiane e riguarda bambini
della scuola primaria fino a giovani adulti che
frequentano l'Università.
Spesso i bambini e i ragazzi disgrafici possiedono
buone capacità di lettura e non sono dislessici, come
si tende a credere di solito.
Qualche altra volta dal fatto che i bambini possono
attraversare momenti di disagio affettivo che rendono
improvvisamente illeggibile ed oscura la loro
scrittura.
Si manifesta in una scrittura: eccessivamente lenta o
rapida irregolare, illeggibile a scatti, disarmonica e
non fluida con alterazioni nelle legature, direzionalità e dimensioni delle lettere con pressione alterata
quando la mano si stanca subito, quando l’impugna-
tura è scorretta, quando non è conforme rispetto
all’età.
Il disgrafico vede ciò che vuole scrivere, ma non sa
tradurre in schemi motori quello che percepisce
oppure
ha difficoltà a percepire quello che vede
d–b?
p–q?
La disortografia è la difficoltà di tradurre correttamente i suoni in simboli grafici in soggetti indenni
dal punto di vista cognitivo, sensoriale, neurologico,
socio-culturale e relazionale e che hanno usufruito di
normali opportunità educative e scolastiche. Ci si
riferisce a problemi specificatamente ortografici e/o
fonologici escludendo i problemi grafo-motori che
rientrano nella disgrafia o nella disprassia.
Gli errori tipici che compiono i soggetti con
disortografia evolutiva sono i seguenti:
· Errori fonologici (omissioni,sostituzioni,aggiunte,
inversioni)
· Errori non fonologici (scambio di grafema
omofono)
· Errori semantico-lessicali (separazioni e fusioni
illegali, omissione o aggiunta di h).
Cosa si intende per Disprassia?
Secondo il DSM IV la Disprassia
viene generalmente inclusa nella
definizione di DCD (Developmental
Coordination Desorder), in italiano
Disturbi della Coordinazione
Motoria, ovvero Disturbo nel quale
le prestazioni in compiti di
coordinazione motoria, fini o grosso
motori, sono significativamente al di
sotto del livello atteso rispetto
all’età e allo sviluppo intellettivo.
È infatti riconosciuta come un disturbo congenito
o acquisito precocemente che, pur non alterando
nella sua globalità lo sviluppo motorio, comporta
difficoltà nella gestione dei movimenti comunemente utilizzati nelle attività quotidiane (ad es.
vestirsi, svestirsi, allacciarsi le scarpe) e nel
compiere gesti espressivi che servono a comunicare emozioni, stati d’animo; inoltre è deficitaria
la capacità di compiere abilità manuali e abilità
gestuali a contenuto prevalentemente simbolico.
È necessario distinguere i due termini: disturbo di
movimento e disprassia: infatti mentre il primo
può essere incluso nella definizione di DCD
( disturbo della coordinazione motoria),
il secondo, implica una difficoltà soprattutto rispetto
alla capacità di pianificare, programmare ed
eseguire una serie di movimenti deputati al
raggiungimento di uno scopo o di un obiettivo, per:
1. mancata acquisizione di attività intenzionali
intese come abilità e competenze, o acquisizione
di strategie povere e stereotipate;
2. ridotta capacità di rappresentarsi “l’oggetto” su
cui agire l’intera azione o le sequenze che la
compongono;
3. difficoltà a coordinare e ordinare in serie i
relativi movimenti elementari in vista di uno
scopo (pianificazione e programmazione dell’atto
motorio).
Come riconoscerli?
1. Difficoltà di coordinazione, presente dalle
prime fasi di sviluppo e non dipendente da deficit
neurosensoriali e neuromotori; il deficit della
coordinazione motoria non può essere spiegato
da una condizione di ritardo mentale.
2. Entità della compromissione variabile e
modificabile in funzione dell’età.
3. Ritardo di acquisizione, (non costante), delle
tappe di sviluppo motorio, a volte accompagnato
da ritardo dello sviluppo del linguaggio
(componenti articolatorie).
4. Goffaggine nei movimenti.
5. Ritardo nell’organizzazione del gioco e del
disegno con difficoltà in compiti visuo- spaziali e
deficit costruttivo
6. Difficoltà in compiti visuo-spaziali
7. Presenza di segni neurologici sfumati, privi di
sicuro significato localizzatorio.
8. Presenza (non costante) di difficoltà scolastiche
e di problemi socio-emotivo-comportamentali.
Il Disturbo del Calcolo (Discalculia) è caratterizzato da una capacità di calcolo sostanzialmente inferiore a quella prevista in base all’età del soggetto, alle
sue capacità intellettive e ad un’istruzione adeguata
all’età. La frequenza del disturbo è stata stimata a
circa 1 caso su 5 di Disturbo dell’Apprendimento.
Si valuta che l’1% circa dei bambini in età scolare
abbia un Disturbo del Calcolo.
PROVE E TEST
Esistono molti libri di test per i vari disturbi specifici
dell’apprendimento, i più storici e accreditati sono quelli della
Erickson, visibili sul sito www.erickson.it, ma negli ultimi
anni anche altre case editrici si sono uniformate alla Erickson
mettendo in commercio prodotti similari.
Se un insegnante comunque è in grado di riconoscere i vari
tipi di errori, commessi dai bambini con DSA, può proporre
dei brani, e attraverso una correzione mirata, arrivare a
riconoscere se in quel bambino ci possono essere gli estremi
per un approfondimento. Tale approfondimento all’inizio può
prevedere ulteriori prove come la rilevazione DSA effettuata
dalla funzione strumentale ed in seguito eventuali
accertamenti presso il Neuropsichiatra di zona.
ERRORE FONOLOGICO:
SCAMBIO DI GRAFEMI: folpe - volpe
OMISSIONE O AGGIUNTA DI LETTERE O SILLABE:
taolo - tavolo
INVERSIONE: li - il
GRAFEMA INESATTO: pese - pesce
ERRORE NON FONOLOGICO:
SEPARAZIONE ILLEGALE: PAR LO
FUSIONE ILLEGALE: LACQUA
SCAMBIO DI GRAFEMA C/Q/CQ: SQUOLA
OMISSIONE O AGGIUNTA DI H
USO DELLE MAIUSCOLE
ERRORI FONETICI:
Riguardano soprattutto la forma ortografica e
derivano sia da una scorretta analisi uditiva delle
differenze fonetiche, sia dallo sviluppo delle
competenze ortografiche.
- accenti
- doppie
Il dislessico e la lingua straniera
Il DSA ha particolari problemi di fronte allo studio di
una lingua straniera. All’iniziale curiosità, segue la
scoperta delle difficoltà. Ne consegue una caduta
dell’autostima e l’insorgere di stati ansiosi, seguiti da
atteggiamenti volti ad evitare o ad aggirare gli
ostacoli o di resistenza passiva. Per evitare che ciò
accada, il docente dovrà formulare un patto
formativo chiaro e condiviso sugli obiettivi, sfruttare
la dimensione ludica dell’apprendimento linguistico,
privilegiare l’oralità fin dai percorsi della scuola
primaria, proporsi obiettivi realizzabili.
In ogni caso, dovrà tenere conto dei problemi del
dislessico:
•lentezza nel recupero lessicale
•difficoltà ad acquisire la terminologia specifica
•difficoltà nella stesura del testo scritto
•difficoltà nel prendere appunti
•lentezza nell’esecuzione delle verifiche
•alto livello di frustrazione
•dubbi sul proprio livello intellettivo
•facile stanchezza.
Le lingue non presentano tutte le stesse difficoltà.
Infatti si differenziano significativamente
nell’ortografia e nella struttura sillabica. L’inglese è
una lingua “opaca”, caratterizzata dalla discrepanza
tra la dimensione fonetica e grafica. Questo è un
problema per il dislessico, che scrive le parole
esattamente come le sente. Però è in grado di
compensare la difficoltà nella competenza fonetica
con la competenza pragmatica, per cui le abilità
linguistiche si attivano e si sviluppano all’interno di
situazioni comunicative.
Per questo anche i DSA possono studiare le lingue
straniere. Naturalmente con alcuni accorgimenti:
evitare lo studio mnemonico e l’esposizione teorica
di regole grammaticali.
Il Quadro comune europeo di riferimento per le
lingue considera quattro abilità, di fronte alle quali il
DSA reagisce con modalità variegate e in modo più o
meno positivo. L’abilità che crea generalmente meno
problemi è l’ascolto, mentre per le altre (produzione
orale e scritta, lettura) la reazione può essere molto
variabile a seconda delle peculiarità del singolo e
della gravità del disturbo, e richiedere l’uso di un
maggiore o minore numero di strumenti
compensativi.
L’ATTENZIONE:
Processo cognitivo che permette di
selezionare stimoli ambientali
ignorandone altri.
Categorie generali:
•Attenzione focale e selettiva
•Attenzione distributiva
•Attenzione selettiva visiva
•Attenzione selettiva uditiva Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
COMPONENTI DELL’ATTENZIONE
1)ATTIVAZIONE: quantità di risorse a
disposizione del processo in un
determinato momento. Un individuo è più
efficiente quando sa regolare l’attivazione
2)ALLERTA:quando ci prepariamo per una
risposta e può essere specifico o
aspecifico; è una fase che può durare
tantissimo.
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
ATTENZIONE SELETTIVA
• ANCORAGGIO ( può avvenire in modo
involontario , ma poi subentra la
componente volontaria)
•DISANCORAGGIO
•SPOSTAMENTO
•SPAN VISIVO (ampiezza del focus)
•ATTENZIONE SPAZIALE (quantità di
risorse)
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
CONDIZIONI NECESSARIE PER
L’ ANCORAGGIO
•Stato di freschezza /riposo
•Intensità dello stimolo
•Novità dello stimolo
•Abitudine allo stimolo
•Interesse
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
DISANCORAGGIO
•Esaurimento dell’interesse
•Prevalenza di uno stimolo competitivo
dal punto di vista fisico
•Interferenze
•Motivazione
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
LE RISORSE ATTENTIVE
Per risorsa attentiva si intende la quantità di
“energia mentale” che viene impiegata in un compito.
Interessa la quantità di neuroni che vengono attivati e
il numero di schemi che un individuo può tenere in
mente simultaneamente.
Le risorse attentive sono:
•Limitate
•Esauribili
•Influenzabili dal sistema emotivo
•Allenabili
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
ATTENZIONE E LETTURA
Span visivo ( punti di fissazione – movimenti
oculari)
Span attentivo
aspetti spaziali
aspetti temporali
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
SPAN VISIVO E DISLESSIA
Quando si comincia a leggere si sviluppa
una asimmetria, cioè si legge la prima
parte della parola (verso destra) in modo
netto e il proseguo (verso sinistra ) in
modo meno netto, questo ci consente di
fare una previsione di ciò che c’è scritto.
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
SPAN VISIVO: Punto di fissazione
5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16……
Og n i
ma t t i n a
m i
s v e g l i ……..
Area d’identificazione
Area percepibile
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
Come si può vedere dalla diapositiva
precedente il numero di fissazioni nel
dislessico è molto più alto, quindi la lettura
in un dislessico ha un alto costo soprattutto
se il testo è scritto piccolo e poco chiaro.
Quindi per aiutare un dislessico nella lettura
è necessario scegliere bene il tipo di
carattere, la grandezza, la spaziatura:
Il font consigliato è ARIAL dimensione 15
con doppia spaziatura
Altra componente è la difficoltà del contenuto
e le parole non note che, se per un normolettore possono creare un momentaneo
rallentamento, per un dislessico, aggiunte alla
difficoltà di lettura, creano una non
comprensione:
QUINDI
Alla scuola media non si può pretendere che
un dislessico possa leggere e comprendere
ciò che legge, servono altri accorgimenti.
LA MEMORIA
Capacità del cervello di conservare informazioni
nel breve e lungo periodo:
•Codifica
•Immagazzinamento /ritenzione
•Recupero: riconoscimento/ricordo
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
LA MEMORIA
Il sistema di memoria procedurale
• Serve per imparare tutto ciò che è nuovo
• In particolare sequenze sia motorie che cognitive
• Sistema di scoperta delle regole
• Fissa sequenze in maniera duratura
• Porta alla loro automatizzazione
• Esercita il controllo sulle sequenze apprese
anche quando sono realizzate in modo
automatico
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Troina 13-14 settembre 2013
Conoscere la dislessia
• È la manifestazione di una differenza, che oggi viene
definita neurodiversità, NEUROVARIETA’ (non malattia,
non lesione, non patologia) ma sviluppo neurologico
atipico, espressione della varianza della popolazione.
• Lo sviluppo atipico interessa principalmente processi di
apprendimento implicito, non facilmente identificabili
isolatamente
• Le componenti implicite (procedurali) partecipano alla
costruzione dei macroapprendimenti (espliciti) e
possono influenzarli in misura significativa
• Piccoli deficit funzionali possono dunque provocare
difficoltà macroscopiche
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Troina 13-14 settembre 2013
MEMORIA DI LAVORO O MEMORIA A
BREVE TERMINE
Capacità di mantenere in mente e manipolare
informazioni per un breve periodo di tempo.
E’ una capacità implicita in molteplici attività
della vita quotidiana
•Trattenere indicazioni stradali
•Ripetere una parola in lingua straniera
•Ricordare gli elementi da acquistare e
calcolare il costo
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
•Eseguire una ricetta
Milano 12-13 Settembre 2014
MEMORIA DI LAVORO E
APPRENDIMENTO DELLA LETTURA
•Deficit di memoria di lavoro e difficoltà di
fissare il rapporto fra le lettere e i suoni
•Difficoltà nell’accesso lessicale
•Difficoltà nella comprensione del
significato e causa del sovraccarico della
memoria fonologica nelle attività di fusione
fonemica
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
SVILUPPO DELLA MEMORIA DI
LAVORO
•Si sviluppa dai 4 ai 15 anni
•All’inizio prevale l’aspetto di
immagazzinamento, successivamente
(dopo i 6 anni) si sviluppa anche
l’attività di processing (si fanno
connessioni fra le informazioni
Da: Giacomo Stella
immagazzinate)
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
MEMORIA VERBALE A BREVE TERMINE
•Unicamente attività di immagazzinamento per
pochi secondi
•Può essere rinforzata attraverso il meccanismo
di rehearsal (ripetizione, narrazione,
enumerazione)
•Lo stimolo permane per circa 2 secondi e poi
decade, se non rinforzato
•Il rehearsal viene attuato a partire dai sette
anni
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
MEMORIA DI LAVORO E QI
•Molti dei compiti per determinare il QI sono
influenzati dalla memoria di lavoro
•La memoria di lavoro misura un range di
abilità molto più limitato
•Il QI è fortemente influenzato dal background
culturale
•La memoria di lavoro è poco influenzata dal
background
•Spesso il QI è distinto dalla memoria di lavoro
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
CARATTERISTICHE DEL DEFICIT
DI MEMORIA DI LAVORO
•Difficoltà nel seguire istruzioni
•Difficoltà nel combinare immagazzinamento nel
processing
•Difficoltà nel monitoraggio dell’attività (a che
punto sono?)
•Difficoltà ad autocorreggersi
•Difficoltà a procedere da soli
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
CONSEGUENZE
•Perdita di attenzione
•Mind wandering (vagare della mente)
•Scarsa interazione nel gruppo
•No difficoltà nel rapporto con i pari
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
MEMORIA DI LAVORO E SUCCESSO
SCOLASTICO
•La memoria di lavoro costituisce un buon predittore
delle abilità di lettura e aritmetiche
•L’insuccesso nelle attività scolastiche è dovuto al
sovraccarico di richiesta di memoria di lavoro nelle
attività di apprendimento strutturato
•Lettura:
• mancata stabilizzazione delle corrispondenze
•Rapporto con il significato
•Comprensione del testo
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
MEMORIA DI LAVORO E MATEMATICA
•La Memoria di lavoro è sicuramente un
fattore chiave per i processi di elaborazione
numerica
•Mantenere informazioni in memoria:
•Calcolo
•Risultati parziali
•Procedure
•Sequenze
•Prestiti
Da: Giacomo Stella
•Riporti
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
•Tabelline
MEMORIA DI LAVORO E DIFFICOLTA’
IN ARITMETICA
•Esempi di sovraccarico
nell’immagazzinamento
•Difficoltà nella sequenza numerica
•Necessità prolungata dell’uso delle dita
•Difficoltà a ricordare i segni
•Difficoltà nel processing
•Procedure di calcolo
•Switch (cambiare tipo di procedura)
•Integrare facilitatori nel compito
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
PRINCIPI DI INTERVENTO
•Riconoscere l’inefficienza della memoria di
lavoro
•Seguire il bambino più da vicino
•Soppesare i carichi di memoria
•Ridurre i carichi di memoria
•Ripetere le informazioni importanti
•Incoraggiare l’uso di supporti per la memoria
•Suggerire al bambino strategie per
supportare la memoria
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
COME RICONOSCERE LE DIFFICOLTA’
DELLA MEMORI A DI LAVORO
•Ripetizione incompleta o oblio
•Nella ripetizioni di frasi
•Nella scrittura dettata di una frase
•Incapacità di seguire le istruzioni
•Errori di seriazione
•Nell’enumerazione
•Nella trascrizione (parole saltate o scritte due volte)
•Abbandono dell’attività
•Perdersi o vagare con la mente
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio
Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
SEGUIRE IL BAMBINO DA VICINO
•Cercare di identificare e di descrivere
accuratamente le difficoltà di memoria di
lavoro
•Chiedere al bambino passo passo quello
che sta per fare
•Chiedergli di dire qual è il termine di
un’attività
•Ripetere spesso le informazioni
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
VALUTARE IL CARICO DI LAVORO DELLE ATTIVITA’
DA APPRENDERE
•Ridurre la lunghezza
•Ridurre la durata dell’attività
•Proporre in autonomia contenuti o attività familiari
•Non proporre in contemporanea attività di
manipolazione e di immagazzinamento o recupero
(eseguire una moltiplicazione)
•Ridurre la quantità di materiale
•Aumentare la sua valenza e familiarità
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
•Semplificare i processi mentali coinvolti
•Struttura grammaticale
•Lessico
•Ristrutturare attività complesse
•Sequenze
•Uso di segnali
•Uso di supporti
RIPETIZIONE FREQUENTE
•Abituare il bambino a chiedere ripetizioni
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
USO DI SUPPORTI DI MEMORIA
Calendari
Linea dei numeri
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Tabelle delle regole
Dizionari personalizzati
AIUTO A SVILUPPARE STRATEGIE
•Chiedere aiuto
•Rehearsal (ripetizione, narrazione, enumerazione…)
•Prendere nota
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Milano 12-13 Settembre 2014
Siamo tutti diversi
• La scuola UMILIA le differenze
– tabelline
• La didattica richiede adesione ad un modello
unico
– Si scrive in corsivo
• Si confonde la prestazione con la competenza
• La convenzionalità con la standardizzazione
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Troina 13-14 settembre 2013
Apprendimento e scuola amica
• La chiave di volta è il successo
• Ogni azione deve avere un margine di
successo
• Ogni proposta didattica deve tener conto della
necessità di avere successo
• Se la scuola VIOLA questo principio, tradisce la
sua funzione didattica
• Gli strumenti compensativi consentono di
raggiungere il successo nelle azioni
• Inducono a ripetere
• Generano esperienza
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
• Producono competenza
Troina 13-14 settembre 2013
Apprendimento e ripetizione
L’apprendimento è un processo
esperienza - dipendente
Più esperienza = più apprendimento
ripetizione
successo
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Troina 13-14 settembre 2013
Se non riesco ad imparare
nel modo in cui insegni,
potresti insegnare nel
modo in cui io imparo?
Harry Chasty, 1984
Da: Giacomo Stella
Università di Modena e Reggio Emilia
Troina 13-14 settembre 2013
Da evitare sarà: il ritardo nella diagnosi!
E, di conseguenza, del trattamento, perché
può portare ad un accumulo di difficoltà.
La metodologia
La metodologia suggerita per i DSA si accorda con
quanto previsto a livello europeo: in futuro le
prestazioni verranno valutate per competenze, in
ambito pluridisciplinare. In quest’ottica andrà
ripensato il sistema di valutazione, e sarà necessario
costruire segmenti di insegnamento autoconsistenti,
indicando altresì gli strumenti e le modalità per la
valutazione dei risultati.
Il dislessico trarrà vantaggio da accorgimenti
particolari, che è bene sintetizzare:
•fornire e favorire l’uso di schemi, mappe mentali e
mappe concettuali, anche su supporto digitalizzato e
incentivarne l’uso durante le interrogazioni per
favorire l’esposizione.
•Permettere allo studente di esercitarsi in situazioni
simulate con il compagno nel ruolo dell’insegnante.
•Consentire la libera circolazione degli appunti in
classe.
•Astenersi dal richiedere uno studio mnemonico e
nozionistico con termini tecnici difficili o parole a
bassa frequenza da ricordare.
•Collaborare con i docenti tutor pomeridiani,
concordando obiettivi;
•prestare attenzione alla gestione del diario;
•adottare un libro di testo utilizzabile con la LIM,
Lavagna Interattiva Multimediale.
È importante che si instauri un rapporto costruttivo
tra docente e studente: quindi è fondamentale
condividere gli obiettivi, esplicitare le modalità degli
esercizi, sostenere costruttivamente, evitare
l’approccio punitivo e non rinforzante, abituare gli
alunni all’autocorrezione e all’autovalutazione.
Ricordiamoci che tutto ciò che non è
vietato è permesso e va a vantaggio di
tutta la classe; queste strategie sono per la
maggior parte valide per tutti gli studenti
perché incrementano l’attenzione di tutta
la classe, rendono più coinvolgente la
lezione frontale, stimolano la
partecipazione attiva degli studenti.
RICORDIAMOCI
CHE
IL D.S.A. NON SI
PUO’ ADATTARE
AL METODO,
DEVE ESSERE
L’INSEGNANTE
CHE SI ADATTA
AL D.S.A.
…e sono felici di imparare!!!
QUINDI
Poiché noi insegnanti abbiamo la responsabilità
individuale del successo formativo è nostro
dovere cercare di migliorare l’efficacia del
processo di apprendimento-insegnamento
senza delegare ad altri colleghi o figure
educative, insomma SENZA SE E SENZA MA
(es: “ma io ho sempre fatto così…”) attraverso:
-Organizzazione di una didattica personalizzata
-Costruzione di un clima inclusivo
-Costruzione di dialogo fra scuola e famiglia
-Collaborazione fra scuola-famiglia-servizi
sociali
-Scelta di metodi didattici adeguati
-L’utilizzo della valutazione come strumento
che apre nuove azioni
METTERSI IN GIOCO
Dobbiamo imparare a stare
dentro l’incertezza che da sempre
accompagna i percorsi di ricerca
e offrire il meglio di noi a questi
bambini, senza minimizzare i loro
bisogni.
Se riusciamo a fare questo, per
loro, abbiamo già fatto molto.
….Spesso il professore non è preparato, non sa di
avere davanti a sé un bambino cliente. Però lo può
salvare “l’amore”, parola che non si dovrebbe usare
ma che ha un potere magico. «La paura fu proprio la
costante di tutta la mia carriera scolastica: il suo
chiavistello… E quando divenni insegnante la mia
priorità fu alleviare la paura dei miei allievi peggiori per
far saltare quel chiavistello, affinché il sapere avesse
una possibilità di passare»….. «Ho sempre pensato
che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli
insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola se
non tre o quattro insegnanti?».
Daniel Pennac
SITOGRAFIA aggiornata a settembre 2014
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/06/disturbi-specifici-dapprendimentomateriali-di-formazione/
http://www.lineeguidadsa.it/procedure/procedure.php
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/06/tavola-con-asticine-delladdizione/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/06/valutare-gli-alunni-con-bes-guidagratuita/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/07/ricerche-di-storia/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/07/ricerche-di-geografia/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/07/grammatica-italiana/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/07/bes-modello-regionale-di-pianodidattico-personalizzato-pdp/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/08/dsa-e-piano-didattico-personalizzatopdp/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/09/in-arrivo-una-nuova-circolare-sui-bes/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/10/non-serve-la-certificazione-perottenere-le-misure-compensative-e-dispensative/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/10/15/matrematicamente-scuola-primaria/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/11/25/bes-un-cd-di-materialioperativi-per-lavorare-con-gli-alunni/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/11/25/disprassia-e-disgrafia-ledifficolta-della-pianificazione-motoria/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/11/25/comprendere-i-dsa-conle-mappe-concettuali-guida-gratuita-in-pdf/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/11/28/libretto-dsa/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/11/28/materiali-seminario-ibambini-con-dsa-nella-scuola-4-settembre-2013-2/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/01/cosa-cambia-alla-lucedella-nuova-sui-bes-del-22-11-2013/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/11/30/bes-contributi-sullanota-ministeriale-22-11-2013/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/04/prof-fornasa-processi-disviluppo-e-dsa/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/05/dsa-sintesi-vocale-ivona/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/05/youtube-inclusione-edintegrazione/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/08/la-dislessia/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/08/canali-youtube/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/08/la-disgrafia/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/08/la-disortografia-evolutiva/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/09/wechsler-intelligence-scale-forchildren-wisc/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/10/il-disturbo-di-comprensione-deltesto/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/10/il-disturbo-specifico-dicomprensione-del-testo-scritto/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/12/wisc-iv-wechsler-intelligencescale-for-children-iv/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/12/dislessia-prove-di-lettura-e-test/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/12/dislessia-scuola-dellinfanzia-eprimaria-proposte/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/12/quali-test-di-valutazione-nelladislessia/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/16/didattica-della-lingua-francesedsa/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/12/19/dislessia-e-lingua-straniera/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2014/01/05/lingue-straniere-e-dsa-2/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2014/01/07/matematica-schedestampabili/
http://scuolastoppani.wordpress.com/2014/01/07/gioco-con-la-matematicaproposte-per-la-scuola-dellinfanzia
http://sostegnobes.wordpress.com/giochi-didattici/
Si consiglia la visione dei seguenti video su youtube
Il piccolo Nicolas e i suoi genitori - Il fiume
che attraversa Parigi
http://www.youtube.com/watch?v=YWPwp
YA9VBA&spfreload=1
Julio Velasco
https://www.youtube.com/watch?v=F5a5ez
Z9098&spfreload=1
Lettera di un bambino dislessico alla
maestra
https://www.youtube.com/watch?v=rYUbgx
4q64k
Grazie per l’attenzione
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