“invocare Dio come
Padre per vivere da figli”
“Un giorno Gesù si trovava in un luogo
a pregare … uno dei discepoli gli
disse: Signore, insegnaci a pregare”
Come RISPOSTA a questa domanda, che esprime il
desiderio di tutta l’ umanità, Gesù consegna ai suoi
discepoli “la preghiera cristiana fondamentale” (CCC n 2759):
IL PADRE NOSTRO.
Gesù, in questo modo ha tracciato la via della preghiera.
Il Padre nostro non è tanto una preghiera finita, ma è una
strada per la preghiera, è uno schema per pregare: più
che una preghiera già confezionata è una preghiera da
sviluppare; più che una preghiera da dire è una
preghiera da fare, è una pista per pregare. Il padre nostro
non si può recitare, bisogna pensarlo, penetrarlo, perché
è tutto un programma di vita essa è la preghiera
riservata ai discepoli, è un distintivo di appartenenza a
Lui. Infatti Gesù lo diede alla richiesta dei discepoli sulla
preghiera. Per questo la chiesa lo consegna
solennemente al battezzato. Essa è la preghiera del
nostro Battesimo
:
Matteo 6, 9 – 16
(che presenta 7 richieste)
Padre nostro
Che sei nei cieli
Sia santificato il tuo nome
Venga il tuo regno
Sia fatta la tua volontà sulla terra come in cielo
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
E rimetti a noi i nostri debiti
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori
Non ci indurre in tentazione
Ma liberaci dal maligno
Luca 11, 2 – 4
(che presenta 5 richieste)
Padre
Sia santificato il tuo nome
Venga il tuo regno
Dacci ogni giorno il nostro pane
E perdonaci i nostri peccati
Perché anche noi perdoniamo ad ogni debitore
Non ci indurre in tentazione
Secondo gli esperti il più antico è quello di Luca,
mentre Matteo rappresenta già una successiva
rilettura rispetto al testo originale e più antico
Matteo:
Iscrive il Padre nostro come preghiera perfetta
(le 7 domande), nel discorso della montagna.
Luca:
Lega la formula di preghiera all’ insegnamento e al
comportamento di Colui che è sempre in rapporto
unico e personale con Dio, Padre suo.
La preghiera del Padre nostro “non solo comprende il dovere di
pregare, sia come adorazione di Dio, che come implorazione da
parte nostra; ma abbraccia quasi per intero tutto l’ insegnamento
del Signore e della disciplina: in essa è contenuto come in un
breviario, tutto il Vangelo” (Tertulliano).
Essa è al centro delle Scritture, in essa c’ è la sintesi dell’ agire
cristiano e il compendio di ogni preghiera. Per questo deve essere
la preghiera quotidiana del discepolo di Gesù. (Cipriano)
Il Padre nostro è la preghiera del Signore, non soltanto perché ci è
stata insegnata e donata direttamente da Gesù, ma anche perché
ci fa entrare nel mistero stesso della preghiera personale del
Verbo Incarnato: “con le parole di questa preghiera, il Figlio
unigenito ci da le parole che il Padre ha dato a Lui”. Gesù,
pregando chiamava Dio: “Abbà, Padre!” Sia nel momento del
Giubilo Mt 11, 25 – 27; Lc 10, 21 – 22; Gv 11, 41 – 42, che nel momento dell’
agonia Mc 14, 36. Sia nella preghiera sacerdotale Gv 17, come quando
si sacrifica per noi sulla croce Lc 23,34 – 46.
Anche il cristiano, mosso dallo Spirito di Cristo, può rivolgersi a Dio,
con l’ appellativo Abbà, Padre (Gal 4, 6; Rm 8, 15). In questo modo l’
orante cristiano, non soltanto imita Cristo ma ne afferma la
mediazione. C’ è dunque, nella preghiera del Padre nostro, una
dimensione Trinitaria: è rivolta al Padre, nel Figlio, per lo Spirito
Santo. E c’ è una dimensione cristologica – pasquale: questa
preghiera ci è resa possibile per l’ incarnazione, e la redenzione e
ci ottiene la deificazione.
Per gli ebrei la parola PADRE è sempre usata in modo metaforico
ed è applicata ad Israele come collettività.
Nel nuovo Testamento la parola Padre compare 170 volte, mentre
nell’ antico Testamento la si trova 15 volte.
Gesù quando si rivolge al Padre usa il termine aramaico Abbà.
Anche noi osiamo avvicinarci in piena confidenza a Dio,
chiamandolo Padre perche Gesù ci rende partecipi della sua
paressia, ossia la certezza di essere amati. Per essere veri
nella preghiera del Padre nostro, occorre l’ umiltà con la quale
riconosciamo che nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e
colui al quale il figlio lo voglia rivelare,” cioè i piccoli (Mt 11, 25 –
27) a questo tende la purificazione del cuore, che ci fa
rinunciare ai nostri concetti di Dio, per accogliere ciò che Dio
rivela di se stesso.
•Quali sono i sentimenti che provi ogni qual
volta ti rivolgi a Dio chiamandolo Padre?
Prova a descriverli
•Riesci a vivere da Figlio di Dio testimoniando l’
amore del Padre nella e con la tua vita?
•Se sei figlio di Dio, riesci a riconoscere nell’
altro tuo fratello?
So di essere un uomo dalle labbra impure e quindi
indegno di pronunciare il tuo nome.
So che la mia intelligenza non è in grado di misurare la
tua grandezza, e il mio cuore può solo ricambiare una
piccola parte del tuo amore. So che le mie parole sono
inadeguate, povere parole d’ uomo, lorde di polvere,
macchiate di peccato, appesantite dalla fatica, mentre tu
sei Bellezza ed Armonia.
E pure io oso rivolgermi a Te, cerco la tua presenza,
desidero incontrarti. Vorrei abbandonare la mia testa
sulle tue braccia di Padre, vorrei far riposare il mio
cuore sul tuo petto ricolmo di affetto, vorrei annegare i
miei occhi nella contemplazione del tuo volto.
Amen.
Prossimo incontro 7 Dicembre 2015
alle ore 20,00 presso
la Chiesa di San Rocco
“Nostro, che sei nei cieli”
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1ª catechesi padre nostro 2015 - Parrocchia San Valentiniano