IL CINQUECENTO – IL RINASCIMENTO
E’ SECOLO DI ECCEZIONALI EVENTI STORICI E CULTURALI
* RIFORMA PROTESTANTE di Martin Lutero dal 1517
* CARLO V DIVENTA IMPERATORE
* IL RE DI FRANCIA FRANCESCO I E L’IMPERATORE CARLO V COMBATTONO PER
PER LA CONQUISTA DELL’ITALIA
* 6 MAGGIO 1527: IL SACCO DI ROMA, durante il quale la città fu messa a
ferro e fuoco e venne gravemente danneggiata dalle truppe di Lanzichenecchi
sfuggiti al controllo dell’Imperatore Carlo V. Tale evento portò anche ad un
radicale cambiamento dell’arte in tutta Italia con la diaspora di tutti gli
artisti attivi a Roma.
I grandi letterati del tempo: ARIOSTO, MACHIAVELLI
I grandi scienziati: COPERNICO
I grandi artisti: LEONARDO, MICHELANGELO, RAFFAELLO, GIORGIONE, TIZIANO
Testimone del tempo è GIORGIO VASARI
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Scuola Paritaria S. Luigi
Prof.ssa Dora Meroni
LEONARDO DA VINCI (1452 – 1519)
Si formò presso la bottega dell’artista VERROCCHIO.
Studiò e indagò tutti gli ambiti dell’arte e della scienza.
Scrisse alcuni trattati molto importi come “Il trattato sulla pittura” e codici
come “Il Codice Atlantico”, inoltre i moltissimi studi anatomici vennero raccolti
ne “I quaderni di anatomia”
Dipinse tutti i generi pittorici: ritratto, scene religiose, paesaggi.
Lavorò alle corti di Milano, chiamato da Ludovico il Moro nel 1482, città da cui si
allontanò nel 1499 dopo la conquista francese. Proprio le truppe francesi
distrussero l’unica scultura conosciuta di Leonardo: il cavallo di bronzo, di cui
esistono numerosi disegni preparatori.
Lavorò a Mantova per Isabella d’Este
(Vasari racconta che Leonardo “scappò” dalla corte perché si sentiva costretto a lavorare
in modo diverso da come era abituato lui, obbedendo alle richieste di Isabella che gli
impose un ritratto di profilo – mentre Leonardo voleva seguire ritrarre solo di tre quarti.
Del ritratto di Isabella esiste solo il disegno preparatorio (a destra), poiché Leonardo non
realizzò mai il quadro per non andare contro i suoi principi)
Trascorse gli ultimi anni di vita in Francia accolto e protetto dal re Francesco I. È al re
francese che Leonardo poco prima di morire donò la Gioconda, che entrò quindi a far
parte delle collezioni reali, poi divenute collezioni pubbliche del Louvre in età napoleonica
Si deve a Vasari la tradizione secondo la quale fu sempre in contrasto con Michelangelo Buonarroti. Tale idea è
avvallata anche dalla doppia commissione, dal Vasari stesso considerata una gara tra i pittori, che prevedeva la
realizzazione di due affreschi raffiguranti le battaglie di Anghiari (Leonardo) e di Cascina (Michelangelo) nella sala
principale di Palazzo Vecchio a Firenze. L’affresco di Leonardo andò perduto durante la realizzazione, a causa di un
errore commesso da Leonardo che stava sperimentando una nuova tecnica pittorica, in seguito a ciò Michelangelo non
concluse mai il suo dipinto.
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Studi anatomici,
1509
penna e inchiostro
Windsor, Castello di Windsor
Tutti gli appunti di Leonardo da Vinci sono
scritti da destra a sinistra e posso essere
letti chiaramente solo se posti davanti ad
uno specchio.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Esistono due versioni di questo dipinto (la seconda è conservata
alla National Gallery di Londra) che ritrae la Vergine con il
Bambino e San Giovannino (Giovanni Battista) e un angelo.
Per realizzare il paesaggio Leonardo ricorre alla
prospettiva aerea: per creare l’illusione della
profondità Leonardo, non usa più il rigore geometrico
della prospettiva tradizionale, ma varia il tono dei
colori ricorrendo all’uso dei toni azzurrati, per creare
l’effetto dell’aria che si frappone tra lo spettatore e
lo spazio sempre più lontano.
Allo sfumato: il passaggio di colore non avviene in
modo netto ma in modo graduale. Questa tecnica
pittorica dissolve i contorni e crea delicati passaggi di
luce e ombra.
La disposizione dei quattro personaggi, secondo il
tradizionale schema piramidale, crea unna composizione
chiusa attraverso gesti e sguardi che collegano le
figure.
La vegetazione viene rappresentata in modo
perfetto e ciò rivela un attento studio della
natura. Lo stesso si vede nella rappresentazione
delle rocce.
Vergine delle rocce, 1483, olio su tavola trasferito su tela, 199x122, Parigi, Musée du Louvre
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Anche in questo dipinto compaiono gli elementi
tipici della pittura di Leonardo:
La struttura piramidale
La figura di Sant’Anna e la Vergine sembrano fondersi in
un unico corpo
Il dialogo chiuso tra i personaggi ritratti
Sant’Anna guarda la Vergine che a sua volta tende le
braccia verso il Bambino che cinge un agnello rivolto
verso la Vergine
La prospettiva aerea evidente nel paesaggio di
fondo che appare a tratti solo disegnato.
Lo sfumato
CURIOSITA’:
Questo dipinto è stato analizzato dal fondatore della
psicanalisi Sigmund Freud che ha notato che girando di
45° il dipinto la veste della Vergine sembra
rappresentare la sagoma di un avvoltoio. Ciò sarebbe il
riferimento ad un ricordo di Leonardo che ancora in
fasce vide un avvoltoio poggiarsi sulla sua culla.
Sant’Anna con la Vergine e il Bambino, 1510-1513, olio su tavola, 168x 112 cm, Parigi, Musée du Louvre
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Dal 1482 giunse a Milano chiamato da Ludovico il Moro e qui realizzò:
La sala detta delle Asse nel Castello Sforzesco
Ritratti di dame e uomini della corte come quelli di Ginevra dei Benci, la Dama con l’ermellino e il Musico
Realizzò opere di ingegneria civile come le Chiuse del Naviglio.
Per la corte di Ludovico il Moro progettò anche scenografie per feste e balli, compose sonetti e persino
giochi di parole, in particolare rebus, per intrattenere gli ospiti e la corte
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Ritratto di Ginevra dei Benci
1475
38,8×36,7 cm
Tempera e olio su tavola
Washington, National Gallery
Le piante di ginepro sullo
sfondo sono un richiamo al
nome della dama
La parte inferiore del dipinto è stata
tagliata e se ne ha conferma
dall’analisi del retro del dipinto in cui
compare lo stemma della famiglia,
privo della parte inferiore.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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La donna ritratta si chiama Cecilia Gallerani
La testa e il busto sono ruotati in modo
differente e questo crea un effetto di
dinamismo della figura
L’ermellino può avere una doppia lettura:
• era simbolo di Ludovico Sforza “Italico
morel, bianco ermellino”
e ciò
indicherebbe un legame tra la donna e il
duca
• era simbolo di pacatezza, semplicità e
purezza di sentimenti e ciò potrebbe
essere u omaggio alle doti della dama
Dama con l’ermellino
1485-1490
olio su tavola, 54x39
Cracovia, Muzeum Czartoryskich
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Il soggetto, un giovane dalla folta
capigliatura, è ritratto a mezzo busto di
tre quarti, girato verso destra.
Lo sguardo è indagato con particolare
attenzione e rivela il riferimento al
modello pittorico di Antonello da Messina
che incentrava i suoi ritratti sull’analisi
introspettiva.
La veste, di qualità non eccelsa, viene
ritenuta un intervento posteriore non di
Leonardo.
Il Musico
1485-1490 circa
olio su tavola
44,7x32 cm
Milano, Pinacoteca Ambrosiana
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Nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie dipinse L’ULTIMA CENA (1495-1497) utilizzando una tecnica
mista sperimentale che prevedeva tempera e olio stesi a secco sul muro (tempera grassa). Questa tecnica che fin da
subito fece emergere limiti e fragilità del colore.
La struttura architettonica dipinta riprende
esattamente quella del refettorio e ciò per
creare l’illusione di uno spazio profondo che
sfonda la parete. Ciò è reso attraverso un uso
sapiente della prospettiva centrale, che ha
nella figura di Cristo il centro.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Viene rappresentato il momento in cui
Cristo dice: ”uno di voi mi tradirà” creando
uno stato di tensione e stupor tra gli
apostoli. Tale tensione drammatica viene
perfettamente rappresentata nei gesti e
nelle espressioni.
Scuola Paritaria S. Luigi
È la prima volta che Giuda compare nel
gruppo degli apostoli e dalla stessa parte
del tavolo.
Prima di allora Giuda era sempre raffigurato
isolato e dalla parte opposta del tavolo,
rispetto agli altri apostoli.
Prof.ssa Dora Meroni
Il gesto compiuto da Cristo con un palmo della mano
rivolta verso l’alto e l’altro rivolto verso il basso
evocano la vita terrena che si concluderà con la morte
(rappresentata nella parte di fronte con la
Crocifissione) e la vita celeste che attende i fedeli al
termine della vita terrena
Accuratissima è la definizione degli
elementi disposti sul tavolo
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Il dipinto venne iniziato su commissione ma Leonardo
non lo consegnò mai poiché divenne lo strumento per la
sua ricerca della perfezione pittorica. È l’unico quadro
che Leonardo portò sempre con sé in tutti i suoi viaggi
e sul quale continuò a lavorare negli anni.
Il dipinto è noto anche con il nome di Ritratto di
Monna Lisa (donna Lisa). Il nome Gioconda venne
utilizzato per la prima volta da Vasari che indicava
nella donna ritratta Lisa moglie di Francesco del
Giocondo, ricco mercante di Firenze.
Il paesaggio, reale, è rappresentato facendo ricorso
alla prospettiva aerea e lo sfumato con i quali
Leonardo riesce a rappresentare la mutevolezza
dell’aria e lo scorrere dell’acqua con i contorni non
definiti e il passaggio graduale dei toni cromatici.
Il volto e il busto sono ruotati in direzione
diverse e questo al fine di creare nello
spettatore l’illusione di un lieve movimento
della donna.
La Gioconda
1505-1514, olio su tela, 77x53 cm
Parigi, Musée du Louvre
Arte e Immagine: Il Cinquecento
In questo ritratto Leonardo cerca di rappresentare non solo
la somiglianza fisica ma anche quelli che lui stesso definisce
moti dell’anima perché: “il bono pittore ha da dipingere due
cose principali, cioè l’homo e il concetto della mente sua; il
primo è facile, il secondo difficile perché s’ha figurare con
gesti e movimenti delle membra”
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Prof.ssa Dora Meroni
A Milano insieme a Leonardo è attivo un grande architetto marchiagiano,
formato alla corte di Urbino: DONATO BRAMANTE (1444-1514) che realizzò
cupola e absidi della chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’abside della chiesa di
Santa Maria presso San Satiro.
Mancando lo spazio
all’esterno
della
chiesa per realizzare
una
vera
abside
Bramante trova lo
stratagemma di una
illusione prospettica:
dipinge un finto coro.
S. Maria delle Grazie 1482-1486
L’effetto ottenuto è
quello di uno spazio
molto profondo, in
realtà si tratta di
pochi centimetri.
Santa Maria presso San Satiro
1482-1486
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Bramante a Milano fu anche pittore
Eraclito e Democrito (serie degli Uomini d’Arme)
1490
affresco staccato
Milano, Pinacoteca di Brera
Cristo alla colonna
1480-1490
Tempera e olio su tavola, 93,7x62,5 cm
Brera, Pinacoteca di Brera
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Donato Bramante fu anche molto attivo a Roma a lui papa Giulio II commissionò il progetto per la
nuova chiesa di San Pietro, progetto che vide successivamente impegnato MICHELANGELO
BUONARROTI (1475-1564)
Michelangelo nacque a Caprese, in provincia di
Arezzo, e si formò a Firenze presso la bottega del
GHIRLANDAIO.
Frequentando la corte di Lorenzo il Magnifico e
facendo parte del cenacolo di uomini d’arte e di
lettere di cui Lorenzo era mecenate e protettore,
ebbe modo di approfondire la sua cultura e
conoscere il pensiero filosofico del tempo.
Fu anche poeta.
Pur considerandosi scultore fu molto attivo, per
volontà di papa Giulio II, suo grande committente,
anche come pittore e architetto.
Michelangelo per definire l’arte della scultura diceva
che “per via del togliere”, poiché la forma è già
scolpita nel blocco di marmo e lo scultore deve solo
tirarla fuori
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Nel 1501 Firenze, divenuta Repubblica dopo la cacciata della famiglia
Medici commissionò a Michelangelo la statua raffigurante David l’eroe
che con l’intelligenza sconfisse la forza brutale del gigante Golia.
Il blocco di marmo era già stato abbozzato da un scultore minore e per
molti risultava un’impresa impossibile.
Michelangelo introduce una novità: rappresenta il momento in cui
David raccoglie la concentrazione per la battaglia. Prima di allora si
rappresentava sempre il David vincitore con la testa di Golia ai suoi
piedi.
Nella realizzazione del corpo ricerca la bellezza perfetta
e idealizzata tipica dell’arte classica
Tutto il peso del corpo
è scaricato sulla gamba
destra
Tutto il corpo di David
è
strutturato
sulla
tensione incrociata:
• sono sottosforzo la
gamba destra e il
braccio sinistro;
• sono a riposo la gamba
sinistra
e il braccio
destro
David
1501-1504, Marmo, 434 cm
Firenze, Gallerie dell’Accademia
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Prof.ssa Dora Meroni
Venne chiamato a Roma nel 1508 da papa
Giulio II che lo convinse a lavorare come
pittore, nella decorazione della VOLTA
DELLA CAPPELLA SISTINA.
La cappella prende il nome da papa
Sisto IV che commissionò la
costruzione e la prima decorazione
parietale, realizzata da alcuni dei più
grandi artisti del Quattrocento:
PERUGINO, LUCA SIGNORELLI,
SANDRO BOTTICELLI.
Prima dell’intervento di Michelangelo
la volta era decorata con un cielo
stellato.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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La decorazione ad affresco della volta durò quattro anni: dal 1508 al 1512
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Michelangelo dipinse nei riquadri centrali le STORIE DELLA GENESI dalla Divisione della luce dalle
tenebre all’Ebbrezza di Noè. Dipinse ogni parte della volta incluse le finte architetture che
incorniciavano le figure delle Sibille e dei Profeti, nelle vele alcune scene dell’Antico Testamento.
Creazione
di Adamo
Sibilla libica
Michelangelo definisce con una grande
attenzione e veridicità le anatomie di tutti
i personaggi. Ne evidenzia la plasticità e la
volumetria
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Dopo un periodo di lontananza da Roma
e di lavoro a Firenze, Michelangelo fu
richiamato a Roma, nel 1534, da papa
CLEMENTE VII che gli commissionò il
lavoro conclusivo di decorazione della
Cappella Sistina: la parete principale
dietro l’altare avendo come soggetto il
Giudizio Universale.
La decorazione durò dal 1536 al 1541 ed
è un affresco di notevoli dimensioni:
1370x1200 cm.
Pochi anni dopo la sua conclusione
l’opera rischiò di essere distrutta,
infatti il Tribunale dell’Inquisizione e
papa Paolo III giudicarono inadeguata
tale rappresentazione del Giudizio
Universale poiché non rispondeva a
quanto descritto nei testi sacri e vi
comparivano troppi nudi (era indecoroso
ritrarre sante e santi senza vesti).
La distruzione fu scongiurata e un
pittore
chiamato
DANIELE
DA
VOLTERRA fu incaricato di coprire le
nudità dipingendo delle “braghe” (larghi
pantaloni).
Per questo incarico il pittore passò alla
storia con l’appellativo di “Braghettone”
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Prof.ssa Dora Meroni
Cristo giudicante
e la Vergine
che intercede per la
salvezza degli uomini
Demoni
che trascinano con loro le
anime dei dannati
Arte e Immagine: Il Cinquecento
San Bartolomeo che ascende in cielo
portando con sé la sua pelle (nel suo
martirio fu scuoiato). Nella pelle
Michelangelo ha creato il suo ritratto in
anamorfosi
(le
figure
vengono
deformate)
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Prof.ssa Dora Meroni
TECNICHE A CONFRONTO
Pietà
1497-1500
Marmo, 174(h)x 195 cm
Vaticano, Basilica di S. Pietro
Superficie totalmente levigata
Non finito con forme appena
abbozzate che a tratti si fondono
e superfici ruvide
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Pietà Rondanini
1552-1564, Marmo, 195(h)cm
Milano, Museo del Castello Sforzesco
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Papa Giulio II, su suggerimento di Bramante, incaricò della
decorazione delle Stanze Vaticane un giovane artista:
RAFFAELLO SANZIO (1483-1520).
Raffaello era nato ad Urbino, era figlio di Giovanni Santi, pittore di
corte dei Montefeltro e si era formato presso la bottega del
PERUGINO.
Si trasferì a Firenze, culla della cultura del tempo, per studiare le
opere di Leonardo e Michelangelo.
Dama con liocorno
È un evidente riferimento ai ritratti di Leonardo da Vinci e in particolare alla
Gioconda che Raffaello ha avuto modi di ammirare durante il soggiorno fiorentino
Nel 1508 si reca a Roma chiamato da papa Giulio II. Qui studia l’arte antica e soprattutto la Domus
Aurea di Nerone decorata a grottesche.
Moltissimi sono i pittori che entrarono a far parte della sua “cerchia” di aiuti e collaboratori e dai
quali, dopo il sacco di Roma del 6 maggio 1527, si svilupperà in tutta Italia la pittura manierista:
GIULIO ROMANO, PERIN DEL VAGA e POLIDORO DA CARAVAGGIO
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Le stanze vaticane sono quattro e almeno in parte erano già state affrescate da artisti
quattrocenteschi come Perugino, ma il nuovo progetto di Raffaello prevedeva la loro distruzione.
Le prime due quella della SEGNATURA (quella in cui il papa apponeva il suo segno sugli atti giuridici ed
era la sua biblioteca) e quella di ELIODORO vennero decorate durante il pontificato di Giulio II; le
altre, quella dell’INCENDIO DI BORGO e di COSTANTINO vennero dipinte sotto il pontificato di
Leone X.
L’affresco celebra la
filosofia e della ricerca
della verità attraverso
l’uso della ragione
Nella
monumentale
architettura di impostazione
classica alcuni studiosi vi
riconoscono la Basilica di San
Pietro.
La scena è strutturata
seguendo una rigorosa
prospettiva centrale il cui
fuoco è costituito dalle
figure
di
Platone
e
Aristotele
Scuola si Atene – Stanza della Segnatura, 1509-1514,
Affresco, Vaticano, Palazzo Vaticano
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Nell’affresco compaiono molti ritratti di artisti e pensatori del tempo del tempo e dell’antichità
ALESSANDRO MAGNO
FEDERICO II
GONZAGA
SOCRATE
PITAGORA
LEONARDO DA VINCI come Platone
IPAZIA
BALDASSARRE CASTIGLIONE
come ZOROASTRO
BRAMANTE
BASTIANO DA SANGALLO
come Euclide
Come Aristotele
DIOGENE
RAFFAELLO come
Apelle e PERUGINO
come Protogene
MICHELANGELO
Il ritratto di Michelangelo venne inserito da Raffaello in un secondo momento, infatti
nel cartone preparatori non compare la sua figura. Raffaello decise di ritrarlo in segno
di omaggio dopo aver visto la prima parte della volta della Sistina.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Prof.ssa Dora Meroni
Cartone preparatorio per l’affresco Scuola di Atene
1508
Milano, Pinacoteca Ambrosiana
Arte e Immagine: Il Cinquecento
LA FIGURA DI MICHELANGELO MANCA
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Prof.ssa Dora Meroni
Cacciata di Eliodoro dal Tempio 1512
Viene inserito il ritratto di papa Giulio II che entra nel tempio trasportato sulla sedia
gestatoria. È un omaggio al pontefice committente degli affreschi.
Raffaello realizzò un ritratto del pontefice e dal confronto si coglie la somiglianza totale
con il personaggio ritratto nell’affresco delle stanza vaticane.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Incontro di Leone I Magno e Attila 1513
Benché il protagonista degli eventi fosse Leone I Magno Raffaello ritrae papa
Leone X, committente dell’opera, come si può vedere confrontando il ritratto di
papa Leone X, realizzato da Raffaello
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Prof.ssa Dora Meroni
L’ultima stanza, quella di Costantino, venne conclusa da GIULIO ROMANO, primo aiutante
di Raffello, poiché durante la realizzazione Raffaello morì improvvisamente, lasciando
incompiuta la stanza ma anche la sua più grande opera: LA TRASFIGURAZIONE
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Prof.ssa Dora Meroni
In quest’ultima opera Raffaello dimostra di aver assimilato
appieno la lezione di plasticismo, volumetria e definizione
anatomica di Michelangelo, arricchita da un uso morbido del
colore che concorre a definire forme e volumi ma assume
anche il valore di specchio emotivo.
Segue la tradizione nella scelta di distinguere nettamente tra
sfera terrena (nella parte bassa) e sfera celeste (nella parte
alta). La sfera terrena è rappresentata da figure che
compiono gesti concitati e sono definite da cromie e
chiaroscuro marcati. La sfera celeste è illuminata da una luce
diffusa generata da Cristo. L’elemento di coesione tra le due
sfere è costituito dalle figure degli apostoli che assistono alla
trasfigurazione di Cristo.
Nella figura di donna è evidente il rimando al dipinto di
Michelangelo: nella struttura compositiva basata sulla
linea a spirale; nella scelta cromatica e nell’inserimento
dei dettagli come l’acconciatura
Trasfigurazione
1520
Olio su tela
Vaticano, Musei Vaticani
Michelangelo, Tondo Doni
1504-1506, tempera su tavola, 120 cm
Firenze Galleria degli Uffizi
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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Prof.ssa Dora Meroni
A Giorgio Vasari si deve la netta contrapposizione tra la SCUOLA FIORENTINA e la SCUOLA VENETA
La differenza sostanziale tra i due modi di fare arte consisteva nel fatto che artisti come Leonardo,
Michelangelo e Raffaello consideravano fondamentale il disegno, la definizione nitida della forma, dei
dettagli. Realizzavano molti disegni preparatori, costruivano le loro composizioni attraverso. La figura
umana è sempre l’elemento principale e protagonista di tutte le composizioni.
I pittori veneti, invece, dipingevano direttamente sulla tela o realizzavano solo pochi tratti di disegno
per definire proporzioni e forme, ma non si soffermavano sulla definizione dei dettagli. È il colore
assoluto protagonista delle loro opere. Non vi sono contorni netti, tutto è sfumato poiché colore e
luce si fondono.
Inoltre i pittori veneti danno moltissima importanza al paesaggio, all’elemento naturale che diventa
protagonista alla pari della figura umana.
Due protagonisti del cinquecento veneto sono GIORGIONE e TIZIANO VECELLIO considerati i
massimi esponenti della cosiddetta “pittura tonale veneta”
Giorgio Vasari (1511-1574) fu pittore e architetto,
ma la sua opera più celebre è un opera letteraria:
Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e
architetti italiani, da Cimabue insino a’ tempi
nostri”, edita nella prima edizione nel 1550, poi
aggiornata o modificata in una versione del 1568
(arricchita anche dai ritratti degli artisti,
realizzati a xilografia).
Vasari redige le biografie di oltre 160 artisti.
A lui si deve l’utilizzo per la prima volta del nome
Gioconda per indicare il quadro di Leonardo.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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GIORGIONE (1477 – 1510)
Si hanno pochissime notizie della vita di Giorgione e
restano poche opere attribuibili con certezza al pittore
di Castelfranco Veneto.
Si sa che fu artista dai molteplici interessi, era anche
musicista e attento conoscitore dell’arte a lui
contemporanea, in particolare quella del nord Europa.
Fu allievo di GIOVANNI BELLINI e maestro di
TIZIANO VECELLIO.
Morì molto giovane e in circostanze misteriose, probabilmente avvelenato.
Una leggenda che si diffuse dopo la sua morte raccontava che fosse stato
lo stesso Tiziano ad assassinarlo, perché geloso della sua bravura.
Si tratta della prima testimonianza
dell’interesse di Giorgione per lo
studio dell’astronomia, astrologia e
alchimia. È un fregio a monocromo, in
terra ocra, che corre nella parte
superiore delle pareti maggiori del
salone
principale,
raffigurante
differenti allegorie.
Decorazione della Casa Pellizzari
1500-1501,
affresco, fascia di 0,78 x 15,88 m,
Castelfranco Veneto
Arte e Immagine: Il Cinquecento
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È ancora ignoto il reale
significato di questa tela che
probabilmente ritrae figure
allegoriche (le tre età dell’uomo
o il pensiero rinascimentale -il
giovane-, la filosofia araba l'uomo col turbante- il pensiero
medievale -il vecchio-) o tre
filosofi o ancora i Re Magi.
Le architetture rievocano
quelle
della
pittura
nordeuropea
Il personaggio più anziano
tiene in mano un compasso e
dei fogli che riportano le
fasi dell’eclissi solare del
1504. Il giovane che guarda
la grotta tiene in mano
strumenti di calcolo e
misurazione.
CURIOSITA’: una radiografia del
quadro ha rivelato che Giorgione in un
primo momento aveva realizzato il
volto del giovane uomo con tratti
deformati per rappresentare una
figura demoniaca.
I tre filosofi
la grotta da cui esce un barlume di
1504 - 1505
luce
potrebbe
essere
un
olio su tela, 123 x 144 cm
riferimento alla filosofia platonica
Vienna, Kunsthistorisches Museum
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Natura,
uomo
e
architettura
sono
perfettamente integrati creando quella totale
armonia ricercata dalla pittura veneta
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Prof.ssa Dora Meroni
È stato definito il primo paesaggio della
storia dell'arte occidentale, ma il
significato della scena è ancora criptico.
È evidente, soprattutto nel modo di trattare
il paesaggio, con l’utilizzo di una prospettiva
infinita e l’effetto atmosferico (prospettiva
aerea e sfumato) il riferimento a Leonardo.
Elemento fondamentale è il colore che crea
e definisce volumi e forme, e che attraverso
i trapassi delicati di tono, annulla la linea di
contorno.
La luce diffusa e dorata, fondendosi con il
colore e definendo li volumi e le forme,
concorre insieme al fulmine sullo sfondo a
creare un atmosfera di tensione emotiva
Alcuni studiosi hanno riconosciuto nelle
architetture di fondo la città natale di
Giorgione: Castelfranco Vento. Altri vi
vedono la rappresentazione del Paradiso
Terrestre
La donna che è rappresentata in una posa
innaturale. È stata interpretata come la
donna che salvò Mosè dalle acque, come Eva
ma anche come personificazione della Carità
La tempesta
1506-1507, Olio su tela, 82x73 cm
Venezia, Galleria dell’Accademia
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Una radiografia ha rivelato che sotto la figura maschile Giorgione aveva dipinto
un’altra donna nuda
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TIZIANO VECELLIO (1480/90 – 1576)
È considerato il più grande artista del Cinquecento veneto, e fu
appezzato molto dai contemporanei.
Entrò nella bottega da Giovanni Bellini per poi diventare allievo
di Giorgione.
Ottenne molte commissioni da ordini religiosi, da nobili, dal
governo della repubblica Serenissima (Venezia) di cui divenne
pittore ufficiale dal 1513.
Inoltre divenne ritrattista ufficiale dell’imperatore Carlo V e
del figlio Filippo II per i quali realizzò moltissime opere.
Lavorò anche per le corti di Mantova, Ferrare e Urbino per non
lasciando mai Venezia.
Si cimentò in tutti i generi pittori, ricevendo sempre grandi
consensi.
La sua data di nascita è ancora dubbia, poiché non esistono
documenti certi che la attestino, ma esistono lettere scritte da
lui e indirizzate a Carlo V e Filippo II in cui dichiara di avere
novant’anni e bisogno di soldi per curarsi. Alcuni storici
dell’arte però pensano che il pittore, che lavorava per il sovrano
ma non veniva pagato, insistesse sull’età per suscitar
compassione.
Nella sua lunga attività ebbe modo di vivere direttamente tutti
i cambiamenti dell’arte e rielaborare, in chiave veneta, i
caratteri del Manierismo, che si diffuse in Italia dopo il sacco
di Roma del 1527
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Scuola Paritaria S. Luigi
Prof.ssa Dora Meroni
Amor Sacro e Amor Profano, 1514 circa, olio su tela, 118x279 cm, Roma Galleria Borghese
Era il dono nuziale di un nobile
veneziano per la moglie. Lo stemma
della famiglia compare sulla fontana
Sono moltissimi i simboli che si
riferiscono al matrimonio:
La corona di mirto che cinge la testa
della donna vestita; i conigli; il
bambino che mescola l’acqua nella
fontana…
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Le due donne identiche simboleggiano i due
differenti tipi d’amore e di felicità:
• La donna vestita con abiti sontuosi tiene
vicino a sé un vaso di gioie e rappresenta
l’amore e la felicità terreni.
• La donna coperta solo da un panneggio tiene in
mano la fiamma ardente dell’amore di Dio e
rappresenta l’amore puro e la felicità eterna e
celeste
Scuola Paritaria S. Luigi
Il paesaggio riprende i
caratteri tipici della
pittura veneta
Luce radente e colori
limpidi e vividi
si
fondono creando una
composizione dominata
dal naturalismo e dalla
ricerca
dell’armonia
perfetta, che celebra la
bellezza.
Prof.ssa Dora Meroni
La composizione è suddivisa in tre parti distinte:
• in basso – gli apostoli caratterizzati da gesti enfatici ed espressioni
drammatiche perché sconvolti dal miracolo di cui sono testimoni diretti
• al centro – la Vergine sospesa sulle nuvole sostenute da un corteo di
angeli festanti e avvolta dalla luce celeste
• in alto – Dio Padre rappresentato fortemente scorciato attraverso
l’uso di una prospettiva molto ardita
Il colore e la luce sono protagonisti assoluti e strumenti che
guidano l’occhio dello spettatore nel passaggio dalla dimensione
terrena (dominata da un forte chiaroscuro) alla dimensione
celeste (avvolta da una luce abbagliante emanata da Dio.
Luce e colore contribuiscono ad aumentare il senso di dinamismo,
volumetria e plasticità delle figure e dei panneggi.
TIZIANO CREA UN NUOVO STILE PITTORICO UNENDO:
• COLORISMO VENETO
• DEFINIZIONE ANATOMICA e VIGORE PLASTICO DI
MICHELANGELO
• GRAZIA e ABILITA’ COMPOSITVA DI RAFFAELLO
Assunzione della Vergine
1516-1518
Olio su tela, 690x360 cm
Venezia, Chiesa dei Frari
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Scuola Paritaria S. Luigi
Prof.ssa Dora Meroni
Carlo V a cavallo
Carlo V è in procinto di
prendere
parte
alla
battaglia di Mülberg contro
i protestanti
1548
olio su tela, 332x279 cm
Madrid , Museo del Prado
Nei ritratti che Tiziano realizza per
l’imperatore emerge sempre la ricerca assoluta
della realtà.
Nel ritratto ufficiale traspare il carattere
forte e deciso dell’imperatore battagliero e
baluardo della cristianità. Nei ritratti privati
emerge la salute vacillante dell’imperatore
provato dalle difficoltà del governare un impero
tanto vasto e indebolito da rivalità interne.
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Scuola Paritaria S. Luigi
Carlo V seduto
1548
Olio su tela
Monaco, Alte Pinakothek
Prof.ssa Dora Meroni
Nelle sue ultime opere le forme si disfano e il colore, steso direttamente sulla tela, con tanti piccoli
tocchi di accostati. In questo modo il soggetto del dipinto è distinguibile solo se guardato da lontano
Mida, giudice della sfida tra
Apollo
e
Marsia
è
rappresentato nella tipica
posa del melanconico, ed ha il
volto di Tiziano
Il supplizio di Marsia
1570-1576
Olio su tela
Kromeriz, Pinacoteca del Castello
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Scuola Paritaria S. Luigi
Prof.ssa Dora Meroni
Pietà
1570-1576
Olio su tela
Venezia, Galleria dell’Accademia
È l’ultima opera di Tiziano,
iniziata poco prima della
morte e non terminata.
Il pittore voleva che
questa tela fosse posta
sopra la tomba
La composizione è
strutturata su uno
schema piramidale
L’architettura ha grande
spazio e ha la funzione
di sottolineare la figura
di Cristo, avvolto anche
dalla luce
Protagonista di questo
dipinto è la tensione
emotiva
dei
singoli
personaggi:
- disperata la Maddalena
- addolorati ma pacati la
Madonna e San Gerolamo
(nel quale Tiziano si ritrae)
Arte e Immagine: Il Cinquecento
Scuola Paritaria S. Luigi
Prof.ssa Dora Meroni
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