Presentazione del lavoro Presentazione del libro di riferimento Introduzione Recensioni Riscritture Commenti Autori Tra classici e riscritture: autori e modelli, scritture e rielaborazioni. Presentazione dell’opera scelta: La “Nuova Commedia di Dante” L’espediente letterario che si evince dalla premessa vuole che i testi in questione, pieni di lava infernale e con rari sprazzi di paradiso, Dante li abbia scritti sotto l’effetto del “cocurnio”, “fungo allucinogeno di perduta semenza”, e che poi, una volta tornato lucido, rileggendoli e raccapezzandosi ben poco di quel che aveva scritto, sia rimasto stupefatto di fronte ai nomi di personaggi ignoti, perfetti ed emeriti sconosciuti. Dunque, in questo remake della sua stessa Commedia, Dante sembra offrire un bell’esempio di veggenza, anzi di pre-veggenza, se è vero -com’è- che tutti i peccatori mandati all’inferno sono personaggi del nostro tempo. Mi è sembrato che la parodia dell’opera dantesca, pregevolmente composta da Piumini in terzine di endecasillabi, ben si prestasse a un primo approccio al modello dantesco, mentre le illustrazioni a cura di Altan, essendo tutte in bianco e nero, si confanno appieno all’invettiva tagliente e coraggiosa, espressa con parole prive di sconti e ignare di scorciatoie e vie di mezzo. Della “Divina Commedia” di Dante non viene ripresa la struttura tripartita in Inferno, Purgatorio e Paradiso; ne viene riesumato però lo spirito, l’idea, la versificazione, la forza della rappresentazione icastica, sempre vivace e a volte grottesca. Nel suo libretto tutto singolare -quasi un pamphlet visivo e poetico, aggressivo e comicoPiumini lascia che trovino posto solo dannati o redenti, peccatori o beati, anche se un semibeato (o un semidannato?) c’è: Socrate, destinato al gaudio eterno ma terribilmente annoiato dalle incessanti manifestazioni di letizia e di giubilo dei cori dei beati e in eterno proteso verso il baratro infernale. Alla ricca gamma delle bestialità fa riscontro, sporadica, qualche isola di beatitudine. Ma i peccati… sono proprio quelli della Nuova Commedia “i peccati” della modernità? E i peccatori, i peccatori rei confessi, sono forse solo quelli ammantati di celebrità? Solo quelli individuati e additati da Piumini tra le notorietà? E i luoghi: c’è una zonazione per i luoghi? Dove stanno l’inferno e il paradiso di oggi? Sulla terra? Nell’etere? O nelle coscienze individuali tra il fisico e il metafisico, il concreto e l’astratto, la mente e l’azione, il corpo e l’anima? Da questi interrogativi e dalle impressioni esternate dai ragazzi, è nata la volontà di giocare col modello per emularlo: riscrivere la riscrittura per estenderla, rivederla e anche, con beneplacito dell’autore, arricchirla, con un linguaggio dal colore contemporaneo e uno schema metrico in verità ancora poco ortodosso… Nel mondo trascendente in bianco e nero rappresentato da Altan, fa la sua comparsa il colore: poco e pastello per la verità, nella tavola che rappresenta tra giovinetti Sua Santità Giovanni Paolo II, mentre un angelo svolazza a mezzo tra le scritte “Pace” e “Amore”. Prof.ssa AnnaValente 1. Classe IV E – a.s. 2004/2005: 1) ANDRULLI Sabrina 14) GRILLI Andrea 2) BRUNO VASILE-Gabriel 15) GROSSO Michele 3) BURGI Francesco 16) MAGRO Margherita 4) CHIETERA Bruna 17) MASI Vito 5) DE PALO Nunzia 18) MONTEMURRO Francesca 6) DI LECCE Silvia 7) ETTORRE Davide 8) FIORE Maria Luigia 9) FRANCIONE Giorgio 10) GABELLONE Anna 11) GARBELLANO Gianluca 19) PAPAPIETRO Giuseppe 20) PAVESE Letizia 21) PEDICINI Silvia 22) PERRINI Francesco 23) PISANO Maria 24) RICCARDI Claudio 12) GIANNOTTA Ippolita 25) RIEFOLO Marco 13) GIORGIALONGO Marica 26) TOTA Ilaria 27) TREMAMONDO Lucia Recensioni: Recensione: “La Nuova Commedia di Dante” “Ululi, urla, e cupe imprecazioni correvano nell’ aria buia e chiusa, ed improvvise illuminazioni…” Questa è la prima terzina della nuova Commedia di Dante, scritta da Roberto Piumini. Il libro è estremamente coinvolgente, un “mix” di verità, fantasia, riflessioni, colpe e virtù, castighi e premi, cattiveria e bontà. Un viaggio nel futuro: Dante e Virgilio nell’aldilà, dall’inferno al paradiso! Peccati pagati duramente, Virtù lodate. Vanna Marchi, ad esempio, dove la immaginate? Eh sì… quella donnaccia che ha ingannato tante anime, è finita all’inferno, con i diavoletti e con le braci, al posto delle monete, che le provocano grandi piaghe! Nel paradiso, invece, troviamo uno dei più grandi autori inglesi, William Shakespeare, che fu più di ogni altro amoroso e ardito. Siete curiosi di scoprire dove sono gli altri personaggi di ieri e di oggi?Allora, questo libro “fa al caso vostro”!! Lasciatevi trasportare dalla lettura, immaginate le scene descritte, provate anche a disegnare e, poi, non dimenticate mai di pensare, anzi di riflettere soprattutto sui peccati commessi dai personaggi e sui castighi loro assegnati da Roberto Piumini. Secondo me, alcune punizioni sono fin troppo dure, come, ad esempio, quella che tocca a Sgarbi: vivere eternamente in uno stagno di sterco; o anche quella che spetta a Milosevìc: vivere eternamente nel sangue! Vi assicuro che, in alcuni passi, ci sarà da rabbrividire, provare disprezzo o pietà, condivisione o disapprovazione, ma anche e soprattutto da ridere. Premettendo che questo è un mio parere, direi che in questo libro, mancano alcune persone che hanno commesso errori ben maggiori, come ad esempio, uccidere. Io, infatti, mi sarei soffermata di più su questo peccato: l’omicidio. Oltre alla signora Franzoni, di cui parla Piumini, ci sono altre persone che hanno posto fine alla vita di qualcun altro e, secondo me, questa è la cosa peggiore che possa fare un uomo. Nessuno può decidere di togliere la vita a un'altra persona. Nessuno tranne Dio. Concluderei dicendo che questo libro è stato davvero molto piacevole, proprio perché mi ha portato a riflettere di più sugli errori che noi tutti -e non solo i personaggi citati da Piumini- commettiamo. E nel paradiso?Nel paradiso, inserirei, certamente, il “nostro” Papa Wojtyla, morto qualche giorno fa. Quell’uomo ha cambiato la storia della Chiesa e del mondo intero, è stato buono con tutti, ha conosciuto genti di tutto il mondo e sarà a buon diritto ricordato eternamente. Buona lettura!! Sabrina Andrulli “La Nuova Commedia di Dante” Dante fu straordinariamente abile nello scrivere la Divina Commedia, collocando tra inferno, purgatorio e paradiso alcuni dei personaggi che erano più o meno noti negli anni in cui egli visse e operò, tra il ‘200 e il ‘300, ma Roberto Piumini ha svolto un lavoro di riscrittura pur esso vivace e originale, tanto valido da rivisitare il modello dantesco attualizzandolo e ambientando ai giorni nostri il viaggio di Dante al seguito della sua guida fidata, Virgilio. La realtà del nostro tempo appare come polarizzata e divisa tra il bene o il male, l’inferno o il paradiso. Nella Nuova Commedia di Dante ci sono tanti personaggi, buoni e cattivi: da Bruno Vespa a Emilio Fede, da Ghandi a Roberto Benigni. Ogni personaggio ha la sua pena da scontare o la sua gloria da godere, e da un canto all’altro, col brusco passaggio di prospettiva, si incontrano oasi di beatitudine in cui si levano cori di voci angeliche e strani paesaggi quali un porcile lurido e puzzolente oppure un lago di sterco in cui Sgarbi sguazza alquanto preoccupato. Colpisce molto l’immagine, germogliata dalla fantasia dell’autore, di un fiume che scorre in senso inverso e che si trascina dietro un trafelato Bossi in cerca di una soluzione per dirigere la sua barchetta nel senso giusto (senza naturalmente riuscirci). Il paradiso è una zona tranquilla e felice, dove tutti fanno festa tra i cherubini, tranne Socrate, che, per quanto destinato a quei luoghi celesti, non ne vuole proprio sapere di rimanerci per sempre e preferisce l’inferno dove non ci si annoia mai!! Lo stile del libro è molto semplice e, benché esso sia scritto alla maniera di Dante in terzine di endecasillabi in terza rima, la comprensione è facile e la lettura divertente e scorrevole. La ritengo davvero una bella trovata quella di Piumini, perché l’autore ha saputo “continuare” e “alleggerire” un testo classico abbastanza pesante (senza nulla togliere a Dante e alla sua opera!) facendo sì che molta più gente conosca e apprezzi se non altro lo spirito della Divina Commedia e senta invogliata così a conoscere e ad apprezzare l’originale e il suo autore. Piumini in effetti ha fatto proprio questo: ha esemplificato l’approccio alla Divina Commedia, rendendola appetibile proprio a chi, come me, l’ha sempre considerata, per sentito dire, troppo dotta e ardua da capire, e, per questo, quasi priva di fascino e di senso. Apprezzabile è l’aggettivo che più si addice a questo romanzo in versi! Marica Giorgialongo RECENSIONE DE “LA NUOVA COMMEDIA DI DANTE” Sapevate che Dante, nel suo periodo di esilio, ebbe visioni non pubblicate nella sua “(Divina) Commedia”? Infatti il poeta, secondo la mente tortuosamente poetica del geniale Roberto Piumini, avrebbe visto nel suo viaggio nel mondo ultraterreno alcuni personaggi odierni, in quanto sarebbe stato sotto effetto del cocurnio, una sostanza psico-attiva a base di zucca. E tra le visioni - per lo più infernali – del buon vecchio Dante, compaiono così illustri personaggi odierni, tra cui Silvio Berlusconi, Milosevic, Sgarbi, Vanna Marchi ed altri personaggi sui quali il Piumini esercita la sua satira. Nel riscrivere il capolavoro dantesco – in realtà si tratta di un’opera a sé stante – Roberto Piumini usa con perizia un tipo particolare di rima, la terza rima o rima incatenata, tipica della terzina dantesca, con schema ABA BCB CDC […], grazie al quale lo scritto assume anche più valore e interesse. I canoni sono quelli danteschi, e Piumini descrive per l’appunto le presunte visioni del Poeta, facendosene scudo e schermo per una potente satira verso coloro i quali sono in quest’epoca i più discussi. Può risultare estremamente divertente il vedere un Emilio Fede che, per aver leccato «il posto dove siedono i potenti», è costretto nell’inferno di Dante-Piumini a leccare per l’eternità il posteriore di alcuni maiali; così come può essere divertente l’immagine di un Vittorio Sgarbi che urla nel lerciume bollente e maleodorante sperando di essere salvato da Dante, accompagnato dal maestro spirituale Virgilio. Possiamo considerare questo libro satirico come un promemoria, un nodo al fazzoletto di tutte le “schifezze” presenti oggi in questo mondo-pattumiera, o semplicemente un libro comico, con adduzioni a personaggi del mondo odierno: comunque sia, esso rispecchia la realtà, seppur con qualche tendenza per favorire l’effetto parodico del libro. Il linguaggio è leggermente arcaicizzante – non arcaico – ma la lettura risulta appassionante e scorrevole, dato anche l’alto livello di puro divertimento, nell’immaginare magari Pannella assetato in un pozzo, con Ghandi che l’abbevera (vengono messe in stridente contrapposizione le due figure, agli antipodi per i fini, ma simili per il non mangiare e il non bere). E’ così che, con una sottile trama di collegamento tra personaggio, colpa e pena, Piumini si prefigge di far ridere – e pensare allo stesso tempo – il lettore: se una Vanna Marchi fraudolenta in terra ha estorto soldi ad innocenti, nell’infermo concepito dal Piumini ella riceverà anziché soldi, carboni e braci ardenti in mano, fino al bruciarsi perenne dei palmi delle mani. Proprio questo gioco studiato, combinato finemente con la tecnica poetica dantesca e con il mondo odierno, danno origine ad un libro particolarmente interessante e divertente, grazie al quale si può pensare alle sorti del mondo odierno facendo anche una risata, dato che, per ora, i pianti sono fin troppi. Burgi Francesco I Peccati con la P maiuscola! IL MONDO è AMMALATO…IL MONDO HA PAURA …IL MONDO è ASSALITO! MA DA CHI? P e r c h é? IL MONDO STA MALE PER UNA SOLA GRANDE CAUSA: L’ UOMO! NON PENSO CHE LA NOSTRA MATERIA GRIGIA SI SIA PIU’ VOLTE SOFFERMATA A PENSARE E A RIFLETTERE SU QUESTI ARGOMENTI. ”MA NO…è MEGLIO ACCENDERE LA TV E GUARDARE UN BEL REALITY! NON POSSO MICA RISOLVERLI TUTTI IO I MILLE PROBLEMI DEL MONDO..!” ALZI LA MANO COLUI CHE HA ASSUNTO UN COMPORTAMENTO DIVERSO!! Beh…a dire il vero un “cotale”ci sarebbe: Roberto Piumini. Vi chiederete: “Che cosa avrà fatto poi di così importante?”. Ecco, lui si è soffermato a riflettere – se pure con atteggiamento ironico e beffardo atto più alla parodia che alla satira – sul problema più duro e pesante che assilla e schiaccia bruscamente la coscienza di ognuno: i peccati.. È, la sua, una vera e propria commedia degna di essere chiamata così. Bisogna anche sottolineare la bravura dello scrittore nel comporre centotrentaquattro versi in prosa e in rima alternata. Consiglierei la letturadi questo libro a tutti quelli che ritengono noioso leggere, in quanto, pagina dopo pagina, la commedia ti prende per mano e ti invita a entrare nella galleria dei personaggi e a prendere parte agli eventi stessi narrati. È molto divertente scoprire le condanne di Emilio Fede e di Berlusconi , di Vanna Marchi e di Michael Jakson, della povera Letizia Moratti (costretta a correre dietro a terribili mocciosi) e di moltissimi altri personaggi. Vengono valutati ma soprattutto penalizzati largamente, i problemi della modernità, quelli cioè relativi in parte al mondo in cui viviamo come la superficialità, l’ egoismo, il materialismo, etc… In questo vero e proprio mercato dei problemi, manca però un “a fondo” in quelli più grandi, quelli che esistono da sempre e che da sempre accompagnano l’ uomo e lo rendono un bruto. Sto parlando degli omicidi, delle rapine, degli attentati che sempre di più caratterizzano il globo e lo dipingono di bianco e nero. Cosa significa ammazzare una persona? Domanda difficile o domanda retorica? Noi non conosciamo il vero senso né il puro valore della vita sottovalutando anzi anche il significato della morte… Leggere questo libro è però importante perché ci insegna a evitare almeno quei piccoli comportamenti che non ci fanno onore, quei comportamenti sgarbati e ripugnanti. FORSE HA UN SENSO PROVARE A MIGLIORARE - CHE NE DITE? Margherita Magro Recensione: “La Nuova Commedia di Dante” All’inizio questa riscrittura della Divina Commedia in chiave moderna non mi era parsa molto entusiasmante, soprattutto per il linguaggio alquanto scurrile, che rende il libro, nel suo complesso, un po’ volgare. Poi, però, rileggendo e analizzando il testo con più attenzione, ho capito che Piumini vuole adattare il contenuto del libro al mondo e ai personaggi che lo popolano oggigiorno. Prendendo spunto dalla grande opera di Dante Alighieri -opera che, probabilmente, con ogni riguardo per il Sommo Poeta, risulta un po’ pesante e “fuori tempo”- Piumini rielabora, con toni senz’altro più leggeri e briosi, le tematiche e le vicende cantate nelle tre cantiche e introduce anzi dei nuovi personaggi nuovi, che pone nell’Inferno e nel Paradiso. Grande escluso è il Purgatorio, il che, a mio parere, rappresenta una scelta più che legittima e giusta poiché le vie di mezzo, al mondo d’oggi, non esistono più, non sono possibili. La lettura è resa molto piacevole e divertente dalle pungenti vignette caricaturali dei “condannati”, prodotte da Francesco Altan, che consentono di alternare alla lettura della pagina scritta la lettura della pagina illustrata, in modo senz’altro originale e vario. Posso dire che questo libro mi ha colpito per l’originalità che esprime e perciò vorrei consigliarlo a tutti coloro che leggono “alternativo”. Inoltre è alquanto allettante veder rivivere i personaggi attuali nelle storie e nelle vicende che riecheggiano quelle dei personaggi danteschi. Brunella Chietera Recensione Il titolo che ho scelto per le dieci terzine endecasillabiche che ho composto è: “Eros, un amore di voce”. Ho scelto questo personaggio perché mi attira molto. Infatti con la sua voce riesce ad attirare l’attenzione di tante ragazze. Eros Ramazzotti è un cantante che ha composto molte canzoni dedicate alla sua ex, Michaelle Hunzicher, e alla sua piccola Aurora. E’ un grande autore, un nostro illustre contemporaneo che ha una splendida voce e soprattutto un gran cuore. L’ho collocato in paradiso, proprio perché lo considero una persona fantastica ed eccezionale, capace di dare felicità a tanta gente. Egli nello stesso tempo è un uomo molto scherzoso e quindi capace di gioire e di trasferire gioia in tanta gente, nei grandi e nei piccini, interpretando con pienezza ed entusiasmo le sue formidabili canzoni: dolci ed emozionanti. Sicuramente ,come ho detto prima, lo collocherei nella parte più alta del paradiso, affiancato da Roberto Benigni che nella “Nuova Commedia di Dante” viene descritto nel III capitolo. Quindi considero Eros un cantante molto sensibile e divertente, con tanta voglia di entusiasmare e di giovare così a tanta gente. Nancy De Palo RECENSIONE "La nuova Commedia di Dante" di Roberto Piumini, come suggerisce il titolo, si ispira al capolavoro dantesco "La divina Commedia", ma presenta alcune sostanziali differenze. Questa riscrittura è, come il modello originario, un' opera poetica composta da terzine di endecasillabi in rima incatenata, ma il cambiamento radicale è dato dal contenuto. Il viaggio compiuto da Dante in questo libro, è tutto spirituale: lo si comprende, infatti, dall'immediatezza con cui il protagonista passa dall'Inferno al Paradiso. Inoltre, i dannati e i beati sono piuttosto noti, dai politici ai personaggi dello spettacolo. Nell'Inferno figurano tra gli altri l'ex capo serbo Milosevic, colpevole di genocidio, e condannato ad affogare in eterno in una vasca in cui scorre il sangue a cascate, e il critico Vittorio Sgarbi, che "bruciò intelletto e lena in un furore finto e scelto a cura, vivendo di una fredda furia oscena", condannato a vagare in uno stagno di sterco insieme ai suoi compagni. Persino l'amatissima Maria De Filippi è precipitata nel punto più basso della Terra, così come Emilio Fede, Silvio Berlusconi e Vanna Marchi. Altri personaggi, invece, come il bravissimo Roberto Benigni, il trio più famoso della TV (Aldo, Giovanni e Giacomo) e Gandhi -fino ad arrivare a William Shakespeare e ai protagonisti dei suoi drammi- dal Paradiso si fanno portavoce di gaudio sempiterno. E' evidente che l'autore ha rispettato una sua classifica di gradimento, ma io non sono molto d' accordo su alcuni punti. Il primo è la pena di Anna Maria Franzoni, da lui e molti altri, identificata come l'assassina di suo figlio Samuele, ma la cosa non può essere ritenuta credibile dato che l' inchiesta non è stata ancora archiviata e il caso resta aperto. Un' altra pecca è il fatto che Piumini ha dedicato troppo spazio all' Inferno, e poco, anzi pochissimo, al Paradiso e al Purgatorio, al quale addirittura è stato dedicato un solo canto. Nel complesso, questo libro, è ottimo: infatti, la sua funzione principale è quella di far riflettere il lettore sulle precarie condizioni in cui versano oggi l'Italia, e, soprattutto, il mondo. Io propongo a tutti la lettura di quest' opera, non solo per regalare un po' di divertimento a chi la legge, ma anche per guardare in faccia la realtà in cui viviamo. Maria Pisano La NUOVA COMMEDIA di DANTE Tutti noi conosciamo Dante Alighieri per la sua Divina Commedia, ma oggi ne abbiamo un’altra di Commedia, ossia la “Nuova Commedia di Dante” scritta da Roberto Piumini. Roberto è un grande scrittore degno di considerazione e attenzione poiché nel suo libro è riuscito a imitare alla perfezione il grande maestro fiorentino. C’è una sola differenza: ossia i protagonisti dell’Inferno e del Paradiso. Quelli danteschi appartenevano al ‘200-‘300, ma quelli di Piumini sono contemporanei e il modo in cui vengono descritte le loro pene o le loro beatitudini è davvero divertente. Piumini è riuscito, appunto, a imitare bene Dante e spesso ha usato parole appartenenti all’originale Divina Commedia che, come la “Nuova”, è scritta in terzine di endecasillabi. La lettura è scorrevole e piacevole poiché il linguaggio è semplice e le rime presenti la rendono inedita e originale. I canti sono solamente 50, mentre quelli danteschi erano 100. Inoltre per Piumini esistono solo l’Inferno e il Paradiso: per lui, oggi, non ci sono vie di mezzo. Ben 34 canti parlano dell’Inferno e a questo punto verrebbe da chiedersi se al mondo d’oggi esistano solo persone maligne e furbe alle quali spettano fiamme e dolori. In questo paesaggio troviamo soprattutto ladri, politici e assassini le cui pene sono dolorose e cruenti. A molti tocca il castigo di vagare nel letame poiché hanno commesso il peccato di derubare i cittadini e di aver fatto leggi ingiuste e astute. Leggendo i castighi che toccano alle anime dannate dell’Inferno è probabile che sulla bocca dei lettori compaia un sorriso di complicità perché molte scelte di Piumini verranno apprezzate e condivise. Nel Paradiso ci sono ben poche persone che, giustamente, meritano una vita Beata. I meriti di quelle anime stanno nell’ essere state in vita buone e generose con il prossimo e nell’ aver donato agli altri un po’ di felicità. Per ogni canto ci sono delle simpatiche illustrazioni realizzate da Altan, il che rende il libro più godibile e divertente. Da questa sua Nuova Commedia Piumini ha voluto mostrare al lettore il mondo che ci circonda, pieno di dannati e beati nell’atto e nel principio! Ippolita Giannotta RECENSIONE "La nuova Commedia di Dante" di Roberto Piumini, come suggerisce il titolo, si ispira al capolavoro dantesco "La divina Commedia", ma presenta alcune sostanziali differenze. Questa riscrittura è, come il modello originario, un' opera poetica composta da terzine di endecasillabi in rima incatenata, ma il cambiamento radicale è dato dal contenuto. Il viaggio compiuto da Dante in questo libro, è tutto spirituale: lo si comprende, infatti, dall'immediatezza con cui il protagonista passa dall'Inferno al Paradiso. Inoltre, i dannati e i beati sono piuttosto noti, dai politici ai personaggi dello spettacolo. Nell'Inferno figurano tra gli altri l'ex capo serbo Milosevic, colpevole di genocidio, e condannato ad affogare in eterno in una vasca in cui scorre il sangue a cascate, e il critico Vittorio Sgarbi, che "bruciò intelletto e lena in un furore finto e scelto a cura, vivendo di una fredda furia oscena", condannato a vagare in uno stagno di sterco insieme ai suoi compagni. Persino l'amatissima Maria De Filippi è precipitata nel punto più basso della Terra, così come Emilio Fede, Silvio Berlusconi e Vanna Marchi. Altri personaggi, invece, come il bravissimo Roberto Benigni, il trio più famoso della TV (Aldo, Giovanni e Giacomo) e Gandhi -fino ad arrivare a William Shakespeare e ai protagonisti dei suoi drammi- dal Paradiso si fanno portavoce di gaudio sempiterno. E' evidente che l'autore ha rispettato una sua classifica di gradimento, ma io non sono molto d' accordo su alcuni punti. Il primo è la pena di Anna Maria Franzoni, da lui e molti altri, identificata come l'assassina di suo figlio Samuele, ma la cosa non può essere ritenuta credibile dato che l' inchiesta non è stata ancora archiviata e il caso resta aperto. Un' altra pecca è il fatto che Piumini ha dedicato troppo spazio all' Inferno, e poco, anzi pochissimo, al Paradiso e al Purgatorio, al quale addirittura è stato dedicato un solo canto. Nel complesso, questo libro, è ottimo: infatti, la sua funzione principale è quella di far riflettere il lettore sulle precarie condizioni in cui versano oggi l'Italia, e, soprattutto, il mondo. Io propongo a tutti la lettura di quest' opera, non solo per regalare un po' di divertimento a chi la legge, ma anche per guardare in faccia la realtà in cui viviamo. Maria Pisano RECENSIONE: “La Nuova Commedia di Dante” “La Nuova Commedia di Dante” presentata da Roberto Piumini è una riscrittura molto divertente ispirata alla Commedia di Dante. In essa sono citati molti personaggi televisivi, come, ad esempio, Bruno Vespa, e anche politici, come Silvio Berlusconi. Tutti i personaggi citati vengono dall’Autore posti nel paradiso o nell’inferno a seconda dei comportamenti tenuti in vita. Ad esempio, Emilio Fede è condannato a vivere nell’inferno per aver “leccato il didietro” ai potenti; Milosevic è posto anch’egli all’inferno per aver straziato i Balcani verso la fine del secondo millennio; Alba Parietti è costretta anch’ella a pagare per aver -ben due voltetradito la propria natura di donna facendosi “ritoccare”; Michael Jackson, a sua volta, è colpevole di aver offeso la propria razza e di aver amato i bambini con distorto amore; tanti altri personaggi, infine, pagano ciascuno la propria colpa secondo quanto hanno meritato. Ma ci sono anche uomini destinati a godere delle gioie del paradiso, come Roberto Benigni, Socrate e Sandro Pertini. Questa Nuova Commedia scritta da Piumini è adatta ai giovani lettori perché vi vengono passati in rassegna gli errori più grandi degli uomini, utili e degni di essere conosciuti per essere evitate dalle future generazioni. Credo quindi che questa riscrittura sia non solo molto piacevole da leggere, ma anche molto efficace e utile per noi giovani. Non mi resta quindi che augurare a tutti una buona lettura! Marco Riefolo Recensione de “La Nuova Commedia di Dante” In questo libro scritto da Roberto Piumini ci vengono presentati due mondi nettamente diversi: l’Inferno e il Paradiso. L’autore, in chiave comica, ha rappresentato in questi mondi ultraterreni numerosi personaggi dello spettacolo, della politica, dello sport; perciò questo libro vuole far capire al lettore i personaggi, che, secondo l’autore, sono da considerarsi cattivi o che nella vita terrena hanno compiuto opere ingiuste, come Berlusconi. Ci sono altri importanti personaggi politici quali: Bossi, D’Alema, Sgarbi e giornalisti come Vespa, Fede. Costoro, come dice l’autore, per molti anni hanno fatto commenti violenti e crudi e hanno agito in malafede pensando ai propri interessi anziché cercare di rendere l’Italia sempre più unita e laboriosa. Poi l’autore parla anche di altri personaggi del mondo sportivo, come, ad esempio, Pantani, che per partecipare alle gare e riuscirne vincitore, ingeriva stupefacenti. Viene citata anche Vanna Marchi, la quale otteneva ingenti quantità di denaro ingannando le anime dei malcapitati. Io credo che questo libro sia molto importante leggerlo perché ci può far riflettere molto riguardo allo “sciocco” comportamento che, oggigiorno, migliaia di persone adottano per perseguire i propri interessi prendendo in giro molte persone. Perciò lo consiglio a un vasto pubblico di ingenui, anche perché la lettura è scorrevole e piacevole. Davide Ettorre Recensione de “La nuova Commedia di Dante” Questo libro, scritto da Roberto Piumini, può essere considerato la “continuazione” della Divina Commedia di Dante. Infatti, i personaggi protagonisti del testo sono sempre Virgilio e Dante, che, nel loro viaggio tra Paradiso e Inferno (il Purgatorio non è contemplato!), incontrano personaggi della nostra epoca. Pur essendo stato scritto in versi endecasillabi a rima incatenata, il libro risulta piacevole e la lettura è scorrevole e divertente. I personaggi presenti, essendo attuali, risultano simpatici anche con i loro difetti che vengono esaltati e ridicolizzati. Inoltre le illustrazioni di Francesco Altan, presenti nel libro, aiutano il lettore a immaginare meglio i fatti e i luoghi delle vicende narrate. Piumini inserisce nel girone dell’Inferno personaggi come: Bin Laden, Hitler, Stalin, Nixon, Erode, Amin (che in vita hanno fatto stragi di vite umane); Baget Bozzo; Socrate (che in vita fu contraddittorio)… Colloca invece nel Paradiso:Gandhi; Giovanni Paolo II; San Giovanni d’Asso; Aldo, Giovanni e Giacomo… Questi ultimi personaggi, attori comici e a volte scurrili nell’esprimersi, tutti piuttosto divertenti e portatori di gioia, sono stati collocati dall’autore, con mia approvazione, nel Paradiso poiché “lavorarono a una risata che all’umanità porta rispetto, ma ancor più perché hanno conservato l’unità del trio perfetto”. Anche William Shakespeare è messo in Paradiso con tutti i personaggi dei suoi drammi, in quanto, attraverso i suoi scritti, ha generato gente “viva” che solo gli autori geniali possono creare. A mio parere, l’autore ha avuto un’idea brillante nello scrivere la Nuova Commedia, in quanto, partendo da questa lettura, molti ragazzi si potranno avvicinare con più interesse e curiosità alla Divina Commedia di Dante, erroneamente considerata “pesante” e noiosa. Anna Gabellone La NUOVA COMMEDIA di DANTE. Tutti noi conosciamo Dante Alighieri per la sua Divina Commedia, ma oggi ne abbiamo un’altra di Commedia, ossia la “Nuova Commedia di Dante” scritta da Roberto Piumini. Roberto è un grande scrittore degno di considerazione e attenzione poiché nel suo libro è riuscito a imitare alla perfezione il grande maestro fiorentino. C’è una sola differenza: ossia i protagonisti dell’Inferno e del Paradiso. Quelli danteschi appartenevano al ‘200-‘300, ma quelli di Piumini sono contemporanei e il modo in cui vengono descritte le loro pene o le loro beatitudini è davvero divertente. Piumini è riuscito, appunto, a imitare bene Dante e spesso ha usato parole appartenenti all’originale Divina Commedia che, come la “Nuova”, è scritta in terzine di endecasillabi. La lettura è scorrevole e piacevole poiché il linguaggio è semplice e le rime presenti la rendono inedita e originale. I canti sono solamente 50, mentre quelli danteschi erano 100. Inoltre per Piumini esistono solo l’Inferno e il Paradiso: per lui, oggi, non ci sono vie di mezzo. Ben 34 canti parlano dell’Inferno e a questo punto verrebbe da chiedersi se al mondo d’oggi esistano solo persone maligne e furbe alle quali spettano fiamme e dolori. In questo paesaggio troviamo soprattutto ladri, politici e assassini le cui pene sono dolorose e cruenti. A molti tocca il castigo di vagare nel letame poiché hanno commesso il peccato di derubare i cittadini e di aver fatto leggi ingiuste e astute. Leggendo i castighi che toccano alle anime dannate dell’Inferno è probabile che sulla bocca dei lettori compaia un sorriso di complicità perché molte scelte di Piumini verranno apprezzate e condivise. Nel Paradiso ci sono ben poche persone che, giustamente, meritano una vita Beata. I meriti di quelle anime stanno nell’ essere state in vita buone e generose con il prossimo e nell’ aver donato agli altri un po’ di felicità. Per ogni canto ci sono delle simpatiche illustrazioni realizzate da Altan, il che rende il libro più godibile e divertente. Da questa sua Nuova Commedia Piumini ha voluto mostrare al lettore il mondo che ci circonda, pieno di dannati e beati nell’atto e nel principio! Ippolita Giannotta RECENSIONE : LA NUOVA COMMEDIA La Nuova Commedia di Dante, presentata da Roberto Piumini, è popolata da personaggi che appartengono ai nostri giorni. Piumini, ispirandosi alla commedia dantesca, colloca in ogni canto della sua opera un personaggio diverso dagli altri per ciò che ha fatto in vita e per ciò che gli è toccato dopo la morte. Infatti, questa commedia è divisa in Inferno e Paradiso. Inoltre ogni canto è scritto in terzine di endecasillabi in terza rima. Questa commedia mi è piaciuta molto perché, pur essendo ispirata alla Divina Commedia, ha qualcosa di diverso e in più: i personaggi che la affollano, infatti, sono tratti dai giorni nostri, sono quelli che siamo abituati a vedere sui nostri teleschermi, sono quelli, insomma, che noi possiamo sentire “vicini” a noi. Nell’oltretomba essi ricevono le pene e i castighi che hanno meritato in vita, ma anche i premi che il loro ben fare ha richiesto e ottenuto. Inoltre questa riscrittura è da considerarsi comica poiché usa termini che noi giovani spesso usiamo e proprio questo rende la lettura scorrevole e piacevole. Maria Luigia Fiore RECENSIONE Il libro di Roberto Piumini intitolato “La Nuova Commedia di Dante” mi ha colpito molto per il modo semplice di esprimere i concetti. Infatti questo libro è scritto in modo chiaro e di facile approccio e impone una chiave di lettura essenzialmente comica poiché mira a divertire il lettore con espressioni e linguaggi anche volgari diretti agli uomini più falsi e ignobili di questo mondo: i politici. In questo modo Piumini realizza una sorta di Nuova Commedia e colloca in un “inferno” tutto moderno, costituito da personaggi che addirittura vivono ancora, le persone più malvagie, come una Vanna Marchi che in vita ha ingannato la gente. Facendo ciò, Piumini non intende soltanto far ridere il lettore, ma vuole indurlo anche a riflettere su alcune verità e realtà di questo mondo moderno, che, sì, è un mondo migliore rispetto a quello dei tempi passati ma presenta inevitabilmente pregi e difetti. Basti pensare a un Emilio Fede, costretto a leccare il posteriore ai maiali, poiché in vita ha “leccato” il posteriore agli uomini più importanti. Però, in questa Nuova Commedia di Dante, c’è anche un Paradiso nel quale vengono collocati sempre uomini moderni, quelli che in vita si sono comportati con bontà verso il prossimo. Ne è un esempio il Papa Giovanni Paolo II, che in vita si dedicò senza posa ad aiutare gli altri dando l’esempio soprattutto ai giovani e ai bambini. Infine voglio consigliare la lettura di questo libro alle persone di tutte le età poiché questo libro fa comprendere, attraverso una brillante parodia, alcune verità del mondo moderno, verità che purtroppo si riflettono negativamente sulla vita quotidiana. Giuseppe Papapietro “ La Nuova Commedia di Dante ” Nella “Nuova Commedia di Dante”, scritta da Roberto Piumini, vediamo Dante percorrere con Virgilio l’ Inferno e il Paradiso incontrando numerose maschere del nostro tempo e osservare, talvolta stupito talvolta inorridito, la punizione divina che è toccata a ciascuno dei nostri più noti contemporanei. Quindi Piumini, ispirandosi a Dante, ha riscritto la Divina Commedia collocando i personaggi di oggi nel Paradiso o nell’Inferno –il Purgatorio non è contemplato!- e abbinando a ciascuno di essi una pena divina. La Commedia scritta da Piumini è formata da L canti scritti in terzine di endecasillabi, a rima incatenata, giocosi e vivaci, chiari e divertenti, che incitano il lettore a proseguire nella lettura del libro. Infatti Piumini tratteggiando nella Nuova Commedia una galleria di personaggi contemporanei, rende molto più interessante e appetibile la sua riscrittura. La Nuova Commedia di Dante è un libro che mi è piaciuto particolarmente, poiché mi ha divertito molto scoprire nei vari canti le pene o i premi assegnati ai vari personaggi come: Aldo, Giovanni e Giacomo; Gandhi; Papa Giovanni Paolo II; Madre Teresa di Calcutta; Giotto; Bin Laden; Hitler; Stalin; Berlusconi; Sgarbi ecc… Nel complesso lo giudico un bel libro che consiglierei ai lettori di tutte le età, ma soprattutto a chi vuole leggere una (Divina) Commedia parallela e parodistica, attualizzante e ironica nella sua diversità da quella dantesca. Silvia Pedicini RECENSIONE Avete mai pensato come sarebbe stata una Divina Commedia dei giorni nostri? Roberto Piumini sicuramente ci ha pensato. “La Nuova Commedia di Dante” si presenta come un sequel della commedia dantesca in cui il celebre poeta, bevendo un infuso a base di zucca, si ritrova a dover affrontare un altro viaggio nell’inferno e nel paradiso. In questi luoghi Dante incontra persone dei giorni nostri note a tutti noi, persone che per un motivo o un altro si ritrovano a dover essere condannate o graziate per l’eternità. Basti pensare a personaggi diametralmente opposti come Ghandi o Milosevic. Insomma vale la pena di leggere questo libro: con questo libro, infatti, riprende un viaggio che si pensava fosse concluso ormai da più di settecento anni… Andrea Grilli Recensione: La Nuova Commedia di Dante Come iniziare questa recensione in maniera goliardica e fuori dal comune? Certo, potrei iniziare dicendo qualcosa di spiritoso, tipo: “Fatti da parte, Dante! Arriva Roberto!”. Naaa, troppo falso come inizio, eh? Ci rinuncio, tanto vale cominciare per davvero. Dunque…che dire di questo libro? Credo che il senso del libro in sé e per sé si possa rendere con una domanda piuttosto interessante: e se Dante esplorasse la nostra contemporaneità? Piuttosto bizzarra come cosa, vero? Eppure Roberto Piumini è riuscito a dare una risposta a questa strampalata domanda con il suo recente lavoro, “La Nuova Commedia di Dante”, e con il contributo per le illuztrazioni del disegnatore satirico Francesco Altan. Insieme i due si sono cimentati in un remake della originale Commedia dantesca, in una cinquantina di canti fatti di terzine spietate e corrosive e disegni tanto taglienti quanto appropriati. Da Berlusconi a Vanna Marchi, da Sgarbi a Michael Jackson, da Annamaria Franzoni fino ad arrivare persino a McDonald, il famoso giro di ristoranti fast- food. Ogni singolo personaggio della nostra malata società odierna passa al severo setaccio di Piumini, che lo affida alle cure del paradiso o alle pene dell’inferno, condannando ciascuno alla giusta punizione. I peccatori? Chi pur di conquistare la "poltrona" farebbe qualsiasi cosa e chi l' ha conquistata facendo stupro di democrazia. Quelli che non sanno dove stia l'onestà. E poi corrotti, narcisisti, prepotenti, truffatori. Tutti insieme a marcire per l'eternità sotto palate di letame e tra olezzi nauseabondi. Vi vedo sogghignare sotto i baffi pensando “bravi! E’ ciò che si meritano”! Infatti è così, in fondo: parliamoci chiaro, chi non vorrebbe vedere Berlusconi infilzato da forconi ardenti e sommerso dalla…ehm…cacca (per dirla in maniera carina e garbata)? Invito chiunque sia conservatore o comunque di destra, AN, Forza Italia e quant’altro a sloggiare e cercare qualcosa di più appropriato da leggere, perché in questa ironica, satirica e tagliente opera non si risparmia davvero nessuno! Una commedia davvero poco politically correct. Trovo che l’opera di Piumini sia brillante e pungente. Alquanto velenosa,a dirla tutta, proprio come me che sto scrivendo questa recensione e credo che anche voi l’abbiate notato, no? Consiglio caldamente a chi è una di quelle persone gentili con tutti, o una di quelle femminucce tutte confettini rosa e bontà di girare al largo da questo libro e dirigersi verso il settore “Fiabe”: non è il libro che fa per voi, ragazzi! Ad ogni modo non è certo un libro perfetto, come niente lo è su questa terra. Infatti l’autore avrebbe potuto essere un po’ meno volgare e variare la cadenza delle terzine. Difatti l’andamento e il ritmo delle rime sembrano e sono sempre gli stessi e alla lunga la cosa può davvero stancare. Letizia Pavese Recensione: “La nuova Commedia di Dante” Inizialmente, a essere sincera, non mi è piaciuta molto questa riscrittura della Divina Commedia, perché mi sembrava una presa in giro per Dante; inoltre, mi era parsa troppo volgare. Ma non è giusto giudicare dalle impressioni iniziali; infatti, dopo aver provato anch’io a scrivere in terzine di versi endecasillabi, mi sono resa conto che non è una cosa semplice e che, comunque, è divertente trovare la pena giusta per i personaggi di oggi e descriverli a suon di rime! Allora, mi sono resa conto che Piumini non intendeva assolutamente imitare Dante, ma farci sorridere con una versione ironica della Divina Commedia; è stata buona l’idea di un Dante che legge nel futuro e, poi, per quanto riguarda la volgarità, mi sono resa conto che oggi è pane quotidiano per i personaggi famosi…E’ strano, come possono cambiare le opinioni a seconda della prospettiva da cui si vedono le cose! Quindi credo che, per apprezzare davvero un libro, sia necessario mettersi nei panni dell’autore o di un lettore dal carattere diverso dal nostro e magari un po’ più aperto e col gusto del diverso… Sono d’accordo perfettamente sull’assenza del Purgatorio, perché oggi, ormai, non esistono “vie di mezzo” : è tutto o bianco o nero! La cosa certa è che ho sbagliato a giudicare quest’opera confrontandola con la Divina Commedia, perché, per quanto ne so, non ci sono paragoni!… ne converrà anche l’autore?! Lucia Tremamondo Riscritture: …Dalla finestra del Paradiso: Giovanni Paolo II Senti quel ch’io vidi in paradiso Darà consigli, testimonianze, bacini sì bella fu visione che ancora e abbracci ai suoi cari e all’altra gente, al cuore mio ridona il riso: a quei che gli son stati assai vicini. un uomo assai tranquillo e quieto è ora, Ha viaggiato nell’intero mondo, sorridente in volto a tutti appare aprendo i cuori a tutta la gente, e intorno vogliono restargli ognora trasmettendo amore profondo. perché ha insegnato ad amare e a <<Maestro>>dissi, <<Ho nella mia mente perdonare. un dubbio.>>. <<Dimmi subito, o ben nato>> Ora è felice, qui nel paradiso, <<Ora che il bravo vecchietto è assente, infatti il buon Padre potrà viaggiare per cosa dalla gente verrà ricordato?>> e donare un sorriso ad ogni viso. <<Il savio canuto sempre presente Nessuno a seguirlo faticherà, sarà perché del Divino hanno in lui trovato>> neppure i bambini che n’ hanno avviso. <<Ma ora andiamo, Dante, è giunto il saliente Ogni persona sempre felice sarà momento. Saluta il bianco nonnino e tutti quanti saranno vicini, e, ritornando, sii sempre credente>> e accanto a loro il buon Dio vivrà. Sabrina Andrulli …con Nicoletta faceva pariglia.. Prati verdi ed infinite lande si dispiegavano davanti a lui ed io rimirai con stupore grande. Pallido, esile sembrava costui dimesso vestito, gaio saltava gesticolando e ridendo, per cui moltitudini di gente chiamava. Curiosa del mistero avanzai: sole splendente lo illuminava, e per la luce gli occhi strizzai, provando un’immensa meraviglia! ‘Ché un comico ‘nnanzi mi ritrovai. Con Nicoletta faceva pariglia Ma geniale era la sua mente! Circondato da benigna famiglia, riusciva a far ridere la gente. E la gente rideva e piangeva esprimendo un giudizio clemente con voce ferma e chiara ad ei suadeva Paradiso nel Paradiso era, e l’anima nel profondo gaudeva. Sembrava un’assurda chimera. Del Paradiso un bel miracolo che si dispiegò fino alla sera. Non temete! Non v’è pericolo! Le parole sono ancora quelle Scritte anni fa in tale vicolo, ma Roberto le ha cantate belle e per questo in Paradiso risiede già con l’amor, il sole e le stelle. Silvia Di Lecce ...Il primo fu il “Pirata” della bici... L’inferno è una cosa terribile Ci sono diavoli e diavoletti Dal comportamento incredibile I quali sono brutti e scorretti Come gli uomini più disonesti E urlando sopra i loro tetti Diventano ancora più funesti. Preferirei non parlare di questi Di questi mostri sempre più ossessi Invece andrò a narrar dei maldestri Il primo fu il “Pirata” della bici Che ingoiò sostanze campestri E, come se stesse sopra le braci, Pedalava faticosamente Fino a quando le gambe tenaci Avrebbero perso perennemente La loro velocità e robustezza Sopra un grande carbone ardente. Infine vidi un uomo di pezza Produceva musica satanica E le parole erano schifezza La sua musica era fanatica Da stordire persino Lucifero. E si udiva una lode mediatica Proveniente da un tempio vero Questa voce sembrava di un bimbo Era quella di Menson; triste e fero. Davide Ettorre GIOVANNI PAOLO II IL GRANDE Col duca mi trovavo in Paradiso: Di armonia e di beltà v’era un misto, v’era un cantar d’augel dal dolce viso. Mi avvicinavo sempre più a Cristo quando vidi immerso in un’aura luminosa un uomo saldo come roccia di scisto. Intorno a lui: angeli e lux radiosa che festeggiavano l’ anima Sua creando un’armonia meravigliosa. Chiesi al duca mio chi quello era E lui giulivo rise e a me rispose: <<Giovanni Paolo II fu che in vita Fece opere al mondo meravigliose. E gli uomini tutti lo seguivano ché parlava parole decorose.>> Vidi giovani ch’ a Lui andavano, ìvano alla Luce larga d’ amore, e lo slogan “Papa boys” gridavano. Il suo insegnamento era l’ Amore, e più e più esortava i cristiani: <<Aprite, anzi spalancate al Signore le porte del cuore!”. Non eran vani i detti suoi e tra gli altri pur vi era: <<Ritorna giovane chi sta con i giovani.>> La Polonia fu la sua terra vera, piena di guerra e di oppressione, or per la sua missiòn pace vi impera. Quei mi suscitò viva commozione, Poi il viso volsi tosto al mio signore, per me volevo sol purificazione. Fiore Maria Luigia EROS : UN AMORE DI VOCE In una folla gioiosa e festante che con urla applaudiva fortemente, vidi Eros, il più famoso cantante. Con allegria generosa e clemente, cantava dolci canzoni d’amore che dedicava amorevolmente. Era un ragazzo con un grande cuore che provava tante e tante volte per fare una figura da grande autore. A volte cantava più cose stolte ma qualche volta cose tanto belle per emozionare anche genti colte. La gente rideva a crepapelle, a sentire quelle belle canzoni dedicate ancora a Michaelle. Nell’udire, provai dolci emozioni, vedendo leggiadre pulchre ragazze che di note spandevano effusioni. Di spirito gentile, un poco pazze trovavano gaudio e divertimento a udire e strepitare come gazze. E chiesi circa quel bel piacimento: lo duca disse allor che da Milano proveniva quel grande movimento. Si udiva un forte, gran baccano che era formato da tanta gente che veniva da molto, molto lontano. E questo mi sorprese fortemente, così iniziai anch’io a gridare: volevo uscir di me a piena mente. Nancy De Palo …Virgilio a Dante sulla pubblicità… “Se come buttare tanti quattrini via al vento volevi sapere, con la vera mania dei cretini male ti dovevi intrattenere: la pubblicità potevi seguire poiché era scontato cadere in quei loschi tranelli e soffrire. Ti ipnotizzava costringendoti a comprare, comprare e morire dalla voglia di comprar antidoti contro la bruttezza e la vecchiaia ma nessun può cambiare queste “doti”! ti costringeva a comprare “AIA” e altri prodotti per gli ingordi, vestiti, profumi e collane maya. Di tutto di più fino ai bordi dello spreco e dell’inutilità. Pochi gli immuni e i sordi, beati, che da questa pubblicità non sono stati per niente stregati. Eh sì, questa è la triste realtà che ora vige qui, tra ‘sti dannati che devono scontare infame pena a cui i mali sono condannati. Ma ai beati è sol sorte serena e vivono lassù felicemente senz’ ombra di terribile pena e giocano ininterrottamente felici, al contrario dei dannati, che soffrono laggiù giustamente! Francesca Montemurro Gandhi e Giovanni Paolo II E continuando il mio bel cammino in un prato che di verde traboccava, trovai un uomo su se stesso chino. Lunga veste avea e ardito sembrava. Indiano era e fuoco facea; bombe e fucili e pugnali bruciava immerso nella sua grande aurèa. Incuriosito al mio maestro chiesi: “Chi è quei ch’arde delle armi la marea?” E Virgilio ben sapiente rispose: “Grande anima lui è, di nome Gandhi che la guerra non violenta propose.” Per quanto interessato, ai suoi comandi verso una luce forte mi diressi e dopo tanti passi a ritmi blandi un grande uomo bianco innanzi fessi. Tanta gente c’era e “santo” era. Beato intra angelici messi orava in quella bella e fresca riviera. Costui non bruciava,bensì creava catene di gente di fede vera. Ed a un tratto, prima ch’io fiatava, ”Rimani quivi, fratello, illeso, qui c’è pace e speranza!” esclamava. E io, che per lo duca avea inteso, risposi a Papa Giovanni Paolo: “Non posso, sono vivo e in sospeso e costretto a vagar ma non da solo guardando la sorte dei mortali di chi fa ‘l ben, di chi commette dolo...” Anna Gabellone …vidi Milosevic fiero… La solitudine e la tristezza decisero di infliggergli laggiù per crimini commessi con amarezza. Vidi solo abbandono e niente più per quei la cui inclinazione soltanto aveva reso mostruoso laggiù. La somma giustizia preso nel manto l’aveva, per ricordargli chi era: finito era nella terra del pianto! L’anima sua –fosse stata chimera!ardeva al pensiero di vendetta, e l’altre convinse a mo’ di megera. Giusto castigo con risolutezza trovato fu per Milosevic fiero per ciò ch’avea fatto con fermezza: lo misero solo su un veliero, pieno d’anime da lui uccise, che lo portavano verso un sentiero. Sul sentiero le sue colpe ammise. E il vento spirò a suon di miserere: lo avvolse e in un vortice lo mise. A terra quei sperò dover giacere. Invece una sorpresa lo aspettava: alzarsi, nel vortice ricadere. Così la sua punizione andava. E avanti e indietro il tempo si muoveva e forte lo agitava. Castigato era e parea sghembo: ciò che si meritava era accaduto avvolto stava tutto in un nembo. Andrea Grilli Aborto dicea: ti avrei amato… “L’uomo tra gli animali del creato fu dotato dal Signore di senno perché non facesse peccato, si salvasse ad un solo Suo cenno! Sfortunata la condizione di chi ha perduto il prezioso senno. È questa al mondo la posizione di chi nega la luce al nascituro; vince un momento di disperazione: non vuolsi saper più nulla del futuro, prende l’insensato per suo atto pensando di non essere maturo, né capace, dopo un simile scatto. Coscienza poi lo assale, tormenta il rio: “Esiste il modo per un riscatto?” Innanzitutto nei confronti di Dio, poi degli uomini. Ma il Signore misericordioso rinuncia al fio quando si vuole portare amore, aiuto, conforto al sofferente, ancor di più se senza clamore. Si dee apprezzare molto il penitente Quando si macera, si crocifigge E diviene così più forte e potente. Tanti sono i modi in cui si affligge Tanto per recuperare la testa Persa e caduta in un cesto. Rifulge Di luce propria chi può fare festa. Perdono? NO!, per chi nascere non fa, per sempre disperato e senza cresta”. Ippolita Giannotta …il successor dei successor di Pietro… Salimmo al Paradiso io e ‘l dottore lì dove insieme i beati stanno per la bontà del loro grande cuore. Riconobbi un uomo: iva senz’affanno Con passo veloce e grande vigore E con lo sguardo andava scrutando D’un tratto un vocìo sentimmo avanzare Verso di lui andavan correndo Tanti ragazzini, a mo’ di zanzare. Con gioia andavano ad accoglierlo lui tra loro cominciava a parlare e senza alcuno ad interromperlo “Maestro, ti prego, non titubare: chi è costui che solo al vederlo già ad un profeta ci fa pensare?” rispose:”Egli lo è, ti basti osservarlo, Con i giovani sa comunicare La Santa Chiesa vorrebbe santificarlo. Fu un grande Papa, si die’ gran da fare. Amico del mondo, lo seppe amare. Ora lui qui deve restare e pregare E farci il gran dono dell’insegnare. Pensier di pace è pronto a istillarlo E mite i giovani dovrà guidare. Ed io nel mio cuore volli ringraziarlo Per l’operosa voglia di continuare A proteggere il mondo e di bene saziarlo. Ma il tempo stava per terminare, Non mi restava che salutarlo. E con il duca mio avventurare. Marica Giorgialongo …IL PAPA O IL REALITY? ULULI, URLA E CUPE IMPRECAZIONI LA BARA IN PIAZZA S. PIETRO SOLA, SPARIVANO NELL’ ARIA BUIA E CHIUSA , MENTRE I PIU’ POTENTI ASSISTONO: ED IMPROVVISE ILLUMINAZIONI A LORO IL TESTAMENTO TUO FA GOLA. APPARIVANO COME FAR SI USA OSSERVANO E VIVI MARCISCONO SULLA STRADA VERSO IL PARADISO, CHISSA’ PER QUANTO SEDUTI IN SOFA’ CITTA’ DEL SOLE E DELLA DOLCE MUSA. E SOLO PROMESSE GARANTISCONO VIDI VENIRE IN SU L’ AMPIA ALTEZZA GIOVANNI PAOLO COME SI CONFA’: UN UOMO DALLA FACCIA RALLEGRATA, “IL MONDO E’ TROPPO GRANDE DA CAMBIARE”, CHE MOSTRAVA, OLTRE ALLA BELLEZZA, DISSE, ”AVANTI, SUVVIA, DATEVI DA FA’!” UN’ESPRESSIONE CALMA E ONORATA, …NON C’è GRANCHE’ DI BELLO DA MOSTRARE E LO INSEGUIVA UNA FOLTA SCHIERA DOVREMMO INVENTARE UN MANUALE DI ANGELI ANSIOSI, ED ACCORATA PER IMPARARNE L’ USO DA FARE. GRIDAVA: ”VIENI, KAROL, ALLA VERA NIENTE VA BEN, MA VA TUTTO MALE. SEDE DEL CIELO CHE HAI MERITATO, C’E’ POCA GENTE CHE SI FA AMARE PERCHE’ HAI BONTA’ UMILE E SINCERA . LO SO, SIETE STUFI:CAMBIATE CANALE! Magro Margherita Colui che tu vedi è Totorrina… Nell’inferno un uomo trovai, mi girai e chiesi al maestro: “Maestro, chi è quel tizio tu sai?” E quei a me rispose in modo lesto: “Colui che tu vedi è Totorrina!” “E perché porta sul capo quel cesto?” “Perché fu re di mafia cretina e in eterno patirà la pena!” Io menai una sentenza bruttina: “Spero che mangi melma come crema!” Dopo di questo me ne andai via, e donna vidi ch’ancor certo trema. Diss’ella: “Son Franzoni Anna Maria”. Io le chiesi che cosa avesse fatto. “Sparsi di sangue una grande scia!” Schifato la lasciai con uno scatto E raggiunsi il mio buon maestro. Poi insieme vedemmo un matto Ch’ a noi s’ avvicinò con un capestro. Lo guardai negli occhi, indi gli chiesi: “Perché tu giri in modo pedestro?” “Sono il capo dell’inferno!” intesi. E il duca mio a me: “Guardalo, osservalo!”. E a seder mi posi. Michele Grosso MADRE TERESA DI CALCUTTA “ Ti ho amato e per Amore ho dato a ognuno un ramo di verde ulivo e in Te tutta me ho confidato.” Queste eran le parole che udivo, mentre sentivo aprirsi una porta e il mio cuore battea giulivo. Lesto il capo girai e vidi assorta in preghiera la beata albanese circondata da allori e illuminata. Felice le dissi: “Di te tutto è palese! Tu ci hai donato Amor, vera corona, ma al tuo agir giustizia non s’arrese!” Ed ella a me: “ Gesù ama e perdona: a Lui guardate e abbiate umiltà e solo Amor per ogni persona! Colui che dubita non ha dignità! Oh, s’ al mondo tra le virtù più fosse Fede e amore e rinuncia e santità!” “Gran Suorina albanese, le tue mosse son state unica speme per chi arranca. Hai vissuto dolor, fame e percosse.. Dentro a quella tunica bianca quasi scompar’ il tuo nobile corpo, ma la forza della fe’ non è mai stanca! Pietro Romano (G.P.II) ha chiesto il tuo supporto e come un grande a te si è inchinato: sapeva che la tua casa era un porto. Per tutta la vita Tu hai pregato, il dolore del tuo corpo hai nascosto, misericordia e amore hai mostrato”. Silvia Pedicini Il “Mio” Canto Ballano al suono di un’orrenda canzone due donnacce simili tra loro. Che rovinarono la televisione, questa è la causa del loro canoro ballerino e spaventoso fardello; ballano e cantano senza decoro questa è la pena adeguata al gemello che per molto tempo annoiò la gente dopo aver sposato l’uomo monello che una vita diversa aveva in mente: davanti al camino voleva tener una delle sorelle, tranquillamente; ma quei piani fu costretto a veder rovinati da quelle sciagurate che adesso non si possono mai seder Dante, allora, incuriosito domandò al suo sapiente e caro e dolce vate, sul nome delle due lo interrogò; quindi Virgilio rispose: “Lecciso! di Loredana e Raffaella dirò dallo spettacolo a lungo deriso la prima bionda e la seconda mora che contribuirono ad aver ucciso una delle diavolerie di ora: la televisione, scatola nera che tante menti rovinò da allora Oh, mio diletto Dante!, ciò s’avvera a l’anno duemila, epoca buia assai! quando sul mondo la sorte verrà nera…! Lucia Tremamondo MARSHALL BRUCE MATHER III In su la cima di cotanto monte, che raggi di sole rendean brillante, vedemmo chi d’infernal stornello fu la fonte; e quivi, per l’orribile mostro ansante dell’accademia ch’ emozione una volta l’anno gitta, ci accostammo, in dietro, al gran cantante cui un magno gladio, ov’io vidi una scritta “Per melodia grandiosa d’un parto di cine” lo mostro tese con aurea granfia diritta. “la daga del gigante pende sul biondo crine, sì che quello più alcun tramonto vede.” Così ’l maestro disse; e io: “O duca mio, m’è oscuro il fine.” Dissi a lui ” Chi è costui che al cantar più non cede?”. Ed elli a me:” di nobili arti fu’l sommo vate, EMINEM fu!, cantò di gente ch’in Dio più non crede. Tota Ilaria “..qui giace Eminem, colpevol d’ ira” In cima al monte, irriverente, Mentre erravo in strade tortuose, Sbraitava un rapper incosciente, Dimenando le mani minacciose. Con un gesto assai peccaminoso Sparava fuori frasi ingiuriose. Arrabbiato e molto permaloso, Pantaloni larghi XXL indossava E una felpa con disegno schifoso. Sputò mentre di sbieco a me guatava, Mi chiamò e mi additò feroce, E dalla bocca fiele ancor sputava E chiesi:“Chi è costui che sì veloce Dice rime e inneggia a droga E prende ragazzini d’età precoce?” Mi rispose:”Costui che con gran foga Canta, Eminém era chiamato E un tempo fe’ canzoni molto in voga. Con lui gentile è stato il fato, Dopo un periodo di dolore. Ed ecco a te ciò che è diventato” E lo vedevo, pieno di sudore, Punto da diavoli mefitici Come lui aveva punto con ardore prendendo in giro dei politici e incazzandosi col suo passato, ingoiando pasticche e antidolorifici. Ora a pungenti torture è condannato Mentre i diavoli bucano le vene Con forconi enormi all’assatanato. Letizia Pavese UNA GIUSTA PUNIZIONE Ci apparve allora una casa rocciosa, piena di missili e d’armi mortali e lì accadde una scena scherzosa: due diavoloni che erano letali, il primo prendeva a calci il secondo, nel susseguirsi di scene brutali. Mi avvicinai con sguardo furibondo, chiesi al mio maestro: “Chi sono loro ? “ a me rispose con viso profondo: “Sono Bush e Bin Laden pieno d’oro che il mondo sconvolse con idea ingorda facendo morire tot senz’alloro. Unì una massa di fedeli lorda: volevano piombare su un palazzo con veloce aereo di concorda. Fecero così gran polverizzo, uccidendo milioni di innocenti, provocando così tanto schiamazzo. Or lo bombardano uomini avvenenti, e soffrendo una pena capitale ei riempie dimora di lamenti. Vive esperienza di vita mortale, sì ch’ è punita la sua cattiveria gettando a lui il missile letale.” Provai per lui grande miseria perché pagava la sua brutta colpa ricordando la triste cattiveria. Triste si avvicinò e chiese discolpa, io mi voltai e lo ascoltai attento ed ei fu sentito della sua colpa. Francesco Perrini …quella è Platinette, donna o uomo… A un tratto mi trovai in una caverna: che gran baccano, e quanti diavoli vicino a una figura odierna che parea strana e coi cavoli! Strillava e urlava come pazza nel dibattito senza tavoli né sedie per quella cattiva razza! E vane sentenze sputava sui vip, che colpiva con una mazza. Era così grassa che occorreva un trip per spostarla dalla sua postazione, e le sue parole erano i bip. Quando esprimeva adirazione, dei diavoli piombavano su di lei, cucendo la bocca con dedizione. E ago e filo prendevano in sei avvicinandosi alle sue labbra, e lei urlava:"No, basta, per gli dèi!". "Perché scappate? Ho forse la lebbra?", i diavoli rispondean:"No: sei ossessa! Non ti misureremmo con la libbra!" Chiesi al dottore:"Di chi è quella massa?" "Quella è Platinette, donna o uomo non è chiaro; e la gente sconquassa". "E' imponente, sembra quasi un Duomo" io dissi,"ed ha i capelli viola! Vive forse nella città di Como?" "Non credo! Se falso, mi cada una"mola!" Disse Virgilio; subito aggiunse: "Ho freddo, Dante, passami la stola!" Così procedemmo verso la via polverosa assai e piena di buchi, al suono di una trista melodia... Maria Pisano …bionda era e bella, ma ingrata… Una donna prosperosa io notai: bionda era e bella, ma ingrata fu. Con occhio ben attento la guardai e incantato ne rimarresti anche tu. Ma la bella visione scomparve e apparve un qualcosa e non di più di una diavola che sgonfiarle il seno voleva con uno spillone. Allora la creatura riapparve Con il seno grande quanto un vagone che immediatamente si sgonfiò, come un pallone punto da un vespone, e, purtroppo, lei brutta ritornò. Allora, al mio maestro, chiesi mesto: “Chi è quella donna che, nonostante ciò, ride senza un preciso pretesto?” “Una certa Pamela fu” disse il saggio “il cui corpo, in vita, fu richiesto senza nessun indugio o coraggio. Adesso in questo Inferno giace Come giaceva nel mese di Maggio e in quel postaccio non trova pace. E’ costretta ad essere rifatta come ad ella ciò proprio non piace; Ritornerà, allora, come piatta: da uno spillone sarà bucata e il suo seno sarà di latta. Quando normale sarà tornata Nuovamente tutto ricomincerà! E per l’ eterno sarà punzecchiata. Giuseppe Papapietro …Vidi Assassinio in prosopopea.. In fondo vidi alcuni dannati che sul fuoco camminavano lenti, e dagli altri erano scacciati. I loro piedi erano roventi sopra alcuni tappeti caduti mentre essi ridevano contenti: erano tre assassini bruti senza una casa e una famigliola, i cui nomi erano sconosciuti. Un coltello straziava la gola e tagliava le tre corde vocali mentre la terra canticchiava sola; ma morsi da serpenti orientali volevano scappare da quel luogo, anche senza avere delle ali. Lì vicino vi era un bel giogo in una conca piena di serpenti, che con il tempo diventan un rogo. Quegli uomini ora sono perdenti dopo una vita piena di delitti, per aver rubato somme ingenti di denaro anche ai più dotti; tra di loro non vi era alcun ardore perché nessuno aveva dei lingotti. La stanza non aveva un colore, vi erano quattro cani e un leone che insieme lanciavano terrore. Vicino vi era un altro leone ancora più grande degli altri due che era dietro un grande portellone. Marco Riefolo Commenti: La mia scelta Nel Paradiso ho inserito proprio il papa Giovanni Paolo II perché, secondo me, quell’uomo ha cambiato non solo la storia della Chiesa, ma quella dell’intera umanità. Chi è stato? Un uomo che ha insegnato ad amare e a perdonare, un esempio di vita, una persona che resterà sempre nei cuori di ognuno di noi. Ha trasmesso alla gente pace e serenità, due valori da mantenere ben saldi, in questa società così difficile… Sono sicura che ora è lì, insieme agli angeli e ai santi e sono serta che continuerà a vivere in eterno, donando un aiuto a chi ne ha più bisogno. Il Paradiso non può che ospitare persone come il “nostro bianco e caro nonnino”, che, forse, ben presto, verrà dichiarato Santo. Sabrina Andrulli LA MIA SCELTA: La mia scelta riguarda PAPA GIOVANNI PAOLO II. Ho scelto proprio lui poiché siamo stati da poco sconvolti dalla sua morte. L’ho scelto, inoltre, anche perché credo che sia stato il primo PAPA ad aver attirato, con la coerenza della sua condotta di vita e la forza delle sue parole, tutti i giovani verso la chiesa cattolica, dicendo: <<NON ABBIATE PAURA: APRITE ANZI SPALANCATE LE PORTE A CRISTO>>. Queste sono le parole di Giovanni Paolo che mi rimarranno sempre in mente poiché insegnano che nella vita non bisogna avere paura di niente e che occorre piuttosto avere la consapevolezza che Cristo aiuta tutti e sempre. Maria Luigia Fiore Il protagonista del mio canto: l’Aborto. Ho voluto mandare all’inferno questo peccato così grave e dannoso (impedire di nascere a un povero innocente!) perché, secondo me, nessuno può decidere della vita altrui, del diritto all’esistenza di un altro. L’aborto è, secondo me, uno dei più gravi peccati che si possano commettere. Anche se si fosse obbligati, non si dovrebbe davvero sopprimere la vita di un povero innocente né comprometterla in alcun modo. Trovo assurda l’idea di abortire poiché non vedo in questo grande peccato la giusta soluzione a un problema. Vorrei chiedere a tutte le donne che decidono di abortire come si sentirebbero loro se uno le uccidesse senza ragione. Sicuramente sarebbe crudele e ingiusto, ma lo stesso varrebbe e vale per un piccolo feto cui si nega il diritto di decidere per sé se vivere o morire!! Sono sicura però che l’aborto è l’urlo di un bambino che dice: “Mamma, ti avrei voluto bene!” Un peccato del genere, secondo me, è giusto inserirlo nell’inferno dei giorni nostri rappresentato da Piumini perché merita un po’ di riflessione ed è degno di biasimo da parte di tutti i lettori. Credo che Dante non abbia inserito nella sua Commedia questo grave peccato perché nel Duecento non doveva essere semplice abortire e, inoltre, i figli a quell’epoca erano necessari per i più poveri: essi rappresentavano delle braccia in più da poter utilizzare nel lavoro dei campi, sì che i neonati erano considerati già da piccoli come una forza lavoro in potenza, quindi come una potenziale fonte di arricchimento e di guadagno. Oggi, invece, non è più così: la famiglia spesso si disgrega e la vita è compromessa sul nascere. Ippolita Giannotta IL PAPA O IL REALITY? ..tanto per motivare la scelta!! “E più facile per un cammello passare dalla cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli .” Diciamo che al giorno d’ oggi non sono solo i ricchi ad essere in pericolo, a causa di meccanismi strani e non ancora identificati che ognuno porta nella propria testa. L’unica cosa certa è che sono sempre di meno le persone che si battono e lottano per davvero e in concreto per un ideale importante e non ancora utopistico: la PACE. E’ per questo che ho deciso di dedicare il mio canto a Giovanni Paolo II, uomo rivoluzionario disarmante e disarmato. Margherita Magro Commento la mia scelta… Ho scelto il personaggio di Milosevic perché è stato il primo a colpirmi durante la lettura. Infatti lui è stato uno dei personaggi più cruenti vissuto durante la mia vita e per questo ho deciso di non pensare ad altri personaggi ma proprio a lui, anche perché non bisogna dimenticare che ci sono stati altri a fare omicidi e quindi non bisogna pensare a personaggi attuali come Saddam Hussein o Bin Laden. Ho scelto questo peccato perché voglio che Milosevic faccia tutto ciò che hanno fatto le persone da lui uccise, cioè alzarsi fino ad arrivare al cielo, ma lui uomo crudele e senza scrupoli sarà costretto per l’eternità a rimanere chiuso in questo vortice e a cadere sempre nella terra dell’inferno. Andrea Grilli …Come mai proprio Eminem? Dunque, come mai ho deciso di scegliere proprio il rapper Eminem da condannare nell’Inferno della Nuova Commedia di Dante? Beh, sinceramente avrei voluto metterlo tra i beati, giacché lo apprezzo moltissimo per lo stile di musica che fa, per come canta e per il suo carattere decisamente rivoluzionario e anticonformista, ma purtroppo queste qualità non vanno a colmare i molteplici difetti che Eminem ha. Inneggiare alla droga, ripudiare la madre(“mia figlia Hailey non verrà nemmeno al tuo funerale”), disprezzare pesantemente gli omosessuali e cose del genere non è certo fare una buona azione, pertanto merita decisamente di finire nella schiera dei dannati. Avrei voluto, come ho detto prima,metterlo tra i beati, ma ci sarebbero state davvero pochissime cose da dire, perciò…eccolo lì, lo vedete?Tra le fiamme e i diavolacci che lo tormentano di gusto. Letizia Pavese Perché ho scelto Bin Laden La Nuova Commedia di Dante si pone essenzialmente come una riscrittura moderna dell’opera dantesca. Inventando un 51° canto posso pensare a Bin Laden condannato alle pene dell’inferno. Egli, infatti, poiché è stato il protagonista negativo dell’11 settembre, merita di pagare aspre pene. Proprio per quest’azione brutale lo immagino costretto a essere bombardato come furono bombardati i poveri innocenti in Afghanistan dopo l’11 settembre, costretto anche a essere circondato da uomini per aver fatto tanto male alle donne. Bin Laden è stato insomma un istigatore alla violenza e alla guerra e per questo deve esser punito. Analizzando il libro ho notato che Piumini, a differenza di Dante, non crea una graduatoria dei peccati ma li rappresenta tutti sullo stesso piano, indipendentemente dalla gravità del peccato. Piumini si sofferma solo su certi peccati (fandonie, falsi processi….) ma siamo sicuri che siano solo questi, realmente, i peccati sella società odierna? Sono, sì, questi, dei peccati ma a me sono sembrati quasi più lievi rispetto ad altri peccati e, in particolare, rispetto al crimine attuato da Bin Laden. Penso che Piumini voglia soffermarsi più sulle persone famose, rendendole degli esempi per noi (dei modelli positivi o negativ), e non su emeriti sconosciuti che hanno commesso peccati di vario tipo e di varia entità. Ho pensato, nel mio canto, di far viaggiare Dante tra i criminali come Bin Laden perché quello è il posto in cui, in assoluto, nessuno vorrebbe trovarsi a passare l’eternità. Credo che Piumini abbia cercato di ispirarsi a Dante pur mantenendo la propria soggettività. E anch’io, nel mio canto, ho fatto questo, proprio per sottolineare un peccato che, a mio parere, resterà nella memoria di tutti come uno dei più terribili crimini nella storia dell’uomo. Il peccatore che ho scelto di punire è particolre e atipico, ed è pertanto meritevole di una punizione altrettanto atipica e particolare, perché la sua mania di grandezza ha provocato migliaia di vittime e tanto dolore. Francesco Perrini Commento la prescelta: Platinette! Ho scelto come protagonista del mio canto Platinette, nota giornalista "trash" italiana dalla ambigua sessualità, perché la ritengo un personaggio centrale del nostro jet set, amato quanto odiato per il suo "disgustoso" e sconsiderato modo di presentarsi alla gente, e per le sue affermazioni sciocche e infondate. In recenti dichiarazioni, ha affermato di non "conciarsi" mai in modo tanto estroso e licenzioso nella vita di tutti i giorni, ma di riacquistare la sua vera identità di uomo adulto e di vivere la propria esistenza serenamente, separando senza problemi il lavoro dalla vita privata. Questo mi induce a pensare che il suo esibizionismo sia dettato solo dal denaro e che questa esimia signora Luilei si senta magari un po’a disagio fuori dallo studio televisivo. Perciò la disprezzo ancora di più per la sua incoerenza con se stessa e gli altri, e sono certa di aver fatto la cosa giusta a riservarle un posto nella "tribuna d' onore" dell' Inferno. Maria Pisano Perché questa scelta? Perché proprio le gemelle Lecciso? Ecco le mie motivazioni: La nostra consegna era chiara: dovevamo scrivere un canto di dieci terzine di endecasillabi in terza rima facendone il protagonista un personaggio dei giorni nostri oppure un’idea da osannare o da aborrire. Dovevamo scegliere insomma una cosa oppure una persona che ci sembrasse molto dannosa per la società – da collocare quindi nell’inferno- o, al contrario, molto vantaggiosa e apprezzabile, e meritevole quindi del paradiso. Io ho deciso di optare per l’inferno perché, al giorno d’oggi, troviamo più “tipi da inferno” che “da paradiso” e la mia scelta sarebbe stata meno ardua… Una volta scelto lo spazio del pensiero entro cui collocarlo, non mi restava che scegliere il personaggio e, presto fatto, ho collegato subito per via spontanea quanto indotta “danno per la società” con “TV spazzatura”. Chi meglio delle Lecciso poteva rappresentare questa pattumiera tecnologica? Le due gemelle, Loredana in particolare, mi stavano molto simpatiche perché erano per me il simbolo che anche chi non ha talento può “farsi conoscere”, ma poi hanno cominciato ad esagerare e ad approfittare del gran clamore che i mass media stavano creando intorno a loro. Un conto è ballare una volta in tv e strappare a noi telespettatori una bella risata, il che non fa mai male; un altro è apparire su tutti i canali a tutte le ore: può essere molto fastidioso. Non trovate? Lucia Tremamondo Perché Eros? Le ragioni della scelta Il titolo che ho scelto per le dieci terzine endecasillabiche che ho composto è :“Eros, un amore di voce”. Ho scelto questo personaggio perché mi attira molto. Infatti con la sua voce riesce ad attirare l’attenzione di tante ragazze. Eros Ramazzotti è un cantante che ha composto molte canzoni dedicate alla sua ex,Michaelle Hunzicher, e alla sua piccola Aurora. E’ un grande autore, un nostro famoso contemporaneo, dalla voce splendida e soprattutto dal gran cuore. L’ho collocato in paradiso, proprio perché lo considero una persona fantastica ed eccezionale, capace di dare felicità a tanta gente. Egli nello stesso tempo è un uomo molto scherzoso e quindi capace di gioire e di trasferire gioia in tanta gente,nei grandi e nei piccini, interpretando le sue formidabili canzoni: dolci ed emozionanti. Sicuramente, come ho detto prima, lo collocherei nella parte più alta del paradiso, affiancato da Roberto Benigni che nella “Nuova Commedia di Dante” viene presentato nel III capitolo. Quindi considero Eros un cantante molto simpatico e divertente con tanta voglia di entusiasmare e di giovare a tanta gente. Nancy De Palo Motivo la scelta dei personaggi Ho preferito narrare in rime personaggi come Gandhi e Giovanni Paolo II perché entrambi, in vita, si sono impegnati per la pace nel mondo e l’uguaglianza tra gli uomini delle varie etnie e religioni. In particolare Gandhi ha voluto “combattere” per l’indipendenza della sua patria con un metodo non violento, eliminando quindi l’uso delle armi e incitando il suo popolo a ottenere la libertà. Giovanni Paolo II, invece, è stato uno dei più grandi papi della storia. Sin da giovane si è preoccupato del bene dell’umanità compiendo notevoli opere benefiche; ha sempre inculcato negli uomini messaggi di pace e di uguaglianza intervenendo, dove è stato possibile contro le guerre. Proprio per questi motivi, Gandhi e Giovanni Paolo II hanno suscitato in me una grande ammirazione nei loro confronti e mi hanno spinta a scrivere un canto che li vedesse protagonisti. Inoltre Roberto Piumini, nella sua riscrittura della Divina Commedia di Dante, a mio parere, non ha dato molto spazio a questi due grandi personaggi, e anche per questo motivo ho ritenuto opportuno parlare di loro per mettere maggiormente in evidenza la loro indole pacifica. Anna Gabellone