SAN CRISTOFORO: ITINERARIO SUI MURI E NELLE CHIESE DI TREVISO IL CULTO DEI SANTI • • • • • • • Il culto dei Santi rappresenta la venerazione che si esprime nei riguardi dei beati in cielo, in quanto essi ebbero perfezione di vita ottenuta con l’aiuto della Grazia divina. Le espressioni principali del culto esterno pubblico, cioè quello tributato a nome della Chiesa ai Santi ed ai beati sono: iscrizione nel martirologio; celebrazione delle feste dei Santi; dedica di edifici di culto al loro nome; invocazione pubblica e liturgica; venerazione delle reliquie e delle immagini; offerta del sacrificio della Messa in loro onore oltre che per lodare Dio anche per impetrare la loro intercessione. Come si sa nel Vecchio Testamento(Esodo, Levitico, Deuteronomio, ecc.) era severamente proibito l’uso delle immagini per impedire soprattutto il pericolo di idolatria. Praticamente il culto dei Santi inizia con quello dei martiri; durante il IV sec., poi, cominciò ad affermarsi il culto dei giusti del Vecchio Testamento, degli asceti, dei vescovi. Costoro, soprattutto dopo il periodo delle persecuzioni, particolarmente se erano morti in fama di santità, venivano venerati sul luogo della sepoltura. Le intercessioni e la venerazione dei Santi furono osteggiate con veemenza dai protestanti, che affermarono essere i Santi invenzioni puramente umane. Il Concilio di Trento, per contro affermò il dogma che il culto dei Santi è lecito ed utile anche se non assolutamente necessario. LE TRACCE NELLA TREVISO MEDIOEVALE DEI PELLEGRINI E DEI LORO VIAGGI • • • • • Per la sua posizione geografica, Treviso era una città di passaggio per i pellegrini che provenivano dall’Ungheria, dalla Boemia, dall’Austria, dalla Francia, dalle Fiandre ed erano diretti a Roma e al Santo Sepolcro. I pellegrini si spostavano seguendo gli itinerari dei mercanti, l’antichissima “Strada Ungaresca”[1]: infatti Treviso era anche una città di passaggio per i mercanti e le merci. I pellegrini che raggiungevano Roma provavano l’emozione di visitare la basilica di San Pietro e potevano venerare le reliquie conservate al suo interno: la reliquia della Santa Croce e il sudario sul quale era rimasto impresso il volto di Cristo, detto il velo della Veronica. La venerazione per queste due importanti reliquie è testimoniata dalla presenza di loro raffigurazioni in alcune chiese di Treviso: tra i motivi che possono aver suggerito la realizzazione di questi affreschi sono da considerare anche i racconti dei pellegrini che tornavano da Roma e riferivano quanto avevano visto. Chi non si recava in pellegrinaggio, poteva in qualche modo conoscere le bellezze di Roma e consolare la propria anima anche senza visitare le basiliche della città, andando ad osservare e a pregare davanti alle immagini dipinte nelle chiese o in qualche palazzo della città di Treviso. Numerose immagini di Roma (le cosiddette “Mirabilia Romae”) si trovavano disegnate e miniate in preziosi manoscritti, tra i quali le guide della città di Roma, scritte per i pellegrini. [1] La “Strada Ungaresca” era la via che univa Treviso all’est dell’Europa. CHIESA DI SAN NICOLÒ SAN CRISTOFORO PROTETTORE DEI PELLEGRINI • Cristoforo fu uno dei santi più venerati nel Medioevo: chiese e monasteri si costruirono in suo nome sia in Oriente che in Occidente. • Cristoforo godeva speciale venerazione presso i pellegrini e proprio per questo sorsero in suo onore istituzioni e congregazioni aventi lo scopo di aiutare i viaggiatori che dovevano superare difficoltà naturali di vario genere. • Jacopo da Varagine (sec. XIII), con la sua Legenda Aurea, fu l’autore che in Occidente rese celebre Cristoforo. Secondo questo testo, egli era un giovane gigante che si era proposto di servire il signore più potente. Per questo fu successivamente al servizio di un re, di un imperatore, poi del demonio, dal quale apprese che Cristo era il più forte di tutti: di qui nacque il desiderio della conversione. Da un pio eremita fu istruito sui precetti della carità: volendo esercitarsi in tale virtù e prepararsi al Battesimo, scelse un’abitazione nelle vicinanze di un fiume, con lo scopo di aiutare i viaggiatori a passare da una riva all’altra. Una notte fu svegliato da un grazioso fanciullo che lo pregò di traghettarlo: il santo se lo caricò sulle spalle, ma più si inoltrava nell’acqua, più il peso del fanciullo aumentava e, a stento, aiutandosi col grosso e lungo bastone, riuscì a guadagnare l’altra riva. Qui il bambino si rivelò come Cristo e gli profetizzò il martirio a breve scadenza. Dopo aver ricevuto il Battesimo, Cristoforo si recò in Licia a predicare e qui subì il martirio. Si sono formulate alcune ipotesi su come sia nata questa leggenda: chi ritiene che il nome Cristoforo (che significa “portatore di Cristo”) abbia potuto suggerire la leggenda; chi suppone che l’iconografia (Cristoforo con Gesù sulle spalle) sia precedente alla narrazione di Jacopo da Varagine, per cui la rappresentazione iconografica avrebbe ispirato il motivo leggendario. Nel Medioevo, Cristoforo era venerato come protettore dei viandanti e dei pellegrini, che lo invocavano prima di intraprendere itinerari difficili e pericolosi. Si dice che se un pellegrino fosse riuscito a pregare davanti all’immagine del Santo, almeno per quel giorno non sarebbe morto. Forse per questo, in quasi tutte le chiese medioevali lo troviamo rappresentato. Treviso, città d’acqua, ha un legame particolare con questo santo, generalmente raffigurato mentre attraversa un fiume. È così possibile vedere San Cristoforo affrescato sotto i portici di alcune case e in alcune chiese: in quelle di San Nicolò e di San Francesco è rappresentato in dimensioni gigantesche. All’interno del Tempio di San Nicolò, nella parte destra prima dell’altare maggiore, l’immagine di San Cristoforo e, in basso nell’acqua, è raffigurata la fauna del Sile. Fu dipinta nel 1410 da un pittore locale, Antonio da Treviso. Nella chiesa di Santa Lucia, il Santo è raffigurato in una lesena della parete laterale destra. Ci sono numerosi San Cristoforo anche nella chiesa di San Francesco: sulla parete sinistra, un colossale Cristoforo, pur privo di tutta la parte inferiore, ricorda nelle fattezze l’affresco di San Nicolò, opera romanico bizantina della fine del sec. XIII CHI PARLA DI SAN CRISTOFORO? AFFRESCO: è una pittura eseguita su intonaco, appunto ancora fresco, di una parete: il colore ne è chimicamente incorporato e conservato per un tempo illimitato. L'affresco è un'antichissima tecnica pittorica che si realizza dipingendo con pigmenti generalmente di origine minerale stemperati in acqua su intonaco fresco: in questo modo, una volta che nell'intonaco si sia completato il processo di carbonatazione, il colore ne sarà completamente inglobato, acquistando così particolare resistenza all'acqua e al tempo. Si compone di tre elementi: supporto, intonaco, colore. Il supporto, di pietra o di mattoni, deve essere secco e senza dislivelli. Prima della stesura dell'intonaco, viene preparato con l'arriccio, una malta composta da calce spenta o grassello, sabbia grossolana di fiume o, in qualche caso, pozzolana e, se necessario, acqua, steso in uno spessore di 1 cm circa, al fine di rendere il muro più uniforme possibile. L'intonaco (o "tonachino" o "intonachino") è l'elemento più importante dell'intero affresco. È composto di un impasto fatto con sabbia di fiume fine, polvere di marmo, o pozzolana setacciata, calce ed acqua. Il colore, che è obbligatoriamente steso sull'intonaco ancora umido (da qui il nome, "a fresco"), deve appartenere alla categoria degli ossidi, poiché non deve interagire con la reazione di carbonatazione della calce. La principale difficoltà di questa tecnica è il fatto che non permette ripensamenti: una volta lasciato un segno di colore, questo verrà immediatamente assorbito dall'intonaco, i tempi stretti di realizzazione complicano il lavoro dell'affrescatore, la carbonatazione avviene entro tre ore dalla stesura dell'intonaco. Per ovviare a questo problema, l'artista realizzerà piccole porzioni dell'affresco (giornate). Eventuali correzioni sono comunque possibili a secco, ovvero mediante tempere applicate sull'intonaco asciutto: sono però più facilmente degradabili. Un'altra difficoltà consiste nel capire quale sarà la tonalità effettiva del colore: l'intonaco bagnato, infatti, rende le tinte più scure, mentre la calce tende a sbiancare i colori. Per risolvere il problema, è possibile eseguire delle prove su una pietra pomice o su un foglio di carta fatto asciugare con aria o vento di scirocco ossia aria calda. BASSORILIEVO: Il bassorilievo è un metodo di scultura che intaglia il marmo o la pietra da una superficie rocciosa o da un blocco squadrato. Esso significa contrasto rialzato e dà la sensazione di vedere un quadro in rilievo. L'immagine ritratta è rilevata sopra la superficie piatta e di sfondo. Per esempio, se una lastra di marmo è spessa 10 centimetri prima di iniziare a scolpirla, lo sfondo, alla fine, potrà essere spesso 5 centimetri e l'immagine in rilievo sarà spessa fino a 5 centimetri. In alcuni lavori di scultura la figura può essere molto più sporgente rispetto allo sfondo ed in questo . caso si parla di altorilievo. Questa tecnica consente di vedere l'immagine molto più sporgente facendo vedere il soggetto senza deformazioni al variare dell'angolo di visione Il bassorilievo si presta ad una lettura peculiare, quindi è utilizzato come tecnica decorativa, per gli ornamenti raffinati e soprattutto per la rappresentazione di scene con più personaggi inseriti in file successive che compiono più azioni, singole o collettive, quali cerimonie, combattimenti e caccia. Lo scotto da pagare è la rappresentazione di profilo, per evitare le complicazioni dimensionali della visione frontale. Il bassorilievo è esistito in ogni civiltà ed hanno creato questo tipo di scultura dagli antichi popoli di Egitto, Mesopotamia, India e Cina ai più recenti periodi del medioevo e del rinascimento dell'arte europea. Se presso i popoli Mesopotamici, il bassorilievo assunse una funzione fondamentale e simile agli affreschi rinascimentali, nell'antica Grecia invece rimase una attività secondaria rispetto all'altorilievo e al tutto tondo. Nel medioevo il bassorilievo tornò in auge con l'affermazione della decorazione minuta e ricca, mentre con il Romanico incominciò un processo inverso che terminerà ai tempi del Barocco, che però lasciò spazi per nuove vie espressive come il "rilievo schiacciato" di Ghiberti. Nel Novecento i movimenti cubista e dadaista, con il loro collage infarcito di elementi non pittorici, crearono un ponte fra scultura e pittura in grado di aprire nuove prospettive per il bassorilievo Talvolta, delle statue sono poste di fronte ad un bassorilievo per dare profondità alla scena. In questo caso soltanto le figure attaccate alla lastra originaria sono considerate bassorilievi. Le sculture esterne possono far parte del gruppo finale ma non del bassorilievo. L'uso di questa tecnica è diffuso anche ai nostri giorni nella realizzazione di opere di scultura in tutto il mondo. È molto comune l'uso del bassorilievo in architettura come ornamento della superficie di alcuni palazzi, sia all'interno che all'esterno, dove la pietra fa parte dell'edificio in modo che l'opera d'arte sia inserita nelle pareti. Alcune volte la scultura viene dipinta ed altre viene lasciata del colore della pietra da cui è ricavata. Il bassorilievo non deve essere confuso con l'incisione, una tecnica pittorica che consente di imprimere su stoffa o carta una lastra incisa e poi ricoperta di inchiostro. SAN CRISTOFORO (MARTIRE IN CILICIA) • • • • • • San Cristoforo, martire in Licia nel 250, durante la persecuzione dell'imperatore Decio, fu uno dei «quattordici santi ausiliatori», colui che avrebbe portato sulle spalle un bambino, che poi si rivelò Gesù. Il testo più antico dei suoi Atti risale all'VIII secolo. In un'iscrizione del 452 si cita una basilica dedicata a Cristoforo in Bitinia. Cristoforo fu tra i santi più venerati nel Medioevo; il suo culto fu diffuso soprattutto in Austria, in Dalmazia e in Spagna. Chiese e monasteri si costruirono in suo onore sia in Oriente che in Occidente. Patronato: Pellegrini, Motoristi, Viaggiatori, Ferrovieri, Tranvieri, Automobilisti. Etimologia: Cristoforo = portatore di Cristo, dal greco. Emblema: Palma. Martirologio Romano: In Licia nell’odierna Turchia, san Cristoforo, martire. Festeggiato: il 25 luglio (in Occidente). Il testo più antico dei suoi Atti, in edizione latina, risale oltre il sec. VIII. Esso contiene narrazioni intessute di episodi talmente fantastici, da spingere qualche critico a dubitare della reale esistenza di questo martire. Ma in un'iscrizione del 452, scoperta ad Haidar-Pacha in Nicomedia, si parla di una basilica dedicata a Cristoforo nella Bitinia: ciò non comporta necessariamente che il santo sia originario di questa regione. Il Martirologio Geronimiano al 25 luglio pone la festa di Cristoforo in Licia, nella città di Samon: ma sul problema della localizzazione di questa Samon, i critici non sono pienamente concordi. Un'altra testimonianza è del 536: tra i firmatari del concilio di Costantinopoli ci fu un certo Fotino del monastero di S. Cristoforo non meglio identificato. S. Gregorio Magno, infine, parla di un monastero in onore di questo martire a Taormina in Sicilia. Si tratta, è vero, di testimonianze sommarie, ma per sé sufficienti a dimostrare l'esistenza storica del martire orientale, ucciso, secondo il Geronimiano, nel 250, durante la persecuzione di Decio. Questo intenso culto determinò il sorgere di una letteratura copiosa e straordinaria, caratterizzata da leggende e narrazioni favolose dove, indipendentemente dall'obbiettività storica, è degna di ammirazione la ricca fantasia dei compilatori. Si nota, tuttavia, come le leggende orientali differiscano, in parte, da quelle occidentali. Secondo i sinassari, Cristoforo era un guerriero appartenente a una rozza tribu di antropofagi; si chiamava Reprobo e nell'aspetto "dalla testa di cane" (come lo definiscono gli Atti) dimostrava vigoria e forza. Il particolare della cinocefalia ha indotto qualche critico moderno a vedere nelle leggende l'influsso di elementi della religione egiziana, presi specialmente dal mito del dio Anubis, o anche di Ermete ed Eracle. Narra ancora la leggenda che, entrato nell'esercito imperiale, Cristoforo si convertì al Cristianesimo e iniziò con successo fra i suoi commilitoni un'intensa propaganda. Denunziato, fu condotto davanti al giudice che lo sottopose a svariati supplizi. Due donne, Niceta e Aquilina, incaricate di corromperlo, furono da lui convertite e trasformate in apostole (nel Martirologio Romano sono menzionate come martiri al 24 luglio). Cristoforo prima fu battuto con verghe, in seguito colpito con frecce, poi gettato nel fuoco e, infine, decapitato. La festa di Cristoforo in Occidente è celebrata il 25 luglio, in Oriente il 9 maggio. Per quanto riguarda il folklore, è da notare come esso non sia diminuito nei tempi recenti, sebbene abbia subito, ovviamente, degli adattamenti. Se nel Medioevo Cristoforo era venerato come protettore dei viandanti e dei pellegrini prima di intraprendere itinerari difficili e pericolosi, oggi il santo è divenuto il protettore degli automobilisti, che lo invocano contro gli incidenti e le disgrazie stradali. Varie altre categorie si affidano alla sua tutela: i portalettere, gli atleti, i facchini, gli scaricatori e, in genere, coloro che esercitano un lavoro pesante ed esposto a vari rischi. La leggenda del bastone fiorito, dopo il trasporto di Gesù, ha contribuito a dichiararlo protettore dei fruttivendoli. Fu anche uno dei quattordici santi ausiliatori, di quei santi, cioè, invocati in occasione di gravi calamità naturali. Questa devozione sorse nel sec. XII e si sviluppò nel sec. XIV. Il patrocinio di Cristoforo era specialmente invocato contro la peste. La leggenda, inoltre, ispirò in Italia e in Francia poemetti e sacre rappresentazioni. SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SANTA CATERINA Ci furono i Serviti dal 1346 che avevano ottenuto dal Comune l’area dove era stata la “Magna domus” dei Da Camino. Lasciarono la chiesa nel 1771 per la soppressione e andarono a Padova. •(Lacerto di affresco sulla parete nord: storia di S. Cristoforo) Attribuito a Gentile da Fabriano o suo ambito (1410-1413) Affresco molto rovinato posto alla dx dell'organo, di fronte all'entrata del museochiesa. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto di fronte al Santo sulla riva opposta di un torrente -nudo -con l'aureola -adagiato su un cespuglio (sembra di edera) -osserva il pellegrino -coperto da semplice straccio quasi bianco -semplice aureola - si mostra di 3/4 -si deterge il sudore dalla fronte con la mano sx e con la dx si tiene ad un ramo spoglio orizzontale -alle spalle del Santo c'è una montagna rocciosa -il cielo e la terra sono molto rovinati -di fronte a lui, sulla riva opposta di un torrente, c'è Gesù Bambino -guarda in basso ai suoi piedi, non si vedono gli occhi SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SANTA LUCIA (cappella di S. Maria delle carceri)serviva da confortatorio per i condannati a morte. •Affresco: figura intera (parete destra) GESU’ S. CRISTOFORO -vestito con tunica color verde su spalla dx del Santo -si tiene con mano sx sui capelli del Santo -benedice con mano dx unendo 3 dita e 2 -è raffigurato da adulto -si vede solo il piede dx -con aureola e guarda verso l’entrata della chiesa -tiene con mano sx il bastone curvo(che segue arcata) -con mano dx sostiene Gesù su spalla dx -barbuto, con vestito corto color ocra, mantello con interno bianco ed esterno rosso -scalzo in acqua immerso fino al ginocchio dove si vedono le onde -tanti pesci e crostacei -nella parte superiore si nota una torre merlata SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SANTA LUCIA (cappella di S. Maria delle carceri)serviva da confortatorio per i condannati a morte. •Bassorilievo: acquasantiera in pietra GESU’ S. CRISTOFORO -seduto sulla spalla dx del Santo -benedice con mano dx e si tiene con mano sx sui capelli del Santo -molto paffuto -tiene il bastone della palma con la mano sx -figura a mezzo busto che termina nelle onde del mare -molto paffuto SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SANTA LUCIA (cappella di S. Maria delle carceri)serviva da confortatorio per i condannati a morte. •Bassorilievo: pala in marmo a sinistra dell’altare (parete sinistra) GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla dx del santo -con aureola -cammina nell’acqua Tiene il bastone con la palma, usando la mano sx in alto e la dx in basso -con aureola -barbuto -vestito drappeggiato fino alle ginocchia -piedi nell’acqua SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SANTA LUCIA (cappella di S. Maria delle carceri)serviva da confortatorio per i condannati a morte. •Affresco: figura intera (vicino alla porta) GESU’ S. CRISTOFORO -benedice con mano dx, tunica bianca e seduto su spalla dx del Santo -si tiene con mano sx sui capelli del Santo -con aureola -il suo sguardo è rivolto verso l’entrata e quindi verso il pellegrino -con mano dx tiene ginocchia di Gesù e con la sx il bastone (parte superiore rovinata) -con aureola -vestito color ocra corto,dentro bianco e fuori rosso -scalzo nell’acqua che arriva fino alle ginocchia, con pesci poco visibili -sguardo rivolto verso S. Pietro -sfondo blu rovinato SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SANTA LUCIA (cappella di S. Maria delle carceri)serviva da confortatorio per i condannati a morte. •Affreschi: storie del santo (ultima campata a sinistra)lesena(pilastro lievemente sporgente da un muro, con funzione ornamentale) parete dx GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla sx del Santo -con aureola -vestito drappeggiato con residui di colore tinta verde -il Santo con il bastone funge da traghettatore -con aureola -tiene con mano dx il bastone palmato -mantello color ocra e vestito non visibile -cielo color mattone -risulta essere la parte più rovinata -si vedono solo i contorni del viso SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN FRANCESCO dal ‘200 con i Frati minori. La frequenza della presenza di rappresentazioni di S.Cristoforo fa pensare che la chiesa avesse notevole affluenza di viandanti. •Affresco: parte superiore della figura del Santo (parete sinistra) di proporzioni colossali -Opera bizanteggiante fine XIII secolo. -manca la parte inferiore in quanto la chiesa, all’epoca di Napoleone, è stata adibita a stalla perché requisita per le truppe. GESU’ S. CRISTOFORO -guarda il pellegrino -seduto su spalla sx del Santo -aureola crociata -vestito rosso( si rifà a quello del Santo), la mano dx benedice unendo 3 dita + 2 dita(mano a corna) -risulta essere a piedi nudi -guarda il pellegrino -tiene con la mano dx il bastone uncinato la cui parte superiore riprende il fregio superiore dell’affresco(foglie stilizzate, no palma) -grande aureola gialla con cerchi rossi su circonferenza interna -senza barba e capelli corti; occhi grandi, naso lungo e senza prospettiva -vestito decorato: sfondo giallo con rombi rossi; mantello rosso bordato di ermellino bianco a cuore SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN FRANCESCO dal ‘200 con i Frati minori. La frequenza della presenza di rappresentazioni di S.Cristoforo fa pensare che la chiesa avesse notevole affluenza di viandanti. •Affresco:Madonna e Santi (di Tomaso da Modena – Cappella Giacomelli)“Madonna in trono con Bambino e Santi”: S. Antonio Abate, S. Caterina d’Alessandria, S.Stefano, S. Giovanni Battista, S. Lodovico da Tolosa, S. Giacomo, S. Cristoforo (Tommaso da Modena -1360) GESU’ S. CRISTOFORO -si tiene sui capelli del Santo con mano dx -mano sx di Gesù nella mano sx del Santo -con aureola crociata -vestito bianco con sopraveste rosso bordò -è scalzo e si vede solo il piede sx -vestito corto color giallo ocra; mantello dentro bianco e fuori rosso(riprende i colori del vestito di Gesù); tunica corta -volto barbuto molto rovinato -scalzo con gambe incrociate(sx dietro, dx avanti) -mano dx tiene il bastone(si scorge solo l’ombra); nella parte superiore si scorge un’ombra di palma stilizzata -scalzo con sfondo verde acqua, accenni di pesci SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN FRANCESCO dal ‘200 con i Frati minori. La frequenza della presenza di rappresentazioni di S.Cristoforo fa pensare che la chiesa avesse notevole affluenza di viandanti. • Affresco: Madonna in trono con Santi(San Francesco, S Antonio Abate, s Bonaventura, S Cristoforo) Affresco datato 1351, Maestro di Feltre seguace di Tomaso Da Modena) Sulla parete dx della prima cappella a sx dell’abside, capella Rinaldi,”Madonna con Bambino tra i Santi Antonio Abate, Francesco d’Assisi, Bonaventura e Cristoforo”.Del 1351 per anni è stato ritenuto opera di Tommaso da Modena. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto a cavalluccio sul Santo si tiene con la mano sx sui capelli e con la mano dx sulla barba del Santo -vestito di verde e marroncino -scalzo -con aureola -guarda i pellegrini -mano sx tiene gamba sx di Gesù -la mano dx tiene un bastone di palma con frutti rossi (datteri) -vestito verde al ginocchio con mantello color ocra e interno bianco -vestiti abbinati a quelli di Gesù -scalzo con acqua al ginocchio dove si vedono onde fino all’estremità della tunica -acqua con pesci e polipo -sfondo blu rovinato SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN FRANCESCO dal ‘200 con i Frati minori. La frequenza della presenza di rappresentazioni di S.Cristoforo fa pensare che la chiesa avesse notevole affluenza di viandanti. • Affresco:cappella del santissimo sacramento, crocefissione con angeli volanti, Madonna addolorata e santi Cappella dedicata a S. Francesco. A dx, S. Lorenzo e S. Antonio Abate (metà sec. XIV); a sx, Crocifisso tra due angeli volanti, circondato dalla Vergine dolorosa, S. Giacomo Maggiore apostolo e S. Benedetto. S. Giovanni piangente, S. Bartolomeo, S. Francesco con libro e croce, S. Cristoforo con il Bambino sulle spalle. E’ opera di artista veneto di fine Trecento. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla sx del Santo si tiene ai capelli con mano dx -si vede solo piede sx -vestito rosso -aureola -lungo cartiglio bianco su mano sx -scalzo -volto molto rovinato -guarda il Santo -guarda i pellegrini -volto barbuto e rovinato -tiene il bastone a punta con mano dx sopra e mano sx sotto -vestito corto verde fino al ginocchio -sfondo blu -dopo le ginocchia manca l’affresco SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN FRANCESCO dal ‘200 con i Frati minori. La frequenza della presenza di rappresentazioni di S. Cristoforo fa pensare che la chiesa avesse notevole affluenza di viandanti. •Affresco: colonna tra le cappelle a sinistra dell’altare Sul pilastro del transetto a sx, un’altra figura di S. Cristoforo (fine sec. XIV) di ispirazione tommasesca. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto a cavalluccio sulle spalle del Santo e si tiene ai capelli -guarda il pellegrino -aureola -vestito bianco/celeste con mantello; riprende i colori del colletto del Santo -scalzo Gesù barbuto -ramo contorto con palma su mano dx -manca la parte inferiore del Santo -vestito rosso e grande colletto bianco -guarda il pellegrino -con la mano sx tiene fermo il piede dx di Gesù -senza aureola -pare abbia bottoni decorativi sul vestito SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) • MANCA IMMAGINE •SAN FRANCESCO dal ‘200 con i Frati minori. La frequenza della presenza di rappresentazioni di S. Cristoforo fa pensare che la chiesa avesse notevole affluenza di viandanti. •Affresco: arcone della “cappella” (a destra, prima della porta est) GESU’ S. CRISTOFORO -seduto sulla spalla dx del Santo -tiene un cartiglio con la mano dx -guarda il Santo -con aureola -la mano sx tocca la mano dx del Santo -scalzo -vestito verde -guarda Gesù -con aureola -mano dx del Santo sul sedere di Gesù -vestito di rosso con interno verde (rovinatissimo) -sfondo blu molto rovinato SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •ESTERNO •Sotto il portico di via Canova 16 , prima dell’incrocio con via Roggia vicino alla Banca Popolare di Verona GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla dx del Santo -benedice con mano dx con 3 dita +2 -si tiene ai capelli del Santo con mano sx -piedi nudi -con aureola crociata -guarda in lontananza -cammina nell’acqua -non si vedono i piedi -bastone sottilissimo tenuto da mano sx -con mano dx tiene ginocchio dx di Gesù -vestito corto drappeggiato color blu scuro; drappeggio superiore color bordò -guarda verso il basso con aureola -molto rovinata la parte superiore a causa dell’umidità /salsedine -Grandi scogli e vegetazione si notano alle spalle SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •DUOMO (CRIPTA) •Affresco: nicchia a destra (secolo XIV) GESU’ S. CRISTOFORO -con aureola -benedice con mano dx -con mano sx tiene un cartiglio -seduto su spalla sx del Santo -sfondo blu -guarda i pellegrini -bastone con palma a dx -vestito verde; mantello sotto bianco e sopra rosso -con aureola -non si vedono né piedi né acqua -guarda i pellegrini -assomiglia a quello di S. Nicolò e di S. Francesco -Santo con barba -come nei mosaici di Ferrara ha una borchia sul lato dx del colletto bianco -parte inferiore molto rovinata SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) • SANTO STEFANO • la sede parrocchiale, conservando il titolo, è stata, per ragioni di capienza e di centralità, trasferita verso il 1938 in S. Nicolò. Una delle più antiche chiese della città, salvata al tempo delle soppressioni napoleoniche • Pala d’altare (cappella a sinistra)con S. Cristoforo affiancato dai due apostoli Giacomo Maggiore e Giacomo Minore, commessa e retribuita nel 1769 a Francesco Maggiotto dall’ospedale di S. Maria dei Battuti, per l’altare vincolato al culto con i cespiti(guadagni) dell’eredità del celebre usuraio ed umanista trecentesco Oliviero Forzetta, alcune sue case erano tra l’abside ed il teatro comunale. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla dx scoperta del Santo -con mano sx si tiene ai capelli del Santo -stoffa bianca ai fianchi drappeggiata -con mano dx tiene una sfera azzurra con una croce marroncina nella sommità (mondo) -aureola con fascio di luce che forma i raggi -guarda in basso a sx i santi -sullo sfondo, a dx dietro il bastone cielo rosato/azzurro con montagne ed acqua -tiene con entrambe le mani il bastone di legno con mano dx sopra e mano sx sotto; alla base del bastone una meridiana a dx -si vede solo piede scalzo sx esce dall’acqua -guarda il cielo -tunica su lato sx con drappo rosso e legata con una cintura di stoffa azzurra -tunica color bianco sporco -gambe scoperte -non ha aureola ma alone di luce -ai piedi sciabola? frustino? flagello? SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN NICOLO ’ E’ un edificio la cui costruzione risale ai sec. XIII-XIV, in gotico trecentesco. •Affresco grande: (navata di destra) Colossale S. Cristoforo, ieratico e ingenuo insieme, com’era nell’uso dell’arte popolare a cavallo del trequattrocento. Alto circa 25 m., fu dipinto in affresco da un pittore locale, Antonio da Treviso nel 1410. Nonostante la datazione lo stile è ancora primitivo, piuttosto piatto e senza espressione.. Si ipotizza che anteriormente alla costruzione della chiesa, quaggiù in riva al fiume, c’era una chiesina frequentata dai pescatori e dai barcaioli. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla sx del Santo -vestito in verde con cartiglio lungo con scritta CHRISTUS -con aureola crociata -si aggrappa ai capelli del Santo -piedi smisurati e scalzi nell’acqua -bastone con palma su mano dx -lungo vestito verde con mantello rosso bordato di bianco(segno di regalità) -pesci del fiume Sile e gamberi di fiume -sfondo azzurro, verde, marrone e onde bianche -barbuto e con aureola SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN NICOLO ’ E’ un edificio la cui costruzione risale ai sec. XIII-XIV, in gotico trecentesco. •Affresco: figura intera (3^ colonna disturbata dalla scaletta del pulpito).Rappresenta S. Cristoforo martire, con manto rosso, traversa l’acqua poggiato all’albero-bastone e stringe la gamba del Bambino che gli cavalca le spalle e lo benedice con gesto graziosamente infantile, sguardo e sorriso vivacissimo.. GESU’ S. CRISTOFORO -seduto su spalla sx del Santo -vestito verde con mantello rosso -con mano dx si appoggia alla testa del Santo benedicendo con 3 dita + 2 -guarda il Santo -non ha nulla in mano -bastone con palma nella mano dx -scalzo -acqua poco visibile -sfondo blu scuro -tunica arancione allacciata in vita e casacca rossa SAN CRISTOFORO (nelle chiese di Treviso) •SAN NICOLO ’ E’ un edificio la cui costruzione risale ai sec. XIII-XIV, in gotico trecentesco. •Quadro: nel transetto a sinistra dell’altare maggiore. “Madonna con S. Giacinto, S. Cristoforo e S. Rocco” di Marco Vecellio.(Parete nord) GESU’ S. CRISTOFORO -seduto sulla spalla sx del Santo -benedice con mano dx -guarda il Santo -si tiene con mano sx sui capelli del Santo -aureola formata da alone giallo e croce che forma i raggi -vestito color celestino / violetto -tiene il bastone con entrambe le mani (mano sx in alto mano dx in basso) -piccolissima aureola -guarda Gesù -tunica bianca con sopraveste azzurra arrotolata ai fianchi quasi a formare dei pantaloni,cintura doppia, mostra le gambe -scalzo, non si trova nell’acqua ma poggia i piedi in una pavimentazione rosso/bianco a quadroni che riprende il pavimento dell’ altare •PONTE S. FRANCESCO (tratto da articolo di Cino Boccazzi) In riva al Cagnan, c’è una casa con grande bifora e al piano terra una inferriata, fra due colonne di pietra d’Istria. Sotto le travi di rovere ancora dipinte, sono riapparse decorazioni quattrocentesche, dal muro è riaffiorato un affresco piccolo con S. Cristoforo che si appresta a traghettare il Bambino sull’altra riva ed ha già i piedi in acqua fra gamberi e pesci guizzanti. Questo Santo, secondo la Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine portava Cristo in quattro modi: sulle spalle, al di là del fiume, simbolico passaggio al mondo dei beati; nel suo corpo attraverso la mortificazione della carne; nello spirito e nella lingua per poter predicare il messaggio. Questo S. Cristoforo è piccolo, forse perché il Cagnan era un guado breve e poco profondo e stava tra i due S. Cristoforo giganteschi, quello di S. Francesco che ha attraversato i fiumi impetuosi dell’Oriente e quello di S. Nicolò che si appresta a guadare il vicino Sile, profondo e insidioso. Per leggere l’opera d’arte • • • • Vita dell’autore. Soggetto dell’opera. Motivo per cui fu realizzata. Osservazione diretta: l’opera è molto affollata o no? Chi sono le persone rappresentate e da cosa le riconosci? Chi è in primo piano? I loro gesti che cosa ti comunicano? Che cosa sta facendo S. Cristoforo? Puoi immaginare a cosa sta pensando? Il luogo in cui si svolge la scena ti sembra semplice o complesso? Lo sai descrivere? Secondo te, la scena è statica, in movimento, silenziosa, rumorosa? Quali emozioni percepisci guardando quest’opera? Se tu facessi parte di quest’opera, come ti disegneresti? Quali colori vengono usati e qual è il loro significato? Bibliografia - “Guida di Treviso” di Giovanni Netto ed. LINT - “Tempio di S.Francesco-Treviso” 1976 aut. Padre Virgilio Gamboso -ed. Frati Minori Conventuali - “Tempio di S. Francesco-Treviso” testo Maria Benedetti Ideazione e realizzazione Veneto Comunicazione - “Il tempio monumentale di S. Nicolò-Treviso” 1979 aut. mons. Giovanni Patrizio •Veloce vocabolario ad uso insegnanti AFFRESCO: tecnica di pittura sull’intonaco fresco con pigmenti colorati sciolti nell’acqua. BASSORILIEVO: figura in rilievo in cui le figure emergono dal fondo per meno della metà del loro spessore. PALA D’ALTARE: opera d’arte devozionale di grandi dimensioni collocata sopra o dietro l’altare di una chiesa cristiana. Rappresenta generalmente episodi delle Sacre Scritture o momenti della vita di personaggi sacri. Treviso, 22 gennaio 2013 LAVORO ESEGUITO DALLE INSEGNANTI DEL 3° I.C. “FELISSENT” DI TREVISO: Chiappetta Elisabetta, Purin Cinzia, Ruisi Lieta, De Biasio Isabella.