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IN BASSO A SINISTRA
Ipertesto realizzato dalle classi quinte
Insegnante di arte -immagine e
informatica:
Anno scolastico 2007/2008
La colonna sonora è stata
gentilmente concessa
dall’insegnante violista
Scuola primaria Ugo Foscolo
Samuela Cavallin
parte dell’Orchestra
Montebelluna
‘Accademia Veneta’
Forestieri Giuseppina
diretta dal M° R. Padoin
Classe V^a:
Classe V^b
Alves Barbosa Brenda
Mazzoccato Sofia
Avraam Andreea
Lyoussfi Yassmine
Bergamin Nicola
Morina Edita
Baggio Nicola
Mourchid Ismael
Binotto Michele
Pirazzo Gregorio
Bdaoui Majda
Pajussin Filippo
Bonora Elisabetta
Santin Alberto
Bessegato Giada
Pandolfo Kevin
Da Riva Giacomo
Shala Arta
Caberlotto Mirko
Santin Luca
Favero Simone
Simeoni Alberto
Camozzato Elena
Tesser Stefano
Favero Giulia
Tessariol Elia
Cancian Andrea
Fuser Simone
Zhou Xinchi
Gobbo Gloria
In seguito alle scoperte archeologiche
rinvenute ad Ercolano, Pompei Paestum,
Tivoli , ci fu un rinato interesse per l’arte
classica.
La vera fonte della grandezza dell’arte
classica venne riconosciuta nella
produzione dell’arte greca degli artisti del
V-e IV secolo a.c.
La perfezione senza tempo di questa
scultura influenzò profondamente
l’estetica del settecento, divenendo
modello per gli artisti dell’epoca
Roma divenne la capitale del neoclassicismo e
fu un ruolo centrale che conservò fino allo
scoppio della rivoluzione francese.
A Roma giungevano gli artisti ed intellettuali
d’Europa, fra cui Jaques Louis David che
compose il famoso quadro” Il giuramento degli
Orazi”
Roma fu la città dove lavorò il maggiore artista
italiano neoclassico: Antonio Canova
Antonio Canova nasce a Possagno (TV) il 1 novembre 1757 da
Pietro Canova e da Angela Zardo di Crespano. La famiglia di
Canova da generazioni lavora e scolpisce la pietra, il nonno di
Antonio, Pasino, è un valente artigiano, in particolare di
altari. Il padre di Antonio, anch'egli bravo intagliatore e
scalpellino, muore all'età di 26 anni, nel 1761 Antonio Canova
rimane col "rustego" nonno Pasino e con la nonna Caterina in
Possagno, sviluppando l'arte dello scalpellino . Fin da
giovanissimo, egli dimostrò una naturale inclinazione alla
scultura: eseguiva piccole opere con l'argilla di Possagno. Nel
1768, Canova cominciò a lavorare nello studio della scultura
dei Torretti, a Pagnano d'Asolo, poco distante da Possagno:
quell'ambiente fu per il piccolo Antonio (che tutti chiamavano
"Tonin") una vera e propria scuola d'arte. Furono i Torretti ad
introdurlo nel mondo veneziano, Canova frequentò la scuola di
nudo all'Accademia e studiò disegno traendo spunto dai calchi
in gesso della Galleria di Filippo Farsetti.
A Venezia il giovane Antonio frequenta la scuola di nudo
dell'Accademia, studia disegno traendo spunto dai calchi
in gesso della Galleria di Filippo Farsetti e scolpisce
nello studio di San Maurizio le sue prime opere (canestri
di frutta, Orfeo e Euridice, Dedalo e Icaro).
.
•Nel 1779, Canova compì il suo primo viaggio a Roma.In città, era ospite
dell'ambasciatore veneto, a Palazzo Venezia che procurò a Canova le prime commissioni
e direttamente gli ordinò Teseo sul Minotauro (1781) e amore e Psiche (1793).; la sua
fama cresceva in Italia e all'estero: riceveva sempre nuove e impegnative commissioni da
ogni parte d'Europa. Ben presto, la sua arte, organizzata secondo la tecnica degli antichi
greci, dal disegno all'argilla, dal gesso al marmo, sviluppò un lavoro formidabile e una
vicinanza sempre più forte ai temi della mitologia classica: ". Quando i Francesi
occuparono Roma, nel 1798, egli preferì abbandonare la città e ritornare a Possagno
dove si dedicò alla pittura: in due anni, egli dipinse molte delle tele e quasi tutte le
tempere che oggi sono custodite nella sua Casa natale di Possagno. Nel 1800, tornò a
Roma dove la situazione si era fatta meno disordinata
Canova contribuisce con varie sculture alla campagna propagandistica e
celebrativa di Napoleone. Un esempio è dato dalla statua di Napoleone come
Marte pacificatore che raffigura l'imperatore idealizzato come Marte, con l'asta
e il globo sormontato dalla Vittoria.. Il recupero di modelli della statuaria
romana s'impone anche nella produzione di ritratti dei familiari di Bonaparte.
Canova scolpisce anche la statua di Paolina Borghese Bonaparte come Venere
vincitrice con il pomo di Paride nella mano sinistra, 1815.
.
A Possagno torna nove volte per brevi e intensi periodi: nel 1792, nel
1795, nel 1798, mancandogli nella sua casa lo studio attrezzato per la
scultura, si dedica alla modellazione di bozzetti e alla pittura.. Decide di
concentrare i capitali nella realizzazione di qualcosa di
straordinario,destinato ad immortalare la memoria della sua arte.Nel
1918 (11 luglio) posa la prima pietra del Tempio che volle progettare e
donare alla sua comunità come chiesa parrocchiale: il maestoso edificio
sarà completato solo dieci anni dopo la sua morte. Nel 1820, conclude la
pala dell'altare maggiore del Tempio, che ritoccherà nel 1821. Torna per
l'ultima volta a Possagno nel 1822 e si ammala. Muore a Venezia nel
1822; il suo cuore viene depositato all'Accademia mentre il corpo viene
portato dagli abitanti di Possagno nella città natale. Il suo corpo, per
volere del fratellastro, fu traslato prima nella vecchia parrocchiale e, dal
1832, nel Tempio.
All’eruzione del 79 d.C che seppellì interamente
la città, circa altre settanta ne sono seguite, La
configurazione della montagna, durante la
grande eruzione, si modificò; dal monte Somma,
spaccandosi, nacque il monte Vesuvio che, con le
successive eruzioni, vide triplicarsi la grandezza
del cratere.
Per secoli di Pompei non si seppe più nulla.
A Pompei i lavori iniziarono intorno al 1748,
nella zona della Civita, alternandosi a soste
dovute ad altri ritrovamenti ad Ercolano,e
proseguendo per lo più senza un piano
determinato e senza un preciso metodo,
effettuati da prigionieri alla catena e da ragazzi
in tenera età. La ricerca era mirata solo al
reperimento di materiale per i musei o per
decorare i palazzi reali, mentre gli edifici scavati,
una volta spogliati delle opere d’arte, venivano
lasciati senza alcuna cura alle intemperie.
Con lo scoppio della rivoluzione in Francia
iniziarono anche a Napoli i primi moti
rivoluzionari e l’attività degli scavi diminuì
sensibilmente e solo con Giuseppe Bonaparte
prima e Gioacchino Murat dopo, ripresero con
maggiore ampiezza e con maggiore impiego di
manodopera. Si tentò di individuare il perimetro
dell’intera città per conoscerne l’estensione, e
l’interesse si spostò dal recupero di oggetti
preziosi alla conoscenza dell’architettura e
dell’urbanistica.
Solo una piccola parte della
produzione scultorea greca è
giunta fino a noi. Molti dei
capolavori descritti dalla
letteratura antica sono ormai
perduti o gravemente mutilati.
La conoscenza dell'anatomia
del corpo e la competenza
tecnica permettono agli
scultori, di raffigurare dei ed
eroi in pose più naturali e
variate, con il rialzamento
dell'anca in corrispondenza
della gamba di appoggio. La
maestria tecnica fa della
scultura del V secolo la vetta
più alta dell'estetica classica.
Mirone sperimenta il movimento nello spazio.
L'uso del marmo bianco consente
raffinatezza nella resa delle superfici con
effetti di luminosità che addolcisce le
curve e modula i volumi. Uno dei migliori
esempi del periodo è l’Hermes di
Prassitele
Teseo sconfigge e
uccide il minotauro
L'opera rappresenta,, il dio
Amore mentre contempla con
tenerezza il volto della fanciulla
amata, ricambiato da Psiche da
una dolcezza di pari intensità.
Tempio si erge alto sull’abitato di Possagno con la sua candida mole che si staglia netta su di
uno sfondo ancora verde: il turista che arriva a Possagno, da qualunque direzione provenga,
lo vede solenne, sopra di un colle, ai piedi dei monti.
Nella imponente costruzione neoclassica, si distinguono tre elementi ispiratori: il colonnato
dorico (che si richiama al Partenone di Atene),
Il corpo centrale simile al
Pantheon romano
L’abside in posizione elevata come nelle antiche basiliche
cristiane.
Tre parti che possono considerarsi simboli di tre età della
storia: la civiltà greca, la civiltà latina e la solennità cristiana:
e alla Trinità è dedicato il Tempio che l’artista ha voluto come
chiesa parrocchiale del suo paese.
Talia è una figura della mitologia greca. È una delle muse, colei che presiede
alla commedia. È raffigurata come una ragazza dall'aria allegra, che porta una
corona di alloro sul capo e tiene una maschera in mano.
Aristotele, Filosofo greco nacque a
Stagira, ai confini con la Macedonia. Nel
342 venne chiamato da Filippo II re di
Macedonia per fare da istitutore al figlio, il
grande Alessandro Magno. Nel 336,
quando Alessandro salì al trono, ritornò ad
Atene e fondò il suo Liceo, una scuola
filosofica .Con la morte di Alessandro, e il
conseguente diffondersi di un clima
antimacedone, venne costretto all'esilio
nella Calcide, dove morì pochi mesi dopo.
La cetra o citara è uno
strumento musicale che
ebbe una notevole
diffusione sin dall'antica
Grecia dov'era suonata da
citaredi professionisti, il
suo uso inoltre prese corpo
anche a Roma.
Stesura dell'idea da parte dell'artista
Il processo creativo scultoreo di Canova si componeva in
quattro fasi.
Il disegno era la prima fase in cui il maestro trasferiva i
propri pensieri su carta equiparando la matita allo
scalpello.L'artista infatti annotava su taccuini forme,
composizioni ed immagini fulminee che rapidamente
gettava sulla carta.
Matita e scalpello... sono gli
strumenti che guidano
all'immortalità
Come un’idea in sé, realizzata con
semplicissimi mezzi quali il ritmo
delle linee, il senso dello spazio, la
luce e l’ombra
Canova
Seconda fase:
il bozzetto in terra, cotta o cruda o in cera, era realizzato per poter
vedere immediatamente come poteva realizzarsi l’opera appena ideata
nel disegno.
Terza fase:
Canova procedeva a realizzare il modello a grandezza naturalein creta, avvalendosi di uno scheletro
portante composto da un’asta di ferro alta quanto l’opera da eseguire, collegata a un sistema di aste
munite all’estremità di crocette di legno. Il sistema permetteva all’artista di reggere la creta anche per
gruppi di grandi dimensioni e anche di avere una valutazione sulle proporzioni.
IL passaggio dal modello in creta a quello di gesso si attuava con il metodo della “forma persa” la
creta, rivestita da un leggero strato di gesso rossigno veniva ricoperta da uno spesso strato di gesso
bianco(quattro dita circa). Per asportare la creta all’interno della statua, la si tagliava in più punti per
permettere l’asportazione completa, quindi la scultura veniva riassemblata. All’interno della statua a
questo punto, si colava il gesso.
Quarta fase:
Canova, per la trasposizione del modello in gesso nel marmo, unica materia ritenuta
adatta alla scultura, si avvaleva di aiuti che lui stesso aveva scelto. Il procedimento
comportava l'applicazione di chiodini di piombo “repere ” al calco che fungevano da
punti di riferimento per riportare le misure. Il modello in gesso e il blocco da scolpire
venivano posti sotto un "tellaio" o una "squadra" a cui venivano appesi dei fili a
piombo. La distanza tra i fili e i punti poteva essere calcolata grazie ad un enorme
compasso che consentiva agli assistenti di abbozzare i blocchi sulla base delle misure
del modello. Gli assistenti di Canova, però, non scolpivano una replica esatta del
calco, lasciando al maestro l'intervento finale.
Canova aveva l’abitudine di spalmare sulla superficie dell’opera una speciale patina
composta da pomici e cera appena colorate che conferivano alla statua la lucentezza
delle perle.
È la protettrice della danza
Madre delle sirene e del poeta Lino.
È la divinità della gioventù
figlia di Zeus e di Era.
Il monumento funerario a Maria Cristina d'Austria rappresenta una
grossa novità nella tipologia dei monumenti funerari. Il
monumento funebre ha sempre avuto come centro compositivo il
sarcofago o l'urna in cui materialmente venivano conservare le
spoglie del defunto. Al di sopra dell'urna veniva collocata l'effige
statuaria del defunto; di sotto o di fianco venivano poste immagini
allegoriche sul significato della morte. ..
Il tema della sepoltura, è stato uno dei più praticati da Antonio Canova, che
nei suoi monumenti funebri tende alla consacrazione della memoria del
defunto. Il veneziano Carlo Rezzonico è stato papa con il nome di Clemente
XIII dal 1758 al 1769. Di personalità molto amabile e caritatevole interpretò
su queste basi la funzione del suo apostolato mostrandosi quale "buon
pastore"...
Figlio di Priamo re di Troia
Medusa fu uccisa da Perseo che le mozzò la testa guardandola attraverso uno
scudo lucido. Quando tagliò il capo, dal collo della Gorgone uscirono i figli che
aveva generato dopo la notte con Poseidone, Pegaso e Crisaore.
Inoltre, la sua testa continuava a rendere di pietra chiunque la guardasse anche
dopo essere stata staccata dal corpo: Perseo, infatti, la mostrò ad Atlante che
diventò di pietra.
Infine, la testa di Medusa fu donata da Perseo ad Atena, in cambio dello specchio
riflettente con il quale la dea gli aveva suggerito di affrontare Medusa, in modo che
il mostro si uccidesse con il suo proprio sguardo. Così fu, infatti e Atena, ricevutala
in dono, la pose al centro del proprio scudo.
Jacques-Louis David è stato un pittore francese. Dopo una formazione
compiuta in ambito tradizionale,ottenne l'ambitissimo Prix de Rome che, nel
1775 gli permise di raggiungere L’Italia, dove David studiò i capolavori dell'arte
italiana e le rovine dell'antica Roma, riempiendo dodici album di schizzi che
avrebbe riutilizzato per i suoi lavori successivi. Nel 1779 visitò le rovine di
Pompei, che lo entusiasmarono.
Minosse, re di Creta ricevette in dono un toro per un sacrificio, ma vista
la bellezza dell'animale aveva deciso di tenerlo per sé. Poseidone, allora,
per punirlo, fece innamorare Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso.
Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce,
appunto, il prefisso "minos" (che presso i cretesi significava re) con il
suffisso "tauro" (che significa toro).
Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel labirinto costruito
dall'ingegnere Dedalo. La città di Atene, sottomessa allora a Creta,
doveva inviare sette giovani maschi e sette fanciulle da offrire in pasto al
Minotauro, che si cibava di carne umana.
Teseo eroe figlio del re ateniese Egeo, si recò a Creta per sconfiggere il
minotauro, lo uccise, riuscendo anche a fuggire dal labirinto con l'aiuto
di Arianna che gli svelò come uscirne (usando il celebre "filo
d'Arianna"). Teseo promise alla fanciulla (che era del resto anche lei
figlia di Minosse) che dopo aver compiuto l'impresa l'avrebbe sposata.
Ma dato che si era già sposato, Teseo abbandonò Arianna sull'isola di
Nasso. Gli dei, per punire Teseo, gli annebbiarono la memoria e così egli
si dimenticò di issare la vela bianca indicante la sua vittoria e lasciò
quella nera che significava la sua morte. Il padre Egeo, vedendo la
bandiera nera, pensò che il figlio non ce l'avesse fatta ed allora,
disperato, si gettò dalla scogliera e affogò, in un mare che si chiama
ancora oggi Mar Egeo.
Ganimede era una pastorello di
incredibile bellezza. Zeus per
sottrarlo alla vita terrena si
camuffò da aquila. Sotto tale
aspetto si avventò su Ganimede
mentre questi stava pascolando
un gregge sul monte Ida, lo
rapì per portarlo sull’Olimpo.
Figlia di Zeus e di Demetra , venne rapita da Ade, Dio
dell'oltretomba, che la portò negli inferi per sposarla ancora
fanciulla contro la sua volontà. Una volta negli inferi le venne offerta
della frutta, ed ella mangiò senza appetito solo sei semi di melograno.
Persefone ignorava però il trucco di Ade: chi mangia i frutti degli
inferi è costretto a rimanervi per l'eternità.
La madre, dea dell'agricoltura, che prima di questo episodio
procurava agli uomini interi anni di bel tempo e fertilità delle terre,
reagì adirata al rapimento impedendo la crescita delle messi,
scatenando un inverno duro che sembrava non avere mai fine. Con
l'intervento di Zeus si giunse ad un accordo, per cui, visto che
Persefone non aveva mangiato un frutto intero, sarebbe rimasta
nell'oltretomba solo per un numero di mesi equivalente al numero di
semi da lei mangiati, potendo così trascorrere con la madre il resto
dell'anno. Così Persefone avrebbe trascorso sei mesi con il marito
negli inferi e sei mesi con la madre sulla terra.
Demetra allora accoglieva con gioia il periodico ritorno di Persefone
sulla Terra, facendo rifiorire la natura in primavera ed in estate.
Semele, amata da Zeus, concepì un figlio. Era, che si poteva ritenere
l'unica moglie legittima di Zeus, offesa e sdegnata per il tradimento del
marito, non potendo vendicarsi su di lui, assunse le sembianze della
vecchia Beroe, nutrice della fanciulla. La regina degli dei si presentò
quindi a Semele che, credendola la nutrice, cominciò a parlare con lei
fino a quando il discorso non cadde sul re degli dei. Beroe, allora, mise
in guardia la ragazza dal fidarsi del Dio e la esortò a esigere una prova
della sua vera identità. Suggerì quindi di chiedere a Zeus di presentarsi a
lei come si presentava al cospetto di Era.
Dopo qualche tempo Semele, memore delle parole della vecchia, chiese a
Zeus di offrirle un regalo ed egli promise di esaudire qualsiasi desiderio
della fanciulla. Semele chiese allora al re degli dei di manifestarsi in
tutta la sua potenza. Zeus, disperato, fu costretto a realizzare tale
richiesta e si recò al cospetto di Semele armato delle sue folgori. La
fanciulla, non potendo sopportare il tremendo bagliore, venne incenerita.
Zeus si affrettò a strappare il bambino che ella portava in seno, e che era
soltanto al sesto mese, cucendolo dentro la sua coscia. Trascorso il tempo
necessario, lo fece uscire fuori, perfettamente vivo e formato. Era il
piccolo Dioniso, il dio «nato due volte».
Nella mitologia greca Zeus
è il re degli dei, il sovrano
dell‘Olimpo , il dio del cielo
e del tuono. I suoi simboli
sono la folgore, il toro,
l’aquila e la quercia.
La Venere di Milo risale al 130 A.C. si ritiene
possa essere una raffigurazione della Venere
vincitrice che reca il pomo dorato a Paride: tale
intepretazione ben si accorderebbe con il nome
dell'isola dove è stata ritrovata (milos, in lingua
greca, significa infatti mela) alcuni frammenti
di un avambraccio e di una mano recante una
mela sono stati ritrovati vicino alla statua
stessa.
Dopo alcuni interventi di restauro, la Venere di
Milo fu presentata al re Luigi XVIII nel 1821 e
collocata al museo del Louvre dove è tuttora
conservata.
Bronzi di Riace sono una coppia di statue
bronzee, di provenienza greca o magnogreca,
databili al Vsecolo A.C e pervenute in
eccezionale stato di conservazione.
Le due statue, rinvenute nel 1972 nei pressi
Riace in provincia di Reggio Calabria, sono
considerate tra i capolavori scultorei più
significativi del periodo ellenico, e tra le
poche testimonianze dei grandi maestri
scultori del mondo greco classico.
I Bronzi si trovano al museo nazionale della
Magnagrecia di Reggio Calabria
dove nel corso degli anni sono diventati uno
dei simboli del museo e della città stessa.
L'astragalo è un'ossicino di forma cuboide
che fa parte dell'articolazione del piede e che
possiede 4 lati facilmente distinguibili per la
loro forma. In alcune specie animali, come il
bue e il montone, questo ossicino ha
proporzioni particolarmente regolari e si
presta in modo straordinario ad essere
utilizzato per ottenere dei risultati casuali,
come una sorta di dado a 4 facce. L'utilizzo di
questo osso come strumento di gioco è un
fatto risaputo, così come la sua funzione di
strumento per predire il futuro. Dagli scavi
archeologici di mezzo mondo ne sono stati
recuperati migliaia di esemplari che ne
attestano la popolarità e la diffusione.
Dedalo era un grande scultore ed architetto
greco.Condannato dalla giustizia per aver
ucciso il nipote, fu esiliato nell’isola di Creta.
Costruì per volere di Minosse il labirinto per
imprigionare il minotauro, ma questi fu uccido
da Teseo. Dedalo venne segregato nel labirinto
insieme al nipote Icaro, per sfuggire a quel
triste destino costruì delle ali per sé e per il
figlio, fissandole con della cera alle spalle.
Raccomandò al figlio dei seguirlo, si librarono
in cielo, ma Icaro andò troppo in alto e le ali si
sciolsero, precipitò a terra e morì.
Quando venne ritratta da Antonio
Canova nelle sembianze di Venere
Vincitrice aveva venticinque anni.
Era, infatti, nata ad Ajaccio, il 20
ottobre 1780, nel giorno di
Venere.
La versione finale in marmo della
statua venne scolpita negli anni
1805-1808: erano gli anni del
massimo splendore mondano di
Paolina, Principessa Borghese e,
dal 1804, (da quando Napoleone
si era incoronato Imperatore a
Notre-Dame), Altezza Imperiale.
SI AVVISANO I SIGNORI NAVIGANTI CHE…
I PULSANTI DI AZIONE VI PERMETTONO DI MUOVERVI
ALL’INTERNO DELL’IPERTESTO
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APPROFONDIMENTO
ALL’INTERNO DEI TESTI, SPESSO CI SONO
PAROLE SOTTOLINEATE E DI COLORE
DIVERSO, SE VI AVVICINATE CON IL CURSORE,
LA FRECCIA SI TRASFORMA IN UNA MANINA:
SONO DEGLI APPROFONDIMENTI, CLICCATE
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