Istituto Comprensivo di Montecchio Emilia – A. s. 2011-2012
Scuola Secondaria di primo grado “J. Zannoni” – Classe 1A
UN LIBRO
.
• C’erano una volta Cappuccetto rosso e
sua nonna che le chiese di esaudire un
ultimo desiderio , perché stava per morire .
• Allora , Cappuccetto ascoltò cosa le
veniva chiesto : doveva andare in un
castello e doveva prendere un libro .
• Prima della partenza , però , la nonna le
disse che a metà strada ci sarebbe stato
un mago che le avrebbe rubato tutto ,
quindi le disse che non lo doveva neanche
salutare .
• Le consegnò poi una cesta .
• E Cappuccetto promise che non lo
avrebbe neanche salutato .
• Quando arrivò a metà strada , infranse la
promessa perché si fermò a giocare .
• Allora il mago le rubò tutto tranne la cesta.
• Dispiaciuta , Cappuccetto aprì la cesta
dove c’erano i sette nani .
• Loro , dissero < Cappuccetto non ti
rattristare molto e vai a cercare il libro >
• Allora Cappuccetto si alzò in piedi e disse
< andiamo insieme a cercare il libro >
• Quando arrivarono al castello
• Prese il libro e seppe anche che la nonna
era stata rapita da un lupo che aveva visto
già in una foto .
• Però incontrò anche un principe che le
disse < non ti preoccupare e fa quello che
ti dico cioè leggi questa fiaba intanto io
vado a salvare tua nonna >
• Cappuccetto lesse il libro e c’era
raccontata tutta l’infanzia della nonna .
• Cappuccetto tornò dalla nonna , e il lupo
era già morto perchè
• nella lotta fra lui e il principe e aveva vinto
proprio il principe .
• Questa storia fu scritta sul libro e la
scrissero la nonna e Cappuccetto che si
sposò con il principe . Allora vissero tutti
felici e contenti .
Raffaele
IL PRINCIPE E LO STREGONE
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C’era una volta un principe che era forte, coraggioso e bello; aveva un cavallo tutto nero,
chiamato Carbone, con una folta criniera ed una lunga coda. Correva veloce come il vento: nel
regno nessun altro animale era più veloce di lui.
Questo cavallo fu donato al principe quando era ancora un puledro ed il bambino ne fu
felice ed ora i due erano come fratelli: viaggiavano insieme, mangiavano insieme e condividevano
ogni tipo di avventura.
Un giorno, mentre era ad una festa al villaggio, il principe incontrò una giovane molto bella
e se innamorò subito; si avvicinò a lei e le chiese: “Mi vuoi sposare?”. La giovane rimase
affascinata e rispose: “Sì, lo voglio!”.
“Le nozze saranno celebrate domani alla corte di mio padre!” disse il principe, pieno di
felicità “Preparerò tutto io!”.
Il giorno successivo era tutto pronto per le nozze quando i due sposi arrivarono a corte.
La notte, lo stregone Rosso Rubino, chiamato così per il colore della sua barba, temuto in
tutto il villaggio per la sua malvagità, rapì la principessa per causare dolore al principe, che era
sempre stato un suo acerrimo nemico, e la portò in un rifugio nel bosco.
La mattina seguente il principe si svegliò e vide che nel letto non c’era la sua adorata
moglie e, pieno di rabbia, chiamò: “Carbone!” ed il cavallo arrivò al galoppo.
“Sai chi può aver rapito mia moglie?” chiese il principe.
Il cavallo corse verso una macchia rossa.
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“Ho capito!” disse il giovane “Non può che essere stato quel maledetto
stregone! Carbone, preparati subito, andiamo da quel furfante!!!”
I due partirono immediatamente, il principe vestito di una lucente armatura
quasi indistruttibile ed armato di arco e frecce.
Arrivati al rifugio dello stregone lo trovarono, da solo, sulla porta.
Quando li vide, si mise a ridere e disse: “Sei in cerca della tua sposa, vero?! Ti
dico subito che non riuscirai a trovarla perché l’ho nascosta nel mio castello sulle
Montagne!”
Finito di dire queste parole, scomparve.
Il principe andò su tutte le furie e scagliò una freccia verso un albero.
Comparve una fanciulla vestita di verde che disse: “Perché fai del male ad un
mio amico?”
Il giovane le raccontò le sue disavventure.
La fanciulla, che in realtà era una fata dei boschi, disse: “Non ti disperare: per
salvare la tua sposa c’è un solo modo. Dovrai trovare un cristallo nascosto in un
pagliaio poco distante dalla foresta e raccogliere una scaglia del drago verde che
sorveglia le montagne!”. Detto questo tornò nel suo regno.
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Il principe, insieme al suo cavallo, si rimise in viaggio ed arrivò velocemente
al pagliaio. Iniziò a cercare il cristallo, ma capì che sarebbe stato
impossibile trovarlo in mezzo a tutta quella paglia.
Quindi accese un fuoco e, quando tutta la paglia fu bruciata, tra le
ceneri vide uno scintillio e finalmente lo trovò.
Giunti poi alla tana del Drago Verde, videro che dormiva
profondamente ed il principe poté raccogliere una delle scaglie che erano
disperse per terra.
Veloci come il vento arrivarono alla rocca sulla Montagna e, prima di
oltrepassare il portone principale, comparve loro la fata dei boschi che
disse: “Quando sarai davanti allo stregone, unisci fra loro i due oggetti!”
Varcata la soglia incontrò subito lo stregone che lo sfidò a duello.
Il principe fece come gli aveva detto la fata e tra le sue mani
comparve una spada lucente con la quale diede il colpo di grazia allo
stregone.
Il principe salvò la sua adorata moglie e vissero per sempre felici e
contenti
Paolo Di Giovanni
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• C’era una volta, in un paese lontano, lontano, una principessa molto
bella e simpatica di nome Aika.
• Un brutto giorno arrivò un mostro grande e grosso che disse: “O vi
incendio il villaggio o la principessa Aika verrà con me per
sposarmi!”.
• Gli abitanti del villaggio, tutti impauriti, parlarono tra loro per
decidere cosa fare.
• Quando arrivò la principessa chiese cosa stesse succedendo; gli
abitanti le spiegarono tutto e lei decise di andare con il mostro per
salvare il villaggio.
• Il mostro la porta con sé.
• Arrivò l’esercito di Yuki, un generale valoroso di un impero molto
lontano e sperduto, che, appena aveva saputo della cattura della
principessa, aveva marciato insieme ai suoi 100 000 soldati fino al
villaggio.
• Quando il generale sentì del mostro disse: “Mi dispiace,
ma non voglio rischiare la vita dei miei soldati.” quindi,
un po’ per la paura un po’ per non volere rischiare la vita
dei soldati, Yuki tornò indietro.
• Dopo un po’ di tempo si fece avanti Spank e disse
all’imperatore del villaggio di volere andare in cerca della
principessa e disse: “Se riuscirò a salvare la principessa
sua figlia, la sposerò e diventerò suo consigliere
d’onore.”. L’imperatore era d’accordo.
• Spank prese Excalibur, la spada che in precedenza
aveva estratto dalla roccia, e partì per l’avventura.
• Il primo ostacolo da superare fu un ruscello, ma non ci
furono problemi: Excalibur si trasformò in un’asta e
Spank passò il fiume.
• Poi avvistò un esercito, era l’esercito del mostro che aveva rapito la
principessa; la spada lo aiutò ancora: si trasformò in un uccello e
passò l’ostacolo dell’esercito.
• Dopo settimane di cammino Spank era stanco, Excalibur fece
comparire un cavallo di nome Bolt, che vuol dire fulmine, infatti in un
batter d’occhio si trovarono subito al castello dove si stavano
preparando le nozze tra il mostro e la principessa.
• Vide il portone del castello chiuso. Allora escogitò un piano: si
sarebbe finto un cavaliere e avrebbe detto al mostro che avrebbe
portato la principessa, scortata, naturalmente, in chiesa dove si
celebreranno le nozze. Il mostro sarebbe stato d’accordo; quindi
Spank non avrebbe fatto molta fatica a recuperare la principessa.
• Il mostro capì che si trattava di un tranello, prese una spada e scese
dal castello e disse: “Bene Spank, mi volevi ingannare, beh non ci
sei riuscito.” e si lanciò all’attacco e Spank non si fece trovare
impreparato e si difese. Dopo vari combattimenti Spank ebbe la
meglio e uccise il mostro.
• Scappò con la principessa e, siccome sapeva
dell’esercito, si travestì da mostro e passò
quell’ostacolo.
• Ma c’era un commando di soldati del mostro che
lo stava inseguendo e disse a Bolt di correre più
veloce del vento e lo seminarono.
• Appena tornati in città si celebrò una grande
festa che durò due settimane, dopo la festa si
celebrarono le nozze e vissero
per sempre felici e contenti
Luca Carrara
L’ ANELLO
• C’era una volta nel regno di molto , molto lontano una principessa di
nome Penelope che viveva in un castello con i suoi genitori . I suoi
genitori però le impedivano di uscire dal suo castello perché non
volevano che trovasse uno sposo. La principessa stanca di stare
sotto il comando dei suoi genitori ,decise di prendere tutte le
lenzuola dei letti e legarle con un nodo, una ad una. Dopo aver
legato tutte le lenzuola, Penelope va in cucina ha prendere una
pentola per difendersi dai soldati, che le impedivano di scappare
.Scese dalla torre del castello e atterrò sul terrazzo , per poi entrare
di nuovo nel castello e aprendo una porta segreta esce dalla
fortezza inoltrandosi nel bosco .Scappando velocemente inciampò
nel suo stesso vestito ,cadendo vide un anello per terra con
•
un bigliettino attaccato sul quale c’era scritto una la parola magica:
excellium che esaudiva tre desideri. Prese l’anello ,se lo mise al dito e
continuò a scappare , correndo vide una civetta sopra ad un albero che gli
disse :- Stai attenta ragazzina che fra pochi giorni arriverà un extraterrestre
che ti ucciderà-. La ragazza non credendo alle parole della civetta si
allontano correndo molto velocemente .Dopo giorni di cammino arrivò in un
paesaggio dove l’ accolsero e gli diedero dei vestiti nuovi .Passarono giorni
e giorni finche dalla sua camera del villaggio vide dei soldati che fissavano
dei volantini agl’alberi con scritto che chi trovava la principessa riceveva
1.000.000 di monete d’ oro. La signora del villaggio sapendo questo da voci
dei cittadini , si precipitò nella camera di Penelope a cui gli diede un cavallo
e una scorta di cibo per scappare e non farsi trovare . Passò un giorno e
ripensando alla parole della civetta tornò all’ albero in cui viveva e si fece
raccontare qualcosa di più della vicenda .La civetta facendo il doppio gioco
andò dal re e gli disse dov’ era nascosta sua figlia , ma Penelope capì l’
intenzione dell’ uccello e si mise in groppa al cavallo e cominciò a scappare.
Ad un certo punto la principessa vide una grotta , si fermò e restò al riparo
per un po’ di tempo, finché ad un certo punto vide una navicella spaziale
• che improvvisamente atterrò a pochi passi da lei
.Penelope spaventata si nascose dietro a un cespuglio,
da quella navicella strana vide scendere degl’ esseri mai
visti nella sua vita Erano molto alti, avevano una strana
cosa in testa che a prima vista sembrava di vetro e
tenevano in mano una pistola molto stramba che
sparava laser. Penelope cercò di scappare ma gli
extraterrestri la videroe la fermarono , il loro superiore
appena vista la fanciulla si innamorò e anche la
principessa ebbe un colpo di fulmine, così decisero di
sposarsi.
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La civetta sempre aggiornata su tutto quello che succedeva chiamò il re
e decisero di attaccare la navicella all’ istante. I soldati cominciarono a
caricare i cannoni e aspettare l’ ordine per dare fuoco. Intanto gli
extraterrestri cominciarono a sparare e poi anche i soldati , sparandosi
fuoco a vicenda la principessa si ricordò dell’ anello e decise di
esprimere un desiderio :che gli extraterrestri vincessero la battaglia e
questo si avverò .Dopo aver sconfitto i soldati arrivarono
finalmente al matrimonio e si sposarono . Infine Penelope
esprime il desiderio di far diventare l’ extraterrestre un umano e
poi di vivere in un castello immenso con tanti gioielli e vissero tutti
felici e contenti.
Salvatore Falco
I tre porcellini e il telaio d’oro
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C’erano una volta tre porcellini che vivevano in una casa di mattoni al riparo da ogni
pericolo.
Un giorno decisero di prendere lezioni di taglio e cucito da un sarto famoso,Berto,
che lavorava nella città vicina. Giunti dall’artigiano iniziarono le lezioni.
Dopo un anno i tre porcellini erano degli ottimi sarti; tornati nella loro casa il porcellino
grassottello, il più furbo dei tre, trovò una lettera per terra e chiamò i suoi fratellini
“Guardate che cosa ho trovato!”
I tre porcellini erano sorpresi perché era da tempo che nessuno scriveva loro. Pieni di
felicità, aprirono la lettera. Il porcellino grasso prese la lettera e lesse “Vi aspetto
domani nel bosco pauroso di fianco all’albero più alto”
I tre fratelli erano molto stupiti ed erano talmente confusi che decisero di andare.
La mattina seguente partirono ed, una volta entrati nel bosco, il porcellino
grassissimo si spaventò e disse tremando dalla paura “Dove siamo? Ci siamo persi?”
Il porcello grassottello lo rassicurò “Non ti preoccupare ci siamo quasi!”
“Si è proprio vero!” acconsentì quello grasso “guardate là” disse indicando l’albero più
alto del bosco.
Giunti ai piedi di quell’ albero non trovarono nessuno, poi sentirono una voce
provenire da dietro di loro; i fratellini si voltarono e videro una donna magra e
bassa che disse “Salve, sono la baba-jaga del bosco e vi ho portati qui perché
ho saputo che siete dei bravi sarti ed ho pensato che vi farebbe piacere avere
un telaio d’oro!” I tre acconsentirono. “Bene, per trovarlo dovrete arrivare al
castello d’argento: per arrivare a destinazione dovrete seguire questo
sentiero.”.
Dopo aver finito di parlare scompari’. I tre porcellini seguirono le indicazioni
della baba-jaga. Superato il bosco arrivarono ad un laghetto dove incontrarono
un rospo che disse loro “Per passare dovete rispondere a degli enigmi”. I tre
erano pronti e il rospo fece gli indovinelli. Il porcellino grassissimo non riusci’ a
rispondere e fu portato via dal rospo. I porcellini dovettero continuare il viaggio
senza loro fratello.
Ad un tratto arrivarono ad una locanda chiamata locanda “Cappuccetto
Rosso”. I fratelli entrarono e li’ mangiarono a sazieta’, bevvero e dormirono.
La mattina seguente la mamma di cappuccetto rosso chiese ai porcellini dove erano diretti e
loro risposero “Stiamo andando al castello d’argento per prendere il telaio d’oro”. La mamma
si stupi’ e disse “Attenti alla ricerca di quell’oggetto c’e’ anche un folletto di nome
Rumpelstiltskin”.
I due ripartirono. Arrivati ad una palude incontrarono un gigante che propose loro delle sfide;
i due porcellini accettarono e riuscirono a batterlo con la loro astuzia. Il gigante ando’ via
brontolando “Sciagura a te Rumpelstiltskin che mi fai fare sfide che riescono a superare
anche dei maiali!”.
Da quelle parole i fratelli capirono che dietro a tutte le difficolta’ che avevano incontrato
lungo il cammino c’era Rumpelstiltskin che non voleva che altri arrivassero al castello prima
di lui.
I fratelli si appisolarono in una radura. La mattina dopo continuarono il loro viaggio fino a
quando dopo diverse ore videro in lontananza il castello. Purtroppo videro che c’era anche
l’esercito del folletto. I due cominciarono a correre velocemente per raggiungere il castello e
riuscirono a superare le guardie. Scoperta la stanza del telaio trovarono Rumpelstiltskin con
il loro fratello impaurito. Il porcellino grasso disse “Ti salvero’ a costo della vita, fratellino!” e
si diresse verso di lui, estrasse il pugnale magico che la baba-jaga gli aveva donato e
trafisse il cuore del folletto.
Liberarono il fratello rapito e presero il telaio d’oro.
Tornati a casa cominciarono a fare vestiti meravigliosi e vissero per sempre felici e contenti.
Di Giovanni Paolo
Il dono misterioso !!
• Una volta un orefice e un sarto
andavano insieme per il mondo in
cerca di fortuna.Una sera,arrivati a un
colle,sentirono un coro di voci
cantare.Si guardarono attorno:non
c’era nessuno.Incantati da quel canto
bellissimo,i due amici cominciarono a
salire verso la cima del colle.Man mano
che camminavano il coro si faceva più
splendido e piacevole.
• Quando la luna era già alta sull’orizzonte, il
sarto e l’orefice arrivarono sul colle e videro
un coro di bambini piccoli che cantavano e
ballavano tenendosi per mano.In mezzo al
grande coro c’era un personaggio vestito
con abiti di tutti i colori. Aveva una lunga
barba bianca ed era un po’ più alto di tutti gli
altri.Con un cenno il signore al centro del
coro invitò i due viandanti a farsi avanti e il
coro di bambini li accolse educatamente.
• Il personaggio dalla barba bianca indicò ai
due viandanti un mucchio di carbone che si
trovava lì accanto, sempre a gesti,fece loro
capire che dovevano riempirsene le
tasche.L’orefice e il sarto obbedirono, pur
non sapendo che cosa avrebbero dovuto fare
con quel carbone,ringraziarono e poiché
l’ora era già tardi, ripresero la via del ritorno.
Trovato un fienile in cui poter dormire, i due
amici si coricarono sul fieno e si coprirono
con le giacche.
• Per la stanchezza, però,dimenticarono di
svuotare le tasche. Ben presto il peso della
giacca li svegliò.Ad un tratto frugarono nelle
tasche per togliere il carbone. Ma la loro
meraviglia fu grande quando si accorsero
che contenevano solo oro. L’orefice stabilì
subito all’amico di risalire il giorno dopo
sull’altura per farsi dare altri tesori. Il sarto
non era d’accordo,era già contento di quello
che aveva ricevuto e pensava di costruire
una bottega.
• Ma per far piacere all’amico decise di
fermarsi ancora un giorno, in attesa del
suo ritorno. La sera l’orefice si
incamminò verso il colle, e vide il coro
di bambini che cantavano e ballavano
come la notte precedente, il
personaggio dalla barba bianca , gli
fece riempire di nuovo le tasche di
carbone. Giunto al fienile si sdraiò
vicino all’amico e pensò.
• L’oro anche se pesa lo sopporto volentieri e si
addormentò. Appena si svegliò, frugò nelle
tasche ma trovò solo dei pezzi di carbone.
Anche l’oro della scorsa notte era diventato
carbone. Il sarto svegliato da singhiozzi, si fece
raccontare ciò che era accaduto e gli disse:
• -Sarebbe stato meglio se ti fossi accontentato di
quello che avevi ricevuto, resta con me vivremo
insieme mettendo a frutto la nostra ricchezza . Il
sarto mantenne la sua promessa e vissero per
sempre felici e contenti. Katia B.
Un bel giorno soleggiato un ragazzo di nome Erik volle sfidare il terribile drago ,
decise quindi di partire la notte di quel giorno per non farsi vedere da qualche
abitante della città. Arrivata la notte Erik partì prendendo con se una spada e uno
scudo. Ad un certo punto del tragitto un vecchietto lo interruppe e gli chiese dove
si stava dirigendo. Il ragazzo rispose che si stava dirigendo verso la caverna del
drago. Il vecchio chiese a Erik se poteva attendere un attimo e il ragazzo annuì .
Dopo qualche minuto il vecchio riuscì con in mano una spada e gli disse che se la
avesse infilzata al drago esso sarebbe scomparso. Erik buttò via la sua vecchia
spada e prese quella che gli aveva dato il vecchio e ripartì per il suo cammino.
Una volta arrivato di fronte alla montagna ,la scalò duramente, ma riuscì ad
arrivare in cima. Continuò a camminare e vide una caverna.
Provò ad entrare e vide il drago che gli sputò subito fuoco ma Erik lo schivo
fortunatamente e provò ad infilzarlo con la spada, ma il drago tirò un
pugno all’oggetto affilato che cadde lontano. Il ragazzo cercò di recuperare
la spada ma il drago gli tirò un calcio mortale. Erik non morì ma era in
gravi condizioni , pensò quindi di fingersi morto. L’esperimento riuscì alla
perfezione , il drago lo lasciò stare e si mise a dormire , il ragazzo prese la
spada e la conficcò nel corpo del drago e come aveva detto il vecchio il
bestione scomparve. Il ragazzo fece ritorno alla città e annunciò l’accaduto .
Gli abitanti felici lo acclamarono re ed una bella fanciulla lo sposò e vissero
tutti felici e contenti.
Luca Gaspari
Un cavaliere, un giorno, stanco di abitare e governare un regno
senza avventure scappò via e lasciò la sua città in mano a un suo
fedele amico. Durante la galoppata arrivò in una radura nella
quale era immersa una torre molto trascurata. Il cavaliere di
nome Stevan incuriosito entrò nell’ alta torre, dopo scale e scale
arrivò finalmente in una stanza , in cui c’ era una principessa
addormentata. Stevan affascinato dalla sua bellezza suprema , si
avvicinò e toccandogli la faccia , la principessa si risvegliò e
anch’essa rimase sorpresa dalla bellezza del cavaliere e decisero
di sposarsi. Il cavaliere e la principessa incominciarono a
galoppare sul cavallo finché qualcuno si mise in mezzo al
sentiero, Stevan fermò il cavallo per non prendere in pieno la
cosiddetta signora. La principessa appena visto la faccia dell’
anziana urlò:- Non fermarti è una strega , è mia madre -. Ma fu
troppo tardi ormai il cavallo era fermo. La strega vedendo quello
che stava succedendo prese subito la sua bacchetta e fece
scomparire la principessa in un posto fantastico dove nessuno
poteva vederla. Il cavaliere cercò di rincorrere la strega ma
sembrava che si fosse volatilizzata. Stevan
deluso e molto
attristito se ne
andò di nuovo
nel suo regno.
Durante la strada
incontrò un
saggio gnomo
che riusciva ha
vedere tutto
quello che
succedeva nel
mondo ,
LA CASA GIALLA
DELLA NONNA
• C’era una volta , tanto tempo fa , una
nonna che viveva in una casa gialla .
• Questa nonna abitava in un villaggio un
po’ strano : c’erano un ricco grifone ,un
bambino ,e un orso con la cuffia .
Un giorno il grifone si ammalò , la nonna
sentì i suoi lamenti sin da casa sua e si
precipitò , da lui . La nonna andò a
chiamare l’orso con la
• cuffia per aiutarla a trasferire il grifone
malato nella sua casa gialla .
• L’orso , che si intendeva di medicina partì
dal villaggio per cercare l’antidoto alla
malattia e arrivò su una montagna .
• Sul monte incontrò un rospo che gli diede
l’antidoto ; il bambino che aveva seguito
l’orso, prese di nascosto l’antidoto e mise
• al suo posto un boccetto pieno di veleno .
• Il bambino voleva essere il benefattore del
villaggio , così partì verso la casa gialla
della nonna .
• L’orso , ignaro del pericolo, arrivò al
villaggio.
• La nonna guardava entrambi gli antidoti,
ma non riconobbe quello giusto . Il grifone
prese a caso un antidoto , ma il bambino
lo riconobbe,
• era quello falso , lo prese subito e lo ruppe
.
• L’orso ingannato , cominciò a lottare ; la
casa gialla divenne un giardino e il grifone
, come d’incanto , guarì .
• Il bambino cercò di scappare ma il grifone
lo acchiappò e gli fece giurare di
comportarsi bene e di non ingannare più
gli amici .
• Da quel momento tutti i giorni , il ricco
grifone l’orso con la cuffia , il bambino e la
nonna , presero una tazza di tè , alle
quattro , nella casa gialla della nonna , e
vissero per sempre felice e contenti .
• Mattia Katia, Raffaele
L'AVVENTURA DELLE TRE
SORELLINE
• UN TEMPO , C'ERANO TRE SORELLINE CHE DOVEVANO
PORTARE IL REGALO PER IL COMPLEANNO ALLA LORO
NONNA .
• - FATE ATTENZIONE AL BOSCO - DISSE LA MAMMA - è
PERICOLOSO .
• LE TRE SORELLINE RISPOSERO IN CORO :
• -SAREMO PRUDENTI .
• SI INCAMMINARONO VERSO IL BOSCO CON IL REGALO PER
LA NONNA , PERò SI ACCORSERO CHE SI STAVA FACENDO
BUIO COSì DECISERO DI COSTRUIRSI UNA CASA OGNUNO .
• CAPPUCCETTO VERDE SI COSTRUì UNA CASA DI PAGLIA ,
CAPPUCCETTO GIALLO SELA COSTRUì IN LEGNO INVECE
CAPPUCCETTO ROSSO DI MATTONI PER ESSERE PRUDENTI
NEL CASO ARRIVASSE IL LUPO .
• DURANTE LA NOTTE LE TRE SORELLINE SI SVEGLIARONO DI
COLPO PERCHè SI SENTIRONO DEGLI STRANI RUMORI
VENIRE DA FUORI , ERA IL LUPO .
• LE BAMBINE PENSAVANO DI ESSERE AL SICURO .
• CAPPUCCETTO VERDE DOPO QUALCHE MINUTO SENTì IL
LUPO PREPARARSI PER SOFFIARE CONTRO LA SUA CASA .
• LA PAGLIA VOLò PER ARIA , COSì LA BAMBINA SCAPPò
DALL'ALTRA SORELLA CON LA CASA DI MATTONI E SUBITO SI
SENTì AL SICURO .
• IL LUPO PROVò A SOFFIARE ALLA CASA DI LEGNO MA NON CI
RIUSCì LA PRIMA VOLTA , INVECE LA SECONDA VOLTA FECE
UN RESPIRO PIù PROFONDO E ANCHE I PEZZI DI LEGNO
CADDERO A TERRA .
ANCHE CAPPUCCETTO GIALLO CORSE NELLA CASA DELLA SUA SORELLINA .
IL LUPO PROVò A SOFFIARE ANCHE SU QUELLA DI MATTONI , MA ERA TROPPO
ROBUSTA PER ESSERE BUTTATA GIù QUINDI CERCò DI ENTRARE DAL CAMINO .
VELOCEMENTE LE TRE SORELLINE ACCESERO IL FUOCO E IL LUPO SI BRUCIO
LA CODA .
SI SENTì UNO SPARO ALLORA LE TRE BAMBINE SI AFFACCIARONO DALLA
FINESTRA PER VEDERE COSA ERA SUCCESSO , UN CACCIATORE AVEVA
SPARATO AL LUPO .
LE TRE SORELLINE ERANO ORMAI SALVE COSì CONTINUARONO IL CAMMINO
VERSO LA CASA DELLA NONNA , ARRIVARONO PRIMA CHE SI FACESSE BUIO ,
LE DIEDERO IL REGALO E PER QUELLA SERA LE TRE SORELLINE RIMASERO A
DORMIRE DA LEI E DA QUEL GIORNO VISSERO FELICI E CONTENTI .
. ALESSIA MORO .
IL CUORE GRANDE DI UN
POETA
• C’era una volta una casa molto antica,dove viveva un
vecchio poeta,con una barba lunga, degli occhi azzurri e
un cuore grande e dolce. In un giorno molto piovoso
mentre era davanti al camino,dove stava cucinando delle
castagne, bruciò i pantaloni, decise così di prendere un
ago per rammendarli. Cercò l’ago per tutta la casa,ma
non lo trovò. All’improvviso sentì delle voci,uscì dalla
porta per vedere chi fosse, erano degli gnomi che
saltellavano e si divertivano sotto la pioggia che
scendeva forte. Il poeta era un uomo molto buono,così lì
fece entrare in casa per potersi asciugare vicino al
camino e per fare tutti insieme una merenda a base di
castagne
• Nonostante ciò continuò a cercare l’ago,per cucire i suoi
pantaloni. Gli gnomi per ringraziarlo dell’ospitalità
cominciarono anche loro a cercare l’ago. Finalmente lo
trovarono,quasi invisibile da quanto era sottile. Il poeta
molto contento,iniziò a rammendare i pantaloni,ma
all’improvviso l’ago si ruppe.
• “ Ah che disdetta,dovrò rinunciare ad aggiustare i miei
pantaloni!” disse il poeta. Gli gnomi ringraziarono l’uomo
per l’ospitalità e andarono via. Durante la notte l’uomo
sentì dei rumori in casa, ma non aveva proprio voglia di
alzarsi per controllare,e rimase a letto. Al mattino
quando scese in cucina, vide i suoi pantaloni cuciti in
modo perfetto: sembravano nuovi.
• “Chi sarà mai stato? Che bella sorpresa!” disse. Ma non
seppe mai chi fosse stato a fargli quel meraviglioso
regalo,forse gli gnomi?.
• Dopo alcuni mesi,si ripetè una scena già vissuta: sentì
delle grida,uscì dalla casa per vedere chi fosse e si trovò
davanti un ragazzo tutto nudo,che tremava dal freddo.
Lo fece entrare e riscaldare vicino al camino. Il ragazzo
aveva gli occhi lucenti,i capelli lunghi,sembrava un
angelo. Il poeta iniziò a fargli delle domande: “Come ti
chiami? Dove abiti?...”. Il ragazzo si innervosì e rispose
di chiamarsi AMORE. Nel parlare,il ragazzo si ricordò di
aver lasciato fuori il suo baule e chiese al vecchio poeta
di andarlo a prendere, perché conteneva il gioco che
preferiva di più: un arco
• Non disse però che il baule era magico.Una volta
recuperato il baule,fece vedere l’arco al poeta,che si
accorse subito che era rotto. Arrivò la sera e i due
andarono a dormire. Il vecchio però,decise di fare una
sorpresa al suo ospite aggiustando l’arco. Lavorò tutta la
notte,perché si ricordò, di come si era sentito
bene,quando qualcuno gli aveva aggiustato i suoi
pantaloni. Stremato all’alba si andò a coricare,prima
però mise l’arco sul tavolo della cucina in bella vista.
Quando il ragazzo si svegliò vide l’arco aggiustato e si
arrabbiò molto: nessuno poteva toccare le sue cose.
• “ Come hai potuto toccare la mia roba,chi ti ha dato il
permesso?” gridò a più non posso.
• Il poeta sentendo urlare scese di corsa in cucina,e trovò
il ragazzo con l’arco in mano e rosso dalla rabbia Non
fece in tempo a chiedere spiegazioni,che si ritovò a terra
con una freccia sul cuore: il giovane gli aveva scagliato
la freccia addosso dalla rabbia. Vedendo ciò che aveva
fatto,il ragazzo scappò,lasciando il vecchio a terra
tremante e sofferente,che con un filo di voce cercava
aiuto. Ad un certo punto,dal baule magico,uscirono gli
gnomi. Videro il vecchio a terra,e ricordandosi di com’era
stato buono con loro,lo aiutarono. Presero dal baule,del
loro vecchio padrone,la polvere magica e la sparsero per
tutto il corpo del poeta,togliendo immediatamente la
freccia. Dopo alcuni minuti l’uomo si alzò da terra e
disse: “ Sono vivo! Sono vivo! Grazie gnomi!,Come mai
mi avete aiutato?”
• “ Non ti ricordi? Ci avevi ospitato tanto tempo fa, ed eri
stato molto buono con noi! Sei un uomo dal cuore
grande! Il nostro vecchio padrone era cattivo,se ci terrai
con te, potremmo aiutarci a vicenda!” spiegarono gli
gnomi. Così il poeta decise di vivere in compagnia degli
gnomi e insieme vissero tutti felici e contenti,giocando e
ridendo per tutti i giorni futuri. Il vecchio si sentì amato e
felice della sua nuova vita.
• Matilde
Il principe innamorato
• C’era una volta un principe di nome Felipe, alto,
biondo, forte, coraggioso e altruista. Questo
principe viveva in un castello circondato da un
vasto bosco dove vivevano molti animali.
• Il grande sogno di Felipe era quello di sposare la
principessa Isabella, una fanciulla bellissima,
con lunghi boccoli rossi e gli occhi verdi ed era
molto buona e gentile.
• Purtroppo però Isabella viveva con la
matrigna, la regina Nerina, una donna
crudele che sfruttava il potere dei suoi
occhi viola per ipnotizzare la gente e farle
del male. La matrigna non voleva che
Isabella si sposasse e soprattutto non
voleva che la ragazza uscisse dal castello.
• Un giorno il principe partì con il suo grande amico, il
mago Arturo, che era un giovane con i capelli castani e
ricci e utilizzava i suoi poteri per aiutare i più deboli.
• I due amici attraversarono il grande bosco che divideva il
castello di Felipe da quello della regina Nerina perché
era molto tempo che non vedeva Isabella e voleva
chiederle di sposarlo.
• Quando arrivò al castello il principe vide nel giardino la
principessa e le disse: “Isabella, il mio desiderio più
grande è quello di sposati”, la fanciulla rispose : “Felipe,
anch’io lo desidero”, ma la regina malvagia
• guardò Isabella, la ipnotizzò e la rinchiuse in una torre
ordinandole di uccidere Felipe .
• Il mago Arturo, per aiutare il suo amico, lo trasformò in
un uccello così poteva volare sulla torre e liberare la
fanciulla.
• In questo modo Felipe riuscì a raggiungere
Isabella e a liberarla ma, una volta che tornò ad
essere se stesso, la fanciulla che era ancora
ipnotizzata tentò di ucciderlo con un coltello.
• Il mago Arturo disse : “prendi questa polverina
magica, soffiala contro la principessa e
pronuncia la parola Amore”.
• Felipe ubbidì e finalmente la principessa tornò in
sé e disse al principe: “ti prego portami via di
qui”.
• Dopo essere saliti tutti a cavallo tornarono al castello del
principe Felipe e organizzarono subito le nozze.
• Il giorno delle nozze ci fù una splendida festa al castello
con fuochi d’artificio e al regno vissero tutti felici e
contenti.
Filippo
IL REGNO NERO
• C’era una volta un ragazzo che camminava lungo una via
sconosciuta che portava in un regno di nome Nero;
• chi era non era piu’ tornato a casa.
• Il ragazzo, entrato nel regno, si trovo’ davanti ad un
• tremendo temporale con lampi e tuoni ed improvvisamente vide un
orco che lo catturo’ e lo porto’ al suo castello.
• Il giovane impaurito svenne. Al risveglio fece un grande sbadiglio e
si ritrovo’ in una gabbia.
• Non vedendo piu’ l’orco e dopo aver piu’ volte cercato di evadere si
sedette.
• Sotto di lui c’era un petardo, messo dall’orco, che esplose facendolo
diventare miope.
• Quando l’orco rientro’ aveva tra le mani uno gnomo che, tutto
arrabbiato, si agitava tra le dita del mostro.
• Dalla tasca del vestito dello gnomo cadde,
accidentalmente vicino al ragazzo, un sacchetto.
• Il prigioniero riusci’ a prenderlo ed intravide degli occhiali
ed una spada magica; si mise gli occhiali e ricomincio’ a
vedere, poi prese la spada che divento’ tutta infuocata e
gli permise di rompere le sbarre della gabbia. Raggiunse
l’orco, gli taglio’ la testa e libero’ lo gnomo.
• Il ragazzo restitui’ gli occhiali e la spada allo gnomo che
pero’ decise di donarglieli in segno di riconoscenza.
• Una volta usciti dal castello il temporale era finito e in
cielo c’era un grande arcobaleno; tutti gli abitanti del
regno andarono ad acclamare il giovane che li aveva
liberati dall’orco e lo nominarono re. Da quel giorno visse
per sempre felice e contento.
PAOLO DI GIOVANNI
GIUSY
FILIPPO LUCREZIA
LA PRINCIPESSA Cecilia !!
• C’era una volta una bellissima principessa di
nome Cecilia,che aveva i capelli biondi,lunghi e
ricci,era di statura media,di corporatura molto
magra e aveva trent’anni. Viveva in un castello
con la matrigna molto cattiva, che aveva una
figlia cattiva come lei e un fratello.La matrigna
non voleva bene a Cecilia e ne invidiava la
bellezza.
• Spinta dalla sua cattiveria , un giorno
pensò:<<Voglio affidare A Cecilia dei compiti
così difficili che non riesca a eseguirli e io possa
punirla per questo >> Il giorno dopo consegnò
alla principessa un’enorme matassa
ingarbugliata e le ordinò di farne un gomitolo
entro il tramonto, senza spezzare il filo.Cecilia
provò a sciogliere qualche nodo ma,appena
toccava il filo sottilissimo, lo spezzava.
• Il Principe Adriano che voleva molto bene alla
principessa, venne a conoscenza della situazione
difficile in cui si trovava e corse in suo aiuto con la
bacchetta magica ricevuta da una fata. Con un tocco
della bacchetta riaggiustò il filo spezzato in più punti e
ricavò dalla matassa un gomitolo perfettamente rotondo.
Quando la matrigna venne a controllare il lavoro, rimase
stupita e si arrabbiò. Senza perdere tempo, affidò a
Cecilia un compito più difficile . La principessa doveva
dividere le piume contenute in un enorme cestino a
seconda della specie di uccello a cui appartenevano.
• Ma anche questa volta Adriano venne in suo
aiuto e con la bacchetta magica,divise le piume
in tanti mucchietti. Non potendo punire Cecilia,
la matrigna andò su tutte le furie e decise di
sbarazzarsi al più presto di lei. Mossa dalla sua
cattiveria, la matrigna fece scavare in giardino
una grande buca, da Emanuele suo fratello e vi
spinse Cecilia, poi chiuse l’apertura. Ma appena
la matrigna si allontanò, arrivò Adriano e liberò
Cecilia.
• Quando la matrigna lo venne a sapere, per la
rabbia andò a chiudersi nel suo vecchio castello
e nessuno sentì più parlare di lei. Adriano e
Cecilia si sposarono e il loro matrimonio fu uno
dei più belli che si fossero mai visti. Andarono ad
abitare in una villa bellissima e in fine
diventarono anche ricchi.E vissero per sempre
tutti felici e contenti.
• Katia
MORETTINA
• C’era una volta una bellissima fanciulla
che si chiamava Morettina,la chiamavano
così perché era mora e perché le
piacevano le more (i frutti).
• Aveva 3 sorelle :Biancaneve, Cenerentola
e la più piccola Ariel.Erano tutte così belle
che tutti i maschi della scuola le
corteggiavano.
• Le fanciulle nella scuola avevano una
rivale :era Genoveffa, brutta e antipatica
• e le prendeva sempre in giro. Il re chiamava
sempre il padre di Genoveffa ma lei reagiva
sempre.
• A Biancaneve piaceva lo stesso principe che
piaceva a Genoveffa , allora le due fecero una
scommessa su chi il principe avrebbe chiesto di
uscire . Loro fecero di tutto per farsi notare ,ma
un giorno Biancaneve chiese aiuto a
Cenerentola che era più esperta e così la aiutò
• La mattina seguente Cenerentola andò dal
principe,bello,simpatico, e gli disse < ti
interesserebbe un appuntamento?> lui le
rispose <sì! A che ora facciamo?!> lei < ma non
con me! Con mia sorella quella lì con
• il vestito giallo!>
• Lui le disse<ah! ok!> allora andò da Biancaneve
e le disse<Ciao! Sono Erik tu come ti chiami?>
lei le rispose<ciao! Io mi chiamo Biancaneve>
tutti e due insieme risposero <piacere di
conoscerti!>Biancaneve diventò rossa come un
pomodoro. Il principe le chiese<vorresti uscire
con me?> lei rispose < sì molto volentieri.>
• Allora i due uscirono insieme e si fidanzarono. A
scuola, il giorno dopo Biancaneve disse a
Genoveffa < ahahahahaha ho vinto la
scommessa! Ciao! Ciao!> e se ne andò
lasciandola a bocca aperta.
• Andò da sua sorella,Cenerentola, la abbracciò e
le disse< Grazie sorellina mia so di poter
contare sempre su di te!> Biancaneve e il
principe si sposarono, andarono via a cavallo
verso la città dei loro sogni, ebbero 2 bellissime
bambine e vissero sempre felici e contenti
L’UOMO ODIATO
Una volta esisteva un bell’ artigiano che
aveva cinquanta anni,era robusto,un
carattere duro e si chiamava
Armaghedon.Viveva in una casa isolata
dalla città in mezzo a terre che viveva solo
e non accettava che la città non lo volesse
perchè era un uomo cattivo
• Aveva un figlio di nome Bobbi che faceva
di tutto per far si che suo papà non fosse
cattivo. Però non ci riusciva perchè era
troppo duro. Un giorno suo papà decise
che non era giusto stare tutti soli in mezzo
al nulla,e quindi andò da un suo vecchio
amico di nome Carl che viveva a pochi
passi dall’ artigiano. Allora Armaghedon si
recò li,entrò e disse:”amico ti devo dire
una cosa”e lui cominciò a raccontargli tutto
e che deve aiutarlo a fare parte della città.
• Lui rispose di sì,quindi si armarono di:cavallo
poteri magici e paralizzanti. Di corsa furono in
città e così cominciarono a paralizzare tutti gli
abitanti e con i poteri introdussero dentro gli
abitanti una sostanza che non fece più pensare
che Armaghedon fosse una persona cattiva che
non volevano. Al loro risveglio pensarono che
doveva fare parte della città e quindi lo
accolsero. Più tardi arrivò una persona che era
un grande cavaliere mascherato di nome
• Magno che spiegò agli abitanti che l’ artigiano
era il cattivo che loro non volevano e disse
anche che aveva iniettato loro dei poteri magici .
Allora i due cominciarono a combattere e
Magno ebbe la meglio. Gli abitanti furono
contenti,il cavaliere diventò ricco e si
sposò;l’amico di Armaghedon si prese cura di
suo figlio e Bobbi continuo la sua vita. E così
vissero tutti felici e contenti.
• Alessio
LE CRONACHE DEL NANO
• C’era una volta un nano dai lunghi capelli color
fuoco.
• Aveva un aspetto burbero, ma era tenero e
gentile.
• Fin da quando era bambino aveva un sogno:
essere il
• Primo a raggiungere la vetta delle Montagne
Rocciose. Un giorno partì per recarsi alle
montagne, ma non sapeva che qualcuno lo
stava seguendo…
• Era il Coniglio Salterello a macchie nere
•
•
•
•
•
Il nano,
cammina, cammina, arrivò davanti alle montagne e,
vedendo la loro altezza, rimase intimorito e pensò:
“e solo un piccolo ostacolo, non posso fermarmi
proprio ora”. Nascosto dietro una pietra c’era il coniglio
che osservò tutto e, pronunciando una formula magica,
fece uscire dalle viscere della terra
• un enorme castello: era la sua Reggia. Con un balzo
• entrò nel castello ed invitò ad entrare anche il nano.
• Il coniglio disse al nano che, per accedere alle Montagne
Rocciose, doveva superare tre prove:
•
•
•
•
•
•
•
•
1 recuperare le tre uova dal nido delle tre Aquile
Giganti;
2 accendere un falò su una pietra e passarci
attraverso;
3 cogliere una ninfea dal lago sorvegliato dal Drago
Sputafuoco.
Il nano allora si mise alla ricerca delle tre aquile, le
trovò in una radura ma, con stupore , ne vide quattro;
dopo un po’ si accorse che la quarta era un pinguino. Il
nano, incuriosito, chiese al pinguino:
• -Tu sai come prendere le uova di queste aquile ?
• Il pinguino rispose:
• -Agita questa piuma incantata e le aquile diventeranno
pulcini.
• Detto ciò, si dileguò. Il nano agitò la piuma e, come detto
dal pinguino, al posto delle aquile comparvero
• tre pulcini. Il nano prese le tre uova e si diresse verso
una radura sassosa e, anche lì, trovò il pinguino che gli
disse:
• -Bevi questa pozione e potrai superare il fuoco.
• Detto ciò, si dileguò. Il nano bevve la pozione, poi
accese un falò su una pietra e lo attraversò. Fatto questo
spense il fuoco , prese la pietra bruciacchiata come
testimonianza della sua impresa, e cercò il lago
• sorvegliato dal Drago. Quando l’ebbe trovato, vide il
• pinguino che gli disse:
• -Vedi quel Drago, suona questo flauto e si
addormenterà.
• Detto ciò, si dileguò. Il nano suonò il flauto e il Drago si
addormentò, il nano colse una ninfea e si diresse al
castello del Coniglio.
• Quando ebbe finito di mostrare
• al Coniglio i tre oggetti( le tre uova, la pietra e la
ninfea), questo, accecato dalla rabbia, prese la
sua spada; ma, proprio in quel momento,
apparve il pinguino che donò al nano una spada
d’oro tempestata di rubini. Il Coniglio ed il nano
duellarono fin che il nostro eroe sconfisse il
rivale. Il nano si arrampicò fin sulla vetta delle
Montagne Rocciose.
• Arrivato là trovò il pinguino che si congratulò con
lui e
• lo riportò a casa…
• DOVE VISSERO PER SEMPRE FELICI E
CONTENTI.
•
Mattia Cavalieri
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