Omelia di don Ferruccio
I domenica di Quaresima
Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il
tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei il Figlio di Dio, dì che questi
sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo
del tempio e gli disse: «Se sei il Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai
suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro
mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Gesù gli
rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò
tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti
darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: Vattene, satana! Sta
scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto».
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
Con la Quaresima inizia
una straordinaria avventura
dello Spirito.
La Quaresima è un tempo speciale
per aprirci alle realtà spirituali,
è un tempo
per la ricerca del significato vero
della nostra “vita”.
Dopo il concilio,
da papa Paolo VI in poi,
si è sviluppata una vera e propria
“teologia della testimonianza”.
Quasi tutti conosciamo una frase,
giustamente famosa, di Papa Montini:
“Gli uomini e le donne di oggi
ascoltano più volentieri i testimoni
che non i maestri,
e se ascoltano i maestri
lo fanno perché sono dei testimoni”.
Quando questa frase venne pronunciata per la prima volta?
La pronunciò papa Paolo VI sull’onda di una forte emozione.
Era venuto a trovarlo il rappresentante del Laos, un Paese
esposto in quegli anni a molte attenzioni interessate da
parte delle superpotenze.
Il rappresentante era un monaco buddista.
Il bonzo si presentò con la testa tutta rasata, avvolto nel
saio tradizionale e narrò al papa la situazione del suo paese.
“Santità”, gli disse, “vengono da noi gli americani,
e ci propongono le tecnologie più avanzate;
vengono i russi, e ci propongono le armi;
vengono i tedeschi, e ci propongono i soldi.
Ma se voi, Santità”, e qui il monaco si fece molto serio,
“se voi ci mandaste un Francesco d’Assisi,
noi ci convertiremmo tutti al cristianesimo!”.
Un giovane sacerdote scriveva a papa Francesco pochi giorni prima della sua
morte, avvenuta il primo gennaio 2014, dopo una lunga e grave malattia:
Santo Padre, nelle mie quotidiane preghiere che rivolgo a Dio, non
smetto di pregare per lei e per il ministero che il Signore stesso le ha
affidato, affinché possa darle sempre forza e gioia per continuare ad
annunciare la bella notizia del Vangelo.
Mi chiamo Fabrizio De Michino e sono un giovane sacerdote della diocesi
di Napoli. Ho 31 anni e da cinque sono sacerdote, svolgo il mio servizio
sia presso il Seminario, sia in una parrocchia, a Ponticelli, che si trova
alla periferia est di Napoli.
Ponticelli è un quartiere degradato con molta criminalità e povertà, ma
ogni giorno scopro davvero la bellezza di vedere quello che il Signore opera
in queste persone che si fidano di Dio e della Madonna.
Anch’io, da quando sono in questa
parrocchia, ho potuto ampliare sempre
più il mio amore fiducioso verso la
Madre celeste, sperimentando anche
nelle difficoltà la sua vicinanza e
protezione.
Purtroppo, sono tre anni che mi trovo a
lottare contro una malattia rara: un
tumore proprio all’interno del cuore e,
da qualche mese, anche nuove metastasi
al fegato e alla milza. In questi anni
non facili, però, non ho mai perso la
gioia di essere annunciatore del Vangelo.
Anche nella stanchezza percepisco
davvero questa forza che non viene da
me, ma da Dio che mi permette di
svolgere con semplicità il mio ministero
C’è un versetto biblico che mi sta accompagnando
e che mi infonde fiducia nella forza del Signore:
“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi
uno Spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra
e vi darò un cuore di carne”
(Ezechiele 36,26).
Ringraziando Dio,
anche i miei familiari
e i miei amici sacerdoti
mi aiutano e sostengono soprattutto
quando faccio le varie terapie,
condividendo con me
i vari momenti
di inevitabile sofferenza.
Anche i medici mi assistono
tantissimo e fanno di tutto
per trovare le giuste terapie
da somministrarmi.
Santo Padre, volevo soltanto dirle che offro al Signore
tutto questo per il bene della Chiesa
e per lei in modo particolare,
perché il Signore la benedica sempre
e l’accompagni in questo ministero di servizio e amore
Le chiedo, nelle sue preghiere di
aggiungere anche me.
Da parte mia, ogni giorno, cerco di
fare la volontà del Signore, sempre e
comunque. Spesso, è vero, non chiedo
a Dio la mia guarigione, ma la forza
e la gioia di continuare a essere vero
testimone del suo amore e sacerdote
secondo il suo cuore.
Certo delle Sue paterne preghiere
la saluto devotamente.
Don Fabrizio”.
Pochi mesi prima della morte
avvenne quello che
don Fabrizio considerò
un “miracolo”:
l’invito di papa Francesco
a celebrare la S. Messa
con lui nella cappella
di Santa Marta in Vaticano.
Quel giorno
don Fabrizio lo definì
giorno di “resurrezione”!
“O Dio, che conosci la fragilità della natura umana, ferita dal peccato, concedi al
tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino quaresimale,
per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello Spirito”.
Qui troverai un bel canto
che potrà accompagnarci
nel cammino quaresimale.
Clicca sulla seguente riga:
Dall’Aurora al Tramonto
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Con la Quaresima inizia una straordinaria avventura dello Spirito