Scuola Media di Villastellone
A. S. 2006/07
EDUCAZIONE
AMBIENTALE:
ESPERIENZA DI
PROTEZIONE
CIVILE
INTRODUZIONE
Nel mese di marzo 2007, tutte le classi
della scuola media di Villastellone,
hanno partecipato ad un progetto di
”Protezione Civile”.
Noi alunni abbiamo svolto delle
attività che ci hanno aiutato a
comprendere meglio l’impatto che
hanno sull’ambiente i vari fenomeni
metereologici e fisici.
Ogni classe ha fatto tre lezioni con un
esperto di geologia di nome Gigi.
1. L’UOLMO E LE SUE ATTIVITÀ,
IL TERRITORIO E I RISCHI
AMBIENTALI
Nel primo dei tre interventi il geologo,
anche con la visine di un video, ci ha
spiegato il significato di alcuni termini
che dovevamo conoscere:
➔ PROTEZIONE CIVILE: insieme di enti,
associazioni, cittadini volontari,... che
aiutano a proteggere il territorio in
caso di disastri ambientali.
➔ DISASTRI
AMBIENTALI: terremoti,
alluvioni, frane, uragani,...
➔ DISSESTO
IDRO-GEOLOGICO:
variazioni
del
terreno
a
causa
dell’acqua.
2. GIOCO DI SIMULAZIONE
Durante la seconda lezione tenuta in
classe, il geologo ci ha divisi in sei
gruppi composti da tre o quattro
persone ciascuno e poi ci ha spiegato le
regole e il funzionamento del gioco che
avremmo fatto: si trattava di un gioco
di simulazione di ciò che avviene
normalmente nella realtà.
In mezzo all’aula è stata posta una
grande mappa composta da sei parti,
ognuna contrassegnata da una lettera
dell’alfabeto.
LEGENDA:
•
•
•
•
•
•
•
Zone facilmente alluvionabili
Zone con possibilità di alluvioni
Zone abbastanza aride, valli secche
Pianure
Montagne
Zone boschive
Fiumi o laghi
Ogni gruppo possedeva una delle sei
parti, con il disegno di una porzione di
territorio
ipotetico;
inoltre
tutti
avevano ricevuto delle carte che
rappresentavano: i campi, le case, le
fabbriche, i supermercati, i campeggi, le
caserme, … ed una certa somma in
banconote chiamate
“gallets”.
SCOPO DEL GIOCO
Il compito di ogni gruppo era quello di
posizionare
questi
elementi
nel
territorio assegnatoci, tenendo conto
dei grandi rischi ambientali e degli
elementi fisici presenti: fiume, collina,
montagna, pianura, lago, …
Inoltre era nostro compito costruire
delle strade che collegassero tutte le
parti del tabellone - territorio.
PRIMA FASE:
Dapprima ogni gruppo ha posizionato il
centro abitato nel proprio territorio,
stando ben attento a non collocarlo in
zone
esposte
frequentemente
ad
alluvioni (contrassegnate dal colore
giallo chiaro), oppure troppo vicine al
fiume.
In seguito l’esperto ci ha dato la
possibilità di arginare i fiumi che
passavano
nel
tratto
del
nostro
territorio, in modo tale che, in caso di
alluvione, sarebbero diminuiti i danni
per i centri abitati circostanti. Poteva
succedere che un gruppo non evesse
arginato il fiume e il gruppo con il
terreno di fianco venisse allagato.
Questa fase in cui si simulavano le gli
interventi sul territorio che un paese o
una città devono pensare e poi
realizzare, è stata interessante e molto
utile.
Il gioco simulava la durata di sei anni,
e ogni anno i vari gruppi dovevano
costruire edifici o allestire campi nuovi,
in base a cosa suggeriva quello che c’era
scritto su di un foglio.
Per ogni cosa era anche indicato un
prezzo da pagare alla cassa con i
“gallets”.
SECONDA FASE:
Dopo che ogni gruppo ha costruito le
fabbriche, la caserma dei vigili del
fuoco e posizionato i campi coltivati, il
geologo, che conduceva il gioco, ha
preso un cubo con facce di vari colori,
ognuna delle quali rappresentava un
evento naturale:
 VERDE = NESSUN PERICOLO
BLU = PIOGGE ABBONDANTI
GIALLO = ALLUVIONE DI MEDIA
INTENSITÀ
 ROSSO = ALLUVIONE GRAVE
Alla fine di ogni anno, cioè per ben sei
volte nel corso del gioco, il geologo ha
tirato il dado.
Per nostra sfortuna durante il lancio
del cubo è uscito anche il rosso e così
tutti i territori sono stati danneggiati.
Ogni gruppo, per riparare il proprio
danno, ha dovuto pagare una notevole
somma
di
denaro,
per
cui
la
maggioranza dei gruppi è rimasta con
pochi soldi o addirittura senza nulla!
CONCLUSIONI
Da
questa
esperienza
abbiamo
imparato che costruire una città non
è facile, perchè si deve tenere conto
dei grandi rischi ambientali: le
alluvioni
che
possono
allagare
un’intera città, le frane che possono
distruggere le case e gli altri edifici
pubblici.
Qui a Villastellone siamo interessati a
inondazioni
e
alluvioni
perché,
essendo in pianura, è impossibile che
si verifichi una frana.
Secondo noi è giusto svolgere questo
gioco nelle scuole perchè i bambini
devono imparare che alluvioni, frane,
piogge violente o altro possono
accadere ovunque, danneggiando le
case e anche loro.
Abbiamo
anche
imparato
che
esistono dei rimedi a tutto questo, ad
esempio pulendo i letti dei fiumi e
creando argini per non fare uscire
l'acqua sui territori circostanti.
Con questo gioco abbiamo potuto
capire quanto sia importante il lavoro
della protezione civile, ma anche
quanto sia difficile e costosa la
manutenzione di un territorio per
renderlo sicuro.
Le persone che lavorano per la
protezione civile devono essere molto
coraggiose, mettendo, a volte, in
pericolo la prorpia vita per salvare
quella degli altri cittadini.
3. USCITA AL PARCO LEVÀ
Durante l’ultimo incontro abbiamo
fatto un’esperienza direttamente sul
territorio: il geologo ci ha consegnato
una cartina molto dettagliata di
Villastellone e ci ha accompagnati al
parco Lavà, che si trova accanto al Rio
Stellone.
Divisi in piccoli gruppi, ci ha detto di
osservare molto bene il territorio e di
segnare sulla carta con la penna rossa i
punti di pericolo e con quella blu le
opere di difesa create a protezione.
In seguito, seduti sull’erba, ogni
gruppo ha esposto le proprie
considerazioni: nessuno aveva
notato che vicino al fiume c’era
una collinetta, mentre al centro
del parco c’era un avvallamento:
se l’acqua fosse uscita dagli argini
si sarebbe raccolta lì, evitando di
inondare le case che si trovano al
di là della strada.
Per la prima volta tutti noi ci siamo
accorti che quella del Parco Levà
non era una salita naturale, bensì un
intervento dell’uomo per evitare ciò
che è già accaduto in passato e cioè
l’inondazione
delle
abitazioni
circostanti.
Poiché nessuno se n’era accorto vuol
dire che è stata fatta bene, senza
rovinare il paesaggio anturale.
Abbiamo
osservato
che
anche
dall’altra parte del fiume c’erano
degli argini creati dall’uomo: una
strada posta su un terrapieno che, in
caso di esondazione del fiume,
bloccherebbe l’acqua.
Come avevamo già capito nel gioco di
simulazione fatto in classe, non ha
senso arginare solo una parte del
corso del fiume, perché l’acqua
potrebbe uscire più avanti, creando
ancora maggiori danni. Per questo
tutto il corso dello Stellone in
prossimità del centro abitato è stato
messo in sicurezza.
CONSIDERAZIONI
Quest’uscita sul territorio è servita
per insegnarci a riconoscere le
opere di protezione civile di una
città.
E’ stata molto apprezzata perché ci
ha permesso di vedere con occhi
nuovi le cose
che guardiamo
sempre, scoprendo che sono state
pensate
per
proteggergi
dai
pericoli
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