IL GIUDIZIO Lo studioso è invitato ad eclissarsi di fronte ai fatti, sulla base di 2 interpretazioni: - consiglio di probità; - consiglio di passività a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 1 Esistono 2 differenti modi di essere imparziali: - il modo dello studioso, che osserva e spiega; - il modo del giudice, che indaga per conoscere i fatti, ma in più emette una sentenza, ovvero un giudizio, che in quanto tale si basa su una tavola di valori. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 2 Un giudizio di valore comporta lo "appiccicare etichette", che per loro natura mutano nel tempo, seguendo la coscienza collettiva. Questo atteggiamento renderebbe la storia un susseguirsi di requisitorie e riabilitazioni, facendola diventare la più incerta delle scienza (perdita del gusto di spiegare). a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 3 Un giudizio di fatto è un giudizio basato sulla comprensione degli eventi e non su considerazioni valoriali. Le scienza sono tanto più feconde quanto più abbandonano l'antropocentrismo del bene e del male. Ciò che dunque si chiede allo storico è di comprendere, atteggiamento tutt'altro che passivo, che si basa sull'analisi e la scelta. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 4 Un fatto umano è meglio conoscibile se si possiede l'intelligenza di fatti di ugual genere. Inoltre, la materia che ci giunge allo stato grezzo va ordinata razionalmente. Per concatenare i fenomeni, si usa l'astrazione. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 5 Esistono diversi tipi di categorie mentali dell'ordinamento della realtà: - mentalità di gruppo; - natura specifica di un fatto umano; - geografia umana. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 6 La scienza procede necessariamente scomponendo il reale per osservarlo meglio. Bloch mette in guarda dal rischio di voler far prevalere una visione sulle altre. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 7 L'UNITARIETÀ DELL'UOMO Il metodo scientifico "consiste nel trascurare deliberatamente l'osservatore, per non voler più conoscere altro che gli oggetti osservati". (p. 112) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 8 L'oggetto della storia è l'uomo nel tempo. Non si tratta di un uomo stereotipato o modellizzato, ma dell'uomo come coscienza unitaria nella quale convergono i differenti ruoli che l'individuo si trova a ricoprire. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 9 L'uomo è indagato nei differenti aspetti della sua attività da differenti discipline e specializzazioni, ma resta sempre un referente ultimo unitario. "La conoscenza dei frammenti, studiati successivamente, ciascuno per suo conto, non produrrà mai quella dell'insieme; non produrrà neppure quella dei frammenti stessi". (p. 115) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 10 Il lavoro di ricomposizione è il prolungamento dell'analisi, oltre che la sua ragion d'essere. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 11 IL VOCABOLARIO "Ogni analisi esige anzitutto, come strumento, un linguaggio appropriato, un linguaggio capace di tracciare con precisione i contorni dei fatti, pur conservando la duttilità necessaria per adattarsi progressivamente alle scoperte, un linguaggio soprattutto senza ondeggiamenti né equivoci". (p. 116) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 12 Il problema della storia è che riceve il vocabolario dalla materia stessa del suo studio. I termini utilizzati dagli storici sono infatti quelli del linguaggio comune, con tutti i fenomeni di polisemia che da questo fatto derivano. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 13 Esistono due differenti orientamenti che si contendono il linguaggio della storia: - riprodurre la terminologia del passato; - tradurre dalle lingue straniere. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 14 Riprodurre la terminologia del passato pone di fronte a situazioni problematiche: - nome = e realtà ≠; - nome ≠ e realtà =. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 15 Tradurre da una lingua straniere pone tutte le problematiche connesse a questo tipo di attività, come la non completa sovrapponibilità delle lingue. Occorre, inoltre, prestare attenzione a quando fenomeni analoghi possono essere accomunati dallo stesso termine e quando invece occorre mantenere un termine nella sua lingua originaria. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 16 "La nascita della denominazione è sempre un fatto notevole, anche se la cosa denominata l'ha preceduta; segna infatti la tappa decisiva della presa di coscienza". (p. 124) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 17 Una parola vale molto meno per la sua etimologia che per l'uso che se ne fa. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 18 La soluzione alle problematiche di linguaggio della storia risiede nella "diffusa buona volontà" tra gli studiosi, ovvero nell'atteggiamento responsabile dello studioso che si impegni a fornire sempre definizioni accurate e che sappia adottare i termini già entrati nell'uso scientifico con successo. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 19 LA PERCEZIONE DEL TEMPO "La natura della nostra mente ci vieta di cogliere anche il più continuo dei movimenti, se non lo spezzettiamo ricorrendo a segni di riferimento". (p. 130) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 20 Tanti modi di suddividere il tempo e la storia: i quattro imperi dell' antichità (assiro,persiano,greco,romano), il succedersi dei monarchi, delle rivoluzioni, delle egemonie internazionali. Il problema è che per suddividere occorre un criterio, che a sua volta implica un giudizio. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 21 Ora (all'epoca di Bloch, ma anche adesso se si guarda ai libri di testo) si conta per secoli, ma "per disgrazia, nessuna legge della storia impone che il primo anno di ogni secolo coincida con i punti critici dell' evoluzione umana". (p. 133) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 22 "La scansione più esatta non è necessariamente quella che si richiama all' unità di tempo più piccola", giacché"la precisione autentica consiste nel regolarsi, ogni volta, sulla natura del fenomeno considerato". (p. 134) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 23 Generazione: "appassionarsi per una medesima disputa, sia pure schierandosi su fronti contrapposti, significa ancora rassomigliarsi. questa comunanza di impronta, venendo da una comunanza di età, costituisce una generazione". (p. 135) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 24 La proposta di classificazione temporale dell'autore è: generazioni, nel breve periodo e civilizzazioni nel lungo. In conclusione, per aderire alle linee stesse del reale, occorre affrontare la suddivisione temporale con elasticità e plasticità, poiché "il tempo umano sarà sempre ribelle sia all'implacabile uniformato che alla rigida ripartizione del tempo dell'orologio". (p. 137) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 25 IL PRINCIPIO DI CAUSALITÀ Ogni fatto, compresi quelli storici, è concettualmente legato alla presenza di cause che ne hanno determinato la nascita. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 26 Sebbene la sensibilità comune tenda a focalizzarsi su di una singola causa, in realtà si possono individuare per ogni fatto 3 diversi tipi di antecedenti: - gli antecedenti più costanti e più generali, che solitamente restano sottintesi; - le condizioni: gli antecedenti più particolari, ma dotati di una certa stabilità; - la causa: antecedente più speciale, quelli che nel fascio delle forze generatrici, rappresenta in qualche modo l'elemento differenziale. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 27 Bloch tuttavia mette in guardia, nell' applicare queste divisioni, dal non assolutizzarle: ogni accadimento è il frutto di una quantità enorme di antecedenti concomitanti ed individuare tra esse il ristretto numero di cause (o la causa) non può che avere molto di arbitrario. Spesso, inoltre, le cause cambiano a seconda del punto di vista dell' indagine. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 28 Vi è poi da sfatare quella che in storia è la "superstizione della causa unica", che alla fine si rivela una ricerca del responsabile, ovvero un giudizio di valore. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 29 "I fatti storici sono , per essenza, psicologici", ma il problema delle cause è ben lungi dal poter essere ridotto un problema di motivi. Il pensiero di Bloch è compatibile con la teoria che esistano tutta una serie di effetti emergenti, di composizione, che, pur producendosi dal sommarsi delle azioni individuali intenzionali, non sono intenzionali e quindi sfuggono a qualunque possibile motivazione individuale. a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 30 Occorre pertanto maggiore accuratezza nell' indagare le motivazioni psicologiche, che sono (a causa della libertà dell'individuo) quelle maggiormente imprevedibili. Per questo occorre interrogarsi a fondo ed agire in modo critico; "le cause, in storia non più che altrove, non si postulano. Si cercano". (p. 143) a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda 31 GRAZIE PER L'ATTENZIONE tata tia a.a. Marc Bloch, Apologia della Storia:esposizione dei capitoli 4 e 5 2004/05 di Agata Mones, Mattia Pastorani, Matteo Verda teo 32