EPOCA ROMANA
Situata nella pianura, sul litorale adriatico, tra i colli Pizzuto,
Caprino e Telegrafo, Pescara ha avuto il suo nucleo antico alla
foce del fiume omonimo. Probabilmente i primi abitanti
vennero , attraverso il mare Adriatico, dalle sponde orientali e
fondarono il villaggio.
L’abitato aumentò,però, il suo prestigio solo in seguito alla
conquista da parte dei Romani , si sviluppò, venne chiamato
Vicus Aterni e, successivamente, Ostia Aterni.
Da Ostia Aterni si raggiungeva Roma attraverso tre
importanti vie: la Claudia Valeria, la Tiburtina e la Salaria.
Nella città esistevano importanti edifici
pubblici e privati , c’erano diversi templi tra cui
quello dedicato a Giove Aternio.
DALLA CADUTA DELL’IMPERO
ROMANO ALL’ANNO 1000
Dopo la caduta dell’impero romano e l’invasione dei barbari,
la storia di Aternum iniziò ad essere avvolta nell’oscurità,
tanto che ci sono scarsissime notizie sui secoli successivi.
San Cetteo era
Vescovo di Amiterno al
tempo di San Gregorio
Magno (600 d.C.)
Durante il suo
episcopato(568-597)
due capi longobardi
(Umblone e Aloi)
occuparono quella
città ed egli fu
condannato a morte e
gettato nel fiume
Aterno con una pietra
attaccata al collo ( 597
d.C.) .Il corpo fu
recuperato alla foce del
fiume e da allora
sempre è stato onorato
come Vescovo Santo e
Martire di questa città.
A testimonianza di tale epoca restano le colonne di
Santa Gerusalemme, nei pressi della cattedrale di
San Cetteo.
ORIGINI DEL NOME DI PESCARA
Intorno all’anno 1000 il fiume Aternum venne chiamato Piscarius, per cui
anche il borgo abitato venne denominato Piscaria; un’altra teoria , invece,
fa derivare tale nome dal termine osco-umbro “pesco”, che significa
“roccia”, in quanto il fiume Pescara sgorgava dal cuore della montagna in
corrispondenza delle Gole di Popoli.
Sorgenti del Pescara: lo spettacolo d'acqua nei pressi di Popoli
DAL 1101 AL 1400
A metà del XII secolo Pescara fu conquista dal re
normanno Ruggero II di Napoli, che restaurò il porto.
Nei decenni successivi avvennero delle devastazioni a causa
sia di alcuni eventi naturali, sia per l’attacco di potenti signori
locali del tempo.
Francesco del Borgo fece ricostruire la cittadella e la torre in
mezzo alla piazza nel 1409, per questo venne ricordato come
uomo saggio e virtuoso.
DAL 1401 AL 1500
Gli anni successivi furono caratterizzati da rovine,
distruzioni e scorrerie e dal dominio di diversi signori,
tra cui i D’Avalos (nel primo decennio del 1400) e il
capitano di ventura napoletano Giacomo Caldora (1435-1439).
Il periodo più fiorente della sua storia iniziò quando,
con l’aiuto di Carlo V° re di Spagna ,furono reintegrati i
D’Avalos nel marchesato di Pescara attribuito alla Marchesa
Vittoria Colonna.
Vittoria Colonna
Ferdinando D’Avalos
DAL 1501 AL 1700
La città conobbe un periodo fiorente grazie alla stabilizzazione del potere
politico e alla sua posizione strategica.
Il duca d’Alba Fernando Alvarez de Toledo decise di realizzare una
grande fortezza per accrescere le difese marittime e terrestri della
cittadina.
Di questa struttura rimane in piedi,
oggi, solamente la caserma borbonica
col Bagno Penale , attualmente sede del
Museo delle Genti d’Abruzzo, in
cui sono custodite le testimonianze
storiche relative alla presenza dell’uomo,
nella regione, a partire del Paleolitico.
La fortezza fu oggetto di numerosi
tentativi di conquista.
Fortezza di Pescara , planimetria del 1560
Fortezza di Pescara
Muro dell’antica Fortezza.
DAL 1701 AL 1797
Agli inizi del 1700 la città era divisa in due nuclei: Pescara
(ora Portanuova) a sud del fiume e Castellammare sulla
sponda nord e contava circa 3000 abitanti.
Durante la guerra di successione spagnola, nel 1707, fu
attaccata dagli austriaci e, difesa da Giovanni Girolamo II°
duca di Atri, resistette eroicamente per due mesi prima di
Carta geografica tratta dall’atlante dell’ordine dei Cappuccini,
capitolare.
Milano 1712 circa
In quell’epoca fu istituita l’università
(comune) di Pescara,che comprendeva
anche “Villa del Fuoco”, Castellamare e
Fontanelle e che era governata da un
Camerlengo.
DAL 1798 AL 1807
Nel dicembre del 1798, la fortezza fu conquistata dai francesi, che diedero
inizio alla Repubblica Napoletana, la quale vide come personaggi di
spicco Ettore Carafa, conte di Ruvo, e Gabriele Manthonè,
protagonisti della resistenza alla reazione borbonica del 1799.
Nell’800 Pescara venne occupata
nuovamente dai francesi e, in seguito,
costituì un importante bastione militare del
regno di Giuseppe Bonaparte.
Nel 1807 avvenne la divisione del borgo, a causa di una discordia tra gli
abitanti delle due sponde del fiume; si tentò anche una riunificazione,
che però venne negata dal Ministero dell’Interno del Regno, il quale
costrinse i due comuni a trovare un accordo sulla ripartizione dei debiti.
La rivalità rimase, comunque, molto accesa.
DAL 1811 AL 1899
Nel 1814 Pescara fu protagonista dei moti
carbonari contro il re di Napoli, Gioacchino Murat.
Alla caduta del re seguì la repressione borbonica,
che determinò la detenzione nel bagno penale di Pescara
di numerosi carbonari abruzzesi, trattati in modo disumano.
Nel 1860, Vittorio Emanuele 2°, in viaggio per l’incontro di Teano con
Giuseppe Garibaldi, giunse sull’attuale Colle del Telegrafo, da cui si
dominava il territorio dell’attuale città.
Il 12 marzo del 1863, nasceva a Pescara Gabriele D’Annunzio;
nello stesso anno , e precisamente il 16 maggio del 1863,
alla presenza di Vittorio Emanuele
2°fu inaugurata la stazione ferroviaria di Castellammare.
Nel 1867 l’antica Fortezza venne, invece, smantellata:
si tratta di due eventi fondamentali per lo sviluppo della città:
iniziarono, in quel periodo, infatti, le prime attività industriali,
mentre il porto cominciava ad acquisire un’importanza
sempre maggiore per il traffico commerciale.
Gioacchino Murat
Gabriele d’Annunzio
I PRIMI ANNI DEL ‘900
All’inizio del XX secolo Pescara contava circa 8.923 abitanti .
Nel 1905 si consolidò il turismo balneare, per cui, in quell’anno, si registrarono circa 4.000
presenze presso gli alberghi di Castellamare Adriatico.
Nella città si stabilirono anche le prime aree per i mercati, dove venivano venduti
prevalentemente tessuti e generi alimentari.
Si assisteva, dunque, ad una profonda trasformazione urbanistica, soprattutto in seguito al
graduale recupero ad uso civile dell'area dell'ex fortezza.
La rivalità tra le de sponde si spense in seguito al comune accordo di promuovere iniziative
di sviluppo (come il potenziamento del porto canale).
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, Castellamare Adriatico subì un bombardamento
dagli aerei austriaci, che miravano a colpire la linea ferroviaria.
Le vittime di questo tragico evento sono ricordate da una lapide sita in Corso Vittorio
Emanuele II°, al numero 253.
Dopo il bombardamento, il Ministero della Guerra fece costruire l’aeroporto di Pescara che
venne armato con i migliori caccia bombardieri dell’epoca ;
in seguito venne ingrandito di 50 ettari, rimodernato e
denominato“Campo di Fortuna”.
Aeroporto Campo di
Fortuna
Una foto risalente al 1909 di Villa Sabucchi
1918 – 1926: IL PRIMO
DOPOGUERRA
Dopo il primo conflitto mondiale, ed esattamente il 30 novembre 1918, i due
consigli comunali si riunirono per votare lo stesso ordine del giorno,
impegnandosi a chiedere al Governo di decretare la fusione dei due comuni,
che avrebbe dato origine ad una nuova città chiamata “Aterno”.
Il 16 maggio del 1924, Gabriele d’Annunzio scrisse una lettera a Mussolini,
in cui richiedeva caldamente la fusione delle due città e l’ elevazione di Pescara
a capoluogo in provincia.
Già nei primi decenni del Novecento,Castellamare Adriatico
rappresentava una meta turistica nazionale nota
in tutta Italia , per cui, nel 1924 , proprio per rafforzare il turismo,
vi fu organizzata la Coppa Acerbo, una delle più famose gare
automobilistiche del tempo, che portò migliaia di visitatori in città.
Nel 1923 fu completato l’acquedotto, che consentì di portare l’acqua
potabile in tutte le diverse zone della città.
Inaugurazione dell’acquedotto ,1910
Coppa Acerbo
1927 PESCARA CAPOLUOGO DI
PROVINCIA
Castellammare e Pescara appartenevano rispettivamente alla provincia di Teramo
ed a quella di Chieti. Già si pensava alla unificazione delle due cittadine e alla loro
elevazione a provincia, ma alcuni dissidi ed interessi politici e la campanilistica
rivalità tra i cittadini delle due sponde, talora violenta, ritardarono l’evento.
Si cercarono faticosi compromessi volti a chiamare la città unificata “Aterno” o a
coniare la nuova denominazione di Castelpescara.
In verità l’influenza di Gabriele D’Annunzio sul duce portò quest’ultimo a dire
che mai avrebbe sacrificato sull’altare della pace il nome del luogo natale del
poeta. E così fu Pescara .
Il 2 Gennaio del 1927 fu firmato il decreto di
elevazione a Provincia della Città di Pescara;
nello stesso decreto si stabilì che
il Comune di Castellamare Adriatico fosse unito
a quello di Pescara.
Castellammare Adriatico, Corso Vittorio Emanuele.
DAL 1928 AL 1940: IL PERIODO
FASCISTA
Il fascismo costruì un numero elevato di edifici pubblici; promosse tappe
fondamentali per lo sviluppo del centro adriatico, come il Ponte Littorio
inaugurato nel 1933, il Palazzo delle Poste in Corso Vittorio Emanuele,
anch’esso del 1933 , l’ospedale finalmente realizzato nel 1934 ed i
palazzi di Città e del Governo progettati daVincenzo Pilotti
ed ultimati nel 1936.
Pescara fu, dunque, protagonista di un forte sviluppo edilizio,
con la costruzione anche di scuole e mercati.
Nel 1939 ebbe il gas di città, fornito dalla ditta Camuzzi.
Ennio Flaiano ricorda così la Pescara dell’epoca:
“Io ricordo una Pescara diversa, con cinquemila abitanti;
al mare si andava con un tram a cavalli e le sere si
passeggiava, incredibile! Per quella strada dove
sono nato, il Corso Manthonè, ora diventato un
vicolo e allora persino elegante...
DAL 1940 AL 1945: LA SECONDA
GUERRA MONDIALE
Senza dubbio la Pescara che il 10 giugno del 1940 ascoltò alla radio
la dichiarazione di guerra di Mussolini, era una’ città nuova’ forgiata
dal fascismo, una città dagli slanci dannunziani e dai rapidi ritmi di
cambiamento.
Dal 1940 alla metà del 1943 la città ebbe un impatto solo indiretto con la guerra, dopo essersi
illusa a seguito dell’annuncio dell’armistizio (8 settembre 1943) di poter uscire indenne dalla
spirale del conflitto, la città venne travolta dalla violenza bellica.
Durante l’autunno del 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale,
Pescara fu vittima di bombardamenti, da parte delle forze alleate, che
causarono la morte di 3000 persone: in particolare tutte le abitazioni
a nord del fiume furono rase al suolo, insieme alle strutture portuali,
a molti fabbricati, strade, ponti ed uffici.
Per questa tragedia, l’8 febbraio 2001, il Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi ha conferito a Pescara una medaglia d’oro al merito
civile. Nel 1940 diversi antifascisti operarono nella città, tra di essi vi era
Ettore Croce che, rientrato dall’esilio francese,
riuscì a raggruppare intorno a sé molti discepoli.
Ettore Croce
Carlo Azeglio Ciampi
DAL 1946 AL 2000
Nel 1951 Pescara raggiunse i 65.000 abitanti. Dal ’51 al ’71, Pescara
raddoppiò il numero di abitanti, dando vita ad un boom edilizio di
grande impatto.
Nel 1988 è stata inaugurata la nuova Stazione di Pescara Centrale.
Nuova stazione di Pescara
DAL 2001 IN POI
Progetto Caserma Cocco
Ex fabbrica Aurum
Negli ultimi anni Pescara è stata governata dal centro – sinistra, che
ha deciso di modificarne l’impianto urbanistico, ripristinando l’uso
di svariate zone (come la Caserma Cocco, oggi adibita a parco pubblico) ed edifici (come
l'ex fabbrica dell'Aurum), proponendo molti progetti e realizzando “il ponte del mare”,
incidendo, così, sia sull’aspetto della città, sia sulla sua qualità di vita.
Oggi Pescara , insieme a Chieti, è al centro di una
vasta area conurbata. Le amministrazioni degli
ultimi anni hanno cercato di assecondare questa
nuova realtà, sia dal punto di vista urbanistico,
cercando di costruire le infrastrutture di mobilità
opportune, sia dal punto di vista della pianificazione
dei servizi che vengono offerti a ridosso dei confini della città ( centri commerciali,
cinema, palestre, motorizzazione civile e, soprattutto,
trasporti pubblici nell'area metropolitana).
La suddetta area, vista dall'alto, offre l'immagine di una
T o, si dice, anche della fusoliera di un aereo: dalle foce del fiume, dalla vallata
che parte ai “piedi” di Chieti, punta sul mare e si allarga con le ali sulla riviera, a nord
verso Montesilvano, a sud verso Francavilla al Mare: questa è la nostra bella città, ridente e
moderna,chiassosa e briosa, ma profondamente orgogliosa della proprie radici storiche che
la tengono tenacemente ancorata alla terra e al mare, in un fluire perenne che si perde
nella “notte” dei tempi…
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