Loredana tratto da: L’erba non cresceva ad Auschwitz di Mimma Paulesu Quercioli , Mursia Il materiale fotografico è tratto dai siti internet dedicati all’Olocausto e alla memoria Lavoro realizzato dalla classe 1B IGEA prof. Emiliana Lecca Giovanni Cara l Loredana arrivò a Milano nel 1932 I primi 6 anni della sua vita li aveva trascorsi a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia Il padre di Loredana era bracciante agricolo, lavorava duramente e guadagnava poco. Anche la mamma era una gran lavoratrice. Suo padre faceva il bracciante, per arrotondare il salario lei e suo marito avevano imparato ad intrecci la paglia a fare cappelli servivano a chi lavorava in campagna ed erano richiesti dalle mondariso. Un giorno al babbo venne fatta una proposta che avrebbe mutato completamente la loro vita: poteva essere assunto alle Ferrovie come casellante se si fosse trasferito a Milano. Michele Piras Loredana fu assunta alla Borletti a 15 anni e vi restò per circa 3 anni. In quello stesso tempo cadde il regime di fascismo di Mussolini. Nel ’44 fu assunta alla Caproni, industria aeronautica. Lavorava nel reparto che faceva aggiunte per gli aerei. Durante un’assenza per malattia, fu portata in questura, dove il commissario le comunicò che doveva andare a lavorare in Germania. [Solo dopo il rientro dalla deportazone seppe che già dal 1943 alla Caproni c’era un gruppo organizzato che lavorava per la Resistenza] Restò prima in una cella a San Fedele per tre giorni poi nel carcere di San Vittore per otto giorni Il 24 marzo del 1943, il giorno in cui i genitori avrebbero dovuto tornare a trovarla, le SS chiamarono tutte le ragazze fuori. ….. Furono portate alla stazione di Bergamo e caricate su carri-bestiame in un unico vagone. Alessio Locci La prima tappa vera fu Mauthausen. Il paesaggio era bellissimo: era primavera …. A un certo punto attraversarono un centro abitato e qui ebbero una brutta sorpresa: la gente in strada era ostile. Finalmente giunse al campo. Era tutto chiuso, circondato da un muro e dal filo spinato. “Hai visto cosa c’è fuori!” – “Sembravano scheletri in movimento” – “Erano tutti vestiti a righe “ Loredana compì diciotto anni a Mauthausen Dopo una ventina di giorni Loredana e tutte le donne giunsero ad Auschwitz Veronica Sonedda Furono sottoposte alla rasatura e alla doccia con un disinfettante che bruciava la pelle. A Loredana fu impresso sul braccio sinistro il numero 78991 Non avevano specchi, ma guardando le altre, Loredana si rese conto di non essere più se stessa: senza i capelli i loro visi avevano un’espressione stralunata e vuota. Loredana aveva la febbre alta e fu portata in infermeria. Aveva paura perché si vedevano le fiamme che uscivano dai comignoli della morte. Le ebree si distinguevano dalle altre per la stella di Davide. Le ariane avevano qualche sicurezza in più, il forno per loro era una prospettiva più lontana, mentre le ebree venivano selezionate sistematicamente e con molta più ferocia. Il distintivo dei prigionieri Loredana e le sue compagne scavavano la terra ma non si seminava niente; si scavava da una parte, poi si lavorava a riempire le buche scavate il giorno prima, per 12 ore. Dov’è il mio bambino? C’era l’appello. Tre ore in piedi senza lavarsi, senza niente da bere o da mangiare. Chissà chi era tra loro quella che piangeva mentre spargevano la cenere dei camini sulla terra. Enrico Puddu Loredana piangeva spesso alla sera. Tante cose la facevano soffrire soprattutto la condizione delle ebree deportate. Sopportavano meglio delle altre la violenza del lager …. La loro vita era preordinata e ordinata secondo la volontà delle SS …. Le Blob arrivavano con la frusta o ti levavano il cibo ….. Un milione e mezzo di bambini morirono nei campi Ad Auschwitz c’era anche il campo degli zingari e quello dei bambini Spesso al mattino sulla spianata delle baracche, vedevano dei cadaveri, ma non ci facevano più caso, quella era la normalità del lager …. “L’erba non cresceva ad Auschwitz” Loredana stette ad Auschwitz fino al 28 ottobre 1944, poi venne trasferita a Flossenburg, in Austria Il posto era migliore di Auschwitz, ma c’erano i bombardamenti. Le fabbriche sono obiettivi da colpire …… Dovevano riparare i binari e lo facevano sempre sotto l’occhio vigile delle SS Enrica Atzori Una delle ragazze che lavorava ai camini le aveva descritto come si svolgevano i riti di morte. Dovevano svestire i condannati, gli levavano di dosso tutto, occhiali e altro. I medici provvedevano ad estrarre i denti d’oro. Nell’aprile 1945 i prigionieri di Flossenburg furono liberati dagli americani Con queste righe addosso mi sento prigioniera come prima – diceva Loredana e anche le sue compagne la pensavano come lei Ci fu un gruppo che decise di lasciare il campo, prima che gli americani organizzassero il viaggio di ritorno e partì a piedi. Loredana preferì aspettare. E infatti il treno di ritorno ci fu di lì a poco. Fece una sosta di tre giorni a Innsbruck e poi finalmente Loredana arrivò a Milano Al suo arrivo la madre guardò Loredana negli occhi, non mostrava segni di commozione, anzi prima di abbracciarla le chiese : - Sei ancora a posto? Riccardo Farris Loredana si accorge che la madre è molto fredda con lei.; avrebbe voluto raccontarle tutto ciò che aveva sofferto, tutto ciò che di terribile aveva visto, ma non disse niente. Loredana ha sofferto due volte.