THE PASSION
Film di Mel Gibson
Sulla Passione di Gesù Cristo
2004
Ultime dodici ore della vita di
Gesù (con flashback del passato
e resurrezione finale) - Questo film
vuole mostrare la passione di
Gesù Cristo proprio nel modo in
cui è avvenuta (Mel Gibson).
Girato in latino ed aramaico
(traduzioni del Padre Gesuita
William Fulco). Il monumentale
compito di scegliere le location, il
cast e di perfezionare la
sceneggiatura ha richiesto 12 anni
(3). Tutto ciò che i vangeli
raccontano trova riscontro in ciò
che è davvero successo,
cominciando dal Getsemani, sino
alla tomba vuota all'alba della
prima domenica della storia. I
Vangeli, in questo film non sono
leggenda: sono cronaca fedele.
(Vittorio Messori)
La Icon [le riprese cominciano il 4 novembre 2002 a Craco, in provincia di Matera, dove è girata l'impiccagione di
Giuda. Il set rimane nella città di Matera fino a dicembre, per poi trasferirsi a Cinecittà.Esce nelle sale americane il 25
febbraio 2004, ed in Italia il 7 aprile 2004, Mercoledì delle Ceneri.] Singolare record: il film più discusso della storia ma
in anticipo, cioè ancor prima della proiezione nelle sale. L'attesa è stata enorme e negli Stati Uniti è stato distribuito in
4500 sale; per un paragone, si pensi che "The return of the King", l'ultimo della "trilogia dell'Anello", di sale ne ha avute
trecento in meno. Le Fonti del film: testo di Matteo(una buona parte), Marco, Luca (abbastanza) e Giovanni
(abbastanza), con alcuni elementi desunti dalla tradizione cristiana e dalla devozione popolare.Tra gli altri testi della
Bibbia sono citati nel film i Salmi di lamentazione o supplica - sia in bocca a Gesù, sia in bocca alla madre - e alcuni
testi profetici. Il film inizia con una citazione di Isaia 53: "Fu colpito per i nostri dolori" che è un testo tradizionale della
lettura cristiana della passione. Gli Ebrei lo riferiscono al popolo ebraico, non al Messia, né al Gesù dei Cristiani. Gibson
mette questa citazione in apertura come una chiave di lettura di tutto il racconto. Alcuni particolari sono desunti dagli
Apocrifi, dalla tradizione popolare, dalla lettura mistica tedesca Katherina Emmerich, qualcuno dice anche da Papini.
Comunque, quando utilizzano fonti successive ai Vangeli, come i diari della Emmerich o i testi di Papini, non si sa da
dove essi attingono. L'immaginario del romanziere o della mistica si alimentano a un patrimonio che li precede. Allo
stesso modo va considerata la fonte dei testi apocrifi. I primi tre Vangeli (Marco, Matteo e Luca) sono convergenti e
dipendenti o da fonti comuni o da rapporti a livello letterario. Il quarto Vangelo invece non dipende dai primi tre, ma
utilizza tradizioni che stanno sullo sfondo o a monte dei tre sinottici. Questa è l'impostazione attuale dell'origine dei
Vangeli per capire come sono stati elaborati i racconti, frutto di una tradizione orale che è stata messa per iscritto a
partire dalla metà degli anni 60 d.C.. Come dice Luca nel suo prologo - Lc 1,1-4 - molti hanno tentato di scrivere un
resoconto ordinato degli avvenimenti, ma la documentazione sulla passione, senza i particolari narrativi, c'è già negli
anni 50 con documenti databili: la prima lettera di Paolo ai Corinzi.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre
iniquità; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Isaja 53 700
a.C.
La luna e la sua
luce sono il
simbolo del
Padre... i peccati
dell'uomo sono
simboleggiati
dalle nuvole, che
oscurando la
luce divina, lo
gettano nella
disperazione
facendolo
accasciare al
suolo, prima di
risollevarsi e
schiacciare il
serpente...
Giardino degli
ulivi del
Getsemani
[Cinecittà]
Giuda e i 30 denari d'argento
[Fotografia: Gibson ha chiesto espressamente per tutto il film di
ispirarsi ai quadri di Caravaggio per l'atmosfera di chiaroscuri,
estrema sintesi della lotta fra il bene ed il male.]
“La figura di Giuda è intensa perché io mi ritrovo in lui, nel suo
moralismo, nel suo tradire, nel suo pentimento, nel non credere
che Dio ti possa perdonare per tutto quello che hai combinato”.
Pietro,
Giovanni
e Giacomo
[Jim
Caviezel...le
iniziali
dell'attore sono
le stesse di
Jesus Christus
(latino) o Jesus
Christ
(inglese)]
Agonia nell’Orto
Il diavolo tenta Cristo con la domanda inevitabile: "Come può qualcuno
sopportare i peccati del mondo intero?" È troppo. Cristo quasi soccombe
all'idea, ma poi prosegue con convinzione per portare avanti esattamente
questo - per accogliere su di sé, secondo la volontà del Padre, i peccati
del mondo intero...Vi è un forte senso, presente per tutto il film, del
dramma cosmico del quale siamo tutti parte...qualcosa che, a parte Cristo
stesso, è intuita chiaramente solo da Maria sua madre e dal demonio
sempre presente
...il
sudore di sangue nel giardino si trova solo in
Luca.
Gesù entrato in agonia, nella lotta, incomincia a
sudare e le gocce cadevano per terra come sangue
Padre,
se possibile passi da me questo calice..
Satana (vuol dire 'Avversario'), escono larve dal naso...le larve si nutrono di carne morta, e risiedono in cose
decadenti...Gesù può vederlo, gli altri no. Satana, il Tentatore, che appare inizialmente con caratteristiche androgene,
con apparenza femminile ma con voce maschile, e che rivela la sua femminilità con il progredire del film e che appare
infine al momento della crocifissione (con una tecnica visiva che ricorda William Wallace mentre guarda la sua amata
durante la propria esecuzione) con un bimbo in braccio. L'androgino, ovvero la falsificazione del bene (si rifà al
Simposio di Platone)...l'indistinzione tra uomo e donna riflette la non-distinzione tra bene e male...Se la distinzione dei
sessi fa parte del piano divino, il demonio mescola le essenze. Egli, l'Anomos per eccellenza, si balocca con nomi e
forme, vi gioca fino a renderle irriconoscibili, deturpando insieme ad esse anche l'immagine del Creatore...sant'Ignazio
descrive il demonio come colui che suole presentarsi sotto forma di «angelo di luce», mentre Isaia nel Vecchio
Testamento si scaglia contro i mistificatori della verità: «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che
cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro» (Is 5, 20). Mel
Gibson: «Credo che il diavolo sia reale, ma non credo si mostri troppo spesso con corni, fumo e coda biforcuta. Il
diavolo è più intelligente di così. Il male è fascinoso, attraente. Sembra quasi normale, quasi buono. Ma non del tutto.
Questo è quello che ho cercato di fare col diavolo nel film. La faccia dell'attrice è simmetrica, in un certo senso bella,
ma non completamente. Per esempio, le abbiamo rasato le sopracciglia. Poi l'abbiamo ripresa quasi sempre al
rallentatore, così che non la si vede battere le ciglia, il che non è normale. Nel Getsemani abbiamo fatto il doppiaggio
con una voce maschile, anche se l'attrice è donna. Questo è ciò che fa il male, prendere qualcosa che è buono e
travisarlo un po'». Nella scena della flagellazione Satana compare tenendo in braccio la caricatura mostruosa di un
infante. «Di nuovo», incalza Gibson, «è il male che distorce ciò che è buono. Cosa c'è di più tenero e bello di una
madre e un bambino? Così il Diavolo prende questo e lo distorce solo un po'. Invece di una madre e un figli normali si
ha una figura androgina che tiene un "bambino" di 40 anni con i capelli di dietro»
Il serpente è il
simbolo per
antonomasia di
Satana e del male.
Il serpente
tentatore.
Non sono soldati romani ma le guardie del tempio
sotto gli ordini di Caifa.
L'arresto nel monte degli Ulivi (Vangelo di Luca)
Il bacio del
traditore
Giuda
Pietro che guarda il traditore Giuda. Il vero nome di Pietro è
Simone ma Gesù lo cambiò in Pietro che è greco per 'pietra',
come Cefa è in ebraico
Giacomo
.. che
fugge
Giovanni
(notare il
vestito scuro)
Qui sembra
Giovanni che
fugge ma in
realtà è Matteo
...Matteo ha la vestaglia
bianca...Sappiamo da
fonti storiche che
Matteo osservò la scena
e poi fuggì, e Gibson ha
voluto inserirlo anche se
per pochi attimi.
Nella scena dell'arresto
di Cristo nel Getsemani
compare il ragazzo che
fugge avvolto in un
lenzuolo, che è la
"firma" dell'evangelista
Marco: un passaggio
per nulla essenziale al
racconto, che però
Gibson ha voluto
appositamente inserire.
Pietro, il più audace
di tutti, con un
colpo di spada
recise l'orecchio di
uno dei servi del
sacerdote, un certo
Malcus, che cadde
a terra tramortito.
Malcus (o Malco). Era una guardia al servizio del Sinedrio e fu tra i soldati che
arrestarono Gesù nel Giardino di Getsemani. Ci viene indicato per nome da
Giovanni, che ci tramanda anche come Pietro ne taglia l'orecchio. Guarito da
Gesù secondo Luca, i vangeli non ne fanno più menzione, ma la tradizione
ritiene che il suo incontro con Gesù ne abbia cambiato la vita.
[Vangelo di Giovanni] la scena del taglio dell'orecchio destro di Malco, servo del
sommo sacerdote, mentre la guarigione dell'orecchio si trova in Luca. Chi era
mutilato non poteva diventare sacerdote. Quindi Giovanni in questa maniera fa
capire che Pietro in qualche maniera destituisce i candidati al sacerdozio
ebraico. Ma Gesù lo guarisce e ordina di mettere via la spada. Dunque egli
sceglie la non la violenza, e rifiuta la difesa armata. Gesù sana le ferite
provocate dalla violenza umana.
Lo stupore
di Malco..
di sentirsi
guarito da
Gesù..
Maria [Maia
Morgenstern, ebrea
di origine rumena.
Morgenstern, che in
tedesco significa
"stella del mattino"].
È sempre presente.
con lei Maria
Maddalena
[Monica Bellucci]
Gesù
condotto
via
con
violenza
inaudita..
Giuda
appare già
pentito del
tradimento,
ma ormai è
sopraffatto
da Satana.
Che gli
compare
davanti con
orribili
sembianze..
I Sacerdoti pagano la gente attraverso i soldati
perché vengano nel Tempio in maggior numero possibile
per gridare contro Gesù..
Gesù
trascinato..
Gesù di notte
davanti al Sinedrio
il sommo consesso giudaico
alla presenza dei Sommi Sacerdoti
Anna e Caifa
Problemi al Processo
Maria Maddalena, Oriunda di
Magdala, in Galilea. Recenti
studi sembrano dimostrare
come non si sia trattato di un
vero e proprio processo, ma
di un arresto seguito non da
una condanna ma dalla
decisione di investire della
questione Pilato, pur se
l'arresto rimane non legale.
Per questo la Maddalena
grida ai soldati l'illegittimità di
ciò che è stato fatto
Nel film si pone anche il
problema della legittimità del
processo notturno davanti al
Sinedrio. Questo sarebbe
illegittimo, perché non si può
fare una condanna capitale di
notte e senza il plenum del
consiglio, cioè la
maggioranza dei sinedriti
Cassius,
il centurione
L'occhio destro
rimarrà chiuso per i
colpi ricevuti
Il primo flashback sulla vita di Gesù
Gesù e Maria, nella loro casa a Nazareth.
Unico momento spensierato del film..
Professione paterna...simbolo
dell'altare su cui Cristo si sacrifica
per l'umanità. In questa scena
Gesù dice che sta costruendo un
tavolo alto per una persona ricca.
L’unico sorriso..
Maria lo chiamava “barì”
(figlio mio)
Nel film Maria è sempre presente
(qui con Giovanni e Maddalena)
ma il presente è ben diverso..
Maria partecipa alla passione del Figlio
(la Chiesa la chiama “corredentrice”..
Ponzio Pilato, 'Procurator cum potestatè della Giudea (3) Il ruolo di
Pilato e dei Romani corrisponde sostanzialmente al racconto dei
quattro vangeli che tende a dare un'immagine favorevole di Pilato.
Egli tenta a tutti i costi di salvare Gesù. Questo lo dice Luca: per tre
volte Pilato dichiara: "Non trovo in lui nessuna colpa". Lo stesso si
trova in Matteo, Marco e Giovanni.
Claudia Procla o Procula, moglie di Pilato. Presente nel vangelo di Matteo (27,19) (3)
Chiamata Claudia, ma non nel vangelo...ma nei V. apocrifi dal secondo secolo, quando i
personaggi anonimi del Vangelo sono identificati con un nome. Ex: il centurione diventa
Longino, poi San Longino, canonizzato seduta stante. Anche altri personaggi prendono
nome nella tradizione apocrifa.(27) Le parole di Claudia da una nuova traduzione: "Nulla
esca da te che sia contro quel giusto, perchè donne più importanti oggi sono state
tormentate da un incubo angoscioso a causa sua". Le donne principali di cui parla
potevano benissimo essere la sposa di Giuseppe d'Arimatea, la sposa di Nicodemo, o le
sorelle di quest'ultimo, oppure alcune di quelle donne che, secondo Luca, assistevano
Gesù e i suoi discepoli con i loro beni (Lc 8.1-3)
Anna, suocero di Caifa. Membro dell'aristocrazia Sadducea fu il Sommo Sacerdote predecessore
di Caifa. Continuò ad esercitare molta influenza anche senza l'investitura formale grazie anche ai
vincoli parentali che lo legavano al suo successore (era il suocero di Caifa). In molte fonti
compresi i Vangeli il suo nome rimane legato alla carica di Sommo Sacerdote assieme a quello di
Caifa, che però ne era formalmente l'unico titolare. Il Vangelo di Giovanni riferisce che Gesù fu
portato da lui prima che da Caifa dopo l'arresto.
Sadduceo Giuseppe Caifa, genero
di Anna, occupò la carica di Sommo
Sacerdote per quasi venti anni (1836 DC), carica che era decisa dai
Procuratori della Giudea. Fu il
predecessore di Pilato a nominarlo.
Durante la sua carica Gesù fu
crocifisso. Caifa strappandosi gli abiti
in segno di sdegno, ritiene inutili
ulteriori testimonianze.
Lo schiaffo del soldato che,
davanti a Caifa, domanda: "Così
rispondi al Sommo Sacerdote?".
Gesù chiede: "Perché mi
percuoti? Se ho parlato male
mostramelo".(27) La scena del
dileggio con lo schiaffo, non da
parte della soldataglia o dei
custodi, ma di uno dei membri
del Sinedrio corrisponde al testo
di Matteo e Marco:
"Incominciarono a
schiaffeggiarlo e a chiedergli:
indovina, profeta, chi ti ha
schiaffeggiato?". Questa scena
non c'è in Luca, né in Giovanni,
ma solo in Marco e Matteo, che
non esplicitano che è il soggetto
dell'azione. Perciò si può pensare
che quelli stessi che lo hanno
accusato di bestemmia
incomincino il pestaggio e il
dileggio. In altri termini l'autorità
ebraica si abbasserebbe a
schiaffeggiare Gesù.
Giuseppe di Arimatea. Presente in tutti e quattro i Vangeli, era personaggio
autorevole in Israele, membro del Sinedrio, discepolo di Gesù ma di nascosto
per via della sua posizione; ci dice Luca che si era invano opposto alla
decisione di mettere a morte Gesù. È lui che ottiene da Pilato il corpo di Gesù, è
lui che lo porta al sepolcro,è lui che compra il lenzuolo di lino in cui poi lo
avvolge, è lui che mette a disposizione una bella e dignitosa tomba scavata nella
roccia. Ha un ruolo breve ma importante, perchè rifiuta di essere coinvolto nel
processo contro Gesù e protesta vivacemente. Neanche nel Sinedrio dunque,
tutti i Sacerdoti volevano condannare Cristo. Fa un'apparizione fugace anche al
momento della deposizione.
Nicodemo. Due membri del Sinedrio, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, entrambi farisei ed
entrambi segreti ammiratori di Cristo, quando si ribellano al processo, ne vengono
allontanati e non vi partecipano più, non avendo quindi la possibilità di votare per
l'innocenza. Votazione che tra l'altro, sembra non avere luogo. La denuncia di Nicodemo,
cioè l'assenza di numerosi sacerdoti, e la stessa protesta sua e di Giuseppe d'Arimatea,
forse indica come Gibson voglia limitare le responsabilità più gravi ai soli vertici e non
all'intero Sinedrio. (3) Ci sono gli interventi di due personaggi che mettono in dubbio la
legittimità. Si sa che uno è un personaggio del quarto vangelo, chiamato Nicodemo,
membro del Consiglio. Poi c'è un altro che prenderà l'iniziativa di dare sepoltura a Gesù,
Giuseppe di Arimatea, conosciuto nella tradizione di tutti i quattro Vangeli.
"Prima che il gallo
canti mi negherai per
tre volte." Solo in
Luca si racconta
l'incontro tra Gesù e
Pietro. Gesù voltatosi
guardò Pietro che si
ricorda delle parole di
Gesù e piange.
Per Pietro la radice
del tradimento era la
vergogna nei
confronti del mondo.
Per noi la radice del
rinnegamento non è
soltanto nella
vergogna, me è
soprattutto
nell'adesione alla
mentalità comune.
La figura di Pietro è
sconvolgente. La fragilità,
lo sguardo, la memoria e il
pentimento! L'umanissimo
tradimento di Pietro. Pietro
anticipa il tempo del
perdono, inginocchiandosi
davanti alla Madonna,
implorandone il perdono.
Come succederà anche più
avanti nel film, notate che
Pietro si rivolge a Maria
chiamandola "Madre".
Non osa farsi avvicinare
dalla mano di Maria perché
si considera un traditore
La Madonna riesce a percepire la
presenza di suo figlio in un modo
particolare. Si adagia al suolo del
tempio proprio in corrispondenza
della cella sotterranea dove è
tenuto Gesù.Maria ha
istantaneamente percepito la Sua
presenza; chinatasi appoggiò la
guancia e il cuore al terreno.
Anche Gesù era consapevole
della vicinanza di Sua Madre, e
mentre l'inquadratura scende
sotto la strada fino alla sporca
caverna che era la Sua prigione,
lo spettatore riesce a cogliere
Gesù che stende la mano in un
invisibile abbraccio con la donna
che ama. Colui davanti al quale
"le rocce si struggeranno come
cera" (Giuditta 16,5) è stato
separato da sua Madre, ma Essi
sono uniti da un legame che va
oltre le cose di questo mondo.
I bambini, simbolo dell'innocenza, lo accusano del più terribile dei
peccati esasperando i suoi rimorsi. Il senso di colpa è una potente arma
di Satana, così Giuda invece di cercare il perdono si suicida L'episodio
di Giuda che va ad impiccarsi si trova solo in Matteo e in Luca, ma negli
Atti degli apostoli. Vi sono due versioni dell'episodio: secondo l'una
Giuda si è impiccato, secondo l'altra si è squarciato come i traditori,
secondo la tradizione del libro della Sapienza. Anche in questo caso
alcuni elementi sono utilizzati dalla tradizione ebraica
Giuda. Il suo animo è tormentato, il suo volto sanguina, perché dentro vi si
annida una larva come nel diavolo della scena di Getsemani. Così come la
larva compare nella narice del diavolo nel giardino degli ulivi, notate come
Giuda strofina il naso sulla colonna del Sinedrio come per liberarsi di qualcosa
e poi prima di restituire il sacchetto con i denari, anche con questo si strofina il
naso. Ad un certo punto, due bambini gli si avvicinano, e presto deformandosi
si rivelano per quello che sono: demoni. Lui può vederli, non gli altri. Lo
inseguono e non lo lasciano in pace. Diventano ancora di più e lo conducono
su di un colle isolato, continuando a maledirlo. Ecco perchè quel campo è
chiamato anche oggi 'Campo del sangue' (Matteo 27,8) Belzebù letteralmente
significa "il Signore delle Mosche". Ecco che le mosche che circondano Giuda
simbolizzano che era ormai stato sopraffatto da Satana. La disperata solitudine
di Giuda.
È la seconda volta nel film che vediamo un
animale essere sotto i piedi. Ma mentre nel
giardino degli ulivi Gesù aveva schiacciato il
temibile serpente, questa volta non sono i
piedi di Giuda a sopraffare l'innocuo animale,
che seppure morto -anzi proprio per questoè causa della morte di Giuda. Si noti che
Giuda era scalzo
Pochi giorni prima era stata la famosa
Domenica delle Palme, e Gesù era entrato
trionfante a Gerusalemme, in sella ad un
asino. La vista della carcassa d'asino, forse
esattamente lo stesso che aveva portato
Gesù in trionfo, morto e pieno di larve, lo ha
sopraffatto. L'asino infatti mostra in modo
esplicito a Giuda il risultato del suo
tradimento: la morte di Cristo. Giuda inoltre
era forse il discepolo più desideroso di creare
un regno di Cristo già su questa terra, e
quella carcassa simboleggia anche i sogni di
gloria di Giuda, che adesso appaiono in
putrefazione, indicando come non ci siano
più validi motivi per vivere, tutto è morto. Non
è più il tempo dei rimorsi (i bambini sono
scomparsi): è giunta l'ora della morte
La colomba è simbolo di pace e
purezza, ma soprattutto è simbolo
dello Spirito Santo, ...momento del
battesimo lo Spirito di Dio discende
sul Cristo sotto forma di colomba.
La presenza dello Spirito Santo
richiama chiaramente una
espressione di Gesù che troviamo in
Lc 12, 11-12: "Quando poi vi
condurranno davanti alle sinagoghe,
ai magistrati e alle autorità, non
preoccupatevi del come e del che
risponderete a vostra difesa, o di
quello che direte; perché lo Spirito
Santo vi insegnerà in quel momento
stesso quello che dovrete dire." La
coppia di colombe è il sacrificio del
"riscatto" del primogenito proprio
dei poveri. La presenza della
colomba ricorda quindi a Gesù la
presenza dello Spirito Santo e
dell'amore di suo Padre a poche ore
dal suo sacrificio. Ricordiamo che
Noè per stabilire il livello dell'acqua
dopo il diluvio utlizzò due uccelli: un
corvo ed una colomba (solo questa
poi tornerà con un ramoscello
d'ulivo, a testimoniare la presenza
della terra ferma)
Gesù davanti a Pilato
"Dunque sei un re?" "È per questo che sono nato. Per
testimoniare la verità agli uomini" Pilato gli ribatte
laconico:"Cos'è la verità?" Dialogo di Gesù con Pilato è
ripreso da Giovanni.
Erode Antipa, Tetrarca della
Galilea (figlio di Erode il
Grande, noto per la famosa
strage degli innocenti) Da
Luca la scena dell'incontro
di Gesù con Erode Antipa,
una figura effeminata,
ambigua, circondato da
una strana corte grecoromana. Luca è a
conoscenza di tradizioni e
informazioni di cui parla
grazie ad alcuni parenti
dell'ambiente di Erode
Antipa come Susanna,
moglie dell'amministratore
di Erode. Luca vuole
mostrare che due autorità
autonome e politiche
depongono a favore
dell'innocenza di Gesù:
Erode da una parte e Pilato
dall'altra.
Pilato si lava le mani
“Sono innocente
riguardo al sangue
di questo Giusto…”
Barabba Lo scambio di Gesù con Barabba corrisponde al
racconto di tutti e quattro gli evangeli. La richiesta di
crocifissione da parte del popolo su istigazione dei capi Giudei,
corrisponde al racconto evangelico. Dunque i Vangeli sono stati
rispettati con qualche eccezione
Abenader. Figura
leggendaria
presente solo nei
Diari di Caterina
Emmerich, la
veggente
agostiniana dai
cui scritti ha
attinto Mel
Gibson,
...rassegnò le
dimissioni e si
fece battezzare
con il nome di
Ctesifone
Diverse volte nel film vedremo come Gesù abbia un forte impatto carismatico
sulle persone che lo incontrano per la prima volta: Malcus, Claudia, Pilato, il
cortigiano africano di Erode, ed in seguito Abenader, Cassius, Simone di Cirene,
Veronica, il ladrone buono. Nella scena che stiamo analizzando, persino
Barabba, che è raffigurato ben poco umano, sembra per qualche attimo colpito e
titubante quando guarda Gesù. (3) Ognuno che guardava Giuda,Pietro,sua
Madre, la Maddalena, il Cireneo, la Veronica,il soldato romano; ognuno era
afferato, carpito, amato sin nel midollo. E io ho come riconosciuto quello
sguardo. L'avevo già visto e lo vedo, in qualche modo, da dieci anni negli
sguardi dei miei amici.
È sempre Caifa a rispondere: che sia crocifisso!
“Crucifige!" è scandito nel ristretto cortile di Pilato
La presenza dei capi giudei alla flagellazione di Gesù non corrisponde al racconto
evangelico, che parla di una flagellazione fatta nel Pretorio o nel palazzo del governatore.
Che fosse presente la folla oppure solo la coorte o un gruppo di soldati non si sa. Nel film
compare in primo piano sempre il gruppo di Giudei con la folla che sta sullo sfondo.
Compare anche la madre di cui si riprendono gli occhi. I primi piani invitano a guardare la
scena non sotto l'aspetto doloristico, ma con lo sguardo emotivo della madre che è
coinvolta nel rapporto con il figlio. Questa presenza quasi continua della madre come una
specie di refrain o di motivo musicale emotivo, va dal momento dell'arresto fino al
processo e alla morte
...solo a 16 o 19 minuti di flagellazione...sulla Sindone risultano 121 colpi,
e anche ammettendo che l'uomo della Sindone non fosse Gesù, questo
vuol dire che una flagellazione di quei tempi richiedeva molto più tempo.
Sulle flagellazioni documenti storici tramandano che, ad es., di un
sopravvissuto alla flagellazione, si racconta fosse flagellato fino a che
non gli si vide il bianco delle ossa. Riguardo alla violenza dei soldati,
ricordo che all'epoca ridenti famigliole romane amavano divertirsi
guardando i gladiatori, e, dopo poco, anche gente sbranata dai leoni
Il film è solo realistico: un uomo flagellato col tremendo
flagrum romano (una frusta di catenelle metalliche
terminante con punte acuminate) non può che uscirne con
la carne a brandelli e letteralmente coperto di sangue
Le scene della flagellazione e della crocifissione, molto accentuate e insistite, si
fondano su un solo verbo dei testi evangelici. Qui il regista ha sviluppato un certo
dolorismo, perché i vangeli dicono: "Dopo averlo fatto flagellare lo consegnò". Un
solo verbo, addirittura un participio, una cosa en passant - "dopo averlo fatto
flagellare" - un tipo di castigo o pena, preludio o preliminare alla crocifissione. Era
praticato dai Romani come misura deterrente nei confronti della popolazione. Nei
vangeli un solo verbo "lo flagellarono", nel film invece una scena impressionante.
Ma non si deve dimenticare l'iconografia della flagellazione, della colonna, di
Gesù fustigato. Queste immagini sono presenti dal Medioevo fino al 1600.
Insomma non farei a Gibson una colpa di aver insistito. Nel film si ha una duplice
flagellazione, prima la fustigatio ebraica con il computo di 39 colpi. Per non
rovinare una persona procurandole danno irreversibile nel Deuteronomio si
prescrive di limitare a trentanove colpi, cioè quaranta meno uno. La legge viene
rispettata alla perfezione. L'ufficiale che controlla conta in latino. La flagellatio
prolunga la scena: si fa con le corde munite di ossicini o piombi che scarnificano.
Gibson ha sviluppato il film liberamente utilizzando i due modelli di castigo e di
pena.
Claudia,abbandona il palazzo e suo marito per diventare cristiana
I soldati romani, o
alcuni di loro, sono
delle bestie sadiche,
non solo nel fare il loro
lavoro, ma nel
bivaccare nella loro
crudeltà
(ricordano le persone
mostruose di
Hieronymus Bosch)
Satana, il bimbo si
gira: ha il volto
deforme e peli sulla
schiena, con le
fattezze di un adulto
...quando finì la
flagellazione
erano circa le
nove del
mattino...
la sua
soggettiva ci
mostra il
mondo
capovolto,
perché il suo
Regno non è di
questo mondo.
(anche
successivame
nte dopo la
prima caduta)
La corona di Spine - La scena dell'incoronazione di spine con il
sangue che cola, in parte corrisponde ai Vangeli dove si dice:
"Lo percuotevano, gli sputavano e lo deridevano". Questo ha un
senso ben preciso: Gesù non è un re potente, ma è un re da
burla. Dunque i cristiani sono scoraggiati dall'esaltare Gesù
come re politico. Questa è l'intenzione dei vangeli. Nel film si
sottolinea invece l'aspetto del dolore con una ulteriore forma di
tortura attraverso la corona di spine messa sul capo
La Maddalena
raccoglie il
sangue con
Maria..
Flashback:
Gesù libera la
Maddalena
adultera
da sicura
lapidazione..
Chi è senza peccato scagli la prima pietra. - La scena dell'adultera è molto bella. Questo testo che
è stato sballottato tra i Vangeli. Nessuno voleva avere questo racconto pericoloso perché Gesù
non condanna la donna adultera. Si vede questa donna piegata che allunga la mano, ma non si
vede il suo volto, se non quando tutti hanno gettato via le pietre della lapidazione. Dunque Gesù è
condannato, lui che ha sottratto la donna alla condanna. Si richiama in modo simbolico la figura
della donna che viene condannata quando esce dalla protezione del fratello o del marito o del
padre, le figure maschili che controllano la donna nel mondo semitico di un tempo. La Maddalena.
In ben due scene del film Gibson compare: sono sue le mani che infilzano e martellano il chiodo
sui palmi di Gesù, e sua è la mano che solleva la Maddalena da terra. la tradizione popolare ha
sempre identificato questa donna con Maria Maddalena, così come ha identificato sempre con
Maria Maddalena la "peccatrice" che ha bagnato i piedi di Gesù e li ha asciugati con i suoi capelli
(Luca, 7, 36-50). Probabilmente questa "confusione" è nata a livello popolare per dare un nome alle
due donne rimaste "sconosciute" nel Vangelo, e altrettanto probabilmente il processo di
identificazione con la Maddalena è avvenuto perché lo stesso Vangelo di Luca (8,2), subito dopo
l'episodio della "peccatrice" sopra citato, dice che da Maria di Magdala "erano usciti sette
demoni"; quindi, a livello popolare penso sia stato facile identificare le due donne, e da qui
altrettanto facile estendere l'identificazione anche all'adultera del Vangelo di Giovanni.
Ecce homo! La scena dell'Ecce homo si trova
solo in Giovanni. Gesù viene presentato in
questa forma: "Ecco l'uomo".
La lavanda dei piedi, un gesto di
amore, nel momento in cui Pilato
si lava le mani. Le mani di Ponzio
Pilato. Da questa scena ha inizio
un parallelismo che proseguirà
per tutto il film fra la passione e
l'eucaristia. Pilato che si lava le
mani si trova solo in Matteo. ..rito
ebraico che non ha nulla a che
fare con il mondo greco-romano.
Quando si trovava una persona
uccisa in aperta campagna e non
si sapeva da chi era stata uccisa,
gli anziani dei villaggi vicini
andavano sopra la persona
uccisa, si lavavano le mani e
recitavano una formula rituale:
"Noi non siamo responsabili di
questa morte". Questo è il rito che
Matteo attribuisce a Pilato.
Matteo che scrive (in greco) per
una comunità che vive fuori dalla
Palestina utilizza un rituale
ebraico ripreso dal libro del
Deuteronomio.
E' una croce enorme, una croce latina a due bracci,
due travi inchiodate. Questo storicamente non
corrisponde alla realtà. Il regista segue un'immagine
devozionale e tradizionale di Gesù, che la gente
vede nelle Via crucis. Se avesse messo come fa con
i due ladroni, una trave, il patibulum, con le mani dei
condannati legate alle travi, la gente avrebbe detto:
La croce dov'è? Anche le cadute di Gesù sotto la
croce che non finiscono più, non solo tre... La prima
scena nella quale compare la croce, Gesù
l'abbraccia. Dunque egli sembra appassionato,
desideroso di affrontare la passione e quando si
trova davanti la croce, sembra finalmente veder
realizzato il suo sogno. ...Pone il problema del
dolore. Che senso ha il dolore, se può essere
oggetto di desiderio e ricerca? I primi piani del volto
sofferente, colpisce lo spettatore, anche se è
l'immagine della tradizione cristiana del volto di
Gesù con la corona e tutto sanguinante. Il volto dà
espressione al dolore umano. Questo è molto
insistito utilizzando la tecnica dei primi piani che
mostrano il corpo sfigurato, le replicate cadute,
l'enorme profusione di sangue.
Gibson ha fatto portare ai due ladroni il patibulum,
mentre per Gesù che porta la croce ha scelto
l'immagine tradizionale.
Nei testi del Vangelo non si racconta nessuna caduta di Gesù: le tre cadute
fanno parte - com'è noto - della devozione rituale della Via crucis
Maria sulla via della Croce..
La caduta di Gesù davanti alla Madre
e il flashback di una sua caduta da bambino..
Cassius - "Chi è quella donna?" dice il centurione, e si sente rispondere
che è la Madre del Nazareno. E inizia il percorso che lo porterà ad essere
inondato dal suo sangue mentre gli trafigge il fianco, e a credere che
quel sangue lo salva
Solo Luca
racconta
l'incontro di
Gesù sulla via
della croce con
le donne di
Gerusalemme,
alle quale egli si
rivolge
Circa il ruolo
delle donne
nella Passione è
interessante il
gioco di
contrasto tra il
loro
atteggiamento e
l'aggressività
bestiale del
mondo maschile
Simone di Cirene Quando il Cireneo viene
chiamato dai soldati per
aiutare Gesù a portare
la croce ha, come prima
reazione, quella di dire:
"io non c'entro, non ho
fatto niente, sono
innocente".
È la reazione più
normale davanti al
dolore, alla sofferenza:
all'opposto l'esempio di
Gesù, che accoglie la
sofferenza come
strumento di salvezza
per sé e per gli altri.
La Veronica con la figlia
adottiva di circa 9 anni.
Non compare nei Vangeli, ma è
una figura tradizionale della Via
Crucis.
Il suo nome vero era Seraphia,
era la moglie di Sirach (un
membro del consiglio del
tempio, era contrario a Gesù ma
dopo fu indotto da Giuseppe
D'Arimatea e Nicodemo a
migliori sentimeni).
Era nata a Gerusalemme ed era
cugina di Giovanni Battista.
Aveva almeno 5 anni più della
Santa Vergine e aveva assistito
al suo matrimonio con
S.Giuseppe.
Presa dai Vangeli apocrifi (la
Veronica e il velo, Dimaco il
ladrone "cattivo").
La leggenda narra che quando Gesù gli rese il panno, miracolosamente vi rimase
impressa l'immagine del volto di Cristo. Il nome Veronica deriva infatti dal latino 'Vera' e
dal greco 'eikon',e significa quindi 'vera immagine'. Sono presenti molti panni nel
mondo che pretendono di essere l'originale usato da Veronica, uno dei quali è a San
Pietro a Roma. Aveva preparato un eccelente vino aromatico per confortare Gesù.
Il volto rimasto impresso nel panno . Sono presenti molti panni nel mondo che
pretendono di essere l'originale usato da Veronica, uno dei quali è a San Pietro a Roma,
A Torino , in Abruzzo a Manoppello (CH) "Secondo padre Pfeiffer, il modello dei modelli,
la radice dell'albero genealogico che ha generato tutte le immagini del Signore è il Volto
Santo conservato presso il santuario di Manoppello in Abruzzo...Prendendo le mosse
dalla perfetta sovrapponibilità del volto della Sindone di Torino con il volto di
Manoppello.... giunto a Roma da Costantinopoli, ipoteticamente attorno al
705...Esistono poi una serie di fatti storici e dati iconografici, che secondo me spiegano
come da Roma il velo santo sia giunto a Manoppello in Abruzzo..
Gesù cade più volte portando la croce, non solo tre. Questo particolare non è nei Vangeli
Non c'è amore più grande per un uomo che dare la propria vita per i suoi amici
I continui flashback che fanno coincidere i momenti più acuti della Passione con passi del
discorso delle beatitudini, della lavanda dei piedi
Il Monte del Golgota (significa 'luogo del teschio' - forse perché vi erano
stati trovati dei teschi, o perché era un luogo di esecuzione, o perché
assomigliava un teschio, per la presenza di numerose grotte che
ricordavano le orbite vuote. Era appena fuori dalle mura di
Gerusalemme di allora).
La mano di Mel Gibson - L'uomo di fede cristiana dovrebbe vedere in
questo gesto, che comunque rimane non rivelato nel film, un atto di
pentimento e di riconoscimento del proprio peccato, dei propri peccati. In
effetti ognuno di noi ha crocifisso Cristo, con i suoi peccati. Cristo con i
suoi patimenti si è fatto peccato al posto del nostro peccato al fine di
riconciliarci con il Padre.
Quelle mani di Gesù nell’Ultima
Cena ...i soldati, per inchiodare
Gesù, devono quasi strappargli la
spalla per far combaciare la mano
con il foro precedentemente
praticato.
Pietro,Gesù,Giovanni e un altro
discepolo (...quando si girava l'ultima
cena, chi non aveva un ruolo
"parlante" nel film, sapeva solo di
essere "uno dei discepoli", senza
sapere chi di preciso.) ...
Gli ultimi istanti prima che la croce sia issata rappresentano gli
ultimi attimi della vita terrena di Gesù, e la Madonna raccoglie
della terra, che non a caso lascerà cadere quando la croce sarà
issata e suo figlio si avvierà ad ascendere al cielo
Jesus Nazarenus Rex Iudaeorum (in latino e aramico) Anche nel titulus, la tavoletta, abbiamo l'iscrizione:
Iesus Nazarenus Rex iudeorum e la grafia senza vocali
dell'ebraico-aramaico, ma non in greco. Giovanni
invece dice che l'iscrizione era nelle tre lingue:
ebraico-aramaico, greco e latino
Il peccato è il nostro allontanamento da Dio, e Cristo deve
provare ogni conseguenza del peccato dell'uomo, e la sensazione
di essere abbandonato dal Padre è la più straziante.
Parallelo fra la croce che viene issata e il calice che viene alzato
Dismas: Il ladrone buono. ...il buon ladrone nel film è
a sinistra di Gesù anziché a destra...Nell'unico Vangelo
dove è narrato tale episodio (Luca 23, 39-43) non si
specifica la rispettiva posizione dei due
"malfattori"..Forse questa potrebbe riagganciarsi al
fatto che lo stesso Gesù aveva detto che nel Giudizio
finale il Figlio dell'Uomo porrà i buoni (le "pecore") alla
sua destra e i cattivi (i "capri") alla sua sinistra (Matteo,
25, 31-46). Nell'iconografia cristiana Disma il ladrone
buono è sempre rappresentato a destra di Gesù. Il film
è denso di riferimenti anche iconografici all'arte
cristiana (ad es. il sangue che spruzza copiosissimo
sul soldato romano che gli trafigge il costato e su Maria
sotto la croce mi ha fatto pensare ad una, anzi più
d'una, analoga raffigurazione negli affreschi del
convento di San Marco a Firenze).
Gesmas (Tito): Il ladrone
cattivo. Il Calice che penzola.
due ladroni reggono sulle spalle
solo la barra orizzontale, lo
stipes.
Il corvo rende fisicamente cieco chi già lo era
spiritualmente, Gesmas
Padre perdonali
perché non
sanno quello che
fanno
Il Cristo in croce, poi, mi ha fatto ricordare un dipinto di S.
Alfonso de' Liguori (il santo e Dottore della Chiesa era
anche pittore, oltre che musicista, teologo moralista e
fondatore): in esso il crocifisso è come inondato di sangue,
così come appare nel film e come davvero deve essere
stato
(a Matera)
Maria ai piedi di Gesù
[Vangelo di Giovanni] spugna imbevuta, posta sopra una
lancia. Il vangelo parla di hyssôpo, un ramoscello di un
cespuglio che serviva ad aspergere con il sangue dell'agnello
gli stipiti delle porte. Ma già nel '500 gli umanisti hanno letto in
greco hyssô, che significa "lancia". Da qui deriva la scena della
lancia su cui i soldati hanno messo la spugna imbevuta di aceto
accostata alle labbra di Gesù morente.
Indicando in Giovanni suo figlio,
Gesù si rivolge a sua madre
chiamandola Donna, ad indicare
come sia lei la donna di cui parla
la Bibbia che schiaccia il serpente,
e poi indicandola a Giovanni
come "tua madre", indicando
come la Madonna diventi la
madre di tutti gli uomini.
(come nei quadri di Georges Rouault)
[Vangelo di Giovanni] Le
parole di Gesù: "Tutto è
compiuto" e le parole :
"Chinato il capo, spirò".
Verso le tre Egli gridò ad alta
voce: "Eli, Eli, lamma
sabachtani!", che significa:
"Mio Dio, mio Dio, perché mi
hai abbandonato!" In quel
momento il Signore
pronunziò le sue ultime
parole e morì, lanciando un
altro grido che penetrò il
cielo, la terra e sotto terra.
Tutto era ormai compiuto.»
Spirò..
Il pianto di Dio..
La goccia che cade dal cielo al momento della morte
di Gesù, forse una lacrima di Dio, purifica gli uomini
dal peccato proprio come l'acqua del battesimo .
La lacrima di Dio che provoca il terremoto alla morte di Gesù è un
accenno ad una possibile valenza teologica e simbolica della passione
Il terremoto ...molto vistoso nel film...come aveva minacciato Gesù:
"Distruggerò questo tempio". L'annuncio della distruzione del tempio si
trova nei Vangeli di Marco e Matteo, e fa parte delle delle accuse che
porteranno Gesù alla condanna. Nel momento della morte di Gesù si ha
non solo la rottura del velo, ma la fine della vecchia struttura templare.
Questo è un elemento teofanico - una manifestazione di Dio - ripresa
nell'Apocalisse dove i terremoti - grandi manifestazioni di Dio squarciano la grande città di Babilonia, simbolo del potere.
Spezzare le gambe ai condannati era un modo per velocizzarne la
morte, ma questo a Gesù non viene fatto, e questo assume una duplice
valenza. Non solo la Bibbia aveva annunciato che al Messia non
sarebbero state spezzate le ossa, ma l'agnello pasquale andava
mangiato senza spezzarne le ossa. "Foste liberati con il sangue
prezioso di Cristo" (Prima Lettera di Pietro 1,19); "Il Sangue di Gesù ci
purifica da ogni peccato" (Prima Lettera di Giovanni 1,7) "Ci ha liberati
dai nostri peccati con il suo Sangue" (Apocalisse 1,5).
Cassius. Figura leggendaria che ritroviamo nei Diari di Emmerich....si battezzò
con il nome di Longinus e fu quindi sepolto in Italia, nei pressi di Mantova.
[Vangelo di Giovanni] pratica romana del crurifragium, la spaccatura delle tibie
per affrettare la morte dei crocifissi. Nel film l'ufficiale che dà l'ordine di
spaccare le tibie dice in latino crura. Ai due crocifissi con Gesù viene fatto il
crurifragium mentre a Gesù, già morto, per ordine dell'ufficiale viene dato il
colpo di grazia e dal fianco esce sangue ed acqua. Questa scena del film è
tratta dalle immagini medievali, dalle iconografie tradizionali, dove il sangue che
fluisce abbondante e purifica, lava l'ufficiale che ha dato l'ordine. L'uscita di
sangue e acqua chiude la parte che riguarda Giovanni.
Satana in un Golgota inaridito simile all'inferno, urla contro il cielo. Pensava di
aver vinto, ma il sacrificio di Gesù lo sconfigge togliendogli le chiavi dell'inferno,
così il suo grido di vittoria si trasforma nell'agonia della sconfitta.(3) In tutto il
film c'è un crescendo di Satana: da solo all'inizio...sempre con più gente
dopo...sembra che sta per vincere...ma alla fine sprofonda nelle visciere...! Alla
fine il diavolo è sconfitto. Questo corrisponde a un testo giovanneo: "Quando
sarò innalzato da terra… il principe di questo mondo sarà cacciato fuori" (Gv
12,31)
Deposizione dalla croce
– La Pietà..
La Resurrezione,l'evento non ha testimoni, perchè alla resurrezione bisogna crederci
spinti solo dalla Fede. - La risurrezione è presentata in modo molto discreto, secondo il
modello giovanneo del lenzuolo che si affloscia. Compare anche di profilo la figura di
Gesù ritto in piedi. Anche questo è giovanneo. Però la presenza di Gesù nella tomba,
non più disteso, ma ritto in piedi, non corrisponde a nessun testo evangelico perché
Gesù non appare nella tomba, dove ci sono uno o due angeli, come testimoni. Egli
appare solo fuori della tomba. Il regista ha fatto questa scelta: la pietra si apre, entra la
luce e poi la figura di Gesù vivo. Gibson ha risolto così il problema, perché la resa della
risurrezione è difficile. E' più facile raccontare per filo e per segno la passione, la morte e
tutte le sequenze di torture che non la realtà della risurrezione, non sperimentabile con
gli occhi, ma solo attraverso la fede.Il punto nodale del film è costituito dalla croce e
dalla resurrezione di Gesù, in cui si compie una volta per sempre il disegno salvifico di
Dio (Eb 9,26).
Corpo completamente guarito eccetto i buchi dei chiodi. dentro il
sepolcro, circondati da pareti di roccia. Si sente un rumore di
pietra che si sposta, si vede una luce, le bende funebri si
afflosciano svuotate dal di dentro (proprio così indica il verbo
greco nei Vangeli: ecco perché i primi che arrivarono al sepolcro
rimasero sconcertati), Gesù nel suo corpo risorto, forte e
bellissimo, con le mani forate dai chiodi e il volto di chi torna da un
lungo viaggio.
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