I diritti dei bambini
Realizzato dalla classe IV D
Scuola Primaria Pirotta - Roma
Anno scolastico 2012-2013
Insegnanti Piero Trivieri, Katia Meloni, Danila Paonne
PERCHÈ QUESTO PROGETTO
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Poter crescere sani, studiare, avere una famiglia,
giocare, dire quello che si pensa: tutto questo è
naturale? No, perché in tanti paesi del mondo i bambini
non hanno queste possibilità: 250 milioni di bambini
lavorano, soprattutto in Asia e in Africa.
Oltre a questo problema ce ne sono altri ugualmente
T
gravi: 150 milioni di bambini
soffrono di malnutrizione
e 125 milioni non vanno a scuola.
Il 20 novembre 1989 è una data importante per i
bambini di tutto il mondo: quel giorno, infatti,
l’organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha
approvato, dopo vari anni di lavoro, la Convenzione
Internazionale sui Diritti dell’Infanzia.
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È documento che stabilisce quali sono i diritti dei bambini
e che cosa si deve fare per rispettarli e metterli in pratica.
Numerosi stati, fra cui l’Italia, hanno aderito alla
Convenzione che è entrata in vigore il 1° settembre 1990.
Tutti gli adulti e i bambini dovrebbero conoscere la
Convenzione, per discutere insieme e capirne il grande
valore. È un testo lungo composto da 54 articoli, scritti in
un linguaggio tecnico e un po’ difficile.
Per capirne il contenuto, nel novembre 1990 “Il giornale
dei Bambini” ha invitato ragazzi e insegnanti a riscrivere
con parole più semplici i diversi articoli della Convenzione.
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I diritti sono dei bisogni a cui non è possibile
rinunciare, essi sono fondamentali, ci consentono
di crescere nella pace e nell’armonia e di vivere
serenamente.
Essi vanno difesi e non confusi con i capricci di
alcuni bambini.
L’UNICEF è un Organismo internazionale che ha il
compito di intervenire nelle situazioni
d’emergenza in difesa dei bambini che soffrono la
fame, che sono malati, maltrattati e in pericolo a
causa della guerra.
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Il fanciullo è registrato
immediatamente al
momento della sua
nascita e da allora ha
diritto a un nome, ad
acquisire una
cittadinanza e, nella
misura del possibile, a
conoscere i suoi
genitori e a essere
allevato da essi.
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Ogni bambino ha
diritto ad avere
una casa e una
famiglia.
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Il fanciullo ha diritto
alla libertà di
espressione. Questo
diritto comprende la
libertà di ricercare,
ricevere e divulgare
informazioni e idee di
ogni specie,
indifferentemente
dalle frontiere, sotto
forma orale, scritta
stampata o artistica o
con ogni altro mezzo
a scelta del fanciullo.

Gli Stati riconoscono il diritto del minore di godere del miglior
stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di
riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore
sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi.
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Ogni bambino ha
diritto ad essere
accudito.
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Ogni bambino ha il diritto di ricevere
un'istruzione.
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Ogni bambino
ha il diritto di
mantenere la
sua cultura,
professare la
sua religione e
parlare la sua
lingua.
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Ogni bambino ha
diritto al gioco e
ha il diritto ad
essere protetto
dal lavorare in
posti o in
condizioni che
possono
danneggiare la
sua salute o
impedire la sua
istruzione.
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Ogni bambino
ha il diritto ad
essere protetto
dal lavorare in
posti o in
condizioni che
possono
danneggiare la
sua salute o
impedire la sua
istruzione.
COSA ABBIAMO IMPARATO
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La Convenzione sui diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza è composta in tutto da 54
articoli, ma la maggior parte dei restanti
articoli riguarda il modo in cui gli adulti e i
governi dovrebbero collaborare per assicurarsi
che vengano rispettati tutti i diritti dei bambini
e dei ragazzi.
Ora sai che più la gente capisce che i bambini e
i ragazzi hanno dei diritti, più sarà disposta ad
aiutarli ad avere tutto ciò che serve loro per
crescere sani, sicuri e liberi.
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Per capire quanto siano importanti questi
diritti, oltre a studiarli, abbiamo visto e
analizzato un bellissimo film cinese “Non uno
di meno”.
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“Non uno di meno” è stato girato
da Zhāng Yìmóu, il regista di
“Lanterne rosse”, e racconta la
realtà scolastica della Cina
rurale.
Wei Minzhi, una ragazzina di soli
tredici anni, viene nominata
supplente in una scuola
elementare. Si occuperà
dell’intera scolaresca e non
dovrà prendere neppure uno
scolaro per ricevere il compenso
di dieci yuan.
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Il film è ambientato in un villaggio
molto povero, senza elettricità né
acqua corrente. La scuola è priva di
tutto perfino dei gessi che il maestro
Gao usa con molta parsimonia.
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La maestra Wei impreparata all’insegnamento
riesce con difficoltà ad imporre attenzione e
ordine ai suoi allievi.
L’improvvisa assenza di uno dei suoi alunni la
costringerà ad affrontare un viaggio disagevole e
una faticosa ricerca in città.
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Dopo vari tentativi con pazienza e caparbietà
l’avventura si concluderà positivamente, la
maestra Wei grazie ad un programma televisivo
ritroverà il suo scolaro e diventerà famosa.
Il villaggio riceverà delle donazioni che verranno
utilizzato per ricostruire una nuova scuola.
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Il maestro Gao per accudire sua madre la scuola lascerà
 e i suoi 28 alunni alla supplente Wei affiderà
 al suo ritorno non uno di meno ne troverà.
Wei prova a cantare e lavorare con grande difficoltà
 a poco a poco tutti gli allievi conquisterà
ma una mattina Zhang Huike all’appello non risponderà.
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Zhang Huike ha lasciato la scuola per lavorare in città
 e aiutare la sua famiglia in gravi difficoltà.
 L’intera classe la maestra aiuterà
e alla fabbrica di mattoni si recherà.
Il denaro per il viaggio guadagnerà
di buon mattino di nascosto dal capo villaggio la maestra
partirà.
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Testarda e coraggiosa per ritrovare Zhang Huike in città si
avventurerà
 manifesti e annunci l’intrepida maestra tenterà.
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Ma Zhang Huike sperduto nella città giammai ascolterà
 allora solo la televisione il suo problema risolverà.
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Senza documenti le parole della maestra nessuno ascolterà
 e una notte fuori dal cancello trascorrerà.

L’indomani però il buon presidente la povera Wei accoglierà
 e un annuncio televisivo le consentirà.

Alla tv di un ristorante Zhang Huike la sua maestra in lacrime
riconoscerà
 e il suo appello commosso ascolterà.

Finalmente la maestra il suo alunno abbraccerà
 e nella sua scuola NON UNO DI MENO vi sarà.
E questi siamo noi!
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