Scuola Primaria di Piobesi Torinese
Anno scolastico 2009-2010
Classi 4^A e 4^B
FIERA D’AUTUNNO DI PIOBESI
17-11-2009
Tema della manifestazione: l’antica
Chiesa di San Giovanni ai campi nel
centenario della proclamazione a
monumento nazionale.
I Santi parlano … Ricerca sui santi
protettori di Piobesi.
Il percorso didattico
Contenuti / Attività
VISITA GUIDATA ALL’ANTICA CHIESA
Informazioni storiche
Osservazione e lettura degli affreschi (XI –
XVI secolo)
La tecnica dell’affresco
Individuazione tra i vari personaggi dei
quattro santi protettori di Piobesi
VAI A FOTOGRAFIE DELLA VISITA
VAI A QUADERNO ALUNNI PAG.1
LA VISITA GUIDATA: CHE COSA
RICORDI?
Raccolta delle informazioni memorizzate o
appuntate e condivisione a piccoli gruppi
Stesura di un breve testo di gruppo
Successiva condivisione a livello di classe
RACCOGLIAMO LE IDEE …
VAI A QUADERNO ALUNNI PAG.2
Riferimenti alla Programmazione
d’Istituto
 Unità di apprendimento /
obiettivi
 Arte e immagine
 UA3 – OF
 Conoscere, rispettare e
valorizzare i beni artistici del
territorio
 Intuire l’idea di tutela del
patrimonio artistico
 UA1 – OS
 Osservare e leggere vari tipi di
immagine
 Italiano
 UA3 – OS
 Cogliere le informazioni
essenziali di una
comunicazione verbale
 UA2 – OS
 Produrre testi scritti …
LA RELIGIOSITA’ NEL NOSTRO TERRITORIO
VAI A QUADERNO ALUNNI PAG.3
Riflessione sull’idea di “spazio sacro” e di
“segno religioso” (testo di religione;
collegamenti con la programmazione di
storia)
I SANTI PROTETTORI DI PIOBESI: San
Giovanni Battista, Sant’Antonio Abate,
San Sebastiano, San Rocco
Raccolta d’informazioni sui santi e ricerca
delle tradizioni religiose locali a loro
riferite
Fonti scritte:
Sito internet “Wikipedia”;
“Piobesi nei dodici secoli della sua storia”
di Michele Tamagnone
Fonti orali:
interviste a familiari e conoscenti degli
alunni
Condivisione delle notizie raccolte
Stesura dei testi, come narrazione dei
santi in prima persona
VAI A LA PAROLA AI SANTI
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Religione
UA1 – OS
Leggere ed interpretare i segni
religiosi presenti nell’ambiente
Italiano
UA4 – OS
Leggere, ricercare e confrontare
le informazioni
Storia
Dalle Indicazioni nazionali:
ricavare da fonti di tipo diverso
conoscenze semplici su
momenti del passato locale
Religione
UA4 – OS
Conoscere tradizioni ed
espressioni della religiosità del
territorio
Riconoscere nei santi la fedeltà
coraggiosa a Gesù Cristo e al
Vangelo

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PRESENTAZIONE DEL LAVORO
SVOLTO: realizzazione di un
cartellone a fumetti
Caratterizzazione e rappresentazione
dei quattro santi (abbigliamento –
oggetti – animali - ambienti)
 GUARDA IL CARTELLONE
Le fotografie degli affreschi
LA PAROLA A …
San Giovanni Battista
“Sono Giovanni il Battista, proprio a me è dedicata la chiesa “ai campi” che sorge su
un’antichissima fonte battesimale e sono raffigurato sull’affresco esterno sulla porta
d’ingresso … da più di mille anni perciò i Piobesini mi ricordano, mi pregano …
Sono un santo un po’ privilegiato perché sono cugino di Gesù … Come sapete, i miei
genitori, Zaccaria ed Elisabetta, non erano più molto giovani e quando sono nato mio
padre quasi non ci credeva … Sono stato un dono di Dio e, pensate un po’, la mia
nascita è stata annunciata dallo stesso Arcangelo Gabriele che annunciò quella di
mio cugino …. e quando Maria venne a trovare mia mamma, non potei fare a meno
di sussultare di gioia! Per questo dicono che sono il più grande dei profeti!
Diventato adulto me ne andai nel deserto a vivere in povertà e preghiera … iniziai a
predicare alla gente la necessità di cambiare vita, di convertirsi … Molti venivano a
farsi battezzare nel fiume Giordano assumendosi l’impegno di vivere secondo gli
insegnamenti del Signore Dio … pensate che anche Gesù venne a farsi battezzare
da me! E’ per questo motivo che mi chiamano “Battista”.
Sono stato coraggioso e non ho avuto paura di predicare, di cercare la verità, di
condannare i cattivi comportamenti; così il re Erode Antipa, infastidito dalle mie parole
e dai miei seguaci, mi fece imprigionare. Poi, per compiacere e premiare la figlia di
Erodiade, Salomé, che aveva ballato ad un banchetto, mi fece decapitare …
Sono stato molto amato dai Piobesini … Anni fa, il giorno della mia festa, il 24 giugno, mi
portavano in solenne processione per festeggiare la mietitura; anche quando il lavoro
dei campi era impossibile per la siccità o per il maltempo, la tempesta e la grandine,
mi portavano in processione con la statua che è custodita nella chiesa dello Spirito
Santo, perché con il dito puntato verso il cielo il Signore Dio concedesse un buon
tempo e la ripresa del lavoro nei campi. Mi onoravano con una processione fino
all’antica chiesa anche a settembre, insieme a Maria…
E così, chissà da quanto tempo, sono uno dei quattro santi protettori di Piobesi …
ciascuno di noi ha una grande statua nella chiesa parrocchiale segno che la
devozione verso di noi è stata negli anni attenta e viva!”
LA PAROLA A…
Sant’Antonio Abate
“Sono Antonio, sono nato in Egitto a Qumans intorno al 251… pensate avrei 1758 anni!!!
I miei genitori erano agricoltori benestanti ed erano cristiani, per questo io sono cresciuto alla scuola del
Vangelo di Gesù. La mia vita non è stata facile: sono rimasto orfano prima dei vent’anni con un grosso
carico di lavoro e di responsabilità e una sorella più piccola… Gesù aveva detto:”Se vuoi essere perfetto,
va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri”Io pensai che dovevo mettere in pratica le sue parole…
così distribuii tutto ciò che possedevo ai poveri, sistemai mia sorella in una comunità e scelsi di fare
l’eremita, cioè di vivere solo, in povertà, per essere più vicino a Dio.
Trascorrevo le giornate pregando tanto e lavorando per vivere e per donare qualcosa a chi ne aveva
bisogno. Con il tempo molte persone vollero starmi vicino… e io mi accorsi che il Signore Dio attraverso
di me guariva chi soffriva nel corpo e nell’anima.
Mi seguirono in tanti per vivere con me e come me, e piano piano formarono delle vere e proprie
comunità.
Con il passare degli anni, anzi dei secoli, un po’ ovunque si invocava il mio aiuto per il mio passato da
agricoltore e per le mie guarigioni, in mio onore si facevano feste e processioni… Mi rappresentano con
un maialino: sì, li allevavo, perché con il loro grasso facevo un unguento per dare sollievo a chi era
colpito dal “fuoco di Sant’Antonio”, una malattia dolorosa, o altre malattie della pelle.
Anche qui a Piobesi, come in altri paesi di queste zone di campagna, mi pregano da tempo… C’era una
chiesetta a me dedicata sulla strada verso Castagnole, con il tempo è andata distrutta ed al suo posto
c’è una grande croce; nella chiesetta c’era un bel quadro che è stato portato nella cappella di San
Sebastiano che ora non c’è più e… chissà! Fin qui si veniva in processione in mio onore e in primavera a
pregare con le Rogazioni.
Ancora oggi, il 17 gennaio, la mia festa, si svolge la Benedizione dei trattori che fino a qualche anno fa
era la Benedizione degli animali…Sapete, gli animali erano una risorsa per il latte, la carne,… ed erano
indispensabili per il lavoro nei campi: perdere un animale in una cascina era una disgrazia!
Gli agricoltori mi offrono i frutti della terra e del lavoro e chiedono al Signore Dio, con il mio aiuto,
protezione per il lavoro in campagna: mi vogliono bene!”
LA PAROLA A…
San Sebastiano
“ Mi chiamo Sebastiano ero un importante ufficiale dell’esercito romano dell’imperatore Diocleziano,
negli anni intorno al 300. A quei tempi i Cristiani erano perseguitati e quando l’imperatore scoprì che
io ero cristiano, mi condannò a morte ordinando di trafiggermi con frecce… non riuscirono ad
uccidermi. Fui curato amorevolmente da una nobildonna e riuscii a guarire. Successivamente
l’imperatore mi fece flagellare a morte e mi fece gettare nella Cloaca maxima. La mia fede in Gesù
era più forte di qualsiasi minaccia o punizione, più forte anche della morte!
Per le numerose ferite e piaghe di cui era coperto il mio corpo sono stato ben presto invocato
durante le epidemie di gravi malattie, come la peste, insieme a San Rocco.
Sapete, la peste, in passato, non risparmiò queste terre… per questo i Piobesini chiesero la mia
intercessione…
Le epidemie potevano distruggere intere famiglie, non esistevano farmaci, cure e si era
completamente impotenti di fronte alle malattie: la guarigione e la salvezza erano affidate a Dio, con
l’aiuto dei Santi.
La peste e le malattie potevano poi diffondersi anche tra gli animali, così indispensabili alla vita
dell’uomo!
Qui a Piobesi avevo una cappella nei pressi dell’antico cimitero, proprio dove ora c’è la piazza a me
dedicata, è andata distrutta ma nelle vicinanze c’è una “mia” croce dove si andava a pregare in
processione per chiedere aiuto e protezione per il lavoro in campagna. Erano le processioni delle
brine, si svolgevano all’inizio della primavera, molto presto al mattino, quando nasce il giorno e fa
ancora freddo, avvenivano nei tre giorni successivi alla Pasqua… Si partiva dalla chiesa e si faceva
un lungo giro per strade, sentieri e campi in modo da poter vedere proprio tutto il territorio della
parrocchia e si andava verso le croci e i piloni sparsi qua e là. Durante il percorso e nei punti
prestabiliti si svolgevano le Rogazioni, preghiere e implorazioni in latino per chiedere al Signore Dio
di risparmiare il raccolto dalla tempesta e la popolazione delle malattie, dalla fame e dalla guerra …
Partecipavano proprio tutti in modo solenne … anche i bambini come voi!”
LA PAROLA A…
San Rocco
“Sono il più giovane dei quattro santi protettori anche se ho sicuramente più di 600 anni! Sono
nato in Francia a Montpellier intorno al 1350 e sono morto giovane, a poco più di 32 anni, a
Voghera. I miei genitori Jean e Libère De La Croix erano ricchi e benestanti, profondamente
cristiani e si dedicavano ad opere di carità. Anch’io, come Sant’Antonio, rimasi orfano
giovanissimo e decisi di seguire Gesù vendendo i miei averi ed entrando nell’ordine dei
Francescani. Capitai in Italia, nel Lazio, vicino a Viterbo nel momento in cui si diffuse la peste …
non ne ebbi paura e mi misi al servizio dei malati chiedendo per loro la guarigione … Il Signore
Dio si servì di me per compiere i miracoli e guarire anche un cardinale che mi fece conoscere il
Papa. Viaggiai molto sempre per confortare e assistere i malati finché anch’io mi ammalai di
peste e fui allontanato dalla città e trovai rifugio in un bosco. Qui un cane mi salvò dalla fame
portandomi ogni giorno un tozzo di pane … il Signore Dio non mi abbandonò e forse aveva
ancora bisogno di me e mi guarì. Per strane vicende politiche fui arrestato e trascorsi ben cinque
anni in prigione, dove morii dopo aver ricevuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i
malati di peste.
Sono conosciuto un po’ in tutta Europa, infatti non c’è paesino o borgata che non abbia almeno
un pilone, un quadro votivo o una statua a me dedicata …
Nel periodo delle epidemie di peste sono stato molto invocato e pregato perché sono considerato
un vero e proprio guaritore di questa terribile malattie; ancora oggi si chiede il mio aiuto contro le
gravi malattie contagiose. Ma il mio sguardo ed il mio aiuto sono rivolti anche agli animali, miei
amici, importanti per la vita e per il lavoro in campagna … Ecco perché gli agricoltori ancora oggi
mi invocano in caso di maltempo, tempesta o siccità. Qui a Piobesi nel 1757 mi hanno costruito e
dedicato una bella chiesetta, è tenuta bene e amata dalle persone del borgo e ogni anno, il 16
agosto, quando vengo ricordato e festeggiato un po’ ovunque, viene celebrata la Santa Messa.
Una volta la mia festa era ancor più sentita … forse perché tanti lavoravano in campagna … si
celebrava in modo solenne facendo anche la processione per le strade del paese e banchettando
in compagnia!”
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Quarta A e B (in Power Point