Taranto, 21 novembre 2011
L’accesso al credito delle micro e piccole imprese come fattore di sviluppo dell’economia:
scenario finanziario e presentazione del progetto
Francesco M. Renne
presidente commissione nazionale di studi sulla ”FINANZA INNOVATIVA” – CNDCEC
presidente AICEF – associazione italiana commercialisti esperti in finanza, governance e borsa
docente fondazione CUOA e coordinatore tematico OSSERVATORIO LEGISLAZIONE & MERCATI
Quali le iniziative della Professione?
Numerose sono le iniziative prese dall’attuale Consiglio nazionale,
tramite le sue Commissioni di studio, sulle tematiche finanziarie:
• un documento sulla crisi dei mercati finanziari, contenente delle proposte operative
sulla fiscalità dell’indebitamento e sui finanziamenti agevolati, nonchè un glossario
tematico divulgativo;
• un protocollo d’intesa con il ministero delle politiche comunitarie in tema di
finanziamenti agevolati;
• decine di convegni a livello territoriale sulle tematiche finanziarie d’impresa;
• un protocollo con Borsa Italiana propedeutico ai corsi di specializzazione nei processi
di quotazione e nella governance di società quotate; si stanno predisponendo le linee
guida per la redazione dei business plan e, di concerto con il MSE la definizione
dell’obbligo di certificazione degli stessi quando presentati per finanziamenti pubblici
e/o interventi sull’equity;
• da ultimo, al Congresso di ottobre è stato presentato un progetto, ora in fase di test sui
territori, teso a promuovere un migliore accesso al credito per le MPMI tramite un
protocollo d’intesa tra Cndcec, Abi Unioncamere che vedrà il commercialista con il
ruolo di “attestatore” degli asset delle MPMI.
Come sta cambiando la Professione del Commercialista?
la professione sta cambiando rapidamente, non più con il solo focus sugli
aspetti “tradizionali” (fiscali, bilancistici e concursuali) ma anche riportando al
centro delle sue competenze, con un attento sforzo formativo, i temi della
consulenza aziendale e della finanza, svolgendo un ruolo di:
•
•
interfaccia culturale..
una fase definibile come propedeutica: cultura d’impresa e preparazione alla
governance aziendale ed alla trasparenza dell’informativa di bilancio “trasmessa”
tramite il commercialista al sistema finanziario;
•
•
..competenze tecniche..
una fase definibile come funzionale: attraverso il ricoprire incarichi sociali quali
Collegio sindacale, quali membri indipendenti del Consiglio di Amministrazione
(soprattutto se nominati dalle liste di minoranza ed a tutela quindi degli
investitori) e anche quali membri degli Organismi di Vigilanza ai sensi della L.
231/2001 (funzione, questa, a contenuto sempre più aziendalistico, oltre che
legale);
•
•
..innovazione di contenuti..
una fase definibile come accessoria: attraverso le competenze tecniche che
qualificano la Professione quale attrice nelle valutazioni di investimento (analisi
finanziarie, per le aziende e per i privati) anche nel “nuovo” contesto MIFID, e
nei processi di quotazione.
Il ruolo dei Commercialisti a supporto delle imprese..
Una partita: il ruolo tecnico e sociale dei 110mila
commercialisti..
i commercialisti costituiscono per le imprese una vera propria
“cinghia di trasmissione”: con lo Stato, con il mondo della finanza,
con le opportunità di agevolazione o di internazionalizzazione
fanno di formazione, deontologia e indipendenza, le caratteristiche
proprie di un’offerta di consulenza ed assistenza, non solo fiscale,
assolutamente unica e non riproducibile da altri attori
come è di tutta evidenza, sono i veri detentori della relazione
con le imprese e con gli imprenditori, nelle loro scelte finanziarie,
di crescita e di pianificazione del passaggio generazionale
Lo scenario del nostro sistema - imprese..
Una fotografia: il contesto specifico del sistema Italia..
tessuto di MPMI, con un elevato tasso di sottocapitalizzazione
e soprattutto di sovraesposizione nel breve termine con tempi
medi di pagamento abnormi rispetto la media UE, il tutto
in un sistema essenzialmente bancocentrico
esigenza di favorire la crescita dimensionale e di produttività ,
al fine di recuperare competitività-paese e sostenere
i processi di internazionalizzazione “virtuosa”
esigenza di riequilibrare e razionalizzare il carico tributario
sulle imprese, in specie favorendo le aggregazioni, la premialità
agli investimenti e alla capitalizzazione, rivedendo la tassazione
sull’indebitamento e disincentivando il ricorso al sommerso
MPMI, definizioni:
Le microimprese, le piccole o medie imprese vengono definite in funzione del loro
organico e del loro fatturato ovvero del loro bilancio totale annuale.
Una media impresa è definita come un'impresa il cui organico sia inferiore a 250
persone e il cui fatturato non superi 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuale
non sia superiore a 43 milioni di euro.
Una piccola impresa è definita come un'impresa il cui organico sia inferiore a 50 persone e il cui fatturato o il
totale del bilancio annuale non superi 10 milioni di euro.
Una microimpresa è definita come un'impresa il cui organico sia inferiore a 10 persone e il cui fatturato o il totale
di bilancio annuale non superi 2 milioni di euro.
%
Occupazione
Valore aggiunto
Fatturato
MPMI
99,92
81,7
72,5
72
Micro
94,81
47,6
33,9
34
Piccole
4,61
21,4
22,5
22
Medie
0,50
12,7
16,1
16
Fonte: ISTAT – 2008
L’eccesso di indebitamento a breve del sistema imprese
(dati aggregati) – Fonte: Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria, novembre 2011
I tempi di pagamento alle imprese,
confronto Italia-Europa, 2009-2010
(val. in giorni)
Fonte: Confartigianato
2009
2010
Differenza 2009-2010
Italia
UE
Italia
UE
Italia
UE
Privati
70
41
70
39
0
-2
Aziende
88
57
96
55
8
-2
Pubblica
Amministrazione
128
67
186
63
58
-4
Nella successiva tabella si riporta l’andamento per classi
dimensionali a confronto, nel pieno della crisi
Fonte: Banca d’Italia, 2010a - pagina 26, valori in %
L’evoluzione dei volumi di indebitamento e del costo del denaro
Fonte: Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria, novembre 2011
Quale ruolo per i commercialisti nel rapporto banca-impresa?
da quali premesse logiche?..
•
•
•
•
•
•
debolezza finanziaria delle MPMI italiane;
esistenza di un gap di “linguaggio logico” e di “transparency”
tra banche e imprese;
non esiste un “diritto al credito”, ma un “merito creditizio”;
l’assegnazione del “rating” spetta al soggetto finanziatore, ma la
“criteriologia essenziale” dovrebbe essere conosciuta e resa
disponibile;
deve essere garantita “trasparenza reciproca” (nei tempi, nelle
informazioni, nei costi, ma anche nella documentazione contabile
e nel monitoraggio andamentale e valutativo) contrazione della
dinamica del credito, anche in prospettiva;
difficoltà di misurazione puntuale del rischio specifico in taluni
settori/classi dimensionali;
Come le banche comunicano il rating alle imprese? / 1
Fonte: CUOA – Osservatorio Legislazione & Mercati (2010/2011)
La conoscenza del rating
aziende
banche
La sua imp re sa co no sce il g iud izio d i ra ting e me sso d a lle
b a nche co n cui la vo ra ?
60,0%
52,6%
50,0%
42,1%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
5,3%
0,0%
Si, sempre, tutte la banche No, mai, nessuna banca,
Solo alcune banche
comunicazione e spiegano comunica e spiega il rating comunicano e spiegano il
il rating
rating
Il siste ma b a nca rio co munica e sp ie g a a lle imp re se il g iud izio d i
ra ting ?
90,0%
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
76,9%
7,7%
15,4%
Sì, sempre, tutte la banche No, mai, nessuna banca,
Solo alcune banche
comunicazione e spiegano comunica e spiega il rating comunicano e spiegano il
il rating
rating
Come le banche comunicano il rating alle imprese? / 2
Fonte: CUOA – Osservatorio Legislazione & Mercati (2010/2011)
63,0%
62,7%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
25,4%
22,2%
14,8%
11,9%
10%
0%
Le banche comunicano in
Le banche comunicano in
modo chiaro e punt uale il modo impreciso e superf iciale
rat ing consent endo alle
il rat ing impedendo alle
imprese di adot t are scelt e
imprese di adot t are scelt e
coerent i con il giudizio
coerent i
Aziende
Banche
Le banche si rif iut ano di
comunicare il rat ing
Come potrebbe evolvere l’intervento del professionista a
supporto delle imprese in tale fase congiunturale? / 1
Fonte: CUOA – Osservatorio Legislazione & Mercati (2010/2011)
Il ruolo del professionista
aziende
banche
Ne l ra p p o rto co n la b a nca e ne lle richie ste d i fina nzia me nto ,
ritie ne imp o rta nte il ruo lo d e l p ro fe ssio nista ?
80,0%
68,4%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
31,6%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
No, il professionista si deve occupare
solo del bilancio e della tassazione
Sì, il professionista deve rappresentare
un anello di congiunzione tra l’impresa e
la banca
Ne l ra p p o rto co n l’imp re sa e ne lle richie ste d i fina nzia me nto ,
ritie ne imp o rta nte il ruo lo d e l p ro fe ssio nista ?
90,0%
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
84,6%
15,4%
No, il professionista si deve occupare
solo del bilancio e della tassazione
Sì, il professionista deve rappresentare
un anello di congiunzione tra l’impresa e
la banca
Come potrebbe evolvere l’intervento del professionista a
supporto delle imprese in tale fase congiunturale? / 2
Fonte: CUOA – Osservatorio Legislazione & Mercati (2010/2011)
50%
40,7%
45%
40%
35%
25,9%
30% 23,3%
25%
16,7%
20%
15%
10%
5%
0%
delle esigenze f inanziarie dialogo e di negoziazione
con la banca
25,9%
23,3%
7,4%
Capacit à di support are leAssist enza nell’at t uazione
Maggiore consapevolezza Maggiore capacit à di
delle imprese (t esoreria e
36,7%
scelt e di bilancio e
ef f icace della st rat egia
f inanziarie dell’impresa in
d’impresa
pianif icazione
un’ot t ica di t rasparenza
f inanziaria)
inf ormat iva
Aziende
Banche
La rischiosità del sistema imprese
Fonte: Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria, novembre 2011
La percentuale di imprese con oneri finanziari > al 50% del MOL / 1
(dati aggregati) – Fonte: Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria, novembre 2011
La percentuale di imprese con oneri finanziari > al 50% del MOL / 2
(dati aggregati) – Fonte: Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria, novembre 2011
Cosa dovremo aspettarci con Basilea 3?
Entro del 2012 la fine, anche in risposta agli effetti dovuti alla crisi del 2008/2009 sui mercati e
sugli intermediari finanziari, il sistema internazionale delle regole sui requisiti patrimoniali delle
banche adotterà un nuovo schema regolamentare – c.d. Basilea 3 – che sostituirà l’attuale
accordo di Basilea 2.
Le regole proposte mirano, per un verso, a rafforzare l’adeguatezza del capitale delle banche
(operando tramite una stringente definizione del patrimonio di vigilanza e un miglior
monitoraggio e controllo dei rischi di mercato, di credito e di controparte) e, dall’altro, a
rendere più stabile il settore finanziario (agendo sia sulla condivisione di rules operative sui
mercati che tramite una migliore gestione della liquidità).
Inoltre pare saranno introdotti un leverage ratio più stringente (definibile come un rapporto
massimo tra le esposizioni anche fuori bilancio ed i requisiti patrimoniali di vigilanza) e nuove
regole per gli operatori.
Se tali modifiche possono intuitivamente avere il pregio di rafforzare la “tenuta” del sistema
finanziario e cercano di prevenire l’involuzione verso nuove crisi, occorre però porre la massima
attenzione tanto nell’evitare il perpetuarsi di effetti sistemici prociclici, intervenendo sui sistemi
di attribuzione dei rating di merito creditizio, quanto nell’evitare che i nuovi (e quindi più
stringenti) requisiti patrimoniali si traducano in politiche eccessivamente restrittive del credito.
Per un credito davvero accessibile per le MPMI e davvero
affidabile per le banche / 1
È un progetto ambizioso e di largo respiro che coinvolge il Consiglio Nazionale dei Dottori
Commercialisti e degli Esperti Contabili, l’Unioncamere ed ABI, finalizzato a ridurre l’asimmetria
informativa tra banche ed imprese, assicurando così una valutazione del merito di credito
basata su tutti gli elementi caratterizzanti e veritieri dei prenditori che possa migliorare le
possibilità di accesso al credito per questi ultimi.
L’obiettivo del progetto non è quello di fornire uno strumento che si sostituisca alla valutazione
del merito creditizio che la banca fa, bensì quello di conferire maggiore attendibilità ai dati di
input che quest’ultima inserisce nei propri modelli di analisi.
È un percorso graduale, condiviso tra i vari attori del progetto, che passa attraverso una fase di
test su base regionale, attualmente in fase di kick-off, in alcune aree significativamente rilevanti,
e successivamente – affinati i meccanismi operativi – estendere l’iniziativa a tutto il territorio
nazionale.
Per un credito davvero accessibile per le MPMI e davvero
affidabile per le banche / 2
In particolare, si immagina di individuare un professionista dotato di requisiti di onorabilità e
professionalità, ma anche di autonomia e indipendenza (cd. principio di terzietà) rispetto
all’impresa interessata, secondo un apposito Elenco tenuto da Unioncamere o da Camere di
Commercio locali tramite l’intervento degli ODCEC territoriali.
Ai fini della permanenza in detto Elenco, il professionista dovrà prendere parte a specifici
percorsi di aggiornamento professionale, secondo modalità che verranno successivamente
stabilite con apposito regolamento e dovrà possedere apposita copertura assicurativa data la
previsione della responsabilità extracontrattuale nei confronti dei terzi (le banche) nei casi di
dolo o colpa grave.
Per un credito davvero accessibile per le MPMI e davvero
affidabile per le banche / 3
Compito del professionista sarà quello di valutare taluni specifici asset - fornendo all’uopo una
attestazione di esistenza di dette grandezze - quali ad esempio :
-
crediti vantati nei confronti di qualsiasi soggetto, sia esso pubblico e/o privato;
rimanenze di magazzino;
s.a.l. relativi a commesse in corso di esecuzione;
contratti, finalizzati ad una previsione andamentale del business.
Ad attestazione avvenuta, il professionista rilascerà all’impresa una dichiarazione che
quest’ultima utilizzerà nei propri rapporti con il sistema bancario, al momento della richiesta
di finanziamento.
Per un credito davvero accessibile per le MPMI e davvero
affidabile per le banche / 4
In prospettiva, da una valutazione puntuale di talune grandezze economico-patrimoniali ovvero di
taluni asset (nel caso delle piccole e micro-imprese principalmente rivolta ad agevolare il
soddisfacimento delle esigenze di cassa) secondo un perimetro da definire congiuntamente,
l’ambito di applicazione del progetto può essere esteso secondo un principio di certificazione a
più livelli fino ad includere valutazioni di più ampio profilo, come quelle sull’attendibilità di alcune
grandezze riportate nei business plan aziendali, in particolare per le start-up o per le imprese che
si rivolgono in banca per finanziare progetti di investimento a medio-lungo termine, ovvero di
valutazione di intangibles assets.
Per un credito davvero accessibile per le MPMI e davvero
affidabile per le banche / 5
Le banche, anche in base a precisi accordi convenzionali che verranno promossi localmente o
anche da Unioncamere, eventualmente assistiti o sostenuti da iniziative legislative, avranno la
possibilità di proporre una politica creditizia mirata su tali fattispecie, garantendo una priorità
nella valutazione del merito di credito dell’impresa che ricorre a questo processo di attestazione e
assicurando altresì tempi brevi di istruttoria.
Singolarmente, le banche potranno poi destinare appositi plafond di credito dedicati, con pricing
convenzionali agevolati, sia per l’effetto sugli “override” che per la eventuale possibilità che la
presenza di tali attestazioni possa determinare, previo parere autorizzativo della Banca d’Italia,
un’ottimizzazione del capitale regolamentare delle banche che adottano il modello di rating
interno avanzato (AIRB) per la misurazione del rischio di credito.
Per un credito davvero accessibile per le MPMI e davvero
affidabile per le banche / 6
1.
CNDCEC
CNDCEC
Commercialista
Commercialista
Professionista
abilitato
abilitato
Impresa
Impresa
Unioncamere
Unioncamere
2.
4.
3.
Banca
Banca
aderente
aderente
ABI
ABI
La “partita” dell’accesso al credito:
CAPACITA’ DI
ANALISI
DISPONIBILITA’
INFORMATIVA
SISTEMA
FINANZIARIO
BILANCIO
GARANZIE
REDDITIVITA’
FLUSSI DI CASSA
PATRIMONIALIZZAZIONE
ANDAMENTALE
..una conclusione?..
il messaggio della proposta che sottende al Protocollo d’Intesa tra CNDCEC, ABI e
UNIONCAMERE, usando a prestito parole che il Presidente nazionale Siciliotti spesso afferma,
è quello non di chiedere per sé stessi ma di proporre qualcosa per il paese;
perché se l’economia del nostro paese funziona si potrà meglio perseguire una politica di
riforme di sistema e, al contempo, affermare, anche nel contesto del mondo della finanza,
l’utilità, e il merito, della stessa nostra Professione.
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Relazione dott. Renne - Ordine dei Dottori Commercialisti di Taranto