Progetto di massima Oasi Cave del Praello realizzato a cura della LIPU di Venezia testi e immagini di Emanuele Stival Venezia, 10/7/2002 © Copyright. La LIPU autorizza la visione e l’uso dei materiali contenuti nel presente progetto (il “Progetto”), esclusivamente a scopo personale, non a fini di lucro, nel rispetto del diritto d'autore e in generale dei diritti di proprietà intellettuale dei materiali contenuti nel Progetto, siano essi originali o copie. È vietata qualsiasi modifica dei materiali presenti sul Progetto, la loro riproduzione, utilizzo in pubblico, distribuzione o qualsiasi altro tipo di utilizzo che sia svolto a scopo commerciale. I materiali presenti nel Progetto sono soggetti a diritto d'autore e il loro utilizzo non autorizzato può violare le leggi sul diritto d'autore, marchi e in generale la normativa applicabile a protezione della proprietà intellettuale. In caso di violazione delle presenti Condizioni l'autorizzazione all'utilizzo del Progetto viene automaticamente revocata e tutto il materiale scaricato o stampato deve essere immediatamente distrutto. Ecco, per cominciare, un’immagine di come sono attualmente le Cave del Praello. Si tratta in sostanza di un’area naturale di origine artificiale ma con elevata biodiversità: 164 specie diverse di uccelli osservati, nonché molte specie rare di rettili, anfibi, mammiferi, pesci e piante. Vincoli attuali - Le cave del Praello assieme alle cave di Gaggio nord, oggi in parte protette come Oasi naturalistica della LIPU, sono riconosciute dalla Comunità Europea come area SIC (Sito di Interesse Comunitario) (codice IT 3250016) in base alla direttiva Natura 2000. La direttiva è stata recepita a livello nazionale con il con D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357. - Sono menzionate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento approvato con provvedimento del Consiglio Regionale n. 382 del 28/5/92 al punto 95 dell’elenco Ambiti Naturalistici di interesse Regionale – Settore Planiziale (ex cave Gaggio sud). - Sono individuate nel P.A.L.A.V. quali cave senili, e normate dall’articolo 20 delle norme tecniche di attuazione, che vieta in tali ambiti interventi che possano “provocare distruzione, danneggiamento, compromissione o modificazione della consistenza e dello stato dei luoghi...”. - Sono classificate “OASI DI PROTEZIONE DELLA FAUNA SELVATICA” della provincia di Venezia, di cui alla L.R. 17/96 (Piano Faunistico Venatorio). - Sono interessate dal corso d’acqua denominato Fossa Storta o Fosso Torto (n° 60 elenco delle acque pubbliche della provincia di Venezia) tutelato ai sensi dell’art. 1 – punto C della legge n° 431/85 (Galasso), valgono pertanto gli strumenti di tutela da applicarsi alle relative fasce di rispetto (150 m.). - Ospitano alcune specie di rettili e anfibi (Tartaruga palustre e Rana di Lataste), tutelate dal Decreto della Presidenza della Repubblica 8 settembre 1997 n° 357 (supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 248 del 23 ottobre 1997). - Vanno considerate ai sensi dell’art. 1 della legge 157/92, habitat di prioritaria importanza in quanto ambienti di sosta e di nidificazione per numerose specie di uccelli minacciate a livello europeo (Strolaga mezzana, Tarabuso, Tarabusino, Nitticora, Garzetta, Airone rosso, Falco di palude, Albanella reale, Sparviere, Poiana, Gheppio), tutelate e inserite nell’allegato alla direttiva 79/409/CEE, 85/411/CEE e 91/244/CEE e recepite nell’art. 2 e allegato 1 della legge 157/92. Il progetto di Oasi prevede una suddivisione dell’area delle cave del Praello in tre zone diverse con vocazioni particolari. Nel complesso l’orientamento generale è volto ad una gestione che privilegi la salvaguardia degli habitat e della flora e fauna presenti, consentendo nello stesso tempo una fruizione ampia. Zona A Tempo libero Zona B Ingresso e accoglimento Zona C Massima tutela Per consentire la raggiungibilità e la percorribilità dell’Oasi è prevista la realizzazione di sentieri, in parte già esistenti, delimitati, ove necessario da palizzate e/o altri sbarramenti atti a indirizzare i visitatori nelle aree dove il transito è consentito. Ecco ora sinteticamente descritte le tre zone e la loro destinazione d’uso. La zona A è dedicata al tempo libero. Pur mantenendo in buono stato gli habitat sarà realizzato un “percorso vita” attrezzato opportunamente…. ….Sempre all’interno della stessa zona sarà possibile realizzare un piccolo stagno recintato diviso in due parti. Nella più ampia troveranno spazio gli uccelli inabili al volo e non più reintroducibili in natura. Nella più piccola le tartarughe esotiche abbandonate. I visitatori, soprattutto i più giovani, potranno così osservarli con calma da vicino .... ….In altri punti adatti si potranno installare dei giochi per i bambini e dei punti di sosta (panchine, tavoli, ecc) anche per pic-nic .... Nella zona B di ingresso e accoglimento trovano posto un centro visite ottenuto restaurando il rudere di una vecchia casa colonica. All’interno potrà essere collocato un piccolo museoguida all’oasi e un servizio di ristoro-bar. Nei pressi dell’ingresso da via Praello potrà essere realizzato un piccolo parcheggio, mentre nel lato nord del centrovisite, all’ombra di grossi alberi saranno piazzati tavoli e panchine per agevolare il ristoro degli escursionisti.... ….nell’area troveranno spazio delle attrezzature e dei pannelli-guida atti ad introdurre e fare da “riassunto” alla struttura naturale delle cave ed agevolare quindi l’osservazione a persone anziane e/o con problemi di spostamento. Si potrà quindi, anche grazie all’assenza di barriere visive, godere di una buona vista sull’ambiente umido delle cave di argilla senili. Nella zona C, di massima tutela, troveranno ampi spazi la realizzazione mirata di capanni di osservazione. Queste struttore permetteranno l’osservazione, la fotografia e lo studio della vita degli animali senza arrecare loro disturbo e consentendo un maggiore avvicinamento. Una torre panoramica consentirà una visione a 360 gradi di tutta l’area delle cave del Praello. Nella parte ovest delle cave, dove è presente un’ampio bacino sarà possibile praticare la pesca sportiva eco-compatibile, con piazzole predisposte dove pescare in silenzio e riducendo l’impatto sull’ambiente. Nella parte centro sud della zona di massima tutela è previsto da parte del Consorzio di Bonifica Dese - Sile, di utilizzare alcune vasche per fitodepurazione. N.B.: i disegni che seguono sono solo esemplificativi e dimostrativi; il progetto reale è in fase di realizzazione da parte del Consorzio di Bonifica Dese - Sile. ... … La realizzazione di ciò, con un minimo impatto ambientale sulle cave, potrà contribuire ad un significativo disinquinamento dell’acqua che transita nella Fossa Storta. ... … L’acqua che entra nelle vasche viene filtrata dalle piante presenti (soprattutto cannucce di palude), che assorbono azoto e fosforo, e quindi restituita a valle più pulita. ... … L’acqua viene quindi reimmessa nella Fossa Storta che successivamente la fa confluire nel fiume Dese e quindi nella laguna di Venezia. Il risultato che si ottiene è ovviamente un disinquinamento di quest’ultima. Nell’area di massima tutela, allo scopo di nascondere la vista dei visitatori agli animali, in modo da non farli fuggire al nostro sopraggiungere e contemporaneamente consentire una più agevole loro osservazione dai capanni, sarà necessario realizzare delle schermature con graticci di cannucce sorrette da pali in legno. In tutta l’area delle cave saranno presenti dei punti di osservazione panoramici e dei punti di osservazione particolari, con tabellature e indicazioni atti ad agevolare la comprensione di ciò che si osserva. Interventi di mantenimento e miglioramento ambientale Vari interventi sono auspicabili per conservare e, se possibile, migliorare la ricchezza floro-faunistica e quindi la biodiversità dell’area delle cave del Praello.