Le normative settoriali
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I rifiuti
• E’ servizio a rilevanza economica
• La disciplina della gestione dei rifiuti nel Codice ambiente
(gestore unico)
• L’organizzazione, l’affidamento e il controllo del servizio di
gestione integrata dei rifiuti sono demandati ad un’Autorità
d’ambito, struttura associativa dotata di personalità giuridica,
alla quale gli enti locali partecipano obbligatoriamente e a cui
sono trasferite le competenze comunali. L’A. elabora il piano
d’ambito.
• Fino all’inizio dell’attività da parte del gestore individuato
dall’Autorità d’ambito secondo le modalità dell’art. 202 i
comuni continuano a gestire con le organizzazioni preesistenti
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I rifiuti (segue)
• Soppressione delle Autorità d’ambito (legge 42/2010). Manca
ancora la legge regionale veneta
• Il Governo ha previsto il protrarsi dell’attività delle Autorità
d’ambito perima con il Milleproroghe 2011, poi con il d. P.C.M.
25 marzo 2011, poi con il Milleproroghe 2012 fino alla fine
2012.
• Art. 3-bis (inserito dal d.l. 1/2012 nel d.l. 138/2011): debbono
essere riconsiderati gli ambiti, non soltanto i soggetti di
governo (ma solo di norma gli ambiti debbono essere almeno
di dimensione provinciale)
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Modalità di affidamento nei rifiuti
• Art. 202: “mediante gara disciplinata dai principi e dalle
disposizioni comunitarie, in conformità ai criteri di cui all’art.
113, comma 7 del Tuel”.
• Una sola modalità di affidamento, mal digerita da
commentatori ed operatori. La regione non poteva disporre
diversamente.
• L’art. 23-bis introduce una diversa disciplina, che “si applica a
tutti i servizi pubblici locali e prevale sulle relative discipline di
settore con esso incompatibili”.
• Quindi l’art. 202 del Codice ambiente resta in vigore, ma per le
modalità di affidamento di applica il 23-bis, che non esclude
del tutto la gestione in house.
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Modalità di affidamento nei rifiuti
• Il regolamento attuativo (d.P.R. 168/2010) dell’art.
23-bis abroga l’art. 202 (tranne che per la
competenza dell’Autorità d’ambito) perché
espressamente autorizzato ad abrogare le norme
incompatibili.
• Il 23-bis viene abrogato per via referendaria.
• Quindi il d.P.R. 168 cade, non avendo più il supporto
legislativo e i suoi effetti abrogativi scompaiono. Si
potrebbe sostenere che l’art. 202 è tuttora in vita.
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Le modalità di affidamento
utilizzabili nei rifiuti
• Se l’art. 202 fosse stato abrogato, tale resterebbe.
• In tal caso le modalità sarebbero anche per i rifiuti
quelle già esaminate:
• - la gara per un gestore terzo o per il gestore socio,
• - la gestione diretta o semi-diretta.
• Ma l’art. 202 è stato riportato in vita, dall’art. 25, c. 2bis del dl n. 1/2012 (v. slide successiva), attraverso un
“rinvio recettizio”, che richiama cioè il contenuto di
quello che era stato l’art. 202. Da questo p.di v.
abrogato o no, è irrilevante.
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Il comma 2-bis dell’art 25 dl.1/2012
• “Per la gestione ed erogazione dei servizi di
gestione integrata dei rifiuti urbani sono
affidate ai sensi del’art. 202 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e nel rispetto
della normativa europea e nazionale
sull’evidenza pubblica, le seguenti attività:
• a)………………
• b)………………………………………………………………”.
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Gli effetti del comma 2-bis dell’art.
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• Nel comma 2-bis citato è “come se” l’art. 202,
dove dice che l’Autorità d’ambito aggiudica il
servizio …mediante gara disciplinata dai
principi e dalle disposizioni comunitarie, fosse
stato riportato in vita.
• Di conseguenza nel settore rifiuti vi è una
norma del diritto interno vigente, quindi non
vi è il vuoto normativo che giustifica negli altri
casi il ricorso alla disciplina comunitaria.
prof. avv. Adriana Vigneri - ottobre 2012
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Conclusione sulle modalità di
affidamento
• Per ottenere che anche nel settore rifiuti si
possano utilizzare le tre (più esattamente due)
modalità di affidamento consentite dalla
disciplina comunitaria, occorre un piccolo
intervento normativo, oppure l’impugnazione
incidentale e quindi l’annullamento da parte
della Corte costituzionale.
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Conclusione sulle modalità di
affidamento
• Per ottenere che anche nel settore rifiuti si
possano utilizzare le tre (più esattamente due)
modalità di affidamento consentite dalla
disciplina comunitaria, occorre un piccolo
intervento normativo, oppure l’impugnazione
incidentale e quindi l’annullamento da parte
della Corte costituzionale.
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Il decreto Ronchi 1997 e il Codice
• Il d. Ronchi disciplinava distintamente le diverse fasi:
• Le attività di servizio (spazzamento, raccolta) costituenti
servizio pubblico in esclusiva
• Le attività di recupero e smaltimento (impiantistiche) aperte
alla concorrenza, in regime di autorizzazione (in applicazione
della pianificazione regionale e provinciale sulla localizzazione
e le caratteristiche degli impianti)
• Il Codice del 2006 aveva invece previsto un affidamento unico
per l’intera gestione del ciclo.
• L’incidenza dell’art. 3-bis sul settore rifiuti.
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Le novità sul possibile contenuto
del contratto di servizio
• L’art. 25, c. 2-bis, riscrivendo l’art. 202, ha agevolato
l’accesso al mercato dei nuovi entranti, privi degli
impianti strumentali alla gestione del servizio.
• Mentre prima si imponeva solo di non discriminare in
sede di attribuzione dei ponteggi, tra chi detenesse
l’impianto e chi ne fosse sprovvisto, ora si prevede
che la “gestione integrata” possa consistere anche
soltanto nell’attività a monte, con il solo avvio allo
smaltimento o al recupero.
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I titolari degli impianti non
aggiudicatari
• Obbligo di consentire l’utilizzazione dgli
impianti da parte dell’aggiudicatario, a tariffe
regolate, e di mettere a disposizione le altre
“potenzialità e capacità necessarie a
soddisfare le esigenze di conferimento
indicate nel piano d’ambito”.
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Il provvedimento che sceglie la
forma di gestione
• Il problema della motivazione del
provvedimento che sceglie la forma di
gestione.
• La scelta va motivata?
• In rapporto a che cosa?
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I trasporti
• Si applica la disciplina del Regolamento CE n.
1370
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Le risorse idriche, il regime attuale
• L’indagine ha modesta rilevanza, stante il
perdurare delle concessioni in corso,
normalmente per tempi lunghissimi. Anche a
questo settore si applica il nuovo art. 34,
comma 14 dl Crescita e sviluppo 2.
• Se si presentano casi di nuovi affidamenti, il
primo problema che si presenta è quello della
motivazione della determinazione che sceglie
la forma della gestione (v. art. 34, comma 13)
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Le risorse idriche, le forme di
gestione
• Gestione diretta anche mediante azienda (art.
114 Tuel, modificato)
• Utilizzabilità dei 3 modelli, o meglio due, in
house providing e gara, per il gestore terzo o il
gestore socio, secondo le regole comunitarie.
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Si applicano al servizio idrico
• - i principi del Trattato, come interpretati dalla
Corte di giustizia
• Le norme del codice contratti che si applicano
alle concessionarie di servizi (art. 30)
• Le norme del Codice contratti sugli appalti, se
di appalto si tratta
• Le norme specifiche non abrogate dell’art. 113
e dell’art. 35
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