GLOBALIZZAZIONE
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GLOBALIZZAZIONI…
16/10/10
SOCIOLOGIA E GLOBALIZZAZIONE
 Globalizzazione come termine ombrello, o parola passepar tout (rischio che il concetto diventi troppo generico e
perda capacità euristica)
 Nuovo dogma? Nuovo nemico? È necessaria una maggiore
definizione analitica
 Interesse della sociologia per la globalizzazione risale ai
“padri fondatori” (Saint -Simon, Comte, Marx, ecc.) in termini
di futuro dell’umanità
VERSO UNA SOCIOLOGIA DELLA
GLOBALIZZAZIONE
 Anni ‘60-’70 del Novecento: i
sociologi iniziano a tematizzare
non episodicamente la
globalizzazione, anche se il
concetto non è stato ritenuto
particolarmente significativo fino
agli anni ’80
 Dal 1989 “il tema della
globalizzazione irrompe con forza
nella sociologia”, fino alla
nascita di una vera e propria
sociologia della globalizzazione
DEFINIZIONI (PLURALI)
 “Il processo in seguito al quale gli stati nazionali sono
condizionati e connessi trasversalmente da attori
transnazionali, dalle loro chance di potere, orientamenti,
identità, reti” ; “società mondiale” (unificata da condizioni e
stili di vita sempre più simili) (Beck)
 “Il prodotto dell’intensificazione delle relazioni sociali
mondiali che legano le diverse località, in maniera tale che gli
avvenimenti di un luogo sono plasmati da eventi che si
verificano a grande distanza e viceversa” ( Giddens, 1994)
 “Comprensione del mondo [e] […] intensificata coscienza
dell’unitarietà del mondo ( Robertson, 1999)
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DEFINIZIONI BIS
 Fenomeno che riguarda la “comprensione dello spazio e del
tempo […] la svalutazione dell’ordine in quanto tale”
(Bauman, 1999). Globalizzazione sostituisce il concetto di
universalizzazione quando appare chiaro che non ha nulla a
che fare con la natura intenzionale e controllata implicita in
u.
 “…un processo comprendente stati, organizzazioni
internazionali, gruppi economici multinazionali, associazioni e
gruppi di pressione, che agiscono in modo sistematico allo
scopo di espandere alla totalità del globo l’economia di
mercato [e] i suoi modelli di organizzazione internazionale
della produzione, di governo delle imprese, di tecnologia, di
scambi commerciali e mercato del lavoro; nonché sistemi
politici, tratti culturali e mezzi di comunicazione che siano
con quello coerenti” (Gallino, Dizionario di sociologia)
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WALLERSTEIN: IL SISTEMA-MONDO
(WORLD-SYSTEM THEORY)
 Immanuel Wallerstein, nato nel 1930; “The Modern WorldSystem” (4 volumi pubblicati a partire dal 1974)
 Preferisce l’etichetta “sistema -mondo” al termine
globalizzazione, ritenuto fuorviante; ciò che viene comunemente
definito globalizzazione non è che “un aspetto dell’economia
mondo-capitalista” (globalizzazione caratterizza il capitalismo
sin dalle origini)
 La teoria del sistema-mondo emerge dall’insoddisfazione per la
più ristretta teoria della modernizzazione, che analizzava le
società solo in modo comparativo (con l’Occidente come punto di
riferimento)
 Nel tempo cambia la reazione alla globalizzazione: nelle
democrazie contemporanee i lavoratori richiedono protezione
agli Stati poiché schiacciati dal sistema.
 Anche la “flessibilità” non è una condizione nuova; il
cambiamento rilevante riguarda la velocità con cui vengono
prese le decisioni
 Per W. Il mondo è un unico sistema, che si impone mediante
l’affermazione a livello globale del capitalismo
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WALLERSTEIN E L’ECONOMIA MONDIALE
CAPITALISTICA
 Economia mondiale capitalistica è caratterizzata da:
 Mercato unico (dominato da massimizzazione profitto)
 Strutture statali che cercano di ostacolare il “libero” funzionamento
del mercato
 Suddivisione più che in classi in spazi: centrali, semicentrali,
periferici (divisione del lavoro a livello mondiale)
 Contraddizioni interne:
 Mentre il capitalismo costruisce uno spazio economico universale
(“divisione del lavoro”, “mercato globale”), il mondo continua a
essere diviso in stati sovrani con prerogativa dell’uso della forza
(>conflitti)
 Economia funziona a ritmi ciclici, necessita di espandere confini
geografici del sistema (nuove aree di produzione) >contraddizione:
passaggio da cultura locale tradizionale a cultura moderna di matrice
occidentale, che genera conflitti identitari (su base localistica o
religiosa), dando il via a opposizione su scala mondiale (movimenti
ecologici, neonazionalisti, fondamentalisti)
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WALLERSTEIN: LE CONTRADDIZIONI
INTERNE DELL’ECONOMIA MONDIALE
 Scelte economiche definite a livello internazionale, quelle politiche a livello
nazionale (>contraddizione)
 Capitalismo richiede continua formazione di plusvalore (tramite incremento
di produttività o redistribuzione salariale diseguale)
 >anche i modelli della diseguaglianza globale seguono la tripartizione dello spazio sociale in
centro/semiperiferia/periferia;
 >distruzione ambientale
 >”Per compensare gli individui delle perdite identitarie, culturali, spaziali, ambientali, il sistemamondo deve alimentare il consumo di massa. Ma questo implica la creazione di una corrispettiva
domanda di massa, il cui presupposto è una diversa distribuzione del reddito”
 l capitalismo come sistema richiede anche la circolazione delle persone (fenomeni migratori e
conflitti), solo alimentando i conflitti fra gli spazi il sistema si mantiene.
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ROBERTSON: LA DIMENSIONE
CULTURALE
 Roland Robertson, nato nel 1938; “Globalization. Social
theory and global culture (1992, tr. it. 1999)
 Inizia ad af frontare il tema della globalizzazione con largo
anticipo (metà anni ‘60, Nettl e Robertson)
 Mette al centro la dimensione culturale, che plasma le
relazioni, ostili o amichevoli, tra le società organizzate su
base nazionale
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LA SVOLTA CULTURALE
 Separazione tra sociologia e relazioni internazionali ha
ostacolato comprensione dei fenomeni globali: relazioni
internazionali “hanno trascurato temi come culture, identità,
tradizioni, religioni in nome di una visione del mondo imperniata
sui rapporti tra stati sovrani”; la sociologia ha posto scarsa
attenzione a questioni extrasocietarie
 Robertson propone un approccio culturale alla teoria della
globalizzazione
 “Metacultura”: i codici culturali che condizionano le diverse
concezioni della cultura (rapporti tra individuo e società, gruppi
sociali, società e mondo come insieme)
 Per interpretare la globalizzazione è necessario analizzare temi
quali la differenza culturale, il nazionalismo, i nuovi
comunitarismi, i fondamentalismi
 Individui e società alla ricerca di simboli rilevanti per la propria
identità (incluse tradizioni nascoste o “immaginate”)
GLOBALIZZAZIONE: UN FENOMENO
MULTIDIMENSIONALE
 Compressione del mondo > inasprirsi dei conflitti tra
narrazioni di civiltà, società, etnie che rinviano al tema
dell’identità
 Campo globale: sistema socioculturale prodotto dalla
compressione di culture connesse a civiltà, società nazionali,
movimenti e organizzazioni internazionali e transnazionali
 Per Robertson è globale qualsiasi prospettiva che presenti
come centrale l’interesse per il mondo intero
 Ne fanno dunque parte anche le prospettive antiglobaliste:
per esempio, lo sviluppo di fenomeni “no -global” è sintomo
dello sviluppo della coscienza della globalità; anche i
fondamentalismi hanno uno stretto rapporto con la
dimensione globale/locale
IDENTITÀ E “INVENZIONE DELLA
TRADIZIONE”
 Universale e particolare sono intrecciati in un nesso globale:
 la globalizzazione favorisce lo sviluppo di individui e di
movimenti interessati al significato del mondo nel suo insieme;
 la globalizzazione genera la ricerca, anche esasperata, di
identità specifiche: “la ricerca di identità, che implica un certo
grado di riflessività (l’invenzione della tradizione ) o di scelta (un
bricolage sempre più globale) va considerata un aspetto
essenziale della globalizzazione”
 A proposito: Hobsbawm e Ranger L’invenzione della tradizione
(1983); Said, Orientalismo (1978): “il concetto di Oriente è stato
quasi interamente un’invenzione europea”; Anderson Comunità
immaginate (1991): concetti di nazionalità e nazionalismo sono
manufatti culturali creati a partire dalla fine del ‘700, “le
comunità devono essere distinte non dalla loro falsità/genuinità,
ma dallo stile in cui esse sono immaginate”
MACDONALDIZZAZIONE DELLA CULTURA?
 Tesi della convergenza della cultura globale
(mcdonaldizzazione, cfr. Ritzer 1997) indica
tendenza all’unificazione degli stili di vita, dei
simboli culturali e dei modelli di consumo. Ne
risulta l’immagine di un mondo unico, in cui le
culture locali sono sradicate
 Robertson respinge la teoria della
mcdonaldizzazione del mondo: globalizzazione
culturale non significa che il mondo diviene
culturalmente omogeneo
 Il processo è dialettico e fa coesistere
particolare e universale
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GLOCALIZZAZIONE
 Oltre alla dialettica tra universale e particolare, la
globalizzazione comporta anche quella tra locale e globale >
glocalizzazione
 Termine riferito inizialmente a strategia di marketing che
pubblicizza su base globale prodotti destinati a mercati locali.
 Locale e globale sono principi che si compenetrano,
mediazione e non contrapposizione tra globale e locale
 La “rilocalizzazione” avviene in termini di glocalizzazione (le
culture locali sono contaminate, la società globale è post tradizionale)
 Globalizzazione è legata sia alla compressione del mondo in
un luogo unificato, sia all’intensificata coscienza
dell’unitarietà del mondo
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GIDDENS: GLOBALIZZAZIONE E
MODERNITÀ
 Anthony Giddens, nato nel 1938 (già direttore della LSE), “Le
conseguenze della modernità” (1990, tr. it. 1994)
 La sua riflessione sulla globalizzazione è strettamente legata al
concetto di modernità: la globalizzazione è una delle
conseguenze fondamentali della modernità, che è
intrinsecamente globalizzante
 Propone un’analisi istituzionale della modernità in cui “pone
l’accento su” aspetti culturali ed epistemologici
 Modernità “si riferisce a quei modi di vita o organizzazione
sociale che affiorarono in Europa intorno al XVII secolo e che
successivamente estesero la loro influenza a quasi tutto il
mondo”
 Per Lyotard la postmodernità coincide con la “fine della grande
narrazione” (allontanamento dai tentativi di fondare
un’epistemologia e dalla fede in un progresso controllato
dall’uomo)
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MODERNITÀ RADICALE
 Giddens sostiene che stiamo entrando in un’era in cui le
conseguenze della modernità si fanno sempre più radicali e
universali >“Modernità radicale” e critica dell’idea di
postmoderno
 Le discontinuità della modernità: “i modi di vita introdotti dalla
modernità ci hanno allontanato […] da tutti i tipi tradizionali di
ordinamento sociale”; trasformazioni più profonde che in
passato)
 Ritmo del cambiamento (rapidità estrema, non solo in ambito
tecnologico)
 Por tata del cambiamento (intera superficie terrestre attraversata
da trasformazione sociale)
 Natura delle istituzioni moderne (alcune forme sociali moderne
non trovano riscontro nelle precedenti epoche storiche, es. stato nazione, o dipendenza da fonti energetiche inanimate, o
mercificazione dei prodotti e del lavoro salariato)
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MODERNITÀ, TEMPO E SPAZIO
 Tutte le civiltà premoderne disponevano di strumenti per
misurare il tempo, che era però collegato ai luoghi (e la sua
misura imprecisa e variabile)
 Dif fusione dell’orologio meccanico (fine XVIII sec.) ha ruolo
centrale nella separazione del tempo dallo spazio (esprime
dimensione uniforme di tempo “vuoto”)
 Il tempo restò collegato allo spazio finché all’uniformità della
misurazione con l’orologio meccanico non corrispose
l’uniformità dell’organizzazione sociale del tempo
(standardizzazione mondiale dei calendari; fuso orario
standardizzato geograficamente)
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LUOGO E SPAZIO
 Allo svuotamento del tempo corrisponde lo svuotamento dello
spazio, separazione dello spazio dal luogo
 Luogo” definito meglio dall’idea di località, ambiente fisico
dell’attività sociale geograficamente situata
 Società premoderne: luogo e spazio coincidevano (presenza,
attività localizzate)
 Modernità separa sempre più lo spazio dal luogo, favorendo
rapporti tra persone assenti, localmente distanti da ogni data
situazione di interazione faccia a faccia
DISEMBEDDING
 Disaggregazione (disembedding): i rapporti sociali sono “tirati
fuori” dai contesti locali d’interazione e ristrutturati su archi di
spazio-tempo indefiniti
 Emblemi simbolici: strumenti di scambio con un valore standard
(moneta)
 Sistemi esperti: “sistemi di realizzazione tecnica o di
competenza professionale che organizzano ampie aree negli
ambienti materiali o sociali nei quali viviamo oggi”
presuppongono fiducia a distanza nell’interazione (“enucleano le
relazioni sociali dall’immediatezza del contesto”)
 Fiducia: medium di interazione coi sistemi astratti che svuotano
la vita quotidiana del suo contenuto tradizionale (strettamente
correlata a distanziazione e disaggregazione spazio -temporale)
 Il globale entra nella vita quotidiana degli individui soprattutto
attraverso la mediatizzazione dell’esperienza (relazioni sociali
indipendenti dai contesti locali di interazione)
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GLOBALIZZAZIONE E MODERNITÀ
 Modernità è di per sé globalizzante: istituzioni moderne, loro
disembedding e riflessività
 Globalizzazione: intensificazione delle relazioni sociali mondiali che
legano le diverse località, in maniera tale che gli avvenimenti di un
luogo sono plasmati da eventi che si verificano a grande distanza e
viceversa. Implicazioni locali e interazione a distanza
 Connettività complessa: sviluppo di reti di interconnessione e
interdipendenza
 Processo dialettico: tensione tra forze disaggreganti della
globalizzazione e forze riaggreganti (località, comunità).
 Globalizzazione si presenta anche come insieme di processi conflittuali
e contraddittori
 Dimensione macro e micro; due modelli interpretativi:
 Il primo estende l’analisi delle 4 dimensioni tipiche della modernità alla
globalizzazione (sorveglianza, capitalismo, industrialismo, potere militare)
 Il secondo definisce la globalizzazione a partire dal modo in cui è ordinata la vita
sociale nel tempo e nello spazio
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PRIMA FASE (GIDDENS)
 Fin dalle origini il capitalismo ha vocazione internazionale, se
si può parlare di “società capitalista” è perché ci si riferisce a
stato-nazione, caratterizzato da capacità di sorveglianza e
controllo dei mezzi attraverso la violenza
 Sorveglianza societaria diviene sistema mondiale degli stati
 Capitalismo societario diviene economia capitalistica
 Potere militare societario diviene ordine militare mondiale
 Industrialismo societario diviene divisione internazionale del
lavoro
 Il modello si regge sul concetto di espansione delle quattro
dimensioni
 Giddens però non fornisce spiegazione causale che ne
determina l’espansione
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SECONDA FASE (GIDDENS)
 Riconduce manifestazioni istituzionali della modernità alla
trasformazione di spazio, tempo, luogo, distanza, prossimità
 Modernità “svuota” categorie di tempo e spazio (natura
astratta del tempo moderno libera l’attività sociale dalla
particolarità del luogo; standardizzazione del tempo facilita il
passaggio da contesto nazionale a globale)
 Spazio e luogo non sono sinonimi; località sono contesti fisici
d’interazione, separando spazio da luogo la modernità
favorisce relazioni a distanza
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PROBLEMI
 Società globalizzata è post -tradizionale: la tradizione
controlla lo spazio attraverso il controllo del tempo, la
globalizzazione fa l’inverso, è “azione a distanza”
 Il processo globale genera problemi sociali (emergenza
ambientale, demografica, alimentare, divario nord/sud)
 MA
 Gli Stati sono troppo piccoli per af frontare la scala globale dei
problemi e troppo grandi per af frontare irruzione della
dinamica globale a livello locale (organizzazioni
sovranazionali o locali)
 Democrazia: sistemi parlamentari non abbastanza
democratici per Information Society (scarsa trasparenza,
potere delle corporations, mediatizzazione della politica e
deficit di rappresentanza per attori sociali deboli)
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