L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 2 giugno 1946 Referendum istituzionale 22 dicembre 1947 La Costituzione viene approvata 1° gennaio 1948 Promulgazione della Costituzione 18 aprile 1948 Prime elezioni politiche della Repubblica 1969 Lotte dei lavoratori: “autunno caldo” 1992 Inchiesta “mani pulite” L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica Nel 1946 gli italiani furono chiamati a decidere la forma dello Stato (monarchia o repubblica). Scelsero la repubblica ed elessero i deputati dell’Assemblea costituente che diede all’Italia una nuova Costituzione. I principali partiti erano la Democrazia cristiana, filoamericana, il Partito comunista, legato all’Unione Sovietica, e i socialisti. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica Nei primi anni dopo la fine della guerra le forze politiche antifasciste governarono insieme, formando governi di coalizione. Il 2 giugno 1946 si tennero il Referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea costituente: con il referendum tutti i cittadini maggiorenni ebbero la possibilità di decidere la forma dello Stato, scegliendo tra repubblica o monarchia; con l’elezione dell’Assemblea costituente vennero eletti i deputati di un parlamento incaricato di scrivere una Costituzione. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica Nel referendum prevalse la repubblica, grazie all’apporto determinante dei voti del Nord, mentre nel Sud la maggioranza votò per la monarchia. Alla Costituente si affermarono i partiti di massa antifascisti. La Democrazia cristiana, il Partito socialista e il Partito comunista divennero i nuovi protagonisti della politica italiana del dopoguerra. Con le elezioni del 1946 l’Italia divenne una democrazia compiuta, perché finalmente anche le donne poterono esercitare il diritto di voto. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica Il testo della Costituzione, discusso nell’Assemblea tra il marzo e il dicembre 1947, entra in vigore il 1° gennaio 1948. La Costituzione stabilisce i diritti di libertà individuale, politica, di lavoro e di impresa e l’indipendenza della magistratura dal potere politico. Il potere di fare leggi e di scegliere il governo è affidato a due Camere (Camera dei deputati e Senato). Il Presidente della repubblica è eletto dalle Camere e nomina il Presidente del consiglio. La Costituzione definisce uno Stato non centralista, con Regioni dotate di importanti poteri. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica I partiti politici nel dopoguerra La Democrazia cristiana, guidata da Alcide De Gasperi e sostenuta dagli Stati Uniti, aveva una politica moderata, anticomunista e interclassista, ispirata alla dottrina sociale della Chiesa. Il Partito comunista, diretto da Palmiro Togliatti, in politica estera proclamava fedeltà all’Urss ed era ostile all’alleanza occidentale. Il Partito socialista democratico italiano di Giuseppe Saragat, moderato e filoamericano. Il Partito socialista italiano, guidato da Pietro Nenni, era favorevole a una stretta alleanza con il Pci. Nenni (sinistra) e Togliatti (destra) L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica Le prime elezioni politiche dell’Italia repubblicana: 18 aprile 1948 Furono decisive per sapere dove l’Italia si sarebbe collocata sul piano internazionale: un Paese socialista o una democrazia occidentale. Socialisti e comunisti si presentarono uniti nel Fronte democratico popolare, in opposizione alla Dc. La Chiesa impegnò tutta la sua forza a sostegno della Democrazia cristiana, che ottenne uno strepitoso successo. L’Italia si schierò nel blocco occidentale, aderendo alla Nato. Alcide De Gasperi, segretario della Dc. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica La politica dei governi di centro Le elezioni del 1948 chiusero definitivamente l'epoca dell'unità antifascista e ne aprirono un'altra: quella del centrismo. De Gasperi, infatti, nonostante la DC avesse la forza di governare da sola, scelse di coinvolgere nella maggioranza i partiti di centro: il Partito liberale, il Partito socialdemocratico (PSDI), nel quale nel 1947 si erano raccolti i socialisti che non volevano collaborare con i comunisti e l'Unione Sovietica. il Partito repubblicano (PRI), L'epoca del centrismo, dunque, fu caratterizzata da governi fondati sulla collaborazione di questi quattro partiti (quadripartito). Durerà, tra successi e crisi, fino al 1958. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 1. La nascita della Repubblica La politica dei governi di centro Fu avviato un “piano casa” per lo sviluppo dell’edilizia popolare. Fu creata la Cassa per il Mezzogiorno, per favorire gli investimenti economici nel Sud. Attraverso una riforma agraria assegnò piccole proprietà a oltre 100 000 famiglie di contadini. Lo Stato creò due enti attraverso i quali assunse il controllo di importanti settori economici: l’Iri (Istituto ricostruzione industriale) per esempio si occupò direttamente di autostrade e di diversi settori industriali fra cui quello siderurgico; l’Eni (Ente nazionale idrocarburi) assicurò l’approvvigionamento di petrolio a condizioni convenienti. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 2. Il boom economico Per l’Italia, che aveva ormai trasformato la propria economia da agricola a industriale, gli anni cinquanta e sessanta furono anni di grande benessere, tanto che si parlò di “miracolo economico”. Un fenomeno di rilievo fu l’emigrazione dalle regioni del Sud verso quelle del Nord, che offrivano posti di lavoro nelle fabbriche. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 2. Il boom economico Fra il 1950 e il 1970 gli italiani riuscirono a ricostruire la loro economia devastata dalla guerra e a creare quello che fu chiamato il “miracolo economico”. Per una parte consistente delle famiglie italiane gli anni del miracolo furono anni di reale crescita del benessere e dell’ottimismo. Gli anni più intensi del boom furono quelli del quinquennio 1958-1963 e i settori industriali più attivi furono quello metalmeccanico e petrolchimico, che moltiplicò di 23 volte la sua produzione. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 2. Il boom economico Le cause del “miracolo” L’economia internazionale, che era in una fase di espansione. Le materie prime e l’energia, che costavano ancora poco. Le politiche statali che favorivano gli investimenti. Un basso costo della manodopera per le industrie del Nord. Nel Mezzogiorno moltissimi giovani erano disposti a emigrare per fare qualunque lavoro pur di uscire dalla miseria. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 2. Il boom economico L’emigrazione Il fenomeno migratorio non era un fatto nuovo nella storia italiana: tra il 1870 e il 1915 oltre 5 milioni di italiani erano emigrati in America. Una seconda ondata ci fu tra il 1946 e il 1957: un milione verso le Americhe e l’Australia e più di ottocentomila verso i Paesi europei. Tra il 1955 e il 1970 ben 25 milioni di italiani cambiarono comune di residenza. La maggior parte furono contadini che cercavano lavoro in città. Dal Sud si spostarono al Nord non meno di 9 milioni di persone. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 3. I governi degli anni ’50 e ’60 Nel 1948 la Democrazia cristiana vinse le elezioni e diede vita a un lungo periodo di governi centristi, alleandosi con partiti minori. Negli anni sessanta si formarono i primi governi di centro-sinistra, frutto del dialogo tra la Dc e il Partito socialista, che intrapresero importanti riforme economiche e sociali. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 3. I governi degli anni ’50 e ’60 Dal “centrismo” al centro-sinistra Negli anni cinquanta la Democrazia cristiana mantenne stabilmente la guida della politica italiana. Morto De Gasperi, nel 1954, la guida del partito fu affidata ad Amintore Fanfani e ad Aldo Moro. Essi sostenevano l’apertura alle forze politiche più vicine ai ceti popolari e alla classe operaia, come il Partito socialista, non più alleato del Pci. Nel 1963 i socialisti entrarono nel governo di Aldo Moro, il primo di centro-sinistra. Aldo Moro parla con alcuni studenti universitari. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 3. I governi degli anni ’50 e ’60 Il centro-sinistra avviò importanti riforme economiche e sociali per modernizzare il Paese e migliorare la condizione dei ceti popolari: fu nazionalizzata l’energia elettrica; fu istituita la scuola media unica, con l’obbligo di istruzione a 14 anni; furono istituite le Regioni come enti autonomi. All’opposizione si rafforzarono sia le destre sia il Pci che, criticando il governo, sottrasse ai socialisti molti elettori. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo I primi passi verso la trasformazione della società furono turbati dalle stragi compiute dall’estrema destra e dagli omicidi compiuti da gruppi di estrema sinistra, tra cui le Brigate rosse. I partiti, però, seppero trovare unità nella lotta contro il terrorismo. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo La contestazione studentesca In Italia la protesta del Sessantotto cominciò nelle università: i giovani si ribellarono al conformismo culturale e chiesero forme nuove di partecipazione che rendessero più democratiche la scuola e la società. La contestazione si rivolse sia contro la Dc, ossia il potere costituito, sia contro i partiti di sinistra, accusati di aver tradito i valori della Resistenza e di essere scesi a patti con il capitalismo. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo L’“autunno caldo” delle fabbriche Nell’autunno del 1969 nelle fabbriche si scatenarono durissimi conflitti contro condizioni di lavoro troppo dure e lotte per aumentare l’occupazione, ottenere migliori stipendi, diritti sul posto di lavoro e norme a tutela dei lavoratori. Anche grazie ai sindacati, i lavoratori ottennero: consistenti aumenti salariali, la settimana lavorativa di 40 ore e, nel 1970, lo Statuto dei lavoratori, una legge che assicurava maggiori tutele nel lavoro. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo Il terrorismo “nero” Il 1969 segnò l’inizio di una serie di attentati terroristici che insanguinarono l’Italia fino ai primi anni ottanta: il 12 dicembre una bomba esplosa in una banca in piazza Fontana a Milano fece 16 morti e 90 feriti. Le indagini hanno individuato nell’estrema destra gli autori materiali degli attentati e hanno avanzato il sospetto che siano stati coperti da elementi dei servizi segreti. Alla base degli attentati provocati dall’estrema destra vi era una “strategia della tensione”, che intendeva cioè seminare terrore e panico per indurre la gente comune a invocare un governo autoritario. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo Il terrorismo “nero” Gruppi di tendenza fascista eseguirono attentati che causarono stragi tra semplici cittadini: a Brescia, in piazza della Loggia (28 maggio 1974), una bomba esplose durante un comizio causando 8 morti e centinaia di feriti; sul treno Italicus (4 agosto 1974), l'esplosione di una bomba causò 12 morti e 48 feriti; alla stazione di Bologna (2 agosto 1980) si verificò l'attentato più sanguinoso, che causò ben 85 morti. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo Il terrorismo “rosso” L’estrema sinistra, in questo periodo, contestava il Pci, colpevole di cercare un accordo con la Democrazia cristiana (il cosiddetto “compromesso storico” voluto dal segretario del Pci Enrico Berlinguer). Nacquero così gruppi clandestini, che, analogamente ai terroristi di destra, utilizzarono la lotta armata per destabilizzare il sistema politico. Le Brigate rosse arrivarono, nel 1978, a rapire il presidente della Democrazia cristiana, Aldo Moro, assassinandolo dopo 55 giorni. L’Italia dalla Resistenza ai giorni nostri 4. Gli anni ’70 e il terrorismo Il terrorismo