MAFIA: etimologia
diverse radici (arabe – toscane – francesi – dialetto siciliano…)
‘miseria’ – uomo malfatto – uomo che non parla e non risponde …
bella (per la donna) – coraggioso (per l’uomo)
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il termine compare per la prima volta nel titolo di una commedia
dialettale del 1863
In un documento ufficiale del prefetto di Palermo del 1865
Vocabolario del dialetto siciliano 1868 – indica :
la provocazione e l’arroganza,la spavalderia dei ‘maffiusi’ che
appartengono alle classi popolari contro lo strapotere delle classi
dominanti
nel 1876, si cita la mafia come “un’industria della violenza” e più
esattamente come “un raggruppamento di persone d’ogni
grado… che si trovano unite per promuovere il reciproco
interesse, astrazione fatta da qualunque considerazione
di legge, di giustizia e di ordine pubblico”.
Diventa quindi il mafioso è colui che aderisce ad una associazione
che si contrappone alle istituzioni
Le fonti storiche registrano prima del 1861 (nascita del Regno d’Italia) fenomeni ‘premafiosi’ –
FASE DI INCUBAZIONE ( esercizio privato di forme di violenza non punite dalla giustizia
in funzione dell’ARRICCHIMENTO E DI ACQUISIZIONE DI POTERE dei ‘signori’ : magistrati
– possidenti – arcipreti - attraverso l’uso di singoli o gruppi violenti)
Tre fasi principali:
1- FASE AGRARIA
( seconda metà dell’800 agli anni ’50 del ‘900) …
venivano vessati contadini e pastori (terra, acqua, abigeato…)
2 - FASE URBANO-IMPRENDITORIALE
( che copre gli anni ’60 – ‘80)
criteri clientelari e speculazione edilizia
3 -FASE FINANZIARIA (dagli anni ’80 ad oggi)
I proventi delle attività illecite (droga-armi-pizzo-rifiuti-…)
vengono investiti nei meccanismi finanziari internazionali
Il termine mafia, nel linguaggio corrente, viene
utilizzato per descrivere organizzazioni criminali
segrete formate da uomini e donne, dotate di
eserciti privati, armi e capitali, il cui fine è quello di
commettere reati per arricchirsi rapidamente ed
impunemente controllando, attraverso l'esercizio
della violenza e dell'intimidazione, il territorio nel
quale agiscono
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CAMORRA: 134 cosche, 7400 affiliati,
90000 fiancheggiatori. CAMPANIA
COSA NOSTRA: 186 cosche, 5400
affiliati, 65000 fiancheggiatori. SICILIA
'NDRANGHETA: 160 cosche, 6000
affiliati, 72000 fiancheggiatori.
CALABRIA
Sacra Corona Unita: 47 cosche, 1600
affiliati. PUGLIA
il potere criminale si presenta di volta in volta in modi diversi
pizzo … usura … lavoro nero … investimenti
illeciti e riciclaggio di denaro sporco …
narcotraffico e acquisto di droghe … traffico di
sostanze anabolizzanti per uso sportivo …
prostituzione e traffico di clandestini … ecomafie
(smaltimento illecito di rifiuti tossici) …
‘Una democrazia ha bisogno di buone
leggi ma anche di buoni costumi’
Norberto Bobbio
da parte …
del potere LEGISLATIVO
dello STATO e dei LEGISLATORI
con LEGGI APPROPRIATE e GIUSTE
del POTERE GIUDIZIARIO
dei MAGISTRATI e delle FORZE DELL’ORDINE
impegnati nella lotta contro il crimine
del MONDO DELL’INFORMAZIONE
(antimafia della parola)
dei CITTADINI attraverso un
PATTO di CITTADINANZA RESPONSABILE

Uno degli elementi fondamentali per
sconfiggere le mafie è procedere al loro
impoverimento confiscando loro tutti i beni
e i patrimoni acquisiti - Pio La Torre, parlamentare della
Commissione antimafia, ucciso a Palermo il 30 aprile 1982.
sottratti definitivamente a coloro che ne
risultano proprietari.
E sono Beni immobili (case, terreni, appartamenti, box,
ecc.), beni mobili (denaro contante e titoli) e aziende.
I beni sono
Secondo quanto previsto dalla legge 7 maggio 1996,
n.109, una legge di iniziativa popolare sostenuta dalla raccolta di un
milione di firme da parte dell'associazione Libera, i beni immobili possono
essere usati per finalità di carattere
sociale.
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Questo significa che essi possono essere concessi dai comuni, a
titolo gratuito, a comunità, associazioni di volontariato,
cooperative sociali e possono diventare scuole, comunità di
recupero per tossicodipendenti, case per anziani, ecc. Nelle regioni
meridionali, ad esempio, sono sorte delle Cooperative sociali di
giovani che coltivano terreni confiscati alle organizzazioni mafiose
producendo pasta, vino e olio.
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1960 – COSIMO CRISTINA (25 anni - zona Termini Imerese, cronaca nera e
mafiosa, ucciso sui binari del treno… ben 6 anni prima di aprire una inchiesta – il
primo giornalista ad essere ucciso dalla mafia)
1970 – MAURO DE MAURO (49 anni - ucciso per le sue inchieste su Mattei,
l’uomo dell’ENI – una vicenda che si intreccia con gli anni più bui della nostra storia
repubblicana)
1972 – GIOVANNI SPAMPINATO (25 anni - giornalista dell’ora e dell’unità
…ricostruisce i collegamenti tra estrema destra e mafia per il traffico di armi – un
lupo solitario)
1978 – PEPPINO IMPASTATO (30 anni - 9 maggio 1978), giovane attivista
politico e speaker radiofonico
1979 – MARIO FRANCESE (54 anni - primo che parla dei Corleonesi e il primo ad
intervistare la moglie di Totò Riina)
1984 – PIPPO FAVA, 59 anni fondatore de Siciliani è stato uno scrittore,
giornalista e drammaturgo italiano, oltre che saggista e sceneggiatore.
1985 – Gian Carlo SIANI (dalla camorra a Napoli un giovane giornalista
pubblicista napoletano. Fu ucciso a Napoli, la sera del 23 settembre 1985, sotto
casa, nel quartiere residenziale del vomero: aveva compiuto 26 anni il 19
settembre, pochi giorni prima)
1988 – MAURO ROSTAGNO (46 anni) da Torino diventa il leader della comunità
Saman per il recupero dei tossicodipendenti, dai microfoni di una televisione locale
faceva i nomi di capi mafia e di politici corrotti
1983 – Beppe ALFANO (48 anni – insegnante e corrispondente del giornale la
Sicilia - La sua attività giornalistica è rivolta soprattutto verso uomini d'affari,
mafiosi latitanti, politici e amministratori locali)
1994 - ILARIA ALPI (33 anni – uccisa a Mogadiscio, 20 marzo 1994 è stata una
giornalista italiana del TG3, uccisa in Somalia assieme all'operatore Miran Hrovatin.
Io … da che parte sto ???
si è sviluppata una zona grigia vicino a noi… …. e
questa zona grigia ci appartiene sempre più …
perché sempre più spesso anche noi
vediamo conosciamo viviamo
dentro fenomeni di illegalità … una zona grigia che
ha bisogno di essere compresa, conosciuta e
‘scossa’ perché si possa contrastare.
LA SCELTA …
Si racconta, come una leggenda, ciò che disse don Peppino Diana, il prete
ucciso dalla camorra nel 1994, una volta mentre celebrava un funerale e le
stesse parole furono poi di don Tonino Bello. Don Peppino era stanco di
celebrare funerali in una terra che aveva il primato per morti ammazzati e
morti bianche sul lavoro. Iniziò così la sua provocazione: "A me non importa
sapere chi è Dio". Non è difficile immaginare il brusio delle navate di una
chiesa di paese che sente pronunciare tali parole roventi:
"Mi importa sapere da che parte sta".
Avere una parte, essere in grado di capire ancora che natura ha un paese, in
che condizioni si trova, come avvicinarlo con uno sguardo che voglia vedere,
vedere per capire, per comprendere e per raccontare.
Prima che sia troppo tardi, prima che tutto torni ad essere considerato
normale e fisiologico, prima che non ci si accorga più di niente.
Roberto Saviano – scrittore e autore di Gomorra
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