Vulcani e terremoti Le placche o zolle I vulcani I terremoti Struttura di un vulcano Movimenti sismici Tipi di eruzione Misurazione dei terremoti Tipi di eruzione e vulcani Scale di misurazione Tipi di vulcano in base alla forma Distribuzione dei terremoti Tipi di vulcano in base all’attività La situazione dell’Italia Distribuzione dei vulcani Cosa fare in caso di terremoto di R. Cannavacciuolo Le placche o zolle I vulcani e i terremoti sono conseguenza di fratture e di movimenti della crosta terrestre, la parte più esterna e superficiale della Terra. Questa non costituisce un blocco unico, ma assomiglia piuttosto allo scudo di una tartaruga, è formata infatti da numerose placche o zolle in movimento. Le placche o zolle immagine I vulcani I vulcani sono aperture naturali della crosta terrestre attraverso cui il magma (un insieme di rocce fuse, acqua e altre sostanze fluide e gassose) sale fino a uscire in superficie sotto forma di lava (materiale fluido incandescente), gas o materiale piroclastico (ceneri, lapilli, frammenti di lava solidificata). Struttura di un vulcano 1. Pennacchio vulcanico 2. Lapilli 3. Fontana di lava 4. Pioggia di ceneri 5. Bombe vulcaniche 6. Cratere 7. Colata di lava 8. Strati geologici 9. Camino vulcanico 10. Camino secondario 11. Serbatoio magmatico 12. Strati di lava e cenere agire sulla rotella del mouse o premere ↓ per visualizzare la legenda Tipi di eruzione La qualità (acida, basica, neutra) del magma determina sia il tipo di attività sia la forma di un vulcano. • Il magma basico dà eruzioni effusive; • il magma acido eruzioni esplosive; • il magma neutro dà origine a manifestazioni miste. Tipi di eruzione e vulcani L’eruzione effusiva si verifica nei vulcani hawaiani, quella esplosiva in vulcani come La Pelée (Martinica) e il Krakatoa (Indonesia). L’Etna (Sicilia), avendo un magma di tipo intermediobasico, ha eruzioni in prevalenza effusive. Vulcano (Sicilia), Vesuvio (Campania) e Fuji (Giappone), avendo un magma di tipo intermedio-acido, hanno eruzioni prevalentemente esplosive. Tipi di vulcano in base alla forma In base alla forma del cono i vulcani si suddividono in • vulcani a scudo; • vulcani a cono. I primi hanno fianchi con pendenze moderate, perché dovuti a eruzioni di tipo effusivo, i secondi hanno coni con pendenze notevoli, perché originati da eruzioni esplosive (il magma acido è molto viscoso e si solidifica piuttosto in fretta). Tipi di vulcano in base all’attività In base all’attività i vulcani si distinguono in: • attivi: vulcani che entrano periodicamente in eruzione; • quiescenti: vulcani che per lunghi periodi non hanno avuto eruzioni, ma nei quali l’emissione di gas testimonia che i vulcani non sono ancora spenti; • spenti: vulcani che da moltissimo tempo non danno alcun segno di vita. Distribuzione dei vulcani La zona della Terra in cui vi è la più alta concentrazione di vulcani attivi è la cosiddetta Cintura di fuoco, che, dalle coste occidentali dell’America, prosegue in Asia con una miriade di isole vulcaniche grandi e piccole che lambiscono il continente, dal Giappone fino alla Polinesia. Manifestazioni di vulcanesimo secondario (legate a vulcani in stato di quiescienza o prossimi a estinguersi) sono le solfatare, i soffioni, le fumarole, le attività termali e i geyser. cartina Cartina dei vulcani I terremoti I terremoti sono violenti movimenti della crosta terrestre. Il punto sotterraneo da cui partono le onde sismiche è detto ipocentro; il primo punto della superficie (che si trova sulla verticale dell’ipocentro) che viene raggiunto dalle onde, detto epicentro, è il luogo in cui si sprigiona maggiormente la potenza del terremoto. Movimenti sismici I movimenti sismici sono ondulatori quando si spostano in senso orizzontale; sussultori quando si diffondono in senso verticale. Misurazione dei terremoti Lo strumento utilizzato per “registrare” i fenomeni sismici è detto sismografo. Questo fornisce la rappresentazione grafica dell’andamento di un terremoto attraverso un sismogramma. Analizzando il sismogramma si può avere un’idea dell’intensità del terremoto e della distanza del sisma dal punto in cui è avvenuta la registrazione. Scale di misurazione dei terremoti I gradi di un terremoto si misurano in base a due scale: • la scala Richter (con grado massimo 10) che misura la “magnitudo”, cioè la quantità totale di energia liberata; • la scala Mercalli (che ha fino a 12 gradi di intensità) che misura i terremoti in base all’entità dei danni causati nella zona colpita. Distribuzione dei terremoti I terremoti non sono distribuiti sulla Terra in modo uniforme, si verificano infatti soprattutto dove esistono fratture e tensioni della crosta terrestre. Le zone più soggette ai terremoti si trovano in prossimità delle linee di convergenza delle zolle crostali: lungo queste linee le zolle premono l’una contro l’altra deformandosi e accumulando nel tempo un’enorme tensione. Tutte le volte che questa tensione si libera di colpo si origina un terremoto. Quando il sisma è sottomarino si ha un maremoto o tsunami (una successione di onde alte e violente). I fenomeni sismici, dunque, sono strettamente collegati all’orogenesi (formazione delle montagne) e al vulcanesimo, cioè sono frequenti nelle terre geologicamente più giovani, dove il sollevamento delle montagne è ancora in atto. Una zona ad altissimo rischio sismico è naturalmente quella, già citata, della Cintura di fuoco. La situazione dell’Italia L’Italia, trovandosi lungo la linea di convergenza tra la zolla crostale africana e quella euroasiatica, è una regione altamente sismica, oltre che ricca di fenomeni vulcanici. Tra i vulcani italiani ricordiamo il Vesuvio, che si trova in Campania, l’Etna, Stromboli e Vulcano, che si trovano in Sicilia. Per quanto riguarda i terremoti, alcuni tra quelli più catastrofici furono il sisma dell’anno 79, che causò migliaia di morti e distrusse le città di Pompei, Ercolano e Stabia, e quello di Messina e Reggio Calabria del 1908, che provocò 100.000 vittime. Cosa fare in caso di terremoto Se si è in un edificio: Se si è all’aperto: • mantenere la calma; • mantenere la calma; • non precipitarsi fuori; • dirigersi verso spazi aperti, allontanandosi da tutti gli edifici; • ripararsi sotto un tavolo, sotto l'architrave della porta o vicino ai muri portanti; • allontanarsi da finestre, porte con vetri, armadi che rompendosi o cadendo potrebbero procurare ferite; • dopo il terremoto abbandonare l'edificio, senza usare l'ascensore, attraverso le uscite di sicurezza, se disponibili. • stare lontani da pali e linee elettriche, perché potrebbero cadere; • se ci si trova su un marciapiede, stare attenti al crollo di cornicioni o balconi e alla caduta di vasi e insegne, riparandosi, se possibile, sotto l’architrave di un portone. Se si è in macchina: • mantenere la calma • rallentare e fermarsi ai bordi della strada, ma non nei sottopassaggi; • restare lontani da cavalcavia, ponti e cavi elettrici; • attendere in auto la fine delle scosse.