Scusate, avevamo in mente PROFEZIE NELLA un’altra categoria di profezie… A cura di Yuri e Matteo Nella Divina Commedia di Dante uno dei temi rilevanti è quello delle profezie. Durante il suo viaggio nei tre regni ultraterreni al poeta verranno annunciati avvenimenti futuri da diversi personaggi. Il percorso delle predizioni culmina nel XVII canto del Paradiso in cui l’avo di Dante, Cacciaguida, annuncia chiaramente il destino al quale andrà incontro il poeta. Caratteristica di ogni profezia è il carattere oscuro, tradizione risalente all’antichità, ovvero ai libri sibillini e ai responsi degli oracoli, come quello di Delfi, e la conseguente necessità di una chiave interpretativa. XVII CANTO PARADISO Qual venne a Climenè, pergente accertarsi Né per ambage, in che la folle Dante abbandonerà ciò che più di ciò ch'avëa incontro sé udito, risponde già s'inviscava pria cheafosse anciso gli staEgli a cuore, sarà cioè esiliato quei ch'ancor fa lilepadri ai figlitolle, scarsi; 33 3 chiaramente, al 'Agnel di Dio che peccata contrario del carattere tal e tal parole era sentito oscuro delle maera perio, chiare e con preciso e da rispuose Beatrice quello e da laamor santapaterno, lampa precedenti profezie latin che priae per me avea sito. riso: 6 chiuso parvente del mutato suo proprio 36 Per che mia donna «Manda fuor la vampa del tuo disio», mi disse, «sì ch'ella esca segnata bene de la interna stampa: 9 non perché nostra conoscenza cresca per tuo parlare, ma perché t'ausi a dir la sete, sì che l'uom ti mesca». 12 «O indi cara piota mia che sì t'insusi, Da che, come veggion le terrene menti mi viene non in trïangol due ottusi, 15 45 a il tempo che titis'apparecchia. talvista dicapere Fiorenza partir convene. 48 Avrà una compagnia malvagia, da cui si allontanerà Tutto ciò causerà al poeta disagi e dolore Poiché la luce di Dio si riflette negli occhi di Cacciaguida La corruzione che porterà al declino di Firenze e al conseguente esilio del poeta è un tema trattato sin dal VI canto dell’Inferno Nel VI canto di Inferno, Purgatorio e Paradiso infatti si tratta il tema politico: Nel VI Inferno Ciacco denuncia la decadenza di Firenze Nel VI Purgatorio Dante produce un’apostrofe contro l’Italia Nel VI Paradiso a Giustiniano è affidata la cronaca sull’Impero VI CANTO INFERNO Al tornar de la mente, che si chiuse dinanzi a la pietà d'i due cognati, che di trestizia tutto mi confuse, 3 novi tormenti e novi tormentati mi veggio intorno, come ch'io mi mova e ch'io mi volga, e come che io guati. 6 E quelli a me: "Dopo lunga tencione verranno sangue, e la de parte selvaggia Io sono alalterzo cerchio, la piova caccerà l'altra con molta 66 etterna, maladetta, freddaoffensione. e greve; regola e qualità mai non l'è nova. 9 Poi appresso convien che questa caggia infra tre soli, e cheacqua l'altra tinta sormonti Grandine grossa, e neve con la forza di tal che testé piaggia. 69 per l'aere tenebroso si riversa; pute la terra che questo riceve. 12 Alte terrà lungo tempo le fronti, tenendo sotto gravi pesi, Cerbero,l'altra fiera crudele e diversa, come di caninamente ciò pianga o che 72 con treche gole latran'aonti. sovra la gente che quivi è sommersa. 15 Giusti son due, e non vi sono intesi; superbia, e avarizia sono Li occhi hainvidia vermigli, la barba unta e atra, le favillelargo, c' hanno i cuori accesi". 75 e 'ltre ventre e unghiate le mani; graffia li spirti ed iscoia ed isquatra. 18 Urlar li fa la pioggia come cani; de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; volgonsi spesso i miseri profani. 21 Ciacco risponde a Dante sul destino di Firenze Ci sarà lo scontro fra guelfi bianchi e guelfi neri: prima vincerà la parte “selvaggia”, che in breve tempo verrà a sua volta sconfitta dalla parte avversaria Le cause di questo conflitto sono la superbia, l’invidia e l’avarizia dei cittadini VI CANTO PURGATORIO O Alberto tedesco ch'abbandoni Quando si parte il gioco de la zara, costei ch'è fatta indomita e selvaggia, colui che perde si riman e dovresti inforcar li suoi dolente, arcioni, 99 repetendo le volte, e tristoGiove impara; 3 E se licito m'è, o sommo giusto giudicio le stelle caggia che fosti in terradaper noi crucifisso, con ne vatuoi tutta gente; sovra 'l tuose sangue, e rivolti sialanovo e aperto, 120 son l'altro li giusti occhi altrove? qual va'ldinanzi, e qual di dietro iln'aggia! prende, tal che tuo successor temenza e dallato li siche reca mente; 6 O qual è preparazion neal'abisso del tuo consiglio fai per alcun bene el e questo e scisso? quello intende; in non tuttos'arresta, de l'accorger nostro 123 a cui porge la man, più non fa pressa; e così la d'Italia calca situtte difende. 9 Ché le da città piene son di tiranni, e un Marcel diventa Tal io in quella turba spessa, Ahiera serva Italia, di dolore ostello, ogne villan che parteggiando viene. 126 volgendo a loro, e qua in e là, la faccia, nave sanza nocchiere gran tempesta, enon promettendo mi sciogliea essa. 12 donna di provincie, ma da bordello! 78 Quiv'era l'Aretin che da le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, e l'altro ch'annegò correndo in caccia. Quivi pregava con le mani sporte Dante comincia così la sua invettiva contro l’Italia, che poi continuerà contro il clero, l’imperatore e i cittadini di Firenze (e non la città) 102 In particolare l’imperatore, che dovrebbe occuparsi dell’Italia, resta invece in Germania, perciò Dante gli augura il castigo divino Appare evidente inoltre la corruzione del mondo: i contadini che invadono le città(ma che non è altro che l’ascesa della borghesia) Dante si chiede quindi se addirittura Gesù abbia voltato le spalle al mondo: di sicuro 15 invece il disegno celeste ha in mente un rimedio X CANTO INFERNO Ora sen va per un secreto calle, tra 'l muro de la terra e li martìri, lo mio maestro, e io dopo le spalle. 3 "O virtù somma, che per li empi giriappresa, "S'elli han quell'arte", disse, "male mi volvi", cominciai, "com'a te piace, ciò mi tormenta più che questo letto. 78 parlami, e sodisfammi a' miei disiri. 6 "Noi veggiam, come quei c' ha mala luce, "La non mente tua conservi quel ch'udito Ma cinquanta volte fia raccesa le cose", disse, "che ne sonquel lontano; haifaccia contra te", mi saggio; La gente che per licomandò sepolcri giace la de la donna che qui regge, cotanto ancor ne splende il sommo "e ora attendi qui", già e quell'arte drizzò 'l dito: 12981 potrebbesi veder? son levati che tu saprai quanto pesa. duce. 102 tutt'i coperchi, e nessun guardia face". 9 "quando sarai dinanzi al dolce raggio Quando o son, tutto è vano di quelli quellaas'appressano ilme: cui "Tutti bell'occhio vede, E sarantutto serrati nostro intelletto; e s'altri ci apporta,132 da lei saprai di tua vitatorneranno ilnon vïaggio". quando di Iosafàt qui nulla sapem di vostro stato coi corpi che là sù hanno lasciati. 12 umano. 105 Suo cimitero da questa parte hanno con Epicuro tutti suoi seguaci, che l'anima col corpo morta fanno. Però a la dimanda che mi faci 15 Farinata è il primo personaggio a predire l’esilio del poeta: entro quattro anni anche Dante conoscerà bene “quell’arte”(dell’esilio) Il ghibellino inoltre spiega come funziona il dono della profezia dei dannati: essi sono come presbiti, cioè conoscono solo gli avvenimenti futuri, e non quelli presenti Nella parte finale del canto Virgilio raccomanda al poeta di ricordarsi la profezia per la spiegazione di Beatrice XV CANTO INFERNO Ora cen porta l'un de' duri margini; Ma quello ingrato popolo maligno e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, che discese di Fiesole ab antico, sì che dal foco salva l'acqua e li argini. e tiene ancor del monte e del macigno, Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, ti si farà, per tuo ben far, nimico; temendo 'l fiotto che 'nver' lor s'avventa, fanno lo narrate schermodiperché 'l mar si fuggia; Ciò che mio corso scrivo, e serbolo a chiosar con altro testo ea quali lungos'alalei Brenta, donnaPadoan che saprà, 90 Vecchia fama nel mondo liarrivo. chiama orbi; per difender lor ville e lor castelli, gent'è avara, invidiosa e superba: anzi che Carentana il caldo senta: 9 dai lor costumi fa che tu ti forbi. 69 a tale imagine eran fatti quelli, La tua fortuna tanto onor ti serba, tutto che né sì alti né sì grossi, che l'una parte e l'altra avranno fame qual che si fosse, lo maestro félli. Non nuova li orecchi mieil'erba. tal arra: 12 di te;èma lungiafia dal becco 72 Già eravam da la selva rimossi tanto, ch'i' non avrei visto dov'era, perch'io in dietro rivolto mi fossi, 15 quando incontrammo d'anime una schiera 3 63 6 Al vecchio maestro Brunetto Latini è affidata la seconda profezia sull’esilio I Fiorentini, caratterizzati ancora una volta dall’avarizia, Ildall’invidia poeta riconosce seconda e dallalasuperbia, profezia, per un saranno ma “nemici” di Dante, ma chiarimento consapevole di né i Bianchièné i Neri dover aspettare Beatrice riusciranno a toccarlo XVII CANTO PARADISO Nei canti X e XV dell’Inferno si è detto che Dante deve aspettare Beatrice per conoscere il suo destino, ma di fatto è Qual venne a Climenè, per accertarsi ad esporglielo di ciò ch'avëa incontro a séCacciaguida udito, quei ch'ancor fa li padri ai figli scarsi; 3 Ci sono possibili tal era io, e tal era sentito interpretazioni: e da Beatrice e da la santa lampa che pria per me avea mutato sito. 6 Per che mia donna «Manda fuor la vampa del tuo disio», mi disse, «sì ch'ella esca Virgilio presume tutto ciò La cultura teologica, segnata bene de la interna stampa: 9 poiché sa che simboleggiata da consegnerà Dante a Beatrice, è l’unica non perché nostra conoscenza cresca Beatrice, che comunque che può spiegare ciò per tuo parlare, ma perché t'ausi ben conosce il suo a cui la ragione a dir la sete, sì che l'uom ti mesca». 12 destino umana non arriva «O cara piota mia che sì t'insusi, che, come veggion le terrene menti non capere in trïangol due ottusi, 15 Infatti E’ Beatrice che, intuendo il desiderio del poeta, lo spinge ad iniziare il dialogo sulle profezie XXIII CANTO PURGATORIO Mentre che li occhi per la fronda verde ficcava ïo sì come far suole chi dietro a li uccellin sua vita perde, 3 Tempo futuro m'è già nel cospetto, cui nonche sarà quest'ora molto antica, 99 lo più padre mi dicea: "Figliuole, vienne oramai, ché 'l tempo che n'è imposto nel sarà in pergamo più qual utilmente compartir si interdetto vuole". 6 a le sfacciate donne fiorentine l'andar con le non poppe il petto. 102 Io volsi mostrando 'l viso, e 'l passo men tosto, appresso i savi, che parlavan sìe, Quai barbare mai,diquai saracine, che l'andar mifuor facean nullo costo. 9 cui bisognasse, per farle ir coperte, oEdspiritali o altre discipline? ecco piangere e cantar s'udìe105 'Labïa mëa, Domine' per modo Ma svergognate certe 12 tal, se chelediletto e dogliafosser parturìe. di quel che 'l ciel veloce loro ammanna, già per urlare avrian le quel bocche 108 "O dolce padre, che è ch'i'aperte; odo?", comincia' io; ed elli: "Ombre che vanno ché, qui non m'inganna, forsese di l'antiveder lor dover solvendo il nodo". 15 prima fien triste che le guance impeli colui che imo si consola confanno, nanna. 111 Sì come peregrin pensosi giugnendo per cammin gente non nota, La profezia dell’amico Forese verte sulle pene che subirà la sfacciata società fiorentina, e nel particolare si parla delle donne spudorate La “Barbagia” va in giro col petto scoperto, ma ben presto arriverà il castigo divino, annunciato con il tipico stile apocalittico: la vendetta celeste che si abbatte sui colpevoli, il dubbio sulle proprie doti profetiche, l’indicazione temporale non precisa ma sufficientemente chiara Quasi tutte le profezie hanno come tema la politica e l’esilio, e sono post eventum, cioè sono già state vissute dal Dante auctor: egli ha quindi una visione abbastanza pessimistica del mondo. Fa eccezione la profezia contenuta nel I canto dell’Inferno: in essa c’è la speranza del poeta della venuta di un salvatore, il “veltro”. Anche il sogno profetico del XXVII canto del Purgatorio rappresenta un’eccezione, perché esso prefigura il passaggio di Dante dal Purgatorio al Paradiso. I Canto inferno La società del XIV secolo è corrotta e Nel mezzo del cammin di nostra vita macchiata dal peccato: le tre fiere, in mi ritrovai per una selva oscura, Molti son li animali a cui s'ammoglia, particolare la lupa, cioè l’avidità, hanno la ché la diritta via era smarrita. 3 e più saranno ancora, infin che 'l veltro meglio su Dante, rappresentante l’umanità verrà, che la farà morir con doglia. 102 intera Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte Questi non ciberà terra né peltro, che nel pensier rinova la paura! 6 Per risolvere questa grave situazione verrà un ma sapïenza, amore e virtute, e sua nazion sarà tra feltro e feltro. 105 “veltro”, un salvatore, che sconfiggerà la lupa Tant'è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, Di quella umile Italia fia salute dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte. 9 L’espressione “tra feltro e feltro” allude per cui morì la vergine Cammilla, probabilmente alle umili origini del salvatore, o Eurialo e Turno e Niso di ferute. 108 Io non so ben ridir com'i' v'intrai, alla sua provenienza dal Nord Italia (tra Feltre tant'era pien di sonno a quel punto e Montefeltro) Questi la caccerà per ogne villa, che la verace via abbandonai. 12 fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno, Ipotesi sul veltro: là onde 'nvidia prima dipartilla. 111 Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, Papa là dove terminava quella valle Cangrande o che m'avea di paura il cor compunto, 15 Benedetto XI addirittura guardai in alto e vidi le sue spalle o un francescano Arrigo VII Dante stesso XXVII CANTO PURGATORIO Sì come quando i primi raggi vibra là dove il suo fattor lo sangue sparse, cadendo Ibero sotto l'alta Libra, 3 Dante si addormenta ed ha una visione onirica: sogna due donne e l'onde in Gange da nona rïarse, sì stava il sole; onde 'l giorno sen giva, come l'angel di Dio lieto ci apparse. 6 Fuor de la fiamma stava in su la riva, e cantava 'Beati mundo corde!' in voce assai più che la nostra viva. Lia, moglie di Giacobbe, simbolo della vita attiva = ragione Rachele, sorella di Lia, simbolo della vita contemplativa = fede 9 Poscia "Più non si va, se pria non morde, anime sante, il foco: intrate in esso, e al cantar di là non siate sorde", 12 ci disse come noi li fummo presso; per ch'io divenni tal, quando lo 'ntesi, qual è colui che ne la fossa è messo. In su le man commesse mi protesi, guardando il foco e imaginando forte Solo grazie all’unione di fede e ragione potrà raggiungere il Paradiso 15 Da notare la precisa collocazione temporale del sogno: all’alba, inoltre quando Dante si trova vicino all’Eden, e quindi al Paradiso Nella seconda parte del XVII canto del Paradiso si chiude il percorso sulle profezie: per il poeta ci sarà una consolazione Sarà ospitato dalle personalità squisite dei Della Scala Il ponte fra l’esilio e le profezie è proprio Cangrande L’investitura gli viene data da Cacciaguida: il suo avo, un martire, un crociato, un santo A Dante viene data l’investitura di poeta-profeta Il Dante auctor si fonde col Dante agens: l’intero viaggio è una visione profetica che il poeta dovrà raccontare sulla Terra per salvare l’umanità, come gli apostoli hanno diffuso la buona novella A lui t'aspetta e a' suoi benefici; per lui fia trasmutata molta gente, XVII CANTO PARADISO cambiando condizion ricchi e mendici; 90 Dopo il dolore provato per l’esilio, Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello Dante troverà disponibilità e sarà la cortesia del ne gran e portera'ne scritto la Lombardo mente accoglienza presso i Della Scala, in che ladirai»; scala porta il santo 72 di lui,'nesu nol e disse cose uccello; particolare Cangrande incredibili a quei che fier presente. 93 indi rispuose: «Coscïenza fusca ch'in te propria avrà sì o benigno riguardo, o de la de l'altrui vergogna che giunse: del farela etua del parola chieder, tra Poi «Figlio, queste sonvoi le due, chiose pur sentirà brusca. 126 L’espressione: “e portera'ne scritto fiaquel primo quel tra liecco altri le è più tardo. 75 Nelnecongedo di che ti fuche detto; 'nsidie la mentefinale di lui, eCacciaguida nol dirai “ segue che dietro a pochi giri son nascose. 96 affida a Dante del la missione Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, la tradizione genere apocalitticoCon che 'mpresso fue, profetica: il poeta-profeta profetico, infatti c’è sia la rivelazione tutta lui tuavedrai visïoncolui fa manifesta; sia l’ordine di che non rivelarla, nascendo, da questa stella forte, Non vo' però ch'a' tuoi invidie, racconterà ciò ha visto ma nelè e lascia pursìgrattar dov'vicini è la rogna. 129 indice di una profezia che notabili fier l'opere poscia che s'infutura la sue. tua vita 78 suoanche viaggio ultraterreno per ante eventum: in particolare le seguenti vie 'l punir di lor perfidie». 99 rendere consapevole l’umanità Chépiù selàlache voce tua sarà molesta “cose incredibili” rispecchiano le Non se negusto, son levital gentinodrimento ancora accorte delle pene e delle beatitudini nel primo speranze di Dante per la novella età, ché purdigesta. nove anni 132 divine: così facendo la riporterà lascerà poi, quando sarà son queste rote intorno di lui torte; 81 sulla retta via. L’onore che ne riceverà sarà grande Questo tuo grido farà come vento, Finite le profezie, Cacciaguida non ma che 'l Guasco Arrigo inganni, che pria le più alte cime piùl'alto percuote; vuole che il poeta serbi rancore: la parran faville de la sua e ciò non fa d'onor pocovirtute argomento. 135 malvagità sarà infatti punita in non curar d'argento né d'affanni. 84 Le sue magnificenze conosciute Canti Paradiso XVII Parte 1, Inferno VI, Purgatorio VI Purgatorio XXIII PersonaggiProfeti Cacciaguida, Ciacco, Dante Forese Donati Paradiso XVII Parte 1, Cacciaguida, Inferno X, Farinata degli Uberti, Inferno XV Brunetto Latini Temi La corruzione del mondo(da Firenze, all’Italia, all’Impero) che causa L’esilio di Dante esperienze necessaria per Inferno I, Purgatorio XXVII, Paradiso XVII Parte 2 Virgilio, Sogno, Cacciaguida Speranza di salvezza, Fede e Ragione, L’investitura poetaprofeta di Dante e la sua missione Presentazione sviluppata da: E per Yuri Gabriel Sneider concludere… Matteo Vommaro IIIF