UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA 3
WORKSHOP “Architettura e società” – Prof.Arch. Elena Mortola
STATO DI FATTO
La prima colonia marina di Ostia nacque nel 1916, su progetto dell'architetto Marcello Piacentini. Era una costruzione in cemento armato che vantava refettori, cucine, sale svago e due grandi camerate per
un totale di 80 posti letto, atti ad ospitare i ragazzi per i quali era previsto anche il pernottamento. Nel 1925, nell'ambito di un piano sanitario voluto dal Governatorato di Roma, venne proposto l'ampliamento
della struttura per contrastare la lotta alla tubercolosi. Il progetto venne affidato all'architetto Vincenzo Fasolo, che dette il via ai lavori il 20 gennaio del 1927. L'inaugurazione della struttura avvenne il 24
gennaio del 1932, alla presenza della regina Elena. Vista la coincidenza con il venticinquesimo anno di regno di Vittorio Emanuele III, il cosiddetto "Ospizio Marino e Colonia di Profilassi" fu intitolato al
sovrano d'Italia. Il tutto era dislocato su un'area di circa 16.000 metri quadrati e diviso in due sezioni distinte. Per faci litare lo spostamento dei ragazzi fino al mare fu costruito un sottopasso, ancora
esistente, che li conduceva direttamente in spiaggia. Il complesso fu occupato e semidistrutto dai tedeschi nel 1943 e rimase inattivo fino alla ristrutturazione avvenuta nei primi anni '50. Da allora fino al
1983 fu adibito a collegio per ospitare i figli delle famiglie bisognose romane
PIANO TERRA
Centro vitale
Centro latente
Catalogo
on-line
Corpo
scala
Bibl. ragazzi
Bibl.
ragazzi caffetteria
Cortile
LITUS
Biblioteca
Zona occupata
Biblioteca
ragazzi 0-18
Moschea
Zona in disuso
Tav n.1
C. Buccioli, A. Del Pelo, J. Di Cesare, L. Franceschilli, B. Pelusio
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STATO DI FATTO
PRIMO
PIANO
PRIMO
PIANO
Centro vitale
Centro latente
Corpo scala
Bibl. ragazzi
Caritas
Cortile
Catalogo
on-line
TV Cucina
Wc Wc Donne,
Biliardo
uomini handicap
pc
Barbiere
Bibl.
ragazzi caffetteria
Sala ballo
Cucina
Dormitorio
Cortile
LITUS
Sala ballo
LITUS
Biblioteca
Biblioteca
Ex
chiesa
Zona occupata
Centro
anziani
Moschea
Zona occupata
Biblioteca
ragazzi 0-18
Segreteria
Biblioteca
Sale
assemblee
Sala ballo
Atrio
Mensa
Sala ballo
Sala ballo
Guardaroba
Zona in disuso
Zona in disuso
Tav n.2
C. Buccioli, A. Del Pelo, J. Di Cesare, L. Franceschilli, B. Pelusio
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STATO DI FATTO
La costruzione è completa di infermeria e Cappella decorata con marmi policromi ed affreschi
del Redentore. Nota: la Cappella non è mai stata sconsacrata ufficialmente.
Attualmente l'edificio continua a svolgere un servizio di pubblica utilità, ospitando mensa dei
poveri, centro anziani e alloggio temporaneo per persone meno abbienti. E' inoltre sede della
biblioteca "Elsa Morante", una delle migliori della capitale,La Biblioteca Elsa Morante è la più
grande biblioteca con vista sul mare di ostia si sviluppa su una superfice di 1.680 mq, dispone
di un accesso totale per i disabil. Ha anche a disposizione delle sezioni speciali che
riguardano Roma , Documentazione territoriale Fondo Mare e Fondo Ostia , Ragazzi,
Interculture e corsi di lingua italiana per stranieri su cd-rom. il Teatro del Lido, unica
esperienza di teatro pubblico /partecipato della città è ancora serrato ed inattivo
La Cittadinanza di Ostia Lido ama molto la ex Colonia Vittorio Emanuele III. La sente “sua” e
vuole mantenerne la destinazione iniziale: socio-sanitaria-culturale, salvaguardando le
tradizioni storiche millenarie di Ostia.
SECONDO PIANO
PIANO TERRA
Centro vitale
Catalogo
on-line
Corpo scale
Corpo scala
Centro latente
Bib. Ragazzi
Informa giovani
SalaBibl.
lettura
Bibl. ragazzi
Sala incontri
Sala
ragazzi caffetteria
multimediale
Cortile
Cortile
LITUS
LITUS
Sala incontri
Terrazzo
Biblioteca
Biblioteca
Zona occupata
Sala
lettura
ragazzi
0-18
Biblioteca
Zona occupata
Moschea
Zona in disuso
Zona in disuso
Tav n.3
C. Buccioli, A. Del Pelo, J. Di Cesare, L. Franceschilli, B. Pelusio
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IPOTESI PROGETTUALE
1. PROGETTAZIONE PARTECIPATA
I futuri abitanti partecipano direttamente alla progettazione del “villaggio” in cui andranno ad abitare scegliendo i servizi da
condividere e come gestirli
2. VICINATO ELETTIVO
La comunità di cohousing sono elettive: aggregano persone dalle esperienze differenti, che scelgono di formare un gruppo
promotore e si condolidano con la formazione di una visione comune condivisa.
3. COMUNITÀ NON IDEOLOGICHE
Non ci sono principi ideologici, religiosi o sociali alla base del formarsi di comunità di coresidenza, cosi’ come non ci sono
vincoli specifici all’uscita dalla stessa
4. GESTIONE LOCALE
Le comunità di cohouser sono amministrate direttamente dagli abitanti, che si occupano anche di organizzare i lavori di
manutenzione e della gestione degli spazi comuni.
5. STRUTTURA NON GERARCHICA
Nelle comunità di co-housing si definiscono responsabilità e ruoli di gestione degli spazi e delle risorse condivise (in genere in
relazione agli interessi e alle competenze delle persone) ma nessuno esercita alcuna autorità sugli altri membri; le decisioni
sono prese sulle base del consenso
6. SICUREZZA
Il cohousing offre la garanzia di un ambiente sicuro, con forme alte di socialità e collaborazione, particolarmente idoneo per la
crescita dei bambini e per la sicurezza dei più anziani
7. DESIGN E SPAZI PER LA SOCIALITÀ
Il design degli spazi facilita lo sviluppo dei rapporti di vicinato e incrementa il senso di appartenenza ad una comunità
8. SERVIZI A VALORE AGGIUNTO
La formula del co-housing, indipendentemente dalla tipologia abitativa, consente di accedere, attraverso la condivisione, a
beni e servizi che per il singolo individuo hanno costi economici alti
9. PRIVACY
L’idea del co-housing permette di coniugare i benefici della condivisione di alcuni spazi e attività comuni, mantenendo
l’individualità della propria abitazione e dei propri tempi di vita.
10. BENEFICI ECONOMICI
La condivisione di beni e servizi consente di risparmiare sul costo della vita perché si riducono gli sprechi.
Tav n.4
C. Buccioli, A. Del Pelo, J. Di Cesare, L. Franceschilli, B. Pelusio
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WORKSHOP “Architettura e società” – Prof.Arch. Elena Mortola
VISIONING
Francesca conosce bene il grande edificio di Via Adolfo Cozza dove abitava quando era piccola e non aveva
ancora una casa fissa. Tanti i ricordi e le emozioni che proverà salendo le scale della colonia marina. Si sta
infatti recando alla festa organizzata per l’inaugurazione della riprogettazione della sua vecchia casa. Sono stati
invitati, inoltre, gli abitanti del quartiere per fare in modo che si stabiliscano rapporti tra questa nuova esperienza
di cohousing e la comunità del vicinato.
Francesca arriva e rimane subito colpita dai nuovi cambiamenti effettuati negli ultimi tempi sull’edificio. La prima
cosa che la colpisce è la sistemazione degli spazi interni. Appena salite le scale d’accesso si trova di fronte un
lungo corridoio nelle quali abitano nuclei familiari di varia quantità. Di fronte a queste stanze nota degli spazi
comuni nei quali le famiglie si riuniscono per condividere i momenti di relax.
In seguito percorre l’intero corridoio e incontra il suo amico Mohammed che l’aspetta nella stanza comune.
Ampia sala dove le famiglie consumano i pasti e si svagano. E’ proprio qui che Francesca prende parte alla
cena comune degli abitanti. Hasna, la moglie di Mohammed, abile cuoca e amante del giardinaggio,le illustra il
metodo di preparazione di alcuni piatti tipici ottenuti grazie alla cura dell’ orto che si trova sul terrazzo.
Incuriosita dal racconto di Hasna la ragazza esce sul terrazzo, accompagnata sempre da Mohammed, il quale le
mostra l’orto e la sala giochi dei bambini che vi si affaccia. Adiacente a quest’ampia sala, Francesca, scopre la
parte finale dell’edificio , costituita da una sala PC e dai laboratori, all’interno dei quali gli abitanti dell’edificio
possono svolgere le loro mansioni lavorative.
Terminato il giro tutti si ritrovano nella sala principale dove vengono servite le primizie della signora Hasna e
successivamente iniziano i festeggiamenti.
La festa ha soprattutto la funzione di raccogliere i fondi per l’autofinanziamento del progetto invitando gli ospiti a
riscoprire la manualità e le tradizioni agricole partecipando in prima persona alla raccolta dei prodotti dell’orto,
consumati in seguito nelle cene condivise. L’idea è quella di esportare questo modello di coabitazione basato su
una migliore qualità della vita, un risparmio economico, sfruttare le risorse naturali e sperimentare nuove
esperienze sociali.
Tav n.4
C. Buccioli, A. Del Pelo, J. Di Cesare, L. Franceschilli, B. Pelusio
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