Corso di Storia delle Relazioni Internazionali A.A.1 2014 /2015 Calendario lezioni Novembre:10 esame metà corso 11 NO LEZIONE 17-18 lezioni 24-25 lezioni Dicembre: 1-2 lezioni 9 Sì LEZIONE 15-16 lezioni 2 Un difficile dopoguerra • Conferenza di San Francisco del 25 aprile: nascono le Nazioni Unite • Art. 1: lo scopo è “Mantenere la pace e la sicurezza internazionale” • Delega di intervento diretto a paesi, ma anche la previsione di un esercito multinazionale • Le colonie vengono definite “territori non autonomi” • Prima riunione dell’Assemblea a Londra • Ben presto, più che la prosecuzione dell’alleanza, diventa il teatro della sua dissoluzione 3 Un difficile dopoguerra • Esempio: creazione di una Atomic Energy Commission. Gli USA chiedono controlli senza limiti e nessun diritto di veto. I sovietici chiedono la distruzione di tutti gli armamenti esistenti. Un accordo è impossibile. Ci vorranno 20 anni perché la “Distensione” tra USA e URSS riparta dal dialogo sul nucleare (dopo che anche Mosca sarà in possesso dell’arma atomica!) • Le Nazioni Unite registrano l’inizio della fine della coalizione di guerra 4 Un difficile dopoguerra • Il senso di reciproca diffidenza mette fine alla collaborazione di guerra • C’è alla base un diverso concetto di egemonia: quella statunitense, spesso “sottile” e lungamente preparata; quella sovietica, fisica e spesso brutale (ne è un esempio il trattamento della Germania occupata) • Ci sono diverse esigenze: un mondo aperto e sicuro che garantisca la leadership statunitense; la “sicurezza totale” e la ricostruzione per i sovietici 5 Un difficile dopoguerra • In Polonia i comunisti “vincono” le elezioni col 90% dei voti; lo stesso avviene in Bulgaria • In Romania viene screditata la monarchia e il potere è assegnato a forze “amiche” • Le forze comuniste alleate dell’URSS vincono in modo a dir poco sospetto le elezioni, anche dove l’Armata Rossa non è arrivata (Albania e Jugoslavia) • Questi regimi portano la vera rivoluzione sociale in senso socialista • Era un piano o il risultato di circostanze particolari? 6 Un difficile dopoguerra • Il nodo rimane la questione tedesca • I sovietici aspiravano realmente a un controllo coordinato, ma: • Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare l’idea di un patto venticinquennale contro la rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti intendono RIMANERE in Europa • Nel frattempo, si deve procedere a risollevare economicamente la Germania, e favorire la rinascita del sistema politico 7 Un difficile dopoguerra • Nel luglio 1946 i sovietici rifiutano di collaborare a entrambi i progetti: risultato di un approccio pragmatico. Semplicemente, non esistevano più le premesse della collaborazione temporanea con i “governi borghesi” • l’alleanza di guerra è definitivamente morta; inizia la “Guerra Fredda” 8 La Guerra Fredda (1945-1989) Paradigma interpretativo del dopoguerra • Termine entrato (spesso a sproposito) nel linguaggio comune per definire periodi e situazioni contingenti del dopoguerra: se l’inizio è incerto, la fine è comunemente identificata nella caduta del Muro di Berlino • Nell’immaginazione popolare, ricondotta spesso alla sua dimensione puramente militare o spionistica • Dai contorni geografici incerti • Spesso sfruttata con spirito revisionistico o per uso giornalistico decontestualizzato Cosa fu la Guerra Fredda • Conflitto “congelato” (mai giunto a una deflagrazione totale tra i contendenti) tra due Superpotenze, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, portatrici di messaggi universalistici, tendenzialmente antitetici e inconciliabili. Le Superpotenze furono capaci di estendere la loro influenza con mezzi e metodi differenti dapprima in Europa, poi su vaste aree del globo, e di fare di queste ultime dei campi di battaglia. Cosa fu la Guerra Fredda • Campi di battaglia diversissimi, eppure unificati dalla volontà delle due Superpotenze di farli rientrare nel conflitto complessivo: – “gioco a somma zero” – “proxy wars”, o guerre per procura Cosa fu la Guerra Fredda • Questo rende già l’idea di come: – Gli ideali di cui erano portatori Stati Uniti ed Unione Sovietica abbiano avuto una diffusione transnazionale senza precedenti (anche grazie ad imponenti apparati di propaganda e al tentativo di influenzare le leadership locali) – Le specificità locali siano state spesso sacrificate brutalmente sull’altare della Guerra Fredda: pro-americani o prosovietici, “tertium non datur” La fine dell’alleanza antinazista • Stati Uniti ed Unione Sovietica “riscoprono” la loro vocazione universalistica: impero della libertà vs. impero dell’uguaglianza • Si lotta “per l’anima dell’umanità” • Possesso di arsenali dal potenziale distruttivo senza precedenti La fine dell’alleanza antinazista • Inconciliabilità di fondo, un nuovo conflitto è inevitabile: – Per gli americani il comunismo è inconciliabile con la concezione di libertà che è alla base dell’ “American way of life” – Per l’URSS il capitalismo non può sopportare l’esistenza di un regime fondato sul comunismo, perché sa che questo è destinato a vincere La Guerra Fredda in Europa • In questi anni nasce la definizione di Guerra Fredda con una connotazione negativa anche nei confronti degli Stati Uniti: – Walter Lippman: rinuncia volontaria alla diplomazia – Raymond Aron: pace impossibile – guerra improbabile George Orwell Dall’Observer, ottobre 1945 The Atom Bomb and You (…) Guardando al mondo nel suo insieme, il movimento per alcuni decenni non va verso l’anarchia, ma verso la reimposizione della schiavitù. È possibile che ci dirigiamo non verso una conflagrazione generale ma verso un’epoca altrettanto orribile quanto quella degli imperi dell’antichità. 17 (…) In pochi hanno considerato finora (…) il tipo di visione del mondo, il genere di convinzioni, e la struttura sociale che probabilmente prevarrebbe in un paese che sarebbe al contempo invincibile e in uno stato di permanente ‘guerra fredda’ con i suoi nemici. 18 Se la bomba atomica diventasse qualcosa di poco dispendioso e di facile realizzazione come una bicicletta o una sveglia, certo potrebbe risospingerci verso la barbarie, ma d’altra parte potrebbe segnare la fine della sovranità nazionale e dello stato di polizia altamente centralizzato. Se, come sembra il caso, si tratta di un oggetto raro e costoso quanto difficile da produrre (…), è più probabile che metta fine a guerre di ampia scala al costo di prolungare indefinitamente una ‘pace che non è una pace’. George Orwell, 1945 19 Dalla guerra alla “Guerra fredda” 20 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare l’idea di un patto venticinquennale contro la rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti intendono RIMANERE in Europa • Nel frattempo, si deve procedere a risollevare economicamente la Germania, e favorire la rinascita del sistema politico 21 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • I sovietici saccheggiano il territorio e il potenziale umano tedesco per la loro ricostruzione • A fine 1946 hanno trasferito in URSS 3.500 fabbriche e più della metà della produzione complessiva della loro zona • Da parte occidentale si vuole favorire una ripresa economica tedesca, quantomeno per alleggerire i costi della sopravvivenza dei tedeschi stessi; timori di disordini sociali 22 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Alla fine gli occidentali negano ai sovietici le riparazioni dalle loro zone, mentre i sovietici bloccano qualunque collaborazione per la ripresa • Da parte occidentale si fa strada l’idea della gestione unilaterale: guidare la “loro” Germania verso una forma di indipendenza prospera, in modo da non costituire più una minaccia, né da essere minacciata da est • Il 1 gennaio 1947 USA e Gran Bretagna uniscono le forze: nasce la “bizona” tedesca 23 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Nel frattempo, l’URSS declina l’invito a entrare nelle istituzioni di Bretton Woods (Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale): • “La nostra adesione potrebbe essere interpretata come debolezza, come una mossa impostaci dalla pressione americana. Il nostro atteggiamento negativo mostrerà la nostra posizione indipendente” (Stalin) 24 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Truman sempre più persuaso che l’URSS sia irrecuperabile alla collaborazione: a meno di due anni dalla fine della guerra, l’ex alleato è paragonato a Hitler e ogni collaborazione all’ “appeasement” (quindi alla premessa di una sconfitta) • 9 febbraio: 1946 Stalin annuncia al popolo la necessità di una ripresa a tappe forzate. Sacrificio dei beni di consumo, crescita dell’industria pesante: ci si deve preparare al conflitto inevitabile tra capitalismo e comunismo 25 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Un mese dopo, in un discorso negli Stati Uniti, Churchill (non più al governo, ma simbolo di fermezza contro il nazismo): • “I sovietici cercano l’espansione senza limiti del loro potere e delle loro dottrine” (…) “da Stettino nel Baltico a Trieste, una cortina di ferro è calata attraverso l’Europa” • Cambia la raffigurazione del dopoguerra: da alleati ad antagonisti irriducibili 26 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Da parte americana inizia una profonda riflessione su come affrontare la nuova situazione • George Kennan, politico e diplomatico statunitense, viene inviato a vedere di persona cosa sta succedendo in Europa orientale • La conclusione è un “lungo telegramma”, inviato a Truman, che avrebbe segnato profondamente l’approccio alla “Guerra fredda” 27 Dalla guerra alla “Guerra fredda” Contenuti dell’analisi di Kennan: • Il regime sovietico è fondamentalmente insicuro e per questo autarchico • Per mantenere il proprio dominio ha bisogno di un ambiente internazionale ostile: è “ossigeno” • Ogni possibilità di collaborazione è illusoria • Ma, a differenza del nazismo, il potere sovietico non è incline a correre rischi inutili, ed è sensibile alla logica della forza 28 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Per questa ragione, gli Stati Uniti devono farsi attori principali di un contenimento dell’Unione Sovietica per impedire una sua ulteriore espansione e attendere che le contraddizioni interne al suo sistema esplodano • Per farlo, è necessario coinvolgere tutti i paesi “liberi” (= non ancora sovietici) e garantire loro sicurezza e benessere, affinché diventino parte del grande sistema di contenimento • Da notare: l’idea sovietica che il crollo del capitalismo fosse questione di tempo non era così tanto diversa 29 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Enorme sensazione e immediato consenso presso l’amministrazione Truman • Non soltanto: il dogma del contenimento avrebbe condizionato la politica degli Stati Uniti per quattro decenni; è la dottrina con cui Washington entra nella Guerra Fredda e ne definisce i caratteri principali • Le dimostrazioni arrivano ben presto: pressioni sovietiche su Iran e Turchia. Truman invia una flotta statunitense nel Mediterraneo orientale: nessun cedimento 30 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • La situazione dell’Europa occidentale è preoccupante: ancora non c’è alcuna ripresa sensibile; i danni di guerra non vengono riassorbiti; diffuso disagio sociale e crescente consenso per le forze social-comuniste (che in alcuni paesi partecipano al governo) • Continue richieste di crediti e merci agli Stati Uniti: viaggio di De Gasperi a Washington. Per la loro concessione, gli Stati Uniti iniziano a imporre l’esclusione dal potere di forze socialiste e comuniste (in febbraio in Italia, in maggio in Francia) 31 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Sempre maggiore coscienza negli Stati Uniti che sia necessario un piano sistematico per mobilitare le risorse europee e porle al servizio della rinascita dell’economia internazionale (il benessere previene il comunismo), e soprattutto del contenimento dell’Unione Sovietica • La svolta: a inizio marzo la Gran Bretagna comunica di non essere più in grado di aiutare il governo conservatore greco nella lotta contro formazioni comuniste 32 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • In realtà, Stalin non aveva mai dato mano libera ai comunisti greci (una situazione che si sarebbe ripetuta spesso), ma le lenti dell’ideologia influenzano la lettura di Washington: tutto è riconducibile all’espansionismo sovietico • Il 12 marzo 1947 Truman chiede al Congresso di finanziare il governo greco e “i popoli liberi che intendono resistere a tentativi di soggiogamento da parte di minoranze armate o pressioni esterne” 33 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • È la Dottrina Truman, che avrebbe impegnato gli Stati Uniti a mantenere la loro presenza nel mondo (al contrario di quanto avvenuto nel 1919!) • Il Congresso approva la “crociata anticomunista”. Questo avvia anche una svolta conservatrice anche all’interno degli Stati Uniti • Per capire cosa significa ideologia: Truman parla di “popoli liberi”, Kennan di “regimi politici quantomeno favorevoli alla potenza e all’indipendenza della nostra nazione” 34 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • L’obiettivo è mobilitare tutte le risorse per il territorio che sembra centrale per le sorti del confronto: l’Europa • Tornare a farla prosperare, reintegrare la Germania nella vita internazionale (più tardi sarà lo stesso per il Giappone) 35 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Il 5 giugno del 1947 il Segretario di Stato George Mashall annuncia un piano straordinario di aiuti (Piano Marshall) per “ogni governo che voglia aiutare il cammino della ripresa”, ma non per chi “manovri per impedire la ripresa degli altri paesi” (non ci sono limitazioni pregiudiziali) • Convocata una conferenza in Europa per concordare le modalità • A luglio arrivano a Parigi delegazioni da tutti i paesi, anche dall’URSS 36 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Ma quando è chiaro che l’accettazione del piano include inevitabilmente l’accettazione di un coordinamento (quindi apertura) ed elementi di capitalismo (partecipazione di imprese private), Mosca si ritira polemicamente • Ordine anche a Polonia e Cecoslovacchia di ritirarsi. L’esecuzione fu umiliante soprattutto per i cecoslovacchi, un governo democraticamente eletto (e con forte partecipazione comunista!) 37 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Rinasce il coordinamento dei partiti comunisti nel mondo (Cominform): l’obiettivo è resistere ai piani americani • Totale sovietizzazione dell’Europa orientale, ormai senza più finzioni • Sono mosse “difensive” da parte di Mosca? • Il Piano Marshall proietta sull’Europa un modello di democrazia e prosperità di consumi 38 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • 16 paesi aderiscono al Piano Marshall • Dal 1948 al 1951 gli USA elargiscono aiuti per 13 miliardi di dollari (1,5% del PIL USA); incentivo al coordinamento europeo: verso l’integrazione economica regionale • Il Piano Marshall fu la miccia della ripresa europea e l’avvio di un boom trentennale • Tra il 1947 e il 1950 il PIL europeo occidentale cresce del 30% 39 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Due eventi mostrano la radicalità dello scontro ma anche la diversa interpretazione dell’egemonia • Nel marzo un colpo di stato porta i comunisti cecoslovacchi al potere; repressione degli oppositori. Il ministro degli esteri Masaryk si “suicida”. Dimostrazione di debolezza sovietica • Il 18 aprile le forze centriste vincono le elezioni in Italia: vittoria della scelta euroamericana 40 Germania divisa • Nel nuovo contesto, sia le necessità economiche che quelle strategiche spingevano per la formazione di uno stato tedesco occidentale • Timori degli europei: firmato a Bruxelles nel gennaio 1948 un patto difensivo tra Gran Bretagna, Francia e Benelux (Unione Europea Occidentale). Ma è chiaro che serve una garanzia statunitense 41 Germania divisa • Per il momento, gli Stati Uniti interrompono la smobilitazione militare e dispongono maggiori finanziamenti per il riarmo. Riorganizzazion del sistema di sicurezza e difesa (nasce la CIA) • Tentativo di Stalin di bloccare la formazione di uno stato tedesco occidentale • Il 24 giugno le truppe sovietiche bloccarono tutti gli accessi terrestri alla parte occidentale di Berlino e interrompono l’erogazione dell’energia elettrica • È la prima crisi della guerra fredda 42 Germania divisa • L’abbandono di Berlino è fuori discussione: ne va della credibilità americana e occidentale in Germania e nel mondo • Ma non si vuole rischiare una guerra forzando il blocco • Le armi nucleari rivelano tutta la loro inutilità • In più i sovietici non sembrano volere la guerra: viene giudicato un “bluff” 43 Germania divisa 44 Germania divisa • Si risponde con un ponte aereo di dimensioni mai viste prima • Per un anno arrivano a Berlino 1.400 aerei al giorno, con ottomila tonnellate di rifornimenti, più o meno quanto arrivava via terra prima del blocco • Furono 322 giorni durissimi, ma alla fine i sovietici dovettero cedere • Oltre alla vittoria logistica, c’è l’enorme sconfitta politica, psicologica e propagandistica dei sovietici sono gli affamatori 45 Germania divisa • Dal punto di vista occidentale, c’è l’avvicinamento delle popolazioni alla causa comune: il popolo tedesco è parte dell’occidente minacciato da Mosca. Una minaccia che è diventata visibile e materiale • L’11 maggio il blocco finisce • Poco dopo nasce la Repubblica Federale Tedesca dalle tre zone occidentali • In ottobre, come risposta, nasce la Repubblica Democratica Tedesca a est. Nessun riconoscimento reciproco 46 Germania divisa • Il 4 aprile del 1949 era nata l’Alleanza Atlantica, un trattato di difesa collettiva in caso di aggressione contro uno dei paesi aderenti (Stati Uniti, Canada più 10 + 2 paesi europei). Per la prima volta nella loro storia, gli Stati Uniti partecipano a un’alleanza militare in tempo di pace. E in posizione di leader • È la prima concretizzazione del contenimento sul piano miliare • Si consolida la divisione dell’Europa, che pare ormai un processo irreversibile 47 Verso il bipolarismo militarizzato • Prima il Piano Marshall, poi la stipula dell’Alleanza Atlantica, segnano la rinuncia definitiva al sogno rooseveltiano e il ripiegamento su una soluzione geopoliticamente più modesta, ma ideologicamente, economicamente e culturalmente più coesa 48 Verso il bipolarismo militarizzato • Fu la nascita di un “impero su invito” (definizione di Geir Lundestad)? • Certamente l’egemonia statunitense sulla parte occidentale del continente europeo assunse un carattere più sottile, adattabile e in buona misura auspicabile da cui vi si “sottometteva”. A cominciare dal benessere, dalla crescita dei consumi, dalla “democratizzazione” della vita sociale • Questo non significa che la scelta di dar vita a un campo occidentale non fornisse potenti armi di propaganda interna e internazionale 49 Verso il bipolarismo militarizzato 50 Verso il bipolarismo militarizzato • Di certo, dal punto di vista materiale l’Europa occidentale beneficiò immensamente della nuova condizione di guerra fredda più di qualunque altra area del mondo: stabilizzazione democratica, rimozione di ogni minaccia di risorgente nazionalismo o totalitarismo, benessere • L’esempio più classico è il processo di integrazione europea, iniziata con la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) nel 1951. L’impulso è statunitense, i vantaggi (economici e non solo) sono tutti europei 51 Verso il bipolarismo militarizzato • A est, tra il 1949 e il 1952 c’è un ulteriore “giro di vite” nei paesi dell’area di influenza sovietica. Epurazioni continue fino alla rimozione di qualunque residuo di identità nazionale e potenziale deviazione dalla “sovietizzazione” • Brutale sfruttamento economico dell’ “impero” a favore della rinascita sovietica • Caso Jugoslavia: un monito 52 Verso il bipolarismo militarizzato • In sostanza: per quanto l’influenza statunitense sull’Europa occidentale abbia generato distorsioni della vita politica democratica, in termini relativi queste passavano in secondo piano a confronto di quanto accadeva nella parte orientale 53 Verso il bipolarismo militarizzato • Tuttavia, nel 1949 due eventi mostrarono che, se si interpretava la contrapposizione con l’Unione Sovietica attraverso le lenti della “Guerra fredda”, questa non si esauriva entro i confini in cui essa era sorta, ovvero l’Europa • Il processo di decolonizzazione complessificava la vita internazionale, nel momento in cui enormi territori del mondo diventavano indipendenti o si avviavano a farlo (India e Indonesia, per esempio) 54 Verso il bipolarismo militarizzato • Due eventi nel 1949 inducono al pessimismo gli osservatori occidentali: – L’Unione Sovietica completa il proprio progetto di armamenti nucleari: ora gli Stati Uniti non detengono più il monopolio – In Cina si conclude la guerra civile con la vittoria del Partito Comunista di Mao Zedong. • Entrambi gli eventi hanno ripercussioni psicologiche enormi negli Stati Uniti e in occidente 55 Verso il bipolarismo militarizzato • In realtà, né gli Stati Uniti avevano mai potuto impedire la vittoria dei comunisti in Cina, né l’Unione Sovietica l’aveva favorita (almeno fino alle ultime fasi). In questo senso, è un caso emblematico nella storia della “Guerra fredda” • Nel 2/50 viene firmato un trattato di alleanza tra Cina e URSS: l’impressione a occidente è di aver perso il paese più popoloso del mondo, e che questo sia automaticamente un vantaggio per l’altro campo. Primo fallimento del “containment” 56 Verso il bipolarismo militarizzato • Isteria diffusa negli Stati Uniti: l’avanzamento del comunismo è anche frutto del tradimento di un nemico interno. Dal 1950 esplode il fenomeno della “caccia alle streghe di McCarthy”. L’anticomunismo diventa un fattore culturale e pervade tutte le sfere della società (cinema, editoria, scuole): mobilitazione nazionale. Dal 1953 il fenomeno inizia a declinare 57 Verso il bipolarismo militarizzato • NSC-68: direttiva strategica che ridefinisce il “containment” in termini ideologici e operativi • ATTENZIONE: non è un documento di propaganda, ma una riflessione del massimo organo di sicurezza degli Stati Uniti per uso interno 58 Verso il bipolarismo militarizzato • Mutamento fondamentale dal linguaggio usato da Kennan: l’URSS non è più una potenza opportunistica ma cauta, ma “una fede fanatica, antitetica alla nostra [che] cerca di imporre la propria autorità assoluta sul resto del mondo” “Un conflitto tra l’idea di libertà e la società della schiavitù” 59 Verso il bipolarismo militarizzato Il Cremlino avrebbe perseguito “la sovversione o violenta distruzione” delle strutture sociopolitiche dell’intero mondo non sovietico • Non si tratta più di egemonia su una o l’altra area del globo, ma di una polarizzazione tra libertà e schiavitù • “Una minaccia senza precedenti” 60 Verso il bipolarismo militarizzato • QUINDI: “una sconfitta delle libere istituzioni in qualsiasi luogo è una sconfitta ovunque” • Torna ad affacciarsi la “lezione di Monaco” (1938): ogni cedimento contingente al totalitarismo è un cedimento in ogni luogo • Soluzione: rapido aumento della forza politica, economica e militare degli Usa e degli aleati (gli USA dedicavano il 6% del PIL agli armamenti, l’URSS i 14%. E’ un calcolo falsato da lenti ideologiche) 61 Verso il bipolarismo militarizzato • subordinare le considerazioni di bilancio attuali al rischio che fosse in gioco la stessa indipendenza nazionale nel lungo periodo • Il problema però era: come convincere la popolazione che l’aumento delle spese per la difesa fosse necessario? • “Korea came along and saved us” (Dean Acheson, Segretario di Stato, 1950) 62 La guerra di Corea 63 La guerra di Corea • Il 25 giugno 1950 le peggiori previsioni del NSC-68 sembrano avverarsi • Alla fine della seconda guerra mondiale, nel sud della Corea si instaura un regime autoritario filoccidentale, nel nord quello comunista di Kim Il Sung 64 La guerra di Corea • Elezioni volute dall’ONU nel 1948: il nord non partecipa; nascono due repubbliche che si scontrano continuamente lungo il 38° parallelo • USA e URSS ritirano le truppe perché il territorio era giudicato di scarso valore strategico 65 La guerra di Corea • Convinzione di Stalin che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti in caso di conflitto tra sole truppe coreane (dichiarazione di Acheson: la Corea non rientrava nel perimetro difensivo USA) • Assenso e supporto a Kim Il Sung, ma soltanto a condizione che non vi fosse coinvolgimento di truppe sovietiche • Sul campo la vittoria iniziale del nord è schiacciante 66 La guerra di Corea • MA: dopo il NSC-68 nessuna area del mondo era periferia, nell’ottica del conflitto bipolare • Reazione forte di Truman, appelli alla nazione • Richiesta al Consiglio di Sicurezza ONU di autorizzare l’intervento armato • In assenza del delegato sovietico per protesta (altrimenti l’URSS avrebbe esercitato il diritto di veto!), il Consiglio di Sicurezza autorizza l’invio di una missione militare internazionale sotto comando USA 67 La guerra di Corea 68 La guerra di Corea • Operazioni belliche: recupero del sud, tentazione di riunificare il paese con le armi e ottenere una vittoria di grande prestigio • A ottobre le truppe superano il confine con il nord • Stalin chiede ai cinesi di inviare divisioni; c’è in ballo anche la possibilità di liberare la Cina dalla presenza USA sui confini, Taiwan compresa • Mao teme per la sopravvivenza della Repubblica Popolare 69 La guerra di Corea • Il 19 ottobre forze sudcoreane e americane entravano a Pyong-yang; Kim Il Sung riparava in URSS • Reazione cinese con un’offensiva da centinaia di migliaia di uomini • In meno di un mese, le sorti del conflitto sono completamente rovesciate e le truppe cinesi entrano a Seoul • Intensi bombardamenti e controffensiva: la linea si stabilizza intorno al 38° parallelo 70 La guerra di Corea • Da parte dei comandi statunitensi, si suggerisce di attaccare le basi militari su territorio cinese (anche con armi atomiche) • Truman e l’amministrazione bloccano l’iniziativa (controversia pubblica). I rischi di un attacco al territorio cinese o sovietico erano troppo alti per le ripercussioni altrove (Europa) • Un effetto di deterrenza che fu connaturato alla stessa Guerra fredda 71 La guerra di Corea • Stalin contrario all’armistizio: sostanziale disinteresse per le questioni asiatiche; interessato piuttosto che il problema coreano distogliesse forze americane dall’Europa • Dopo due anni, la morte di Stalin, e l’elezione alla Presidenza Usa di D. Eisenhower, si sarebbe raggiunto un armistizio. NON una pace (che infatti ancora oggi manca) 72 La guerra di Corea • Oggi è chiamata “la guerra dimenticata” • In realtà la Corea è stato un conflitto tra i più sanguinosi del ventesimo secolo • Devastazione di un intero paese • Su 30 milioni di cittadini coreani, in tre anni ne morirono circa 2,5 milioni • Morti oltre mezzo milione di cinesi • 36.000 statunitensi (in tutta la guerra del Vietnam sarebbero stati 58.000) a fronte di centinaia di migliaia di unità inviate (si stimano intorno a 400.000) 73 La guerra di Corea • Una guerra in cui cade ogni distinzione tra militari e popolazione civile • Episodi ancora oscuri, sui quali si inizia a fare luce dopo 60 anni: l’ “estate del terrore” in Corea del Sud (100.000 esecuzioni di oppositori politici all’inizio del conflitto); ordini alle truppe USA di sparare anche sulla popolazione in cerca di rifugio, per il sospetto che si trattasse di militari nordcoreani che tentavano di infiltrarsi; esecuzioni sommarie di massa di tutte le parti in causa 74 La guerra di Corea 75 La guerra di Corea • L’invio di truppe in Corea si accompagna alla creazione di un perimetro difensivo (contenimento) attorno alla Cina: – Taiwan messa sotto protezione di una flotta statunitense – Rafforzata la difesa delle Filippine – Moltiplicata l’assistenza militare alle forze francesi in Indocina – Definito trattato di pace col Giappone che ne assicurava il rapido rilancio economico e la difesa da parte delle truppe statunitensi di stanza 76 La guerra di Corea • Quadruplicate le spese in bilancio per la difesa: obiettivo della superiorità strategica ovunque. L’economia interna si orienta verso la Guerra fredda • Ultimo punto: predisporre una solida difesa militare anche in Europa, dove c’era un altro paese diviso, la Germania (VEDI OLTRE) 77 La guerra di Corea • Create altre organizzazioni di sicurezza collettiva, vagamente su modello del Patto Atlantico: • ANZUS (Australia, New Zealand, United States) del 1951 • SEATO (Southeast Asia Treaty Organization) nel 1954, che include Francia, Australia, Filippine, Nuova Zelanda, Pakistan, Gran Bretagna, Stati Uniti e Tailandia. Chi rimane fuori (es. India e Indonesia) è considerato “ostile”, anche se animato da ragioni di mero anticolonialismo 78 La guerra di Corea • Central Treaty Organization (CENTRAL o CENTO) nel 1955, formata da Gran Bretagna, Iran, Irak, Pakistan, Turchia. Soltanto più tardi gli Stati Uniti faranno il loro ingresso ufficiale. Ma già nel 1958 è in crisi a causa del ritiro dell’Irak (che apre relazioni diplomatiche con Mosca e si dichiara non allineato) 79 La guerra di Corea 80 La guerra di Corea • “Agli occhi di Washington, le tensioni legate alla decolonizzazione perdevano quindi la dimensione positiva dell’autodeterminazione […] per assumere […] l’ombra sinistra dell’avanzare del comunismo o dell’allentarsi del controllo occidentale” 81 La nascita della NATO • Soprattutto, lo sviluppo più eclatante si ebbe in Europa: gli Stati Uniti vogliono e cercano di imporre il riarmo della Repubblica Federale Tedesca e l’integrazione militare e difensiva degli europei occidentali (dopo l’avvio di quella economica) • La ragione è nella sproporzione di forze militari in campo tra Armata Rossa e piccoli eserciti nazionali europei + truppe statunitensi che, per ragioni di costi, non potranno rimanere in Europa per sempre 82 La nascita della NATO • Da parte tedesca c’è l’immediato favore del governo: priorità dell’ancoraggio a occidente rispetto alle prospettive di riunificazione. Ma la lotta politica interna è forte con i socialdemocratici • Nel resto d’Europa, c’è grande timore per motivi evidenti • Forte propaganda dei comunisti e di molti partiti socialisti: presentata come la preparazione di una nuova guerra 83 La nascita della NATO • Nel 1952 Stalin tenta di bloccare un progetto per lui estremamente negativo: proposta di riunificazione di una Germania neutrale, smilitarizzata e slegata da alleanze. Nonostante qualche tentazione, alla fine viene ignorata dagli occidentali. • Nel 1953 muore Stalin, ma i suoi timori sembrano ancora più reali: dopo due mesi si verificano gravi disordini a Berlino Est. • Il regime di Mosca, privo del suo leader indiscusso, sembra particolarmente fragile e ben presto vittima di un’aspra lotta di successione 84 La nascita della NATO • l progetto di una Comunità Europea di Difesa (esercito integrato europeo) viene affossato dal parlamento francese • Si giunge a un piano B: Germania con un suo esercito (per quanto limitato) all’interno della NATO insieme con gli altri eserciti europei. La differenza sostanziale rispetto a tutti gli altri dispositivi del “contenimento”: la NATO è una forza militare permanente sotto comando integrato (e non un patto di assistenza e mutua difesa) 85 La nascita della NATO • Il 9 maggio 1955 la RFT entra a far parte della NATO • Una settimana dopo nasce il Patto di Varsavia, organizzazione speculare dall’altra parte della cortina di ferro • La Guerra Fredda europea è sigillata militarmente e sarebbe rimasta tale fino all’89, nonostante crisi periodiche 86