4. Modello di accelerazione di RC da parte di Supernovae Galattiche Corso “Astrofisica delle particelle” Prof. Maurizio Spurio Università di Bologna. A.a. 2011/12 1 Outline Generalità sui meccanismi di accelerazione (§4.1). Il meccanismo di Fermi (§4.2,§4.3,§4.4,§4.5). Parametri caratteristici di una onda di schock da Supernova (§4.6,§4.7). Massima Energia dei RC dal modello 2 4.1 Accelerazione di particelle L’accelerazione di RC da parte di un qualche meccanismo Galattico (o extragalattico) deve tener conto dei seguenti fatti sperimentali: Lo spetto di potenza (per tutti i tipi nucleari) del tipo dN/dE~E-g (g=2.7 per p sino a E~41015 eV) L’energia massima misurata (E~1020 eV) Le abbondanze relative tra gli elementi, tenendo conto degli effetti di propagazione (cap. 3) I meccanismi di accelerazione possono essere classificati come: Dinamici (collisione tra particelle) Idrodinamici (plasmi) Elettromagnetici (campi E, B/t) 3 In ambiente astrofisico (in presenza di particelle ionizzate, plasmi) campi elettrostatici non possono essere mantenuti a causa dell’alta conducibilità dei plasmi stessi Sono possibili meccanismi in cui f.e.m. sono prodotte tramite E=B/t Il meccanismo “idrodinamico” descrive accelerazione stocastica di RC da parte di ripetuti urti delle particelle con un’onda di shock, ad esempio emessa dall’esplosione di una SN. Questo meccanismo venne utilizzato per i RC per la prima volta da parte di E. Fermi (1949), e prende per questo il suo nome. Le particelle cariche sono riflesse da “specchi” magnetici dovute alla presenza dell’irregolare campo magnetico galattico. Ad ogni riflessione, le particelle guadagnano (in media) energia Il meccanismo predice il corretto andamento del flusso vs. E 6 Tra i siti possibili di accelerazione dei raggi cosmici dobbiamo includere (ad energia crescente): i venti stellari le esplosioni di Supernovae le “remnants” di tali esplosioni: stelle di neutroni ruotanti, pulsar con nebulose, … altri oggetti esotici, quali i “mini-black holes”, se esistono. I raggi cosmici osservati con energie E>1019 eV, potrebbero essere stati accelerati da meccanismi extragalattici, quali jets di nuclei Galattici attivi o GRB Il meccanismo di Fermi può essere attivo in molte di queste situazioni astrofisiche, e lo analizzeremo in qualche dettaglio per le esplosioni di Supernovae 7 4.2 Il meccanismo di Fermi Una “collisione” con una nube magnetica puo` causare un aumento dell’energia della particella. Un gran numero di collisioni possono far crescere l’energia fino a valori molto elevati. Guadagno di energia per collisione: DE/E=e 8 CasA Supernova Remnant in X-rays Shock fronts 9 Onda di shock v cosq vcl Campi magnetici Scattering elastico vcl 10 4.3 Un esercizio: incremento di energia in urto con onda di shock V V q Onda di shock= perturbazione che si propaga con velocità V> velocità del suono nel mezzo. Assumeremo l’approssimazione di onda piana e con massa M » massa particella L’urto è elastico nel SR di quiete di un osservatore sull’onda si shock (S’). Considereremo il processo nei due SR: S = Sistema di riferimento dell’osservatore S’= Sistema di riferimento dell’onda di shock 11 SR onda shock SR osservatore Quadrimpulso particella (E ' , p' x ) ( E, px ) V p x g ( px 2 E ) c ' E ' g ( E Vp x ) Urto elastico: Conseguenze dell’urto: E' E' urto p ' x - p ' x urto E g ( E ' - Vpx' ) g ( E ' - V (- px' )) E * urto dove E*= energia della particella dopo l’urto: E * g ( E ' - V (- p x' )) V E * g g ( E Vpx ) Vg ( p x 2 E ) c 12 Ricordando che: p x mvg cos q E mc2g p x mvg cos q v 2 cos q 2 E mc g c V V2 2 E g g ( E Vpx ) Vg ( px 2 E ) g ( E 2Vpx 2 E ) c c * px V 2 v cos q V 2 Taylor 2 g E 1 2V 2 g E 1 2V 2 2 E c c c 2 V2 v cos q V 2 Taylor 1 2 E 1 2V 2 2 c c c Vv cos q V2 E 1 2 2 2 2 c c 2 ordine 13 L’energia guadagnata dalla particella nell’urto con l’onda di shock nel sistema S (Galassia): Vv cos q V2 DE E - E 2 2 2 E 2 c c V cos q 2 E v c c * DE E * - E V cos q 2 E E c In altri termini, il rapporto tra energia finale * E V 1 2 cos q e iniziale è >1 nel caso in cui la particella si E c diriga contro l’onda (cosq>0) : Mediando (ossi, integrando) su tutti gli angoli per cui cosq>0 : 1 cos q cos q cos qdq 0 1 cos qdq 2 3 E* 4V 1 B E 3 c E* B E eq. 4.1 0 14 4.4 Accelerazione ricorsiva Dalla eq. 4.1 abbiamo ottenuto che in ogni urto frontale, la particella guadagna energia: La particella inoltre rimane nella zona di accelerazione con una certa probabilità P Dopo k collisioni: E f B Eo P Energia in possesso della particella E Eo B k Numero di particelle con energia E N No Pk ln( E / Eo ) k ln B ln( N / N o ) k ln P ln( N / N o ) ln P ln( E / Eo ) ln B N E N o Eo eq. 4.2 eq. 4.3 15 La formula trovata si riferisce al numero N di particelle con energia >E, ossia N=N(>E) è la funzione integrale di: dN ( E ) E -1 dE La 4.4 rappresenta la distribuzione differenziale del numero di particelle in un certo intervallo di energia. La 4.4 ha la forma di uno spettro di potenza, con g-1 . Questo è quanto cercavamo per lo spettro (osservato) dei RC. Il problema è ora determinare il valore di g. Dalla 4.2: g -1 eq. 4.4 ln P -1 ln B eq. 4.5 Quindi, occorre determinare il valore del rapporto tra lnP/lnB 16 4.5 Stima del coefficiente =lnP/lnB Flusso di particelle relativistiche VERSO il fronte d’onda: F[ s -1 ] [cm-3 ] ccm / s A[cm2 ] Le particelle nella regione downstream non vengono di nuovo accelerate. Il flusso di queste particelle verso sinistra è: F ' vD A V A La probabilità che il RC oltrepassi il fronte d’onda e venga persa (ossia NON venga riaccelerato): P F ' V A V F c A c La probabilità che il RC rimanga nella regione di accelerazione: V P 1- P 1c eq. 4.6 17 Il valore stimato di g () definito dalla eq. 4.5: L’equazione 4.6 B dalla eq. 4.1 Quindi, se (V/c) « 1: ln P g -1 -1 ln B P 1- P 1- V c E* 4V 1 B E 3 c Modelli più V V ln 1 - Taylor dettagliati producono ln P c c -0.75 4V 4V ln B P 1- P 1 4V ln 1 3c 3c 3 c e quindi eq. 4.7 g - 1 -2 18 Spettro energetico alle sorgenti Il modello di Fermi predice quindi uno spettro energetico delle particelle in prossimità delle sorgenti (eq. 4.4) del tipo: dN ( E ) E -1 E - 2 dE Si tratta di una predizione che si accorda coi dati sperimentali. La pagina seguente riporta una slide già vista: Occorre ora mostrare che: L’energetica delle SN riesce a spiegare tutta l’energia associata ai RC La velocità dell’onda di shock NON è relativistica Come le particelle vengono fatte “rimbalzare” verso l’onda di shock La massima energia cui si può giungere con questo modello 19 4.6 Parametri caratteristici di un’onda di shock da Supernova Osservazioni di Supernovae (da altre Galassie): 1/t= 1 SN/ 30 anni Energia emessa sotto forma di energia cinetica: K=1051 erg Massa caratteristica delle Supernovae: M=10 Ms (=1021033 g) “Potenza” alimentata dalle esplosioni di SN: W=K/t =1051 /30(3107 s)=1042 erg/s Velocità di propagazione dell’onda di shock: 2K 2 1051 erg 8 V 3 10 cm / s 33 M 10 (2 10 g ) V 10 - 2 c eq. 4.8 21 Dimensioni lineari e durata caratteristica dell’onda di shock Per la stima seguente, assumeremo che l’onda di shock perde la sua “spinta propulsiva” quando, espandendosi sino ad un raggio ROS la sua densità SN uguaglia quella del mezzo interstellare IG~1p/cm3. SN 10M s 10M s 3 Vol 4 / 3ROS IG 1/ 3 SN IG ROS 3 10M s 4 ig 1p - 24 3 1 . 6 10 g / cm cm 3 1/ 3 3 10 2 1033 - 24 4 1.6 10 1.4 1019 cm ROS 5 pc eq. 4.9 Questo valore corrisponde alle dimensioni lineari (raggio) in cui l’onda di shock riesce ad accelerare particelle. 22 La durata caratteristica del processo di accelerazione: TOS ROS 1.4 1019 cm 10 3 10 s 1000 y 8 V 5 10 cm / s eq. 4.10 Utilizzando ROS e TOS, è possibile stimare la energia massima a cui le particelle (RC) possono essere iniettate nella Galassia Esercizio: RXJ1317.7-3946 è probabilmente il “remnant” della SN esplosa nel 393 d.c. Sapreste verificare ROS e TOS? Raggi X Raggi g 23 Massima energia per i RC da SN Incremento di energia in un singolo urto (eq.4.1): 4V E B Eo 1 Eo 3c DE E - Eo 4V Eo Eo ; 10 - 2 3c Tempo che intercorre tra due urti successivi: Tciclo; Numero massimo di urti possibili: Ncicli=TOS/Tciclo; La massima energia raggiungibile è dunque: Emax N cicli DE EO TOS Tciclo eq. 4.11 Occorre dunque stimare il parametro Tciclo; 24 Stima di Tciclo Tciclo C V c=Lunghezza caratteristica della particella confinata = raggio di Larmoor nel campo magnetico Galattico E C rL ZeB V B 1 pc 25 C rL E ZeB Se assumiamo: Allora: Possiamo determinare la massima energia (eq. 4.11): Emax N cicli DE 4V 3c Tciclo C E V ZeBV E TOS Tciclo Emax Emax E TOS Tciclo ZeBV E TOS E B 3 10 -6 G 4 ZeB 2 V TOS 3 c V 5 108 cm / s TOS 103 y 3 1010 s Emax 4 ZeB 2 V TOS 480 Z 3 c Emax 300 Z erg 3 1014 Z TeV eV eq. 4.12 26 4.7 Conclusioni circa il modello Il modello di accelerazione dei RC da parte di SN fonda la sua giustificazione sulla concordanza tra energia cinetica emessa (1042 erg/s) e la “potenza” sotto forma di RC nella Galassia: WCR =51040 erg/s Un meccanismo che trasferisca il ~5% di energia verso particelle relativistiche (RC) è sufficiente per spiegare i RC galattici sino ad energie ~1015 eV. V -2 5 10 Il meccanismo di Fermi ha proprio una efficienza c Nella regione di accelerazione, lo spettro energetico dei RC è descritto da una legge di potenza: dN ( E ) -1 -2 dE E E 27 La legge di potenza alla sorgente del tipo E-2 si confronta con l’osservazione sperimentale di uno spettro del tipo E-2.7 sulla Terra, tenendo conto della probabilità di fuga dalla Galassia vs. E L’energia massima che i RC possono acquisire in queste regione di accelerazione è Emax 300 Z In corrispondenza di questa energia, si trova una struttura nello spettro osservato (ginocchio). La previsione del modello è che il ginocchio dipende dalla rigidità (ossia, da Z) della particella EKnee Z log ( E2.5 F ) TeV p Si Fe Knee log E 28 Lo stato sperimentale I recenti sviluppi nella ricerca di “acceleratori astrofisici” nella Galassia di RC verranno presentati nel cap. 6 29 Possibili approfondimenti Analisi dettagliata del parametro . Frequenza di Supernovae nelle Galassie a spirale Supernovae “storiche” nella nostra Galassia 30