Lezione VIII Avviare la presentazione col tasto “Invio” 1 Conservazione della quantità di moto Supponiamo che la risultante F ext delle forze esterne agenti sul sistema sia nulla In questo caso, in base a quanto abbiamo scritto in precedenza: risulterà: d P/dt = 0 ovvero dP/dt = F ext P = costante Cioè: Quando la risultante delle forze agenti su un sistema è nulla, il vettore quantità di moto del sistema rimane costante. Questo è il Principio di conservazione della quantità di moto che possiamo anche enunciare affermando che La quantità di moto di un sistema isolato si conserva 2 Quindi la quantità di moto di un sistema può essere variata solo da forze esterne agenti sul sistema. Le forze interne, essendo uguali e contrarie a coppie, producono variazioni «locali» della quantità di moto che si annullano a vicenda. 3 Per un sistema di particelle p1 + p2 ……+ pN = P quindi quando P = costante (cioè il sistema di particelle è isolato) si ha: p1 + p2 ……+ pN = costante Questo implica che le quantità di moto delle singole particelle possono cambiare, ma la quantità di moto dell’intero sistema rimane costante. 4 L’equazione che rappresenta il principio della conservazione della quantità di moto che abbiamo appena scritto: p1 + p2 ……+ pN = costante è una equazione vettoriale, che pertanto ci fornisce tre equazioni scalari, una per ogni coordinata. Quindi: La conservazione della quantità di moto ci fornisce tre condizioni per il moto di un sistema. La conservazione dell’energia, che è uno scalare, ci fornisce invece una sola condizione. 5 Vediamo cosa ha a che fare tutto questo con l’intuizione che avevamo avuto sin dall’inizio riguardo alla conservazione della quantità di moto. Rivediamo quegli esperimenti simulati sugli urti fra le biglie, esperimenti che formalizzeremo meglio nel corso della prossima lezione che sarà proprio dedicata agli urti 6 Avevamo considerato il seguente esperimento Una biglia si trova lungo il percorso di un’altra biglia Con l’urto, la biglia bersaglio schizza via con una velocità v2 > v1 7 Viceversa: Con l’urto, la biglia bersaglio acquista una velocita v2 < v1 8 Alla luce di quello che abbiamo imparato oggi, possiamo affermare che la quantità di moto del sistema costituito dalle due biglie si conserva. Questo in quanto si tratta indubbiamente di un sistema isolato. Quindi potremo scrivere: m1 v1 + m2 v2 = P0 = costante All’inizio, quando la sola biglia m1 è in moto avremo: P0 = m1 v1 Alla fine, quando la sola biglia m2 è in moto avremo: P0 = m2 v2 = m1 v1 m2 v2 = m1 v1 v2 = v1 m1 / m2 Cioè: la velocità acquisita dalla biglia bersaglio è proporzionale alla massa della biglia incidente e alla sua velocità, ed è inversamente proporzionale alla sua massa 9 E infatti facendo esperimenti con biglie incidenti sempre più pesanti, Avevamo osservato esattamente questo fenomeno ! 10 Esperimenti eseguiti sempre sulla stessa biglia «bersaglio», utilizzando di volta in volta biglie incidenti sempre più pesanti, che si muovo però alla stessa velocità 11 In sostanza, su base empirica, avevamo intuito che a parità di velocità della biglia incidente, la velocità che acquista la biglia bersaglio aumenta in funzione dalla MASSA della biglia incidente v2 = f (m1) E infatti oggi abbiamo derivato rigorosamente che v2 = v1 m1 / m2 12 Pur non avendo ancora definito la «velocità» in termini operativi, ma basandoci sulla nostra esperienza quotidiana, avevamo supposto di sapere fare queste misure. Immaginando di misurare le varie velocità urto, e riportando i valori di v acquisite dalla stessa biglia bersaglio ad ogni v in un grafico in funzione della massa m della biglia incidente: v v= km v3 v2 v1 m1 m2 m3 13 Quindi: a parità di velocità della biglia incidente, la velocità v acquisita dalla biglia bersaglio risultava proporzionale alla massa della biglia incidente v bersaglio = k mincidente Facendo ulteriori esperimenti con biglie bersaglio di massa m differenti, e con biglie incidenti con velocità vi differenti, e riportando su grafico i dati, si verifica infatti che: k = v/m e cioè: v = (vi/m) m incid mv = mi vi Avevamo anche preannunciato che trascurare la «velocità residua» della biglia incidente dopo l’urto, non sempre è corretto. Vedremo meglio il perché nella prossima lezione 14 Alla luce di quanto abbiamo imparato sul centro di massa, è interessante descrivere il moto del centro di massa dell’esperimento fatto: Infatti, abbiamo visto che: Il centro di massa di un sistema di particelle si muove come se tutta la massa del sistema fosse concentrata in quel punto. Abbiamo appena visto che in questo sistema, all’inizio la quantità di moto è tutta nella biglia 1 e alla fine è tutta nella biglia 2, per cui : P0 = m2 v2 = m1 v1 Per il centro ci massa, in accordo con quanto abbiamo imparato scriveremo: PCM = P0 = ( m1 +m2 )vCM 15 Abbiamo quindi: PCM = P0 = ( m1 +m2 )vCM P0 = m2 v2 = m1 v1 m1 v1 = ( m1 +m2 )vCM m2 v2 = ( m1 +m2 )vCM vCM = m1 v1 / ( m1 +m2 ) = m2 v2 / ( m1 +m2 ) 16 RIASSUMIAMO COSA ABBIAMO IMPARATO SULLE LEGGI DI CONSERVAZIONE La quantità di moto è un vettore. La legge della conservazione della quantità di moto ci fornisce quindi tre equazioni scalari: una per ciascuna coordinata L’energia invece è uno scalare: La legge di conservazione dell’energia ci fornisce soltanto una equazione scalare. 17 Esempio -1 Individuare il centro di massa di un sistema di tre particelle di massa m1 = 1kg, m2 = 2 kg, e m3 = 3kg, poste ai vertici di un triangolo equilatero con lato = 1m y m3 m1 m2 x Avendo posizionato il triangolo sul piano x-y come in figura, risulta: x1 = 0 y1 = 0 xCM = ( ∑mi xi ) / ( ∑mi ) = x2 = 1 y2 = 0 = 1x0+2x1+3x½ x3 = ½ y3 = ½ √3 yCM = ( ∑mi yi ) / ( ∑mi ) = / (1+2+3) =3,5 / 6 = 1 x 0 + 2 x 0 + 3 x ½ √3/ (1+2+3) = 2,6 / 6 y m3 m1 m2 Esempio 2 Sulle tre particelle localizzate come in figura agiscono le tre forze indicate 4 kg 16 nt 2 m2 y 1 6 nt 1 2 3 4 x -2 -1 -1 8 kg m3 4 kg -3 -2 m1 CM 14 nt Quesito: Trovare l’accelerazione del centro di massa del sistema xCM = ( ∑mi xi ) / ( ∑mi ) = (8 x 4 + 4 x (-2) + 4 x 1) / 16 = 28/16 xCM = 7/4 m yCM= ( ∑mi yi ) / ( ∑mi ) = (8 x 1 + 4 x 2 + 4 x (-3)) / 16 = 4 / 16 yCM = 1/4 m Determiniamo adesso la risultante delle forze agenti sul sistema: Fx = 0 – 6 nt + 14 nt = 8nt Fy = 16nt + 0 +0 = 16 nt La risultante delle forze ha pertanto modulo: F = (Fx2 + Fy2) ½ = (82 + 162) ½ = 18 nt E forma con l’asse x un angolo θ dato da θ = arctan (16nt/8 nt) = arctan (2) = 63° L’accelerazione del centro di massa sarà quindi a = F / Mtot = 18 nt / 16 kg = 1,1 m/s2 e formerà con l’asse x lo stesso angolo di 63 gradi Esempio -3 Consideriamo due blocchi A e B, di massa mA e mB, uniti da una molla a riposo, su un piano orizzontale privo di attrito. Allontaniamo i blocchi, tendendo la molla e quindi lasciamoli liberi. Descrivere il moto che ne segue. OK, qualitativamente sappiamo già che tipo di moto ci aspettiamo: Ma quali considerazioni fisiche possiamo fare ? a) Il sistema è isolato b) Non agiscono forze esterne su di esso c) Le uniche forze presenti sono quelle interne generate dalla molla che si annullano a vicenda Applichiamo la legge di conservazione della quantità di moto: la quantità di moto di un sistema isolato si conserva Quando abbondoniamo i due blocchi, risulta P=0 Quindi deve essere P=0 in ogni istante successivo Questo certamente è possibile anche se i due blocchi si muovono: la quantità di moto è una grandezza vettoriale. Quindi se in un dato istante uno dei due blocchi avrà una quantità di moto positiva, l’altro l’avrà negativa. P = 0 = mAvA + mBvB mBvB = − mAvA vA = −(mB / mA) vB Quindi: le velocità sono sempre di segno opposto e con il rapporto fra i moduli inverso al rapporto fra le masse L’energia cinetica di A vale: KA = ½ mAvA2 che possiamo scrivere come: (mAvA)2 / 2mA che possiamo scrivere come: (mBvB)2 / 2mB Analogamente: KB = ½ mBvB2 Da cui, poiché : (mAvA)2 = (mBvB)2 risulta: KA / KB = mB / mA Cioè le energie cinetiche sono inversamente proporzionali alle rispettive masse Poiché l’energia meccanica si conserva, i blocchi continueranno a oscillare scambiando continuamente energia cinetica e energia potenziale. Esempio -4 Consideriamo il caso di una palla lanciata in aria e poi afferrata al rientro a terra. A scopo esemplificativo, assumeremo che l’agente che lancia la palla, essendo ancorato a terra faccia parte della terra. Considereremo anche trascurabile l’attrito dell’aria. Il sistema in esame in sostanza è il sistema terra- palla. Le forze in gioco fra i due elementi del sistema, e cioè la terra e la palla, sono solo forze interne. Definiremo un sistema di riferimento in cui la terra è inizialmente ferma, e rispetto al quale, al momento del lancio, subirà un contraccolpo. Inizialmente, la quantità di moto del sistema terra-palla pT-P è nulla, e poiché non vi sono forze esterne che agiscono sul sistema, resterà sempre nulla. Quindi in qualsiasi istante successivo: pT-P = 0 = pT + pP 0 = mT vT + mP vP mT vT = − mP vP Quindi, quando la palla si allontana la terra retrocede e quando la palla si riavvicina, la terra va in contro alla palla. Il rapporto dei moduli delle velocità è inverso rispetto al rapporto fra le masse, il che ci dimostra che trascurare l’effetto del moto della Terra è lecito, essendo questo rapporto pari a circa 10−24 ! Esempio -5 Il caso della cinghia convettrice, in cui del materiale viene continuamente versato su una cinghia scorrevole come in figura TROVARE LA FORZA NECESSARIA PER FARE SCORRERE LA CINGHIA A VELOCITA’ COSTANTE Indichiamo con m la massa del materiale sulla cinghia e M la massa della cinghia. La quantità di moto del sistema (cinghia + materiale sulla cinghia) sarà: P = (m + M) v e la forza che cerchiamo è F = dP/dt Cioè: F = d/dt [ (m+M) v ] = (m+M) dv/dt + v d/dt (m+M) = (m+M) dv/dt + v dm/dt + v dM/dt Poiché M e v sono costanti l’equazione si riduce a: F = v dm/dt