PREMESSA PARE CHE IL SENTIMENTO RICORRENTE NELLE FAMIGLIE SIA LA PAURA QUALCHE PUNTO FERMO SULLA FAMIGLIA IL PRIMO: E’ CHE OGNI COMPONENTE DELLA FAMIGLIA AMI SE STESSO “AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” GLI ALTRI CI VEDONO E CI TRATTANO ESATTAMENTE COME NOI VEDIAMO E TRATTIAMO NOI STESSI AMARE E’ LA VIA MIGLIORE PER CAPIRE COME AMARE QUALCHE PUNTO FERMO SULLA FAMIGLIA SECONDO PUNTO: TUTTO E’ PARTITO CON UN “SI, LO VOGLIO” DUE PERSONE HANNO DECISO IN MODO LIBERO E ADULTO DI UNIRSI DI DIVENTARE UN NOI “IO ACCOLGO TE” NON LE TUE PRESTAZIONI ITUOI SERVIZI I TUOI SOLDI ECC… QUALCHE PUNTO FERMO SULLA FAMIGLIA TERZO ASPETTO: L’ARMONIA NON SI IMPROVVISA, OCCORRE PAZIENZA, RESPONSABILITA’, RUOLI FARE SPAZIO AGLI ALTRI NELLA PROPRIA VITA QUALCHE PUNTO FERMO SULLA FAMIGLIA QUARTO PUNTO: LA FAMIGLIA E’ UNA SCUOLA DI VITA E’ UN PROGRAMMA INTENSIVO PER CRESCERE COME PERSONA E PER MIGLIORARE LE RELAZIONI INTERPERSONALI LE CINQUE LEZIONI PIU’ IMPORTANTI LA PRIMA E’ IL CONDIVIDERE IL CORPO LE EMOZIONI I PENSIERI IL TEMPO LO SPAZIO LE COSE LE CINQUE LEZIONI PIU’ IMPORTANTI LA SECONDA E’ LA PAZIENZA OGNI PERSONA SI MUOVE, CRESCE E SI EVOLVE IL PROPRIO PASSO E IL PROPRIO RITMO (FISICO, EMOTIVO, INTELLETTUALE, SPIRITUALE) LE CINQUE LEZIONI PIU’ IMPORTANTI LA TERZA E’ LA RICONOSCENZA SIGNIFICA IMPARARE AD APPREZZARE I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA PER TUTTO CIO’ CHE SONO E PER TUTTO CIO CHE FANNO LE CINQUE LEZIONI PIU’ IMPORTANTI LA QUARTA E’ L’ACCETTAZIONE DEGLI ALTRI E’ IMPORTANTE CONCEDERE AGLI ALTRI LA STESSA COMPRENSIONE INCONDIZIONATA CHE SI ESIGE PER SE STESSI LE CINQUE LEZIONI PIU’ IMPORTANTI LA QUINTA E’ IL PERDONO NON E’ MAI FACILE MA E’ L’UNICA POSSIBILITA’ CHE SI HA PER FAR SI CHE L’AMORE DURI NEL TEMPO I QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE LA CRITICA QUELLA CHE ATTACCA LA PERSONA. SUGGERISCE CHE LA PERSONA CRITICATA DOVREBBE ESSERE DIVERSA DA CIO’ CHE E’. COSI SI ESPRIME: “TU FAI SEMPRE … TU DICI SEMPRE …” E’ INDICE DI FRUSTRAZIONE E RABBIA REPRESSA. I QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE IL DISPREZZO SI INTENDE REALMENTE FERIRE PSICOLOGICAMENTE “MIO FIGLIO E’ IGNORANTE, INCAPACE …” SI PERDE LA STIMA PER L’ALTRO E L’ALTRO PERDE LA STIMA PER SE STESSO I QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE LA REAZIONE DIFENSIVA CREA UNO SCUDO DIFENSIVO INTORNO ALLA PROPRIA PERSONA SI NEGANO LE RESPONSABILITA’, SI INVENTANO SCUSE I QUATTRO CAVALIERI DELL’APOCALISSE IL MURO DI SILENZIO INTERROMPE IL DIALOGO I PROBLEMI SI INCANCRENISCONO CI SI ISOLA L’ARTE DELLA MANUTENZIONE FAMILIARE L’ENTROPIA E’ UNA LEGGE FISICA CHE DESIGNA LA DEGRADAZIONE PROGRESSIVA E CONTINUA DI UN SISTEMA O DI UNA SOCIETA’ E’ UN DECADIMENTO INESORABILE SE IN ESSO NON VIENE IMMESSA ENERGIA NUOVA LA VITA FAMILIARE NON FA ECCEZIONE Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. I tronchi erano imponenti, solidi come pietra. I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l’altro, senza fermarsi se non rari secondi per riprendere flato. Il secondo boscaiolo faceva invece una sosta ogni ora di lavoro. Al tramonto, il primo boscaiolo era a metà del suo albero. Aveva sudato sangue e i suoi muscoli erano a pezzi: non avrebbe resistito cinque minuti di più. Il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Eppure avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali! Il primo boscaiolo non riusciva a capacitarsi. «Non ci capisco niente! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi tutte le ore?». L’altro sorrise: «Hai visto che mi fermavo ogni ora. Ma non hai visto che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia». L’ARTE DELLA MANUTENZIONE FAMILIARE I PASTI INSIEME LE VACANZE VISSUTE INSIEME GLI ANNIVERSARI INSIEME LE FESTE INSIEME MOMENTI INSIEME PREGARE INSIEME IMPEGNARSI INSIEME DIVERTIRSI INSIEME LA CARTA DELLA FAMIGLIA “MISURA DUE VOLTE PERCHE’ SI PUO’ TAGLIARE UNA VOLTA SOLA” MOTTO DEL FALEGNAME OCCORRE PENSARE, RIFLETTERE, PROGETTARE FARE UNA CARTA CON IL PIANO DI VOLO (DA DOVE SI PARTE E DOVE SI ARRIVA) LA CARTA DELLA FAMIGLIA 1. RICERCARE LE ASPIRAZIONI ATTESE DI CIASCUNO E LE E’ IMPORTANTE CHE OGNI COPPIA DISCUTA CON CALMA E SERIAMENTE LE ATTESE, IL RUOLO, IL MODO DI RISOLVERE I PROBLEMI, I VALORI, LA VISIONE DI VITA SUPERARE IL TU E L’IO PER CREARE UN MODO NUOVO IL NOI LA CARTA DELLA FAMIGLIA 2. SCRIVERE LA CARTA PERCHE’ NON LE SCORDIAMO PERCHE’ LE REGOLE INDISPENSABILI DI VITA SONO PERCHE’ TUTTI NE SIAMO RESPONSABILI PERCHE’ CREA UNA VISIONE DEL MONDO, UN’IDEA DI VALORI CONDIVISE E CONSAPEVOLI TRENTA CONSIGLI PER GENITORI 1. I primi anni di vita sono importanti: è in questo periodo che si posano le strutture fondamentali della persona. 2. I bambini sono persone con carattere, temperamento, bisogni, desideri, cambiamenti di umore proprio come voi. Lasciate che anche i vostri figli qualche volta diano in escandescenze. 3. I bambini imitano quello che fate voi. Non faranno mai quello che ordinate. Soprattutto non fate prediche. I bambini imparano solo quello che vivono. 4. I due genitori devono avere la stessa idea di educazione. Questo non significa che devono fare le stesse cose o apparire un muro di cemento armato. 5. Non entrate in conflitto con i vostri figli. Ogni volta che entrerete in conflitto con i vostri figli voi avrete già perso. 6. Siate pazienti. Anche con voi stessi. Nessuno ha mai detto che sia facile essere un genitore. 7. I genitori non sono i soli educatori: c’è anche la società in cui i figli sono immersi. 8. Dite “NO”. In questo modo i vostri figli sapranno che li proteggete anche dai loro errori. 9. Riservate del tempo per ridere insieme e divertitevi insieme. Vivete i vostri valori nella gioia. Se fate la morale tutto il giorno ai vostri figli verrà voglia di scappare. 10. Scambiatevi dei regali. 11. Imparate a relativizzare i problemi, ma risolveteli. 12. Accogliete in casa gli amici dei vostri figli. 13. L’incoraggiamento è l’aspetto più importante nella pratica di educazione del bambino. E tanto importante, che la mancanza di esso si può considerare quale causa fondamentale di certe anomalie del comportamento. Un bambino che si comporta male è un bambino scoraggiato. 14. Consentite ai vostri figli di non avere il vostro parere. E soprattutto ascoltateli veramente. Fa parte del nostro pregiudizio comune sui bambini pretendere di capire quello che vogliono dire senza in realtà ascoltarli. 15. Sottolineate i lati positivi dei vostri figli. I bambini non ne sono sempre coscienti. I complimenti piacciono a tutti, anche ai vostri figli. 16. Consentite loro di prendere parte alle decisioni della famiglia. Spiegate bene i motivi delle vostre scelte. Rispondete ai loro “perché”. 17. Mantenete la parola. Siate coerenti. Attenetevi alle decisioni prese. Non promettete o minacciate a vanvera. 18. Riconoscete i vostri errori e scusatevi. Abbiate il coraggio di essere imperfetti e consentite ai vostri figli di esserlo. 19. Giocate con i vostri figli. 20. Quando dovete fare un “discorso serio” con i vostri figli aspettate che siano in posizione orizzontale. Non fatelo mai quando sono in posizione verticale. 21. Ricordate che ogni bambino è unico. Non esiste l’educazione al plurale. 22. Alcuni verbi non hanno l’imperativo. Non potete dire: “Studia!”, “Metti in ordine!”, “Prega!” e sperare che funzioni. 23. Spiegate ai vostri figli che cosa provate. Raccontate come eravate voi alla loro età. 24. Aiutateli ad essere forti e a riprendersi quando le cose vanno male. 25. Raccogliete la sfida della TV. La televisione è tanto pericolosa per quello che fa vedere e per quello che non fa fare. 26. Non siate iperprotettivi. Cercate le occasioni giuste per tirarvi indietro e consentire ai vostri figli di mettere alla prova la loro forza e le loro capacità. 27. Un bambino umiliato non impara nulla. Eliminate la critica e minimizzate gli errori. Sottolineando costantemente gli errori, noi scoraggiamo i nostri figli, mentre dobbiamo ricordarci che non possiamo costruire sulla debolezza, ma soltanto sulla forza. 28. Non giudicate gli altri genitori dai loro figli e non mettetevi in competizione per i figli con parenti e amici. 29. Date loro il gusto della lettura. 30. Raccontate loro la storia di Gesù. Tocca a voi. L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA IL CONTO FAMILIARE CORRENTE DELL’AMORE UN CONTO CORRENTE E’ FATTO DI DEPOSITI E PRELIEVI QUANDO SI EFFETTUANO PIU’ PRELIEVI CHE DEPOSITI IL CONTO VA IN ROSSO CHE COSA SONO I DEPOSITI E I PRELIEVI? L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA I DEPOSITI SONO TUTTI COMPORTAMENTI CHE ACCRESCONO CAPITALE D’AMORE E DI CONFIDENZA I IL I PRELIEVI SONO I COMPORTAMENTI CHE SOTTRAGGONO FIDUCIA, PACE, LA CAPACITA’ DI RISOLVERE I PROBLEMI, E LA VOGLIA DI STARE INSIEME COME STA IL NOSTRO CONTO CORRENTE? IL DECALOGO DELLA TENEREZZA L’amore dei genitori e quello degli altri componenti detta famiglia donano al bambino quello che gli occorre per vivere, per avere fiducia in sé e affrontare le varie realtà. Un bambino amato osa esprimersi con piena fiducia e oserà vivere la sua vita altrove. La tenerezza è presenza. Per il neonato, il bisogno di relazione con La madre è immediato. Il piccolo si interessa molto presto al viso della mamma. il bambino vuol sentire che i genitori sono presenti nella sua esistenza. È noto che i bambini di sei-dieci anni si lamentano così: “Perché non facciamo qualcosa insieme? Perché papà non gioca più con noi?”. IL DECALOGO DELLA TENEREZZA La tenerezza è comunicazione. Il bambino non viene concepito solo con il dono dei corpi, ma anche con le parole dei genitori, che lo umanizzano. Un bambino deve poter esprimere la sua sofferenza, la sua collera. La tenerezza è contatti caldi. Il bambino ha soprattutto bisogno di una tenerezza espressa: a che cosa serve volersi tanto bene in famiglia e dirselo così poco? Per quale spiacevole pudore tanti padri nascondono i sentimenti di ammirazione che provano per i loro figli? “Mio padre non mi ha mai detto che mi voleva bene!”. IL DECALOGO DELLA TENEREZZA La tenerezza è assolutamente gratuita e incondizionata. È un piacere, non un dovere. Non è mai “moneta di scambio”, non s ‘inscrive in un rapporto di potere, perché è anzitutto abbandono e offerta. Anche se sembra paradossale, la gioia della tenerezza nasce sempre e solo nel sacrificio. Per questo la tenerezza s’addice ai genitori. La tenerezza è responsabilità e protezione. E amore fermo e coerente. E’ importante dare loro obiettivi, valori e indirizzarli. IL DECALOGO DELLA TENEREZZA La tenerezza è rispetto e stima. C’è una cosa su cui i genitori non possono mentire o fingere: La stima per i figli. O c’è o non c’è. Ed è ciò che i figli desiderano di più. La tenerezza è perdono. La tenerezza ha il coraggio dell’apprezzamento cordiale, esagera un po’ nei complimenti, sa perdonare. Anzi, aggiunge al perdono qualcosa di importante: la capacità di dimenticare. Perdonare e non dimenticare è come seppellire l’ascia di guerra con il manico che spunta dal terreno, in attesa della prossima battaglia. IL DECALOGO DELLA TENEREZZA La tenerezza è sincerità. Questa è la dimensione più importante, troppe volte trascurata. Proprio perché rispetto e attenzione nei confronti di se stessi e dell’altro. La tenerezza è capacità di sorridere. Un bambino è reso forte ed equilibrato dalla serenità e dalla ammirazione dei genitori che gli fanno comprendere le ricchezze che sono in lui. La tenerezza è punti interrogativi. Il punto interrogativo è liberante, paziente, coinvolgente, rispettoso. È il metodo preferito da Gesù. L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA DICIAMO MANIERE. QUALCOSA SULLE BUONE NATURALMENTE SIAMO TUTTI D’ACCORDO CHE DIRE AD UN FIGLIO “MALEDUCATO” SIGNIFICA DARSI LA ZAPPA SUI PIEDI. SE VOSTRO FIGLIO DI TRE ANNI ROVESCIA LA SUA SCATOLA DI COLORI E URLANDO DICE UNA PAROLACCIA. DOVE PENSATE CHE LO ABBIA IMPARATO? L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA UNA MAMMA ESASPERATA DAI CONTINUI LITIGI DELLE DUE FIGLIE PERSE LA PAZIENZA E URLO: “BASTA CON LE RISSE! NON NE POSSO PIU’!”. LE DUE RAGAZZINE LA GUARDARONO SORPRESA, POI UNA REPLICO’: “MA TU E PAPA’ LITIGATE SEMPRE. E’ LA STESSA COSA”. DI COSA STIAMO PARLANDO? DEL BUON ESEMPIO L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA MA SAPPIAMO BENE CHE NON TUTTO DIPENDE DAI GENITORI. IL COMPITO PIU’ DIFFICILE E’ INSEGNARE AI FIGLI A RESISTERE ALLA MALEDUCAZIONE DIFFUSA SIAMO CIRCONDATI MALEDUCAZIONE DIFFUSA DA OCCORRE UNA EDUCAZIONE FORTE UNA L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA SI POTREBBE TENTARE CON REGOLE FERME FORTE CLIMA DI RISPETTO CON L’ESEMPIO POSSIAMO INSEGNARE AI BAMBINI CHE IL RISPETTO IMPLICA ACCETTARE ALTRE PERSONE E SU QUESTO SAPPIAMO CHE OCCORRE MOLTO TEMPO L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA UN ALTRO MODO DI ESPRIMERE IL RISPETTO PER GLI ALTRI SONO LE PAROLE E IL TONO CHE SI UTILIZZANO PER COMUNICARE. E’ IMPORTANTE IL MODO CON CUI I GENITORI RISOLVONO I LORO DISACCORDI E IL CLIMA DELLA LORO COMUNICAZIONE. QUANDO VENGONO USATI ABITUALMENTE E IN MODO NATURALE E QUANDO DOMANDE COME “POSSO …” “TI SERVE …” “COSA VUOI …” COSTITUISCONO LO SFONDO DELLA LORO VITA QUOTIDIANA, I BAMBINI CAPISCONO IN CHE MODO LE PERSONE POSSONO AIUTARSI RECIPROCAMENTE. L’AMORE E’ UNA COSA PRATICA E’ IMPORTANTE GARANTIRE UNO SPAZIO RISERVATO AI FIGLI E INSEGNARE A RISPETTARE GLI SPAZI DEGLI ALTRI. E’ IMPORTANTE INSEGNARE AI FIGLI A RISPETTARE LE RECIPROCHE DIFFERENZE. SESSUALI CULTURALI SOCIALI RELIGIOSE IL DIALOGO Nel secolo della comunicazione, possiamo dialogare su Internet con uno sconosciuto detta Papuasia, ma non con i nostri figli. Possiamo sapere quello che accade a Kabul, ma non quello che accade nel cuore di nostra moglie. La comunicazione gode di molta stampa, ma non di una ricetta semplice. 1. Senza comunicazione la famiglia muore. Quando non ci si parla più, si finisce per non avere più nulla da dirsi. Quando smettiamo di guardarci, finiamo per non vederci più. IL DIALOGO 2. La comunicazione permette di conservare uno degli elementi più importanti della vita familiare: l’ammirazione e la stima per l’altro. È la più bella dichiarazione d’amore: “Io ti do tutta la mia attenzione importante per me”. perché tu sei 3. La comunicazione è un piacere. Essa apporta momenti deliziosi di cui la coppia e la famiglia avrebbero proprio torto a privarsi. IL DIALOGO 4. dobbiamo tutti imparare a comunicare e questo apprendimento richiede uno sforzo. le “Équipes Notre-Dame”, richiede imperiosamente ai congiunti di praticare ogni mese il “Dovere di sedersi”: prendere il tempo di parlarsi e di fare il punto sulla loro vita affettiva e spirituale. 5. Per comunicare bisogna prendersi il tempo necessario. Fare attenzione agli ostacoli esterni: fatica, stress, televisione.. IL DIALOGO 6. È importante sviluppare le qualità indispensabili per comunicare: la coerenza, l’umiltà, la semplicità, necessarie per concedere agli altri il diritto di pensare, di sentire le cose liberamente. 7. Ricordarsi che la comunicazione ha due chiavi: l’ascolto e la parola. Per comunicare occorrono un buon emittente e un buon ricevente. Questo porta a diventare disponibili, saper valorizzare l’altro offrendogli il tempo di ascolto che merita. Troppo spesso i bambini pensano che i loro genitori siano molto pressati da preoccupazioni più importanti dei loro problemi personali IL DIALOGO 8. Comunicare è imparare a decodificare. Quando una persona dice: “Per favore, ascoltami, che cosa dice se non: “Comprendimi!”. Quanti padri rispondono con l’aggressività all’aggressività irritante di un figlio, invece di chiedersi se quell’aggressività non sia il segno di una grande sofferenza nascosta che bisogna scoprire. 9. Comunicare è anche dimostrare di aver capito. “Ero una bambina e aspettavo la parola di mio padre. Oggi aspetto quella di mio marito” IL DIALOGO 10. La vera comunicazione è “mettere in comune” il meglio di sé. Per i cristiani è molto di più: è diventare specchio della comunicazione perfetta, totale, ineffabile della Santissima Trinità. IL DIALOGO IL PROBLEMA E’ TUTTO IN UNA PREPOSIZIONE: I GENITORI PARLANO MOLTISSIMO AI FIGLI POCHI SANNO PARLARE CON I FIGLI IL DIALOGO TROPPO SPESSO I GENITORI INCOMINCIANO MALE. IL PRIMO ERRORE CHE SOLITAMENTE VIENE COMMESSO è QUELLO DI USARE UN LINGUAGGIO INFANTILE CON I BAMBINI. E’ INVECE IMPORTANTE USARE UN ITALIANO CORRETTO. IL DIALOGO Lasciate i bambini liberi di esprimersi. Quando i vostri figli incominciano a parlarvi di storie che li riguardano o di cose che sono capitate loro, prendetevi un po’ di tempo e ascoltateli. Questo è il modo migliore per insegnare ai bambini che siete interessati a ciò che dicono e che pertanto considerate interessanti i loro discorsi. IL DIALOGO Non si ottengono informazioni utili se tutte le forme di comunicazione sono tentativi per correggere, moralizzare, giudicare, criticare, comandare, ammonire, minacciare, far la predica e simili. Ascoltare vostro figlio significa scoprirne la logica. Solo così potete aiutarlo e guidarlo verso un punto di vista differente in cui può ravvisare dei vantaggi non visti prima. In questo modo un padre e una madre gettano i semi del ragionamento IL DIALOGO Parlare con i figli significa cercare insieme a loro delle idee su quanto si possa fare per risolvere un problema o per migliorare una situazione. Porre delle domande orientative è ancora uno dei metodi migliori per radunare le idee, insegnare a pensare e la difficile arte dell’equilibrio. IL DIALOGO I GENITORI INVENTANO PICCOLE STORIE (Babbo Natale – Topolini che collezionano denti ecc…) SENZA MALIZIA. MA I GENITORI MENTONO ANCORA DI PIU’ QUANDO SI TRATTA DI ARGOMENTI IMPORTANTI MENTONO QUASI SEMPRE QUANDO SI TRATTA DI DENARO, DI POLITICA, DI RELIGIONE, DI SESSO ECC… IL DIALOGO DITE LE COSE COME STANNO: QUANDO SUCCEDE QUALCOSA DI TRISTE IL COMPITO DEI GENITORI NON E’ RIMUOVERLO MA DI AIUTARE I FIGLI AD AFFRONTARLO. ESSERE DELICATI E GENTILI NON SIGNIFICA MENTIRE. PENSIAMO CHE DI FALSITA’ IN GIRO CE NE SIA TROPPA I GENITORI SONO CHIAMATI A NON ALIMENTARLA. IL DIALOGO E’ PRATICAMENTE INEVITABILE CHE SORGANO DEI CONFLITTI ALL’INTERNO DELLA VITA FAMILIARE. SPESSO IL PROBLEMA CHE HA DATO ORIGINE AL CONFLITTO RESTA IRRISOLTO. I CONFLITTI NON HANNO NIENTE DI DIABOLICO, ANZI POSSONO ESSERE UN MEZZO PER PROGREDIRE E RINNOVARE. IL DIALOGO I criteri che istintivamente i genitori adottano per risolvere i conflitti con i figli sono di tipo autoritario («Fai come dico io e basta»), ricattatorio («Fallo per la tua mammina»), permissivo («Fa’ quello che vuoi, non me ne importa niente»). Si tratta di «O vinco io o vinci tu». I figli rispondono all’aggressività con altrettanta aggressività. Ma la gente che combatte il fuoco con il fuoco di solito si ritrova in mano solo cenere. IL DIALOGO Arte della trattativa significa ottenere un cambio di comportamento senza passare né per la sottomissione dei figli né per le dimissioni dei genitori. Si tratta di una mentalità, un modo di essere, non di un trucchetto per piegare gli altri. Gli elementi di questa utilissima arte sono soprattutto: IL DIALOGO 1. Trovare il tempo e la pazienza. Si tratta di trasformare Il muro a muro in un problema da risolvere insieme: trovare il tempo per sedersi, parlare, dialogare, ascoltare, non interrompere la comunicazione, trovare vie d’uscita onorevoli. La differenza tra un genitore efficace e gli altri sono i pochi minuti che si decidono di investire per riflettere sugli obiettivi da raggiungere prima di agire. Si deve immaginare la realtà fatta di soluzioni, non di problemi. IL DIALOGO 2. Una condizione indispensabile: identificare il non negoziabile e negoziare il negoziabile. Devono esistere dei punti fermi, chiari e ben spiegati. Tutti quelli che riguardano la sicurezza generale, per esempio, ma anche i grandi valori che sono i pilastri della famiglia. IL DIALOGO 3. Abbassare il Livello di irritazione e animosità. Si tratta di ricordare che l’obiettivo non è dichiarare un vincitore ed un vinto. IL DIALOGO 4. Incominciare con il comprendere la posizione dell’altro. Parte più difficile della trattativa tocca ai genitori: devono salvaguardare la relazione, pur cercando una soluzione al problema. Comprendere la posizione dell’altro non significa dargli ragione. Un clima positivo stimola la confidenza. Sentendosi meno minacciati e quindi meno vulnerabili, i figli si sentono incoraggiati a rivelare le motivazioni reali che li spingono ad agire in un certo modo. IL DIALOGO 5. Chiarire i reali bisogni e le preoccupazioni dei figli. Di solito i figli non vogliono agire male. Entrano in confitto con i genitori per affermare una maggiore indipendenza, per motivi di giustizia, per essere valorizzati, per conservare gli amici, per fare bella figura ma anche per paura, per scoraggiamento, per pigrizia. I genitori devono mettere in luce i bisogni, le preoccupazioni e gli interessi dei figli e sforzarsi di pensare a come trovare una soluzione che soddisfi entrambi. IL DIALOGO 6. Cercare la terza via. Il compromesso è una soluzione poco creativa, anche se spesso sembra la più praticabile. Nel compromesso tutti e due i contendenti perdono qualcosa. Un vero accordo invece punta al massimo di guadagno per entrambi. È importante che i figli partecipino all’elaborazione della soluzione: si tratta di allargare il campo, prospettare ipotesi, provare soluzioni per un tempo limitato, ricorrere ad una terza persona stimata da entrambi, ecc. IL DIALOGO 7. Approfittare delle pause per consolidare l’accordo. LA DISCIPLINA Adattata, addolcita, negata, rovesciata, esaltata, invocata, comunque sia, la «disciplina» continua a far più male ai genitori che ai bambini. La sentono, giustamente, come la vera sfida della famiglia attuale. disciplina nulla a che fare con il capitolo punizioni e castighi. LA DISCIPLINA Può pretendere molto solo chi dà molto. I bambini desiderano piacere: perché amano chi si occupa di loro e ne vogliono l’approvazione e il rispetto. Come tutte le forme di insegnamento, la disciplina è una faccenda a lungo termine, non a breve termine. «Ti amo tanto e perciò, a qualunque costo, ti impedirò di sbagliare». LA DISCIPLINA Un altro aspetto importante della questione dei limiti è che la madre e il padre devono lavorare insieme, come una squadra. Questo può avvenire solo se essi si nutrono a vicenda di intimità, affetto e comprensione. Molti genitori non si occupano dei figli perché non si occupano di loro stessi. LA DISCIPLINA I bambini imparano soprattutto prendendo a esempio coloro che li circondano. La moralità nasce dal cercare di essere simili a un adulto che essi ammirano. I genitori devono proporsi con decisione come adulti di riferimento, guide, sostegno, rifugio, modello. Anche Gesù disse ai suoi discepoli: «Imparate da me!». Per questo la disciplina richiede presenza. LA DISCIPLINA I bambini hanno bisogno della fermezza, in quanto stabilisce dei limiti senza i quali si sentono a disagio. Se non ci sono limiti, un bambino fa di tutto per cercare fin dove può arrivare. L’esistenza di limiti certi e conosciuti consente ai bambini di sentirsi protetti e al sicuro. Un bambino che domina un adulto si trova in una posizione molto inquietante. I limiti sono l’estensione della presenza protettrice dei genitori. Se un bambino si sente più potente di chi si prende cura di lui, come potrà fidarsi di chi dovrebbe proteggerlo? LA DISCIPLINA L’altro aspetto importante dei limiti è che aiutano i figli a crescere forti. Se i genitori soddisfano ogni capriccio dei figli, questi crescono deboli e sempre più incapaci di sopportare la frustrazione. La fermezza con cui la mamma fa rispettare ai figli il ritmo che regola le diverse attività li aiuta a capire che le cose hanno una struttura, che gli eventi hanno un inizio, uno svolgimento e una fine. Questo servirà loro per superare i momenti difficili e per imparare a gestire le circostanze più complicate. LA DISCIPLINA Man mano che cresce, un figlio deve essere coinvolto nella comprensione e nell’accettazione dei limiti. I «no» devono incoraggiare al contatto e non spingere all’isolamento, attirare i figli nella discussione. Di solito dopo il «no» dei genitori arriva il «perché?» dei figli. Hanno diritto ad una risposta. IL DECALOGO DELLA DISCIPLINA 1. La disciplina nasce dagli occhi più che dagli orecchi. 2. Sgorga dall’amore chiaramente percepito: può pretendere molto solo chi dà molto. 3. Come tutte le forme di insegnamento, la disciplina è una faccenda a lungo termine, non a breve termine. 4. La madre e il padre devono lavorare insieme, come una squadra. IL DECALOGO DELLA DISCIPLINA 5. Non è una guerra. Non ci possono essere vincitori e neanche vinti. 6. La buona disciplina è preventiva: le regole devono essere dichiaratamente definite, conosciute e concordate 7. E un atto di costruzione e insegnamento chiedersi sempre: “che cosa sto insegnando con questo mio modo di fare?”. È inquadrata in un progetto di vita e di relazione personale. 8. Un aspetto importante dei limiti è che aiutano i figli a crescere forti. IL DECALOGO DELLA DISCIPLINA 9. I limiti aiutano i bambini a sviluppare le proprie risorse. 10. Le regole dovrebbero sempre avere delle conseguenze COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE MOLTE VOLTE IL VERBO PIU’ USATO CON I RAGAZZI E’ ARRANGIATI. QUALCHE VOLTA E’ ESPRESSO IN MODO MOLTO CHIARO, IL PIU’ DELLE VOLTE SOTTINTESO: “QUANDO SARANNO ADULTI SCEGLIERANNO DA SOLI … LA VITA INSEGNERA’” COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE MA COME FA UN RAGAZZO AD ORIENTARSI NEL LABIRINTO DELLE IDEE? RICORDIAMO CHE L’EDUCAZIONE HA UNA META: FORMARE UNA PERSONA ADULTA NON CERTO UN CLONE MA SICURAMENTE UN ADULTO COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE OCCORRE PREPARARE E DONARE UN CORREDO PER LA VITA. IL CUORE DI UNA FORMAZIONE ADULTA E’ DATA DALLA COSCIENZA. L’IMPALCATURA DI UNA COSCIENZA E’ DATA DAL QUADRO DI VALORI CHE VENGONO PERCEPITI E VISSUTI. COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE PERCHE’ I VALORI DIVENTINO PERO’ REALMENTE LA MOLLA DELLA VITA DEVONO ESSERE ORDINATI IN UN SISTEMA COERENTE E GERARCHICO. SENZA CONFUSIONI COME AVVIENE OGGI GIORNO, PER ESEMPIO IL LAVORO = PRIMATO DATO ALLA PRODUZIONE FELICITA’ = RICERCA EGOISTICA DEL PIACERE PROTAGONISMO = SETE DI SUCCESSO LIBERTA’ = DIVENTA ARBITRIO COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE COSTRUIRE UNA PERSONA FORTE