A centotrenta anni dall’invenzione
della celluloide
a quasi settanta dalla comparsa delle prime calze in nylon, la plastica, nelle sue
sconfinate declinazioni
è diventata protagonista della
nostra epoca.
La plastica si ottiene dalla lavorazione del petrolio
1941: viene prodotta la prima fibra poliestere, il Terylene.[1]
Sono dette materie plastiche quei materiali artificiali
con struttura macromolecolare e pressione subiscono variazioni
permanenti di forma.
Si dividono in termoplastici, termoindurenti ed elastomeri. Le
gomme, pur avendo chimicamente e tecnologicamente molti aspetti in comune con le
materie plastiche, non sono normalmente considerate tali
Si dividono in termoplastici, termoindurenti ed elastomeri. Le
gomme, pur avendo chimicamente e tecnologicamente molti aspetti in comune con le
materie plastiche, non sono normalmente considerate tali
Termoplastica
Termoindurenti: sono un gruppo di materie plastiche che, dopo
una fase iniziale
di rammollimento dovute al riscaldamento, induriscono per
effetto di
reticolazione tridimensionale; nella fase di rammollimento per
effetto
combinato di calore e pressione risultano formabili.
Se questi materiali vengono riscaldati dopo l'indurimento non
ritornano più a
rammollire, ma si decompongono carbonizzandosi
Caratteristiche
Le caratteristiche vantaggiose delle materie plastiche rispetto ai materiali metallici e
non metallici sono la grande facilità di lavorazione, l'economicità, la colorabilità,
l'isolamento acustico, termico, elettrico, meccanico (vibrazioni), la resistenza alla
corrosione e l'inerzia chimica, nonché l'idrorepellenza e l'inattaccabilità da parte di
muffe, funghi e batteri
La Plastica
bruciando materiali plastici negli
inceneritori infatti si generano diossine (solo per quanto riguarda i polimeri che
contengono atomi di cloro nella loro molecola, come ad esempio il PVC), una
famiglia di
composti tossici. Queste difficoltà hanno incentivato negli ultimi anni la diffusione
della bioplastica, in cui una piccola percentuale di resina è sostituita da farine
vegetali
quale quella di mais.
Tra le lavorazioni a cui vengono sottoposte le materie plastiche, si annoverano:[5]
·· stampaggio per compressione
·· stampaggio ad iniezione[6]
·· stampaggio per trasferimento
·· formatura per estrusione[7]
·· calandratura
·· spalmatura
·· colata
·· soffiaggio[8]
·· termoformatura[9]
·· estrusione in bolla
·· pultrusione.
Le stesse caratteristiche che rendono la plastica adatta a così tante applicazioni industriali,
la sua resistenza e la sua stabilità, rappresentano un problema per gli ecosistemi marini.
Ogni anno vengono prodotte quasi dieci milioni di tonnellate di plastica, il 10 per cento delle
quali finisce in mare. Il 20 per cento di questa plastica viene gettata dalle imbarcazioni e
dalle piattaforme, mentre il resto arriva dalla terraferma.
Circa 4/5 del rifiuto in mare arriva da terra sospinto dal vento o trascinato da scarichi d'acqua
e fiumi . Solamente il 20% proviene da rifiuti dispersi in mare dalle navi. Quasi il 90% del
rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica.
Si stima che sia finito in mare il 5% di tutta la plastica prodotta dagli anni 50 in poi.
A livello mondiale sono almeno 143 le specie marine che sono rimaste vittime di
entanglement ( quando gli animali rimangono imbrigliati in sacchetti, reti o altri
rifiuti plastici e finiscono per morire di fame, soffocamento o annegamento) con la
quasi totalità delle specie di tartarughe marine che inghiottono i sacchetti
scambiandoli per meduse, la loro preda principale. Le specie che inghiottono
plastica sono stimate in 177 di cui il 95% è costituito da uccelli marini
La plastica biodegradabile è costituita da materiali rinnovabili come l'amido di mais, un materiale presente
in natura. Non solo: la produzione di prodotti in materiale bioplastico produce emissioni di biossido di
carbonio nettamente inferiori, e questa è una buona notizia per la nostra atmosfera "intossicata". Ancora
meglio: la bio-plastica si decompone molto più rapidamente della plastica non biodegradabile, un punto a
favore nella lotta al problema delle discariche sul nostro pianeta
La plastica biodegradabile, al contrario, può essere assorbita dal terreno e diventare nuovamente fertilizzante per
piante e cibo per i microrganismi presenti nella terrà.
Fig.2 Lo schema illustra il ciclo di produzione di contenitori in materie plastiche a basso impatto ambientale. La gran
parte della materia prima ha provenienza agricola; il chimico interviene per modificare le caratteristiche del
materiale (meccaniche, termiche,…) per renderlo adatto all'uso, ma facendo attenzione a non alterare le sue
caratteristiche di biodegradabilita'
lavoro sulla plastica in collaborazione degli alunni
Alessia Cugnigni, Eleonora Girolami, Martina Ferroni e Valentina Lupi della 2a C
Gabrielli Anese, ILaria, M. Chiara, Aurora 2^D
Francesco.Ciccone. Priscilla Di benedetto
Catalucci M,Stella "^ A
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