La poesia delle origini La poesia delle origini Dalla lirica cortese al «dolce stil novo» La produzione letteraria in Francia Le prime manifestazioni letterarie in volgare italiano furono significativamente influenzate dall’importante produzione poetica che si sviluppò in Francia a partire dall’XI secolo La prima produzione francese, destinata per lo più a un pubblico di corte, è classificabile in tre filoni principali In lingua d’oc, Poesia trobadorica Chansons de geste Romanzi cavallereschi parlata nel centro-Sud della Francia (all’origine del provenzale) In lingua d’oil, parlata nel Nord e nell’Îlede-France (all’origine del moderno francese) Un cavaliere e una dama giocano a scacchi in un’illustrazione del Codex Manesse (1304-1340) La poesia trobadorica La poesia trobadorica, detta anche provenzale o cortese (cioè «della corte»), si sviluppò tra la fine del X e l’inizio del XIII secolo nella Francia meridionale Poesia in lingua d’oc Destinata all’ascolto (versi ritmici; rime, allitterazioni, assonanze e consonanze) Opera di poeti-musici chiamati trovatori (stretto rapporto tra parola e musica) Si distinuono due stili: trobar clus (chiuso, difficile) e trobar leu (più semplice e piano) Il tema principale è il fin’amor o amor cortese Scena di amor cortese dal Codex Manesse (1304-1340) Amore adulterino tra un cavaliere – leale e valoroso – e la moglie – bella, gentile e casta – del signore; è un amore fatto di sguardi, celato alle malelingue tramite pseudonimi, inappagato e puro Le chansons de geste Le chansons de geste sono narrazioni in versi in lingua d’oil che si diffusero nella Francia settentrionale a partire dall’XI secolo Hanno per tema le imprese cavalleresche di eroi e vassalli: per argomenti e forme, sono accostabili alle opere epiche Composte da anonimi trovieri, venivano cantate durante i banchetti Orlando morente, miniatura (XIV sec.) In base all’argomento si individuano vari cicli (ciclo merovingio, carolingio, capetingio, del re ecc.) Al ciclo carolingio, incentrato sulle imprese militari di Carlo Magno, appartiene la Chanson de Roland (XI secolo), il più antico poema epico medievale in volgare L’epica spagnola e germanica Anche le letterature spagnola e germanica offrono importanti esempi di poesia epica medievale, accostabili alle chansons de geste in lingua d’oil In volgare castigliano è composto il Cantar de mio Cid (1140), il cui protagonista è il Cid Campeador, Ruy Díaz di Bivar Esempi in lingua tedesca sono il poema Beowulf (VIII secolo) e la Canzone dei Nibelunghi, i cui protagonisti sono Sigfrido e Crimilde (in alto tedesco, prima metà del XIII sec.) Peter von Cornelius, Il re dei Burgundi Gunther ordina ad Hagen di immergere nel Reno il tesoro dei Nibelunghi (1859) Il romanzo cavalleresco I romanzi cavallereschi si diffusero nelle corti della Francia settentrionale a partire dal XII secolo Si tratta di narrazioni lunghe in versi, in lingua d’oil, caratterizzate da intrecci complessi Erano destinati alla lettura privata I protagonisti sono dame e cavalieri alle prese con amori e fatti di armi Gli eroi sono spesso coinvolti in prove e ricerche, nelle quali mostrano il loro valore e che li conducono in luoghi fantastici L’autore più noto è il troviere Chrétien de Troyes, attivo nelle corti di Champagne e delle Fiandre John William Waterhouse, Tristano e Isotta con la pozione (1916 ca.). I due sono i protagonisti del Roman de Tristan di Thomas d’Angleterre (XII sec.) Le vicende sono per lo più riconducibili al ciclo bretone (o arturiano: protagonisti sono re Artù e i cavalieri «della tavola rotonda») e all’antichità classica Le origini della letteratura italiana In Italia i primi testi scritti in volgare a fini artistici e letterari compaiono nel XIII secolo Il panorama italiano si presenta assai frammentato e diversificato dal punto di vista linguistico, politico, economico e sociale Poesia didascalica Precursori dello «stil novo» Rimatori siculo-toscani; «dolce stil novo»; lirica comico-realistica Lirica religiosa Scuola poetica siciliana Nord (Lombardia e Veneto): residui feudali e realtà urbane Bologna: sede della più antica università europea Toscana: comuni Umbria: potere della Chiesa Sicilia: regno normanno La letteratura religiosa La spiritualità è una delle componenti più importanti della società medievale: ne caratterizza comportamenti, ideologie e visioni del mondo Nel XIII secolo la nascita degli ordini mendicanti segnò la diffusione di un particolare genere letterario: la lauda in volgare Ha per lo più un andamento lirico-narrativo (spesso era musicata) Utilizza un linguaggio semplice Segue il metro della ballata Antonello da Messina, Domenico di Guzmán, particolare della Pala di San Cassiano (1475-1476) Le laude «drammatiche» erano dialogate e destinate alla rappresentazione scenica: mettevano in scena episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento La letteratura religiosa Una delle più antiche testimonianze della letteratura italiana è una poesia religiosa, una lauda: il Cantico delle creature di S. Francesco d’Assisi, in dialetto umbro (1224-1225) Giotto di Bondone, S. Francesco predica agli uccelli in un affresco della Basilica superiore di S. Francesco ad Assisi (XIII sec.) Intorno alla figura di S. Francesco fiorì una ricca produzione agiografica, in latino e in volgare La voce più significativa della lirica religiosa del Duecento fu il francescano (della fazione degli «spirituali») Jacopone da Todi Scrisse laude in volgare umbro, caratterizzate da una religiosità intensa e da un lessico realistico ed espressivo (celebre la lauda drammatica Il pianto della Madonna) La scuola poetica siciliana Nella prima metà del Duecento la corte di Federico II di Svevia, a Palermo, fu uno dei centri artistici e culturali più vivaci d’Europa Il clima di laicità e libertà attirò filosofi e scienziati di varia provenienza e favorì l’incontro tra le civiltà greca, latina, araba e normanna Gli esponenti della scuola poetica siciliana erano funzionari che ricoprivano importanti ruoli nella gestione dello Stato Federico II con un’aquila nella miniatura di un codice della sua opera De venandi cum avibus (fine XIII sec.) La loro è una poesia raffinatissima, elitaria, disimpegnata, concepita per il divertimento del colto pubblico della corte La scuola poetica siciliana La produzione della scuola siciliana (il suo apice è negli anni 1230-1250) riprende moduli e stilemi della poesia provenzale, ma introduce importanti elementi di originalità La lingua è il siciliano illustre (oggi conservato in originale solo in un componimento di Stefano Protonotaro) Jacopo la Lentini, Pier delle Vigne, Rinaldo e Giacomo d’Aquino, Guido delle Colonne, Odo delle Colonne, Giacomino Pugliese, Stefano Protonotaro Temi privilegiati sono l’amor cortese (declinato secondo lo schema del vassallaggio o indagato a livello teorico) e la donna (idealizzata) Le forme metriche impiegate sono la canzone, la canzonetta (usate già ai provenzali) e il sonetto Forma metrica originale della scuola siciliana (l’invenzione è attribuita a Jacopo da Lentini) I rimatori siculo-toscani La battaglia di Benevento del 1266 pose fine alla potenza sveva in Italia e all’esperienza poetica della scuola siciliana L’eredità dei siciliani fu raccolta da un gruppo di poeti attivi in Toscana nella seconda metà del Duecento: i rimatori siculo-toscani o guittoniani I guittoniani adattarono al contesto municipale toscano il repertorio lirico provenzale e siciliano Tematiche Lingua e stile Il tema amoroso viene ripreso in chiave più individualistica La lingua è il volgare illustre toscano (toscano + forme colte + termini provenzali) Compaiono argomenti di ordine politico, morale e religioso Lo stile è ricercato e incline allo sperimentalismo, soprattutto nei rimatori fiorentini e aretini Metrica Vengono impiegati il sonetto (anche nella variante «rinterzata»), la canzone (per le composizioni «alte») e la ballata I rimatori siculo-toscani Gli esponenti maggiori della poesia siculo-toscana furono: Guittone d’Arezzo (1235 ca.-1294) Da cui il termine «guittoniani» La sua produzione è divisa in due parti: la prima di argomento civile e politico, la seconda di argomento religioso; si conservano anche 36 lettere Ambrogio Lorenzetti, Allegorie del Buono e del Cattivo Governo, affresco del Palazzo Pubblico di Siena, particolare relativo al Buon Governo (1337-1343) Bonagiunta Orbicciani (1220 ca.1290 ca.) Da Lucca; è l’esponente più anziano; le sue poesie riprendono da vicino i modelli siciliani Chiaro Davanzati (seconda metà XIII secolo) Da Firenze; molto prolifico; adotta uno stile mediano e di facile leggibilità Il «dolce stil novo» Il «dolce stil novo» (espressione dantesca) è uno stile poetico che si sviluppò soprattutto a Firenze tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento Iniziatore della nuova maniera di poetare fu – a detta dello stesso Dante – il giudice bolognese Guido Guinizelli (1235 ca.-1276) La sua canzone Al cor gentil rempaira sempre Amore è considerata il manifesto teorico dello «stil novo» Henry Holiday, Dante incontra Beatrice presso il ponte S. Trinità (1883) Gli esponenti maggiori dello «stil novo» furono i fiorentini Guido Cavalcanti (dà voce al motivo dell’amore come passione irrazionale) e Dante Alighieri Altri stilnovisti furono: Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e Cino da Pistoia Il «doce stil novo» Le innovazioni introdotte dagli stilnovisti rispetto ai siciliani e ai guittoniani furono di ordine sia tematico sia stilistico Legame indissolubile tra amore e nobiltà d’animo («cor gentile») Stile dolce e cantabile Nuova concezione della nobiltà: dipende dalle virtù interiori non dalla nascita Lingua toscana depurata dai tratti popolareggianti e dai provenzalismi Nuova concezione della donna: non la domina del poeta-vassallo, bensì un angelo che perfeziona l’uomo e lo avvicina a Dio Lessico selezionato e «specifico», capace di rendere con vividezza gli effetti dell’amore La lirica comico-realistica A partire dalla seconda metà del Duecento iniziò a diffondersi una poesia caratterizzata da temi realistici e stile «basso», vicino al parlato (stile comico) I poeti comico-realistici operano un sistematico ribaltamento dell’idealismo cortese Sentimenti bassi e corporei (vino, cibo) (vs sentimenti nobili ed elevati) Amori sensuali (vs amori platonici e puri) Donne grasse, pettegole e venali (vs donneangelo, oneste, gentili) Vita spensierata e gaudente (vs buoni costumi) Avarizia (vs prodigalità) Illustrazione tratta dal Tacuinum sanitatis casanatense (XIV sec.) La poesia comico-realistica Uno dei primi esempi di poesia comico-realistica è considerato il contrasto del siciliano Cielo d’Alcamo, Rosa fresca aulentissima (1230-1240) Parodia del corteggiamento cortese I maggiori esponenti delle poesia comico-realistica furono Cecco Angiolieri Siena, 1260 ca.-prima del 1313 Di nobile famiglia guelfa; conosce Dante Di lui sopravvive un Canzoniere di circa 120 sonetti I temi sono: l’amore per la popolana Becchina, una sorta di anti-Beatrice; l’odio violento verso il padre; la costante ricerca del denaro, unica fonte di felicità e Folgóre di San Giminiano San Giminiano, 1265 ca.-1317/1332 Cavaliere; svolge attività di cortigianìa (organizza, in qualità di poeta professionista, feste ed eventi) Restano di lui una trentina di sonetti; interessanti le collane: Sonetti de la semana e Sonetti de’ mesi (sul modello del plazer provenzale)