•È il sonetto XVI
•Troviamo il tema dell'allontanamento e il distacco da
Laura (tema del cammino stanco)
•Sonetto XIV: Il
distacco, solo saziarsi
della vista di Laura
I precendenti
sonetti
•Sonetto XV: Distacco
accompagnato
dall'angoscia e dallo
spossamento
Le prime 2 quartine
Movesi il vecchierel canuto e bianco
del dolce loco ov'ha sua età fornita,
e da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;
indi traendo poi l'antiquo fianco
per l'estreme giornate di sua vita,
quanto più pò, col buon voler s'aita,
rotto dagli anni, e dal cammino stanco;
Parafrasi
Il vecchietto canuto e pallido si
allontana dal caro luogo dove ha
trascorso la sua vita e dalla famiglia in
pena che vede il caro padre venire
meno (andare via, forse per sempre);
Poi da lì si aiuta (a camminare) quanto
più può con la buona
volontà,trascinando il corpo, perché
vecchio, sfinito dall'età e stanco per il
cammino;
La prima terzina
e viene a Roma, seguendo 'l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch'ancor lassù nel ciel vedere spera:
Contestualizzare: cosa è “la
sembianza”?
E arriva a Roma, seguendo il desiderio,
per ammirare l'aspetto che spera di
vedere di nuovo lassù nel cielo (Cristo)
È la Veronica, un panno che Cristo ha
usato per asciugarsi e vi è rimasta
impressa la sua immagine
Accostamento tra sacro e profano (vedi
terziana seguente)
L'inizio di una similitudine asimetrica: la seconda
quartina
così, lasso, talor vo cercand'io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.
Allo stesso modo talora io,misero cerco
in altri,o donna,per quanto è possibile,la
vostra vera immagine amata
Quanto è possibile:superiorità del volto di Laura sugli
altri,così come del volte di Cristo sulle tracce lasciate
dal panno sacro
•Presenza dell'IO V.12 di natura lirica,esalta la figura dell'autore
•Fino al V.12 non sappiamo che i versi precendenti erano una similitudine
Il poeta non è vecchio
Il vecchietto abbandona qualcosa di
caro(la famiglia),per cercare qualcosa
di più caro che spera di vedere in cielo
Differenze poeta vecchio
Il poeta si allontana da Laura ,ma cerca
nei volti delle altre donne le somiglianze
con questa,che vuole vedere sulla terra
Comportamento illogico,inutile e
infelice


Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;
Erano i capelli biondi mossi al vento
che li avvolgeva in mille dolci riccioli,
e la luce ammaliante dei suoi occhi belli, che ora
è diminuita col passar degli anni,
splendeva in modo straordinario;
e 'l viso di pietosi color farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di subito arsi?
e mi sembrava, non so se fosse realtà o illusione,
che il suo viso esprimesse nei colori
sentimenti di pietà a pietà:
io che ero pronto all’amore,
c'è da meravigliarsi se arsi d’amore subito?
Non era l'andar suo cosa mortale
ma d'angelica forma, e le parole
sonavan altro che pur voce umana;
Il suo portamento non aveva apparenza mortale,
ma aspetto d'angelo, e le parole
suonavano con tono diverso dall’umano;
uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale,
piaga per allentar d'arco non sana.
uno spirito celeste, un vivo sole
fu quel che vidi, e anche se ora non
risplendesse più, per gli anni,
una ferita non si rimargina se l’arco
non ha più le corde tese.
•
Sonetto LXXXVII
• CANZONIERE di Petrarca
• Scritta tra il 1339 e il 1347
METRICA
 SONETTO
(2 quartine e 2 terzine)
 Versi ENDECASILLABI
 Rime secondo lo schema
ABBA,ABBA,CDE,DCE
TEMI PRINCIPALI
ASPETTI FISICI della DONNA: (lirica
d’amore recente)
- Intensa spiritualizzazione
- Natura luminosa
- Sguardo di Laura
- Capelli color oro
 INTERIORITA’ del POETA: (stilnovismo)
- Disponibilità all’amore
- Impossibilità a resistervi

Caratteristiche di Petrarca
Donna rappresentata al PASSATO:
- Ricordo della donna
- Rievocazione dell’amore
-Imperfetto («erano», «avolgea», «ardea»…),
trasfigurazione della memoria
- Passato remoto («arsi», «fu», «vidi»…)
momento dell’innamoramento
Il poeta si rivolge ai luoghi che in passato hanno accolto la
presenza di Laura. Essendo vicina la sua morte, egli chiede di
essere sepolto in quei luoghi così da suscitare pietà alla vista della
sua tomba.
Chiare, fresche et dolci acque,
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda.
Limpide, fresche e dolci acque
dove immerse le sue belle membra
colei che unica per me merita il nome di donna
delicato ramo al quale le piacque
di appoggiare il suo bel corpo
(me ne ricordo sospirando)
erba, fiori che ricoprirono
il suo leggiadro vestito ed il suo corpo,
atmosfera limpida, fatta sacra dalla sua presenza
dove Amore attraverso i suoi begli occhi mi trafisse l'animo
ascoltate voi tutti insieme
le mie tristi ultime parole.
Se è mio destino dunque,
ed in ciò si adopera il volere del cielo,
che Amore chiuda questi occhi piangenti,
qualche favore divino faccia sì
che il mio corpo sia sepolto tra voi,
e l'anima ritorni sciolta dal corpo al cielo.
La morte fia men cruda
se questa spene porto a quel dubbioso passo;
ché lo spirito lasso
non poria mai in più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
et là ' ov' ella mi scorse
nel benedetto giorno
volga la vista disiosa et lieta,
cercandomi: et, o pieta!,
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
et faccia forza al cielo,
asciugandosi gli occhi col bel velo.
La morte sarà meno dolorosa
se reco questa speranza in vista di quel pauroso momento:
poiché l'anima stanca
non potrebbe in più riposata quiete
né in più tranquillo sepolcro
abbandonare il corpo travagliato da mille angosce.
Verrà forse un giorno
in cui all'abituale meta
ritornerà la donna bella e crudele,
e a quel luogo dove ella mi vide
nel benedetto giorno dell'incontro
volga i suoi occhi pieni di desiderio e di letizia,
cercando di me, e, divenuta pietosa,
vedendomi polvere tra le pietre del sepolcro,
venga ispirata da Amore
così da sospirare
tanto dolcemente e ottenere la misericordia divina
piegando la giustizia celeste,
asciugandosi gli occhi con il suo bel velo.
Informazioni sulla poesia
 Scritta tra il 1344 e il 1345;
 Divisa in cinque stanze di tredici versi ciascuno,
quattro endecasillabi e nove settenari, con rime
secondo lo schema abC, abC, cdeeDfF. Il congedo
presenta lo schema DfF.
 Al centro dell’attenzione sta il paesaggio,
intimamente segnato dai legami con Laura e
dall’abbandono confidenziale del poeta, il quale
trova nel paesaggio il corrispettivo del proprio
mondo interiore. Ma tanto il paesaggio quanto la
figura di Laura sono guardati nella prospettiva del
ricordo, altra dimensione decisiva della lirica
petrarchesca.
L’amore per Laura
Questo tema è trattato, in apparenza, secondo i modi tipici della
tradizione cortese e stilnovistica. La donna è oggetto di
spiritualizzazione che ne fa spesso una figura sovrumana; l’amore è
rappresentato come esperienza che nobilita l’uomo.
La figura di Laura è del tutto nuova. Ella è dotata di una propria
specifica personalità; infatti abbiamo notizie anagrafiche, la sua
concezione morale e ideologica (caratterizzata dal rifiuto di
ricambiare l’amore del poeta). Inoltre ella determina alcuni fatti
narrativi fondamentali. La donna può mostrare stati d’animo e
atteggiamenti via via decisivi per le reazioni del poeta e per lo
sviluppo della situazione narrativa.
La figura femminile amata da Petrarca aiuta, inoltre, a introdurre il tema
(uno tra i più importanti) della memoria, unito a quello dell’assenza
nel momento in cui Laura viene a mancare.
TESTO
PARAFRASI
ANALISI
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Petrarca (2) a cura della terza CL