Corso di Laurea in Servizio Sociale e Sociologia Dr.ssa Maria Francesca Pantusa Programma 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. Cenni di Epidemiologia Psichiatrica Classificazione dei Disturbi Mentali L’assistenza Psichiatrica in Italia, Legislazione psichiatrica Colloquio con il paziente Cenni eziopatologici Psicopatologia Schizofrenia Depressione e Disturbo Bipolare Ansia e spettro Disturbi d’Ansia Disturbi del Comportamento Alimentare Disturbi somatoformi e dissociativi Demenza Disturbi di Personalità Comportamenti a rischio e Nuove Dipendenze Ritardo mentale Emergenze in Psichiatria Psicofarmaci Riabilitazione psichiatrica. Carico Familiare Interdizione-Inabilitazione-Amministratore di sostegno OBIETTIVI Obiettivi del corso Possesso delle nozioni necessarie per l'inquadramento delle principali aspetti semeiologici, clinici e psicopatologici dei diversi quadri clinici. Competenze e conoscenze attese Capacità di usare in modo corretto la terminologia psichiatrica di base. Conoscere le conseguenze di tipo psicosociale dei principali disturbi mentali Testi consigliati Manuale di psichiatria, Autore: Giberti – Rossi, Casa editrice: Piccin & Vallardi, eds 2009 Manuale di psichiatria, SIRACUSANO, A., BALESTRIERI, M., BELLANTUONO, C., BERARDI, D., DI GIANNANTONIO, Il Pensiero Scientifico Editore, 2007, 1° edizione TRATTATO ITALIANO DI PSICHIATRIA,CASSANO G. BATTISTA-PANCHERI PAOLO-PAVAN LUIGI 2A EDIZIONE - Utet Introduzione alla psicopatologia descrittiva, Andrew Sims, R. Cortina, eds 2003 DSM IV-TR – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Masson; Che cos’è la psichiatria La Psichiatria è una branca della medicina che comprende Disturbi mentali (della sfera emotiva e di quella cognitiva) Disturbi comportamentali Eziologia, presentazione e loro decorso sono influenzati da molteplici cause La loro terapia si avvale di interventi Sociali Psicologici Medici Rivoluzione negli ultimi 30 anni: a) I pazienti Psichiatrici sono di norma curati nei servizi psichiatrici territoriali b) Se ricoverati in strutture di urgenza, i ricoveri devono essere brevi La dimensione della salute I dati statistici testimoniano che: o Un adulto su quattro è affetto da patologie mentali (almeno o o o o o il 27% degli europei ne è stato affetto una volta nella vita) Circa il 50% di tali disturbi si presenta in comorbilità e l’esito della patologa è spesso nefasto Depressione, demenza, schizofrenia e farmacodipendenza figurano tra le 10 cause principali di invalidità nel mondo Attualmente nell’UE circa 58.000 cittadini muoiono ogni anno per suicidio (una cifra superiore al numero annuo di morti causate da incidenti stradali, omicidi o AIDS) Le patologie mentali più comuni sono quelle legate all’ansia e alla depressione Si prevede che entro il 2020 la depressione diventerà la causa di malattia più frequente nei paesi industrializzati Prevalenza Disturbi d’ansia: 3-6% nel corso della vita (fobie, disturbi ossessivo - compulsivo, e disturbi tipo attacco di panico (prevalenza 1% circa per ciascun disturbo) Suicidio: 5.000 suicidi riusciti e più di 100.000 tentati suicidio all’anno. Prevalenza Autolesionismo: 1 persona su 600 infierisce contro se stesso in modo sufficientemente grave da richiedere il ricovero ospedaliero; l’1% di questi finirà per suicidarsi Schizofrenia (ed altre psicosi): 1% nel corso della vita Disturbo affettivo bipolare: 0.5-1% nel corso della vita Disturbi di personalità: 5-10% dei giovani adulti Disturbi legati all’alcool: 4.7% degli adulti presenta dipendenza da alcool Dipendenza da sostanze: 2.2% (stima in difetto) Anoressia nervosa: 2-8% delle ragazze adolescenti Depressione: tra 20 anni tra le principali cause di mortalità Proiezioni di ricercatori dell’Università americana John Harvard e dell’OMS fino al 2030 indicherebbero che le malattie che incideranno maggiormente sul futuro della popolazione mondiale saranno l’AIDS, le cardiovascolari e la depressione. Si stima anche un aumento di morti per diabete, cancro, malattie respiratorie croniche, incidenti stradali e per violenza fisica. Definizione secondo l’OMS L’OMS definisce la SALUTE: “Il completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste solamente in una assenza di malattia o infermità” Definizione secondo l’OMS In particolare, l’OMS definisce la SALUTE MENTALE come : “Uno stato di benessere nel quale il singolo è consapevole delle proprie capacità, sa affrontare le normali difficoltà della vita, lavorare in modo utile e produttivo ed è in grado di apportare un contributo alla comunità” Altri tentativi di definizioni… È necessario sottolineare che la definizione di SALUTE MENTALE è ancora lontana dall’essere universalmente condivisa: Ogni definizione dipende infatti da differenze culturali, da valutazioni soggettive e dalle diverse teorie. Altri tentativi di definizioni… Secondo il dizionario Merriam-Webster, la SALUTE MENTALE è: “Uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive ed emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società e rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno” Atri tentativi di definizioni… Inoltre, “salute mentale” e “malattia mentale” sono concetti non direttamente correlati: l’assenza di malattie mentali non implica necessariamente che la salute mentale dell’individuo sia intatta Alcune delle abilità caratteristiche della condizione di SALUTE MENTALE sono: Stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri Partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente Sviluppare la propria personalità investendo le proprie pulsioni istintuali nelle relazioni sociali Risolvere i propri conflitti in modo equilibrato Adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni Avere una buona immagine di sé Provare emozioni … Le PATOLOGIE MENTALI comprendono invece difficoltà e tensioni psichiche, alterazioni del comportamento e la percezione di un disagio personale che si ripercuote sul sistema familiare, sulla condizione lavorativa, sulla situazione economica, fiscale (e a volte giudiziaria e penale) del malato. Le patologie mentali, pertanto comportano molteplici costi, perdite e oneri per i cittadini e la società Fattori di rischio La condizione psichica delle persone è determinata da una molteplicità di fattori Biologici (genetici, legati al genere) Individuali (esp. personali) Familiari e sociali (assistenza sociale) Economici (posizione sociale) Ambientali (condizioni di vita) Fattori di rischio Inoltre, numerosi aspetti epidemiologici contemporanei possono contribuire a favorire un ulteriore incremento dei disturbi mentali a partire dall’immediato futuro: Aumento della popolazione anziana Incremento dell’immigrazione con conseguente aumento delle condizioni di disagio Diffusione delle condizioni di stress legate ai frenetici ritmi di vita e di lavoro Maggiore disagio urbano Crescenti problemi dell’adolescenza e della gioventù Conseguenze delle patologie mentali Le patologie mentali comportano perdite significative ed oneri per il sistema economico, sociale, educativo nonché giudiziario e penale Si stima che esse costino all’UE il 3-4% circa del PIL, spesa dovuta principalmente alla perdita di produttività: i disturbi psichiatrici sono una delle principali cause di pensionamenti anticipati e delle pensioni di invalidità Conseguenze delle patologie mentali Ulteriori costi immateriali riguardano il trattamento che la società riserva alle persone affette da patologie mentali o handicap. Nonostante le migliori possibilità di cura e gli sviluppi positivi dell’assistenza psichiatrica, le persone affette da patologie mentali o handicap subiscono ancora: Conseguenze delle patologie mentali esclusione sociale, stigmatizzazioni, discriminazioni o il mancato rispetto dei loro diritti fondamentali e della loro dignità Stigmatizzazione: un’eredità secolare Nel corso del tempo e nelle diverse civiltà le manifestazioni che oggi sono attribuite alla malattia mentale hanno assunto significati e nomi differenti: Possessione diabolica Invasamento divino Alienazione Pazzia Stigmatizzazione: un’eredità secolare Nel Medioevo l’interpretazione predominante era la seguente: le patologie mentali erano ricondotti a: o Possessione da parte di spiriti malvagi o del diavolo o Debolezza morale o Castigo divino Frequentemente le donne affette venivano accusate da stregoneria e condotte sul rogo Cenni storici Ippocrate e i greci antichi sostenevano che le malattie risultassero dallo sbilanciarsi di quattro umori, in particolare avevano associato la depressione ad un eccesso di bile nera. Per quanto concerne i sintomi somatici senza danno fisico, ovvero le somatizzazioni, essi prendevano il nome di isteria, dal termine greco indicante l’utero: si riteneva che tale organo si spostasse all’interno del corpo, entrando in contatto con cuore, fegato, testa, arti, che così influenzati dolevano Nascita della psichiatria È durante l’Illuminismo che la psichiatria come branca della medicina comincia ad emergere. In quell’epoca, Philippe Pinel (1793) promosse l’istituzione di luoghi di cura liberando il folle dalla sua condizione di dannato, consacrandolo come malato Nascita della psichiatria Le radici degli odierni sistemi di cura affondano nel XVIII secolo, quando furono concepiti i primi asili per gli alienati. Da queste strutture derivano i manicomi od ospedali psichiatrici, che anche in Italia sono stati rifugio/prigione per i malati durante gran parte del XX secolo. Nascita della psichiatria La malattia mentale era considerata sostanzialmente inguaribile, progressiva ed incomprensibile. Questo giustificava la segregazione dei pazienti per la salvaguardia delle “persone civili” e del decoro. Legislazione psichiatrica in Italia (1) Legge 36 del 1904 "pericolosi a sé o agli altri" o di "pubblico scandalo“ (1904) • Esigenze di sicurezza > necessità terapeutiche • Isolamento della psichiatria dal resto dell’ assistenza sanitaria i manicomi costruiti in luoghi appartati, distinti dagli Ospedali Civili • Competenze amministrative delegate alle Province • Dimissioni dei ricoverati coattivamente: competenza dell'autorità giudiziaria. Nascita della psichiatria Gli strumenti terapeutici erano lasciati alla fantasia più sfrenata: docce ghiacciate, diete sbilanciate, isolamento e contenzione fisica sono solo alcune delle pratiche cui venivano sottoposti i pazienti Nascita della psichiatria Nel 1793 il medico empolese Vincenzo Chiarugi diede alle stampe il suo trattato “Della pazzia in genere e in specie”, prima opera medico-scientifica sul tema della categorizzazione della follia. Il trattato di Chiarugi segnò la nascita della clinica psichiatrica e restituì al folle lo status di malato piuttosto che di peccatore o delinquente. Nascita della psichiatria Con l’istituzione dei manicomi l'elevata concentrazione di pazienti favorì l'osservazione e la classificazione delle malattie da parte degli psichiatri. In tale epoca la storia della psichiatria coincise di fatto con la storia della schizofrenia; Emil Kraepelin (1856-1926) ed Eugen Bleuler (18571939) ne furono i principali studiosi. Nascita della psichiatria Un ulteriore contributo alla nascita di una nuova concezione della MALATTIA MENTALE è derivato dalla psicanalisi. Sigmund Freud: critica l’idea di incurabilità mette in discussione l’idea di una precisa demarcazione tra normalità e patologia Nascita della psichiatria Ancora, ulteriori spinte alla nascita della moderna PSICHIATRIA si hanno nelle seconda metà del XX secolo. Sintesi dei primi psicofarmaci tra gli anni 1940-50 Progressi della ricerca nelle scienze del comportamento ed origine delle prime forme di psicoterapia La svolta decisiva Legge stralcio n.431 del 1968 È il 1978 quando Franco Basaglia porta in Parlamento una legge che prevedeva la dismissione degli ospedali psichiatrici e la cura dei malati negli ambulatori territoriali È la LEGGE 180/78 Legislazione psichiatrica in Italia (2) “.. alleanza originaria della psichiatria con la giustizia. Lo psichiatra nell’espletamento del suo mandato professionale è contemporaneamente medico e tutore dell’ordine… …ma i due ruoli sono in evidente contraddizione reciproca dato che l’uomo di scienza dovrebbe tendere a salvaguardare l’uomo malato mentre il tutore dell’ordine tende a salvaguardare l’uomo sano”. ( Basaglia, 1971) LEGGE 180/78 Punti qualificanti di questa legge sono: L’omologazione del paziente psichiatrico ai malati con altre patologie Il superamento dell’Istituzione Ospedale Psichiatrico come luogo centrale di cura e lo spostamento sul Territorio del fulcro dell’assistenza psichiatrica LEGGE 180/78 Obiettivi: Tutelare i diritti del paziente Favorirne il recupero sociale Promuovere un modello assistenziale allargato sul territorio La Legislazione Psichiatrica L’assistenza psichiatrica è attualmente regolata dalla legge n. 833/78 (Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale), che ha recepito la legge n. 180/78 (Accertamenti e Trattamenti Sanitari Volontari ed Obbligatori) La Legislazione Psichiatrica L’assistenza psichiatrica è passata da: Una concezione custodialistica e segregativa del malato mentale Un modello di tutela e sviluppo della Salute Mentale La Legislazione Psichiatrica 1° passo decisivo: CHIUSURA degli OSPEDALI PSICHIATRICI Queste istituzioni “forti e totali” si connotavano come vere e proprie cittadelle autosufficienti (addirittura all’OP di Volterra fu coniata una moneta che serviva per lo scambio di beni e per il pagamento di Servizi) La Legislazione Psichiatrica Il tramonto dell’idea che il manicomio fosse uno spazio curativo, ha trasferito la maggior parte degli interventi sul territorio, inteso come luogo di cura non più separato, ma integrato con gli spazi in cui vivono i soggetti “sani” Organizzazione dei servizi psichiatrici Il centro vitale di tutte le attività territoriali ed ospedaliere dell’assistenza psichiatrica è il: Dipartimento di Salute Mentale I D.S.M. sono istituiti in ciascuna azienda sanitaria Ciascun D.S.M. deve avere un bacino di utenza non superiore ai 150.000 abitanti per assicurare interventi di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale Organizzazione dei servizi psichiatrici Ciascun D.S.M. deve essere dotato delle seguenti strutture: Centro di Salute Mentale (C.S.M.): svolge attività di consulenza e presa in carico sia ambulatoriale che domiciliare Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (S.P.D.C.), dotato di un posto letto ogni 10.000 abitanti: accoglie pazienti in fase acuta di malattia in regime di ricovero volontario o obbligatorio (T.S.O.) e si trova ubicato negli Ospedali Generali Organizzazione dei servizi psichiatrici Strutture Semiresidenziali: ospitano pazienti che necessitano di interventi terapeutici e di risocializzazione in regime diurno e per periodi di durata variabile. Comprendono: o Centro Diurno: con funzione terapeutico-riabilitative, atte a prevenire e a limitare il ricorso al ricovero ospedaliero. Adatto per quei pazienti che sono dotati di un adeguato supporto familiare. Ha come obiettivo quello di creare in un ambiente protetto quelle occasioni di quotidianità che possono migliorare il livello di autonomia del paziente o Day Hospital: utilizzato dai pazienti in fase subacuta che necessitano di intervento farmacologico e psicoterapeutico-riabilitativo Organizzazione dei servizi psichiatrici Strutture Residenziale: rispondono al bisogno di lungo-assistenza e di residenzialità protetta. Comprendono o Gruppo appartamento: appartamenti situati nel contesto umano, accolgono circa 6-8 pazienti con discreto livello di autonomia o Residenze Assistite Protette: accolgono 10-20 pazienti con sintomatologia residua che necessitano di una presenza più costante di personale del Servizio o Comunità Terapeutica Assistita: accoglie circa 20 pazienti, ognuno dei quali viene responsabilizzato, coinvolto a partecipare alla vita quotidiana. Obiettivo è il reinserimento sociale a pieno titolo Trattamento Sanitario Obbligatorio La legge 180/78 assimila il ricovero senza consenso del paziente ai ricoveri obbligatori relativi ad altre patologie. Non si menziona più il concetto di pericolosità sociale del malato di mente Legge 180/78 Legge 833/78 Chiusura degli Ospedali Psichiatrici Istituisce SPDC Trattamenti Sanitari Obbligatori Eccezionali Breve durata Condizioni necessarie la presenza di alterazioni psichiche la necessità dell’intervento terapeutico l’urgenza dello stesso la mancanza del consenso ("rifiuto") da parte del paziente l’impossibilità di adottare misure extraospedaliere tempestive e idonee P R O C E D U R R A Proposta di un medico scritta e motivata Convalida di un medico della struttura pubblica Ordinanza del Sindaco entro 48h convalida non effettidalla anticolinergici Entro 48 h dal ricovero notifica del Provvedimento al Giudice Tutelare Entro 48 ore il Giudice Tutelare convalida o meno il provvedimento Riabilitazione Secondo l’O.M.S.: “la Riabilitazione psichiatrica si riferisce (…) a quegli interventi volti ad alleviare le menomazioni, le disabilità e gli handicaps negli individui con disturbi mentali e migliorare, nei limiti del possibile, la qualità della loro vita” Riabilitazione - Menomazione: limitazione funzionale derivante dalla malattia (es. perdita o riduzione di una funzione di un organo) - Disabilità: riduzione delle capacità del soggetto di rispondere alle sollecitazioni legate al suo ruolo sociale - Handicap: conseguenza sociale della disabilità; l’individuo è meno competitivo degli altri. È legato ai pregiudizi e può insorgere indipendentemente da una reale disabilità Riabilitazione Il momento cruciale e qualificante della prassi psichiatrica non è tanto il controllo della crisi, quanto piuttosto la fase successiva della riabilitazione e del reinserimento del paziente nella comunità. Gritti e Maj, 1984 Che cos’è la riabilitazione Ri-acquisire abilità, evidentemente perdute in relazione a: disturbo psichico o alle sue conseguenze di tipo clinico oppure legate alla risposta ambientale al disturbo stesso Riabilitazione Avere 1. Ricostruzione del senso di sé 2. Riduzione della disabilità 3. Riacquisizione di abilità e comportamenti socialmente competenti soddisfazione e successo in una attività scelta Miglioramento qualità della vita Vivere in un luogo decente di propria scelta Avere amici, rapporti e conoscenze nel proprio ambiente Il problema della cronicità Fattori intrinseci alla malattia Reazioni ambientali sfavorevoli Riduzione fino all’interruzione dei processi di comunicazione Regressione psichica Destinatari dell’intervento Paziente Ambiente La riabilitazione si configura come l’insieme degli interventi volti a favorire l’integrazione del paziente riabilitato nella comunità riabilitata Riabilitazione 1. Qualunque sia il disturbo è sempre possibile individuare aree sane 2. E’ sempre possibile rapportarsi con esse mettendo tra parentesi le parti malate 3. E’ utile mantenere separati il contesto della terapia e quello della riabilitazione Riabilitazione Spazio terapeutico Spazio riabilitativo Ci si occupa di pazienti Si fanno progetti con utenti Passività del paziente Partecipazione dell’utente Si lavora in un sistema tendenzialmente chiuso Si lavora in un sistema tendenzialmente aperto Si elabora un tipo di transfert privilegiato Si utilizzano diversi tipi di transfert Centralità della figura terapeutica Centralità della costellazione riabilitativa Esiste uno scopo generale scarsamente definito (ad esempio “la guarigione”) Non ci sono scopi generali, ma solo scopi parziali definiti, volta per volta, dell’incremento delle abilità Riabilitazione Volontariato Sociale Cooperative di lavoro Fomentare l’uso di specifiche abilità scelte dall’utente Progetto riabilitativo Ridurre gli handicap ambientali Riabilitatore Progetto terapeutico DSM Prevenzione Sicurezza sociale Sociale Riabilitazione L’intervento riabilitativo fornisce: 1. Supporto emotivo e materiale spingendo a “farcela da solo” 2. Assicura un contenimento emozionale e sintomatologico sia attraverso la relazione con l’operatore sia nella cultura della tolleranza e dell’accettazione del gruppo 3. Costante spinta all’esame di realtà 4. Apprendimento del nuovo Riabilitazione: modelli teorici Teoria di riferimento Modello operativo Funzioni privilegiate Limiti Cognitivo comportamentale Psicosociale Privilegia il riapprendimento di abilità accuratamente standardizzate. Tende ad ignorare le dinamiche familiari ed i bisogni profondi. Psicoeducativo Mediazione tra paziente e famiglia per contenere le recidive tramite una corretta compliance farmacologica. Assenza di un progetto globale ed eccessiva valorizzazione del farmaco. Sistemica Sistemico Centrato sulla lettura e ridefinizione dei contesti familiari. Non funziona con le famiglie rrigide e prive di aspettative. Sistemica + Comportamentale Multicontestuale Il riapprendimento sociale procede di pari passo con la gestione familiare. Trascura le dinamiche intrapsichiche. Psicodinamica Psicodinamico “Psicoterapia” intensiva volta alla ristrutturazione del senso di sé. Costosa e lunga formazione degli operatori, confusione con la sfera più propriamente terapeutica. Riabilitazione Criteri di valutazione della disabilita: Cura di sé Qualità delle relazioni familiari, amicali ed affettive Comportamenti disfunzionali Riabilitazione Il processo riabilitativo non prevede il raggiungimento del livello precedente all’esordio della patologia, ma mira ad una riorganizzazione dell’attività mentale del soggetto per migliorarne la qualità della vita. Occorre dunque evitare gli accanimenti terapeutici, frustranti per il paziente La riabilitazione risponde dunque all’obiettivo proprio della Psichiatria, in quanto branca della medicina che ha per oggetto la patologia della “vita di relazione” a quel livello di essa che assicura l’autonomia e l’adattamento dell’uomo nelle condizioni della sua esistenza LA CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE MENTALI PERCHE’ CLASSIFICARE stabilire un linguaggio comune per migliorare la comunicazione permettere un raffronto dei dati fra: Paesi discipline sanitarie servizi periodi fornire uno schema di codifica sistematica per i sistemi informativi sulla salute I sistemi nosografici in psichiatria Utilità diagnostico-terapeutica; Utilità previsionale-prognostica; Utilità comunicativa Utilità nell’approfondimento delle conoscenze Modelli patogenetici I sistemi nosografici in psichiatria Utilità diagnostico-terapeutica; Utilità previsionale-prognostica; Utilità comunicativa Utilità nell’approfondimento delle conoscenze Modelli patogenetici Classificazione “...nulla esiste di assolutamente definitivo, anche se gli ordinamenti sistematici sono indispensabili alla precisione dei concetti.” K. Jaspers, Psicologia delle visioni del mondo Variabilità I sistemi di classificazione sono perciò soggetti ad una ampia variabilità, in rapporto sia all’evoluzione storica delle conoscenze teoriche sia ai modelli organizzativi e interpretativi utilizzati per elaborarle e utilizzarle i quali variano anche in funzione di variabili socio- culturali, ideologiche LE PRINCIPALI CLASSIFICAZIONI IN AMBITO SANITARIO ICD - OMS CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE (INIZI ‘900) ICD-10 - OMS DECIMA REVISIONE DELLA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE SINDROMI E DEI DISTURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI (1992) DSM-IV-TR MANUALE DIAGNOSTICO DEI DISTURBI MENTALI A.P.A. (prima versione 1952) IL DSM-IV-TR e l’ICD-10: sistemi diagnostici a confronto I sistemi nosografici in psichiatria L’ICD La classificazione internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute classificazione internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute (ICD) è attualmente il sistema adottato a fini epidemiologici e statistici dalla maggior parte degli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Lo scopo principale dell’ICD è quello di consentire la registrazione, l’analisi ed il confronto sistematico dei dati sulla morbilità e sulla mortalità raccolti in differenti paesi Nell’ICD-6 (1946) per la prima volta una sezione specifica dedicata ai disturbi psichici. Le due successive revisioni della classificazione, l’ICD-7 (1955) e l’ICD-8 (1965), non presentavano significative differenze nella struttura di base Storia dell’ICD-10 Nel 1976, l’ICD-9 17 sezioni di cui quella relativa ai disturbi psichici comprendeva trenta categorie diagnostiche principali (290-319) Dal 1º gennaio 1993 l’ICD-10 pratica medica. Il sistema di codifica è basato su codici a tre elementi (A00-Z99), di cui il primo, una lettera (A-Z), indica il capitolo corrispondente, mentre gli altri due (01-99) sono relativi alle categorie diagnostiche principali, a loro volta suddivise da altre due cifre in specifiche sindromi o disturbi 21 capitoli che coprono l’intera area della ICD 10 Struttura della classificazione delle malattie: tipologia di malattia (infettive, tumori, nutrizionali, ecc…) Apparati coinvolti codice alfanumerico associato al termine medico della malattia I DISTURBI PSICHIATRICI NELL’ICD-10 I sistemi nosografici in psichiatria. Storia del DSM Il DSM-I (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders), pubblicato nel 1952 primo tentativo di classificazione sistematica dei disturbi mentali da parte dell’American Psychiatric Association (APA), proposto in alternativa alla “Sezione Malattie Mentali” dell’ICD-6 del 1946 DSM-II (1968) abolizione del termine “reazione” DSM-III (1980) introduzione di specifici criteri diagnostici per ciascun disturbo mentale e adozione di un sistema multiassiale di classificazione Il processo di revisione del DSM-IV Il DSM-IV è il prodotto della cooperazione di 13 gruppi di lavoro (task force) Il processo di revisione volto alla messa a punto del DSM-IV ha compreso tre fasi: 1. Revisione della letteratura clinica e di ricerca pubblicata 2. Rianalisi degli insiemi di dati raccolti 3. Sono state condotti 12 field trials in 70 centri negli Stati Uniti e all’estero (6.000 pazienti) al fine di mettere a confronto i criteri diagnostici proposti per il DSM-IV con i criteri del DSM-III-R e dell’ICD-10 e valutarne l’attendibilità e la validità Approccio ateorico nel DSM-IV-TR Il modello di riferimento esplicito del DSM IV-TR, cosiddetto “ateorico”, è un modello in cui vengono utilizzati prevalentemente i dati descrittivi o “obiettivi” (cioè verificabili da più osservatori). L’approccio “ateorico” si intende riferito essenzialmente alla eziologia dei disturbi, a meno che questa non sia chiaramente dimostrata. L’approccio cosiddetto “ateorico” del DSM-IV-TR ha lo scopo di: 1) Migliorare le pratiche di ricovero. 2) Innalzare l’attendibilità delle diagnosi. 3) Favorire la diffusione del manuale presso operatori di diversa tendenza. Organizzazione del DSM-IV-TR. La suddivisione multiassiale Un sistema multiassiale comporta la valutazione su diversi assi, ognuno dei quali si riferisce ad un diverso campo di informazioni che può aiutare il clinico nel pianificare il trattamento e prevedere l’esito. La classificazione multiassiale del DSM-IV-TR comprende cinque assi: Asse I: Disturbi Clinici/Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica Asse II: Disturbi di Personalità/Ritardo Mentale Asse III: Condizioni Mediche Generali Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento ASSE I: Disturbi Clinici •Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza (escluso il Ritardo Mentale, che viene diagnosticato sull’Asse II) •Delirium, Demenza, e Disturbi Amnestici e Altri Disturbi Cognitivi •Disturbi Mentali Dovuti ad una Condizione Medica Generale •Disturbi Correlati a Sostanze •Schizofrenia ed Altri Disturbi Psicotici •Disturbi dell’Umore •Disturbi d’Ansia •Disturbi Somatoformi ASSE I: Disturbi Clinici •Disturbi Fittizi •Disturbi Dissociativi •Disturbi Sessuali e dell’Identità di Genere •Disturbi dell’Alimentazione •Disturbi del Sonno •Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove •Disturbi dell’Adattamento •Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica (Ad es. disturbi del movimento indotti da farmaci) Asse II: Disturbi di Personalità‚ Ritardo Mentale L’Asse II può essere utilizzato per indicare importanti caratteristiche di personalità maladattive che non raggiungono la soglia per un Disturbo di Personalità. Sull’Asse II si può anche indicare l’uso abituale di meccanismi di difesa maladattivi. Asse III: Condizioni Mediche Generali Sull’Asse III si riportano le Condizioni Mediche Generali in atto potenzialmente rilevanti per la comprensione o il trattamento del disturbo mentale dell’individuo. ASSE III: Condizioni Mediche Generali 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) Alcune malattie infettive o parassitarie. Neoplasie. Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche e Malattie del sistema nervoso Malattie dell’occhio e annessi Malattie dell’orecchio e del processo mastoideo. Malattie del sistema circolatorio Malattie del sistema respiratorio. Malattie del sistema digerente Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo. Malattie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo Malattie del sistema genito-urinario Gravidanza, parto e puerperio. Alcune condizioni che si manifestano nel periodo perinatale Malformazioni congenite, deformazioni e anomalie cromosomiche. Sintomi, segni e anomalie croniche e laboratoristiche non classificati altrove Lesioni, avvelenamenti ed altri difetti di agenti esterni Cause esterne di morbidità e di mortalità. Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali Vengono classificati qui i problemi psicosociali ed ambientali che possono influenzare la diagnosi, il trattamento e la prognosi dei disturbi mentali (Asse I e Asse II). Un problema psicosociale o ambientale può corrispondere a un evento vitale negativo, una difficoltà o una carenza ambientale, uno stress familiare o interpersonale di altro tipo, alla inadeguatezza del supporto sociale o delle risorse personali, o ad altri problemi legati al contesto nel quale si sono sviluppate le difficoltà dell’individuo. I cosiddetti eventi stressanti positivi dovrebbero essere indicati solo quando costituiscono o causano un problema. I problemi psicosociali possono anche svilupparsi come conseguenza della psicopatologia, o possono costituire problemi che meritano di essere considerati nel piano generale del trattamento. ASSE IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali Problemi con il gruppo di supporto principale Problemi legati all’ambiente sociale Problemi di istruzione Problemi lavorativi Problemi abitativi Problemi economici Problemi di accesso ai servizi sanitari Problemi legati all’interazione con il sistema legale/criminalità Altri problemi psicosociali e ambientali Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento Sull’Asse V si riporta il giudizio del clinico sul livello di funzionamento globale. Questo tipo di informazione è utile per pianificare il trattamento, misurare il suo impatto e predirne l’esito. Il funzionamento globale viene riportato sull’Asse V tramite la Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF). La VGF può essere particolarmente utile per seguire i progressi clinici degli individui in termini globali, utilizzando una misura singola. La VGF deve essere utilizzata solo per quanto riguarda il funzionamento psicologico, sociale e lavorativo. La Scala VGF è divisa in dieci ambiti di funzionamento. Fare una valutazione in base alla VGF implica la scelta di quel valore che meglio riflette il livello di funzionamento globale dell’individuo. Relazione tra DSM-IV-TR ed ICD-10 I progetti clinici e di ricerca dell’ICD-10 sono stati accuratamente analizzati dai gruppi di lavoro per il DSM-IV-TR ed hanno suggerito la base per le revisioni della letteratura e la rianalisi dei dati del DSM-IV-TR I codici ed i termini forniti dal DSM-IV-TR sono completamente compatibili con quelli dell’ICD-9-CM e dell’ICD-10 Ognuno dei disturbi e delle condizioni del DSM-IV-TR nella versione italiana è contrassegnato dal codice diagnostico a quattro cifre derivato dall’ICD-10 (F00XX) DSM-IV-TR ed ICD-10 a confronto Le principali differenze formali tra i due sistemi diagnostici: 1) L’assenza di un sistema multiassiale nell’ICD-10 (il sistema multiassiale nell’ICD-10 è presente solo per i disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza); ma è in fase di studio anche per l’ICD-10 un sistema multiassiale basato su tre assi: 2) Il DSM-IV-TR mantiene un unico set di criteri diagnostici, mentre l’ICD-10 prevede una versione per la pratica clinica ed una per la ricerca dotata di criteri più rigidi. Problemi nell’uso del DSM-IV-TR Limiti dell’approccio categoriale 1) Elevata frequenza di diagnosi in comorbidità (Dimensione psicopatologica sottostante diverse categorie?) 2) Incertezza nelle diagnosi di confine tra le categorie 3) Instabilità nel tempo delle diagnosi secondo il DSM-IV-TR 4) Scarsi risultati nella ricerca di markers biologici attraverso l’uso delle categorie del DSM-IV-TR Problemi nell’uso del DSM-IV-TR Limiti dell’approccio categoriale Difficoltà a classificare correttamente i casi al confine tra differenti categorie (e.g. disturbo schizoaffettivo) Necessità di dover utilizzare categorie ibride (forme “atipiche”, “non classificate altrove”, ecc.) “Perdita” di pazienti che sono al di sotto della soglia stabilita per poter fare diagnosi (Ad es. Bipolarità lieve) Frequente formulazione di due diagnosi contemporaneamente (comorbilità) in quanto vengono soddisfatti nello stesso soggetto i criteri diagnostici di due sindromi difficoltà di trattamento Criteri Diagnostici per Anoressia Nervosa (D.S.M. IV) • • • • Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e statura. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. Specificare il sottotipo • • Con restrizioni: nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione Con abbuffate/Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione. 1) Confini diagnostici tra le diverse sindromi Alcune aree sintomatologiche non sono coperte da una entità sindromica specifica, per cui aumenta il numero dei casi non diagnosticati Nuove entità nosografiche che colmano il “vuoto diagnostico” Ricorso alla categoria NAS (Disturbo Non Altrimenti Specificato) La realtà clinica è diversa Elevata frequenza di forme attenuate, sfumate o con una presentazione fenomenologica che non rispetta completamente i criteri categoriali Molte forme morbose, nella maggior parte dei sistemi di classificazione, presentano ampi margini di sovrapposizione e di continuità sintomatologia, rendendo talora problematica la diagnosi differenziale E’ utile di mantenere tali suddivisioni o bisogna accorparle? Un’alternativa: Spettro Area clinica e psicopatologica piuttosto estesa, distribuita lungo un continuum fenomenologico al centro si colloca il disturbo di riferimento, concepito in modo analogo al concetto di prototipo alla sua periferia di collocano quadri che non soddisfano completamente queste caratteristiche Spettro psicopatologico E’ un insieme di sindromi riunite assieme sulla base di una comune determinazione, la quale fa sempre riferimento ad una ipotesi patogenetica Esempi di Spettro Spettro schizofrenico: si estende dalla schizofrenia classica al disturbo schizofreniforme, alla schizoidia, la schizotimia e alcuni disturbi cosiddetti schizoaffettivi. Spettro affettivo: tutti i disturbi che si caratterizzano per un’importante problematica connessa all’umore: dai disturbi depressivi maggiori, sia unipolari che bipolari, alla ciclotimia e alla distimia, fino a includere i temperamenti alterati rispetto a questa componente di fondo: ipertimico, depressivo, ciclotimico, irritabile, ecc. Spettro ossessivo-compulsivo: non una problematica psicopatologica di fondo, che si dispiega lungo un continuum, ma una polarità costituita da una coppia che si colloca agli estremi di un continuum: da una parte l’impulsività, dall’altra la compulsività. Criteri dimensionali Il quadro clinico di ogni forma morbosa sarebbe la risultante della combinazione peculiare e specifica di un numero ristretto di variabili cliniche, dette dimensioni Queste possono variare distribuendosi lungo un continuum, di modo che sarebbe arbitrario stabilire un confine netto lungo di esso Inquadramento e descrizione di tutti i casi clinici in termini di maggiore o minore peso, nel caso specifico, delle diverse variabili dimensionali Analisi statistiche multivariate Analisi statistiche multivariate (ad es. analisi fattoriale) di dati clinici (segni, sintomi e tratti) raccolti con strumenti multipli di rilevamento Esse riducono il numero delle variabili originarie a pochi “fattori” che descrivono in modo più semplice ed “economico” il quadro clinico Ognuna delle variabili originarie può contribuire in misura maggiore o minore al “peso” dei vari fattori Consistono di solito nelle grandi categorie descrittive della psicopatologia clinica Esempio: Delirio Alterazione del giudizio di realtà: dimensione psicopatologica che si esprime fenomenologicamente con un insieme di segni e sintomi che sono i vari descrittori di una medesima funzione alterata Il delirio non è specifico per nessuna sindrome psichiatrica categoriale, ma compare in modo “transnosografico” in un ampio spettro di disturbi o in particolari fasi del medesimo disturbo Le Cause Eziopatogenesi dei disturbi mentali (1) Fattori biologici Fattori psicologici Fattori sociali Eziopatogenesi dei disturbi mentali (2) Alteraz. funzionali SNC Anomalie dei neurotrasmettitori Fattori biologici Fattori genetici Invecchiamento Genere Alteraz. strutturali SNC Macroscopiche Microscopiche Noxae infettive (precoci) Fattori perinatali Endocrinopatie Periodo post partum Abuso di sostanze Eziopatogenesi dei disturbi mentali (3) Relazione madre-neonato problematica Ambiente familiare disturbato Esperienze precoci di perdita o di separazione dalle figure genitoriali Abuso fisico/sessuale Eventi di vita Lutto Rottura relazione significativa Pensionamento Malattia, disabilità Fattori psicologici Eziopatogenesi dei disturbi mentali (4) Classe socio-economica Urbanizzazione Supporto sociale Emigrazione Convinzioni sulla malattia mentale Fattori sociali Modelli interpretativi Modello biologico Modello psicologico Si tratta di un falso problema perché : eventi biologici e psicologici sono collegati tra di loro in un rapporto di causalità circolare. Fenomeni psichici inducono variazioni e modificazioni obiettivabili a livello dell’encefalo e modificazioni strutturali o funzionali dell’encefalo portano a modificazioni del comportamento ,dei vissuti emozionali ecc. GRAZIE