Gli squilibri economici
L’ economia mondiale continua ad essere
caratterizzata da ampi disavanzi e avanzi correnti di
diverse grandi economie, come è evidenziato dalla
direzione dei flussi internazionali del capitale. Lo
sviluppo e il sottosviluppo sono esempi si squilibri
economici che comportano cause economiche e
sociali come la staticità sociale (società che non
accetta le innovazioni, da cui deriva l’immigrazione a
cui sono legati fame, epidemie e povertà).
La globalizzazione

Globalizzazione è una parola
entrata da pochi anni nel
linguaggio comune. Con
questo termine viene indicata
una fase storica di rapide e
profonde trasformazioni che si
estende gradualmente a tutti i
paesi fino a coinvolgere il
modo intero nel
cambiamento. Il termine
globalizzazione deriva infatti
da globo= mondo; tanto che
in Francia la parola equivalente
è mondialization=
mondializzazione. Sinonimi di
globale sono quindi:
mondiale,planetario,
universale.
Le cause della globalizzazione
Le cause della globalizzazione sono
molteplici. La causa fondamentale è il
vertiginoso aumento della produzione di beni
e degli scambi commerciali. L'aumento degli
scambi è favorito dalla riduzione dei costi di
trasporto e dall'enorme sviluppo dei sistemi
di comunicazione. La diffusione di questi
mezzi di massa cresce a ondate sempre più
veloci, quindi la telefonia, la televisione e
le reti internet accrescono la velocità
degli scambi economici e sono perciò i
propellenti della globalizzazione. È quindi
evidente che il risultato della
globalizzazione è la trasformazione del
mondo in un unico grande mercato.

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I paesi che hanno adottato i principi del libero
mercato hanno registrato una crescita del
benessere materiale. Ciò è avvenuto non solo nelle
nazioni più industrializzate ma anche in molte di
quelle che, ancora cinquant'anni fa, erano
considerate paesi poveri del Terzo Mondo. Le
prime a cogliere un evidente successo sono state
le “Tigri Asiatiche”: Corea del Sud, Taiwan, HongKong e Singapore, che hanno ormai un indice di
sviluppo elevato, compatibile con quello dei paesi
industriali. Altri esempi significativi sono offerti
dal Messico e dalla Thailandia. Sono però l'India e
soprattutto la Cina i paesi destinati a cambiare nei
prossimi decenni il volto geopolitico del pianeta.
L'India ha visto la sua economia cominciar ad
espandersi. I matematici indiani si stanno
imponendo a livello mondiale nella creazione di
nuovo software per l'informatica In Cina le
aperture al libero mercato hanno avuto risultati
sorprendenti. Gli investimenti stranieri hanno
infatti favorito la formazione di tecnici, hanno
introdotto in Cina nuove tecnologie, hanno inoltre
aggiornato gli impianti locali e creati innumerevoli
posti di lavoro. La liberalizzazione ha avuto effetti
positivi anche in agricoltura. Perciò, la Cina si
avvia ad essere il più grande mercato della Terra,
nel volgere di pochi decenni ha la prospettiva di
realizzare il più elevato prodotto nazionale lordo
del mondo.
Opportunità offerte dalla globalizzazione

In conclusione, gli effetti positivi della
globalizzazione sono gli stimoli allo sviluppo
che si diffondono nei paesi in fase di
industrializzazione. C'è infine la speranza
che con la globalizzazione avvenga la
diffusione di alcune regole democratiche
anche in paesi governati da regimi
autoritari. Essa quindi, sta offrendo molte
opportunità di sviluppo a milioni di persone
in tutto il mondo, e ha tutti i mezzi per
condurre con successo la lotta contro la
povertà. In seguito a questi successi è
generalmente migliorata. Nei paesi in via di
sviluppo, i progressi nell'irrigazione hanno
portato nel 2000 l'acqua potabile al 72%
della popolazione. Tutto ciò si riflette sulla
riduzione della mortalità infantile ma
soprattutto altri progressi sono stati fatti nel
campo dell'istruzione.
Il concetto di sviluppo non ha avuto e non ha tutt'ora un significato
univoco. Nell'antichità classica si parlava, anziché di sviluppo, di
progresso, inteso come progresso spirituale. Essi non facevano, quindi,
alcun riferimento esplicito al miglioramento delle condizioni materiali
della società. Con l'avvento del Mercantilismo, si matura la
convinzione che la crescita determini l'elevazione dell'uomo tanto il
senso economico quanto quello spirituale. Lo sviluppo diviene così,
l'obiettivo primario dell'uomo per vincere la sua secolare battaglia
sulle forze della natura. La scienza viene intesa quel mezzo per
favorire lo sviluppo, cioè come “ motore” della crescita. Il secondo
fattore determinante fu la nuova etica protestante, e in particolare
quella propugnata da Giovanni Calvino. Un terzo fattore fu poi
rappresentato nel XVIII secolo dall'affermazione della cultura
illuminista. Sulla base di più recenti orientamenti si può così tracciare
la seguente definizione: lo sviluppo economico è rappresentato da una
crescita elevata e prolungata del prodotto pro-capite innescata dal
progresso economico, accompagnata da importanti trasformazioni
culturali,sociali e strutturali, e associata a un miglioramento nella
distribuzione della ricchezza, nelle condizioni lavorative, nelle
condizioni sanitarie e assistenziali della popolazione.

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La teoria dello sviluppo economico fu al
centro dell'attenzione degli economisti
classici per poi cadere nel disinteresse
per tutta la seconda metà dell'800. A
partire dagli anni 50 del 900 si ebbe una
nuova fioritura di analisi dello sviluppo,
anche per l'urgenza di trovare adeguate
soluzioni
al
problema
della
disoccupazione. Schumpeter è l'unico
economista di rilievo che si è occupato
ampiamente delle problematiche dello
sviluppo. Punto di partenza della sua
analisi è il progresso tecnico. Per
questo autore, infatti, l'innovazione
tecnologica rappresenta il motore dello
sviluppo. Egli ritiene che il sistema si
sviluppi sotto la spinta dell'iniziativa
degli
imprenditori
più
capaci
e
innovatori. L'economista austriaco non
è però ottimista circa il destino del
Capitalismo, essendo convinto che la
classe imprenditrice è sempre meno
propensa
al
rischio,
anche
per
l'intervento
dello
stato
che,
sostituendosi
all'iniziativa
privata,
contribuisce ad impigrire lo spirito
innovatore
dell'imprenditore.
La
modellistica dello sviluppo ha condotto
a risultati insoddisfacenti.

Gli economisti, infatti, hanno posto in
evidenzia la presenza di incertezze e dunque
l'elevata possibilità di perturbazioni,
difficilmente prevedibili. Per questo sono
prevalsi, più di recente, gli studi orientati ad
analizzare specifici contesti socio-economici,
cioè le particolari condizioni in cui si trovano
le diverse economie, al fine di accertare il
loro andamento di sviluppo. In tale ottica si è
operata, per esempio, una distinzione tra i
paesi di intensa industrializzazione e quelli
che manifestano ancora condizioni di
arretratezza sul piano dell'assetto
produttivo e dell'uso di tecnologie. L'obiettivo
fondamentale, in questi contesti, non sarebbe
perciò quello di raggiungere l'ottimale
utilizzazione di tutte le risorse disponibili,
ma di mantenersi su una crescita di quasi “
piena occupazione” senza incorrere in tensioni
inflazionistiche. Nei paesi più arretrati,
invece, il sistema economico tenderebbe a
svilupparsi verso una crescita piuttosto
distante dal pieno impiego. Lo scopo basilare
quindi dovrebbe essere quello di pervenire ad
una crescita soddisfacente in ordine
all'utilizzazione delle risorse.
Tuttavia il motore della globalizzazione odierna è solo l'espansione
dei mercati, che è stata favorita dall'apertura dei confini nazionali al
commercio, a capitali, alle informazioni. Ma questi mercati sono
senza regole, e nessuno si incarica di prevedere, e quindi di
contrastare, le ripercussioni negative che tutto ciò può avere sui
popoli, o sulle fasce sociali più deboli.
Un aspetto ancora più grave sono le crisi economiche scatenate dalla
speculazione. Una crisi economica di gravi proporzioni ha colpito nel
2002 l'Argentina. Per favorire la globalizzazione l'Argentina aveva
stabilito la parità della sua moneta, il peso argentino, con il dollaro,
senza avere però la forza economica per sostenerlo. Con il brusco
crollo del valore del peso argentino, i soldi dei risparmiatori
depositati nelle banche sono andati in fumo. E qui si cominciano ad
intravedere gli aspetti negativi della globalizzazione.
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Tuttavia il motore della globalizzazione odierna è solo l'espansione dei
mercati, che è stata favorita dall'apertura dei confini nazionali al
commercio, a capitali, alle informazioni. Ma questi mercati sono senza
regole, e nessuno si incarica di prevedere, e quindi di contrastare, le
ripercussioni negative che tutto ciò può avere sui popoli, o sulle fasce sociali più
deboli.
Un aspetto ancora più grave sono le crisi economiche scatenate dalla
speculazione. Una crisi economica di gravi proporzioni ha colpito nel
2002 l'Argentina. Per favorire la globalizzazione l'Argentina aveva
stabilito la parità della sua moneta, il peso argentino, con il dollaro, senza
avere però la forza economica per sostenerlo. Con il brusco crollo del valore
del peso argentino, i soldi dei risparmiatori depositati nelle banche sono
andati in fumo. E qui si cominciano ad intravedere gli aspetti negativi della
globalizzazione.
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Inoltre, in certi paesi, l'impossibilità di
decollo
economico
e
la
crescita
demografica che ne è una conseguenza,
costituiscono
una
forte
spinta
all'emigrazione. C'è quindi un flusso
crescente di emigranti che si accalcano
alle frontiere dei paesi più ricchi in cerca
di un lavoro e con il miraggio del
benessere. Molti sono clandestini. Ciò
provoca
la
comparsa,
di
manifesti
sentimentali di intolleranza razziale e
questa è una delle conseguenze più nefaste
della globalizzazione. Un'altra conseguenza
della globalizzazione è l'emigrazione delle
industrie.
Sotto
la
pressione
della
concorrenza fatta dalle merci cinesi e
indiane a basso costo, numerose piccole e
medie industrie italiane che producono
scarpe e abbigliamento di vasto consumo,
hanno infatti cominciato ad interrompere
la loro attività produttiva in Italia e a
delocalizzare, ossia spostare gli impianti in
altre nazioni, come la Romania, la Bulgaria,
e la Turchia. In queste nazioni il costo del
lavoro è più basso che in Italia, i controlli
sulla salubrità del posto di lavoro sono più
blandi e permissivi, le rivendicazioni
operaie inesistenti, i benefici fiscali più
favorevoli. Con la delocalizzazione molte
aziende sono per ora riuscite a sfuggire
alla concorrenza e a fare notevoli profitti.
Tuttavia C'è stata una perdita di posti di
lavoro in Italia.

Oggi si preferisce dividere il mondo in paesi sviluppati e paesi sottosviluppati o in via
di sviluppo. La definizione di paese sottosviluppato è ovviamente relativa e si riferisce
ad una vasta gamma di caratteristiche economiche, demografiche, sociali e politiche che
non possono venire attribuite in egual misura a tutti i paesi in oggetto. Storicizzato, il
sottosviluppo è la conseguenza del colonialismo e della colonizzazione e si forma
quindi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dal 1990 l'ONU, ha sostituito al PIL un
nuovo indicatore dello sviluppo: lo HUMAN DEVELOPMENT INDEX (HDI) che
tiene conto del potere di acquisto all'interno di ciascun paese, dei tassi di
analfabetismo e della speranza di vita. L'HDI quindi, tende a far risalire paesi come
Cuba, Giamaica e Costa Rica e a far scendere i paesi produttori di petrolio del Vicino
Oriente. Negli anni 50 e 60, il problema dei paesi sottosviluppati era essenzialmente
quantitativo: mancanza di alcuni fattori di produzione (capitali,tecnologie e
organizzazione) e basso livello di reddito pro capite. La soluzione comprendeva, negli
anni 70, l'incremento di questi fattori economici da parte di tali paesi alla visione
precedente del mondo socialista. Il problema fu risolto nel tentativo di avvio di una
crescita economica, fondata sullo stato e sulla costruzione di manufatti per
l'elettrificazione e opere d'idraulica in paesi aridi, provocando dissesti idrologici. Negli
anni 80 ,criticando l'operato del decennio precedente, si attuò la soluzione contraria,
privatizzando il tutto e aprendo le frontiere ai liberi scambi, riducendo le spese sociali
dello stato.
Oggi i paesi sottosviluppati hanno una situazione fortemente
deteriorata; la percentuale di povertà è scesa dal 52% al
44% ma in compenso è aumentata la crescita
demografica: scarso progresso agricolo e commercio
mondiale disuguale. Vi sono 3 teorie relative alla
soluzione del sottosviluppo:
Teoria della modernizzazione: progettazioni fondate sulla
possibilità di crescita di questi paesi secondo le tappe dei
paesi occidentali, con un impegno da parte dei paesi
sviluppati dell'ammodernamento e del sostegno dei paesi
sottosviluppati.
Teoria della dipendenza : si basa sulla libertà di crescita
economica aprendosi ai capitalisti dell'occidente che
affondano le radici nelle precedenti epoche del
colonialismo.
Teoria sub-centrica: i paesi ricchi, rappresentano la principale
causa del sottosviluppo insieme alla classe dominante dei
paesi poveri. La teoria risolutiva, comprende il rifiuto
dell'aiuto occidentale, ricorrendo a programmi di
autogestione, di sviluppo e organizzazione locali perchè
garantiscono un incremento equo e un maggior rispetto
per l'ambiente. L'obiettivo prioritario deve racchiudere la
riduzione della povertà, il soddisfacimento dei bisogni
primari (cibo-casa-riscaldamento) e in seguito assistenza
sanitaria. Le strategie di sviluppo devono partire dal
basso, tenendo conto delle tradizioni economiche e sociali.
Povertà
Netto appare il contrasto tra un Nord del mondo dove si trovano i
paesi più industrializzati, con una popolazione che dispone di molte
risorse e un Sud che, ad eccezione di Australia, Nuova Zelanda e sud
Africa, vede crescere la popolazione molto più rapidamente delle
risorse prodotte . Oggi la distinzione tra Primo e Secondo mondo in
base a criteri politici non è più valida. Il Terzo mondo risulta essere l’
insieme di quei paesi caratterizzati da una situazione di ritardo
economico rispetto al Primo mondo. Infatti il Terzo mondo è
costretto ad acquistare attrezzature, impianti, macchinari dai paesi
industrializzati poiché non hanno avuto la possibilità di evolversi
perché colonizzati in precedenza. Questa caratteristica della maggior
parte dei paesi a sviluppo intermedio è un forte indebitamento con
l’estero che in molti casi ha finanziato alcune fasi del loro sviluppo
economico. Proprio per questo molti paesi poveri non produttori di
petrolio versano in gravi difficoltà finanziarie e sono oberate da
ingentissimi debiti con i paesi occidentali. Questa situazione è
generata dal fatto che tali paesi vendono materie prime a basso costo
per comprare prodotti di costo elevato industrializzati.
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Infatti un grave problema che assilla il Sud del mondo è
il debito contratto con il Nord. Dal 1980 al 2000 il Sud ha
versato nelle casse del Nord 4.500 miliardi di dollari. Ma
il debito è continuato a salire: dagli originari 600
miliardi degli anni Ottanta ammonta ora a 2300
miliardi di dollari.
Paradossalmente, dunque, si è arrivati all’assurdo che il
Sud povero, tramite la perversa spirale del debito,
finanzia il Nord ricco. Ciò che il Sud spedisce al Nord, in
termini di capitali e valuta finanziaria, è di gran lunga
superiore a quanto in dollari il Nord invia al Sud come
prestiti e donazioni.
Ciò è scandaloso. Il Nord, che cola grasso da tutte le
parti, si finanzia e si arricchisce a dismisura,
sfruttando e saccheggiando a più non posso le risorse
umane e materiali presenti nel Sud del mondo. All’alba
inoltrata del Terzo Millennio gli squilibri tra Nord e Sud
sono ancora più evidenti, e i meccanismi che generano
impoverimento e ingiustizie a livello planetario
continuano a mietere le sue vittime in Africa, Asia e
America Latina.

Altra differenza tra Nord e Sud del mondo è
causata dal diverso grado di elevazione culturale:
analfabetismo a vita e salute minata. Infatti i
bambini che nascono in questi paesi sono costretti
a portare pesi o ad assumere posture forzate che
può pregiudicare lo sviluppo osseo e la crescita. I
rumori eccessi causano sordità parziali e l'assenza
di gioco e riposo, l'eventuale lontananza dalla
famiglia comportano ripercussioni negative sulla
psiche infantile. Devastanti e senza ritorno sono
poi gli effetti fisico-psicologici della prostituzione
infantile.
Per concludere, la differenza rilevante tra Nord e
Sud consiste nelle forme di coltura del suolo:
- l'agricoltura di sussistenza: si ha quando i
prodotti dei campi per oltre 2/3 sono destinati al
consumo alimentar della famiglia consumatrice,
predomina nelle regioni sud-tropicali con piogge
scarse. Nel mondo mediterraneo essa, è
caratterizzata dalla policoltura, cioè dalla
presenza di varie piante legnose ed erbacee che si
addensano sullo stesso campo senza alcun ordine;
- l'agricoltura itinerante (dal latino iter=viaggio): è
una forma di utilizzazione del suolo molto
primitiva ed è così denominata perchè gli uomini,
dopo aver sfruttato per un certo periodo un
determinato territorio si spostano per coltivarne
un’altro;
- l'agricoltura di speculazione: è una forma
particolare di agricoltura commerciale. Essa è
praticata nella zona intertropicale ed è gestita da
grandi società straniere che in molti casi dominano
l'intera economia di un paese.
Gli aspetti umani della povertà
La staticità sociale

La staticità sociale è il forte
squilibrio tra il rapido
incremento demografico e il
lento sviluppo economico. In
molti paesi del Sud del mondo
le risorse naturali sono
abbondanti, ma scarseggia o
manca totalmente la risorsa
decisiva, cioè la capacità
innovativa;
oggi
questa
mancanza
costituisce
la
principale
causa
del
sottosviluppo.

L’ OPEC

L’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) è un’ organizzazione
fondata nel 1960 che consisteva in origine di soli 5 membri (Iran, Iraq, Kuwait, Arabia
Saudita e Venezuela) il cui scopo consiste nel concordare la quantità e il prezzo del
petrolio che queste nazioni esportano. I paesi membri detengono circa 2/3 delle
riserve mondiali di petrolio che non sono irrilevanti; infatti nonostante questi,
sono paesi del sud del mondo, godono di un più elevato tenore di vita grazie alle
ingenti somme pagate dalle compagnie petrolifere.
AUMENTO PRODUZIONE DI
BENI E SCAMBI COMMERCIALI
CAUSE
CRESCITA DEL BENESSERE
GLOBALIZZAZIONE
ENORME SVILUPPO DEI SISTEMI
DI COMUNICAZIONE
CRISI ECONOMICHE
DELOCALIZZAZIONE
MATERIALE
POSITIVE
CONSEGUENZE
SVILUPPO DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI
NEGATIVE
MERCATI SENZA REGOLE
QUALITA’ DELLA VITA
PROGRESSI
STATICITA’ SOCIALE
RIDUZIONE MORTALITA’
IRRIGAZIONE
ISTRUZIONE
INFANTILE
POVERTA’ E DEBITI
SOTTOSVILUPPO
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