13.00
dello Spedaluccio
di Capo
Lettera 214
Con desiderio di vedervi
fondate e in vera pazienza
e profonda umiltà
Al nome
di Gesù Cristo crocifisso e di Maria
dolce
Carissime figliuole in Cristo dolce Gesù.
Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù
Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo;
con desiderio di vedervi fondate in vera pazienza e
profonda umiltà, acciocché possiate seguire il
dolce e immacolato Agnello;
perché in altro modo non potreste seguirlo.
Ora è il tempo, figliuole mie, di mostrare se noi
abbiamo virtù; e se siete figliuole, o no.
Con pazienza vi conviene portare le persecuzioni
e le detrazioni, infamie e mormorazioni delle
creature,
con umiltà vera, e non con scandalo né con
impazienza;
né levare il capo per superbia contro ad alcuna
persona.
cioè, che in su la croce
ci conviene pigliare il cibo
dell'onore di Dio
e della salute dell'anime,
e con vera e santa pazienza.
Sapete bene che questa è la dottrina
che n'è stata data;
Oimè, figliuole dolcissime, io v'invito da parte della
prima dolce Verità,
che voi vi destiate dal sonno della negligenza e
amore proprio di voi;
e offriate umili e continue orazioni, con molta vigilia
e conoscimento di voi medesime,
perché il mondo perisce per la moltitudine di
iniquità e irriverenze che si fa alla dolce Sposa di
Cristo.
Or diamo dunque l'onore a Dio, e la fatica al
prossimo.
Oimè, non vogliate, né voi né l'altre serve di Dio,
che termini la vita nostra altro che in pianto e in
sospiri;
perché con altro mezzo non si può placare l'ira di
Dio, la quale manifestamente si vede venire
sopra di noi.
Oh disavventurata me!
Figliuole mie, io credo essere quella miserabile
che son cagione di tanti mali,
per la molta ingratitudine e altri difetti che io ho
commessi contro il mio Creatore.
Oimè, oimè!
Chi è Dio, che è offeso dalle sue creature?
è colui, che è somma ed eterna Bontà;
il quale per la carità sua creò l'uomo all’immagine
e similitudine sua;
e lo ricreò a Grazia dopo il peccato
nel sangue dell’immacolato e amoroso Agnello,
unigenito suo Figliuolo.
E chi è l'uomo mercenario e ignorante,
che offende il suo Creatore?
Siamo coloro, che non siamo noi per noi, se non
quanto siamo fatti da Dio, ma per noi siamo
pieni d'ogni miseria.
E non pare che si cerchi se non in che modo si
possa offendere Dio, e l'una creatura l'altra, in
dispregio del Creatore.
Vediamo coi miserabili occhi nostri perseguitare il
Sangue nella santa Chiesa di Dio,
il quale Sangue ci ha dato la vita.
Scoppino dunque i cuori nostri per ansietato e
penoso desiderio:
non stia più la vita nel corpo; ma innanzi morire,
che vedere tanto vituperio di Dio.
Io muoio vivendo, e domando la morte al mio
Creatore, e non la posso avere.
Meglio mi sarebbe a morire che a vivere,
innanzi che vedere tanta rovina quanta è venuta,
ed è per venire nel popolo cristiano.
Traiamo fuori l'arme della santa orazione,
perché altro rimedio io non ci veggo.
Venuto è quel tempo della persecuzione dei servi di
Dio, i quali si conviene che si nascondano per le
caverne del conoscimento di loro e di Dio;
chiamando a lui misericordia per i meriti del
sangue del suo Figliuolo.
Io non voglio dire più; perché se io andassi alla
voglia, figliuole mie, io non mi resterei mai fino
che Dio mi trarrebbe di questa vita.
O figliuola mia, tu hai cominciato a mettere mano
all'arato delle virtù,
partendoti dal vomito del peccato mortale;
ti conviene dunque perseverare a ricevere il frutto
della tua fatica, la quale porta l'anima,
volendo raffrenare la sua gioventù, che non corra
ad essere membro del dimonio.
Oimè, figliuola mia! e non hai tu considerazione,
che tu eri membro del dimonio, dormendo nel
fracidume della immundizia;
e Dio per la sua misericordia ti trasse di tanta miseria
l'anima e il corpo, nella quale tu eri?
Non ti conviene dunque essere ingrata né
sconoscente, perché male te ne piglierebbe;
e tornerebbe il dimonio con sette compagni più forte
di prima.
Allora dunque mostrerai la grazia che hai ricevuta,
d'essere grata e conoscente,
quando sarai forte contro le battaglie del dimonio,
contro il mondo e la carne tua, che ti dà molestia;
sarai perseverante nella virtù.
Attàccati, figliuola mia, se vuoi campare da tante
molestie, all'albero della santissima Croce,
con l'astinenza del corpo tuo, con la vigilia e con
l'orazione;
bagnandoti per santo desiderio nel sangue di Cristo
crocifisso.
E così acquisterai la vita della grazia, e farai la
volontà di Dio,
e adempirai il desiderio mio, il quale desidera che
tu sia vera serva di Cristo crocifisso.
Onde io ti prego che tu non sia più fanciulla,
e che tu voglia per sposo Cristo, che t'ha
ricomperata del sangue suo.
E se tu vorrai pure il mondo, ti conviene aspettare
tanto,
che si possa avere il modo di dartelo per modo che
sia onore di Dio e bene di te.
Sia suddita e obbediente fino alla morte, e non
uscire dalla volontà di Catarina e di Giovanna,
ché so che elle non ti consiglieranno né diranno
cosa, che sia altro che onore di Dio, e salute
dell'anima e del corpo tuo.
E se tu non lo farai, mi farai grandissimo
dispiacere, e a te poca utilità.
Spero nella bontà di Dio, che tu farai sì che egli ne
avrà onore, e tu ne avrai il frutto, e a me darai
grande consolazione.
A te dico, Catarina e Giovanna, che per l'onore di
Dio e salute sua adoperiate fino alla morte.
Figliuole dolci, ora è il tempo di fatiche, le quali ci
debbono essere consolazioni per Cristo
crocifisso. Altro non dico.
Gesù dolce
Gesù amore
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