17.00
Beátus vir qui timet Dóminum: in mandátis ejus volet nimis.
Beato l'uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti
sarà benedetta.
1 maggio 2013
Gloria et divítiæ in domo ejus: et justítia ejus manet in sæculum sæculi.
Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre.
Exórtum est in ténebris lumen rectis: miséricors, et miserátor, et justus.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto.
Papa Francesco
ha dedicato l’Udienza Generale
di mercoledì 1 maggio 2013
in Piazza San Pietro
a San Giuseppe lavoratore
Dal vangelo secondo
Matteo 13, 54-55
In quel tempo Gesù
venuto nella sua
patria, insegnava
nella loro sinagoga e
la gente rimaneva
stupita e diceva: "Da
dove gli vengono
questa sapienza e i
prodigi? Non è costui
il figlio del
falegname? E sua
madre, non si chiama
Maria?
oggi, primo maggio, celebriamo san Giuseppe
lavoratore
e iniziamo il mese tradizionalmente dedicato
alla Madonna.
In questo nostro incontro, vorrei soffermarmi
allora su queste due figure così importanti nella
vita di Gesù, della Chiesa e nella nostra vita,
con due brevi pensieri:
il primo sul lavoro, il secondo sulla
contemplazione di Gesù.
Nel Vangelo di san Matteo, in uno dei momenti in
cui Gesù ritorna al suo paese, a Nazaret,
e parla nella sinagoga, viene sottolineato lo stupore
dei suoi paesani per la sua sapienza,
e la domanda che si pongono: «Non è costui il figlio
del falegname?»
Gesù entra nella nostra storia, viene in mezzo a
noi, nascendo da Maria per opera di Dio, ma
con la presenza di san Giuseppe, il padre
legale che lo custodisce e gli insegna anche il
suo lavoro.
Gesù nasce e vive in una famiglia, nella santa
Famiglia, imparando da san Giuseppe il
mestiere del falegname, nella bottega di
Nazaret, condividendo con lui l’impegno, la
fatica, la soddisfazione e anche le difficoltà di
ogni giorno.
Questo ci richiama alla dignità e all’importanza del
lavoro.
Il libro della Genesi narra che Dio creò l’uomo e la
donna affidando loro il compito di riempire la terra
e soggiogarla
che non significa sfruttarla, ma coltivarla e
custodirla, averne cura con la propria opera
(cfr Gen
1,28; 2,15).
Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi
siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni
della creazione e in questo modo partecipiamo
all’opera della creazione!
Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di
una persona.
Il lavoro, per usare un’immagine, ci "unge" di dignità,
ci riempie di dignità;
ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce
sempre;
dà la capacità di mantenere se stessi, la propria
famiglia, di contribuire alla crescita della propria
Nazione.
E qui penso alle difficoltà che, in vari Paesi,
incontra oggi il mondo del lavoro e dell’impresa;
penso a quanti, e non solo giovani, sono
disoccupati, molte volte a causa di una
concezione economicista della società, che
cerca il profitto egoista, al di fuori dei parametri
della giustizia sociale.
Desidero rivolgere a tutti l’invito alla solidarietà, e
ai Responsabili della cosa pubblica
l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare
nuovo slancio all’occupazione;
questo significa preoccuparsi per la dignità della
persona; ma soprattutto vorrei dire di non
perdere la speranza;
anche san Giuseppe ha avuto momenti difficili, ma
non ha mai perso la fiducia
e ha saputo superarli, nella certezza che Dio non ci
abbandona.
E poi vorrei rivolgermi in particolare a voi ragazzi e
ragazze a voi giovani:
impegnatevi nel vostro dovere quotidiano, nello
studio, nel lavoro, nei rapporti di amicizia,
nell’aiuto verso gli altri;
il vostro avvenire dipende anche da come sapete
vivere questi preziosi anni della vita.
Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non
guardate con paura al futuro;
mantenete viva la speranza: c’è sempre una luce
all’orizzonte.
Aggiungo una parola su un’altra particolare
situazione di lavoro che mi preoccupa: mi
riferisco a quello che potremmo definire come il
"lavoro schiavo", il lavoro che schiavizza.
Quante persone, in tutto il mondo, sono vittime di
questo tipo di schiavitù, in cui è la persona che
serve il lavoro, mentre deve essere il lavoro ad
offrire un servizio alle persone perché abbiano
dignità.
Chiedo ai fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli
uomini e donne di buona volontà una decisa
scelta contro la tratta delle persone, all’interno
della quale figura il "lavoro schiavo".
Accenno al secondo pensiero: nel silenzio
dell’agire quotidiano, san Giuseppe, insieme a
Maria,
hanno un solo centro comune di attenzione:
Essi accompagnano e custodiscono, con impegno e
tenerezza, la crescita del Figlio di Dio fatto uomo
per noi, riflettendo su tutto ciò che accadeva.
Nei Vangeli, san Luca sottolinea due volte
l’atteggiamento di Maria, che è anche quello di
san Giuseppe: «Custodiva tutte queste cose,
meditandole nel suo cuore» (2,19.51).
Per ascoltare il Signore, bisogna imparare a
contemplarlo,
a percepire la sua presenza costante nella nostra
vita;
bisogna fermarsi a dialogare con Lui, dargli spazio
Ognuno di noi, anche voi ragazzi, ragazze e
giovani, così numerosi questa mattina,
dovrebbe chiedersi: quale spazio do al
Signore? Mi fermo a dialogare con Lui?
Fin da quando eravamo piccoli, i nostri genitori ci
hanno abituati ad iniziare e a terminare la
giornata con una preghiera, per educarci a
sentire che l’amicizia e l’amore di Dio ci
accompagnano.
Ricordiamoci di più del Signore nelle nostre
giornate!
E in questo mese di maggio, vorrei richiamare
all’importanza e alla bellezza della preghiera del
santo Rosario.
Recitando l'Ave Maria, noi siamo condotti a
contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui
momenti centrali della sua vita, perché, come per
Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei
nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle
nostre azioni.
Sarebbe bello se, soprattutto in questo mese di
maggio,
si recitasse assieme in famiglia, con gli amici, in
Parrocchia, il santo Rosario
La preghiera fatta assieme è un momento prezioso
per rendere ancora più salda la vita familiare,
l’amicizia!
Impariamo a pregare di più in famiglia e come
famiglia!
Cari fratelli e sorelle, chiediamo a san Giuseppe e alla
Vergine Maria
che ci insegnino ad essere fedeli ai nostri impegni
quotidiani,
a vivere la nostra fede nelle azioni di ogni giorno
e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a
fermarci per contemplare il suo volto. Grazie.
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