11.00
3-11 dicembre 2011
di P. Pierangelo Casella
Gesù guarisce un paralitico
Palestina
Gerusalemme
Betzatà
Giudea
A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è
una piscina, chiamata in ebraico Betzatà,
con cinque portici, sotto i quali giaceva un
grande numero di infermi, ciechi, zoppi e
paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era
malato.
Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto
tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”.
Gli rispose il malato: “Signore, non ho nessuno
che mi immerga nella piscina quando l’acqua
si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un
altro scende prima di me”.
Gesù gli disse: “Àlzati, prendi la tua barella e
cammina”.,
E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua
barella e cominciò a camminare.
Giovanni 5, 2-9
“Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco.
Il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non
ciò che vede fare dal Padre; quelle che egli fa,
anche il Figlio lo fa allo stesso modo.
Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto
quello che fa e gli manifesterà opere ancora
più grandi di queste, perché voi ne siate
meravigliati.
Come il Padre risuscita dai morti e dà la vita,
così anche il Figlio dà la vita a chi egli
vuole.
Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha
dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti
onorino il Figlio come onorano il Padre.
Chi non onora il Figlio, non onora il Padre
che lo ha mandato”.
Giovanni 5, 18-23
La nostra condizione umana ci fa percepire prima o
poi che siamo paralitici,
vale a dire che non possiamo camminare dove
vogliamo,
ma il limite massimo si rivela con la malattia che
conduce alla morte.
Il desiderio insito in ciascuno di guarire da ogni
malattia, perché presagio della morte,
ci indica la direzione in cui rivolgerci per trovare
qualcuno che abbia potere su di noi per liberarci
da ogni malattia e in definitiva dalla morte.
Incontrare Gesù è il più grande dono per ognuno,
perché possiamo sentire da lui la parola che ha
potere su di noi di rialzarci,
di riprendere il cammino verso la liberazione piena
da ogni male e dalla morte.
Non incontrare Gesù, non avere fede in lui,
significa sentirci prigionieri della nostra povertà
umana,
dalla paura che paralizza tutte le nostre scelte,
e in definitiva della superbia che illude ogni nostro
desiderio di vita.
Permettere a Gesù di agire su di noi
significa accogliere l’opera del Padre che sta
operando per la nostra liberazione attraverso
Gesù stesso
e quindi scoprire che la parola e l’azione di Gesù è
per la nostra salvezza.
Non solo, ma l’opera del Padre rivela un amore
smisurato verso ogni persona
tanto da manifestare il suo dono nella gioia che ha
di perdonare ogni peccatore e accoglierlo trai
suoi figli.
Gesù non è venuto a giudicare l’uomo per
condannarlo, essendo tutti peccatori,
ma per dargli la vita, per risuscitarlo da morte.
Questo è il giudizio di Gesù che cacciando satana
dal dominio di questo mondo,
permette all’uomo di ricevere la salvezza e la vita
eterna.
Signore Gesù, tu che sei venuto a guarire ogni
paralitico
perché possa prendere quanto gli hai dato in
questo mondo
e camminare sulla strada che porta alla vita.
e come discepolo ascoltare la tua voce e
seguirti,
non lasciare che le voci dell’intelligenza o del
cuore di questo mondo
soffochino la tua voce che ci libera dal male e
dalla morte..
Donaci la grazia di onorare la tua opera di
salvezza
riconoscendo nella tua parola e nella tua opera
l’amore del Padre che non guarda al nostro
peccato,
ma apri la nostra mente e il nostro cuore
all’amore che risana,
risuscita e dà la vita senza fine.
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