Mirco Onorato V a Liceo 2008-2009 Passione antica,linfa giovane moneta è non un pezzo di metallo non un valore di scambio: moneta è storia, è cultura,è arte. qualcosa di cui avere cura osserva e ne resterai incantato Filosofia: Marx e la concezione del denaro Capitale fisso (macchina),Capitale varabile(dipendente) plus-valore Alienazione umana Materialismo storico Latino: Traiano Imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto di Germania e Dacia Pontefice Massimo Tribunicia Potestà Imperatori per adozione Traiano: gli “alimenta”, le opere pubbliche e le vittorie militari Plino il Giovane: Panegirico a Traiano e l’Epistolario Italiano: Dante La concezione dell’Imperatore e del Papa Opere principali La divina commedia Percorsi tematici: amore, giustizia, amicizia,donne, moneta L’AMORE IN DANTE INFERNO 5 38dannati i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento. […]Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona 102 che cmi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, 105 che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita i spense". PURGATORIO XVIII come '1 foco movesi in altura per la sua forma ch'è nata a salire 30 là dove più in sua matera dura, così l'animo preso entra in disire, ch'è moto spiritale, e mai non posa 33 fin che la cosa amata il fa gioire. Or ti puote apparer quant'è nascosa la veritate a la gente ch'avvera 36 ciascun amore in sé laudabil cosa; però che forse appar la sua matera sempre esser buona, ma non ciascun segno 39 è buono, ancor che buona sia la cera» PURGATORIO XVII 91«Né creator né creatura mai», cominciò el, figliuol, fu sanza amore, 93 o naturale o d'animo; e tu '1 sai. Lo naturale è sempre sanza errore, ma l'altro puote errar per malo obietto 96 o per troppo o per poco di vigore. Mentre ch'elli è nel primo ben diretto e ne' secondi sé stesso misura, 99 esser non può cagion di mal diletto; ma quando al mal si torce, o con più cura o con men che non dee corre nel bene. 102 contra '1 fattore adovra sua fattura. Quinci comprender puoi ch'esser convene amor sementa in voi d'ogne virtute 105 e d'ogne operazion che merta pene. PARADISO XI Ma perch'io non proceda troppo chiuso, Francesco e Povertà per questi amanti 75 prendi oramai nel mio parlar diffuso. La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e maraviglia e dolce sguardo 78facieno esser cagion di pensier santi; tanto che '1 venerabile Bernardo si scalzò prima, e dietro a tanta pace 81corse e, correndo, li parve esser tardo. LE DONNE IN DANTE INFERNO V (Francesca) Poi mi rivolsi a loro e parla' io, e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri 117 a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri, a che e come concedette amore 120 che conosceste i dubbiosi disiri?". E quella a me: "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice 123 ne la miseria; […] Mentre che l'uno spirto questo disse, l'altro piangëa; sì che di pietade io venni men così com'io morisse. 142 E caddi come corpo morto cade. INFERNO II (Beatrice) Or movi, e con la tua parola ornata e con ciò c' ha mestieri al suo campare, 69 l'aiuta sì ch'i' ne sia consolata. I' son Beatrice che ti faccio andare; vegno del loco ove tornar disio; 72 amor mi mosse, che mi fa parlare. Quando sarò dinanzi al segnor mio, di te mi loderò sovente a lui". PURGATORIO V (Pia) «ricorditi di me, che son la Pia, Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che 'nnanellata pria 136 disposando m'avea con la sua gemma» PURGATORIO XXIII(Nella) 85“ Si tosto m’ha condotto A ber lo dolce assenzo d’ì martìri 87 la Nella mia con suo pianger dirotto. Con suoi prieghi devoti e con sospiri tratto m'ha de la costa ove s'aspetta, 90e liberato m'ha de li altri giri. PURGATORIO XXX(Beatrice) E lo spirito mio, che già cotanto tempo era stato ch'a la sua presenza 36 non era di stupor, tremando, affranto, sanza de li occhi aver più conoscenza, per occulta virtù che da lei mosse, 39 d'antico amor sentì la gran potenza. Tosto che ne la vista mi percosse l'alta virtù che già m'avea trafitto 42 prima ch'io fuor di püerizia fosse, volsimi a la sinistra col respitto col quale il fantolin corre a la mamma 45 quando ha paura o quando elli è afflitto, per dicere a Virgilio: 'Men che dramma di sangue m'è rimaso che non tremi: 48 conosco i segni de l'antica fiamma'. PARADISO III (Piccarda) Ma dimmi: voi che siete qui felici, disiderate voi più alto loco 66 per più vedere e per più farvi amici?». Con quelle altr'ombre pria sorrise un poco; da indi mi rispuose tanto lieta, 69 ch'arder parea d'amor nel primo foco: «Frate, la nostra volontà quieta virtù di carità, che fa volerne 72 sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta. Se disiassimo esser più superne, foran discordi li nostri disiri 75 dal voler di colui che qui ne cerne; che vedrai non capere in questi giri, s'essere in carità è qui necesse, 78 e se la sua natura ben rimiri. LA GIUSTIZIA IN DANTE INFERNO III Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, 3 per me si va tra la perduta gente. [...] 9 Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate'. INFERNO VI Giusti son due, e non vi sono intesi; superbia, invidia e avarizia sono 75 le tre faville c' hanno i cuori accesi". PURGATORIO XVI : "Frate, 66 lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui. Voi che vivete ogne cagion recate pur suso al cielo, pur come se tutto 69 movesse seco di necessitate. Se così fosse, in voi fora distrutto libero arbitrio, e non fora giustizia 72 per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia; non dico tutti, ma, posto ch'i' 'l dica, 75 lume v'è dato a bene e a malizia, e libero voler; PARADISO XVIII Mostrarsi dunque in cinque volte sette vocali e consonanti; e io notai 90 le parti sì, come mi parver dette. 'DILIGITE IUSTITIAM', L‘AMICIZIA IN DANTE INFERNO X (Cavalcanti) Allor surse a la vista scoperchiata un'ombra, lungo questa, infino al mento: 54 credo che s'era in ginocchie levata. Dintorno mi guardò, come talento avesse di veder s'altri era meco; 57 e poi che 'l sospecciar fu tutto spento, piangendo disse: "Se per questo cieco carcere vai per altezza d'ingegno, 60 mio figlio ov'è? e perché non è teco?". E io a lui: "Da me stesso non vegno: colui ch'attende là, per qui mi mena 63 forse cui Guido vostro ebbe a disdegno". Le sue parole e 'l modo de la pena m'avean di costui già letto il nome; 66 però fu la risposta così piena. Di sùbito drizzato gridò: "Come? dicesti "elli ebbe"? non viv'elli ancora? 69 non fiere li occhi suoi lo dolce lume?". Quando s'accorse d'alcuna dimora ch'io facëa dinanzi a la risposta, 72 supin ricadde e più non parve fora. PURGATORIO XXIII e ravvisai la faccia di Forese. "Deh, non contendere a l'asciutta scabbia che mi scolora", pregava, "la pelle, 51 né a difetto di carne ch'io abbia; ma dimmi il ver di te, dì chi son quelle due anime che là ti fanno scorta; 54 non rimaner che tu non mi favelle!". LE MONETE IN DANTE INFERNO XIX Né Pier né li altri tolsero a Matia Oro ed argento, quando fi sortito Al loco che perdè l’anima ria Però ti sta, chè tu se’ ben punito; E guarda ben la mal tolta moneta ch’esser ti fece contra Carlo ardito INFERNO XXX S’io dissi falso, e tu falsasti il conio PARADISO XXIV Assai bene è trascorsa d’esta moneta già la lega e l’peso ma dimmi se tu l’hai ne la tua borsa”Ond’io” Sì ho, sì lucida e sì tonda, che nel suo conio nulla mi s’inforsa” Fisica: 2€ Falsi-La prova con la calamita Esperimento con magnete per identificare una moneta falsa Generalità sul magnetismo Esperienza della calamita spezzata La terra e il magnetismo Storia: L’unificazione dell’Italia Le guerre di indipendenza Il contributo di Garibaldi Destra e Sinistra storica Arte: Forme uniche della continuità nello spazio Caratteri generali del futurismo L’esaltazione della velocità Boccioni e la scultura Scienze della terra: Galileo e l’osservazione del cielo Introduzione al sole La scoperta di Galileo: Le macchie solari