Osservatorio sulle imprese innovative della provincia di Torino Risultati indagine 2014 Torino, 16 marzo 2015 Osservatorio sulle imprese innovative della provincia di Torino • Oltre 900 imprese locali hanno contribuito alle rilevazioni dal 2008. • Monitoraggio ed analisi delle strategie di innovazione e dei vincoli strutturali, con un focus sulle PMI. • Prospettiva di analisi basata non solo su variabili di input/output ma sull’ecosistema dell’innovazione: relazioni lungo le filiere, fonti della conoscenza, accesso a risorse finanziarie, apertura internazionale. 2 Osservatorio sulle imprese innovative della provincia di Torino Finalità delle attività dell’Osservatorio: • Report istituzionali in occasione delle rilevazioni (biennali) • Studi di approfondimento (annuale) • Costruzione di un repertorio dinamico che alimenta il sito per la promozione delle imprese locali Innovative Torino. • Fonte di dati ed esperienze per progetti di valorizzazione delle competenze presenti sul territorio. • Modello ispirato al Community Innovation Survey della Commissione Europea. 3 Osservatorio sulle imprese innovative della provincia di Torino: la metodologia • Selezione di un campione di imprese locali con potenziale innovativo impiegando diversi criteri – Attività brevettuale – Appartenenza a settori hi-tech – Condizione di startup innovativa – Partecipazione a Poli di innovazione, Incubatori di impresa, ecc. – Partecipazione a progetti di innovazione tecnologica della Camera di Commercio – Finanziamenti su bandi competitivi per la R&S (locali, nazionali ed EU). 4 I principali temi dell’indagine 2014 • Strategie e modelli di innovazione • Collaborazioni per la ricerca e sviluppo • Ostacoli e risorse per gli investimenti in ricerca e sviluppo • Strumenti di protezione del valore dell’innovazione • Innovazione ed internazionalizzazione 5 Il campione dell’indagine 2014 • 364 imprese • 78.5% con meno di 50 dipendenti • 72.8% presente sul mercato da oltre 10 anni • 13% start-up 3% 19% 33% 26% 19% 6 Manifatturiero HiTech Manifatturiero Low Tech ICT e software Servizi Avanzati (no ICT) Commercio e servizi Tradizionali Il campione: condizioni dei mercati % imprese con valori >3 70.00% 60.00% 50.00% 40.00% 30.00% 20.00% 10.00% 0.00% Le tecnologie si evolgono rapidamente Competizione internazionale Domanda in espansione Presenza di molti Competizione segmenti di focalizzata sul mercato servizio • Tecnologie di riferimento in rapida evoluzione a fronte di una domanda però percepita mediamente in contrazione. • Competizione prevalentemente internazionale su mercati segmentati e con un focus prevalente sul prodotto rispetto ai servizi connessi. 7 Il campione: condizioni dei mercati Fatturato derivante dai primi tre clienti 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% Meno del 20% 78 imprese Tra il 20% ed il 40% 98 imprese Tra il 40% ed il 60% 74 imprese Tra il 60% e l'80% 52 imprese Oltre l'80% 62 imprese • Per circa un terzo delle imprese analizzate i primi 3 clienti valgono oltre il 60% del fatturato complessivo. 8 Settore e leve competitive 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Qualità & Affidabilità Customizzazione Manifatturiero Hi-mid tech ICT Prezzo Livello di servizio Flessibilità del post vendita processo produttivo Manifatturiero Low-tech Servizi avanzati Le tipologie prevalenti di innovazione innovazioni incrementali di prodotto innovazioni radicali di prodotto nuove sperimentazioni innovazioni architetturali innovazioni organizzative di processo… innovazioni tecnologiche di processo… innovazioni nei processi… innovazioni di sviluppo prodotto nessuna delle precedenti 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% • Chiaro orientamento all’innovazione di prodotto a fronte di una ridotta incidenza di imprese che realizzano innovazioni di carattere organizzativo o nei processi. 10 Gli obiettivi dell’innovazione Entrare in nuovi segmenti Migliorare la qualità dei prodotti esistenti Avviare progetti sperimentali Flessibilità dei processi produttivi Diminuire i costi variabili di produzione < 5 anni Rimpiazzare prodotti a fine ciclo di vita Campione Diminuire i lead-time di produzione Sviluppare nuovi prodotti “eco-compatibili” Diminuire i costi di progettazione Ridurre l’impatto ambientale 0% 10% 20% 11 30% 40% 50% 60% 70% 80% I ritorni dell’innovazione Quota di fatturato derivante dai nuovi prodotti introdotti tra il 2012 ed il 2013 <25% 8% 10% 25-50% 50-75% >75% 20% 62% 12 Vincoli e dimensione aziendale Mancanza di risorse finanziarie Carenza di finanziamenti pubblici Incertezza sulla domanda >100 Mancanza canali di distribuzione 50-100 10-50 Rischiosità tecnologica <10 adetti Divario tecnologico con i leader Mancanza di competenze tecniche Rischio di imitazione 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 13 Specificità settoriali: area ICT Vincoli più rilevanti rispetto alla media dl campione: – Canali di distribuzione – Carenze nelle competenze tecniche – Difficoltà a colmare il divario tecnologico con i leader del mercato Fattori competitivi più importanti rispetto alla media: – Flessibilità nel modificare il prodotto – Livelli di servizio post vendita 14 Il finanziamento degli investimenti in innovazione Incidenza fonti di finanziamento Autofinanziamento di impresa Capitale dai soci pre-esistenti Credito bancario a breve termine Credito bancario medio-lungo termine Contributi pubblici a fondo perduto Agevolazioni fiscali Leasing Finanziamenti intra-gruppo Capitale da nuovi soci Capitale di rischio da venture capitalists Capitale da fondi di private equity 0% 10% 20% 15 30% 40% 50% 60% 70% 80% Accesso al mercato del credito • il 46% delle imprese analizzate dichiara che tra il 2012 e il 2014 avrebbe desiderato maggiori quantità di credito bancario per finanziare gli investimenti in innovazione. • Tra il 2012 ed il 2014 circa il 21% delle imprese dichiara di aver domandato credito bancario senza ottenerlo (25% tra il 2010 ed il 2012). Possibile evidenza di un aumento dei discouraged borrowers. 16 La protezione del valore dell’innovazione Mantenimento interno delle risorse umane rilevanti per il know how Strategie orientate a fidelizzare o vincolare i clienti Segreto industriale Controllo di risorse complementari essenziali Il 22% delle imprese ha brevetti Time to market Brevetti 0 17 1 2 3 4 5 Le fonti dell’innovazione Le fonti di conoscenza esterna più rilevanti Clienti Fornitori Università e centri ricerca Distributori Società di consulenza e/o esperti esterni 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 18 Le fonti dell’innovazione Localizzazione geografica prevalente delle fonti di innovazione Società di consulenza e/o esperti Università e centri ricerca Internazionale Distributori Nazionale Regionale Fornitori Clienti guida 0% 10% 20% 30% 19 40% 50% 60% Accordi strategici Accordi di collaborazione e localizzazione dei partner Tipologia accordo Imprese con accordi Partner Partner solo Italiani solo Esteri Partner Italiani ed Esteri Ricerca di Base o Applicata 25,9 % 16,6 % 3,4 % 5,9 % Attività di Sviluppo Prodotto 28,7 % 19 % 4,6 % 5,1 % Fornitura di tecnologie e knowhow 24 % 14 % 5% 5% 20 Modelli di innovazione per le imprese internazionali • Il 68% delle imprese ha esportato nel 2013. • Livelli più elevati di export per imprese più anziane e votate al continuous improvement Imprese con export Imprese senza export 248 116 Età (anni) - mediana 26 12 Addetti Totali -mediana 19 6 Fatturato 2013 (k€) – mediana 2.929 405 Fatturato 2013 (k€) – 3°quartile 9.248 1.679 Spese R&D/Fatturato 2013 - mediana 3,75% 8,1% Innovazioni Incrementali 75,4% 56,0% Numero Imprese Dati riferiti al 2013 L’apertura ai mercati internazionali Export sul fatturato per le imprese presenti all’estero (dati 2013) Numero di Imprese Media 1° Quartile Mediana 3° Quartile % di imprese (sul totale campione) presenti nelle principali aree geografiche mondiali 248 36,2% 5% 30% 50% Area geografica Unione europea Asia e Oceania Europa dell’Est (no area euro) Nord America Centro e Sud-America Medio-Oriente Africa % IMPRESE 51,1% 36,8% 25,3% 24,7% 23,1% 19,5% 17,9% L’apertura ai mercati internazionali [2] % imprese I canali di distribuzione all’estero 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Limitata presenza all’estero tramite investimenti diretti o alleanze strategiche 73.1% 52.8% 11.2% 9.1% 6.1% Vendita diretta al Utilizzo di Filiali commerciali Filiali commerciali Terzi con licenza cliente di proprietà in società con della tecnologia intermediari per l’export partner stranieri I valori % si riferiscono a 192 imprese con export Il legame tra età, investimento in R&D ed export Le imprese più piccole esportano di meno=> investimenti focalizzati su R&D e non su internazionalizzazione 40.6 39.6 32 35 38.8 30 26 22 18.8 10 0-2.5% 5.394 k€ Numero imprese: 248 2.5%-5% 5.000 k€ 5%-10% 2.654 k€ 10%-20% 1.466 k€ Investimento in R&D su fatturato export/fatturato età >20% 605 k€ Fatturato mediano Settore ed attitudine all’innovazione e all’export Più apertura ai mercati internazionali e minore investimento in R&D nel manifatturiero, anche per via di una dimensione media più elevata. Manifatturiero R&D/Fatturato (% fatturato) Fatturato da export (%fatturato) Addetti totali Età media (anni) ICT Servizi Avanzati Hi-tech Low-tech 6.2% 2.0% 14.3% 14.3% 41.1% 36.4% 10.7% 13.2% 171 104 48 48 36 49 15 14 Dati riferiti al 2013 Settore e caratteristiche dei mercati I problemi dell’internazionalizzazione • • • • Mancanza di reputazione Limitata conoscenza del mercato locale Difficoltà a differenziare il prodotto Limitata disponibilità di risorse finanziarie • Limitato supporto del sistema bancario Fattore 1: PROBLEMI DI MERCATO E FINANZIARI 56,9% delle imprese internazionalizzate Fattore 2: PROBLEMI «ESOGENI» DI COMPETITIVITA’ 27,3% delle imprese internazionalizzate • Prezzi sul mercato straniero troppo bassi • Margini di profitto erosi da costi di trasporto I problemi dell’internazionalizzazione • Gestione dei flussi logistici. Fattore 3: • Coordinamento per la revisione del prodotto in base alle esigenze dei clienti stranieri. Fattore 4: PROBLEMI TECNICI DI PRODOTTO 5,4% delle imprese internazionalizzate PROBLEMI ORGANIZZATIVI 7,6% delle imprese internazionalizzate • Prodotto non adeguato alle esigenze dei clienti • Prodotto non adeguato a normative e standard locali Le azioni strategiche per l’internazionalizzazione • Creare una rete di vendita internazionale • Ampliare il team manageriale • Formare il management al marketing internazionale • Reingegnerizzare il prodotto • Ampliare la capacità produttiva estera • Logistica più efficiente Fattore 1: AZIONI «INTERNE»: Prioritarie per il 66,9% delle imprese difficile da realizzare per il 52,9% delle imprese Le azioni strategiche per l’internazionalizzazione Fattore 2: AZIONI «DI MERCATO»: • Creare un network internazionale 61,2% delle • Rafforzare le partnership internazionali esistenti imprese difficili da realizzare per il • Investire di più in pubblicità e promozione Prioritarie per il 68,3% delle imprese Tassi di crescita del fatturato ed export Tasso di crescita del fatturato 2012-2013 1 0.5 0 0 -0.5 -1 -1.5 Emerge una correlazione positiva – seppur debole - tra 20 40 60 80 100 crescita del fatturato e livello di esportazione per le imprese con più Fatturato da Esportazioni (%) - 2013 di 10 anni di età Correlazione di Pearson = + 14,59% (p-value=3.25%) Dati riferiti al 2013 Tassi di crescita del fatturato e spesa in R&D Tasso di crescita del fatturato 2012-2013 1 0.5 0 0.0 0.2 0.4 0.6 -0.5 -1 -1.5 R&D / Fatturato 0.8 Maggiore livelli di spesa in R&D non portano più crescita (debole 1.0 correlazione negativa). => Difficoltà a “monetizzare” i ritorni delle spese in R&D Correlazione di Pearson = - 12,9% (p-value=7.15%) L’ internazionalizzazione tra luci ed ombre • Le “luci”: – Elevata percentuale di imprese che esporta (68%) – Crescita positiva – seppur limitata – per la maggior parte di imprese con export (ma qual è il potenziale di mercato “perso”?) • Le “ombre”: – dimensioni di impresa troppo piccole: manca la scala minima efficiente per i mercati internazionali – una parte dei ritorni economici delle vendite all’estero è persa per via dell’intermediazione L’ internazionalizzazione tra luci ed ombre • Serve più capitale relazionale e manageriale. Problema di spostare gli investimenti da R&D a vendite e marketing. Aiutare le imprese nel processo di esplorazione dei mercati esteri e di pianificazione strategica Prof. Paolo Neirotti [email protected] Prof. Giuseppe Scellato [email protected] DIGEP - Politecnico di Torino 35