PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA
OPERA DON GUANELLA – BARI
«LEVÒ GLI OCCHI AL CIELO,
PRONUNZIÒ LA BENEDIZIONE,
SPEZZÒ I PANI E LI DIEDE»
(Marco 6,34-44)
Anno Pastorale 2015-2016
Strumenti per capire
La «sezione dei
pani» (Mc 6,6b-8,26)
entra nel vivo: siamo
di fronte alla prima
moltiplicazione dei
pani (la seconda in
Mc 8,1-10), riportata
da tutti e quattro i
Vangeli.
v. 34 si commosse. Espressione abbastanza rara
(Os 11,8), ma sempre fortemente significativa:
o Mt 18,27 (il padrone e il servo);
o Lc 7,13 (vedova di Nain);
o Lc 10,33 (il samaritano);
o Lc 15,20 (il figliol prodigo).
o Cfr. pure Mc 8,2: «Sento compassione» (seconda moltiplicazione
dei pani).
Qui però il
motivo della
compassione
(commozione)
è nuovo e
diverso,
perché...
- erano come pecore senza pastore. Immagine biblica (Nm
27,17; 1Re 22,17; Ger 23,3-4; Ez 34,5; Sal 23,1-4). Cfr. Mt
9,36.
- e si mise a insegnare loro molte cose. Prima di sfamarli,
Gesù li sazia con la sua parola. Mc sottolinea l’importanza
dell’insegnamento (Mc 1,22; 4,1-2), ma non ne precisa il
contenuto.
v. 37 Voi stessi
date loro da
mangiare. Gesù
obbliga i suoi
discepoli ad agire
e li associa a sé
per collaborare
alla sua opera di
pastore. Mt 14,16
aggiunge: «Non
occorre che
vadano» via!
v. 40 a gruppi e
gruppetti di
cento e di
cinquanta. Era
l’organizzazione
di Israele nel
deserto (Es
18,21.25).
v. 41 pronunziò la benedizione. Preghiera di lode e
ringraziamento che accompagna la frazione del pane durante i
pasti giudaici dell’epoca.
È pure la prefigurazione dell’istituzione della eucaristia (Mc
14,22; Mi 26,26-28) e del banchetto messianico promesso per
la fine dei tempi.
Notare che
sono presenti i
quattro gesti:
oprendere,
orecitare la
benedizione,
ospezzare,
odare.
vv. 42-43 Tutti
mangiarono e si
sfamarono (Sal
78,29) e
portarono via
dodici ceste
piene. L’accenno
ai «resti» indica la
sovrabbondanza
(cfr. 2Re 4,43-44).
Piste di riflessione
• Questo racconto, chiamato «moltiplicazione», parla in realtà
di una condivisione. Quali sono state e sono tutt’oggi le
nostre esperienze di condivisione? Che significato ha per noi,
nella nostra vita concreta, questa parola?
• Di fronte a un impegno difficile, a una richiesta esigente,
contiamo solo sulle nostre forze, su quello che possediamo o
che possiamo comprare, o ci fidiamo di Dio aprendoci ad una
logica diversa dalla nostra?
• La distanza tra Gesù e i discepoli è grande. Loro
parlano di comprare: senza denaro non si fa nulla,
ciascuno deve provvedere a sé con i propri mezzi.
Invece Gesù mette in primo piano la fame degli altri,
la responsabilità verso chi non ha nulla, da parte di
chi qualcosa ce l’ha, la condivisione come possibilità
di moltiplicare le risorse, il saziarsi come
conseguenza del saziare gli altri. Gesù prende
l’iniziativa, ma non rinuncia a servirsi dei discepoli, e i
suoi gesti fanno intuire quale sarà il vero pane
spezzato capace di nutrire tutti. Il miracolo della
moltiplicazione dei pani è una lezione per i discepoli:
infatti - stranamente - Marco (a differenza di Gv 6,1415) non parla di reazioni della folla.
Suggerimenti per pregare
• Chiedere di
imparare a vivere
l’azione
quotidiana del
«mangiare
insieme» come
vero gesto di
comunione e di
amicizia.
• Ringraziare
perché anche per
noi il Signore prova
«compassione»: si
accorge delle
nostre difficoltà,
del nostro
disorientamento,
della nostra fame e
ci viene incontro.
Signore Gesù, per il dono del
tuo Corpo e del tuo Sangue,
concedimi di passare dalla
morte alla vita nuova
nell’amore, perché possa
dissetarmi alla sorgente
stessa della tua compassione.
Amen.
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