Il Packaging per i
prodotti alimentari
“La gestione ambientale
del packaging”
Roberto Magnaghi
Responsabile Area Tecnica CONAI
Firenze, 24 novembre 2011
La gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio
Direttiva 1994/62/CE
D.Lgs. 1997/22
Direttiva 2004/12/CE
D.Lgs. 152/06
2
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152
Riguarda (art. 217 c. 2):
• Tutti gli imballaggi immessi sul mercato nazionale
• Tutti i rifiuti di imballaggio derivanti dal loro impiego, qualunque
siano i materiali che li compongono, utilizzati o prodotti da:
industrie;
esercizi commerciali;
uffici;
negozi
servizi;
nuclei domestici
3
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152
Definisce (art. 218):
 imballaggio: primario, secondario, terziario
 imballaggio riutilizzabile
 rifiuto di imballaggio
 gestione dei rifiuti di imballaggio
 prevenzione
PRIMARI
 altro (riciclaggio, recupero, ecc.)
SECONDARI
TERZIARI
4
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152
Individua una gerarchia nella gestione dei rifiuti: art. 179
₺La gerarchia stabilisce, in generale, un ordine di priorità di ciò che costituisce la
migliore opzione ambientale. ₺ (art. 179, comma 2 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.)
5
La gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio
1
Prevenire la formazione di rifiuti di
imballaggio
IMPRESE E CONAI
2
Progettare e realizzare imballaggi
eco compatibili e ecosostenibili
IMPRESE
3
Perseguire gli obiettivi di raccolta dei
rifiuti di imballaggio
COMUNI
4
Perseguire gli obiettivi di recupero e
riciclo degli imballaggi
CONAI
5
Facilitare raccolta e recupero/riciclo,
attraverso la marcatura e sistemi di
identificazione
IMPRESE
6
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152
Obblighi per le imprese art. (221):
PRODUTTORI
Fornitori di materie prime
Fabbricanti e trasformatori
Importatori di imballaggi vuoti e di
materiali di imballaggio
UTILIZZATORI
Industrie
Commercianti e distributori
Importatori di imballaggi pieni
I produttori e gli utilizzatori sono responsabili della
corretta gestione ambientale degli imballaggi,
facendosi carico di:
•raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge;
•partecipazione a CONAI;
•applicazione del Contributo Ambientale.
7
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152
I produttori e gli utilizzatori devono conseguire gli obiettivi finali di
riciclaggio e di recupero dei rifiuti di imballaggio
(art. 220, comma1 - allegato E)
2002
2008
50 %
60 %
25 - 45 %
55-80 %
Carta
15%
60 %
Legno
15%
35 %
Acciaio
15%
50 %
Alluminio
15%
50 %
Plastica
15%
26,0 %
Vetro
15%
60%
Recupero totale
Riciclo totale
Riciclo per materiale:
88
Il Sistema CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi
ONAI E’ UN SISTEMA PRIVATO, ISTITUITO PER
LEGGE, VOLUTO E CONCEPITO DALLE IMPRESE, CHE
RAPPRESENTA UN MODELLO DI ECCELLENZA IN EUROPA.
E’ un consorzio di diritto privato senza fini di lucro nato per perseguire gli obiettivi di
recupero e riciclo dei materiali di imballaggio immessi sul territorio nazionale.
II Sistema CONAI si basa sull’attività dei sei Consorzi rappresentativi dei materiali che
vengono utilizzati per la produzione di imballaggi: acciaio, alluminio, carta, legno,
plastica, vetro. I Consorzi adempiono agli obblighi di riciclaggio e di recupero, agli
obblighi della ripresa degli imballaggi usati e della raccolta dei rifiuti di imballaggio
secondari e terziari su superfici private nonché all’obbligo di ritiro dei rifiuti di
imballaggio conferiti dal servizio pubblico.
9
I principi cardine della gestione dei rifiuti di imballaggio
CONAI è l’organizzazione italiana istituita ai sensi della Direttiva comunitaria
94/62 in base ai principi:
• Produttori/utilizzatori responsabili del raggiungimento degli obiettivi
per tutti i tipi di imballaggio;
Produttori/utilizzatori quale
supporto finanziario e responsabili
del riciclo e del recupero
• Responsabilità condivisa
per i rifiuti urbani
Comuni responsabili della raccolta
dei rifiuti di imballaggio
10
I numeri del sistema CONAI al 2010
1.460.000 imprese aderenti
1.460.000 imprese aderenti
RISORSE
COSTI
526 Milioni di € di
Contributo
Ambientale CONAI *
 circa 11,2 Milioni di
tonnellate immesse al
consumo
85% delle risorse utilizzate per le attività di ritiro, riciclo e
recupero degli imballaggi a fine vita
56% delle risorse utilizzate per finanziare la raccolta differenziata
su suolo pubblico (circa 285 k€)
Nel 2010 confermato il trend di crescita delle performance di
riciclo e recupero:
RISULTATI
• 74,9% degli imballaggi recuperati
• 64,6% degli imballaggi riciclati, di cui il 49,3% da gestione
consortile e il 50,7% da gestione non consortile
* Al netto richieste export
Elaborazioni CONAI su dati Consorzi di Filiera
11
I risultati di riciclo 2010
Fonte: CONAI-Consorzi di Filiera
12
Evoluzione nelle modalità di gestione dei rifiuti di imballaggio
% Recupero rifiuti di imballaggio
% Forme di smaltimento
Fonte: CONAI-Consorzi di Filiera
13
Prevenzione e imballaggi – il green packaging
D. Lgs 152/2006 e s.m. - Art. 218, comma 1 lettera h) – DEFINIZIONE:
“Riduzione, in particolare attraverso lo sviluppo di prodotti e di
tecnologie non inquinanti, della quantità e della nocività per l’ambiente
sia delle materie e delle sostanze utilizzate negli imballaggi e nei rifiuti
di imballaggio, sia degli imballaggi e rifiuti di imballaggio nella fase del
processo di produzione, nonché in quella di commercializzazione, della
distribuzione, nell’utilizzazione e della gestione post-consumo.”
Fare prevenzione non vuol solo dire ridurre il peso
degli imballaggi, ma implica intervenire con azioni in grado di
ridurne l’impatto ambientale,
attraverso un approccio basato sull’analisi del ciclo di vita
e che introduce, quindi, il tema dell’eco-design e della
progettazione ecosostenibile.
14
Gli attori della prevenzione per gli imballaggi
Chi progetta l’imballaggio
Chi produce le materie prime
Chi produce l’imballaggio
Chi progetta le macchine
Chi riempie la confezione
Chi gestisce la logistica
Chi distribuisce
Chi consuma
15
Le molte funzioni del packaging
Funzioni tecniche di protezione
Funzioni strutturali di garanzia e sicurezza
Funzioni strutturali di movimentazione
Funzioni informative
Funzioni di auto promozione
Funzioni di fascinazione e lusinga
16
Verso un concetto più ampio di prevenzione
L’eco-sostenibilità degli imballaggi per CONAI è da sempre identificata col tema della
prevenzione, in un’ottica «DALLA CULLA ALLA CULLA»
17
Dossier Prevenzione
2001
2004
2007
Il Dossier Prevenzione rappresenta, per
CONAI, lo strumento attraverso il quale
vengono raccolti e diffusi gli interventi messi
in atto dalle aziende in materia di
progettazione, realizzazione e utilizzo di
imballaggi a ridotto impatto ambientale.
18
Le azioni di prevenzione
Risparmio di materia prima
Semplificazione del sistema imballo
Contenimento del consumo di materie
impiegate nella realizzazione
dell’imballaggio e conseguente
riduzione del peso, a parità d prodotto
confezionato e di prestazioni.
Si realizza integrando più funzioni in una sola
componente dell’imballo, eliminando un elemento
e quindi semplificando il sistema.
Riutilizzo
Ottimizzazione della logistica
Consiste nel reimpiegare più volte
l’imballaggio, per un uso identico
a quello per il quale è stato
concepito.
Tutte le azioni innovative che migliorano le
operazioni di immagazzinamento ed esposizione,
ottimizzano i carichi sui pallet e sui mezzi di
trasporto e perfezionano il rapporto tra
imballaggio primario, secondario e terziario.
Utilizzo di materiale riciclato
Facilitazione dell’attività di riciclo
Sostituzione di una quota o della
totalità di materia prima vergine con
materia riciclata per contribuire ad
una riduzione del prelievo di risorse.
Tutte le innovazioni volte a semplificare le
operazioni di recupero e riciclo del packaging,
come la realizzazione di imballaggi
monomateriali.
19
Analisi LCA semplificata
Nella nuova edizione del Dossier Prevenzione, le esperienze presentate dalle
aziende vengono esaminate attraverso il criterio di valutazione basato sulla
metodologia semplificata LCA (Life Cycle Assessment).
GWP (Global Warming Potential): valuta l’emissione di tutti i gas
che contribuiscono all’effetto serra congiuntamente alla CO₂.
GER (Gross Energy Requirement): è un indicatore dell’energia
totale estratta dall’ambiente durante tutto il ciclo di vita di una
unità funzionale del prodotto/servizio.
Water Footprint: espresso in litri o kg, definisce la quantità di
acqua di processo impiegata nella produzione e nella
commercializzazione dei beni di consumo.
20
I casi analizzati in sintesi (segue)
• Nel Dossier 2010 sono raccolti 72 casi presentati da 42 aziende
• Oltre 130 le azioni di prevenzione messe in campo.
21
I casi analizzati in sintesi (segue)
• Gli interventi effettuati hanno riguardato per il 78% gli imballaggi primari e per il
22% gli imballaggi secondari e terziari.
• Nel complesso gli interventi presentati in questo Dossier equivalgono ad una
riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera pari a oltre il 30%.
22
Packaging e mercato alimentare
FUNZIONI GENERALI DELL’IMBALLAGGIO
IMBALLAGGIO E MERCATO DEL FOOD
Funzioni tecniche di protezione
Imballaggio come strumento per evitare gli
sprechi di cibo e tutelare il prodotto imballato:
Funzioni strutturali di garanzia e sicurezza
1. Garantisce le caratteristiche del prodotto
imballato nel tempo
2. Lo rende trasportabile nello spazio
Funzioni strutturali di movimentazione
Funzioni informative
3. Lo protegge da danneggiamenti di agenti
esterni (ad es. luce) e da possibili
contaminazioni
4. Fornisce informazioni sul prodotto
imballato (es. provenienza)
5.
Mezzo per differenziare i prodotti offerti
anche tramite la marca
6.
Servizio aggiunto rispetto al prodotto
imballato
Funzioni di auto-promozione
Funzioni di fascinazione e lusinga
23
I consumi di packaging nel comparto alimentare
Nel 2010 circa il 71% degli imballaggi utilizzati in Italia è stato
impiegato per contenere cibi e bevande
• BEVANDE: 33,1%
• FOOD: 37,8%
TOTALE PACKAGING UTILIZZATO DAL
COMPARTO ALIMENTARE: 70,9%
Fonte: elaborazioni Istituto Italiano Imballaggio su un panel di aziende che ricoprono l’80% dell’utilizzo effettivo
globale di imballaggi pieni in Italia (compresi imballaggi a rendere).
24
Il contesto e gli effetti sul packaging alimentare
Fattori di contesto
2
Cambiamento nella struttura
demografica: sempre più famiglie
mononucleari
Invecchiamento della popolazione
3
Cambiamento nella struttura del pasto
sempre più spesso fuori casa
4
Marketing delle grandi marche
orientato alla segmentazione
1
5
Diffusione dei cibi pronti e delle
confezioni monodose
6
Crescente distanza tra luoghi di
produzione e luoghi di consumo
7
8
Crescente attenzione alle tematiche
ambientali sia da parte dei
consumatori, sia da parte delle aziende
Volatilità prezzi delle materie prime
alimentari e per imballaggi
Effetti generati
1
2
3
4
5
Imprese attente a progettare prodotti
(imballaggio incluso) in funzione delle
nuove abitudini d’acquisto: monodose
e pronti al consumo
Estensione dell’uso del packaging
anche a prodotti precedentemente non
imballati
Cresce l’attenzione alla fase di
progettazione dell’imballaggio per le
potenzialità di diffusione dell’immagine
aziendale (non solo immagine di marca,
ma anche imprinting ambientale)
Aumenta l’attenzione a evitare sprechi
di risorse (ottimizzazione packaging e
riciclabilità)
Aumenta, ove possibile, il ricorso alle
materie prime seconde per il packaging
25
La centralità della corretta progettazione degli imballaggi
L’imballaggio come garanzia di
Mantenimento della qualità del
prodotto e delle sue caratteristiche
Nello spazio
Sicurezza e igienicità del prodotto nel
rispetto delle normative di settore
e
Fattori da considerare:
Tecniche di confezionamento, di trasporto e
di magazzino
Nel tempo
Fattori da considerare:
“Shelf life”: Durata di conservazione del
prodotto e della vita commerciale o di scaffale
Si stima che circa l’80% degli impatti ambientali connessi al packaging
sia determinata nella fase di progettazione
26
Esempi di come una non corretta progettazione possa
generare sprechi dei cibi lungo la filiera del packaging
Confezionamento
• Rottura dell’imballaggio che può provocare la perdita del cibo a monte della
catena.
• Imballaggio difettoso che porta il prodotto a non poter essere
commercializzato.
Logistica/magazzino e scaffale
• Deterioramento dell’imballaggio che può provocare difficoltà di vendita: il
consumatore è meno propenso all’acquisto, quindi si corre il rischio che il
prodotto resti invenduto fino a scadenza.
• Rottura dell’imballaggio che porta alla perdita del cibo contenuto.
A casa del consumatore
• Imballaggio esteriormente integro ma con difetti di produzione che hanno
deteriorato il cibo contenuto.
• Rottura dell’imballaggio che porta alla perdita del cibo contenuto.
27
un imballaggio può dirsi ecoefficiente se …
 Soddisfa le funzioni primarie di contenimento, protezione e conservazione del prodotto in condizioni di
distribuzione, stoccaggio, vendita e utilizzo ragionevolmente prevedibili
 Utilizza la minor quantità possibile di materiale nel rispetto della “Waste Hierarchy”
 Risponde ai requisiti normativi specifici
 Riduce l’ingombro allo stretto necessario, facilitandone la trasportabilità e l’immagazzinamento
 Aiuta a prolungare la “shelf life” del prodotto
 Contribuisce a evitare che venga sprecato il suo contenuto
 Utilizza materiali riciclati (ove possibile), riciclabili/recuperabili
Impatto ambientale lungo l’intero
ciclo di vita del prodotto
Funzioni primarie
• Integrità del prodotto lungo tutta la filiera
(contenitore intelligente e lungimirante)
• Rispetto norme
• Prolungamento shelf – life del prodotto
• Ottimizzazione del sistema di imballaggio
(primario + secondario + terziario) e sua
razionalizzazione
• Utilizzo di materiali riciclati (ove possibile) e
riciclabili/recuperabili
• Riduzione dell’impatto ambientale
dell’imballaggio  essenzialità
28
Esperienze di green packaging
LILIA - FONTI DEL VULTURE SRL
Acqua minerale (1,5 e2l)
•
•
•
•
•
Bottiglie da 1,5l alleggerite del 6%;
Bottiglie da 2l alleggerite del 7%;
Fardello per confezione 6 bottiglie da 1,5l, ridotto del 14%;
Fardello per confezione 6 bottiglie da 2l, ridotto del 15%;
Ottimizzazione di alcuni processi produttivi per ridurre i
consumi energetici.
Risultati
29
Fonte: Dossier 2010 – La prevenzione ecoefficiente - CONAI
Esperienze di green packaging
SANPELLEGRINO S.P.A.
LALITRO
La prima con il 25% di rPET
Prima bottiglia italiana per acqua minerale con PET post consumo riciclato
• Nuova bottiglia da 1l contenente il 25% di rPET;
• 21 gr il peso della bottiglia.
30
Fonte: www.IstitutoImballaggio.it – sezione Oscar 2011
Esperienze di green packaging
MULINO BIANCO – BARILLA G. & R. FRATELLI SPA
Plum cake con yogurt e Plum cake con gocce di cioccolato
L’azienda ha riprogettato gli imballaggi con l’obiettivo di
risparmiare le materie prime utilizzate e ottimizzare la
logistica.
Barilla ha infatti ridotto le dimensioni dell’imballaggio
primario mantenendo inalterato il numero di merendine per
confezione ma risparmiando il 12% di materia prima; ciò ha
consentito una riduzione del peso della cassa americana e un
aumento del numero delle confezioni per pallet, migliorando
la logistica del 25%.
L’azienda ha provveduto a dotare l’imballaggio di una
etichetta destinata al consumatore per facilitare il corretto
conferimento in raccolta differenziata.
31
Fonte: Dossier 2010 – La prevenzione ecoefficiente - CONAI
Esperienze di green packaging
CARCANO ANTONIO SPA
Foglio sottile in alluminio
• Le innovazione sui processi di produzione hanno
permesso un risparmio di consumi di energia
elettrica;
• L’innovazione tecnologica ha consentito una
riduzione del 3,8% dello spessore dei fogli di
alluminio
Risultati
32
Fonte: Dossier 2010 – La prevenzione ecoefficiente - CONAI
Esperienze di green packaging
COCA COLA – COCA COLA ITALIA SPA
Coca-Cola ha proposto una bottiglietta da 50 cl rinnovata.
L’azienda ha deciso di ridurre l’apporto di materia prima per il suo
confezionamento e l’intervento ha riguardato sia la bottiglietta in
polietilene tereftalato (PET) sia il tappo in polipropilene (PP).
• il peso della bottiglia ridotto di circa il 6%
• il peso del tappo ridotto di circa il 15%
Prima
Dopo
33
Fonte: Dossier 2010 – La prevenzione ecoefficiente - CONAI
Esperienze di green packaging
VERALLIA - SAINT-GOBAIN VETRI SPA
Bottiglia bordolese Slim
• Ridotto il peso della bottiglia del 18,7%;
• aumentata la percentuale di materiale
riciclato utilizzato.
Risultati
34
Fonte: Dossier 2010 – La prevenzione ecoefficiente - CONAI
I principali risultati dell’attività di prevenzione nel 2010
la quantità di
imballaggi riutilizzati
rappresenta una
quota superiore al
29% dell’immesso al
consumo 2010;
grazie al riutilizzo è
stata evitata
l’immissione al
consumo di circa 3,2
milioni di tonnellate
di imballaggi.
Inoltre…
L’utilizzo di materie prime seconde negli imballaggi immessi al consumo rappresenta
il 35,6% del totale delle materie utilizzate per gli imballaggi immessi nel 2010 (+4,2%
rispetto al 2009)
35
Sintesi dei principali risultati
dell’attività di prevenzione in oltre 10 anni
• Circa 500.000.000 € i costi socio-ambientali evitati all’intera
collettività
• 30% in meno il peso delle scatolette per alimenti in acciaio
• 28% in meno il peso gli imballaggi in plastica
• 50% in meno il peso e il volume dei contenitori in plastica per
detergenza
• Fino al 50% in meno il peso dei sistemi di chiusura in alluminio
36
Grazie per l’attenzione
37
Scarica

magnaghi_firenze_2411.ppt